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Dead men working

Ultimo Aggiornamento: 31/08/2015 08:57
02/12/2008 12:46
 
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Allarme Cisl, nei prossimi due anni sono 900 mila i posti a rischio

«Gli effetti della crisi finanziaria stanno duramente colpendo il tessuto produttivo nazionale» e, in mancanza di misure anticicliche efficaci, «nei prossimi due anni sono a rischio, nell'industria manifatturiera e nelle costruzioni, circa 900mila posti di lavoro». È la stima della Cisl contenuta nel Rapporto Industria 2008. Negli ultimi due mesi crisi e ristrutturazioni aziendali hanno coinvolto 179.552 lavoratori contro i 20-25mila che si stimavano a giugno a rischio occupazione.

Nei primi 8 mesi del 2008 la Cig ordinaria, inoltre, è aumentata del 24,7% rispetto allo stesso periodo del 2007 e quella straordinaria dello 0,7% tendenziale. Complessivamente, rileva la Cisl, le ore di cassa «aumentano del 7,9% con una variazione più che doppia di quella registrata a giugno». Tessile, abbigliamento, trasformazione minerali, legno, pelli e cuoio e meccanico sono i settori più coinvolti dalla crisi mentre tra le regioni spiccano Piemonte, Lazio, Campania, Basilicata, Sardegna per maggior intensità di crisi strutturali irrisolte rispetto al tessuto produttivo regionale.

L'impatto della manovra anticrisi varata dal governo italiano sulla congiuntura rischia di essere «modesto», rileva la Cisl nel suo Rapporto Industria 2008. «È ancora difficile stabilire l'impatto delle misure sulla congiuntura, anche perchè gli 80 miliardi del Fas erano già stanziati e si tratta di accelerare le procedure di spesa. In ogni caso - si legge nel rapporto - l'impatto dovrebbe essere modesto, in quanto i provvedimenti non modificano gli obiettivi della Finanziaria e rientrano in una cornice di ortodossia rispetto al patto di stabilità ».

Il sindacato mette sul piatto anche la sua ricetta anticrisi: Eurobond e «maggiore pragmatismo e flessibilità nel valutare sforamenti e tempi di rientro nei parametri di Maastricht». Questa la ricetta anticrisi, sollecitata alla Ue, illustrata oggi dalla Cisl nell'ambito del "rapporto industria 2008". La Cisl non lo esplicita ma la sua idea é uno sforamento dell'1% nel rapporto deficit-Pil «se si tratta di spese anticicliche con interventi mirati come investimenti pubblici, sostegno al reddito e all'occupazione».

In caso contrario, segnala la confederazione, «per noi i prezzi della crisi saranno fra i più alti in Europa». A Bruxelles, l'organizzazone guidata da Raffaele Bonanni chiede anche la creazione di nuovi strumenti monetari europei, come gli eurobond, per finanziare con nuovo capitale netto la realizzazioni di grandi opere e infrastrutture tecnologiche.

Al governo italiano, la Cisl segnala di aver già chiesto e in parte ottenuto misure per il sostegno ai redditi medio-bassi e per l'adeguamento degli ammortizzatori sociali mentre in tema di politica industriale tra "le cose da fare subito" segnala: il sostegno al finanziamento delle Pmi; l'avvio di una nuova politica per l'energia e di una nuova politica industriale.
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