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Bolla immobiliare - 42° Parte

Ultimo Aggiornamento: 19/06/2012 18:21
27/04/2012 13:06
 
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Re: TOTOIMMOBILIARE 2012
MARCHE66, 27/04/2012 11.52:


Le scommesse sono aperte.....
Signori fate anche voi la Vs. puntata "sil vous plait".

www.idealista.it/news/archivio/2012/04/27/047979-totoimmobiliare-di-quanto-scenderanno-i-prezzi-delle-case-...

Dato che "in medio stat virtus"

Tecnocasa - 2% Più ottimistica
CENSIS -50% Più pessimistica

Medio = -25% [SM=g1749711]



PS Le banche hanno 400 Mld di crediti immobiliari più altrettanti in Obbligazioni statali. Crediti un po incagliati? [SM=g1749704]



Secondo me la bolla è come le bollicine...
Più la tieni tappata per non farla scoppiare più scoppia forte quando non riesci più a tenere giù il tappo.... qui tutti hanno tenuto il tappo, banche, governo, immobiliaristi, proprietari, vaticano, quando non ce la faranno più vedrete che botto... dico un altro 20-30% in 12 mesi = - 40-50% dal 2008 in funzione delle zone e della qualità degli immobili - si salveranno, si fa per dire, con un calo più contenuto, le case belle in classe A.... Gli affitti a ruota un po più distanziati (meno calo)


27/04/2012 13:12
 
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Re: TOTOIMMOBILIARE 2012
MARCHE66, 27/04/2012 11.52:




PS Le banche hanno 400 Mld di crediti immobiliari più altrettanti in Obbligazioni statali. Crediti un po incagliati? [SM=g1749704]



A Giugno cambieranno stato... [SM=p7579]
27/04/2012 13:26
 
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Re: TOTOIMMOBILIARE 2012
MARCHE66, 27/04/2012 11.52:


www.idealista.it/news/archivio/2012/04/27/047979-totoimmobiliare-di-quanto-scenderanno-i-prezzi-delle-case-...


Io scommetto sulla previsione FIAIP.
Ho fatto un paio di proposte al 30% in meno del valore
richiesto subito respinte senza neanche riuscire a mettere nulla
nero su bianco. Ma ho valutato ci fossero le condizioni
per fare arrivare il messaggio che se vogliono liberarsi subito
del loro immobile sanno a chi rivolgersi. L'alternativa
sara' quella di continuare a vederselo svalutare giorno
per giorno, di continuare a pagare spese fisse in aumento;
in attesa di un improbabile pollo a cui le banche
rifiuteranno il mutuo. Quattro anni fa sicuramente mi
avrebbero riso in faccia; invece adesso mi ringraziano e
mi dicono che mi terranno in considerazione...





27/04/2012 13:53
 
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dal Censis al Censismento
Sono 71.101 le famiglie residenti in Italia che hanno dichiarato di abitare in baracche, roulotte, tende o abitazioni simili. L’Istituto nazionale di statistica sottolinea che «nel 2011 c’è stato un aumento vertiginoso, a fronte delle 23.336 famiglie del 2001»] [SM=j7568]

www.corriere.it/cronache/12_aprile_27/istat-censimento_2b921a56-9045-11e1-803b-373c4ae603...
27/04/2012 14:19
 
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Sbattiamo in faccia queste dichiarazioni ai sostenitori del mattone quando ci dicono che le spese di manutenzione non si devono considerare nei rendimenti perchè minime. Qui parla di un costo annuo pari al 30% del reddito percepito dall'immobile

L'accanimento
27/04/2012 14:25
 
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Re:
dgambera, 27/04/2012 14.19:

Sbattiamo in faccia queste dichiarazioni ai sostenitori del mattone quando ci dicono che le spese di manutenzione non si devono considerare nei rendimenti perchè minime. Qui parla di un costo annuo pari al 30% del reddito percepito dall'immobile

L'accanimento



E' un po' come quando vai dal concessionario a comprare o vendere una macchina usata: il cambio automatico che diventa "un'irripetibile opportunita'" se compri e' "un problema, l'italiano non lo apprezza" se vendi.

[Modificato da Loziodigekko 27/04/2012 14:26]
27/04/2012 17:32
 
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Re:
dgambera, 27/04/2012 14.19:

Sbattiamo in faccia queste dichiarazioni ai sostenitori del mattone quando ci dicono che le spese di manutenzione non si devono considerare nei rendimenti perchè minime. Qui parla di un costo annuo pari al 30% del reddito percepito dall'immobile

L'accanimento




Il 30% mi sembra esagerato....molti anni fa avevo un piccolo monolocale in affitto che mi ha reso piuttosto bene anche se la manutenzione era frequente per via di una posizione un po' particolare. Eppure, le spese di manutenzione non hanno mai inciso più del 10% sulla rendita locativa.
Ci tengo però a precisare che oggi non comprerei mai un immobile esclusivamente per affittarlo, non è un tipo di investimento che mi alletta causa i troppi problemi annessi e connessi.
Chantal

28/04/2012 08:19
 
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Senza tregua il calo della domanda di mutui: -47% anche a marzo 2012
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Secondo me qualcuno fa finta di non capire
Non per voler fare la dissident voice a tutti i costi, ma invito a leggere o anche ad ascoltare, visto che è un radioclip, questo articolo su Mantova,

www.radiobase.eu/mnch/site/index.asp?v=v_news_detail&itm_id=20120328_07383...

Città con i massimi presupposti per una tenuta immobiliare perché ricca, in un territorio dove l'industria funziona ancora, con alti redditi personali. I dati sono del Politecnico di Milano.

E qui a Milano, dove abito, le cose non sono molto diverse, perché sono state contate 80.000 case vuote senza contare quelle in ultimazione realizzate dal fallito Ligresti nell'area della ex Fiera, e le altre decine di migliaia in costruzione un po ovunque da parte di costruttori non bene identificati, almeno fino a quando una parte di questi sarà identificata a San Vittore a braccetto con i rispettivi sponsor politici.

Questo per dire che non dovremmo stupirci delle stretta creditizia, della difficoltà ad ottenere il mutuo, perché questi signori, le banche, sanno benissimo come stanno le cose ed hanno capito che siamo al Game Over, cioè è finito il Monopoli nazionale perché sono state collocate tutte le casette e non ci sono più banconote finte nel piatto.

Abbiamo vissuto un ventennio di orgia immobiliare, sostenuta per creare un benessere di pochi facendolo pagare virtualmente al popolo bue cui è stata fornita un'illusione mediatica di benessere potenziale collettivo inesistente, esattamente come al Monopoli, che però è un gioco.

Così siamo arrivati ad un cementificato incredibile ( www.cadoinpiedi.it/2010/12/16/litalia_del_cemento.html ) e viene da ridere a vedere agenzie immobiliari ed anche in molti casi proprietari stupirsi davanti al fatto che si fatichi a vendere. Colpa della banche, della crisi, dell'IMU, si sente ripetere ovunque. Il pianto del coccodrillo.

In questo scenario, crisi a parte, è ovvio che i prezzi delle case sono destinati a scendere parecchio, perché le banche hanno capito che non c'è più trippa per gatti e quindi non apriranno un secondo giro di Monopoli, di case vuote ce n'è in sovrabbondanza, occorre solo avere la pazienza di aspettare e tutto tornerà nella normalità. I valori delle case saranno ricondotti a quelli del mercato, cioè della domanda ed offerta, che purtroppo per chi ha speculato in questo Paese ha due parametri sfavorevoli, cioè il basso reddito e la scarsa qualità delle case dal punto di vista della classificazione energetica.

Infatti venendo a mancare il volano delle crescita immobiliare di tipo speculativo, si tornerà ad un mercato basato su una valorizzazione reale degli immobili, chi avrà in mano il coltello dalla parte del manico, l'acquirente, privilegerà la casa di qualità e farà cadere nel baratro i valori della case in bassa classe energetica, cioè gran parte del costruito. Un numerino di riferimento: Oggi a Bolzano, con un costo della manodopera che è mediamente il 20% superiore alla media nazionale, si costruisce una casa in classe energetica A con 1.200 Euro al metro quadro oneri di urbanizzazione a parte. Tutto fatturato. Da qui si può partire a costituire un prezzo reale delle case di classe A (< 30 Kwh/mq annuo = < 3 litri gasolio/mq annuo) e stimare quelle di classe G (160 Kwh/mq annuo = > 16 litri gasolio/mq annuo) la stragrande maggioranza delle abitazioni Italiane.











[Modificato da fede49 29/04/2012 14:58]
29/04/2012 15:01
 
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Re: Secondo me qualcuno fa finta di non capire
fede49, 29/04/2012 14.57:


...
= < 3 litri gasolio/mq annuo) e stimare quelle di classe G (160 Kwh/mq annuo = > 16 litri gasolio/mq annuo) la stragrande maggioranza delle abitazioni Italiane.



Bisognerebbe precisare quali immobili consideriamo in classe
G. Se includiamo chiese, palazzi antichi, capannoni industriali,
ruderi in abbandono puo' essere; pero' credo sia piu' utile
a noi fare riferimento agli immobili residenziali oggetto di
compravendita.
Ho letto in un libro di estimo immobiliare edito dal
Sole24, che la maggioranza delle case compravendute in Italia
sono in classe E. Pertanto l'autore del libro dimostra che dalle
quotazioni medie OMI bisogna togliere 200euro al metro quadro
in sede di valutazione degli immobili in classe G; che sarebbero
i soldi risparmiati nel bilancio energetico nel passaggio da
una classe G ad una classe E.


29/04/2012 18:57
 
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Re: Re: Secondo me qualcuno fa finta di non capire
(quicker), 29/04/2012 15.33:



Bisognerebbe precisare quali immobili consideriamo in classe
G. Se includiamo chiese, palazzi antichi, capannoni industriali,
ruderi in abbandono puo' essere; pero' credo sia piu' utile
a noi fare riferimento agli immobili residenziali oggetto di
compravendita.
Ho letto in un libro di estimo immobiliare edito dal
Sole24, che la maggioranza delle case compravendute in Italia
sono in classe E. Pertanto l'autore del libro dimostra che dalle
quotazioni medie OMI bisogna togliere 200euro al metro quadro
in sede di valutazione degli immobili in classe G; che sarebbero
i soldi risparmiati nel bilancio energetico nel passaggio da
una classe G ad una classe E.





Con isolamento a cappotto senza "ponti termici" e caldaia a condensazione con un minimo di regolazione interna potresti arrivare alla classe E, difficilmente ci arrivi con meno interventi (solo infissi termici riguardano una superficie limitata, isolamento all'interno dell'intercapedine lascia ponti termici non indifferenti) tranne in alcune fortunate situazioni in cui l'immobile è ben esposto a sud, circondato da altri appartamenti e quindi con poche superfici esposte verso l'esterno. In conclusione l'80% del parco immobiliare è in classe G. [SM=g1747522]
30/04/2012 01:35
 
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Re:
(sylvestro), 29/04/2012 09.54:

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Più che una previsione sembra una preghiera disperata.

Pare che la boutade del Censis li abbia denudati e ora si parlino addosso.

Se dovesse davvero aumentare l'inflazione (difficile finché eseste la Germania), per qualche anno la gente penserebbe al cibo, altro che investimenti infruttuosi...
30/04/2012 01:35
 
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Re:
(sylvestro), 29/04/2012 09.54:

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Più che una previsione sembra una preghiera disperata.

Pare che la boutade del Censis li abbia denudati e ora si parlino addosso.

Se dovesse davvero aumentare l'inflazione (difficile finché eseste la Germania), per qualche anno la gente penserebbe al cibo, altro che investimenti infruttuosi...
30/04/2012 09:02
 
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Re: Re:
Loziodigekko, 27/04/2012 14.25:



E' un po' come quando vai dal concessionario a comprare o vendere una macchina usata: il cambio automatico che diventa "un'irripetibile opportunita'" se compri e' "un problema, l'italiano non lo apprezza" se vendi.



Brutto esempio, dato che, dopo aver guidato a lungo la Panda di mio padre dotata di cambio Dualogic (Ok, non e' un automatico vero ma un robotizzato), posso testimoniare che lo stress di guida e' MOLTO piu' basso, specie se uno sta in coda sul GRA, ed aiuta parecchio con i consumi.

Prossima macchina, con cambio automatico...
30/04/2012 09:16
 
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Re: Re: Re:
smiley1081, 30/04/2012 09.02:



Brutto esempio, dato che, dopo aver guidato a lungo la Panda di mio padre dotata di cambio Dualogic (Ok, non e' un automatico vero ma un robotizzato), posso testimoniare che lo stress di guida e' MOLTO piu' basso, specie se uno sta in coda sul GRA, ed aiuta parecchio con i consumi.

Prossima macchina, con cambio automatico...



Non parlavo del cambio automatico in sè (che tra l'altro e' una figata, per chi e' digiuno: se ve ne capita sottomano uno moderno provate; resterete folgorati).
Parlavo dell'atteggiamento del venditore d'auto rispetto a un accessorio "importante" ma raro: se compri e' un'opportunita', se vendi "e' un problema".



30/04/2012 09:25
 
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Re: Re: Re: Re:
Loziodigekko, 30/04/2012 09.16:



Non parlavo del cambio automatico in sè (che tra l'altro e' una figata, per chi e' digiuno: se ve ne capita sottomano uno moderno provate; resterete folgorati).
Parlavo dell'atteggiamento del venditore d'auto rispetto a un accessorio "importante" ma raro: se compri e' un'opportunita', se vendi "e' un problema".



Beh, se e' per quello ormai vado dal venditore con il foglio stampato del configuratore della casa madre dicendo: "Voglio questa, quanto me la fate pagare, considerando che vi do indietro quel coso li'?"

Faccio il giro di tre o quattro concessionari, senza dirgli quanto mi hanno offerto gli altri...

La parte piu' bella fu un paio di anni fa, quando mi si ruppe l'intermittenza del tergicristallo (ancora riccamente rotto, dato che senza intermittenza funziona). Il meccanico e locale concessionario mi disse: "Ma tanto questo non lo ripariamo, visto che fra poco la cambi, no?"

La mia risposta fu: "Eh, come no... Io sto aspettando che entrino in funzione le centrali nucleari, poi mi faccio la macchina elettrica..."

Dato che poi l'anno scorso l'elettorato italiano ha deciso di evirare la nazione, credo il mio dieselone arrivera' come minimo ai 15 anni, per poi trasformari in un altro dieselone...
30/04/2012 09:49
 
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Casa: Fiaip, a Venezia la crisi spinge verso quelle in affitto

29/04/2012

Venezia, 29 apr. - (Adnkronos) -
A Venezia nel 2011 il numero dei contratti d'affitto delle case e' schizzato a quota +11,6% rispetto al 2010. In assoluto, la crescita piu' alta registrata nel Veneto, se pensiamo che la media regionale e' stata del +3%. Lo rivela l'Osservatorio Immobiliare della Fiaip, la Federazione Italiana degli Agenti Immobiliari Professionali, che ha analizzato i dati di Venezia centro storico, terraferma e provincia.

"Un dato che ci fa capire quanto la crisi economica e l'estrema difficolta' di accedere al credito influisca sulle scelte delle persone in tema di casa, purtroppo le nuove imposte sugli immobili potrebbero avere un incidenza negativa verso la casa in affitto - spiega il presidente di Fiaip Venezia Roberto Loschi - Le misure fiscali introdotte dal Governo e volte a colpire il settore immobiliare con l'introduzione dell'Imu non giovano certo a una situazione del mercato gia' di per se' depressa, i proprietari tenderanno a far pagare quest'aumento di tassazione ai conduttori vanificando anche tutti gli sforzi e i risultati ottenuti con l'introduzione della cedolare secca - aggiunge- Il settore immobiliare rappresenta il 25% del Pil: una sua ripresa comporterebbe un effetto trainante su tutta la filiera".
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30/04/2012 12:43
 
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Il Paese dei penultimi
www.repubblica.it/politica/2012/04/30/news/diamanti_paese_penultimi-34201386/?ref...
di ILVO DIAMANTI
IL PRIMO maggio, quest'anno, rischia di essere una festa triste per i protagonisti. I lavoratori. Ma anche il lavoro. Come fonte di reddito. Come riferimento dell'identità e come risorsa di promozione sociale. Il lavoro. Principio della Repubblica, sancito dalla Costituzione. Oggi è divenuto incerto. Insieme alla struttura sociale, di cui è base e fondamento.

L'Osservatorio su Capitale Sociale di Demos-Coop 1, infatti, rileva come oltre metà degli italiani (il 53%) percepisca la posizione sociale della propria famiglia "bassa" o "medio-bassa". Il che significa: oltre 11 punti in più rispetto a un anno fa. E soprattutto: quasi il doppio rispetto al 2006. Detto in altri termini, in pochi anni, l'Italia è divenuto un Paese di "ultimi". O, al massimo, di "penultimi". Dove il 37% delle persone insiste a considerarsi parte della "classe operaia" (e il 15% delle "classi popolari"). Anche se pare che gli operai non esistano più.

La fine del berlusconismo ha, dunque, decretato anche la fine della grande illusione. Che tutti gli italiani potessero diventare come Lui. Il Cavaliere. Con molta fortuna e altrettanta spregiudicatezza, un po' di senso cinico al posto di quello civico. Gli italiani: un popolo di partite Iva e di imprenditori. Di ceti medi pronti a salire ancora nella scala sociale. Il "sogno italiano", interpretato per quasi un ventennio da Berlusconi,
sembra finito in modo brusco. Perfino violento. Gli italiani che si sentono "ceto medio" sono, infatti, calati dal 60%, nel 2006, al 44% di oggi. Mentre il "mito dell'imprenditore" appare in rapido e profondo declino. Solo 2 italiani su dieci, per sé e i propri figli, ambiscono a un lavoro in proprio. Nel 2004 erano il 31%. Ancor meno, il 16%, sperano in una carriera da liberi professionisti. Un anno fa erano quasi il 23%.

Parallelamente, ha recuperato un grande appeal l'impiego pubblico. In testa alle aspirazioni del 34% degli italiani: 5 punti in più dell'anno scorso. È il mito del posto fisso che si fa largo e resiste. Nonostante che, nell'ultimo anno, solo il 30% delle persone dichiarino di aver lavorato "regolarmente tutti i mesi". O forse proprio per questo. Cioè: perché in un mondo instabile, la flessibilità, se è priva di prospettive e di tutela, sconfina nella precarietà. Alimenta incertezza. Per questo il 55% degli italiani si accontenterebbe di un lavoro di qualsiasi tipo, ma stabile. Non importa che piaccia, a condizione che sia sicuro.

Insieme al berlusconismo pare svanito anche il suo complemento psicologico: l'ottimismo. Fino a un anno fa, era l'ideologia del tempo. Un obbligo e un imperativo "nazionale". Dirsi pessimisti significava dichiararsi anti-italiani. E, quindi, (almeno un po') comunisti.

Nel 2003, circa il 40% degli italiani si diceva soddisfatto della condizione economica personale e di quella del Paese. Oggi quelli che esprimono la medesima convinzione sono poco più del 10%. In confronto all'anno scorso: la metà. D'altronde, nell'ultimo anno, il 45% degli italiani afferma di aver tirato avanti a fatica, con il proprio reddito, senza riuscire a metter da parte nulla. Oltre il 40% dichiara, anzi, di aver dovuto attingere ai propri risparmi oppure di aver fatto ricorso a prestiti. Insomma: di essersi impoverito. Non a caso, negli ultimi due anni, il 62% delle persone (intervistate da Demos-Coop) ritiene che la propria condizione economica sia "peggiorata".
Questo Paese, più che perduto, appare, dunque, popolato di "perdenti". Gli "ultimi", coloro che si sentono di posizione sociale bassa. I più colpiti dalla crisi. Insieme ai "penultimi", quelli che si dichiarano di classe medio-bassa. Il che significa, soprattutto, i lavoratori dipendenti privati, i pensionati, le casalinghe. La popolazione del Mezzogiorno. Rispetto a qualche anno fa, il ritratto tracciato dall'Osservatorio di Demos-Coop descrive un altro Paese. Un Paese smarrito. Dove la maggioranza delle persone ritiene troppo rischioso investire nel futuro. Dove la fiducia negli altri è, ormai, una merce rara. Espressa da due persone su dieci. Dove, di conseguenza, ci si sente stranieri, perché il "prossimo" si è eclissato e gli "altri" ci appaiono minacciosi. Stranieri fra stranieri.

Da ciò la differenza sostanziale dalle altre crisi che abbiamo affrontato, nel dopoguerra. Ieri - e ancor più ieri l'altro - credevamo in noi stessi e investivamo nelle virtù, ma anche nei vizi, del nostro carattere nazionale. Il lavoro, la famiglia, il risparmio. L'arte di arrangiarsi. Eravamo sicuri che ce l'avremmo fatta, comunque. Noi, che quando il gioco si fa più duro, abbiamo sempre dato il meglio. In grado di utilizzare come una risorsa perfino la povertà di senso civico, alimentata da un sistema pubblico poco efficiente. O meglio: un segno coerente con la storia del nostro Paese. Dove la società è tradizionalmente più forte dello Stato. Ed è sempre stata capace di affrontare sfide ed emergenze, con mezzi leciti e talora illeciti. Attraverso l'economia formale e quella sommersa. Il lavoro ufficiale e quello nero. La pressione e l'evasione fiscale. Oggi questo modello sembra in seria difficoltà. Perché i suoi fondamenti e i suoi meccanismi rischiano di logorarsi. La famiglia e il familismo, il risparmio, il localismo: non garantiscono più le stesse "prestazioni" di una volta. L'arte di arrangiarsi: non appare più reattiva come prima. Siamo meno convinti che, comunque, "ce la faremo" da soli. Con o senza lo Stato. La stessa riluttanza verso le regole, la fuga nel sommerso: appaiono, sempre più, un costo e perfino un danno sociale. E suscitano, per questo, insofferenza. Non a caso quasi 6 italiani su 10 considerano l'evasione fiscale un comportamento deprecabile. D'altronde, i controlli a sorpresa condotti dalla Guardia di Finanza in alcuni contesti particolarmente visibili, con finalità esemplari e spettacolari, hanno registrato largo consenso, nella popolazione.

Ma, soprattutto, ci penalizza il deficit di futuro e di comunità. L'incapacità di vedere lontano, di costruire relazioni con gli altri. Nessuno come noi, in Europa, guarda con sfiducia il futuro delle giovani generazioni. Forse perché nessuno come noi, in Europa, è invecchiato tanto e tanto in fretta. Così rischiamo di perderci. Perché la fiducia nello Stato, nel sistema pubblico e nella politica resta bassa. E, anzi, continua a calare. Ma le nostre tradizioni e le nostre istituzioni sociali non ci soccorrono più.

(30 aprile 2012)
[Modificato da _gmp_ 30/04/2012 14:18]
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(sylvestro), 30/04/2012 14.20:

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l'ultima volta che ci siamo sentiti così smarriti e frustrati, è arrivato un tizio pelato che promise di rivalersi sui paesi stranieri che ci opprimevano chiedendoci di pagare i debiti (di guerra) senza darci in cambio niente (le colonie)
[Modificato da _gmp_ 30/04/2012 14:52]
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