fpsoft, 09/07/2009 8.55:
Da
"Banche, ma quando sarà scoperchiata la pentola?" di Giuseppe Turani da Repubblica/WallStreetItalia.
"In tutto questo sta emergendo la grana delle grane, e cioè la questione dell’imponente massa di crediti concessi per le operazioni con
alta leva finanziaria, ormai quasi tutte in "default", cioè virtualmente saltate. E con frotte di banchieri che giorno dopo giorno si mettono le mani tra i capelli solo a riguardare operazioni che oggi sembrano far parte di una realtà virtuale.
Tra queste c'é tutto il mondo del private equity più aggressivo, ma
anche tutto il mondo immobiliare, abituato a fare mutui per il 90-95 per cento del valore
(dell'epoca) degli immobili. Come iscriveranno a bilancio i crediti nei confronti di tali aziende le banche che li hanno concessi?"
Ma come "dell'epoca"? Ma il mattone non saliva sempre?
Molto interessante. Proprio questo stanno facendo gli oligarchi: posticipare il redde rationem, tirare avanti e campare "finchè tutto si rimetta a posto". Come si rimette a posto? Da solo?
I debiti inesigibili, da privati sono divenuti pubblici. Ma qualcuno dovrà pagarli prima o poi. L'8 ottobre scorso hanno evitato il collasso sistemico, rinviandolo per un certo tempo. I problemi non sono stati risolti, semplicemente hanno guadagnato tempo. Il mare magum di iniezioni di liquidità, di tassi nulli, di rotative a pieno regime ha soltanto ottenuto il rallentamento della crisi e non la sua fine. Si licenzia meno, si va meno in cig, ma il declino continua e si somma alle frane precedenti. Se dopo un terremoto grado 9 le scosse continuano anche se di intensità 4 non posso dire che la situazione migliora, anche perchè per passare da scosse da grado "9 a 4" ho preso provvedimenti senza precedenti, che mi hanno fatto guadagnare tempo sì, ma non mi hanno risolto i problemi. Anzi ne aggiungeranno altri: questo ottenere tempo non è stato gratis.
Il Giappone degli anni '90 aveva dei vantaggi che il mondo non ha oggi: aveva finanze pubbliche floride, un tasso di disoccupazione molto basso, e soprattutto era un grande esportatore.
Oggi i paesi esportatori non sanno a chi vendere, il motore dell'economia mondiale (gli USA) si è rotto e basta. I debiti pubblici di molti paesi (non tutti) non sono in grado di sostenere i costi sostenuti dal giappone allora. Oggi lo stesso giappone scricchiola... causa replica mondiale di quanto visto a casa sua 15 anni prima. La crisi infatti non è circoscritta ad un unico attore, come nel giappone degli anni '90, ma a tutto il mondo, e per un ammontare tale da annichilire qualunque precedente.
Gli oligarchi sperano che passi a nuttata, ma non è sostenibile un giappone globale. O fermano la spirale, (non basta rallentarla, perchè continuare a sommare dati macro negativi non significa "fine"; significa solo che le nuove macerie sono meno grosse delle precedenti, ma tutte continuano a sommarsi) o prima o poi il defult globale - quello che hanno posticipato l'8/10/08 - arriverà.