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Grecia - situazione della crisi economica

Ultimo Aggiornamento: 21/07/2015 09:38
28/05/2010 12:39
 
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I greci vanno in Bulgaria e Turchia a fare la spesa

ATENE - E' una fuga dall'euro, una fuga di Mezzogiorno, meno drammatica di quella resa celebre dal film sulle carceri turche, fuga di Mezzanotte ma pur sempre drammatica per i "forzati" della spesa oltre confine. Sono i viaggi della spesa quotidiana a Salonicco e dintorni, una delle città del nord della Grecia colpite più duramente dalla crisi economica oggi, e dalla delocalizzazione delle sue fabbriche tessili negli anni passati.

Spesa con il torpedone
L'ingresso nell'eurozona ha fatto traslocare alla velocità della luce le manifatture oltre confine, in Bulgaria, dove la paga giornaliera di un operaio tessile è di 8 euro contro i 45 in Grecia. In un desolante panorama di fabbriche abbandonate, gli ex operai ellenici, ora disoccupati cronici, fanno lo stesso tragitto oltrefrontiera. Organizzano pullmann al mattino presto e vanno in Bulgaria per risparmiare sulla spesa di tutti i giorni, abbigliamento, tabacchi e benzina. In Bulgaria è un ritorno al passato: senza l'euro tutto costa meno della metà, come ai tempi della dracma. Un flusso finanziario si stima di 30 milioni di euro l'anno.

Shopping a Sandanski
Sandanski è la meta preferita dalle poco allegre comitive elleniche, città di 30mila abitanti nel meridione della Bulgaria. Ma l'obiettivo preferito dai greci in "fuga di Mezzogiorno" dall'eurozona non solo per i conti in disordine ma anche per più semplici ragioni di vita quotidiana dopo i tagli del 20% ai salari dei dipendenti pubblici e il congelamento degli stipendi del settore privato, è Technomarket, il grande centro commerciale a ridosso del confine greco-bulgaro, 25 chilometri più a sud di Sandanski.

Nostalgia per la dracma
È l'effetto crisi che affligge i consumatori greci che in massa rimpiangono i bei tempi della vecchia dracma e i prezzi stracciati ai mercati rionali sotto casa di Plaka e Monastiraki. «La notte del changeover nel 2001 - ricorda l'operaio Yannis - è ancora oggi un incubo, una notte di tragedia dove i prezzi raddoppiarono di un colpo, senza nessun controllo dal parte del governo». I bulgari, invece, se la ridono a vedere i torpedoni stracolmi di greci, turisti della spesa, con borse e taniche a tracolla, passare la frontiera a caccia, come segugi, di buone occasioni e saldi nei negozi.

Tutto a metà prezzo
Ogni fine settimna da Serres e Drama, paesi vicini alla frontiera con la Bulgaria, ma anche da Salonicco, partono due-tremila persone in pullman per andare a fare la spesa oltreconfine. Senza contare le automobili private. Sandanski è la città più gettonata da questi viaggi dai forzati dello shopping ma molti si fermano a Petrich, detta anche città della convenienza (tutto costa la metà che in Grecia) come ormai l'hanno ribattezzata i greci che lì ormai la fanno da padroni. I prezzi sono europei ma gli stipendi ora, dopo le misure di austerità decise dal Governo Papandreou, sono inferiori a quelli Ue. Così i greci, gente intraprendente, percorrono i 70 chilometri che separano Serres da Sandanski e ogni week end fanno la spesa per tutta la settimana.

Il pieno con le taniche
Alcuni dividono il costo della benzina e così aumentano il vantaggio. Il quotidiano di Sofia ‘Standard' racconta di George Ephtimios, un contadino del piccolo villaggio greco di Vironia, che fa il pieno della macchina di taniche e poi le riporta piene di carburante, per sè e i parenti. Alcuni greci addirittura si sono trasferiti a Petrich, prendendo in affitto un piccolo appartamento o una casa. Si prodigano di consigli verso i loro concittadini o si trasformano addirittura in guide turistiche. «Accolgono gruppi interi e fanno loro visitare la regione», racconta sempre a "Standard" Nikola Chopov, che abita a Petrich. «Segnalano loro i migliori affari, le boutiques e i ristoranti che praticano sconti per i greci. In cambio ricevono una piccola percentuale».

I bulgari ricchi a caccia di affari
Non solo. Anche da Alexandrupolis e dintorni (nella Tracia ellenica ai confini con la regione di Istanbul) partono i pullman dello shopping forzato verso la Turchia, anch'essa meno cara rispetto all'Ellade. Per colmo di sventura c'è anche un flusso controcorrente di denaro portato in Grecia dai nuovi ricchi bulgari. Comprano ville e hotel in Calcidia, oppure fanno shopping di lusso nei negozi di Salonicco. Per i bulgari prima della caduta della Cortina di ferro, Salonicco equivaleva a un grande sogno: venire a ‘Solun', come la chiamano, con la sua Torre Bianca, significava vedere il mare, assaporare l'odore della libertà e dei grandi spazi mediterranei. Ora, anche grazie alla nostra crisi, quel sogno lo possono realizzare.

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Pensate agli albanesi ed agli slavi che vengono a comprarsi le nostre case coi nostri stessi soldi ;)
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