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Spagna - situazione del mercato immobiliare

Ultimo Aggiornamento: 13/03/2016 09:24
10/05/2012 20:34
 
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Banche spagnole: insolvenze da 323 mld su immobili

10/05/2012



Le sette principali banche spagnole hanno bisogno di altri 68 miliardi di euro di capitale aggiuntivo per compensare i prestiti in sofferenza e soddisfare i requisiti di patrimonio.

Lo sostiene uno studio della Royal Bank of Scotland, spiegando che le 7 big del risparmio iberico devono far fronte ad una esposizione immobiliare da 323 miliardi di euro, che si aggiungono alle crescenti insolvenze anche su prestiti di altra natura.
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13/05/2012 12:31
 
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Spagna: troppo cemento - anche qui Euro a rischio (Fonte: lindipendenza.com - di Andrea Giuricin - 12/05/2012)

La Spagna sta cadendo verso il precipizio. Non è un precipizio come quello greco, ma certo la situazione è ogni giorno più complicata.
Oggi il settore delle cajas è sull’orlo di un fallimento annunciato. Su queste colonne lo dicevamo giá due anni fa.
Il problema deriva dal settore immobiliare come riporta la tabella e dallo scoppio della bolla nello stesso. Fino al 2007 il settore era cresciuto a dismisura e in Spagna si costruivano più case che in qualunque altro paese europeo, anche di quelli molto più grandi. La costruzione era finanziata principalmente dalle cajas, che non lesinavano credito sia alle imprese edilizie che alle famiglie.
Queste cajas erano gestite da politici locali che avevano interesse più a prestare soldi con criteri politici che con criteri economici. L’analisi economica sembrava non essere mai stata presa in considerazione da queste istituzioni bancarie, che oggi, si ritrovano piene di immobili dal valore quasi nullo.
Si parla di 188 miliardi di euro di attivi spazzatura, compresi i 103,7 miliardi di euro relativi a crediti dubbiosi e crediti sotto lo standard. Molto difficilmente questa quantita di denaro verrá recuperata dalle banche.

Come è potuto succedere tutto questo?

Le casse di risparmio prestavano soldi, ma al momento dello scoppio della bolla immobiliare i prezzi sono cominciati a scendere, e non di poco. Ormai la svalutazione è arrivata in molti casi intorno al 40 per cento. Sono saltate prima moltissime imprese edilizie e successivamente anche le famiglie hanno cominciato ad andare in sofferenze a restituire i mutui.
Il settore edilizio valeva oltre il 20 per cento dell’intera economia e una volta che è entrato in crisi ha cominciato a creare disoccupazione. Gran parte delle persone senza lavoro in Spagna infatti arrivano dal settore edilizio e sono persone con bassa qualifica e con stipendi che superavano prima della crisi anche i 2000 euro.
Una volta che famiglie e imprese edili hanno cominciato a fallire, gli immobili tornavano alle banche. Ma questi immobili non avevano ormai più il valore di libro pari a 100, ma il valore reale, pari a 60.
La svalutazione non è mai stata fatta dalle cajas, perchè altrimenti tutto il “marcio” sarebbe uscito e il settore sarebbe andato in crisi giá due/tre anni fa. Ma queste istituzioni finanziarie non hanno potuto resistere ed ormai l’attivo tossico relativo al solo settore immobiliare ha quasi raggiunto i 200 miliardi di euro. Il 20 per cento del prodotto interno lordo spagnolo.
Due giorni fa è saltata la quarta banca del paese, Bankia, nata dalla fusione di 7 casse di risparmio locali. Anche questa entità è sempre stata governata da politici locali che hanno dimostrato come sarebbe stato molto meglio che lo Stato in economia non fosse mai entrato (ancora una volta si potrebbe dire).
Ora, per cercare di salvare il salvabile, il Governo Rajoy ha deciso di immettere altri 15 miliardi di euro e al contempo creare delle piccole bad bank. In questo modo tutti gli attivi tossici arriveranno nelle casse dello Stato e tutti i soldi verranno presi dai contribuenti.
Il debito rischia di sfondare quota 85 per cento questo anno, dal 68 per cento che si trovava a fine 2011.
Soldi pubblici che ancora una volta peseranno sui soliti noti: i contribuenti.
D’altronde giá tre anni e mezzo fa si decise anche Oltre Oceano di attuare una politica di “too big to fail” che di fatto deresponsabilizzava la gestione delle banche.
Ora anche in Spagna siamo allo stesso punto. Ma in questo caso la debolezza delle banche si trasferirá velocemente allo Stato spagnolo che vedrá, molto probabilmente, nelle prossime settimane un attacco deciso contro la permanenza nell’Euro.

Adios España?
[Modificato da marco--- 13/05/2012 12:32]
14/05/2012 07:40
 
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[Modificato da (sylvestro) 18/05/2012 12:14]
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Spagna: tassi vicini ai livelli di non ritorno (Fonte: wallstreetitalia.com - 28/05/2012)

Il rendimento sui Bonos decennali sfiora ormai il 7%, soglia che in passato ha fatto scattare i piani di aiuto. Preoccupa lo stato di salute del sistema bancario, affossato da una crisi immobiliare senza precedenti.
New York - La Spagna viene percepita sempre di piu' come un paese a rischio e Madrid potrebbe pagare a caro prezzo l'incremento del nervosismo dei mercati, sotto forma del costo per chiedere denaro in prestito.
I rendimenti sui Bonos decennali sfiora ormai il 7%, soglia che in passato ha fatto scattare i piani di aiuto per Portogallo, Irlanda e Grecia. La Spagna e' pero' un pesce molto piu' grosso.
A preoccupare e' lo stato di salute del sistema bancario, affossato da una crisi immobiliare senza precedenti, e la possibilita' di una nazionalizzazione completa del gruppo Bankia.
Oggi il tasso sui titoli a dieci anni e' salito nuovamente sopra la soglia del 6,5%.
Finora il Tesoro spagnolo e' riuscito a collocare sul mercato primario il 58% del debito previsto per il 2012, ma a interessi sempre piu' elevati.
30/05/2012 13:43
 
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per quelli che arrivano i compratori esteri...

...arrivavano, ora se ne vanno...

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Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
02/06/2012 17:41
 
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Re: per quelli che arrivano i compratori esteri...
laplace77, 30/05/2012 13.43:


...arrivavano, ora se ne vanno...



Bentornato! [SM=g1747536]
[SM=g1747543] Come mai adesso leggi il Daily Mail? [SM=g1765347]

Nell'articolo c'è anche questo grafico:


«The countries with the weakest economies have suffered huge dips int he housing market»

fabio
23/06/2012 21:37
 
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[Modificato da (sylvestro) 23/06/2012 21:37]
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24/07/2012 09:34
 
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Re:
(sylvestro), 24/07/2012 09.34:

click per ingrandire





ci sarebbe proprio da fare un confronto con la miriade di nuovi quartieri intorno a roma...

la prossima volta che vieni nella capitale, ti facciamo fare un bel tour della bolla, promesso!

[SM=g9128]
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In Spagna banche prese d'assalto

di: Juan Moreno Pubblicato il 09 agosto 2012| Ora 15:12

Cosa sta succedendo a Barcellona? Durante il viaggio nel paese dei suoi genitori Juan Moreno, dello Spiegel, scopre la rabbia nei confronti delle banche dei cittadini rovinati.


Manifestazione di persone sfrattate a causa della bolla immobiliare, davanti a una banca a Barcellona, il 6 giugno 2012.


Barcellona - Barcellona è gremita di turisti. L’anno scorso il numero dei pernottamenti negli alberghi è aumentato. I locali di Plaça Catalunya servono ancora caffè a prezzi esorbitanti e gli agenti di polizia allontanano i mendicanti. Per trovare i segni della crisi ci si deve allontanare di qualche isolato.

All’incrocio con l’Avinguda Diagonal, faccio la conoscenza di Pedro Pandalor, un uomo esile che si è sistemato di fronte a una filiale della Bankia. Vorrebbe farvi irruzione. Alcune persone che la pensano allo stesso modo si sono unite a lui. Hanno avvisato le redazioni dei giornali, così che riportino la notizia delle loro proteste, ma i giornali hanno detto di non essere interessati. C’è chi fa irruzione in banca in ogni angolo della Spagna.

Bankia, una banca di Madrid nata nel 2010 dalla fusione di sette casse di risparmio regionali, ha sfrattato Panlador dal suo appartamento in un condominio perché non riusciva più a pagarne il mutuo. Nei primi tre mesi di quest’anno, in tutta la Spagna per lo stesso motivo sono stati sfrattati fino a 200 inquilini di case e appartamenti ogni giorno.

Panlador, nato in Colombia, vive a Barcellona da dodici anni e al momento è indebitato di 242mila euro. Prima della crisi faceva l’autista, ma ormai è disoccupato da oltre due anni. I passanti gli si avvicinano, alcuni per incoraggiarlo, altri per applaudirlo. Nessuno pensa che stia commettendo un errore a restarsene di fronte all’ingresso della banca e a dare del "criminale" a ogni dipendente. Panlador afferma di avere intenzioni "pacifiche", di voler soltanto "parlare con il direttore".

Bankia nel 2011 ha perso tre miliardi di euro, e al momento ha bisogno di oltre venti miliardi se vuole evitare di fare bancarotta e di trascinare con sé nel baratro il sistema finanziario spagnolo. L’ultimo suo amministratore delegato è stato Rodrigo Rato, ex ministro delle finanze durante il mandato di premier di José María Aznar. Rato è stato anche managing director del Fondo monetario internazionale fino al 2007. È possibile che l’Fmi presto debba intervenire in aiuto alla Spagna. Sembra quasi uno scherzo.

Panlador e i suoi uomini sono pronti a dare l’assalto alla banca. È la prima volta che si accingono a fare una cosa del genere. In passato Panlador si era già accampato fuori dalla filiale della Bankia, ma ritiene che se vi facesse irruzione, la notizia colpirebbe molto di più. Fa dunque appello a tutto il suo coraggio e si avvicina all’ingresso, dove vede che c’è un’entrata di sicurezza e un campanello. Suona. Bankia non apre. Panlador torna dagli altri. Sembrano un po’ perplessi. Alla fine qualcuno inizia a suonare un fischietto. Panlador attacca alcuni adesivi alle vetrine della filiale: su di essi leggo che le banche dovrebbero smettere di far causa ai loro clienti insolventi e non dovrebbero sfrattarli dalle loro case. La Spagna mi sembra diventata un paese di tristi proteste.

Panlador arretra. In Spagna non è previsto il fallimento individuale e quindi ognuno deve continuare a pagare il proprio mutuo in ogni caso. Il debito di 242mila euro incomberà per sempre su di lui, per tutta la vita. "Sono stanco", dice.

Sarebbe naturale pensare che le proteste abbiano bisogno ogni tanto di un successo almeno parziale, di qualcosa che offra la speranza che vale la pena lottare. Ed è naturale pensare che sia importante sapere chi è il nemico. Ma di chi è la colpa? Di Bankia, che ha concesso un mutuo pari a 250mila euro a un uomo che guadagnava circa 940 euro netti al mese? O di Panlador, che ha sottoscritto quel mutuo? Nessuno lo ha costretto a farlo. Quindi, forse, la colpa è di entrambi.

Oppure, forse, in definitiva tutto si riduce al mare di opportunità che c’era: si costruiva dappertutto e un po’ ovunque si facevano soldi. Si trattava di soldi facili, e le banche, in pratica, quasi li regalavano. Pareva che il settore immobiliare si finanziasse da solo, e che ci fossero posti di lavoro disponibili a iosa.

Tutto ciò ha trasformato gli spagnoli in fanatici delle scommesse e l’intero paese in una casa da gioco. Nessuno doveva più subire la vergogna di possedere un semplice cottage per il weekend alla periferia della città, quando tutti i suoi vicini possedevano una casa a Conil, sulla Costa de la Luz. Ma chi avrebbe potuto prevedere che tutto ciò si sarebbe concluso con persone come Pedro Panlador in attesa fuori da una banca, alle quali si rifiuta addirittura l’ingresso dopo che hanno suonato il campanello?

Gli stringo la mano e gli auguro buona fortuna. Barcellona è una splendida città, molto più bella di Berlino, di Francoforte o di Monaco, malgrado tutti i cartelli "In vendita" appesi ai balconi delle case, a dispetto di tutti i negozi dei commercianti d’oro che spuntano un po’ ovunque per vendere i gioielli di famiglia degli spagnoli disperati.

Per me la città assomiglia un po’ alla moglie di un direttore d’azienda che si rifiuta ostinatamente di credere che la società del marito sia fallita: si stringe ancora addosso la sua pelliccia, indossa l’anello di diamanti e usa vasellame di porcellana, ma tutti sanno che per lei presto sarà finita.

Il tasso di disoccupazione a Barcellona l’anno scorso è salito dal 7 al 17,7 per cento. Essendo la città più ricca della Spagna, questo dato sulla popolazione disoccupata fa sicuramente impressione.

Salgo in auto e mi allontano da Barcellona. Ho un appuntamento a Sabadell, cittadina un tempo nota per la sua produzione tessile. Lì incontrerò Antonio, un padre di famiglia che ha perso anch’egli la casa, ma non ha intenzione di dare l’assalto a una banca. Preferisce difendersi e ha occupato un appartamento.

È primo pomeriggio e Antonio se ne sta sulla soglia dell’appartamento occupato. Capisce subito quel che penso di lui: assomiglia a George Clooney. "Lo so, me lo dicono tutti". Indietreggia per farmi passare nello stretto corridoio e mi mostra un piccolo bagno, un cucinino con un grande frigorifero e una camera nella quale ci sono due letti, ciascuno dei quali ha un peluche sopra. "Ecco, questo è tutto. Due stanze a piano terra", dice Antonio. Questa è la sua nuova casa. Ci sono vari scatoloni stipati in bagno.

"Da quanto vivi qui?", gli chiedo. "Da due giorni". "Come sei riuscito a entrare?". "Non posso dirtelo. Ma un tempo ero saldatore. Domani le mie bambine potranno dormire qui per la prima volta". Antonio ha due figlie, di 14 e 17 anni. La più giovane va a scuola, la più grande frequenta un tirocinio per diventare parrucchiera. A causa della crisi, però, non la pagano. Oltretutto è l’unica della sua classe ad aver trovato un posto. Antonio sposta un peluche e si siede sul letto.

Senza alternative

Antonio Zamora Hidalgo, 47 anni, un tipo mite, ha iniziato la sua lotta contro il sistema un paio di giorni fa. Lavorava per una industria metallurgica da oltre 20 anni e per 12 ha sempre pagato le rate del mutuo del suo appartamento alla Bbva, la più importante banca spagnola. Non appena ha interrotto il pagamento delle rate ha perso tutto.

In Spagna non esiste un equivalente dei sussidi tedeschi del welfare Hartz IV per chi è disoccupato da tempo. C’è però una normativa in base alla quale chi ha preso soldi in prestito per saldare il proprio debito non può semplicemente restituire i suoi beni a chi glieli ha prestati. Nel peggiore dei casi, oltre a perdere le sue proprietà deve in ogni caso saldare l’intero importo del debito contratto con la banca.

A Hidalgo non restavano alternative. Non sapeva proprio che altro fare per le sue figlie. Sua moglie l’ha lasciato perché non riusciva a far fronte a quello che era accaduto alla loro famiglia. Antonio si è rivolto al Pah, un’iniziativa locale sorta a Barcellona, dove gli hanno detto che il 20 per cento degli appartamenti in Spagna è vacante. Uno di questi era la casa di Sabadell, dove nessuno abitava da oltre cinque anni.

Il piccolo appartamento è in una tranquilla stradina nel quartiere di Can n’Oriac. Appartiene a Caixa Catalunya, una di quelle banche di risparmio provinciali spagnole megalomani, che hanno erogato mutui in maniera indiscriminata negli ultimi anni per poi essere salvate in extremis da un bailout con i soldi dei contribuenti.

"È questo che ti immaginavi?", mi chiede Antonio. Mi guardo intorno nella stanzetta occupata quasi per intero dai due letti. A mia volta gli chiedo: "Se proprio dovevi occupare un appartamento illegalmente, perché non ne hai scelto uno di poco più grande?". Antonio scoppia a ridere. Non si riferiva al suo appartamento, ma alla situazione de paese. E dice: "Posso dirti io com’è la situazione in Spagna. È tale che gente come me è costretta a occupare un appartamento".

Mentre mi allontano in macchina lungo l’autostrada, mi chiedo di chi sia la colpa, in questo caso. Quest’uomo non ha mai avuto guai con la polizia. Non beve, non è un anarchico, non è di sinistra. Non segue neppure i telegiornali. Adesso, però, è uno squatter. Forse, è stato soltanto sfortunato. Forse è stato trascinato nel baratro dalla slavina creatasi con il sistema dei prestiti a basso costo e dell’aumento dei prezzi degli immobili, da quello che chiamavano il miracolo economico spagnolo che è franato, da quel periodo così ben illustrato in un articolo pubblicato in prima pagina dal Time e intitolato "La Spagna vacilla".

Traduzione a cura di Anna Bissanti

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04/10/2012 13:53
 
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In vendita interi paesini spagnoli a 59.000 euro (Fonte: idealista.it - 04/10/2012)

Articolo visto in abc: se vende pueblo: precio 59.000

Iniziare una nuova vida come unico proprietario del paesino in cui si vive. è possibile in spagna dove dei circa 3000 paesi o villaggi abbandonati, alcuni sono stati messi in vendita. Un'occasione imperdibile per chi vuole rinventarsi come imprenditore aprendo un ristorante o un agriturismo. Per poter vedere le ultime offerte di paesini in vendita, è disponibile il sito. aldeasabandonadas.com
Alcune occasioni irripetibili anche sul sito dei nostri colleghi spagnoli idealista.com:

-nucleo urbano in vendita in asturia
-complesso di edificio in vendita a luarca (asturia)
-villaggio abbandonato in vendita in coruña

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in vendita su ebay borgo in toscana
25/10/2012 21:16
 
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Santander stritolato dalla bolla immobiliare spagnola (Fonte: it.euronews.com - 25/10/2012)

La bolla immobiliare spagnola e una serie di immobilizzazioni finaziarie in Brasile affondano gli utili della Banca Santander, primo istituto di credito europeo in termini di capitalizzazione. La banca spagnola ha annunciato per il terzo trimestre un calo del 90% degli utili netti, una perdita che sui 9 mesi sfiora i 2 miliardi di euro. A pesare sul risultato sono stati accantonamenti per 3,4 miliardi dovuti a perdite nel settore immobiliare che risulta ora coperto al 90%. Fino a settembre gli accantonamenti sono raddoppiati rispetto all’anno passato a quota 14 miliardi di euro.

[Modificato da marco--- 26/10/2012 07:11]
09/11/2012 19:41
 
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Quell'esercito di spagnoli sfrattati
Già 350 mila famiglie rimaste senza casa per colpa della crisi. I compro oro sono sempre di più, nel centro di Madrid ne è nato uno di tre piani. Cresce la speculazione intorno alla vendita degli immobili sequestrati, rivenduti a prezzi stracciati

..........

Gli sfratti, direte, sono un evento diffuso e drammatico anche in Italia. Qui c'è una peculiarità, legata alla famosa bolla immobiliare, che a essere buttati in strada, con le buone o le cattive (le cattive!), oltre agli inquilini morosi, sono i proprietari di case ipotecate che la crisi ha privato del lavoro e impoverito, sicché non ce la fanno più a pagare le rate dei loro mutui.

Le famiglie cui è già avvenuto sono oltre 350 mila, quelle su cui incombe lo stesso destino altre centinaia di migliaia. La legislazione spagnola, come ormai denunciano gli stessi magistrati tenuti ad applicarla con pena e vergogna, è letteralmente sadica nel fare gli interessi delle banche e calpestare diritti e umanità dei debitori. Il meccanismo è complicato ma la sostanza è questa: i debitori morosi che hanno dato in garanzia l'ipoteca sulla propria casa - istigati, ricordate, dalla speculazione edilizia e bancaria ( st'affermazine e' assurda [SM=g1749704] )- o, tragedia nella tragedia, case dei propri genitori o nonni, vengono espulsi alla svelta con un ampio e manesco dispiego della forza pubblica.

La casa passa alla banca, e la banca o chi per lei la ricompra all'asta, a un prezzo fortemente inferiore; ma il sequestro della casa, e la speculazione sul prezzo che consente, non bastano a estinguere il debito: il proprietario espropriato deve pagare la differenza con la valutazione iniziale del valore della casa, più gli interessi che continuano a correre.

Una rapina a vita, difficile da credere. E però a lungo questi sgomberi - desahucios - si sono perpetrati furiosamente nella vana resistenza delle famiglie e dei vicini, o nel silenzio di altre famiglie che si vergognavano della propria disgrazia, finché... Finché un movimento spontaneo, civico, di solidarietà con gli sgomberati è via via cresciuto, e finché alcuni gesti di quelli che si definiscono disperati hanno strappato la cortina. Mentre ero qui, a distanza di due giorni due persone si sono preparate all'appuntamento con le truppe degli sgomberanti: uno viveva solo, si è fatto trovare impiccato, alle dieci di mattina; l'altro ha dato un bacio al bambino e si è buttato giù dalla finestra.

.............


Case e cose passano di mano, materialmente. Economia reale. Negli Stati Uniti si calcola che undici milioni di case siano state perdute per la bolla immobiliare: 11 milioni!


............


link, articolo completo

[SM=g7591]
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Spagna, dopo il suicidio shock congelati per due anni gli sfratti
L'associazione bancaria spagnola ha deciso la misura per venire incontro ai proprietari di case in difficoltà con le rate del mutuo. Nei giorni scorsi è montata la protesta dopo il suicidio di una donna che temeva di essere sfrattata. E i partiti stanno per varare una legge ad hoc

Dallo scoppio della bolla speculativa immobiliare sono almeno 400mila gli spagnoli che hanno perso casa per non essere riusciti a pagare i mutui.

link
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20/11/2012 10:02
 
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la spagna alla disperazione immobiliare: permesso di soggiorno a chi compra casa
il permesso di soggiorno in cambio di una casa. è quanto intende fare il governo spagnolo, per smaltire le centinaia di migliaia di abitazioni nuove invendute, presenti in particolare sulle coste del paese. la misura eccezionale avrà anche un prezzo, in quanto riguarderà gli immobili con un valore superiore ai 160mila euro. l'iniziativa è stata pensata tenendo come principale riferimento le comunità cinese e russa

è stato lo stesso segretario di stato per il commercio, jaime garcía legaz, a dare la notizia e a spiegare che i destinatari dell'iniziativa saranno sorpattutto russi e cinesi. il permesso di soggiorno, vincolato al prezzo minimo dell'immobile, avrà tuttavia delle limitazioni:

- sarà temporaneo

- non comprenderà il permesso di lavoro

- non estenderà i diritti sociali, come per esempio l'assistenza sanitaria. la contrattazione di un'assicurazione medica sarà infatti obbligatoria

l'anno scorso anche gli stati uniti avevano pensato ad una misura simile, con la concessione di una visa per gli stranieri che acquistano un immobile a partire dai 500mila dollari. tuttavia la proposta era poi caduta nel vuoto

le critiche al governo spagnolo sono state immediate, sia da parte dell'opposizione che da parte dei sindacati, in quanto la concessione del permesso di soggiorno dovrebbe essere legata a un insieme di diritti e doveri, e non alla prorpietà di un appartamento sulla spiaggia.


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Il sogno spagnolo è finito, cade il castello immobiliare (Fonte: il Sole 24 Ore - di Mauro Del Corno - 24/11/2012)
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Spagna: AAA cercansi acquirenti esteri di case (Fonte: Italia Oggi - 26/11/2012)

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Spagna: mutui ai minimi storici. A settembre -32,2% (Fonte: monitorimmobiliare.it - 26/11/2012)

Il numero di ipoteche costruite su immobili (mutui) ha raggiunto a settembre le 21.195 unità, facendo registrare un calo del 32,2% rispetto allo stesso mese del 2011, secondo i dati pubblicati dall'Istituto nazionale di statistica spagnolo. Si tratta del 29esimo calo mensile consecutivo. Il declino di settembre è stato più pronunciato di quello di agosto, quando le ipoteche (mutui) sono scese del 28,5%. Il numero totale dei mutui è il secondo più basso delle serie storiche omologhe a partire dal 2003. Nei primi nove mesi dell'anno, i mutui sulle case sono scesi del 34,4% rispetto allo stesso periodo del 2011, con una diminuzione del 40% sul capitale preso a prestito e dell'8,6% nella media dei mutui. L'importo medio dei mutui casa nel mese di settembre ha raggiunto i 102.407 euro, il 7,1% in meno rispetto allo stesso mese del 2011, mentre l'erogato complessivo si è ridotto del 37,1% passando a 2.170.500.000 di euro. Comparando settembre su agosto i mutui casa sono cresciuti dello 0,4%, contro il calo del 13,1% sperimentato nel mese di agosto in valori mensili.
16/12/2012 03:32
 
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Traduzione automatica di Google: Per gli immobili una caduta senza precedenti del 15% su base annua e aumenta al 38% il crollo dai massimi (grafica)
La vivienda sufre una caída inédita del 15% interanual y aumenta su desplome al 38% desde máximos (gráficos) (Fonte: idealista.com - 14/12/2012)



fuente: elaboración propia a partir de datos del ine

el índice de precios de vivienda (ipv), calculado por el instituto nacional de estadística (ine) a partir de datos de los notarios, cedió un 15,2% en el tercer trimestre del año. éste es su mayor descenso de toda la serie del ine, que arrancó en 2007 y eleva la caída desde máximos de 2007 al 37,8%

en tasa intermensual, el índice registró una caída del 3,8% en el tercer trimestre de 2012 respecto al primer trimestre, medio punto inferior a la del trimestre anterior. Esta tasa registra valores negativos desde el tercer trimestre de 2010



por tipo de vivienda, la tasa anual del precio de la vivienda nueva restó un 13,6%, ocho décimas por debajo de la del trimestre anterior. mientras que la variación anual de la vivienda de segunda mano cedió un 16,4%, siete décimas más respecto al segundo trimestre del año. tanto para el índice general como por tipo de vivienda, estas tasas son las más bajas desde el inicio de la serie en el año 2007

a raíz de los datos publicados hoy por el ine, fernando encinar, jefe de estudios de idealista.com, opina que “los datos del ine confirman que la caída de precios de la vivienda se acelera y desmienten a los que llevan tanto tiempo hablando de que el precio ha tocado fondo, desde el ex presidente rodríguez zapatero al ministro de guindos. la vivienda en propiedad en españa sigue cara e inaccesible para el poder adquisitivo real de miles de españoles. en 2013 no debería sorprendernos que el precio siga ajustándose y quizá no sería descartable que en muchos municipios de españa nos acerquemos cada vez más a una caída desde máximos (en 2007) del 50%”

datos por comunidades

todas las comunidades registran tasas anuales negativas en el tercer trimestre de 2012. los mayores descensos de la variación anual corresponden al Principado de Asturias (–17,5%) y Galicia (–15,3%), cuyas tasas disminuyen en 3,2 y 2,6 puntos, respectivamente

Por su parte, los mayores incrementos se producen en Illes Balears (un punto), Andalucía (0,3 puntos) y País Vasco (0,3 puntos), que sitúan sus variaciones anuales en el –14,0%, –12,8% y –15,3%, respectivamente


[Modificato da marco--- 16/12/2012 03:43]
25/12/2012 09:39
 
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Dopo il crollo degli ultimi 3 anni trovo che sia normale un accenno di risalita, userai qualche cautela in più prima di parlare apertamente di "ripresa" del mercato immobiliare spagnolo, mi sembra un po' prematuro. [SM=g6957]
In ripresa il mercato immobiliare spagnolo (Fonte: casa.guidone.it - 25/12/2012)

Mercato immobiliare in ripresa ad ottobre in Spagna, nonostante la fine degli sgravi fiscali per la casa. Sono state 25.261 le operazioni di compravendita di alloggi, pari a un +12,8% rispetto allo stesso mese del 2011 e in aumento per il terzo mese consecutivo, secondo i dati diffusi oggi dall’Istituto nazionale di Statistica.

L’incremento è significativo, in quanto si registra dopo 17 mesi consecutivi di caduta delle operazioni di compravendita e dopo l”abolizione delle deduzioni fiscali per l’;acquisto della casa e la fine dell’Iva ridotta del 4%, nel gennaio scorso.

Tuttavia, nonostante la caduta dei prezzi, il settore immobiliare non ha consolidato la ripresa. Secondo i dati diffusi dal ministero delle infrastrutture, le compravendite di alloggi da gennaio a settembre sono state 229.351, pari a un 5,12% in meno che nello stesso periodo dello scorso anno. La vendita di alloggi a stranieri è l’unico capitolo in positivo, con un aumento nel terzo trimestre del 18% rispetto allo stesso periodo del 2012, con 8.803 transazioni.
02/01/2013 14:22
 
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Spagna: prezzi delle case a -6,9% nel 2012 (Fonte: monitorimmobiliare.it - 02/01/2013)

In Spagna i prezzi medi delle nuove abitazioni nei capoluoghi di provincia sono diminuiti del 6,9% nel 2012, raggiungendo i 2.212 euro al metro quadro.

Un appartamento medio di 90 metri quadrati costerebbe quindi 199.100 euro.

Il calo ha riguardato tutte le regioni e i capoluoghi di provincia.

I cali maggiori si sono registrati in Navarra (-12,6%), La Rioja (-11,6%) e Castilla-La Mancha (-10,2%), le uniche regioni in cui la contrazione dei prezzi supera le due cifre.

I cali minori sono stati registrati invece nei Paesi Baschi (-4,1%), Canarie (-5,2%), Galizia (-5,6%) e Asturie (-5,7%).

Per quanto riguarda i capoluoghi di provincia, le città che hanno ottenuto le maggiori riduzioni dei prezzi di case nuove sono Pamplona (-12,6%), Albacete (-12,3%), Logroño (-11,6%) e Soria (-11,2%), e quelli che hanno mostrato cali meno pronunciati sono stati San Sebastian (-2,7%), Palencia (-3%) e Segovia (-3,2%).

Secondo Evaluation Society, il prezzo medio delle case nuove è sceso nel 2012 di oltre il 10% in otto capoluoghi di provincia, mentre nove sono diminuiti di meno del 5% e 33 sono scesi tra il 5% e il 10%.

San Sebastian, Barcellona, ​​Bilbao e Madrid sono i capoluoghi di provincia con il metro quadrato più costoso, al di sopra della media nazionale di 2.212 euro, lontano da Murcia, Cáceres, Badajoz, Pontevedra, Jaén, Cuenca, Ciudad Real e Lugo, dove il valore medio è inferiore a 1.400 euro al metro quadrato.

Guardando al 2013, Evaluation Society stima che i prezzi delle case continueranno la loro tendenza al ribasso, ma afferma che la correzione potrà essere meno pronunciata rispetto a oggi in alcune zone.

Con la rimozione degli incentivi per l'acquisto e l'aumento dell'Iva, insieme ai redditi delle famiglie più bassi, lo sforzo per acquistare una casa sarà comunque più alto nel corso del 2013.
[Modificato da marco--- 02/01/2013 14:36]
03/01/2013 08:57
 
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08/01/2013 14:02
 
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Spagna, residenziale: valori in calo dell'11,3% a fine 2012 (Fonte: monitorimmobiliare.it - 08/01/2013)

Le case in Spagna valgono ora l'11,3% meno di un anno fa e il 25% in meno rispetto a tre anni fa. Lo conferma Tinsa nel suo ultimo rapporto mensile del 2012, dove si illustra come siano precipitati i prezzi degli appartamenti, la principale risorsa delle famiglie spagnole. Il 2012 ha portato il più grande calo delle case della storia recente in Spagna. Le abitazioni sono diventate più economiche di quattro punti rispetto a un anno fa (8,1%) e quasi il doppio di due anni fa (6,6%). Rispetto al picco di dicembre 2007 hanno accumulato un calo complessivo del 34%. Eppure questo calo non è eccessivo se comparato con il crollo delle vendite del 50% in paesi come Stati Uniti, Regno Unito o in Irlanda, che si è verificato anche in molto meno tempo, dimostrando le peculiarità del mercato spagnolo, dove gli operatori politici e finanziari sono riusciti a contenere la caduta dei prezzi delle abitazioni negli ultimi anni. Questo adeguamento del prezzo progredisce più lentamente e è stato particolarmente elevato quest'anno nelle grandi città (14%) e nelle aree metropolitane (-13,7%). Al di sopra dei tassi medi si trova la costa del Mediterraneo, che è scesa del 12,5%. Al contrario, la riduzione dei prezzi è stata inferiore nei comuni più piccoli (-7,7%), nelle isole Canarie e nelle Baleari (-6,6%).
[Modificato da marco--- 08/01/2013 14:02]
15/02/2013 20:51
 
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Spagna - ai ribassi non c'è fine (Fonte: F La Finanza Personale - di Lorenzo Raffo - 28/02/2013)

19/02/2013 16:38
 
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Spagna, crac immobiliare per il gruppo Reyal Urbis (Fonte: lettera43.it - 19/02/2013)

Nuovo crac immobiliare in Spagna.
Il gruppo Reyal Urbis ha sollecitato un concorso volontario di creditori (amministrazione ordinaria) sulla vecchia sospensione di pagamenti, per 3,613 miliardi di euro. Debito che non è riuscito a rifinanziare con le banche.
SECONDO FALLIMENTO PER VOLUME.
Il fallimento della compagnia, presieduta e controllata da Rafael Santamaria, è per volume di passivo il secondo più grande dopo quello di Martinsa Fadesa. Fonti di Reyal hanno comunicato la decisione di ricorrere al concorso volontario di creditori, presa il 18 febbraio dal consiglio di amministrazione del gruppo, in una comunicazione inviata alla Commissione nazionale mercato valori.
TITOLO SOSPESO. Il titolo è stato sospeso dalle quotazioni in borsa di Reyal prima dell'apertura dei mercati. I principali creditori del gruppo immobiliare sono Santander e la controllata Banesto, che controllano un passivo di 530 milioni di euro. Il Sareb, la 'bad bank', da parte sua controlla un debito di 707 milioni della compagnia.
18/03/2013 10:10
 
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L’onda lunghissima della bolla immobiliare spagnola (Fonte: valori.it - 18/03/2013)

Dopo ormai molti anni dall'inizio della crisi, il comparto real-estate iberico continua a "sgonfiarsi": il calo del 2012 è stato pari al 13,7%.

L’esplosione della bolla speculativa nel mercato immobiliare spagnolo, avvenuta all’inizio della crisi finanziaria globale, non ha ancora finito di provocare effetti destabilizzanti nel settore. Per comprendere quanto dirompente sia stato lo scoppio - e quanto enorme sia stata la speculazione - è sufficiente riflettere sui dati relativi al 2012. Lo scorso anno, infatti, i prezzi delle case nella penisola sono scesi del 13,7% rispetto ai dodici mesi precedenti.

A confermare la gigantesca “correzione” è stato nel corso del weekend l’Istituto nazionale di statistica, secondo il quale a partire dal 2007 - ovvero dall’ultimo anno pre-crisi - il crollo del costo del mattone è stato pari al 30% (dato che, tra l’altro, risulta perfino sottostimato rispetto a quello di alcune società private: per Tinsa si è arrivati almeno ad un -35%).

Il crollo - riferisce un’analisi del quotidiano economico francese Les Echos - è in buona parte ascrivibile al deprezzamento degli asset immobiliari detenuti dalle banche. Queste ultime costituiscono infatti “il primo agente real-estate del Paese”, in ragione del tasso di interconnessione che esiste tra i due comparti. A partire dalla scorsa estate, gli istituti di credito hanno proposto riduzioni di prezzo estremamente aggressive (fino ad un -50%) pur di sbarazzarsi di parte del patrimonio immobiliare posseduto. Una manovra che, tra l’altro, non è andata neppure a vantaggio dei cittadini spagnoli, troppo impoveriti ormai per poter sfruttare tali occasioni: le statistiche notarili spiegano come siano gli acquirenti stranieri a crescere decisamente. I russi, ad esempio, rappresentano ormai l‘11,5% del totale, mentre i norvegesi arrivano al 9,7%.
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