XVII Rapporto CRESME sul mercato delle Costruzioni
Le costruzioni nella discesa ripida dell’ottovolante
«In due anni la produzione industriale del settore ha perso il 30% e gli investimenti in costruzioni sono scesi del 18% in quattro anni.
“Una crisi straordinaria, un calo produttivo impressionante e una sostanziale sottovalutazione di quanto avvenuto, ma ancora sta avvenendo”. Così Lorenzo Bellicini, direttore del CRESME, in occasione della presentazione del XVII Rapporto CRESME sul mercato delle costruzioni, nell’ambito del Construction Day, insieme a VeronaFiere, ha richiamato l’attenzione sugli effetti che la crisi sta producendo sul settore.
Alla luce di quanto è avvenuto nei primi 10 mesi di quest’anno il CRESME
ha riveduto la stima per il 2009 al ribasso: la caduta degli investimenti non sarà del 5,7%, ma del 10,1%. Tutti i comparti sono in caduta libera trainati dalla nuove costruzioni: edilizia residenziale -19,2%, edilizia non residenziale privata -15,9%, opere del genio civile, che avrebbe dovuto svolgere una forte funzione anticongiunturale, –6%. Anche la manutenzione straordinaria del patrimonio esistente cede comunque il -5,4% degli investimenti del 2008. Dati pesanti, che tengono conto della possibilità di un rallentamento dei tassi di caduta nell’ultimo trimestre dell’anno. Dati che vanno messi in relazione con l’inizio dell’inversione del ciclo nel 2007 (-0,5%), e con la caduta già rilevante del 2008: -4,7%. In sintesi, dal 2007 al 2009 gli investimenti in costruzioni fanno i conti con una caduta così ripida che li riporta all’inizio degli anni 2000. E nel 2010 vi sarà un ulteriore calo, anche se più contenuto, del 2,8%, portando la riduzione complessiva nei quattro anni al 18%.
“Man mano che mettevamo in fila i dati - commenta Bellicini -
ci stupivamo, accorgendoci che eravamo entrati a pieno titolo in quella che potremmo definire la discesa ripida dell’
ottovolante, delle
montagne russe. Non può, infatti, non colpire la velocità e l’entità della caduta. La recessione nel biennio 2008-2009 sta investendo con una violenza sconosciuta le industrie produttrici del settore delle costruzioni. In due anni la flessione è di 30 punti percentuali. Per avere un termine di paragone basti pensare che la grave crisi del 1992-1994 vide una riduzione della produzione del 10%.”
E aggiunge “il 2010 sarà l’anno della resa dei conti: in termini occupazionali e in termini di capacità competitiva delle imprese. Un calo che si avvicina al 20% del mercato in pochi anni produce una tensione misurabile in 400.000 posti di lavoro. Una calo dei lavoratori dipendenti di 250.000 unità”.
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E sì che Bellicini è stato uno dei pochi a predire due anni fa l'incombente tempo di magra per le Costruzioni, guardando anche le
dinamiche demografiche italiane.
fabio