Al di là di tutte le possibili disquisizioni, nelle quali preferisco non addentrarmi perché se ne potrebbe davvero parlare all'infinito, molto elementarmente leggo la sintesi relativa all'articolo 18...
L'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (Fonte: intrage.it)
L'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori (Legge 20 maggio 1970, n. 300) afferma che il licenziamento è valido solo se avviene per giusta causa o giustificato motivo.
In assenza di questi presupposti, il giudice dichiara l'illegittimità dell'atto e ordina la reintegrazione del ricorrente nel posto di lavoro...
...poi, soffermando la mia attenzione sulle parole "giusta causa" e "giustificato motivo" mi pongo questa semplice domanda, per quale ragione modificare questa norma?
Per converso, se la logica non è un'opinione - e in effetti non lo è - allora significa che l'intenzione è quella di introdurre la possibilità di
licenziare per
ingiusta causa o per
ingiustificato motivo.
Aumentare l'occupazione, rilanciare l'economia licenziando con più facilità?
E' probabile che qualcosa mi sfugga ma, in tutta franchezza, proprio non vedo dove stia la "genialità", concludo aggiungendo che non intravedo ne' il senso, ne' le migliorie, penso che si vada, comunque la si voglia vedere, verso il peggio,
verso l'ingiusto.
Se tra un po' di tempo, modificato l'articolo 18 - perché è del tutto evidente che, dopo qualche sciopero, comunque si arriverà alla modifica - vi sarà una effettiva ripresa dell'economia italiana, allora pubblicamente ammetterò d'essermi sbagliato, ma non prima di allora, alla fine, al di là di tutte le possibili disquisizioni, sono solo i fatti che contano.
Marco