Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
labottegadelfuturo, 01/02/2012 10.26:
La teoria da cui parto, guardandomi attorno e confrontando con altre categorie produttive, è che i 300.000 lavoratori all'inizio sono stati spacchettati al 50% nelle grosse imprese che campano di lavori pubblici (le cosidette grandi opere) o comunque di grosse commesse,gli altri sono la miriade di lavoratori che in tutta italia fanno andare avanti il comparto edile.
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Ancora non ho dati per suffragare questa mia tesi ovviamente, ma la crisi conclamata di architetti e ingegneri sarebbe un indicatore dello stop alle costruzioni, di fatto l'inizio della discesa del costo dell'immobiliare visto che non c'è più bisogno di nuovi progetti.
Non ce l'ho con ingegneri ed architetti eh?Però nella filiera edile sono la carica di innesco di tutto...se sono in crisi loro si ferma l'intera filiera, ecco perchè li prendo ad indicatore.
Direi che fa il paio con un indicatore come le licenze edilizie rilasciate dai comuni.
Per ingegneri e architetti la vedo abbastanza grigia. Credo che gli unici settori in grado di portare un po' di fatturato in questo momento siano quelli legati alle certificazioni/riqualificazioni energetiche e alle pratiche catastali derivanti dall'obbligo di conformita' per poter eseguire atti.
Per la manovalanza di basso livello la vedo decisamente triste. Si tratta in massima parte di gente con una scolarizzazione minima e con una possibilita' di ricollocamento in altri settori prossima allo zero.