Re: globalizzazione e incognite
stelafe, 12/06/2007 08.54:
Guido
uffa! Se fosse tutto semplice non saremmo nemmeno qui a parlarne.
Non é per fare il criticone, ci mancherebbe altro. Ma dato che avevi affermato che i mercati immobiliari dei diversi paesi sono legati tra loro, e poi aletiburtino in un post successivo aveva riportato che in Gran Bretagna i prezzi sono aumentati dell'11% in un anno, mi sono sentito in dovere di disinnescare il potenziale cortocircuito tra le due affermazioni (nessuno aveva detto niente, ma meglio prevenire che curare).
Comunque, visto che ci sono, per puro diletto provo a stimolare il dibattito facendo qualche considerazione da economista dilettante sulla globalizzazione dei mercati.
In comune i diversi mercati immobiliari hanno sicuramente il fatto che ultimamente i tassi di interesse sono stati bassi ovunque, spingendo le famiglie ad indebitarsi. Però per il resto ci sono molte differenze e particolarità, e secondo me vedere un mercato immobiliare globale con qualche eccezione qua e là (Germania o Giappone) può essere fuorviante.
In Italia oggi siamo messi veramente male per quanto riguarda il rapporto tra reddito disponibile delle famiglie e prezzo medio degli immobili. In compenso le famiglie (leggi genitori di chi compra casa) hanno (in media) tanti bei risparmi accumulati negli scorsi decenni (boom economico degli anni 60 + sperperi pubblici degli anni 70-80).
Gli aumenti dei tassi probabilmente faranno sgonfiare i prezzi degli immobili (e il patrimonio delle famiglie, attualmente investito in gran parte in immobili), ma non credo che questo processo avverrà in maniera traumatica (anche se probabilmente diverse persone, a livello individuale, passeranno dei brutti quarti d'ora).
Se per scoppio della bolla immobiliare si intende un evento catastrofico in cui la crisi immobiliare si propaga agli altri settori dell'economia e trascina tutti nel disastro, secondo me non in Italia non scoppierà un bel nulla. Anzi, più che di bolla (termine pittoresco ma fuorviante) sarebbe corretto parlare di una temporanea sopravvalutazione degli immobili dovuta a una somma di motivi congiunturali (in parte globali e in parte locali).
Forse negli USA potrebbe succedere qualcosa di simile allo scoppio di una bolla (ma non ci credo molto) e anche in tal caso non vedo perché il crollo dei prezzi si dovrebbe propagare automaticamente in Italia. Anzi, forse succederebbe il contrario, perché la prima cosa che farebbero le banche centrali in caso di crisi sarebbe diminuire i tassi, e questa storia veramente non finirebbe più.
Qui in Italia la sola cosa che dobbiamo augurarci é che si chiuda presto questa sciagurata parentesi di soldi facili e che le quotazioni immobiliari tornino spontaneamente sulle medie di lungo periodo.
Comunque sia, gardate qui che bei rapporti sanno fare in America.
THE STATE OF THE NATIONS HOUSING
www.jchs.harvard.edu/publications/markets/son2007/son2007.pdf
E guardate qui che bel pulsantino
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