Ance: niente ripresa nel 2010, investimenti -7,1%
24/06/2010
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La crisi continua nel settore delle costruzioni.
Se l'anno nero doveva essere il 2009, per il 2010 non ci sono segnali di ripresa ed è prevista, invece, un’ulteriore caduta degli investimenti nel comparto, pari al 7,1% (-4,1% è stato il calo nel primo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2009).
È questo lo scenario fornito dall'osservatorio congiunturale sull'industria delle costruzioni presentato oggi dall'Ance che parla di un anno ancora molto negativo.
Le costruzioni dal 2008 al 2010 riportano una perdita del 17% in termini d’investimenti.
Risultati particolarmente preoccupanti segnano alcuni comparti come quello delle nuove abitazioni che in tre anni ha visto un calo del 31%.
"Dopo nove anni di crescita del settore, i volumi di produzione sono tornati ai livelli osservati alla fine degli anni Novanta", ha sottolineato il presidente dell'Ance Paolo Buzzetti.
Un primo, timido segnale in controtendenza sembra provenire dal mercato immobiliare residenziale.
Il primo trimestre dell'anno ha visto un'interruzione della caduta nel numero di compravendite di abitazioni (+4,2% rispetto al primo trimestre 2009), dopo tre anni consecutivi di calo.
Tuttavia, le stime sulle nuove abitazioni per il 2010 sono di una flessione del 12,4%.
Pesanti anche le ricadute sull'occupazione, segnata da un sempre maggiore ricorso alla cassa integrazione.
Se nel 2009 il numero delle ore autorizzate di Cig è aumentato del 91,5%, il dato continua a crescere nei primi mesi del 2010 (+35,1%).
Nel 2009 si è registrata una diminuzione di operai iscritti alle casse edili del 9,8% rispetto all'anno precedente, così come il numero delle imprese iscritte si è ridotto del 7,6%.
Per l'Ance, un altro problema centrale è il difficile accesso al credito: quasi il 40% delle imprese associate denuncia di aver avuto difficoltà nell'ottenere finanziamenti nei primi 3 mesi del 2010.
Inoltre, i tassi d’interesse applicati alle imprese di costruzioni continuano a mantenersi su livelli significativamente superiori a quelli degli altri settori.
L'Ance ha calcolato che, ipotizzando di sottoscrivere un prestito di 2 milioni nel medio-lungo termine, un investimento in edilizia costa 90mila euro in più dello stesso finanziamento nell'industria e 26mila euro in più rispetto ai servizi.
Troppo elevati anche i costi dei mutui: per l'Ance è come se l'Italia pagasse il mutuo per 18 mesi in più rispetto all'Europa.
Infine, i ritardi nei pagamenti della Pubblica amministrazione sono una sorta di "tassa aggiuntiva del 2,5% che le imprese di costruzioni pagano per fare credito alla Pubblica amministrazione".
link al rapporto completo Giugno 2010
OSSERVATORIO CONGIUNTURALE SULL'INDUSTRIA DELLE COSTRUZIONI