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La crisi immobiliare Usa? Il peggio deve arrivare

Ultimo Aggiornamento: 31/12/2012 09:20
03/06/2011 08:42
 
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Prezzi case, diminuzione ai minimi da 8 anni negli USA (Fonte: mutui.vostrisoldi.it - 02/06/2011)

I prezzi delle case nelle 20 principali città degli Stati Uniti, durante il mese di marzo, sarebbero diminuiti al più basso livello degli ultimi 8 anni. Era infatti dal 2003 che i valori commerciali delle abitazioni non assumevano una proporzione di diminuzione così rilevante. A comunicare tali – ennesimi – dati negativi sullo stato di salute del real estate nordamericano è stato, nelle score ore, l’indice Standard & Poor / Case – Shiller.

Stando a quanto affermato dall’indice, i valori delle proprietà immobiliari ad utilizzo abitativo nelle 20 città di riferimento del mercato immobiliare statunitense sarebbero diminuite del 3,6% dal marzo 2010, per il più grave declino dal novembre del 2009.

Le vendite di case non nuove sono inoltre diminuite di 0,8 punti percentuali ad aprile, a quota 5,05 milioni di unità annualizzate.

Stando a quanto infine affermato da CoreLogic, la domanda immobiliare dovrebbe rimanere su livelli piuttosto deboli anche nel corso delle prossime settimane, fino al 2012 inoltrato.
08/06/2011 09:19
 
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La lunga notte del mattone Usa (Fonte: fondionline.it - di Rocki Gialanella - 08/06/2011)

Le quotazioni degli immobili hanno perso in media il 33% dai massimi raggiunti nel 2006 e si sono riportare sui valori registrati nel 2002

Gli ultimi dati sull’andamento del mercato immobiliare statunitense sono stati deludenti, a conferma che il settore sta vivendo una seconda fase di contrazione. Il prezzo delle abitazioni nelle principali aree metropolitane del paese ha sperimentato a marzo un calo dello 0,8%. Il dato, messo a confronto con i valori registrati dodici mesi addietro, si traduce in un calo delle quotazioni del 3,6% su base annua. E se si prende come riferimento il primo trimestre, la contrazione complessiva si spinge fino al 5,1%.

Il prezzo medio degli immobili sfiora i 128.300 dollari, stando all’ultimo report curato da Standard and Poor’s e Case Shiller, un valore che conferma il ritorno delle quotazioni sui livelli medi del 2002. Con questo calo si crea una distanza ormai siderale rispetto ai 190.500 dollari di media che si pagavano nel primo trimestre del 2006. Attualmente gli immobili localizzati nel territorio statunitense sono più convenienti di circa il 33% rispetto al record registrato dal mercato immobiliare Usa (tetto raggiunto poco prima dello scoppio della crisi delle ipoteche subprime e del conseguente crollo del sistema finanziario nella totalità dei paesi industrializzati).

Il prezzo delle abitazioni ha accumulato otto mesi consecutivi di cadute nelle prime venti aree metropolitane del paese. Gli autori del report sostengono che il mercato si trova nel mezzo di una seconda fase recessiva del mercato immobiliare. I contraccolpi più profondi hanno trovato spazio in particolare nella ‘Cintura del Sole, vale a dire negli stati più meridionali come la Florida, l’Arizona e il Nevada.

L’unica città che è riuscita a scansare l’ulteriore caduta dei prezzi è stata Washington, urbe in cui si sono registrati incrementi sia a livello mensile che su base annua. A Minneapolis, al contrario, i prezzi hanno perso il 10% nel periodo marzo 2009-marzo 2010. Alle spalle di Minneapolis si è posizionata Phoenix con un calo dell’8,4%, seguita da Chicago con il 7,6%. A New York, Boston e Los Angeles la contrazione è stata del 2,5%. Il report copre l’80% del mercato.

La parte più negativa del report non riguarda i dati ma le aspettative, visto che non ci sarebbe alcun segnale concreto di ripresa nel breve termine e i problemi più gravi sarebbero tre: l’elevato numero di morosi, la permanenza di uno stock di abitazioni ai margini del mercato da molto tempo e le difficoltà incontrate da molti cittadini per riuscire ad ottenere un’ipoteca.

Il mercato immobiliare statunitense aveva dato l’impressione di essere in grado di offrire qualche segnale di ripresa verso la metà del 2009 e, poco alla volta, era riuscito a recuperare fino al 5% del terreno perso durante la crisi. Ma la scorsa estate ha cominciato a mostrare segnali di debolezza in concomitanza con la fine degli stimoli statali destinati ai cittadini che volevano acquistare una casa. Attualmente, i prezzi sono tornati sui livelli più bassi del post-recessione. Gli economisti sostengono che per invertire questa tendenza bisognerebbe produrre un netto miglioramento del mercato del lavoro. Per tale motivo, le previsioni puntano ad una caduta addizionale dei prezzi vicina al 4% durante la prossima estate. Nonostante ciò, nessuno è in grado di affermare se quest’ultimo livello rappresenta un punto di stabilizzazione o se costituirà la base del prossimo rilancio del settore.
10/06/2011 10:06
 
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Immobiliare Usa sempre peggio, vista "perdita del 25%"

di: WSI Pubblicato il 10 giugno 2011| Ora 08:44

Per Robert Shiller non c'e' da preoccuparsi per il nuovo crollo del 25% dei prezzi delle case. Ma vorrebbe dire altri cinque anni di depressione.

New York - Un calo del valore delle proprietà tra il 10% e il 25% nei prossimi cinque anni "non mi sorprenderebbe affatto". Cosi' ha detto Robert Shiller, l’economista co-fondatore dell’indice S&P/Case-Shiller, facendo riferimento ai prezzi delle case americane, secondo quanto riportato da Bloomberg. Anche perche' e' da cinque anni che il valore delle proprieta' immobiliari sta diminuendo.

"Anche se i prezzi rimanessero invariati in termini nominali, il valore reale delle proprietà può perdere oltre il 20%", ha detto Shiller, durante una conferenza a New York. "L’inflazione può mascherare delle perdite in termini reali che possono raggiungere il 25%".

I prezzi degli immobili in 20 città negli Stati Uniti sono calati del 33% a marzo, rispetto ai massimi raggiunti nel 2006. Si è ritornati così ai livelli depressi del 2003, secondo i dati del report di Case-Shiller del 31 marzo, scrive Bloomberg. Il dato riporta un movimento "double dip", doppio minimo, visto che una volta scoppiata la bolla erano già stati toccati dei minimi nell’aprile 2009. I prezzi erano praticamente raddoppiati tra il 2000 e il 2006.

Ora potrebbero rimanere sotto pressione, visto che i costruttori non iniziano nuovi progetti, con il tasso di disoccupazione al 9,1% a maggio e con un mercato del credito sempre più restrittivo. Ecco il video dell'intervista rilasciata a Reuters.
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15/06/2011 19:17
 
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USA: in discesa a giugno indice NAHB mercato immobiliare

(Teleborsa) - Roma, 15 giu - Scende a 13 punti rispetto ai 16 punti di maggio la fiducia nel settore immobiliare Usa, sintetizzata dall'indice NAHB, relativa al mese di giugno. Lo comunica la National Association of Home Builders. L'indicatore rappresenta un indicatore sintetico delle aspettative di vendita dei costruttori nel presente e nell'arco dei prossimi sei mesi. Una lettura inferiore a 50 mostra una prevalenza di giudizi negativi, mentre un livello superiore indica maggiore ottimismo. Gli analisti stimavano anche per questo mese una variazione nulla. Si tratta della lettura più bassa da settembre 2010.
Per quanto riguarda le singole componenti dell'indice, quello sulle vendite attuali scende di 3 punti a 13 punti, mentre quello relativo alle vendite dei prossimi sei mesi cala di 4 punti a quota 15 toccando livelli che non si vedevano da febbraio e marzo del 2009. L'indice rappresentativo del traffico dei possibili acquirenti invece m,ostra un incremento a 13.
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16/06/2011 10:58
 
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La crisi immobiliare ora e' peggio della Grande Depressione (Fonte: wallstreetitalia.com - 16/06/2011)

New York - Ora e' tristemente ufficiale: la crisi immobiliare che ha avuto inizio nel 2006 e' piu' grave della crisi subita durante la Grande Depressione, con i prezzi delle case che hanno ceduto il 33% da allora, rispetto al 31% del periodo 1920-1930, secondo i dati offerti da Case-Shiller.

"Il forte calo dei prezzi delle case nel primo trimestre ha fornito un'ulteriore conferma che questo crollo immobiliare e' stato piu' grande in dimensioni e piu' veloce nei tempi di quello visto durante la Grande Depressione", dice Paolo Valli, senior economist di Capital Economics, secondo quanto riportato dall'emittente tv CNBC.

I dati arrivano in un periodo in cui il tasso di disoccupazione e' salito al 9,1%, mentre le cifre di crescita economica rimangono basse, a tal punto da spingere i funzionari della Fed a estendere le strategie di poltica monetaria espansiva per un periodo prolungato.

C'e' un punto che fa sperare per il settore, tuttavia. "L'unico conforto e' che gli ultimi dati mensili mostrano che i prezzi nel primo trimestre hanno iniziato a diminuire a un ritmo piu' modesto", dice Valli. Resta una magra consolazione e le prospettive per l'anno in corso sono negative.

"I prezzi sono suscettibili di caduta di un ulteriore 3% quest'anno, con un conseguente calo del 5% nell'anno nel suo complesso."

Il presidente della Fed Ben Bernanke ha detto che il mercato del lavoro attraversa una fase di "perdita di slancio", e finche' la disoccupazione sara' su questi livelli cosi' alti, l'economia continuera' a zoppicare.
19/06/2011 10:05
 
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21/06/2011 18:02
 
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Usa: vendite case esistenti maggio -3,8%


21/06/2011

- Negli Stati Uniti le vendite di case esistenti sono scese, durante il mese di maggio, del 3,8%, a un tasso annualizzato di 4,81 milioni di unità.

Il dato, diffuso dalla Nar (l’Associazione nazionale agenti immobiliari Usa), è lievemente migliore delle attese degli analisti che si attendevano un calo del 5% a quota 4,80 milioni.

Sempre nel mese di maggio il prezzo mediano di un'abitazione è calato del 4,6% a 166.500 dollari.
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26/10/2011 21:15
 
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Prezzi case, non si arresta il declino del mercato USA (Fonte: imutui.net - 26/10/2011)

Si registrano nuovi e attesi cali nell’andamento dei valori immobiliari del mercato statunitense. Stando a quanto affermato da una recente ricerca, infatti, i prezzi delle case delle 20 principali città di riferimento nel mercato americano, sarebbero diminuiti del 3,8% ad agosto su base annua, scavalcando pertanto – in negativo – le previsioni dei principali economisti locali, che stimavano una flessione dei prezzi limitata al – 3,5%.

Secondo la stessa ricerca (l’indice S&P / Case – Shiller), inoltre, i prezzi delle case sarebbero giunti a un profondo – 31% rispetto ai valori di massimo storico riscontrati nel corso del 2006, l’ultimo esercizio positivo prima della profonda criticità che ha coinvolto tutti i principali segmenti del mercato immobiliare nordamericano. Probabilmente, riflettono i principali economisti locali, la contrazione dei valori commerciali è tutt’altro che esaurita, con effetti negativi che sono previsti anche per l’intero 2012, anno in cui i prezzi dovrebbero perdere almeno un altro punto percentuale, per poi stabilizzarsi nel corso del successivo 2013.

Per quanto riguarda l’andamento delle singole aree territoriali, ricordiamo come i valori di mercato siano calati in 18 delle 20 aree metropolitane oggetto di monitoraggio, con un record negativo a Minneapolis (- 8,5%). In positiva controtendenza le aree di Detroit e di Washington, le uniche due a poter sviluppare i valori commerciali su base annua.
27/01/2012 18:42
 
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Mercato immobiliare: America tutto cosi’ inaspettatamente depresso! (Fonte: icebergfinanza.finanza.com - 27/01/2012)

Mentre il Senato americano vota l’ennesimo innalzamento del tetto del debito in America secondo i media inaspettatamente scendono le vendite di nuove abitazioni, inaspettatamente…

A dicembre le vendite di nuove case hanno riportato un calo, segno che il settore immobiliare continua a incontrare delle difficoltà seppure ci siano segnali di ripresa economica. Secondo quanto reso noto dal dipartimento del Commercio, le vendite sono diminuite del 2,2%, a quota 307.000. Il calo viene dopo tre mesi di crescita; a novembre erano cresciute del 2,3% mentre a ottobre erano salite dell’1,7%. Gli economisti attendevano un aumento dell’1,9%, a quota 321.000 unità.

Su base annuale, le vendite di nuove case sono diminuite del 7,3% dalle 331.000 unità di dicembre 2010. In calo anche i prezzi medi delle nuove abitazioni, scesi del 12,8%, a 210.300 dollari, a dicembre rispetto allo stesso periodo del 2010. Le incertezze nei prezzi scoraggia la compravendita di immobili.

Con i costruttori pessimisti, il numero di nuove case invendute, ossia quelle ancora disponibili per la vendita, a dicembre hanno toccato un nuovo minimo storico a 157.000 unità. All’attuale prezzo di mercato, occorrerebbero 6,1 mesi per venderle completamente. ( America24 )

Come ho dichiarato nell’aprile dello scorso anno, in una mia intervista al SOLE24ORE …L’economia americana resta uno dei motori mondiali. Un mercato che, volenti o nolenti, non può prescindere dall’immobiliare. Nelle fasi di espansione, tra il 2001 e il 2002, senza la ricchezza “estratta” dal mattone sarebbe stata addirittura recessione. Quindi, la domanda è d’obbligo: il real estate Usa ripartirà? «Sul fronte dei prezzi – risponde Andrea Mazzalai, massimo esperto di immobiliare statunitense e fondatore di Icebergfinanza.com – non abbiamo ancora raggiunto il livello più basso. Guardando agli indici Case-Shiller e Corelogic, stimo per il residenziale un ulteriore downside del 10 per cento. Comunque, siamo nella fase finale della crisi: ci vorrà ancora un anno».

Bene mentre tutti si aspettano chissà quale sostegno per la crescita economica dalla ripresa del mercato immobiliare americano, i prezzi sono scesi del 12,8 % e le vendite di oltre il 7 %. Le vendite di nuove abitazioni sono fondamentali per l’occupazione americana. L’unica nota positiva è il livello degli inventari che ormai sembra avere raggiunto il livello medio storico di sostenibilità anche se oggi ho l’impressione che si dovrà scendere ben oltre la media prima di avere una ripresa. Nel mese di dicembre sono state vendute solo 21.000 abitazioni nuove il minimo storico assoluto registrato nel 1966 e ripreso nel 2010.

Ecco un ulteriore motivo per comprendere la recessione americana che verrà!

Icebergfinanza partecipa al ” ENEL BLOGGER AWARD 2012 ” Se qualcuno di Voi trova un attimo di tempo ed è disponibile a sostenerci , questo è l’indirizzo per
votare Semplicemente grazie! http://www.enelbloggeraward.com/
28/01/2012 19:51
 
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Re:
marco---, 27/01/2012 18.42:

Mercato immobiliare: America tutto cosi’ inaspettatamente depresso! (Fonte: icebergfinanza.finanza.com - 27/01/2012)

Mentre il Senato americano vota l’ennesimo innalzamento del tetto del debito in America secondo i media inaspettatamente scendono le vendite di nuove abitazioni, inaspettatamente…

...




ho lasciato il pezzo in grassetto rosso tanto per evidenziare un fatto non citato da chi si spertica a profetizzare guai per l'europa e l'euro...

aggiungo il seguente articolo per confronto con le foto delle file di disoccupati della grande depressione...

fonte: crisis

Lavoro. La fila dei disperati, in USA

Sabato 28 Gennaio 2012, 12:55 in Vita quotidiana di Debora Billi

Una fila lunga chilometri, a Chicago, in piedi in mezzo alla strada e a 12 gradi sottozero. La speranza di un lavoro "pregiato", ma a tempo determinato.




Guardate il video più sotto.

E' Chicago, qualche giorno fa. 12 gradi sottozero (10°F). Centinaia e centinaia di persone in fila, ferme al freddo, una fila lunga chilometri, e solo per la remota speranza di ottenere un posto di lavoro.

Un posto di lavoro di quelli "pregiati": è stata la Ford, a mettere un annuncio per cercare qualche operaio diplomato a tempo determinato. Un po' come se lo facesse la Fiat.

Inutile dire che, dopo qualche ora, la Ford ha chiuso le porte in faccia agli aspiranti. Non poteva selezionarne migliaia.

Tutto ciò accade negli States. In TV, lamentano i commentatori su siti e forum, non una parola.




[SM=g2232945]

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Laplace77 :: Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda. (Horacio Verbitsky)

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28/01/2012 21:26
 
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Re: Re:
laplace77, 1/28/2012 7:51 PM:




ho lasciato il pezzo in grassetto rosso tanto per evidenziare un fatto non citato da chi si spertica a profetizzare guai per l'europa e l'euro...

Avevo notato anch'io quel "particolare", grazie per averlo evidenziato! [SM=g1750826]
27/03/2012 22:24
 
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Usa: rallenta calo prezzi case, in gennaio -3,8% (Fonte: ticinonews.ch - 27/03/2012)

Il mercato immobiliare americano resta sotto pressione, con i prezzi delle case che continuano a calare anche se a ritmo più lento. I prezzi delle 20 maggiori città, misurati dall'indice Case-Shiller, sono scesi in gennaio del 3,8% rispetto all'anno precedente, meno del -4,1% di dicembre. Il calo si va a sommare al rallentamento dei pignoramenti, scesi in febbraio - secondo i dati di RealtyTrac - dell'8%, il calo tendenziale minore dall'ottobre 2008.
04/04/2012 11:28
 
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Tsunami case pignorate nel mercato immobiliare Usa. Prezzo visto -10% (Fonte: wallstreetitalia.com - 04/04/2012)

New York - Si e’ conclusa l’indagine federale sui pignoramenti delle banche in America. Ora 1.250.000 immobili pignorati verranno messi sul mercato, dove i prezzi potrebbero crollare di un ulteriore -10%, secondo gli analisti di RealtyTrac.

L’offerta di immobili pignorati aumentera’ del +25%, dal milione di unita’ del 2011, stando alle stime di Moody’s. L’effetto sui prezzi nel mercato immobiliare e’ inevitabile in quanto si tratta di immobili deteriorati, che dovranno essere venduti a un forte sconto.


Le proprieta’ pignorate per un anno vengono acquistate al 35% in meno rispetto al prezzo richiesto dalle banche, secondo una ricerca della Federal Reserve Bank di Cleveland del 15 marzo. Se sono state pignorate per 2 anni lo sconto e’ del 60%.

L’erosione nel valore di questo tipo di proprieta’ e’ dovuta al fatto che, al di la’ che siano rimaste abitate o meno, la manutenzione e’ solitamente scarsa. Infatti lo stesso studio della Fed di Cleveland stima che un quarto delle case pignorate sono in condizioni talmente disastrate da dover essere demolite.

L’ondata di case pignorate in vendita impattera’ negativamente, nonostante l’economia in ripresa e i recenti segni di stabilizzazione del mercato immobiliare americano. E’ l’opinione di Karl Case, uno dei creatori dell’indice S&P/Case-Shiller home-price. Quanto piu’ si aspettera’ a sbarazzarsi degli immobili pignorati, tanto peggio l’effetto negativo sui prezzi.
04/04/2012 12:08
 
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Re:
marco---, 04/04/2012 11.28:

Tsunami case pignorate nel mercato immobiliare Usa. Prezzo visto -10% (Fonte: wallstreetitalia.com - 04/04/2012)

New York - Si e’ conclusa l’indagine federale sui pignoramenti delle banche in America. Ora 1.250.000 immobili pignorati verranno messi sul mercato, dove i prezzi potrebbero crollare di un ulteriore -10%, secondo gli analisti di RealtyTrac.

L’offerta di immobili pignorati aumentera’ del +25%, dal milione di unita’ del 2011, stando alle stime di Moody’s. L’effetto sui prezzi nel mercato immobiliare e’ inevitabile in quanto si tratta di immobili deteriorati, che dovranno essere venduti a un forte sconto.


Le proprieta’ pignorate per un anno vengono acquistate al 35% in meno rispetto al prezzo richiesto dalle banche, secondo una ricerca della Federal Reserve Bank di Cleveland del 15 marzo. Se sono state pignorate per 2 anni lo sconto e’ del 60%.

L’erosione nel valore di questo tipo di proprieta’ e’ dovuta al fatto che, al di la’ che siano rimaste abitate o meno, la manutenzione e’ solitamente scarsa. Infatti lo stesso studio della Fed di Cleveland stima che un quarto delle case pignorate sono in condizioni talmente disastrate da dover essere demolite.

L’ondata di case pignorate in vendita impattera’ negativamente, nonostante l’economia in ripresa e i recenti segni di stabilizzazione del mercato immobiliare americano. E’ l’opinione di Karl Case, uno dei creatori dell’indice S&P/Case-Shiller home-price. Quanto piu’ si aspettera’ a sbarazzarsi degli immobili pignorati, tanto peggio l’effetto negativo sui prezzi.




"in italia e' diverso":
- tribunali lentissimi
- moratoria

solo che ora:
- i tribunali si sono velocizzati parecchio, ho visto una villa esecutata nel 2002, che e' stata (ri-)periziata a marzo 2011, per la modica cifra di 379k, che ora sta a 165k
- la moratoria prima o poi finisce, e cmq si puo' chiedere una sola volta, anche perche' il mutuo residuo non si puo' allungare all'infinito...

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Allarme immobiliare. La Federal Reserve chiede alle banche di affittare le case pignorate (Fonte: ticinolive.ch - 06/04/2012)

La preoccupazione è che il mercato real-estate possa rimanere “impantanato” a causa della grande mole di case bloccate. Si parla di 1,6 milioni di immobili pignorati o prossimi al pignoramento.
Il tema delle case è particolarmente importante per l’opinione pubblica americana: negli anni della crisi centinaia di migliaia di cittadini statunitensi hanno perso la loro abitazione per l’incapacità di pagare le rate dei mutui.
Stando a numerosi economisti, i problemi nel settore non sono finiti e questo fa emergere la necessità di non conservare un tale numero di case sfitte e invendute.
05/05/2012 12:52
 
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Usa: brutta giornata per il mercato immobiliare (Fonte: firstonline.info - 30/05/2012)

Dati incerti sul settore immobiliare americano: le vendite di case nel mese di aprile hanno deluso le aspettative degli operatori, diminuendo di 5,5 punti percentuali rispetto al dato atteso, che prevedeva una crescita dello 0,1%.

Continua la striscia di dati in chiaroscuro sulla ripresa americana. Dopo la conferma del Case-Shiller ai livelli attesi dagli analisti (-2,6% su base annuale), le vendite di case già esistenti ha toccato in aprile il livello minimo degli ultimi 4 mesi, in contrasto con aspettative di una certa ripresa del settore immobiliare.

L'indice, basato sui contratti di compravendita siglati nel mese di aprile, è crollato di 5,5 punti percentuali, ai minimi da dicembre. Gli analisti si aspettavano una crescita dello 0,1%.

L'indice Redbook (che misura il giro d'affari di un vasto aggregato di negozi e attività commerciali), ha confermato il dato atteso, pari a un calo dello 0,9%, mentre le applicazioni di nuovi mutui (dato settimanale) è scesa dell'1,9%, rispetto a una crescita del 3,8% nella settimana precedente.
25/06/2012 14:17
 
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ASSURDO: Le banche americane pignorano le case ai cittadini e poi le demoliscono! (Fonte: nocensura.com - di Alessandro Raffa - 24/06/2012)

Quando un'amica americana mi ha riferito che le banche, in USA, pignorano le case ai cittadini per poi demolirle, credevo di aver tradotto male il testo. Ho incollato la sua frase sul traduttore di Google, e quando ho constatato che non avevo capito male, le ho chiesto lumi. Nessun errore di traduzione, le cose stanno proprio così. Le banche in Usa pignorano la casa ai cittadini insolventi - sbattendoli nel mezzo alla strada - per poi demolire l'abitazione.

Quello degli "insolventi", negli USA è un vero e proprio esercito, anche grazie alla concessione dei celebri "mutui subprime" che sono mutui concessi a persone prive dei requisiti solitamente richiesti per la concessione di credito, spesso precari e autonomi in difficoltà, che sono stati i primi a "saltare" a causa della crisi economica, che in USA ha "morso" i cittadini più di quanto sia accaduto fino ad oggi in Italia: questo perché mentre l'economia italiana è composta in prevalenza da aziende medio-piccole, spesso a conduzione familiare (non soggette a delocalizzazione) in USA a "farla da padrone" sono le grandi holding, e i posti di lavoro dispensati dalle grandi multinazionali sono, o meglio erano svariate decine di milioni. I poli produttivi delle multinazionali si sono trasferiti dove produrre costa molto meno, spesso nel vicino Messico, lasciando gli americani alle prese con una disoccupazione dilagante.[1]

PERCHE' DEMOLIRE LE CASE?
Negli USA il numero di case pignorate è elevatissimo. Il fenomeno interessa tutti gli USA, ma in particolare riguarda le "ex zone industriali", trasformate dalla delocalizzazione in poco più che lande desolate [1] dove migliaia di cittadini, dopo aver perso il lavoro hanno perso anche la casa. La quantità di case sfitte è elevatissima, e le prospettive di collocarle sul mercato sono scarse, sopratutto in quelle zone dove non c'è più lavoro. In queste zone la lista delle case sfitte poste sul mercato è lunghissima, e anziché ridursi, si allunga di mese in mese. Le case che restano a lungo sfitte rovinano (in queste zone rurali molte case sono in legno, e se lasciate sfitte si deteriorano più velocemente) e avrebbero bisogno di interventi di manutenzione che in questo contesto diventano una spesa inutile. Inutile aggiungere che il valore immobiliare in queste condizioni crolla.

In alcuni casi le banche decidono di demolire quelle case che, solo pochi mesi prima, hanno pignorato ai cittadini, spesso sbattendoli fuori. E negli USA in questo ambito, le regole sono severissime, molto più di quelle italiane. Quando viene deciso uno sfratto, gli abitanti dell'appartamento devono lasciare lo stesso, "con le buone o con le cattive". Si presenta la polizia e fa uscire gli occupanti, se poi non hanno dove andare non è un problema che riguarda lo Stato.

Per comprendere la situazione, riporto il seguente articolo, pubblicato il 4 Aprile 2012:
New York - Si e' conclusa l'indagine federale sui pignoramenti delle banche in America. Ora 1.250.000 immobili pignorati verranno messi sul mercato, dove i prezzi potrebbero crollare di un ulteriore -10%, secondo gli analisti di RealtyTrac. L'offerta di immobili pignorati aumentera' del +25%, dal milione di unita' del 2011, stando alle stime di Moody's. L'effetto sui prezzi nel mercato immobiliare e' inevitabile in quanto si tratta di immobili deteriorati, che dovranno essere venduti a un forte sconto. Le proprieta' pignorate per un anno vengono acquistate al 35% in meno rispetto al prezzo richiesto dalle banche, secondo una ricerca della Federal Reserve Bank di Cleveland del 15 marzo. Se sono state pignorate per 2 anni lo sconto e' del 60%. L'erosione nel valore di questo tipo di proprieta' e' dovuta al fatto che, al di la' che siano rimaste abitate o meno, la manutenzione e' solitamente scarsa. Infatti lo stesso studio della Fed di Cleveland stima che un quarto delle case pignorate sono in condizioni talmente disastrate da dover essere demolite. L'ondata di case pignorate in vendita impattera' negativamente, nonostante l'economia in ripresa e i recenti segni di stabilizzazione del mercato immobiliare americano. E' l'opinione di Karl Case, uno dei creatori dell'indice S&P/Case-Shiller home-price. Quanto piu' si aspettera' a sbarazzarsi degli immobili pignorati, tanto peggio l'effetto negativo sui prezzi. Fonte: it.finance.yahoo.com/notizie/tsunami-case-pignorate-mercato-immobiliare-082134...


DAVVERO NON CI SONO ALTERNATIVE ALLA DEMOLIZIONE?
Quelle case non interessano davvero a nessuno?
Possibile che in quelle zone non ci sia nessuno a cui farebbero comodo?
Ovviamente non è così. Nei pressi delle case che vengono abbattute ci sono persone che vivono in affitto, famiglie numerose costrette a convivere in spazi angusti per le difficoltà economiche, persino persone che non hanno una casa. Che in città come Cleveland, nello stato dell'Ohio (per citarne una delle tante dove ci sono state e ci saranno demolizioni, come vedremo in seguito) con oltre 400.000 abitanti non ci sia nessuno a cui farebbe "comodo" una casa?!?

Potrebbero esser regalate o offerte in comodato ai comuni, a cooperative sociali, potrebbero essere svendute per poche migliaia di euro... oppure REGALATE (vocabolo che le banche non conoscono...) visto che dovrebbero essere demolite! Invece PREFERISCONO ACCOLLARSI ANCHE LE SPESE NECESSARIE PER LA DEMOLIZIONE E LO SMALTIMENTO DELLE MACERIE... PERCHE' REGALARLE FAREBBE DIMINUIRE ULTERIORMENTE L'OFFERTA E SVALUTARE ANCORA IL MERCATO IMMOBILIARE facendo diminuire il valore del patrimonio delle banche... SIA MAI!


[1] DELOCALIZZAZIONI IN USA: I CASI DI "GENERAL MOTORS" E "WHIRPOOL"
Due aziende americane molto importanti che hanno delocalizzato (tra le tante) sono il colosso delle auto General Motors e l'azienda leader mondiale nel settore degli elettrodomestici Whirpool.
GM è stata una delle prime aziende a delocalizzare, negli anni '80, e alla chiusura degli 11 stabilimenti General Motors di Flint, nello stato del Michigan, è ispirato il docu-film di Michael Moore "Roger and Me" che descrive con la sua solita pungente satira il disastroso impatto che ha avuto sulla città la chiusura degli stabilimenti, che garantivano un posto di lavoro a circa 30.000 persone. Sugli stabilimenti GM era basata l'economia di Flint, che in seguito alla chiusura - come illustra Moore - si è spopolata, sono stati persi molti posto di lavoro anche nell'indotto ed è aumentata vertiginosamente la criminalità. La Whirpool invece ha terminato il processo di delocalizzazione solo 2 anni fa, con la chiusura dell'ultimo stabilimento a Evansville, nell'Indiana. Anche in questo caso per la città lo stabilimento era una risorsa importantissima, tra l'altro per Evansville, che anni fa era una cittadina basata sull'industria, Whirpool era l'ultima azienda rimasta sul territorio: le altre aziende hanno già delocalizzato, e in città non c'è più lavoro. Il colosso degli elettrodomestici possiede stabilimenti anche in Italia: anche da noi il processo di delocalizzazione è iniziato con la progressiva riduzione del personale. L'ultimo taglio, di 1.000 dipendenti, lo scorso Novembre. Che non sarà l'ultimo, possiamo scommetterci: le grandi aziende solitamente delocalizzano "a rate", anche per questioni di immagine: aprono stabilimenti nel terzo mondo e iniziano a trasferire lì la produzione, riducendola progressivamente laddove intendono chiudere, adducendo alla crisi...

DEMOLIZIONI: IL CASO DI CLEVELAND
Secondo le stime riportate dal "The Washington post", a Cleveland, dove ci sono già state copiose demolizioni e altre sono previste, le case sfitte sono attualmente circa 15.000. Per interpretare meglio il dato relativo alle case sfitte, diamo un'occhiata ai dati demografici della città. La scheda di Wikipedia dichiara che al 01/07/2007 vivevano a Cleveland 438.042 persone. La stessa scheda dichiara che in occasione del censimento del 2000 la popolazione arrivava a 478.403 abitanti. In 7 anni ha perso 40.361 abitanti. Sempre secondo Wikipedia nel 1980 vivevano a Cleveland 573.822 abitanti, venti anni prima, nel 1960 erano 876.050.
25/06/2012 14:46
 
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OT (quasi)

Questo articolo mi ha fatto tornare in mente che ieri sera su La7 (mi pare) Valerio Massimo Manfredi dentro una puntata della trasmissione Impero spiegava come sviluppavano e mantenevano gonfie le bolle immobiliari nella antica Roma [SM=g1746735] [SM=g7814]

Provero' ad estrarre il contributo dai video in rete.

Fine OT
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04/07/2012 17:09
 
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The price of Inequality: quando la disuguaglianza costa cara

Il libro in cui Joseph Stiglitz racconta l’America delle ingiustizie e delle disuguaglianze



"...
Ma il vero ritratto della disuguaglianza è, secondo Stiglitz, il mercato immobiliare americano. Negli Stati Uniti, dopo lo scoppio della bolla immobiliare del 2008, milioni di persone hanno perso la casa. Contemporaneamente, sempre a causa della crisi, il mercato immobiliare ristagna: non ci sono acquirenti per le case lasciate da chi non può più pagare il mutuo. Da un lato quindi si trovano milioni di case vuote, e dall’altro, a guardare impotenti, milioni di persone che avrebbero bisogno di un tetto.

L’economia capitalista, che da manuale dovrebbe fondarsi sull’efficienza e sulla produttività, in un mercato drogato da profonde disuguaglianze, tradisce il suo principio base: domanda e offerta non si incontrano. Si guardano invece dritte negli occhi, senza toccarsi: i bisogni rimangono insoddisfatti e le risorse inutilizzate.
..."
[Modificato da (sylvestro) 04/07/2012 17:09]
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05/07/2012 16:34
 
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Usa: vendite nuove case -8,4% a giugno, peggio attese

di: WSI Pubblicato il 25 luglio 2012| Ora 16:00

Il consensus aveva previsto un valore di 373.000 unità.

New York - Nel mese di luglio, le vendite di nuove abitazioni degli Stati Uniti sono scese a 350.000 unità, in flessione -8,4% rispetto alle 382.000 del mese precedente (dato rivisto al rialzo dai 369.000 inizialmente resi noti). Il dato è stato peggiore delle stime, in quanto il consensus aveva previsto un valore a 373.000 unità.

Il dato di maggio rivisto appunto al rialzo è comunque il migliore dall'aprile del 2010, dunque degli ultimi due anni. Il prezzo mediano delle nuove abitazioni è sceso però a giugno -1,9% a $232,600, al minimo da gennaio.
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