L'onda lunga...
Borse ai minimi da 2 mesi Citi pesa su Wall Street
Uno stillicidio.
È questa la sensazione che aleggia tra gli operatori delle Borse europee, dopo un altro lunedì nero provocato dai timori di nuova ondata di rettifiche del settore bancario per la crisi dei mutui subprime. Nessuno sa esattamente quanto durerà. Sta di fatto che ieri in Europa sono stati bruciati circa 187 miliardi di euro in capitalizzazione, tanto che l'indice Stoxx 600 ha segnato un ribasso del 2,21 per cento, il peggiore degli ultimi due mesi.
Pesano le previsioni di nuove svalutazioni, ma soprattutto i rischi dell'entrata delle compagnie di assicurazione nel girone infernale della crisi dei subprime.
Un'onda lunga che dopo avere lambito l'Asia ha toccato l'Europa per poi infrangersi in serata a Wall Street. E così se a Tokyo le contrattazioni hanno chiuso in ribasso dello 0,74%, in Europa non è andata meglio: la Borsa di Parigi ha ceduto l'1,65%, Francoforte l'1,32% e Londra addirittura il 2,7 per cento. Forti perdite anche a Piazza Affari con il Mibtel negativo del 2,46% e l'S&P Mib del 2,4% (vedi pezzo in pagina).
A Wall Street gli indici hanno recuperato terreno in serata, dopo un'apertura pesante provocata dai timori di un rallentamento del settore immobiliare tale da minare la propensione alla spesa dei consumatori americani, quella stessa che finora ha contribuito a tenere a galla l'economia Usa: il Dow Jones è sceso di poco sotto i 13mila punti, arretrando dell'1,65%, l'S&P 500 -1,74% e il Nasdaq -1,66 per cento.
La crisi delle Borse ha messo di nuovo sotto pressione il mercato del credito: ieri il tasso Euribor a tre mesi è salito a 4,62%, quando lunedì scorso viaggiava a 4,57 per cento, oltre 40 punti base sopra il tasso di riferimento, fissato dalla Bce al 4,20 per cento. Tra le banche rimane una forte avversione a prestarsi denaro sulle scadenze intermedie del mercato monetario. Spiega un operatore: «C'è disponibilità a prestare solo sulle scadenze brevissime, overnight e sette giorni, mentre si evitano i rischi su scadenze più lunghe. Anche perché continua lo stillicidio di cifre sulle rettifiche che le banche dovranno effettuare per coprire le perdite da mutui subprime, cartolarizzazioni e Cds (credit default swap)».
A soffiare sul fuoco ieri è intervenuta la decisione di Goldman Sachs di abbassare i rating dei grandi istituti di credito. Gli analisti della banca d'affari americana che hanno tagliato la valutazione sul titolo Citigroup da "neutral" a "sell", prevedono per i prossimi due trimestri svalutazioni per 15 miliardi di dollari, una decisione che ha fatto crollare il titolo del 5,2%, una scivolata che ha spinto al ribasso molti titoli del settore bancario. Non si attenuano le tensioni su Ubs (-4,63%): la banca d'affari Dresdner Kleinwort Securities ha tagliato la raccomandazione sul titolo della banca svizzera da "buy" a "hold" per i timori di nuove svalutazioni per 11 miliardi di franchi svizzeri.
Ma la novità della seduta di ieri è stata l'entrata nel girone infermale dei subprime, finora dominato dal settore bancario, delle compagnie di assicurazioni. A dare la svolta, la zurighese Swiss Re che ha stimato perdite per 1,2 miliardi di franchi svizzeri, tanto che in Borsa il titolo ha perso il 10,25%. Il risultato netto negativo della compagnia di assicurazioni ammonta a 981 milioni di franchi svizzeri (circa 600 milioni di euro), legato all'esposizione del gruppo a due credit default swaps, penalizzati dal «declassamento dei rating senza precedenti da parte delle agenzie specializzate nel corso del mese di ottobre». Poste straordinarie che il gruppo sarà in grado di assorbire, è stato spiegato dal quartier generale della compagnia. Il risultato di Swiss Re ha trascinato al ribasso i titoli assicurativi (Stoxx -2,8%) tanto che la stessa Isvap, l'Istituto per la vigilanza delle compagnia di assicurazioni italiane, in serata ha diffuso un comunicato per precisare che «l'esposizione del sistema assicurativo italiano al rischio subprime, al 30 settembre, ammontava – su base diretta e indiretta – a 810 milioni di euro, con una incidenza dello 0,19% sul totale delle riserve tecniche per 433 miliardi di euro.
Sulla scena finanziaria, intanto, è riapparsa la Northern Rock , la banca inglese che per la crisi dei mutui subprime ha subito le lunghe code dei correntisti agli sportelli: ieri è nuovamente crollata a Londra del 21,42% dopo che la Banca d'Inghilterra ha fatto sapere che i finanziamenti all'istituto da 51 miliardi di euro di credito dureranno fino a febbraio. La stessa società ha fatto sapere che tutte le offerte preliminari di acquisizione ricevute finora sono state inferiori agli attuali valori di mercato.
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...la vedo sempre più vicina.