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Per chi vuole conoscere meglio Milano

Ultimo Aggiornamento: 05/11/2015 16:17
23/08/2010 15:24
 
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VIA IMBONATI
l giro del mondo in fazzoletto. Una briciola di strada lunga 250 metri che in 25 numeri civici raccoglie Perù, Sri Lanka, Egitto e Cina. Italiani e stranieri vivono e lavorano gomito a gomito. Alcuni, dicono, sopravvivono appena. Succede in via Imbonati, periferia nord di Milano. Zona 9. Da una parte l’anticamera di Affori, Comasina e Bruzzano.

Dall’altra uno dei primi "affacci" sulla nuova fermata della metropolitana: piazzale Maciachini. Il prolungamento, da Zara, della linea gialla. In pochi anni questa via ha cambiato colore: mulatti e neri si sono affiancati agli italiani. Che si sono stretti. Alcuni si sono del tutto spostati. "Perché convivere con usi e costumi diversi alla fine è difficile", ammettono i residenti italiani. "Ma anche possibile", aggiungono.

Qui, per una volta, l’emigrazione si è trasformata in vera integrazione. Con una particolarità: l’isola straniera è lunga solo un paio d’isolati. Su 58 negozi che conta via Imbonati, 18 sono stranieri. Quindici si concentrano nei primi 25 civici. Quasi tutti aperti da due anni. La prima ad arrivare, tre anni fa, è stata la macelleria El Mulk Lillah, che vende il “vero” kebab arabo a 2,50 euro. Prima era un negozio di carni gestito da italiani. L’attuale proprietario, egiziano, abita al numero 15. Luciano Cassani, che fa il barbiere dal 1936 al civico 12, parla di "esodo italiano". "I vecchi negozi nostrani - racconta - nel giro di un paio d’anni hanno chiuso e sono stati sostituiti da esercizi commerciali gestiti da stranieri".

Nel 2003 hanno abbassato definitivamente le saracinesche tre negozi storici: la salumeria Beretta del n. 10, sostituita dalla rosticceria cinese, il negozio di abbigliamento del n. 12, sostituito dal phone center "Eloise telefoni", gestito da sudamericani, e il gelataio dello stesso civico. Identico esodo si è ripetuto per gli appartamenti. "L’anno scorso ho venduto la casa dove vivevo al n. 9 per trasferirmi in monte San Genesio", racconta Anna Pastorelli, 45 anni, portinaia al civico 20 di via Imbonati. E come lei si sono comportati molti proprietari della zona. Perché? "Semplice - spiega Anna - nel condominio abitano per lo più arabi e peruviani che tirano fino a notte tarda: Mia figlia, 15 anni, quando tornava la sera a casa aveva paura".

"Il problema è che i peruviani sono abituati a bere molto, in compagnia e spesso per tutta la notte. Gli arabi sono meno rumorosi, ma anche loro, nonostante siano musulmani, fanno le ore piccole bevendo", aggiunge Luciano. Vuol dire che di notte c’è chiasso e la mattina dopo sporcizia per la strada. "La gente della zona è diffidente. E’ un atteggiamento sbagliato. Gli stranieri hanno bisogno di tempo per assorbire e rispettare le nostre abitudini", sottolinea Aldo Rossetti, consigliere dei Verdi della zona 9.

Fatto sta che gli abitanti sono stanchi. E reclamano più attenzione. Da parte delle forze dell’ordine, perché vigilino, soprattutto di notte. Da parte delle istituzioni, perché riqualifichino la zona. E anche dell’Amsa, la società di pulizie milanese, che non rimuove il tappeto di lattine e bottiglie che si forma nel corso della sera. "Ho inviato innumerevoli fax a tutti", sbotta Anna Chiarini, 54 anni, custode in monte San Genesio e portavoce delle "stanchezze" degli abitanti.

Fabrizio Hennig (Fi), presidente del Consiglio di zona stempera i toni. "I progetti di riqualificazione ci sono già», annuncia. In particolare. L’ex industria farmaceutica Carlo Erba, chiusa nel ’95, e che occupa un intero isolato, oggi "territorio di frontiera", verrà sostituita da uffici che opereranno nel settore del terziario. " Su tutto un consiglio. Viene da Rossetti: "Serve solo un po’ di tolleranza".

[Modificato da ccc56 23/08/2010 15:27]
ccc56
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