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Dead men working

Ultimo Aggiornamento: 31/08/2015 08:57
26/11/2008 21:05
 
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Cina, migliaia di operai in piazza contro i licenziamenti

PECHINO - Migliaia di operai licenziati dalle fabbriche del sud della Cina in seguito alla crisi economica internazionale hanno dato vita questa settimana a proteste che in alcuni casi sono sfociate nella violenza. Nel tentativo di contenere le conseguenze del crollo delle esportazioni di manufatti, che negli anni passati hanno innescato un boom senza precedenti dell'economia, le autorità hanno varato all'inizio di novembre un pacchetto di interventi di sostegno alla domanda interna di quasi 600 miliardi di dollari mentre la Banca del Popolo della Cina, la banca centrale, ha abbassato per quattro volte - l'ultima delle quali oggi - i tassi d'interesse sui prestiti e sui depositi. Ieri centinaia di operai hanno attaccato gli uffici dell'impresa che li ha licenziati e i poliziotti che li proteggevano a Dongguan, uno dei centri dell'industria manifatturiera cinese. La Kaida Toys Corporation ha annunciato all'inizio della settimana il licenziamento di 328 operai, sugli 8000 che occupa, e ha anticipato altri licenziamenti per le prossime settimane. I lavoratori, hanno riferito testimoni, si sono dati alla violenza bruciando auto e motociclette dei mille poliziotti che si erano schierati a difesa degli uffici della Kaida, che erano stati messi sotto assedio. La polizia ha reagito e almeno cinque operai sono stati feriti. Ai licenziati é stata offerta una liquidazione pari ad un mese di salario, cioé poco più di cento euro. In ottobre, un'analoga protesta si era verificata in un'altra fabbrica di giocattoli sempre a Dongguan, che si trova nella provincia del Guangdong.

Una clamorosa protesta degli operai licenziati si è verificata anche nella vicina provincia del Jiangxi, dove 300 operai hanno bloccato la strada davanti ad una fabbrica di compressori a Jingdezhen. Il sindaco Xu Zongcheng di Shenzhen, la nuova città industriale sorta a ridosso di Hong Kong, ha dichiarato ricevendo un gruppo di giornalisti che nella città hanno perso il lavoro 50mila operai a causa del fallimento di 682 imprese. Xu ha affermato di essere "fiducioso" che Shenzhen possa raggiungere la crescita programmata per il 2008 del 12 per cento ma ha ammesso che l'edilizia sta vivendo una grave crisi, che ha visto una riduzione dei prezzi degli immobili del 25 per cento. Un altro sintomo della gravità della crisi in Cina è costituito dalle proteste dei tassisti contro il rialzo dei prezzi del carburante e contro la diffusione di mezzi alternativi e più economici di trasporto (come i "tre ruote") che si sono verificati nelle metropoli di Chongqing e Guangzhou. La crescita economica della Cina ha subito un forte rallentamento nel terzo trimestre del 2008, scendendo al 9,9 per cento dall'11,9 del 2007. Le prospettive per il 2009 sono di un ulteriore calo che porterà il tasso al 7,5 per cento, secondo le previsioni della Banca Mondiale. Si tratta di un tasso che rimane alto ma, avvertono gli economisti, anche della prima volta che l'economia cinese mostra un andamento ciclico dalla prima metà degli anni novanta.


La banca centrale della Cina ha annunciato un nuovo ribasso del tasso d' interesse di 1,08 punti percentuali che sarà operativo da domani. Lo afferma in un breve dispaccio l' agenzia Nuova Cina. Si tratta dell' ennesimo tentativo da parte della autorità di rivitalizzare l' economia cinese, che sta risentendo della recessione nei Paesi occidentali. All' inizio di novembre Pechino ha annunciato un piano di investimenti pubblici di quasi sei miliardi di dollari per stimolare i consumi.
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