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Per chi vuole conoscere meglio Milano

Ultimo Aggiornamento: 05/11/2015 16:17
26/08/2010 18:08
 
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ZONA SAN SIRO
Piantato nel mezzo della città, vicinissimo ai futuri grattacieli di Citylife e a piazza Piemonte, alla sede del Sole 24 Ore e alle ville e ai giardini privati della zona dell’ippodromo, c’è un quadrilatero di alloggi miseri e desolati grande quasi come il parco Sempione. Trecentosettantamila metri quadrati di superficie e undicimila residenti, di cui seimila che vivono nei centoventiquattro palazzi ancora di proprietà dell’Aler. Oltre i tanti numeri si disegna un’utopia urbanistica che il tempo e l’incuria hanno trasformato in un centro di esclusione, illegalità e rancore. E’ qui che abitava il libico Mohamed Game, attentatore della caserma Perrucchetti lo scorso ottobre.
Costruito dal 1935 al 1947 in stile razionalista, il quartiere San Siro, il più grande di edilizia sociale della città, è rimasto praticamente abbandonato a se stesso a partire dai tardi anni Settanta. All’inizio del Duemila aveva raggiunto livelli di degrado abitativo così estremi da dare il via a un lungo programma di riqualificazione. I lavori dovrebbero finire entro il 2011. La centrale di teleriscaldamento e il nuovo arredo urbano di piazzale Selinunte, il centro del quadrilatero, sono stati inaugurati qualche mese fa.

Non tutte le immagini del quartiere in Google street view sono già state aggiornate al dopo-ristrutturazioni. Vale la pena affrettarsi a vederle per conservare una testimonianza delle scandalose condizioni in cui San Siro era ridotto, in particolare nelle strade interne, le più strette e claustrofobiche.
Chi abita nel quadrilatero di San Siro? All’avvio del “Contratto di Quartiere II”, nel 2002, oltre il 62% degli abitanti aveva più di 60 anni. Quasi il 4%, cioè 400 persone, avevano disagi psichici ed erano classificate come “malati mentali“. C’era poi un altro 25% di residenti stranieri. Una cifra che al 31 dicembre 2008 era salita al 30% circa. Alla scuola elementare pubblica “Lombardo Radice” di via Paravia, quest’anno, iscritti in prima c’erano soltanto bambini stranieri.

E poi c’è la questione degli occupanti abusivi. Quattrocentocinquanta in tutto, 160 soltanto nelle piccole vie Tracia e Preneste. Ogni tanto, negli ultimi mesi, scortati dalla polizia arrivano gli uomini dell’Aler a sfrattare qualcuno. Prima di oggi era successo a gennaio, al 4 di via Tracia. Ad ogni sgombero scendono in strada gli altri inquilini irregolari, fiancheggiati dai ragazzi dei centri sociali.

Dietro alla riqualificazione dell’area, sostengono i manifestanti, ci sarebbero le mire di speculazione edilizia da parte di qualche imprecisato costruttore in vista dell’Expo. Sarà vero? A dicembre il presidente dell’Aler, Loris Zaffra, aveva dichiarato: «A San Siro le case popolari sono a poca distanza dall’area dove sorgerà Citylife. Se possiamo costruire case nuove a poca distanza e i residenti ne hanno un segno tangibile, iniziamo a liberare i 6mila alloggi e non è escluso che una parte di quell’area possa essere rimessa sul mercato».




martedì 9 febbraio 2010
San Siro, ecco il dossier ristrutturazione
Il dossier che traccia il futuro di San Siro è un libretto di 40 pagine che porta l’intestazione «Uefa Euro 2016». Un fascicolo fitto di numeri, disegni, progetti, piantine, ripreso dal Corsera. Guardando le immagini elaborate al computer, si scopre che addosso allo stadio, su tre lati, verranno costruite altrettante strutture a semicerchio di quattro piani, più parcheggi. Spazi dedicati alle manifestazioni, i convegni, l’accoglienza, i media. Con quelle strutture di acciaio e vetro, il «vecchio» Meazza, dopo le torri del terzo anello e la copertura costruita per i Mondiali del 1990, diventa ancora più avveniristico.

Bisogna poi esaminare le piantine per scoprire le linee della riqualificazione nell’intera area esterna, compreso lo spazio del vecchio palazzetto crollato nel 1985. Parco, parcheggi sotterranei, piccoli negozi, altre aree ospitalità. L’obiettivo è ottenere l’assegnazione dei campionati Europei di calcio del 2016 e ospitare nel nuovo San Siro un girone eliminatorio e una semifinale di quella competizione. Il dossier «Meazza» è ora in mano alla Federazione gioco calcio, che lo trasmetterà alla Uefa in vista dell’assegnazione del torneo che avverrà il 27 maggio. In corsa con l’Italia ci sono Francia e Turchia. E se dovesse essere uno di questi due Paesi a vincere la sfida? «Il nostro obiettivo — spiega l’assessore comunale allo Sport, Alan Rizzi—è realizzare i lavori comunque. Per ora speriamo di ospitare Euro 2016, ma Milano in ogni caso ha bisogno di uno stadio davvero moderno, che conservi storia e tradizione all’interno di una struttura all’avanguardia ».

Un altro capitolo del dossier riguarda la spesa. Palazzo Marino si è assunto l’impegno della copertura economica del progetto (41 milioni di euro) attraverso una delibera di giunta e una votazione in consiglio. Ovviamente gli scenari cambieranno radicalmente in caso di assegnazione o meno degli Europei. In caso favorevole è infatti ipotizzabile un contributo statale; in caso di sconfitta sarà invece il Comune a dover trovare i fondi, all’interno degli accordi con Inter e Milan che oggi regolano l’affitto e i lavori sull’impianto. Un’altra incognita è rappresentata dalle scelte della società nerazzurra, che non ha ancora scartato l’ipotesi di costruire un nuovo stadio di proprietà.

Nei giorni scorsi, a fianco del piazzale del «Meazza» sono intanto partiti i cantieri per la linea 5 del metrò. «Insieme al recupero dell’intera zona — continua Rizzi — l’arrivo del trasporto pubblico sarà fondamentale per riportare le famiglie allo stadio». Sul piazzale e nei dintorni del «Meazza » verranno costruiti nuovi parcheggi sotterranei (arrivando a un totale di 60 mila metri quadri per i tifosi, 38 mila per gli sponsor, 73 mila per gli ospiti); nuove strutture per l’accoglienza e per l’accesso dei disabili. Il tutto ruoterà intorno a un parco rotondo, nel centro del piazzale, aperto su via Tesio. Verrà così sfruttato il grande spazio dell’ex palazzetto, abbandonato da ormai 25 anni. Il progetto prevede anche un secondo confine di controllo per l’accesso dei tifosi, più «leggero» ma molto più largo dell’attuale, che dovrebbe comprendere l’intero spazio tra via Tesio e via dei Rospigliosi, fino all’ippodromo.

Tutto bello. Continuiamo però a non comprendere (o forse sì...) perché debba essere un Comune, un'amministrazione pubblica, a mettere dei soldi su una ristrutturazione del genere. Anzi, ci chiediamo il perché il Comune di Milan non dismetta lo stadio "San Siro".

stadiebusiness.blogspot.com/2010/02/san-siro-ecco-il-doss...
[Modificato da ccc56 27/08/2010 17:14]
ccc56
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