dicono tuttp e il contrario di tutto...
19:02 - ### Crisi: l'Italia non e' piu' un paese periferico "sicuro" - IL COMMENTO
di Michael Riddell *
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 11 lug - Ora sappiamo
che la 'barriera' di sicurezza tra i Paesi era un'illusione.
Fino a poco fa, l'Italia e' stata considerata dal mercato
come un Paese periferico "sicuro" e molti investitori
internazionali hanno aumentato il peso dell'Italia rispetto
ai benchmark come un'alternativa all'esposizione nulla su
Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna. I "tori" dell'Italia
hanno motivato questa tesi sottolineando che mentre il
rapporto tra il debito del settore pubblico e il Pil e' un
preoccupante 120%, l'Italia ha di fatto un debito del
settore privato molto piccolo. Oppure che l'Italia e' troppo
grande per fallire o ancora che ha un mercato delle
obbligazioni di Stato grande e molto liquido, con grandi
acquirenti domestici. Oppure che il rapporto debito
pubblico/Pil e il suo carico di interessi erano molto peggio
nel 1990 e il Paese e' sopravvissuto o che il debito
dell'Italia ha una lunga scadenza media. Gli "orsi"
dell'Italia sostengono invece che il Paese puo' essere visto
come troppo grande per fallire, ma cio' non significa che
questo non possa accadere, ed e' troppo grande per salvarsi.
Oppure che le banche italiane stanno vedendo un lento ma
continuo deterioramento nella qualita' degli asset. O ancora
sottolineano la degenerazione della situazione politica.
Qualunque sia o sia stata la view, la realta' oggi e' che se
il prezzo delle obbligazioni dell'Italia, della Spagna o di
qualunque altro Paese collassa, il costo del prestito sale.
E quando cio' avviene, i costi degli interessi crescono
costantemente e la situazione fiscale si degrada. Questo
mette pressione al settore bancario: quando i titoli sovrani
dei Paesi periferici esplodono, le banche hanno bisogno di
raccogliere sempre piu' capitale per proteggersi dai costi
della futura ristrutturazione dei sovrani, ma questo
capitale bancario diventa sempre piu' costoso proprio nel
momento in cui le banche ne hanno maggiormente bisogno.
Inoltre ci sono le agenzie di rating. L'aumento dei costi
dei sovrani e dei prestiti bancari portera' al declassamento
del rating. Uno dei fattori principali nelle decisioni di
downgrade sembra essere il movimento nei prezzi delle
obbligazioni. In altre parole, il rating del credito in
parte viene abbassato perche' il prezzo dei bond scende. Da
un lato questo e' razionale, dal momento che gli interessi
aumentano quando i rendimenti dei titoli di Stato salgono, e
la capacita' di credito diminuisce. Quando il genio della
fiducia in se stessi esce dalla bottiglia, e' molto difficile
farlo tornare dentro. E' un classico circolo vizioso.
* Team fixed income di M&G Investments
questo tizio potrebbe dire cosi' perche' ha pochi titoli, spera che calino e/o salgano i rendimenti per papparseli ghiotti, visto che e' il suo mestiere...
19:30 - Crisi: Bini Smaghi, Italia e' un Paese ricco, non fallira' mai
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 11 lug - "L'Italia e'
"un paese ricco, basta guardare gli asset e liabilities. Non
fallira' mai". Lo ha detto Lorenzo Bini Smaghi, membro del
comitato esecutivo della Bce a un convegno a Milano. Questo
scenario "deve essere comunque realizzato ogni giorno con
azioni di politica economica e convincendo gli investitori
che questo e' vero". Bisogna farlo "con un programma di
risanamento equo, sostenibile e duraturo, non una tantum".
quest'altro potrebbe dirlo a scopi rassicurativi, come ha fatto draghi e altri in germania...
...e intanto
le borse si depurano delle sopravvalutazioni, i tassi sui TdS italiani salgono e si preannunciano manovre lacrime e sangue...