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Dead men working

Ultimo Aggiornamento: 31/08/2015 08:57
29/01/2009 11:30
 
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India, la crisi ha già fatto perdere un milione di posti di lavoro

NEW DELHI – La crisi economica mondiale sarebbe già costata alle sole imprese esportatrici indiane tra 700mila e 1 milione di posti di lavoro. La stima fatta dal segretario al Commercio G.K. Pillai, supera di più di 10 volte quella formulata lo scorso dicembre e conferma con quale forza la recessione di Europa, Stati Uniti e Giappone stia colpendo anche le economie emergenti dell'Asia. «Le perdite di posti di lavoro – spiega Pillai – sono massicce e i settori più colpiti sono quelli a maggiore intensità di manodopera: la lavorazione delle pietre preziose, la gioielleria, l'abbigliamento, il tessile e l'artigianato. È improbabile che assisteremo a una ripresa prima di giugno».

Lo scorso dicembre le esportazioni indiane si sono contratte per il terzo mese consecutivo facendo segnare un calo dell'1,6% a 11,2 miliardi di dollari. A novembre, rispetto allo stesso mese del 2007, il calo era stato del 9,9% (11,5 miliardi) e a ottobre del 21,1% (12,8 miliardi). Il bilancio dei primi tre trimestri dell'anno fiscale (che in India inizia ad aprile e finisce a marzo) è comunque positivo con un incremento del 15% anno su anno a 130 miliardi. L'obiettivo più volte enunciato dal ministro per il Commercio Kamal Nath di 200 miliardi di dollari di esportazioni entro la fine dell'anno fiscale è però ormai irraggiungibile. Secondo il neo presidente della Federation of Indian Exporters Organizations A. Sakhtivel il risultato potrebbe essere compreso, nella migliore delle ipotesi, tra 175 e 180 miliardi.

Nonostante il progressivo ridursi dell'entità delle contrazioni registrate negli ultimi tre mesi del 2008 (-21,1% a ottobre; -9,9% a novembre; -1,6% a dicembre) sono in pochi a prevedere che il primo dato del 2009 sarà positivo. Il portafoglio ordini di molte aziende nei settori più colpiti dalla crisi non si spinge molto più in là di gennaio e le stime di crescita della terza economia asiatica da alcune settimane non fanno che venire ritoccate al ribasso. Lunedì scorso, 24 ore prima di prima di rendere nota la revisione trimestrale della propria politica monetaria, la Reserve Bank of India ha annunciato che le previsioni di crescita del Prodotto interno lordo per l'anno fiscale in corso sono state riviste al ribasso al 7,1% contro il 7,7% stimato pochi mesi fa. Sarebbe il risultato peggiore dal 2003. Per l'anno solare 2009 il Fondo monetario internazionale ha detto ieri di prevedere, a livello mondiale, un incremento del Pil dello 0,5% contro una stima precedente del 2,2% e per l'India una crescita del 5,1%, contro il 6,3% stimato.

I riflessi della crisi nelle economie più sviluppate non ha colpito solo l'India che attualmente esporta il 50% delle proprie merci in Asia e il 37% tra Europa e Stati Uniti. A dicembre l'export cinese è calato del 2,8% e nello stesso mese anche Singapore ha registrato il rallentamento più brusco dal 2002. Lo scorso dicembre il governo indiano ha annunciato, nel primo dei suoi due pacchetti di sostegno all'economia, una serie di misure per complessivi 317 milioni di euro mirate espressamente alle imprese esportatrici come l'estensione da 6 a 9 mesi dei crediti agevolati pre-spedizioni. Ulteriori interventi di stimolo sono però considerati improbabili per via del forte deficit fiscale accumulato nel corso dell'ultimo anno.
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