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Dead men working

Ultimo Aggiornamento: 31/08/2015 08:57
09/12/2008 23:29
 
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Fonte: dazebao.org - 09/12/2008 - di Tommaso Vaccaro

Immobiliare Gabetti. Licenziamenti di massa o imprenditori di massa

L’immobiliare Gabetti manda a casa 500 dipendenti a partire dal 19 dicembre o in alternativa propone loro di rilevare in franchising le agenzie in cui hanno operato per anni. Un negozio può costare dai 60 ai 160mila euro. I lavoratori non ci stanno e continuano la propria battaglia. Ne parliamo con Tiziana Olivieri, dipendente Gabetti e rappresentante sindacale della Cgil-Filcams

Partiamo dall’inizio di questa vicenda. Circa tre mesi fa la Gabetti comunica al personale di volersi trasformare radicalmente. Come sono andate concretamente le cose?

E’ Il 30 settembre quando ci arriva per posta interna, una mail con cui viene annunciato a noi dipendenti una profonda ristrutturazione aziendale. Con questa mossa capiamo subito che si tratta, in realtà, di un progetto di smantellamento della Gabetti stessa, visto il numero di esuberi previsto. Oltre 500 persone, tra dipendenti e collaboratori con contratto atipico, a partire dal 19 dicembre saranno infatti messi alla porta, a causa, ci viene detto, della situazione di difficoltà del mercato dell’immobile. Una situazione che, secondo i vertici aziendali, non consente di mantenere i costi fino ad oggi sostenuti.

E invece?

In realtà, noi che conosciamo bene la Gabetti, sappiamo che la crisi in atto non favorisce certo la crescita dell’azienda, ma sappiamo anche com’è stato gestito negli ultimi quattro anni un marchio da sempre leader nel settore della vendita immobiliare. Da quando la proprietà è passata dalle mani della famiglia Gabetti a quella di un gruppo di azionisti che nulla sanno di questo mercato, la china verso il basso è stata inesorabilmente. In questo lasso di tempo, in cui il pacchetto azionario di maggioranza e passato al gruppo Generali, alla Marcegaglia, ad Ugo Giordano ed infine, ma solo in minoranza, alla famiglia che ha fondato l’azienda, si è prodotto un debito di circa 230 milioni di euro, che oggi viene fatto pagare ai lavoratori. In quattro anni si sono avvicendati un gran numero di manager alla guida del gruppo e mentre si progettava già questo licenziamento di massa, la Gabetti continuava ad assumere dirigenti (che non sono certo il motore produttivo in un’azienda che ha bisogno di semplici dipendenti) ed a sprecare le proprie risorse in maniera assolutamente sregolata.

Successivamente vi viene fatta una proposta. Un’offerta che vi vorrebbe, in sostanza, trasformare da dipendenti in imprenditori. In cosa consiste?

L’azienda ci propone di rilevare in franchising il negozio in cui abbiamo lavorato per anni. Lo fa avanzando una proposta che ha dell’assurdo: i nostri uffici ci vengono offerti ad una cifra che va’ dai 60 ai 160mila euro. Numeri assolutamente fuori mercato, sui quali la Gabetti, solo dopo lunghe trattative, propone uno sconto prima del 5 poi del 10%.

Con o senza lo sconto, le cifre restano comunque altissime. E voi che fate?

Pur di non abbandonare il proprio posto di lavoro, quasi tutti i dipendenti mandano una raccomandata al gruppo per ricevere ulteriori informazioni sulla proposta. Di questi solo un’esigua minoranza può permettersi di rilevare il negozio a quel prezzo che ci viene offerto. Il sospetto, abbastanza fondato, è che i vertici stiano facendo di tutto per mandarci via e offrire il franchising ad esterni. Sicuramente a condizioni più favorevoli. Anche il contratto di affiliazione e poi assolutamente inaccettabile. Innanzitutto si rende obbligatorio fare due assicurazioni al locale che si intende prendere in gestione. Due polizze da stipulare con compagnie designate dalla Gabetti stessa. Non si può inoltre cedere il contratto di franchising né cambiare ragione sociale e i prezzi degli “incarichi” (ossia l’immobile che il negozio ha il compito di vendere) vengono affidati ad un listino preparato dall’azienda. Infine, saremmo obbligati a comprare tutto il materiale necessario per il funzionamento dell’ufficio presso di loro. Insomma, ci viene offerta la gestione, ma senza alcun tipo di autonomia. In sostanza dovremmo fare lo stesso lavoro che facevamo prima, ma a spese nostre.

A questo punto che strade si aprono per voi?

L’azienda, sull’offerta del franchising si è detta irremovibile rispetto a quelle cifre proposte. Nell’ultimo incontro tenutosi il primo di dicembre tra i vertici della Gabetti ed i sindacati, il gruppo si è detto disponibile ad offrire un incentivo all’esodo, da sommare eventualmente ad una indennità di mobilità in deroga (messa in campo dal governo), che comunque noi riteniamo irrisoria. Si parla infatti del 20% dello stipendio che l’azienda offrirebbe soltanto per 12 mensilità. Si tenga presente che i dipendenti di questa storica azienda sono per lo più ultra quarantenni che lavorano per la Gabetti da diversi decenni. Marito e moglie che hanno lavorato fianco a fianco nello stesso negozio ed oggi, improvvisamente, si ritrovano in mezzo ad una strada e senza alcuna garanzia sul proprio futuro. E poi c’è quell’esercito di collaboratori che, pur con un contratto atipico, hanno svolto le stesse mansioni dei dipendenti a tempo indeterminato. Insomma, da Natale tutti a casa.
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