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Interviene LUIGI CAMPIGLIO, economista e prorettore della Cattolica
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“Una giovane famiglia che intende comprare casa e ha da parte 150mila euro, a Milano è meglio che lasci perdere, a Berlino compra una casa più che dignitosa. Allora?
Questo mi suggerisce due aspetti. Il primo è di carattere generale. In Italia vogliamo aumentare i redditi da lavoro? Investiamo di più in capitale umano, che equivale a dire la persona e che per noi è l’unico capitale realmente decisivo. Secondo: quel grave divario nei prezzi delle case si chiama rendita. La dimensione delle posizioni di rendita, cioè dei redditi acquisiti ma non in virtù di un merito o del sacrificio, in Italia è troppo elevata. La Germania da questo punto di vista è socialmente molto più ordinata di noi.
Include nella rendita anche la nostra peculiare saggezza di risparmiatori? Siamo più prudenti, non viviamo a debito come gli americani, e adesso non rinunciamo ai saldi.
È vero, la nostra capacità di risparmio la fa da padrone. Torniamo però all’esempio immobiliare, visto che gli italiani sono grandi possessori di immobili. La casa che qualche anno fa costava 300mila euro, oggi ne vale 400mila. Non dimentichiamo che questa è una ricchezza un po’ evanescente, perché nel momento in cui tutti decidessero di mettere sul mercato i loro beni immobili i prezzi delle case affonderebbero, o per meglio dire tornerebbero normali. La nostra scarsa capacità di trasformare quel risparmio in investimento produttivo, e in particolare di capitale umano, fa sì che la nostra ricchezza rimanga “sulla carta””
come dire siamo malati di RENDITA e SPECULAZIONE!