dgambera, 25/03/2012 21.04:
kemar... capiamoci:
- "non sono tra gli eventuali beneficiari dell'art.18" e credo che tu non lo sia stata in passato. Ad ogni modo mi fai pure pensare che non hai mai lavorato per grandi aziende;
- io lavoro per grosse aziende da 10 anni: prima 2 anni per una grossa azienda parastatale italiana di 2k dipendenti e questi liquidarono 1/3 dei dipendenti di quella da cui provenivo alla faccia dell'articolo 18 e della sua deterrenza. Poi ogni tanto uscivano con un piano di efficientamento, alla faciia della deterrenza dell'articolo 18 nelle grandi aziende. Poi sono passato ad una multinazionale svedese di circa 10k dipendenti nel mondo, di cui 800 in Italia e questi segavano a manetta, con trasferimenti di romani (quelli fastidiosi) a Palermo da un giorno all'altro oppure qualche spicetto sul tavolo oppure cure drastiche ed intensive di CIG affiancate da benefit sempre crescenti ai top manager. Infine sono passato ad una multinazionale leader di mercato di 35k dipendenti nel mondo, di cui 1k in Italia ed inutile dire che anche loro ci davano giù di brutto, sempre nonostante la deterrenza che l'articolo 18 esercita nei confronti delle grandi aziende. Questa azienda fu poi acquisita da quella per cui lavoro adesso, 130k dipendenti nel mondo, di cui 2k in Italia e che te lo dico a fare che questi sono stati così impauriti dall'articolo 18, che nonostante presentino numeri positivi trimestre dopo trimestre, hanno continuato imperterriti a segare gente: per la prima volta nella mia carriera mi sono trovato addirittura ad un meeting di Natale per scambiarci gli auguri in cui l'AD, mentre ci diceva quanto eravamo belli e fighi, ci diceva che nell'anno successivo ne dovevano segare 120 (era il 2010 e si riferiva al 2011).
Se non ti è chiaro così quanto agisce ed ha agito da deterrente l'articolo 18 nelle grandi aziende, non so più come spiegartelo.
scusa, ma che c'entrano le ristrutturazioni/cessioni di ramo d'azienda (che sono procedimenti di licenziamento collettive) con l'articolo 18 (che norma i licenziamenti individuali)?
ovvio che i sindacati non menzionassero l'articolo 18 in quei casi: non si applica!
da deterrente ha agito e come, non tanto per le questioni che riporti tu, ma soprattutto contro gli abusi di potere dei padroncini/dirigenti, dal "me la dai o ti licenzio" (padroncino di "fabriche'tta"), al "fai anche il lavoro di mio cugino assunto con raccomandazione o ti licenzio" (dirigente di parastatale)
cmq vedo che da bravo informatico tecnico, manchi delle capacita' di "contrattazione" proprie, ad es., di un informatico commerciale...
l'art.18, per i licenziamenti individuali, e' un deterrente ai ricatti ed ai licenziamenti facili, e obbliga l'azienda ad essere piu' cauta nel procedere e piu' generosa nel contrattare le buonuscite...
PS : considera che di licenziamenti collettivi come i tuoi ne ho visti anche io parecchi; ho visto pure licenziamenti individuali in cui la "contrattazione" (e' questo il ruolo dei sindacati) era meno difficile (ovvero si spuntavano buonuscite migliori) proprio perche' l'alternativa era la spada di damocle del giudice che ordina indennizzo + reintegro.
secondo me, a questo punto, la modifica dell'art.18, serve a dare mano libera alle aziende, imponendo sempre e solo l'indennizzo e non il reintegro, in modo da "garantire" loro il "buon fine" del licenziamento, anche visti i tempi dei giudizi (che non e' notoriamente colpa dei lavoratori ne' - entro certi limiti - dei giudici)
in fondo e' questo quello che serve a chi diceva che
"abbiamo delle ristrutturazioni da fare"