Scambio tra art. 18 e meno rigidità in entrata
"Una stretta tipizzazione delle causali del licenziamento individuale per motivi economici che prevede come alternativa all'equo indennizzo anche l'ipotesi del reintegro, sia pure come ultima istanza.
E un ulteriore rafforzamento del ruolo della commissione di conciliazione tra azienda e sindacati in cui il ricorso al giudice è previsto solo in seconda battuta.
Passa da questi due elementi di apertura di Mario Monti al segretario del Pd Pier Luigi Bersani l'ultima mediazione, nella notte di ieri, sulla questione dell'articolo 18. A compensazione ... una maggiore flessibilità in entrata, soprattutto sulle partite Iva.
Base dell'accordo il cosiddetto "lodo Bersani": e cioè l'accettazione della possibilità del reintegro anche nei casi di licenziamenti economici, come chiesto appunto dal Pd, da compensare andando incontro ad alcune richieste del centrodestra in materia di flessibilità in entrata. Un accordo che non lascia scontento Casini, anche lui convinto che una maggiore flessibilità in entrata non pregiudicherebbe le tutele del lavoratore ma creerebbe più opportunità di impiego.
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Se Bersani non può permettersi di tornare a casa a mani vuote sull'articolo 18, Monti non può permettersi di snaturare la riforma proprio nel suo aspetto qualificante: combattere la precarietà e superare il dualismo del mercato del lavoro tra garantiti e senza diritti.
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