Loziodigekko, 22/03/2012 08.18:
Non mi pare il modello UE.
Mi pare un modello italico fondato sullo spreco.
Un modello dove per uno che lavora ci sono tre parassiti.
Un modello dove per meno di sette milioni di studenti c'e' PIU' DI UN MILIONE DI PERSONE CHE "LAVORA".
Un modello dove c'e' una flotta che ha in servizio piu' ammiragli che navi.
Un modello dove in un ospedale ci sono piu' impiegati che personale sanitario.
Un modello dove chi lavora in una grande azienda e' intoccabile e chi esce da scuola deve fare da schiavo per anni senza prospettive di futuro (a meno di non avere il tradizionale italico "santo in paradiso").
Un modello dove a causa di tutti questi sprechi non ci sono le risorse per sostenere in maniera decorosa uno stato sociale degno di questo nome.
Parliamoci chiaro in modo da finirla con questa tradizione di modelli old style e del bel tempo andato: in Italia il sistema non e' strutturato per produrre (beni o servizi) ma per alimentare le clientele e il parassitismo di chi cerca "il posto".
Quando ero piccolo c'era UNA maestra con 30 alunni e non mi pare che la mia sia stata una generazione di ignoranti per questo motivo. Anzi.
L'accumulazione di personale ad esempio nella scuola NON E' stata legata alla necessita' di ottenere migliori prestazioni dal sistema, ma dall'esigenza di PIAZZARE una paccata (usiamola questa parola visto che va di moda...) di parassiti altrimenti incollocabili a causa del loro impresentabile livello culturale.
In questo i sindacati hanno grandi responsabilita' e grandi colpe. E ha poco oggi la Camusso da strillare.
A riguardo scrissi "una mia cosa", questo ha qualche refuso che non ho corretto, ma preferisco la scrittura di getto.Non è un problema di "bella scrittura" ma di valida alternativa alla psicanalisi :P
Queste le mie riflessioni su precariato,lavoro, articolo 18 e sindacato
-----------------------------
E' da un pò che voglio parlare di questa cosa.Non mi riguarda direttamente, non mi hai mai riguardato, però riguarda l'ambito del lavoro.Ambito che ho sempre ritenuto sacro.Anche se...
Mentre sto scrivendo questa nota mi viene in mente un termine "guerra tra poveri", rientrerà nel discoro ma più avanti.
Partiamo dal principio, cosa fa questo articolo di 18 di tanto importante che la sua assenza da una parte ci permette di (a detta del Governo ed i partiti di centro destra) generare posti di lavoro mentre dall'altra (a sentire i sindacati e i partiti di centro sinistra) di renderci tutti precari?
A mio avviso, se ho capito bene cosa cavolo ci dice questo articolo, entrambe le posizioni sono esagerate anche se...
In definitiva l'articolo 18 obbliga l'azienda che ha licenziato un lavoratore senza giustificato motivo, a riprenderselo a lavorare.Questo articolo non vale per le aziende sotto i 15 dipendenti, nonostante ci sia stato un referendum che ha provato a dire il contrario.
Ma ampi settori del centro sinistra lo ha snobbato il referendum. "Guerra tra poveri" si...sempre sto termine, ricorre e ci arriverò.
Il govrerno ed i partiti di centro destra dicono che licenziare in Italia è un casino, che le aziende non assumono perchè se poi stanno in crisi od il lavoratore è uno che fa il cattivo soggetto sul posto di lavoro non possono licenziarlo.
Ed è una...mmm...vaccata bella e buona.Si licenzia per motivi disciplinari, si licenzia per crisi economica, si può fare cessione di ramo d'azienda per liberarsi di un pò di lavoratori....insomma, si può tranquillamente licenziare.
Togliendo l'articolo 18 invece diventermmo tutti precari ?
L'applicazione che vedo nell'immediato è che se un lavoratore sta sulle palle al datore di lavoro "per il colore dei capelli" (ma non l'avevi visto prima?) per antipatia personale o ....per motivi sindacali (tombola) non è possibile licenziarlo.
Direi che la rimozione dell'articolo 18 sta al girare attorno al problema di liberarsi dei sindacalisti o dei lavoratori rompicoglioni come i contratti CoCoCo (gloriosa invenzione centrosinistrata) o i vari contratti della Cosidetta Legge Biaggi stavano alla necessità di aggirare lo statuto dei lavoratori o gli stipendi minimi.
Guerra tra poveri.Gia.Forse è il momento di parlarne.
Quando noi del centro sinistra vincemmo le elezioni nel 2006 ero uno di quelli convinti che finalmente si sarebbero levati i contratti capestro, i CoCoCo o CoCoPro o peggio che in definitiva stavano affamando una generazione, a meno di non rientrare nel novero dei culi parati o di particolari professionalità (e qui potrei aprire una polemica lunga qualche chilometro, perchè come amministratore di Sistema non mi sento di avere meno preparazione di qualsivoglia laureato in scienze inutili che fa il funzionario in questo o quel carrozzone parapubblico...tanto per capirci).
Non andò così.
I CoCoPro o CoCoCo facevano comodo...ma ancora non avevo capito a quanti.
Credo di averlo capito sulla mia pelle.
Nel 2008 una grossa azienda parapubblica presso cui lavoravo con altra gente, come "consulenti esterni" , di fatto facevamo gli stessi lavori dei dipendenti, subordinati agli stessi capi e con gli stessi strumenti, decise (anche grazie ad un qualche pre accordo con le aziende per la quali lavoravamo) di metterci alla porta.
Costavamo troppo ed infatti le aziende presero dei "giovincelli" da formare per sostituire noi (dicendo che loro dovevano proprio far questo lavoro).
No, niente cose strane, niente tavoli di trattative, niente CIGS, nessuno che ci ha aiutato, niente articoli di giornali o politici che hanno preso posizione.Semplicemente un "Grazie ma..." e dopodomani non venire a lavorare.
Come arrivano i tagli un mio collega che aveva la compagna licenziata da un'altra parte, un figlio in arrivo ed il suo posto di lavoro ballerino, si rivolge ad una sindacalista interna alla grande azienda.Spiegandole la situazione e ricevendo in cambio un "noi non ci occupiamo dei precari, noi difendiamo i dipendenti".
Che domande.Ovvio.Era lo status quo,non una "guerra tra poveri", ma semplicemente l'ordine naturale delle cose.
Quando questo collega mi disse come era andata gli feci notare che (io ingenuo) i sindacati sono una struttura parecchio vasta e bisogna puntare al vertice.Andare dritto al problema.
Che dilettante, pensavo, che era questo mio collega.io no...io ero uno di quelli smart che sapeva muoversi.Il tempo mi avrebbe dato l'occasione di dimostrarlo
A Novembre 2008 (dopo un mese che o perso il lavoro) entra in funzione il miglior ammortizzatore sociale che io abbia mai avuto, il mio cervello.
Trovo impiego, a condizioni che definire di merda è dire poco, presso una società che mi rivende ad una società che mi rivende ad una società che mi rivende ad un ente pubblico.
Lo stipendio non fa gridare al miracolo, se mi ammalo non mi pagano, se manco non mi pagano, con 20 giorni di preavviso mi possono mandare via, faccio orari del cavolo ed ho un monte giorni basso per cui in definitiva un mese e mezzo l'anno lo passo senza vedere il becco di un quattrino.Ma le "guerre tra poveri" sono peggio.E poi so muovermi, il mio stipendio riprenderàa a crescere e le condizioni contrattuali miglioreranno.L'ho gia fatto e sicuramente lo rifarò.
Dopo una manciata di mesi finalmente ho l'occasione di spiegare al mio ex collega meno "smart" di me cosa significa sapersi muovere tra sindacati, vertenze, diritti, soli dell'avvenire che sorgono sempre dal lato sbagliato della strada e cose che per fortuna non sono "guerre tra poveri" ma cose che succedono.
L'occasione mi viene data da un camper della CGIL fermo all'Eur per distribuire materiale sindacale e far firmare una petizione contro qualche cosa.
Ma non era un semplice camper della CGIL era la soluzione a tutti i nostri problemi.
Era infatti il camper NIDIL-CGIL, il camper del gruppo della CGIL che si occupa di difendere i precari.
Precari che lo prendono sempre in quel posto, mi confermerà poi il sindacalista, perchè non si riesce a farli unire, Sono diffidenti nei confronti del sindacato e non è facile raggiungerli all'interno dei luoghi di lavoro.
Ho una mezza giornata a settimana libera, inizio a lavorare più tardi e a finire di lavorare più tardi, ma invece di dormire o farmi i cavoli miei "regalo" la mia mezza giornata al sindacato.Ditemi di cosa avete bisogno ed io lo faccio.
Mi dice che è difficile entrare in contatto con i precari sparsi nei vari uffici, sorrido, amo fare l'incursore aziendale, ci penso io a raggrupparteli gli dico.Ho lavorato in tanti posti, conosco tanta gente ed in definitiva mi diverte fare una cosa di questo tipo.
Prima che qualcuno mi indichi come "un buono" chiarisco che non l'ho fatto per loro.L'ho fatto per me.Perchè ero stanco di essere trattato come un paio di scarpe vecchie che quando non ti servono le butti via, sostituite da un modello più nuovo, o economico.E pensavo di risolvere i miei problemi risolvendo i problemi di tutti quelli che avevano il mio stesso problema.Si lo so... è arzigogolato ma sto cercando di dirvi che sono pieno di difetti, sono empatico, paziente, capisco e riesco a mettermi nei panni altrui, sono anche comprensivo ma il difetto di essere buono no.Ho tutti gli altri, ma non questo.Ho agito per quel sano spirito egoistico insomma.
Rimaniamo che ci vediamo nella loro sede, lungo la metropolitana A, forse Giulio agricola o una fermata da quelle parti.Arrivo, si mette a punto il piano, che è di una semplicità mostruosa.
Non chiediamo cose strane, si uniscono i precari che lavorano per aziende che lavorano per aziende che lavorano per aziende che lavorano per enti o società di controllo pubblico e si cerca di obbligare la società pubblica o l'ente ad eliminare almeno uno degli intermediari a parità di costi.
E far si che quei soldi vadano ai precari.
Non sarà il sole dell'avvenire, ma meglio di un calcio in bocca lo è.
Rimaniamo che ci si aggiorna via mail.In una settimana sono pronto a partire con un ente pubblico e due aziende parapubbliche.
Gli indico una particolare azienda parapubblica perchè la dentro sono riuscito a riunire tutti i precari di un determinato settore.Settore strategico, che se si ferma si ferma tutta l'azienda.Mando una mail al tizio del sindacato, gli dico il nome dell'azienda e tutto il corollario vario ed assortito.
Mi dice che l'azienda è grossa e che deve sentire i capi suoi perchè non è che può muoversi così su due piedi, la dentro c'è un consigliere d'amministrazione amico del sindacato con cui su può parlare ma ha bisogno di autorizzazioni, comunque mi fa sapere.Era il 2009, oggi 3 Febbraio 2012 non ho controllato la mia mail.A meno che non mi abbia spedito oggi qulche risposta direi che non si è potuto far nulla.Qua non si fanno "guerre tra poveri" ma neppure "guerre e basta".Insomma...c'è tanto da perdere, mica si può rischiare di creare attrito per quattro precari straccioni (ad oggi più della metà di quei tizi ha perso il lavoro).
Qualche cosa nella mia strategia non funziona, penso.Deluso e convinto nel destino scritto nella pietra, ritorno tristemente al mio posto di lavoro, l'unica cosa che posso fare è tentare di salvare il mio culo.Ognuno pensi al suo e tutto andrà per il verso migliore.
Riesco ad ottenere migliori condizioni contrattuali, il mio stipendio pian piano ritorna ad essere decente ed ogni velleità rivoluzionaria viene accantonata.
Poi un giorno presso l'ente per cui lavoro vedo i volantini dell'RdB (sindacati di sinistra, ma sinistra incazzata eh?) dell'azienda presso cui sono stato rivenduto, prima di essere rivenduto all'ente.
Cosa dicono questi volantini?
Che siccome l'azienda ha messo un pò di dipendenti in cassa integrazione loro voglio scioperare, fare casino e farsi sentire.Perchè, si chiedono nel volantino, invece di mettere in cassa integrazione non guardano alla miriade di esterni che lavorano per la grossa società informatica?Puntano il dito contro gli esterni, i precari "gli altri".
Non è "una guerra tra poveri" è che ci sono i tutelati dai sindacati ed i peones esterni, i precari, i figli di nessuno.Che a parole in tanti vogliono difendere, che purtroppo sotto le elezioni a sinistra tutti ci si riempiono la bocca.Nei momenti in cui i sindacati scendono in piazza per difendere i loro vengono riesumati i corpi dei precari.Ma quando poi è il momento dei fatti...beh, scarichiamoli.
Oggi dopo le varie dichiarazioni di Monti e dei membri del suo governo vedo da più parti (spesso dal lato "dei garantiti") l'utilizzo del termine "guerra tra poveri".
Perchè, ci dicono, non esistono "garantiti o precari" esistono i lavoratori che hanno i diritti, per cui per favore, non tocchiamo i garantiti che un giorno, prima o poi, penseremo ai precari.
Certo non subito, certo un governo possibile di centro sinistra dovrà prima difendere i diritti della foca monaca, della musica del Burkina faso, e poi la giustizia, i taxi, le mancie nei bar, il colore dei lego, l'ennesima giravolta dell'IDV o chissà cos'altro.
Ora, dopo anni, potrei in via del tutto eccezionale richiamare alla mente i signori che dovevano in qualche modo aiutarmi...aiutarci.Guardarli, con gli occhi della fantasia, e dire loro che avevano ragione.All'epoca non era una guerra tra poveri e nemmeno ora lo è.
E che si possono tranquillamente accomodare dalla parte degli sconfitti.
Perchè se a noi precari ci danno ammortizzatori sociali in caso di disoccupazione...non è che ci stracciamo le vesti se a loro levano l'articolo 18.
Insomma...per noi si potrebbe pure fare.
Però poi mi fermo un attimo a pensare.Facendo così sarei come i signori del "noi proteggiamo i dipendenti non i precari" o "l'azienda è grossa, non possiamo agire di istinto, dobbiamo chiedere ai nostri capi" o "licenziate loro, non noi".
Perchè la solidarietà di classe va bene quando quelli che stanno al caldo rischiano,Quando chi si ritrova in mezzo alla strada è un paria non ci si scandalizza, perchè beh...è dato per scontato che prima o poi il paria debba stare in mezzo alla strada.
Che come moderno "agnello sacrificale" sia dato in sacrificio per evitare rogne peggiori.
Potrei fare anche io questi ragionamenti ma, beh c'è una cosa che mi ferma e non mi fa ragionare così.
No, ve l'ho gia detto, non sono buono.E no, non ho la "coscienza di classe" ne tantomeno Compagni.Perchè mai nessuno ha spezzato il proprio pane con me.Ognuno il suo e quando il mio veniva facilmente levato...era OVVIO che fosse così.E nessuno a me e a quelli come me ha offerto un pezzettino del proprio
Non lo faccio perchè voglio fare quello di sinistra duro e puro.Ne perchè voglio fare il sindacalista.Io l'articolo 18 lo difendo perchè per me è un simbolo, di chi lavora.Di tutti quelli che lavorano.Un domani un governo di centro sinistra metta in agenda il lavoro e annulli il precariato, la mia non è una minaccia, ma al prossimo giro potrei prendere il non agire come una come una offesa strettamente personale.E si sa...io non sono un buono.
E vorrei dire ai signori dalle mille scuse che non prendo una posizione di comodo perchè come essere umano, sono immensamente meglio di voi.
Labottegadelfuturo
SEL - Membro del comitato politico Provinciale di Roma