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Per chi vuole conoscere meglio Milano

Ultimo Aggiornamento: 05/11/2015 16:17
19/10/2010 12:22
 
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prove di isola pedonale
Sant'Ambrogio, prove di isola pedonale
via Lanzone chiude a sorpresa alle auto
Per ora si tratta di una sperimentazione, ma la novità ha mandato in tilt la circolazione
De Corato: "Un test per verificare i problemi prima che venga introdotta una grande Ztl"
di ILARIA CARRA

Sant'Ambrogio, prove di isola pedonale via Lanzone chiude a sorpresa alle auto

Automobilisti e centauri che ogni giorno fanno quella strada sono rimasti spiazzati, c’è addirittura chi ha rischiato di finire contro gli agenti tanto il blocco era inaspettato: via Lanzone chiusa al traffico, di qui non si passa. Alle spalle di piazza Sant’Ambrogio, per quasi tutto il giorno i vigili hanno impedito l’accesso. Lo stesso in via Correnti, all’incrocio con le vie Caminadella, Medici e Del Torchio. Una novità senza preavviso, tanto che il caos e gli ingorghi sono stati notevoli. È stata una simulazione blitz del Comune a far impazzire i milanesi che in quella zona vivono o lavorano: una sperimentazione che tra l’altro durerà fino a giovedì e non sarà l’ultima. Lo scopo è testare sul campo la zona a traffico limitato (Ztl) intorno alla Milano delle rovine romane che Palazzo Marino intende realizzare entro l’inizio del 2011, al più tardi per la primavera.

Strade strette e marciapiedi piccoli non adatti a un traffico così intenso, per l’amministrazione. E così, dalle 7,30 alle 13 e dalle 14 alle 17, traffico dirottato su via Torino e corso Magenta e vigili ai blocchi a vedere cosa succede. Ieri, il delirio. Inevitabili i disagi, per Palazzo Marino, che ha optato per la strategia dei divieti d’accesso “a sorpresa”: «Se avvisassimo sarebbe tutto falsato, così si testa il vero flusso di traffico perché le Ztl studiate a tavolino danno sempre problemi — spiega il vicesindaco Riccardo De Corato, anche assessore alla Mobilità — se andrà bene porterò il progetto prima in consiglio di zona 1 e poi in commissione entro Natale, via libera inizio 2011».

Chiusura al traffico sette giorni su sette, esclusi residenti, biciclette e taxi è l’idea per la grande isola pedonale che dalla basilica di Sant’Ambrogio arriverà fino alla Biblioteca Ambrosiana. A febbraio la giunta aveva deliberato una Ztl tra le vie Cappuccio e una porzione di via Sant’Orsola, oggi in realtà l’area interessata dal progetto è molto più ampia. E non comprende solo via Brisa e dintorni, per valorizzare i resti del palazzo imperiale e facilitare l’accesso al museo archeologico. È molto più ampia: da corso Magenta (esclusa dalla Ztl) i confini sono le vie Santa Maria alla Porta a est, via Santa Marta e via Correnti (esclusa) verso sud, le vie Caminadella, Lanzone e Terraggio verso nord, passando per piazza Sant’Ambrogio che in futuro sarà pedonale. [SM=g7560] [SM=g7840] [SM=g7560] [SM=g7840]



milano.repubblica.it/cronaca/2010/10/18/news/sant_ambrogio_prove_di_isola_pedonale_via_lanzone_chiude_a_sorpresa_alle_auto-...
[Modificato da ccc56 19/10/2010 12:25]
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Com'è la zona di Milano Famagosta riguardo sicurezza, tranquillità, servizi, negozi ecc.?
Miglior risposta - Scelta dai votanti
ma proprio lì? Sconsigliato uscire la sera da soli, anche per andare a prendere un autubus o la metropolitana. Una ragazza sola in quella zona è altamente a rischio di tutto, e non sono un allarmista ma semplicemente realista. Non è una questione di razzismo ma in quella zona sono concentrati i peggiori elementi di tutte le attività illecite. In quel di Famagosta c'è il quartiere della Baia del Re centro e covo di spacciatori, la Barona centro e covo di tutti i disperati disadattati della società, a questo aggiungi tutti quelli di colore che vedi in giro tutto il giorno e non si sa come e di cosa vivono, aggiungi che si sta espandendo una colonia abbastanza nutrita di arabi che creano una vera e propria enclave dentro la città, ci sono momenti che facendo una via della zona non si sente parlare italiano ma lingue incomprensibili. Io, che sono uomo e abbastanza con prestanza fisica, nemmeno se mi poagassero andrei ad abitare lì! Altro sarebbe il discorso in caso di posto di lavoro perchè durante il giorno in zona ci sono parecchi uffici e aziende quindi la maggioranza è di gente che lavora, la sera lasciamo perdere che è meglio...ciao.
Fonti:
sono milanese e conosco bene la città.

it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20100518071431AAZ9C04
[Modificato da ccc56 19/10/2010 12:31]
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19/10/2010 19:26
 
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il degrado dei quartieri a milano
MILANO - «Quartieri degradati: vecchi palazzi da abbattere»
Milano come Roma. «Nessun progetto, ma subito gli incontri tecnici»

Moratti: un’ipotesi. Verga: il Giambellino potrebbe essere il primo

«I quartieri degradati? Abbattiamoli». Anche Milano avrà la sua Tor Bella Monaca. Forse. In Comune è iniziato il dibattito, ma i pareri sono molto discordanti. Dopo le parole dell’assessore Gianni Verga («Il Giambellino potrebbe essere il primo»), Letizia Moratti, nella foto, si è prima dimostrata favorevole e poi ha fatto marcia indietro: «Nessun progetto, ma subito gli incontri per i progetti». Anche Milano ha la sua Tor Bella Monaca. È il Giambellino, quartiere di case Aler d’inizio secolo, d’immigrati vecchi e nuovi, di alloggi popolari e di degrado. Troppo degradato per sperare di cambiarlo. «Stiamo verificando se ci sono situazioni che possano richiedere interventi di questo tipo», dice Letizia Moratti, in visita a una casa confiscata alla mafia e assegnata a un’associazione non-profit, e rispondendo a una domanda dei cronisti sul tema di eventuali demolizioni dei quartieri più a rischio. Il sindaco non fa nomi, e anzi, subito dopo, ingrana la retromarcia: «Verificheremo, valuteremo, studieremo. Al momento comunque non c’è nessun progetto concreto». Sono però i suoi assessori a confermare che Palazzo Marino è intenzionato a seguire la via «romana » . L’assessore alla Casa, Gianni Verga, cita un precedente che può fare scuola: «Via Fetrinelli. Per togliere l’amianto dalla case bianche abbiamo trasferito un bel numero d’inquilini. Tra pochi mesi interverremo nelle torri di via Tofano, a Baggio. E poi nelle casette di via Barzoni al Corvetto».

Ma la vera sfida si chiama Giambellino-Lorenteggio. Verga conferma che si tratta di una soluzione ancora da studiare e da verificare, ma l’intenzione è quella: «Lì, al Giambellino, gli alloggi Aler sono troppo fatiscenti e degradati. Ristrutturare rischierebbe di essere uno sforzo inutile». L’idea allora è di demolire con chirurgica precisione. «Interventi mirati, non vogliamo mica distruggere un intero quartiere», assicura l’assessore. Si lavorerà di bisturi prima d’azionare le ruspe.

L’assessore all’Urbanistica, Carlo Masseroli, dice che «per ora il tema è solo quello di realizzare nuovi alloggi popolari in sostituzione di quelli più non più riqualificabili». «Via Cogne, via Civitavecchia, via Ovada: potremmo prevedere di riservare una quota delle case convenzionate in realizzazione proprio a chi dovrà traslocare dai vecchi quartieri Aler». D’accordo «in linea di principio» anche il vicesindaco Riccardo De Corato. Che mette però l’accento sulla necessità di trovare soluzioni condivise con i residenti sfrattati «causa degrado»: «La mappa dei quartieri a rischio è facile facile», suggerisce: «Stadera, Corvetto, San Siro. Solo per fare tre nomi di altrettante zone dove le case Aler sono ormai troppo vecchie».

Insorge intanto l’opposizione. Roberto Cornelli, segretario metropolitano del Pd, è durissimo: «Le periferie di Milano hanno bisogno di servizi e attenzione alla qualità della vita. Dopo 5 anni di governo è allarmante che il sindaco Moratti voglia abbattere interi quartieri e non precisi nemmeno di quali luoghi stia parlando».
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19/10/2010 19:30
 
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case aler e quartieri critici
Ambulatori di zona tagliati

Il primo settembre molti degli ambulatori pediatrici milanesi sono stati chiusi. La decisione dell’ASL guidata da Walter Locatelli, direttore generale nominato da Regione Lombardia, prevede l’accorpamento di tutti i servizi offerti in strutture polifunzionali già esistenti. Tra i presidi di zona che verranno eliminati ve ne sono diversi in quartieri dove 8 bambini su 10 sono figli di migranti. Tra le emergenze spicca quella di via Paravia, l’unico ambulatorio medico dedicato alla maternità e all’infanzia presente nel più grande complesso di case popolari di Milano, il ‘Baracca San Siro’, dove il tasso di natalità e la presenza di bimbi sotto i 5 anni sono tra i più alti di Milano. Gli stessi disagi e rischi si ripercuotono al Corvetto, allo Stadera, al Molise-Calvairate, a Dergano e in viale Padova.
Il caso di San Siro è tra i più emblematici. Basta fare un giro la sera dopo le 19 ai giardini di via Mar Jonio e piazza Selinunte, tra campi da basket e altalene, per rendersi conto che è uno dei pochi quartieri milanesi in cui le mamme con figli piccoli sono la maggioranza. D’ora in poi le mamme con passeggini, borse, secondi e terzi figli al seguito, dovranno percorrere circa 1 chilometro a piedi e cambiare due mezzi ATM, per raggiungere l’ambulatorio di Piazza Stovani a Baggio. Per fare un paragone, la distanza è la stessa che va da Duomo a viale Padova, ma solo chi ha figli piccoli sa cosa voglia dire salire e scendere per 4 volte con una carrozzina dai bus di linea. E che mezzi, la 95 e la 49 non sono proprio le meno frequentate visto che attraversano i quartieri più popolosi di Milano.
Facile prevedere date le oggettive difficoltà di movimento, gli effetti pratici dello spostamento dell’ambulatorio: una perdita secca di controlli medici, regole, consigli che il servizio pediatrico dispensava alle mamme, con difficoltà di comprensione della lingua e degli usi sanitari italiani.
Negli ambulatori pediatrici le mamme potevano portare i loro figli per visite mediche, in caso di febbri e allergie, per le vaccinazioni obbligatorie. Non solo, lì potevano conoscere altre puerpere e scambiarsi esperienze e consigli. La riorganizzazione prevista dalla Regione peserà maggiormente sui ceti meno abbienti, su chi non possiede un’auto, su chi non può pagarsi un pediatra privato e chi non può contattare i pediatri dell’ASL.
E’ infatti facile difendere le donne a parole specie se sono di paesi lontani, accusare stati e religioni di discriminarle. Fa trendy finanziare ONG e associazioni del Terzo Settore che operano all’estero, ancora più figo è partire per grandiosi progetti di solidarietà, quando non riusciamo a garantire nemmeno un pediatra alle giovani mamme delle nostre periferie, ancora più importanti in quanto educatrici e formatrici dei cittadini milanesi del futuro.
A parlare di vero e proprio rischio sanitario è C.R., pediatra precario assunto annualmente dalla Regione che lavora in un presidio di Milano, poco disposto a svelare le proprie generalità: ‘Già oggi facciamo fatica a far capire alle mamme dei migranti la necessità di certe vaccinazioni. Abituarle ai controlli medici, a pesare i bimbi, a usare metodi di cura moderni. Vi sono molti casi di madri che non sono mai stati da una ginecologa, figurarsi da un pediatra. In molti paesi del Magreb e in Egitto, queste cure sono riservate ai più abbienti. I bambini che non verranno curati sono quelli che si siederanno vicino ai nostri figli all’asilo e a scuola. Perché privarli dei doverosi controlli medici?’.
Aggiunge M. R. giovane pediatra del pronto soccorso del San Paolo: ‘Facile prevedere che aumenteranno a dismisura i casi di bambini che verranno portati qua in ospedale, visto che nessuno potrà accompagnare di giorno le mamme nei presidi ASL: tanto vale aspettare la sera e andare dopo il lavoro all’Ospedale. La situazione delle infezioni e delle malattie virali fa spavento già oggi a Milano, e si acutizza proprio a partire da Novembre con lo smog sospeso nell’aria. Al nostro Pronto soccorso facciamo fronte a centinaia di casi che dovrebbero essere curati altrove, visto che non rivestono carattere di particolare urgenza. Certo che se poi chiudo i servizi di quartiere i bimbi arrivano tutti qui in Ospedale e non ce la facciamo a curare tutti. Rischi per la salute? Certo, spesso riscontriamo gravi mancanze nell’igiene personale, figurarsi quando si parla di malattie infettive…’
Stefano Mansi
[Modificato da ccc56 19/10/2010 19:31]
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La moschea no, il coprifuoco sì


“Ligera” era il nome della malavita milanese del dopoguerra. Oggi è un’enoteca in via Padova ispirata a quegli anni: arredo vintage, poster dei film poliziotteschi, manifesti della Malamilano. Anche Federico Riccardo Chendi, uno dei due proprietari, ha un look vagamente retrò.

Chendi ha inventato un cock­tail che è una provocazione verso l’amministrazione comunale. Il “Moratti-De Corato” è composto da due terzi di camomilla, un terzo di limone e una spruzzatina di valeriana. La sindaca e il suo vice, infatti, dopo i disordini di febbraio seguiti all’omicidio di un ragazzo egiziano ucciso da un sudamericano, hanno imposto la chiusura anticipata di molti locali, prima in questa zona, poi in altri quartieri “a rischio” abitati da immigrati.

“È il quartiere più europeo di Milano”, dice Chendi. “Ricorda la Londra degli anni settanta, ma viene vissuto come un problema di ordine pubblico”. Di fronte al bar c’è la Casa della cultura islamica, ospitata dal 2003 in un ex magazzino. I soci sono circa duecento, ma l’affluenza settimanale è di quasi diecimila persone: il venerdì, giorno di massima affluenza, i fedeli sono suddivisi in turni e “smistati” in altri locali.

Milano non ha una moschea, ma il coprifuoco sì. “Gli stranieri hanno reso via Padova più bella e più vivace, ma la giunta comunale la sta trasformando in una caserma”, commenta Mahmoud Asfa, presidente della Casa della cultura islamica, che nel 2009 ha vinto l’Ambrogino d’oro per il suo contributo all’integrazione. Che, a quanto pare, per i politici è possibile solo se ognuno resta a casa sua la sera.

Gabriella Kuruvilla è una scrittrice italoindiana nata a Milano nel 1969.
www.internazionale.it/la-moschea-no-il-coprifuoco-si/
[Modificato da ccc56 19/10/2010 19:39]
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19/10/2010 19:46
 
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Milano, scoperti 63 stabili affittati a clandestini

Milano - (Adnkronos) - 51 erano solo in via Padova
(Adnkronos) - La Polizia locale ha scoperto e richiesto il sequestro di 63 appartamenti affittati a clandestini, 51 solo in via Padova a Milano. E' quanto fa sapere il vicesindaco e assessore alla Sicurezza del Comune di Milano Riccardo De Corato, intervenendo all'inaugurazione delle attivita' culturali e dei corsi di formazione dell'Anaci, associazione nazionali amministratori condominiali e immobiliari.

"Gli amministratori - ha aggiunto il vicesindaco - sono le nostre sentinelle sul territorio. Con le recenti ordinanze in alcuni quartieri piu' a rischio (via Padova, Corvetto, Lodi, Sarpi), hanno il compito di segnalare le situazioni anomale e sospette negli stabili cittadini".

De Corato ha anche sottolineato che "gli interventi della Polizia locale, su impulso delle segnalazioni degli amministratori, hanno portato a scoperchiare situazioni di degrado e illegalita' e hanno fatto emergere la negligenza dei proprietari".

www.adnkronos.com/IGN/Regioni/Lombardia/Milano-scoperti-63-stabili-affittati-a-clandestini_311057588...
[Modificato da ccc56 20/10/2010 09:33]
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"Ghisa". Versatili e specializzati
resentate le iniziative per l’anniversario. De Corato: “I 50 volti della Polizia Locale al servizio di Milano: impegnati ormai a 360 gradi per i bisogni della città”

“Specializzazione e versatilità. Sono questi i nuovi requisiti chiesti oggi alla Polizia Locale per rispondere alle esigenze di una metropoli complessa come Milano. L’idea del ‘ghisa’ che sta al semaforo è romantica ma anacronistica. Sono infatti almeno 50 i diversi ambiti, criticità e servizi che impegnano gli agenti ogni giorno. E che vanno dai controlli ambientali al servizio scuole; dagli incidenti stradali ai truffatori seriali; dalla contraffazione alla sicurezza sul lavoro; dal contrasto alle occupazioni abusive all’immigrazione clandestina. Un impegno molteplice che ha reso la Polizia Locale un punto di riferimento a 360 gradi per tutti i bisogni della città. E che, potenziando la prevenzione, ha contribuito, dal punto di vista della sicurezza, al calo costante dei reati nell’ultimo triennio”.

Così il vice Sindaco Riccardo De Corato che oggi insieme al comandante della Polizia Locale, Tullio Mastrangelo e al commissario Antonio Barbato, Direttore della scuola del Corpo, ha presentato le iniziative per la Festa del 150esimo anniversario della fondazione della Polizia Locale di Milano che cadrà il prossimo 4 ottobre.

“Molti ignorano – ha proseguito il vice Sindaco – che esiste pure un Nucleo Batteriologico in seno alla Polizia Locale, che sa come operare in caso di attacco chimico. Ma anche un Nucleo Cinofili, di cui si avvale l’intera Lombardia per operazioni anti-droga e non solo. Il Nucleo Sommozzatori, impegnato all’Idroscalo. Il Laboratorio dei falsi documentali, per il riconoscimento dei falsi permessi di soggiorno. Ma i vigili si occupano anche di sicurezza nei cantieri, con la ‘Freccia 5’ che nel 2009 ha effettuato 345 sopralluoghi con 406 denunce e 9 cantieri sequestrati. Sicurezza alimentare, con il Nucleo tutela consumatori che quest’anno ha eseguito 3.500 ispezioni con 53 denunce. Videosorveglianza, col controllo simultaneo di 48 monitor nella Control room che ha permesso di fornire più di 800 filmati utili per indagini solo quest’anno, contribuendo alla risoluzione dei reati nel 63% dei casi. Controllo nei parchi, grazie al servizio Verde sicuro che ha portato sicurezza in 891 aree verdi da maggio a settembre. Tutela degli utenti Atm, con il Nucleo tutela trasporto pubblico che da gennaio a giugno ha controllato 3.854 linee con 234 denunce e 22 arresti. Contraffazione, con circa 7 milioni di merci contraffatte sequestrate nel 2010. Graffiti, con 75 writer già denunciati dal Nucleo tutela decoro urbano. E naturalmente controlli sulle strade, contro incidenti, comportamenti scorretti e guidatori in stato di ebbrezza: un servizio soprattutto preventivo che tra il primo semestre 2009 e lo stesso periodo del 2010 è valso un calo di ben 1.000 sinistri”.

“Nel 2007 – ha concluso il vice Sindaco – Milano aveva lanciato un appello al Governo per una maggiore sicurezza. E oggi, anche grazie a una maggiore presenza della Polizia Locale sul territorio, i reati sono in calo, come sta registrando la Questura da 3 anni a questa parte: meno 20% nel 2008, meno 10% nel 2009 e meno 24% nei mesi estivi del 2010. E si sono attenuate fortemente quelle che erano delle vere criticità: criminalità predatoria, violenze sessuali, rom abusivi, prostituzione, truffe agli anziani, droga. Risultati che ora beneficiano ulteriormente dei controlli alle ordinanze anti-degrado e nei quartieri a rischio. E che si riassumono in 207 denunce, 18 arresti, 351 violazioni ai provvedimenti , 3090 schede sugli affitti consegnate oltre a 50 stabili del degrado occupati da clandestini dei quali si è chiesto alla Procura il sequestro”.


www.comune.milano.it/portale/wps/portal/CDM?WCM_GLOBAL_CONTEXT=/wps/wcm/connect%2Fcontentlibrary%2FGiornale%2FGiornale%2FTutte+le+notizie%2FRapporti+Consiglio+Comunale+e+Attuazione+del+programma+Sicurezza%2Fvigili_anniversario_fondazione_speciali...
[Modificato da ccc56 19/10/2010 19:49]
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IL QUARTIERE SAN SIRO
nella geografia delle case popolari milanesi, a San Siro c’è qualcosa di diverso, di più impressionante: le proporzioni.

Piantato nel mezzo della città, vicinissimo ai futuri grattacieli di Citylife e a piazza Piemonte, alla sede del Sole 24 Ore e alle ville e ai giardini privati della zona dell’ippodromo, c’è un quadrilatero di alloggi miseri e desolati grande quasi come il parco Sempione. Trecentosettantamila metri quadrati di superficie e undicimila residenti, di cui seimila che vivono nei centoventiquattro palazzi ancora di proprietà dell’Aler. Oltre i tanti numeri si disegna un’utopia urbanistica che il tempo e l’incuria hanno trasformato in un centro di esclusione, illegalità e rancore.
Certo, a Rogoredo e a Romolo ci sono le case d’amianto; al Corvetto le gang rivali di italiani e marocchini; e tra le vie Lopez e Pascarella una tradizione mafiosa che si rinnova da decenni, gli ultimi arresti soltanto pochi giorni fa. Ma nella geografia delle case popolari milanesi, a San Siro c’è qualcosa di diverso, di più impressionante: le proporzioni.

Costruito dal 1935 al 1947 in stile razionalista, il quartiere San Siro, il più grande di edilizia sociale della città, è rimasto praticamente abbandonato a se stesso a partire dai tardi anni Settanta. All’inizio del Duemila aveva raggiunto livelli di degrado abitativo così estremi da dare il via a un lungo programma di riqualificazione. I lavori dovrebbero finire entro il 2011. La centrale di teleriscaldamento e il nuovo arredo urbano di piazzale Selinunte, il centro del quadrilatero, sono stati inaugurati qualche mese fa.

Non tutte le immagini del quartiere in Google street view sono già state aggiornate al dopo-ristrutturazioni. Vale la pena affrettarsi a vederle per conservare una testimonianza delle scandalose condizioni in cui San Siro era ridotto, in particolare nelle strade interne, le più strette e claustrofobiche.


Chi abita nel quadrilatero di San Siro? All’avvio del “Contratto di Quartiere II”, nel 2002, oltre il 62% degli abitanti aveva più di 60 anni. Quasi il 4%, cioè 400 persone, avevano disagi psichici ed erano classificate come “malati mentali“. C’era poi un altro 25% di residenti stranieri. Una cifra che al 31 dicembre 2008 era salita al 30% circa. Alla scuola elementare pubblica “Lombardo Radice” di via Paravia, quest’anno, iscritti in prima c’erano soltanto bambini stranieri.

E poi c’è la questione degli occupanti abusivi. Quattrocentocinquanta in tutto, 160 soltanto nelle piccole vie Tracia e Preneste. Ogni tanto, negli ultimi mesi, scortati dalla polizia arrivano gli uomini dell’Aler a sfrattare qualcuno. Prima di oggi era successo a gennaio, al 4 di via Tracia. Ad ogni sgombero scendono in strada gli altri inquilini irregolari, fiancheggiati dai ragazzi dei centri sociali.

Dietro alla riqualificazione dell’area, sostengono i manifestanti, ci sarebbero le mire di speculazione edilizia da parte di qualche imprecisato costruttore in vista dell’Expo. Sarà vero? A dicembre il presidente dell’Aler, Loris Zaffra, aveva dichiarato: «A San Siro le case popolari sono a poca distanza dall’area dove sorgerà Citylife. Se possiamo costruire case nuove a poca distanza e i residenti ne hanno un segno tangibile, iniziamo a liberare i 6mila alloggi e non è escluso che una parte di quell’area possa essere rimessa sul mercato».
Qualcuno sta per mettere le mani sul quadrilatero? La risposta arriverà dal Piano di Governo del Territorio. Nel frattempo bisogna tenere d’occhio i confini del quartiere, da cui arrivano segnali contrastanti. Da un lato, a nord, su piazzale Segesta, è in cantiere un palazzo di otto piani appaltato dalla cooperativa “La Torrazza”. Dall’altro, a sud-ovest, sembra scongiurato il previsto abbattimento (con nuova costruzione) del condominio di via Civitali 30.
[Modificato da ccc56 20/10/2010 08:49]
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Il presidente Zaffra: sono zone degradate, miglioreremo la vita dei quartieri
L'Aler: siamo pronti ad abbattere
i quartieri Giambellino e San Siro
«Incontri con gli abitanti per spiegare l'operazione di trasferimento, vogliamo evitare l'effetto choc»

MILANO - Prima l'esperimento in piccolo: 60 alloggi in via Barzoni, dietro al Corvetto. Poi la sfida più grande: il Giambellino. «È tutto vero, stiamo lavorando con il Comune e la Regione per cambiar volto ai quartieri più degradati della città». Demolire per ricostruire. Loris Zaffra, il presidente di Aler, ne ha parlato di ritorno dalla ferie anche col sindaco Moratti. «A ottobre partiremo con l'operazione delle casette di via Barzoni. Sessanta alloggi che diventeranno in pochi mesi 120. Nel frattempo, è vero, dovremo trasferire qualche nucleo familiare. Lavoreremo, cercheremo il consenso». Il consenso, appunto: il problema è tutto lì. Lo stesso Zaffra ricorda la sollevazione popolare di qualche anno fa in via Salomone, dove bastò un annuncio a mezzo stampa per scatenare la protesta dei residenti sotto sfratto «causa degrado». «Per questo vogliamo evitare l'effetto choc». Per questo, insieme con Comune e Regione, scatterà nelle prossime settimane una campagna informativa al Giambellino, «un laboratorio di quartiere per parlare, spiegare, raccontare vantaggi e opportunità. E poi ancora per rassicurare, tranquillizzare, garantire. E non sarà un processo breve. Ci vorranno mesi». Le ruspe entreranno in azione tra un anno, non prima.

Un quadrilatero di vie intorno a piazza Tirana: più di duemila alloggi per quasi quattromila abitanti. Un piccolo comune nel cuore della metropoli. Anziani, perlopiù. Oltre a un buon numero di stranieri e a una buona rappresentanza di abusivi (206 quelli censiti ufficialmente). «Il Giambellino è una periferia cresciuta prima della guerra. Ha una sua storia, un vissuto di sangue e sudore. È un patrimonio, a suo modo, di questa città», dice Zaffra. Un patrimonio che va valorizzato. In quelle vie arriveranno case popolari, certo, ma anche edilizia convenzionata e servizi. Mix abitativo, lo chiamano gli esperti.

Il Corvetto, il Giambellino e poi San Siro. «In questo caso però parliamo di un orizzonte temporale decisamente più lontano. Se ne riparlerà tra qualche anno». Il via libera di massima del sindaco c'è già. «Abbiamo parlato. La sua prima preoccupazione rimane quella di dare risposta ai 18 mila milanesi ancora di un alloggio Erp. Ma è chiaro che l'operazione servirà anche a questo. Prendiamo il Giambellino: si tratta di un quartiere "orizzontale" con case basse, tre o quattro piani al massimo. Ricostruendo in altezza si potranno ricavare molti alloggi in più».

La mappa del degrado è fitta. «Ma in molte zone siamo già intervenuti. Con i contratti di quartiere, per esempio. Ma anche alla Comasina o al Gratosoglio qualcosa abbiamo fatto. E poi il discorso è diverso. Dove è possibile riqualifichiamo, ci mancherebbe. Al quartiere Sant'Ambrogio, per dire, abbiamo già in cantiere un restyling radicale che non prevede il trasloco degli abitanti. Al Giambellino purtroppo la situazione è diversa». È una questione di soldi, presidente Zaffra? Conviene più abbattere che continuare a investire sul degrado? «No, non solo. È una questione di qualità della vita degli inquilini. In alcuni quartieri non ci sono più le condizioni per poter garantire un'esistenza dignitosa a chi li abita».
milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/10_settembre_1/aler-demolire-giambellino-san-siro-17036764237...
[Modificato da ccc56 20/10/2010 08:54]
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PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE URBANA QUARTIERE SAN SIRO a MILANO
Le condizioni attuali

Il quartiere San Siro, realizzato a cavallo degli anni 40 e inquadrato tra le vie Ricciarelli, Civitali, Paravia, Albertinelli e Dolci, si presenta attualmente in condizioni di forte degrado. Gli interventi fin qui attuati hanno reso gli edifici appena “presentabili” senza una vera e propria ristrutturazione edile ed impiantistica. Gli acquirenti degli alloggi messi in vendita dovranno affrontare continue spese di manutenzione. A lungo andare i condomini non avranno più la possibilità di deliberare le inevitabili opere di manutenzione straordinaria. Ci sarà quindi un sempre maggiore degrado, non ultimo quello strutturale, impossibile da risolvere.

Il progetto

Il progetto affronta queste problematiche con un intervento energico che ridiscuta l’intero assetto tipologico, impiantistico, distributivo dell’area. Le sue linee guida sono:

- edilizia di tipo aperto con una edificazione sostanzialmente di tipo “verticale” - aree circostanti a verde pubblico attrezzato - più diffusi spazi di uso collettivo - maggiore sicurezza grazie a una migliore possibilità di controlli - ammodernamento impiantistico - viabilità migliorata con la realizzazione di ampi parcheggi interrati

Le tempistiche

Il progetto si articola, lungo un arco di tempo che comprende fasi in cui si alternano

- costruzione di nuovi edifici - trasferimento nei nuovi edifici degli abitanti delle aree oggetto dell’intervento successivo

Nel suo complesso, il progetto prevede una offerta abitativa differenziata con immobili di pregio accostati a soluzioni più economiche che, oltre a garantire la copertura finanziaria dell’operazione, offre una soluzione all’attuale degrado sociale.
Progettazione

* Walter Patscheider, Progettista




europaconcorsi.com/projects/138943-ROGETTO-DI-RIQUALIFICAZIONE-URBANA-QUARTIERE-SAN-SIRO-...
[Modificato da ccc56 20/10/2010 09:00]
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20/10/2010 09:09
 
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IL DEGRADO DEL GIAMBELLINO
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QUARTIERI CRITICI
Moratti-De Corato: una strana idea di 'ordine pubblico'
L'amministrazione milanese mette in atto una strategia poco razionale; sarà efficace?
Andiamo in una parte di città "incastrata" tra vecchi fontanili, il traffico di via Antonini, i vecchi campi sportivi della 'Forza e Coraggio', le storie già completamente "diverse" di via Bazzi e viale Ripamonti. Difficilmente vi può capitare di passare di lì. A me succede tutte le volte che, entrando a Milano da piazzale Corvetto, infilo via Quaranta o viale Ortles, e, tagliando per quelle vie, cerco di "sbucare" in circonvallazione.

Largo Caccia Dominioni è una zona come tante altre, "tagliata fuori" da tutto quello che ti fa sentire di essere a Milano: i negozi, i servizi, il caos diurno. Poco più in là, di notte, le auto continuano a passare e a fermarsi anche a tarda notte: è una delle arterie “dimenticate” del sesso a pagamento, con le edicole notturne in cui gli avventori si fermano a guardare oltre la tendina gli scaffali stipati di dvd pornografici.

Se dovete indicarla a qualche conoscente, i riferimenti obbligati sono gli autolavaggi, le pompe di benzina, i fast-food dei viali di grande scorrimento che la lambiscono. È un "non-luogo", insomma, frutto della speculazione edilizia, abbandonato a se stesso. Se un sociologo dovesse tracciare il profilo perfetto del contesto in cui matura un clima di microcriminalità, sarebbe molto vicino a quello che si trova inoltrandosi nel piccolo "dedalo" di queste strade.

Ma gli amministratori comunali non fanno i sociologhi. Ecco allora il sindaco Letizia Moratti, dopo l’episodio che ha portato al pestaggio di un tassista, invocare un collegamento diretto tra le auto pubbliche e le forze di Polizia Locale, con una lettura non "sociale" ma, più superficialmente, “corporativista” dell’accaduto.

È il problema di una politica di non conosce più la “res publica”, ma solo gli interessi "particolari", che si manifestano con picchi di maggiore intensità in seguito a “incidenti” come quello che è capitato allo sventurato tassista. Ma poteva capitare anche a me o a voi, di passare di lì e finire pestato, e non solo in largo Caccia Dominioni...

E soprattutto: l’episodio in sé è gravissimo, ma sotto il profilo "sociale" è ancor più inquietante quello che è successo nei giorni successivi, con auto di testimoni bruciate, un fotoreporter, a sua volta, malmenato e con la sua apparecchiatura professionale distrutta. In un clima di omertà, com’è tipico di una piccola enclave in cui, quando si sono spente le luci dei riflettori, ognuno deve poi "fare i conti" con il vicino di casa, e con la "legge non scritta" della strada.

Quanti luoghi così esistono in città? L’ordine pubblico a Milano è una questione anzitutto di topografia. Tutto ciò che avviene entro la 3° “cerchia” (la periferia) è di fatto facilmente controllabile. L’estensione verso i quartieri periferici è ancora molto limitata. A Sud, Milano è molto lontana da essere una megalopoli. Eppure, le criticità dei quartieri Sant’Ambrogio,(sud milano) Barona, Giambellino, Corvetto, Gratosoglio è evidente a tutti. Senza parlare di "casi-limite" come Ponte Lambro e Stadera.






www.milanoweb.com/primo-piano/attualita-e-cronaca/12544_moratti-de-corato-una-strana-idea-di-ordine-...
[Modificato da ccc56 20/10/2010 09:35]
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20/10/2010 10:11
 
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il sito della regione lombardia sulla condizione abitativa lombarda...una bufala
qui in teoria il cittadino italiano dovrebbe trovare informazioni sulla condizione abitativa della regione...

www.casa.regione.lombardia.it/cs/Satellite?c=Page&childpagename=DG_Casa%2FDGLayout&cid=1213297913095&p=1213297913095&pagename=DG_CAS...

dal sito della regione si viende reindirizzati qui

extranet.regione.piemonte.it/oss_nazionale/

dove il link della regione lombardia rinvia ad un link morto

www.politicheperlacasa.regione.lombardia.it/Osservatorio.htm

....non mi risulta altro su come informarsi

i politici italiani sono riusciti a inventare lo scaricabarile virtuale..che schifo!!!!


[Modificato da pax2you 20/10/2010 10:12]
20/10/2010 10:19
 
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Re: il sito della regione lombardia sulla condizione abitativa lombarda...una bufala
pax2you, 20/10/2010 10.11:

qui in teoria il cittadino italiano dovrebbe trovare informazioni sulla condizione abitativa della regione...

www.casa.regione.lombardia.it/cs/Satellite?c=Page&childpagename=DG_Casa%2FDGLayout&cid=1213297913095&p=1213297913095&pagename=DG_CAS...

dal sito della regione si viende reindirizzati qui

extranet.regione.piemonte.it/oss_nazionale/

dove il link della regione lombardia rinvia ad un link morto

www.politicheperlacasa.regione.lombardia.it/Osservatorio.htm

....non mi risulta altro su come informarsi

i politici italiani sono riusciti a inventare lo scaricabarile virtuale..che schifo!!!!






Butta un'occhio a questo e fammi sapere che ne pensi ...


Rapporto congiunturale sull'industria delle costruzioni in Lombardia

Maggio 2010
_____________________________________

20/10/2010 11:17
 
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Re: Re: il sito della regione lombardia sulla condizione abitativa lombarda...una bufala
(sylvestro), 10/20/2010 10:19 AM:




Butta un'occhio a questo e fammi sapere che ne pensi ...


Rapporto congiunturale sull'industria delle costruzioni in Lombardia

Maggio 2010



si grazie ottimo quello dell'ance,lo conosco, anche se a volte sono un po' di parte sopratutto quello nazionale.

L'andamento degli investimenti sia nel 92 che nel 2008 ha anticipato lo scoppio/sgonfiamento della bolla..andamento simile a quello usa tra l'altro.



21/10/2010 13:40
 
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quartieri che tengono
Milano
Il centro di Milano non ha subito grosse variazioni nei primi 9 mesi del 2010, sia in termini di prezzi medi sia di variazione percentuale annua tranne che nelle zone Ticinese, Magenta e Sempione dove i costi sono addirittura lievitati per bilo e trilocali. Sono aumentati i prezzi dei bilocali anche nelle zone semicentrali (2,05%) e periferiche (14,60%) mentre sono scesi quelli dei trilocali: -7,74% nelle zone semicentrali, -41,22% in quelle periferiche. Le tipologie più richieste rimangono bilocali (31%) e trilocali (24%), affiancati dai monolocali (24%). Mentre la zona più richiesta rimane il centro (21%), seguito da Vercelli-Lorenteggio (17%) e Centrale-Testi (15%). Per quanto riguarda l’offerta invece, continuano a farla da padrona bilo e trilocali, mentre i monolocali rimangono al 18%.


www.simplybiz.net/index.php?option=com_content&task=view&id=1620&I...
[Modificato da ccc56 21/10/2010 13:41]
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21/10/2010 13:46
 
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MILANO - le zone che tengono e le zone che non tengono
giovedì, 21 ottobre 2010
INFOIVA


La questione del mercato immobiliare milanese è in lenta ripresa nei primi sei mesi del 2010. Parliamo dello stato dei prezzi sugli affitti delle case e costi al mq, dal Centro città fino alla periferia, arrivando alle nuove aree in via di sviluppo, a Milano.

I dati sembrano incoraggianti e positivi, stando alla 37° edizione della “Rilevazione dei prezzi degli immobili sulla piazza di Milano” sul primo semestre 2010 indetta dalla Camera di commercio di Milano attraverso l’azienda speciale Borsa Immobiliare in collaborazione con gli agenti rilevatori di FIMAA Milano.

Con una generale tendenza per una lenta ripresa, è il Centro città a trainare, con un +1,5% nei primi sei mesi e 4.627 euro al metro quadro, mentre si mantengono stabili la periferia (+0,2%) e la provincia (+0,1%) sebbe i tempi per cambiare casa rimangano sempre lunghi, ben sei mesi, ed in alcune zone dove maggiore è l’utenza di stranieri, come via Paolo Sarpi e via Padova, i prezzi vanno abbassandosi.

Certo, gli effetti della crisi internazionale si fanno ancora sentire, ma dall’analisi dei dati emersi sembra che, se i prezzi a Milano riprendono a salire in città per gli immobili residenziali nuovi o ristrutturati (+1,5% in sei mesi), restano invece stabili in periferia (+0,2) e in provincia (+0,1% le case nuove in centro, in flessione zone periferiche e appartamenti recenti o vecchi).

Ma quanto costa comprare casa a Milano?

In media, si parla di 4.627 euro al metro quadro per gli immobili residenziali nuovi o ristrutturati.

Com’è ovvio, le zone più interessate dalle nuove trasformazioni urbanistiche di Porta Nuova, quella di Lagosta-Stazione Garibaldi, hanno visto un aumento del +9% in sei mesi (4.225 euro al mq). Anche il centro si conferma un quartiere sempre in crescita, con un +3,1% (8.600 euro al mq), e Brera (+4,1%, 8.950 euro al mq).

Le case più care, neanche a dirlo, rimangono quelle di via della Spiga-Montenapoleone con 12.850 euro al mq (+2,8%) e Vittorio Emanuele-S. Babila con 9.850 euro al mq (+3,7%), mentre le più convenienti sono invia Salomone-Bonfadini con 2.600 euro al mq (+2%), in Forlanini Mecenate e Ronchetto (a 2.750 euro al mq, rispettivamente +0,0% e +1,9%).

Ecco una sorta di mappa dei costi al metro quadro.

* Segnano un più:

- i Bastioni (Repubblica – Porta Nuova, Solferino – Corso Garibaldi, Leopardi – Boccaccio – Pagano, Parco Castello, S.Vittore, Conca del Naviglio – Porta Genova, Mercalli – Quadronno, Tribunale – 5 Giornate, Venezia – Monforte): +1,7%;

- la Circonvallazione (Buenos Aires – Vitruvio, Carbonari – Maggiolina, Gen. Govone – Cenisio, Lagosta – Staz. Garibaldi, Sarpi – Procaccini, Pisani Gioia Baiamonti, Fiera – Monterosa, Fiera – Sempione, Washington – Po – Vesuvio, Bligny – Toscana, Navigli – Cassala, Solari – Napoli, Abruzzi – Romagna, Libia – Cirene, Piceno – Indipendenza): +1,6%.

* Rimangono stabili ed economici:

- il Decentramento (da Bovisa-Dergano a Istria-Maciachini, da Inganni-San Cristoforo a Caprilli-San Siro, da Abbiategrasso-Gratosoglio a Ronchetto-Lodovico il Moro, da Lambrate a Salomone Bonfadini) con +0,2% e 3.233 euro al mq.

Le compravendite, poi, sono sì in aumento, ma restano lunghe.

Tornano ad aumentare le transazioni nel primo trimestre 2010 rispetto allo stesso periodo del 2009: +10,3% a Milano città, passando da 3.888 a 4.288, mentre la provincia subisce ancora una contrazione delle vendite (-0,3%). Le transazioni restano ancora lunghe: in media durano oltre sei mesi.

E quanto costano gli affitti?

La buona notizia è che i prezzi di locazione di un appartamento sono in calo dal primo semestre 2010: per esempio, un trilocale costa in media 124 euro al mq all’anno, -0,5% in sei mesi e -2% in un anno. In flessione, in sei mesi, sono soprattutto gli appartamenti di grandi dimensioni – da quattro o più locali – che segnano un generale -2,6% , i monolocali un -1%.

Ed il mercato immobiliare? In crescita anche quello, con un +1,5% del mercato delle case nel primo semestre del 2010, ovvero +1,9% in un anno, che significa 4.627 euro al mq il prezzo medio per gli appartamenti nuovi o ristrutturati.

Le case più convenienti sono:

- per il Centro storico: Vetra – San Vito con 6.850 euro al mq;
- nei Bastioni: Conca del Naviglio–Porta Genova con 5.650 euro al mq;
- nella Circonvallazione: Gen.Govone-Cenisio con 3.500 euro al mq;
- nel Decentramento: Salomone-Bonfadini con 2.600 euro al mq, Forlanini Mecenate e Rocchetto (entrambe a 2.750 euro al mq).

Dalla Camera di commercio di Milano, poi, ecco chi cresce di più…e chi meno, sempre nel primo semestre 2010.

* I più veloci:

- Centro storico crescono di più Brera (+4,1%, 8.950 al mq), Vittorio Emanuele – San Babila (+3,7%, 9.850 euro al mq) e Nirone – Sant’Ambrogio (+3,7%, 8.500 euro al mq).
- Cerchia dei Bastioni: S. Vittore (+2,6%, 5.850 al mq) e Parco Castello (+2,4%, 6.450 al mq).
- Circonvallazione: Lagosta – Stazione Garibaldi (+9%, 4.225 euro al mq) e Abruzzi – Romagna (3,6%, 4.350 al mq)
- Decentramento: Argonne – Corsica (+5,6%, 3.800 euro al mq) e quartiere S. Ambrogio –Torretta (+3,3%, 3,150 euro al mq).

* I più lenti:

- Centro storico Missori – Santa Sofia con +2,2%.
- Bastioni ferma la zona Venezia – Monforte (0,0%, 8.500 euro al mq).
- Circonvallazione crescita zero a Sarpi Procaccini (3.775 al mq), Libia – Cirene e Piceno – Indipendenza (entrambe a 5.500 al mq), Buenos Aires – Vitruvio e Carbonari – Maggiolina.
- Decentramento in flessione soprattutto Turro – Precotto (-4,8%, 3.000 euro al mq), Padova – Palmanova e Axum – Ospedale S. Carlo (-1,7%, rispettivamente: 2.950 e 2.900 euro al mq).

* In un anno

I velocisti:

- Centro storico: Spiga – Montenapoleone con +8,4%.
- Bastioni: Solferino – Corso Garibaldi con +3%.
- Circonvallazione: Lagosta – Stazione Garibaldi (+9%).
- Decentramento : Argonne – Corsica (+7%).

In coda. Nel Centro storico Augusto con +0,7%, stabili nei Bastioni Venezia – Monforte e in Circonvallazione Libia – Cirene e Corso Buenos Aires – Vitruvio. Nel decentramento, Turro – Precotto (-4,8%).

* In due anni

I velocisti

-Centro storico: Spiga – Montenapoleone con +10,3%.
- Bastioni: Conca del Naviglio – Porta Genova con +11,9%.
- Circonvallazione: Lagosta – Stazione Garibaldi (+9%).
- Decentramento: Teodosio – Vallazze (+12,5%).

In coda. Nel Centro storico stabile Augusto (+0,0%), nei Bastioni Tribunale – 5 Giornate (+0,8%) e in Circonvallazione stabile Corso Buenos Aires – Vitruvio (+0,0%). Nel decentramento Turro – Precotto (-4,8%).

Ed in provincia? Il prezzo medio degli appartamenti nuovi (in zone centrali all’interno dei comuni) nel I semestre 2010 è di 2.200 €/mq, con un aumento dello 0,1% rispetto al semestre precedente. Crescono Sud Milano (+2,3% in sei mesi), Sud est Milano (+1%), Martesana – Adda (+0,3%) e Magentino (+0,2%). Negative le variazioni delle altre aree.

Insomma, una situazione in via di miglioramento sulla quale si è dichiarato anche Antonio Pastore, presidente di Borsa Immobiliare, azienda speciale della Camera di commercio di Milano, che ha detto:

” Ci sono lenti segnali di ripresa del mercato immobiliare milanese in questa prima metà del 2010 ma alcuni problemi permangono. Primo fra tutti le difficoltà e gli oneri legati al rilascio del mutuo da parte delle banche, elemento che scoraggia molte delle famiglie che sarebbero magari propense all’acquisto. I prezzi risalgono soprattutto nelle zone di prestigio ma si mantengono stabili o in flessione in provincia e in periferia. Perciò i proprietari di immobili preferiscono rivolgersi al mercato delle locazioni e continua così il trend, già registrato nel 2009, di flessione dei canoni d’affitto, dovuta anche all’abbondanza di offerta sul mercato. Tutto ciò fa sì che il mercato immobiliare continui a risentire dei postumi della crisi e manchi ancora di vitalità e di chiare prospettive per il prossimo futuro”.

“Difficile fornire un’interpretazione univoca del mercato in questo momento” – ha commentato Lionella Maggi, Presidente di FIMAA Milano, l’Associazione di Agenti immobiliari.

“Per il mercato residenziale il numero di famiglie che desidera mettere al sicuro i propri risparmi nel mattone è numerosa: si privilegia la città e, di essa, il centro o la cerchia Bastioni, e chi non ha un’alta capacità di spesa ripiega per un box da mettere a reddito. Per il mercato degli immobili di impresa – prosegue il Presidente di FIMAA Milano – i prezzi nell’ultimo anno non hanno subito grossi cambiamenti se si fa eccezione per i capannoni industriali e per gli immobili destinati a logistica di impresa, cresciuti in tutta la Provincia. Segnale che la produzione e le attività di stoccaggio merci si sono rimesse in funzione, primo importante tassello che fa sperare in una virtuosa ripresa dell’economia e, quindi, anche del mercato immobiliare”.

www.infoiva.com/prendere-casa-a-milano-e-provincia-buone-novita-su-affitti-e-prezzi-a...
[Modificato da ccc56 22/10/2010 08:24]
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Banco Popolare finanzia Coppola. Via libera a prestito da 180 milioni per il progetto Porta Vittoria
Via libera al finanziamento da 180 milioni di euro al gruppo di Danilo Coppola per lo sviluppo dell'area di Porta Vittoria a Milano. Tra ieri sera e stamattina, secondo quanto risulta a Radiocor, il pool di banche capitanato dal Banco popolare ha siglato il closing dell'operazione. Gli istituti di credito si sono impegnati a garantire 180 milioni di euro per lo sviluppo del progetto e, di questi, 90 milioni di euro arriveranno dalla popolare veronese.

Lo scorso giugno era arrivata la pace con il fisco che gli ha chiesto 198 milioni di euro, Così Danilo Coppola poteva tornare «a fare l'imprenditore» ripartendo proprio da Porta Vittoria, il progetto di sviluppo milanese acquisito dalla Ipi. Entro la fine dell'anno Coppola conta di saldare il debito.

Il finanziamento. I 180 milioni andranno tutti per lo sviluppo di Porta Nuova e saranno garantiti dai terreni, privi di debito, e dalla parte rimanente del patrimonio immobiliare di Coppola che, nonostante tutto, può ancora contare su diversi immobili di pregio fra cui, ad esempio, l'hotel Cicerone a Roma.

Dalle banche, Coppola si è anche presentato con due accordi importanti in cassaforte: il fondatore di Esselunga, Bernardo Caprotti, aprirà qui un grande supermercato e la catena alberghiera di Dubai, Jumeirah, del gruppo Dubai World finito in difficoltà nell'inverno 2009, pronta ad aprire la sua prima struttura di lusso in Italia.

Le vendite delle residenze - come riportato da Radiocor - inizieranno soltanto a ridosso della conclusione dei lavori in modo da superare l'attuale momento di difficoltà del mercato immobiliare. L'obiettivo è che il progetto porti ricavi per una cifra attorno ai 600 milioni di euro.

Per quanto riguarda la ristrutturazione del gruppo Coppola, alcune trattative, come quella con il gruppo Banco Popolare, si sono chiuse e altre stanno andando avanti (vedi Unicredit).

«Il progetto - spiega Matteo Peschiera, direttore tecnico del cantiere per conto di Colombo Costruzioni - prevede 140 appartamenti divisi in sei edifici più un albergo cinque stelle con 250 camere. Per questi immobili l'ultimazione è prevista entro il giugno 2013 mentre per i 70mila metri quadrati di parcheggi e il supermercato Esselunga la consegna è prevista nel giugno 2012».



www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2010-10-21/libera-finanziamento-milioni-porta-163527.shtml?uuid=...
[Modificato da ccc56 22/10/2010 09:46]
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zona niguarda
L'assessore Masseroli illustra l'intervento di riqualificazione dell'area che in 4 anni porterà alla realizzazione del Polo della Cinematografia lombarda, 830 alloggi, piazze, un centro anziani, un polo artigianale e un'area pedonale da 80mila metri quadrati
L'assessore Masseroli

Milano 20 ottobre 2010 - Un quartiere senza auto, una residenza universitaria per 400 studenti e 400 alloggi per altrettante famiglie; tre piazze, giardini, un asilo per 60 bambini, un supermercato, una palazzina con 30 piccoli appartamenti per un moderno centro anziani. E poi negozi, attività artigianali e un’area pedonale aperta da 80mila metri quadri.

Nascerà entro quattro anni nel quartiere Niguarda, nell’area dell’ex Manifattura Tabacchi, attorno al Polo della Cinematografia lombarda. Un investimento di 200 milioni di euro a carico delle società Fintecna e Pirelli Re.

Lo ha annunciato stamani l’assessore allo Sviluppo del territorio Carlo Masseroli, nel corso dell’ultimo incontro preinvernale nelle zone della città alla scoperta dei più importanti interventi di riqualificazione.

“Auspichiamo che Milano - ha detto Carlo Masseroli - vinca questa sfida eccezionale: se Roma ha la storia del cinema, che Milano, allora, sia il futuro del cinema. Per questo vogliamo che tutto quello che sorgerà in quest'area di Niguarda abbia come cuore la presenza del nuovo polo cinematografico e tutte le sue attività formative e produttive”.

“Da tempo - ha aggiunto l’assessore Masseroli - i cittadini e gli operatori ci sollecitavano alla riqualificazione di un recinto industriale ormai dismesso che ospitava gli edifici produttivi della Manifattura Tabacchi, immobili ad oggi in parte vincolati dalla Soprintendenza. Entro la prima metà di dicembre porteremo in Giunta una variante al Piano integrato d'intervento del 2007 che permetterà di dare il via ai cantieri in cui si lavorerà come detto per 4 anni e completare la costruzione di quello che viene già chiamato il ‘quartiere del cinema’ in mezzo al Niguarda che sarà pronto per l’Expo 2015 e che costituirà un nuovo polo attrattivo di sviluppo”.

www.comune.milano.it/portale/wps/portal/CDM?WCM_GLOBAL_CONTEXT=/wps/wcm/connect%2Fcontentlibrary%2FGiornale%2FGiornale%2FTutte+le+notizie%2FSviluppo+del+Territorio%2FTERRITORIO_manifatt-...
[Modificato da ccc56 22/10/2010 09:53]
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Il 23 novembre l'assemblea, poi parte la macchina organizzativa expo' 2015
Il Bie di Parigi promuove il capoluogo lombardo, che ha risolto il nodo dei terreni.
I prossimi step prevedono innanzitutto l'assemblea generale del 23 novembre, quando i 154 paesi del Bureau si riuniranno per ufficializzare la registrazione. Un passaggio formale, dopo il quale, spiega Sala, «saremo in condizioni di definire in forma contrattuale rapporti ad oggi informali con aziende e paesi»,. In pratica, verrano ufficialmente spediti gli «inviti», ai paesi e alle organizzazioni che intendono partecipare all'esposizione, e quindi procedere ai relativi colloqui per discutere con ognuno dell'organizzazione degli stand.

Sala sta mettendo a punto uno specifico manuale con le regole dell'Expo 2015 che verrà spedito a tutti. Già annunciato anche un primo incontro con i partecipanti per fare il punto sulla situazione, che si svolgerà subito dopola registrazione. C'è anche un appuntamento per i milanesi, in gennaio, quando verrà organizzato un "Expo-day".

www.manageronline.it/articoli/vedi/3551/expo-2015-milano-ottiene-il-via...
ccc56
23/10/2010 20:16
 
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12-10-2010 MILANO/IMMIGRATI: DE CORATO, IN CERTI QUARTIERI NON ITALIANO 1 SU 3
SCA) - Milano, 12 ott - In alcuni quartieri di Milano un cittadino su tre non e' italiano. E' quanto tiene a sottolineare Riccardo De Corato, vicesindaco del capoluogo lombardo e assessore alla sicurezza di Palazzo Marino, commentando i dati diffusi oggi dall'Istat sulla crescita dell'immigrazione in Italia.

''Il dato dell'Istat che certifica una media del 7% dei cittadini stranieri residenti in Italia per Milano va piu' che raddoppiato, perche' qui invece la media e' del 16%'', ha premesso De Corato che ha aggiunto: ''La stessa crescita annua al primo gennaio 2010 e' stata in citta' del 10% a fronte dell'8,8% nazionale''. Risultato: ''A Milano - e' l'allarme di De Corato - ci sono quartieri poi dove 1 su tre non e' italiano: Loreto 29%, Ortomercato 29%, Parco Monlue'-Ponte Lambro 32%, Selinunte 28%, Farini 30%, Bovisa 29%, Dergano 29%. E due degli 88 Nuclei di identita' locale sono gia' a maggioranza stranieri, Parco Bosco 61% e Triulzo Superiore 62%. Senza dimenticare poi la presenza stimata a Milano di circa 50 mila clandestini. Ogni analisi sociologica, ogni dibattito sulla sicurezza, sulle problematiche sociali, non puo' ignorare questa fotografia che da' un quadro unico della metropoli'' .

Il vicesindaco di Milano invita a prendere nella dovuta considerazione i dati relativi ai livelli di incremento della presenza immigrata registrati nell'ultimo decennio: ''In un quartiere come la Comasina, 26% di stranieri - fa notare De Corato - l'immigrazione in dieci anni e' cresciuta del 445%.

Sul lungo periodo i dati sono ancora piu' eclatanti. Perche', secondo il Servizio Statistica, in trent'anni Milano ha perso il 32% degli italiani. Mentre contemporaneamente gli stranieri sono cresciuti dell'835%. Ovvero e' stata svuotata di 528 mila milanesi (da 1.663.361 a 1.105.310) gonfiandosi di 185 mila stranieri (da 22.238 a 208.021)''.

Ecco perche', puntualizza De Corato, ''investire nell'integrazione e' uno slogan facile. Ma tradotto in pratica significa costi sociali, economici e per la sicurezza a carico dei Comuni in crescita esponenziale. La via d'uscita non e' dire si' o no all' immigrazione, ma l'immigrazione sostenibile''.
www.asca.it/regioni-

www.asca.it/regioni-MILANO_IMMIGRATI__DE_CORATO__IN_CERTI_QUARTIERI_NON_ITALIANO_1_SU_3-540538-lombardia...
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20-10-10 MILANO/CASE POPOLARI: DE CORATO, IN 9 MESI RECUPERATI 708 APPARTAMENTI
(ASCA) - Milano, 20 ott - ''Stiamo liberando le case popolari da tutti gli abusivi, siano essi stranieri, italiani, rom. E interveniamo nel centro come in periferia, con particolare attenzione ai quartieri piu' critici come Quarto Oggiaro''.

Lo afferma il vice Sindaco di Milano e assessore alla sicurezza Riccardo De Corato, precisando che ''la Polizia Locale ha effettuato un triplice escomio a Quarto Oggiaro, Quinto Romano e nel quartiere Dergano-Maciachini. Nel primo, i vigili hanno liberato un bilocale di via Lopez occupato da un italiano. Nel secondo, un alloggio in via Quinto Romano da un abusivo italiano. Nel terzo hanno sgomberato un bilocale di via Giuffre' abitato abusivamente da un'italiana. Tutti gli appartamenti sono stati sigillati''. ''Un'azione di fermezza - aggiunge il vice sindaco - che nei primi 9 mesi del 2010 ha portato a recuperare complessivamente 708 appartamenti, di cui 367 del patrimonio comunale. E che ci auguriamo determini un'altrettanto severa azione penale.

Perche' attualmente a Milano le assoluzioni superano le condanne. In base ai dati Aler, su 662 procedimenti al vaglio della Magistratura dal 2005, 216 hanno portato ad assoluzioni e archiviazioni e solo 153 a condanne, mentre 293 sono ancora in corso. E, inoltre, 427 sarebbero ancora pendenti''.

''Solo qualche giorno fa - ricorda De Corato - gli ispettori di Aler, in collaborazione con le Forze dell'ordine, hanno liberato l'alloggio occupato abusivamente da Stefania Citterio, sorella di Piero Citterio, entrambi coinvolti e fermati per il pestaggio del tassista Luca Massari. Uno sgombero, come ha riferito Aler - continua -, che era stato rimandato di qualche mese anche a causa delle rimostranze dei centri sociali. Un copione noto, portato avanti da abusivi che difendono abusivi. E che abbiamo gia' visto in occasione di altri escomi, come quelli di Giovanna Pesco e degli occupanti delle case di San Siro, solo per fare alcuni esempi. E perpetrato nel silenzio assordante del centrosinistra che sul ruolo giocato dai no global non apre bocca. Neppure quando aggredirono due dipendenti Aler presso lo stand allestito in occasione della festa del Pd. Un autentico autogol che dimostra un imbarazzante doppiopesismo morale''.


www.asca.it/news-MILANO_CASE_POPOLARI__DE_CORATO__IN_9_MESI_RECUPERATI_708_APPARTAMENTI-95854...
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Cinque cose che ami e che odi di Milano



Qualche giorno fa in metro pensavo: spara cinque cose che ami di questa città. E anche cinque che odi. Ci pensavo, poi mi dicevo - sì, ok, ma non devi pensarci un’ora, datti un tempo limite. Va benissimo, no problem: facciamo che si chiude tutto tra due fermate.

Ero sulla gialla, quindi diciamo che sono passati cinque, sei minuti. Mi è venuto tutto in mente a Sondrio, ho chiuso la classifica alla fermata di piazza della Repubblica. Cosa ne è saltato fuori? La mia parte conta zero, conta la vostra e i commenti ci sono per questo.

Dopo il salto trovate le mie due classifiche: che valgono come quelle di chiunque altro, da chi ha l’attico in via Senato ai nuovi milanesi di via Padova fino al senzatetto che se ne stava sotto il cavalcavia di piazza Carbonari e che non vedo più da parecchio tempo.

Cose che amo di Milano

1) Le giornate come questa. Una domenica di fine ottobre - quando il cielo è grigio, sembra che il sole non esista, sembra che non sia mai giorno. Fantastico. L’ideale se devi lavorare, o anche semplicemente leggere: e se non ti fai deprimere dal clima. Giornata chiaramente sconsigliabile ai metereopatici, ma per quel che mi riguarda meravigliosa.

2) Due musei: il Museo della Scienza e della Tecnica e quello di Storia Naturale in via Palestro. Non so, forse è per una specie di imprinting - era la classica meta con mio padre ancora prima delle elementari - ma quei due luoghi penso che quando mai avrò una progenie, bé, saranno il primo posto dove la porterò.

3) Alcuni servizi pubblici: l’AMSA, per dirne uno, ma anche le anagrafi di quartiere, le biblioteche. Io le biblioteche di quartiere le amo. Quella di Niguarda, mi ha fornito dei migliori cd che si possano sentire quando hai sedici anni - la discografia dei Depeche Mode, per dirne una - e uno spazio tranquillo per studiare fino alla laurea.

4) L’indifferenza dei suoi abitanti. Non è vera e propria indifferenza, c’è un farsi gli affari propri dei milanesi - di quelli che incroci per strada o sui mezzi pubblici - che mi piace molto. L’ha spiegato in termini un po’ negativi Enrico Vaime a Claudio Sabelli Fioretti qualche anno fa, raccontando il suo incontro con Luciano Bianciardi

Bianciardi?
«Con Bianciardi eravamo proprio amici. Facevamo grandi passeggiate a piedi a Milano. Lui in ciabatte e cappotto. Una volta in piazza Gramsci vedemmo un morto. Era un morto scenografico, con le braccia in posizione drammatica, da cinema. Bianciardi gli andò vicino, alzò la testa e disse a un signore che passava: “Forse respira ancora”. E quello: “Frega un casso a me”. E Bianciardi rivolto a me: “Hai capito che aria tira a Milano?”».

Messa giù meno dura, è un’aria che mi piace. In questa città puoi essere invisibile e ignorato tutte le volte che vuoi. E’ piacevole: a meno che tu non stia morendo in piazza Gramsci.

5) La salita di via XX settembre. In fondo a via XX Settembre, poco distante ville costosissime - e anche poco distante la residenza milanese di Silvio Berlusconi - c’è questa salita, uno dei pochi punti di Milano - delle sue strade - in cui la città sale, “inerpicandosi” verso via Pietro e Marie Curie con la Triennale che occhieggia. Da fare in auto o in moto: stupendo.

Cose che odio di Milano

1) Le notti bianche. Qui forse è colpa mia, che odio i luoghi affollati, ma “la notte bianca” a Milano, mi ha sempre fatto sentire a disagio. Troppa gente, intenta a fare il nulla, che intasa troppe strade. Buona per le tasche dei commercianti, di sicuro non per conoscere una città. Mai più: andrò a letto alle nove di sera alla prossima notte bianca.

2) La metro che non va di notte. Faccio altro nella vita, ma se lavorassi in ATM - e di sicuro chi ci lavora ci avrà già pensato… - una mattina direi: “Ma perché non facciamo un mese di sperimentazione, pubblicizzando bene la cosa, con le metropolitane che vanno tutta la notte?”. Vai a sapere perché non lo fanno: magari funzionerebbe!

3) I taxi cari. I taxi a Milano costano troppo. Fine: non c’è altro da dire, non so perché costino così tanto, magari hanno dei buoni motivi, ma quei buoni motivi quando paghi ti fanno solo pensare un sacco di parolacce. Colpa della liberalizzazione fallita? Colpa di una corporazione che si protegge a scapito dei consumatori? Boh!

4) Il provincialismo. Milano - o meglio: la sua amministrazione locale - da almeno quindici anni, ha scelto di chiudersi. Di ritrarsi, di rannicchiarsi, di non aprirsi al resto dell’Europa che è - non solo geograficamente - a due passi. Chissà che con l’Expo non cambi qualcosa, ma ho i miei dubbi, è una tendenza che coinvolge tutta l’Italia.

5) Ausiliari della sosta, multe, provvedimenti per far cassa. Va bé, qui siamo più nell’ambito dei fastidi che delle cose che odio. Ma non ci posso fare niente: se vedo un ausiliario della sosta la prima cosa che penso non è “Poveretto, si fa un mazzo per tre lire”, ma cose decisamente meno carine. Molto, molto, meno carine.

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Il lavoro che non va in crisi C’è una Milano da record che fa affari porta a porta
Le 13 aziende cittadine del settore hanno tutte bilanci in crescita. Nell’ultimo anno sono aumentati addetti e fatturato
Chi l'avrebbe mai detto che uno dei settori che meglio hanno reagito alla crisi economica è il commercio porta a porta che con un giro d'affari di circa 803 milioni di Euro, 204.000 addetti e un incremento del 4,5% annuo che si è mantenuto costante negli ultimi otto anni è un settore in ottima salute.
Questi i dati che aprono la strada del lavoro ai 19.000 venditori richiesti per i prossimi mesi dalle 38 aziende associate ad Avedisco(l’Associazione vendita diretta e servizio consumatori) che raggruppa imprese che commercializzano diversi prodotti: dagli aspirapolvere agli alimentari, dai prodotti per la casa ai cosmetici. Tredici di queste aziende sono collocate sul territorio milanese, con il 13% degli incaricati e il 15% del fatturato globale e insieme al Veneto e all'Emilia Romagna guidano la classifica del settore.
Ma qual è l'equazione che fa il successo dei venditori porta a porta? "La ricetta vincente- spiega Giorgio Giuliani, direttore Avedisco- si basa su due ingredienti: prodotti di assoluta qualità e forza lavoro motivata, condizione quest'ultima, assolutamente fondamentale, perché i venditori essendo lavoratori autonomi guadagnano in base al risultato ottenuto e senza motivazione si va incontro ad un fallimento sicuro". "Non cerchiamo persone già formate o venditori esperti- continua Giuliani- accettiamo, chiunque motivato, ci chieda di provare. La persona che vuole fare questa attività deve avere già provato a vendere, ma tutto qui. La poca dimestichezza nelle vendite è quasi un punto in più perché permette all'azienda di costruire i propri venditori a sua immagine e somiglianza". Ogni società organizza un periodo di formazione gratuito dopo il quale il venditore ha la possibilità di mettersi alla prova sul campo. Le forme contrattuali previste sono tre: gli incaricati occasionali fino a 5.000 Euro, oltre 5.000 Euro con l'obbligo di partita Iva e gli agenti di commercio fino a diventare capigruppo, capi area, o anche, è già successo, amministratore delegato dell'azienda per cui si vendeva.
Ma nonostante questo trend molto positivo c'è ancora molta diffidenza nei confronti di questo lavoro, si temono truffe e non tutti la vedono come una vera e propria professione. Eppure ci sono multinazionali che generano migliaia di miliardi di fatturato puntando tutto sulle vendite dirette; Folletto, Tupprware Avon solo per citarne alcune. "In parte è vero- conclude Giuliani- ma questo succedeva più in passato, quando la formazione non era così curata e capitava di avere del personale non all'altezza dell'incarico. Oggi le nostre aziende puntano molto sulla formazione ed addestramento sul campo, una formazione continua che va dalla relazione con il cliente alle tecniche di vendita, rendendo il più possibile il venditore profondo conoscitore del prodotto che sta proponendo. Quello che a gran voce gli addetti del settore cercano di comunicare è la professionalità del loro lavoro. Una professione a tutti gli effetti, con caratteristiche proprie; la flessibilità che consente questo tipo di impiego come ad esempio il part-time, scelto dal 77% degli addetti che sono donne. Oppure ancora, di organizzare liberamente gli appuntamenti come succede ad esempio per gli agenti plurimandatari".

www.ilgiornale.it/milano/il_lavoro_che_non_va_crisi_ce_milano_record__che_fa_affari_porta_porta/25-10-2010/articolo-id=482485-page=0-co...
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ghe pensum num....oltre l'expo 2015.


da corriere milano

video.corriere.it/news/milano/
[Modificato da pax2you 25/10/2010 10:30]
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Rom, la questione case finisce in tribunale
Dieci nomadi citano sindaco, prefetto e Maroni per non aver rispettato gli accordi firmati
Colpo di scena nella vicenda che coinvolge i rom del campo nomadi di via Triboniano. Dieci rom del campo che a settembre avevano sottoscritto i "progetti di autonomia abitativa" hanno citato in giudizio il sindaco Letizia Moratti, il prefetto Gian Valerio Lombardi e il ministero dell'Interno Roberto Maroni.

Secondo loro le istituzioni milanesi non avrebbero rispettato gli accordi per l’assegnazione delle 25 case popolari per i nuclei famigliari segnalati da Casa della carità, Ceas e Consorzio Farsi: il Comune, il prefetto e Commissario per l'emergenza rom e il Ministero dell'Interno si sono, infatti, tirati indietro rispetto agli accordi firmati.



Chiedono quindi al giudice di "ordinare alle amministrazioni convenute di dare pieno e esatto adempimento ai predetti progetti assumendo ogni necessario provvedimento affinché ai ricorrenti sia consentito prendere possesso degli alloggi stessi e sospendendo, sino alla materiale assegnazione dei predetti alloggi, i provvedimenti di allontanamento o sgombero dal campo nomadi ove i ricorrenti attualmente risiedono; pagando ai ricorrenti gli importi indicati nei progetti e infine garantendo ai 'referenti del presidio sociale' che hanno sottoscritto detti progetti il rimborso delle spese necessarie per la ristrutturazione degli alloggi".

Non solo, chiedono anche di "accertare e dichiarare il carattere discriminatorio del comportamento tenuto dalle amministrazioni convenute e consistente nell'aver ripetutamente dichiarato, in particolare per bocca del ministro Roberto Maroni e del sindaco Letizia Moratti, che non sarebbe stato consentito ai ricorrenti di prendere possesso degli alloggi individuati nei progetti di autonomia abitativa sottoscritti dai ricorrenti e a essi assegnati in forza di detti progetti".



milano.virgilio.it/primopiano/rom-questione-case-finisce-in-tribun...


MILANO - Dieci rom del campo milanese di via Triboniano hanno presentato un ricorso, in sede civile, contro il sindaco di Milano Letizia Moratti, il prefetto Gian Valerio Lombardi e il ministro dell'Interno Roberto Maroni: chiedono che vengano loro assegnate le case popolari in adempimento a quei «progetti di autonomia abitativa» che in settembre erano stati prima sottoscritti dall'amministrazione comunale e dalla Prefettura e poi «bloccati». Gli avvocati Alberto Guariso e Livio Neri, che hanno presentato il ricorso al Tribunale di Milano, fanno riferimento all'accordo siglato nei mesi scorsi dal Comune e dalla Prefettura, con cui sono state individuate «le famiglie rom destinatarie degli alloggi Aler (di edilizia popolare, ndr)» con «l'assegnazione nominativa a famiglie attualmente residenti nel campo Triboniano», che dovrebbe essere sgomberato nelle prossime settimane. I nomadi nel ricorso chiamano in causa anche il ministro Maroni e in particolare ciò che il ministro dichiarò il 27 settembre scorso: «Nella conferenza stampa - spiegano i legali dei rom - Maroni affermò che i ricorrenti (come gli altri destinatari dei 25 alloggi, individuati da Casa della carità, Ceas e Consorzio Farsi Prossimo) non avrebbero potuto acquisire gli alloggi indicati nei rispettivi progetti, bensì altri, che sarebbero stati reperiti facendo leva "sul gran cuore di Milano"».

«COMPORTAMENTO DISCRIMINATORIO» - A un mese da quelle affermazioni, si legge ancora nel ricorso, i nomadi «non hanno potuto fare ingresso negli alloggi loro assegnati» e il prefetto «non ha più convocato alcun abitante del campo di via Triboniano per la sottoscrizione dei progetti di autonomia». Nel frattempo, spiegano ancora i legali, «amministratori e politici hanno ripetutamente dichiarato alla stampa che ai rom non sarebbe mai stata data alcuna casa popolare». Per questo i nomadi chiedono che il Tribunale accerti e dichiari «il carattere discriminatorio del comportamento tenuto dalle amministrazioni convenute» e ordini «di dare pieno e esatto adempimento» ai progetti di alloggio nelle case popolari, «assumendo ogni necessario provvedimento affinché ai ricorrenti sia consentito prendere possesso degli alloggi stessi e sospendendo, sino alla materiale assegnazione dei predetti alloggi, i provvedimenti di allontanamento o sgombero dal campo nomadi ove i ricorrenti attualmente risiedono; pagando ai ricorrenti gli importi indicati nei progetti e infine garantendo ai "referenti del presidio sociale" che hanno sottoscritto detti progetti il rimborso delle spese necessarie per la ristrutturazione degli alloggi».

«COSE GIUSTE» - Alle dieci famiglie rom è arrivato il sostegno di don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità: «Stanno affermando cose giuste», ha detto il sacerdote. «Mi auguro che questo atto possa sbloccare la situazione. Sono ancora convinto che si possa continuare nel cammino che avevamo iniziato e che mira a sistemare non solo queste, ma anche un altro centinaio di famiglie». A dicembre scadono i poteri straordinari conferiti dal Governo al Prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi. «Entro quella data bisogna anche destinare tutte le risorse previste per l'accompagnamento sociale, abitativo e lavorativo dei rom - ha aggiunto don Colmegna -. Per questo spero che il ricorso diventi uno stimolo ad accelerare il percorso di superamento dei campi».

«SGOMBERO IN TEMPI BREVI» - Il ricorso dimostra «come non vi sia neppure un briciolo di riconoscenza nei confronti di quelle istituzioni che hanno aperto e mantenuto il campo, offrendo ai nomadi stessi l'occasione per integrarsi realmente nel tessuto sociale milanese». È quanto sostiene il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Davide Boni (Lega), secondo cui «la notizia che vede i nomadi di via Triboniano schierati ora anche legalmente contro le istituzioni si commenta da sè». Secondo il politico lombardo «ancora una volta viene strumentalizzata una vicenda che avrebbe dovuto concludersi già molto tempo fa, con lo sgombero definitivo del campo stesso». Per tale motivo, a maggior ragione «dinanzi a questo ennesimo atto», il presidente dell'assemblea lombarda auspica «che lo sgombero del campo di via Triboniano venga effettuato nel più breve tempo possibile».

«DENUNCIA PARADOSSALE» - «Sarebbe davvero paradossale se la magistratura accogliesse le istanze dei nomadi» è il commento di Romano la Russa, assessore regionale lombardo alla Sicurezza, Protezione civile e Polizia locale. Prima le autorità competenti verifichino che questi signori siano in regola con la legge e il pagamento delle tasse, non abbiano condanne pendenti e abbiano il permesso di soggiorno in regola. Poi, eventualmente, potranno fare la loro denuncia». «Assegnare case a stranieri - continua La Russa - solo perchè rom, prima dei nostri connazionali, questa sì che sarebbe una vera e propria discriminazione, con il rischio di dar vita a malumori forti che potrebbero poi sfociare in disordini sociali difficilmente controllabili». L'esponente del Pdl conclude sottolineando che non la Lombardia non si farà «intimidire da denunce di rom e dalle "predicozze ricatto-fintomoraliste" di Don Colmegna, nè tantomeno farci dettare dalle loro esigenze l'agenda politica».



milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/10_ottobre_25/rom-citano-giudizio-moratti-17040243586...



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Milano Il pm fa rilasciare due immigrati «pluriespulsi... Fonte: Il Giornale, 26-10-2010 06:04
Due egiziani irregolari sono stati fermati domenica dalla polizia locale in piazza Duomo a Milano. I due, di 19 e 46 anni, sono stati arrestati ma rilasciati dopo poche ore su richiesta del pm. Già in passato erano stati oggetto di decreti di espulsione non rispettati, emessi dalle questure di Milano e Trapani. «Vorrei capire - spiega il vicesindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato - come si possa attuare il contrasto all’immigrazione clandestina in questo modo. Perché è evidente che i due soggetti si sono già volatilizzati. E dubito fortemente che abbiano intenzione di presentarsi spontaneamente al processo, che pertanto verrà svolto in contumacia. Il risultato è che così ci sprecano solo risorse pubbliche, uomini e mezzi». De Corato ricorda quindi alcuni dati relativi al capoluogo lombardo: «nel corso di quest’anno 788 clandestini si sono resi responsabili di reati che destano allarme sociale. E la polizia locale ne ha fermati 600».

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il caso
Nel palazzo del Comune appartamenti restaurati: «Ma nessuno ci abita»
Lavori per 4 milioni. «Bloccate le assegnazioni». Nello stabile sono pronti da giugno 35 bilocali
MILANO - Su un'edicola votiva hanno appoggiato un foglietto, c'è scritto «settimo comandamento non rubare: i ceri». In effetti qui rubano un po' tutto, dagli scooter finiti spezzettati nelle cantine di via Montecassino agli appartamenti popolari. Ci sono una quarantina di abusivi, su 120 abitanti totali, al 6/10 di via Rilke, ancora nessuno al 58 di via Ucelli di Nemi, ma forse è solo questione di tempo. Il tempo non aiuta, a Ponte Lambro. Il civico 58, di proprietà del Comune, dopo una ristrutturazione da quattro milioni e mezzo di euro ha 35 bilocali pronti da giugno. Ai vecchi residenti erano state date altre case. Per ritardi vari e dimenticanze degli uffici comunali, gli alloggi non sono stati riassegnati. Non è nemmeno stato fatto il collaudo.


Via Montecassino, officine abusive in cantina

Il consigliere del Partito democratico Marco Cormio parla di «sprechi tremendi», «occasioni perdute», di una generale politica «controsenso» in una città affamata di case popolari, con lunghe liste d'attesa e gente che ha davvero bisogno, italiani e stranieri. Sarà perché Ponte Lambro è in fondo, lontano, ci si mette un po' ad arrivare, se qui gli interventi tardano? In via Vittorini, come da rapporto dei vigili, si conosce l'esistenza di un'area da «800 metri quadrati di superficie», un'area abusiva, riconducibile, citiamo ancora i vigili, nel quartiere è un cognome che nessuno fa, «alla famiglia Di Maio». I Di Maio hanno trascorsi di criminalità e prigione. Eppure, qualcuno dei Di Maio è stato perfino visto presentarsi agli uffici comunali del Contratto di quartiere per inviare segnalazioni, far proposte, dar suggerimenti. Possibile? E poi, su questi 800 metri quadrati adesso c'è una casa, naturalmente abusiva, dalla quale esce musica a forte volume, si sentono voci, si stendono panni, insomma ci si vive. I residenti, nella Milano degli sgomberi rapidi e frenetici, chiedono lo sgombero almeno dal 2009. Poveri illusi.
Si vive anche nelle cantine, a Ponte Lambro, si vive e lavora. Quelle di via Montecassino hanno officine meccaniche con strumenti e ricambi di motorini, macchine, furgoni, roba rubata, e hanno angoli bui per lo spaccio. In certi punti delle cantine sono ammucchiati sacchetti di sabbia, pronti all'uso quando, e succede, il Lambro esonda, i tombini saltano, tutto si allaga, finiscono sott'acqua le automobili parcheggiate in molti box. In quest'ultimo caso rimangono problemi dei cittadini, nel senso che i box sono stati sì realizzati ma non sono mai stati dichiarati agibili, e dunque sono illegali, non dovrebbero esserci.

Via Ucelli di Nemi 58: il palazzo con 35 bilocali vuoti

25 ottobre 2010

milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/10_ottobre_25/ponte-lambro-case-ristrutturate-vuote-17040226330...
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Immigrati: 1 su 4 vive in Lombardia La Lombardia è la prima regione per numero di immigrati. E' straniero 1 residente su 6 a Milano.

In maggioranza sono filippini, egiziani e cinesi
La Lombardia è la prima Regione in Italia per numero di immigrati con un totale di quasi un milione di residenti (982mila). Il 23,2% degli stranieri (sono 5 milioni nel 2010, venti volte più di venti anni fa) vive infatti in Lombardia: 1 su 4. In testa tra le province Milano, nella quale risiede il 41,5% del totale. A Milano città, dove gli stranieri iscritti all'Anagrafe sono quasi 200mila (199.372 per la precisione), un residente su 6 è straniero.

Sono i dati lombardi del 20° Dossier Statistico Immigrazione 2010 Caritas-Migrantes presentato martedì presso l'Auditorium San Fedele. Rispetto al 2009 le presenze degli stranieri sono aumentate dell'8,6%, un incremento più contenuto rispetto a quello registrato l'anno precedente (circa l'11%).

Nel capoluogo lombardo, rileva la ricerca, i gruppi nazionali più rappresentati sono quello filippino, egiziano e cinese, mentre in testa ai paesi di provenienza a livello regionale si registrano Romania, Marocco e Albania.

La popolazione straniera, evidenzia il dossier, risulta in Lombardia sempre più integrata. Da qui proviene infatti il 19,7% del totale delle rimesse realizzate in Italia, pari a circa 6752 miliardi di euro, con un incremento del 2,1% rispetto al 2008. Il 24,4% degli studenti stranieri presenti in Italia frequenta una scuola lombarda, dove un alunno su 8 non ha nazionalità italiana.

"I migranti non possono essere una sciagura, ma sono una risorsa", ha detto commentando i dati il vescovo di Mazzara del Vallo e presidente del consiglio Cei per gli Affari giuridici, Domenico Mogavero. "Gli immigrati sono persone umane e quindi come tali si interpellano perché sono una potenziale ricchezza della quale già facciamo esperienza nella vita quotidiana, ma anche nel loro modo di mettere in discussione criteri che forse rischiano di appiattirsi nel grigio del quotidiano. Sono una risorsa e come tali - ha ammonito - dobbiamo provvidenzialmente accoglierli e trattarli".

milano.virgilio.it/primopiano/lombardia-prima-per-numero-strani...


[Modificato da ccc56 26/10/2010 17:50]
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Nel 2010 novemila stranieri in più a Milano Gli immigrati rappresentano il 16% dei residenti della città meneghina: gli italiani sono in calo
La nuova fotografia scattata dal servizio Statistica del Comune al 31 luglio 2010 è quella di una città dove la popolazione continua a svuotarsi di milanesi e a crescere solo di stranieri.

Nei primi 7 mesi dell'anno la popolazione italiana nella città di Milano è calata di circa 2000 unità passando da 1.107.189 a 1.105.310. Contemporaneamente quella straniera, rappresentata da ben 155 Paesi diversi, è cresciuta di quasi 9000 presenze passando da 199.372 a 208.021.

Una cifra che rappresenta ormai quasi il 16% dei residenti (1.313.000) a fronte di una media nazionale che è intorno al 6,5%. Nelle prime dieci nazionalità più rappresentate dominano i filippini (32 mila), seguiti da egiziani (27 mila) e cinesi (18 mila). Rallenta la crescita dei romeni dopo il boom degli scorsi anni (+17% nel 2009 rispetto al 2008) con un +5% nei primi sette mesi dell'anno. Numeri in linea con gli aumenti di peruviani e cinesi. Crescita doppia, invece, per gli ucraini (+10%)".

Ecco le parole del vice Sindaco e a assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato: "Trent'anni fa gli immigrati erano 21 mila, uno su cento: oggi sono 1 su 6. Ma più realisticamente 1 su 5, considerato che a Milano sono stimati 50 mila clandestini. E la città ha una veste prevalentemente asiatica (74 mila presenze) e africana (46 mila) con gli europei (45 mila) e americani (42 mila) in inferiorità numerica. Un mutamento epocale se si pensa che solo nel 1979 erano gli svizzeri gli stranieri più rappresentati (1.673), seguiti da tedeschi (1.274) e britannici (788). Con un popolazione complessiva che era di 1.677. 000 abitanti. Ovvero 300 mila residenti più di oggi".

De Corato ha poi sottolineato che è necessario insistere sul rispetto delle leggi italiane e sui valori fondanti dell'Occidente come precondizioni all'integrazione, sul massimo rigore per chi vive clandestinamente, per chi attua comportamenti che sono una minaccia alla sicurezza pubblica e dello Stato o lesivi della dignità della donna. Il gravissimo episodio accaduto a Torino dove una ragazza marocchina è stata sfregiata con l'acido da un connazionale respinto, e un fatto quasi analogo accaduto ieri in piazza Prealpi a Milano, vittima una diciannovenne peruviana ferita al volto dall'ex fidanzato, sono la riprova, secondo il vice Sindaco di come l'accoglienza indistinta per tutti sia una chimera. Chi sceglie le strade della violenza e i canali dell'illegalità non ha diritto all'accoglienza.

milano.virgilio.it/primopiano/2010-novemila-stranieri-in-piu-mil...
[Modificato da ccc56 26/10/2010 17:54]
ccc56
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