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Per chi vuole conoscere meglio Milano

Ultimo Aggiornamento: 05/11/2015 16:17
22/09/2010 21:23
 
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La città in ginocchio, disastro annunciato
Inascoltati i pareri dei tecnici. Ora un piano acque affidato a un'authority e si rimedi agli errori del passato


Le immagini drammatiche del Nord-Milano sott'acqua sono purtroppo la nuova puntata di un disastro annunciato. E non certo l'ultima, se la questione verrà affrontata così come le amministrazioni, comunale e regionale, e molta opinione pubblica se ne sono occupate negli ultimi decenni. Vale a dire: con interventi d'emergenza sotto i nubifragi e nei giorni immediatamente successivi; lamentandosi dell'urbanizzazione scellerata che ha eliminato le aree golenali e cementificato i terreni, rendendoli impermeabili alle piogge; progettando, magari, un nuovo canale scolmatore che raccolga le acque in caso di esondazioni.

I tecnici lo dissero sin dai decenni scorsi, a partire dal momento in cui la linea 2 del metrò tagliò il centro direzionale sull'asse Garibaldi, Gioia, Centrale, che i canali sotterranei si sarebbero presi la rivincita ogni volta che i temporali si fossero abbattuti con particolare intensità. E che l'intera area costituiva solo la parte di raccolta di un bacino che aveva il proprio vertice a nord, appunto, in quelle zone che sarebbero state percorse dalla linea 3 e che ora vedono i lavori di costruzione delle linea 5.

Milano - e non è la prima volta, né il settore trasporti costituisce l'unico esempio: si pensi ai parcheggi - sembra però insofferente verso il parere dei tecnici. Soprattutto quando vanno contro a interessi costituiti e richiamano alla necessità di un ripensamento globale della città, invece che seguire la logica degli interventi tampone, comunque settoriali, di fatto preferiti dagli amministratori. Eppure com'è fatta Milano, la natura del sottosuolo, il nome stesso che dice «terra tra i due fiumi» e quindi al centro di un sistema di canalizzazioni sia naturali, sia realizzate dall'uomo è ben nota, anche alla politica, che, con un meccanismo di scissione sorprendente, mentre non pensa «Milano città dell'acqua», poi celebra i Navigli (è vero che spesso più a parole che nei fatti) o addirittura immagina di arrivare all'Expo in barca.

Se vogliamo rispondere davvero ai bisogni degli abitanti dei quartieri a nord, non gettare al vento risorse (già che ce ne son poche), pensare a una riqualificazione dell'abitare, del servizio di trasporto pubblico e del traffico privato bisognerà cambiare registro. Questo comporta: un piano acque della città complessivo, affidato a un'authority, così come si progettò per i Navigli neanche tanti anni fa, non facendone nulla poi; un raccordo programmatico e operativo con i comuni limitrofi; misure urbanistiche di salvaguardia che recuperino, dove si può, sulle negligenze del passato e si innovi subito rispetto al futuro. Ma chi la politica la pratica giorno per giorno sembra sordo all'istanza. Forse perché non ha ancora ben capito come distribuire le poltrone della eventuale Grande Milano.

milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/10_settembre_20/seveso-disastro-annunciato-1703793431393.shtml?fr=c...
[Modificato da ccc56 22/09/2010 21:23]
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