video sulle morti sul lavoro....
i cantieri delle case che compriamo non vengono controllate...e non e' possibile nemmeno farlo.
operai sottopagati in nero...ma tutti sti costi delle case da dove nascono?
www.unmondoacolori.rai.it/sito/scheda_puntata.asp?progid=773
Si muore tanto sul lavoro, e negli ultimi tempi, finalmente, ci si è accorti che si muore troppo e che i numeri ufficiali fanno impressione, sono più alti di quelli di una guerra
In questa guerra quotidiana la percentuale delle vittime straniere ha raggiunto, l’anno scorso, quasi il 17% del totale, con un trend in crescita, anche perché cresce il numero dei lavoratori immigrati presenti nel nostro paese.
Le morti sul lavoro vengono chiamate morti bianche perché avvengono senza l’utilizzo di armi e coinvolgono persone innocenti. Quelle di cui si occupa questa volta Valeria Coiante, alla guida di un nuovo viaggio-inchiesta di “Un mondo a colori”, sono state ribattezzate “morti nere”, perché, pur capitando ad innocenti disarmati, sono morti avvolte dal buio.
Il buio del quale si parla è quello che ricopre il rispetto e l’applicazione di regole, leggi e decreti sul lavoro che pur ci sono, ed anche periodicamente aggiornati, ma inutili se manca la cultura della sicurezza ed un adeguato controllo.
È infatti più facile trovare – ad esempio - in un grande cantiere siciliano 22 lavoratori in nero su 60 che 60 semplici caschi di protezione in testa a 60 lavoratori. Perché? Facile, perché è bassissimo il rischio di un controllo degli ispettori, i quali d’altronde sono pochi, sfiduciati ed appiedati.
Anche in conseguenza di un basso rischio di incorrere nei controlli, la manovalanza in nero abbonda sui cantieri, come abbondano i mercati delle braccia a cielo aperto. Basta svegliarsi all’alba ed andare a Tor di Quinto, a due passi dal centro di Roma, per trovarne uno.
Scarsa cultura della sicurezza e scarsi controlli dunque, ma anche poca formazione, perché gli infortuni molte volte accadono proprio così, per ignoranza o inesperienza. Le esternalizzazioni di lavoratori reclutati dalle fabbriche nelle agenzie interinali, senza alcuna specializzazione, portano a tragiche conseguenze.
Intanto, il costo sociale degli infortuni aumenta di anno in anno: nel 2007 è stato di 45 miliardi di euro, praticamente l’ammontare di una manovra finanziaria.
Questi numeri tengono in conto solo le evidenze, gli incidenti eclatanti e le malattie “professionali” riconosciute. Ma quante sono le patologie che non entrano ancora nelle statistiche? Molti pensano – per esempio - che lavorare nelle serre sia semplice e poco rischioso, ma le telecamere di “Un mondo a colori” mostreranno un’altra realtà. E daranno finalmente voce anche a chi – non in regola – precipita da un tetto che sta smontando per pochi euro al giorno, viene creduto morto, gettato in un campo e si risveglia dopo due mesi di coma in compagnia di minacce, solitudine, ed un processo prossimo alla prescrizione.
Di Emilio Casalini, Federico Ruffo, Fabio Trappolini.