Fallimento banche postate le news

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laplace77
00venerdì 25 novembre 2011 21:31
Re: Declassation
FraMI, 25/11/2011 19.31:

http://www.corriere.it/economia/11_novembre_25/fitch-taglio-rating-otto-banche_8002f5a4-178e-11e1-8448-ba9de42f6fce.shtml

Gli sta bene...ci sta bene?
Cmq noi sappiamo il perche'... [SM=g1750163]




scrivono:

MODELLO DI BUSINESS TROPPO COSTOSO- Secondo la nota di Fitch, « Le otto banche stanno cercando di ridurre la spesa, ma non sembrano in grado di portare a termine il compito, dato che il loro modello di business è centrato su una costosa rete di filiali». Infine l'Agenzia non esclude: «fusioni nel medio periodo tra banche di piccolo e medio calibro, soprattutto perché per le più deboli potrebbe non essere più possibile essere competitive nei nuovi scenari».

ma che fanno, copiano???

[SM=g1750163] [SM=g9128] [SM=p7579]
grella
00sabato 26 novembre 2011 10:29
Minuto 7:30 ................
Ocio , mica detto che debba finire a tarallucci e vino........... [SM=j7568] [SM=j7568] [SM=j7568]

(minuto 4:30 l'imprenditore suicida..)






labottegadelfuturo
00sabato 26 novembre 2011 10:41
sti fiji de 'na gran donna ma di padre incerto...
Oro alla Patria nel BTP day, tra gli aderenti anche Unicredit

[URL=Sebbene banche come Bnp Paribas, Sociètè Gènèrale, UniCredit ed altre hanno recentemente scaricato decine di miliardi di euro di debito sovrano europeo, ]Unicredit sta tentando di sfanculare porzioni di debito sovrano che ha acquistato


....e attraverso chi lo faranno ?
nobear
00lunedì 28 novembre 2011 13:17
il 9 dicembre ci dirà qualcosa

Siete d'accordo che l'appuntamento europeo in oggetto sarà chiarificatore di molte cose?

Se si deciderà l'unione fiscale europea e la gestione degli stati membri in caso di difficoltà e di richiesta di aiuti, ciò non potrebbe essere un punto a favore degli Eurobond?
dgambera
00martedì 29 novembre 2011 13:11
Moody's: a rischio downgrade 87 banche europee. Nel mirino istituti spagnoli (21) e italiani (17)

29 novembre 2011


Moody's ha messo sotto esame il debito subordinato di 87 banche di 15 paesi europei vista la crisi del debito sovrano nel Vecchio Continente. Possibile l'abbassamento da uno a due gradini del merito. Le banche più colpite sono quelle spagnole (21) seguite da quelle italiane (17). La stessa agenzia ieri ha lanciato l'allarme sui debiti dell'Eurozona: misure subito o rischio default multipli.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

labottegadelfuturo
00martedì 29 novembre 2011 14:03
bloggher insider
3 banche italiane avranno difficoltà ad arrivare a Natale,
E se la Germania non modifica la propria politica monetaria (pardon, la BCE ) si dovrà dare una scorciatina al debito dell'Italia del 50%
iandy73
00martedì 29 novembre 2011 14:23
Re: bloggher insider
labottegadelfuturo, 29/11/2011 14.03:

3 banche italiane avranno difficoltà ad arrivare a Natale,
E se la Germania non modifica la propria politica monetaria (pardon, la BCE ) si dovrà dare una scorciatina al debito dell'Italia del 50%




....azz' una volta erano gli allenatori a non arrivare a mangiare il panettone a natale...adesso le banche!!! [SM=j7568]
dgambera
00mercoledì 30 novembre 2011 12:05
S&P's abbassa il rating a 37 banche internazionali, in Italia a Bnl e Cassa di risparmio di Parma e Piacenza

30 novembre 2011


Standard & Poor's ha tagliato il rating di 37 banche a livello globale (e di alcune loro controllate), compresi tutti e sette i maggiori istituti americani. Come si legge in una nota dell'agenzia di rating, la revisione è dovuta al cambiamento dei criteri di valutazione annunciato lo scorso 9 novembre e in cui si parlava di una minore fiducia nella capacità e nella volontà dei governi di salvare banche eventualmente in difficoltà (i tagli erano dunque attesi).

Per quanto riguarda gli istituti americani, il rating di Bank of America, Citigroup, Goldman Sachs e Morgan Stanley è stato abbassato da "A" a "A-", mentre quello di JpMorgan, Wells Fargo e Bank of New York Mellon é stato abbassato da "Aa-" a "A+". Rivisto al ribasso anche il rating di Bank of China (da "A" a "A-") e di varie banche britanniche, tra cui Barclays, Hsbc, Lloyds e Royal Bank of Scotland. Invariata invece la valutazione di Industrial and Commercial Bank of China, così come non é stato rivisto il rating di varie banche europee, tra cui Deutsche Bank, Credit Suisse, Ing, Bnp Paribas e Credit Agricole.
Abbassato di una tacca anche il rating di Banca nazionale del lavoro, Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza (da "A+" a "A"), invariato invece quello di Intesa Sanpaolo, Banca Infrastrutture Innovazione e Sviluppo, Banca Imi e Unicredit.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

labottegadelfuturo
00mercoledì 30 novembre 2011 13:37
intervista al presidente della Consob
Le banche sono senza liquidità


Le banche sono senza liquidità




Le banche sono senza liquidità




Le banche sono senza liquidità




Le banche sono senza liquidità




Le banche sono senza liquidità




Le banche sono senza liquidità




Le banche sono senza liquidità
labottegadelfuturo
00giovedì 1 dicembre 2011 08:47
Ansia da Dichiarazioni
Gia lo sapevo, ma sentirlo dire mi inquieta assai

Dove vanno i soldi dei CC di PosteItaliane?

(ANSA) - ROMA, 30 NOV - ''Come Poste italiane da sempre siamo impegnati nella raccolta del risparmio con libretti e buoni fruttiferi. Il denaro versato sui conti corrente, 40 miliardi, e' investito tutto in titoli di Stato''. Lo ha detto l'amministratore delegato, Massimo Sarmi, sottolineando la ''forma virtuosa'' del ''contributo che gli italiani stanno dando al Paese. Quanto alla raccolta, Sarmi ha affermato che quest'anno non e' in calo, ''e' in linea con gli anni scorsi.
nobear
00giovedì 1 dicembre 2011 12:19
Re: Ansia da Dichiarazioni
labottegadelfuturo, 01/12/2011 08.47:

Gia lo sapevo, ma sentirlo dire mi inquieta assai

Dove vanno i soldi dei CC di PosteItaliane?

(ANSA) - ROMA, 30 NOV - ''Come Poste italiane da sempre siamo impegnati nella raccolta del risparmio con libretti e buoni fruttiferi. Il denaro versato sui conti corrente, 40 miliardi, e' investito tutto in titoli di Stato''. Lo ha detto l'amministratore delegato, Massimo Sarmi, sottolineando la ''forma virtuosa'' del ''contributo che gli italiani stanno dando al Paese. Quanto alla raccolta, Sarmi ha affermato che quest'anno non e' in calo, ''e' in linea con gli anni scorsi.



Quindi... chi ha il conto bancoposta senza saperlo ha comprato titoli di stato.
Quindi... meglio il libretto postale, che rende anche di più! [SM=g2594223]
dgambera
00domenica 4 dicembre 2011 19:52
BERLINO POTREBBE NAZIONALIZZARE COMMERZBANK

04-12-11

(ASCA) - Roma, 4 dic - Il governo tedesco non esclude la nazionalizzazione di Commerzbank. E' quanto scrive il settimanale Der Spiegel domani in edicola. Berlino, secondo fonti del governo, potrebbe riattivare il fondo di aiuti alle banche acquistando altre quote di Commerz di cui gia' detiene il 25%.

La seconda banca tedesca ha presentato risultati fortemente negativi a causa dell'esposizione su titoli della Grecia. Secondo l'Eba la Commerzbank dovrebbe procedere a una ricapitalizzazione di 2,9 miliardi di euro, il 60% delle necessita' del sistema bancario tedesco.
dgambera
00venerdì 9 dicembre 2011 13:29
Moody's declassa le tre big bank francesi

9 dicembre 2011


Moody's ha tagliato di un gradino il rating delle tre maggiori banche francesi: Bnp Paribas, Credit Agricòle e Societè Genèrale. Lo comunica l'agenzia americana, sottolineando che l'outlook è negativo. La decisione arriva al termine di un esame approfondito iniziato a metà giugno e prolungato a metà settembre (quando c'è stato già un primo downgrade per l'Agricole e Socgen). Per Bnp Paribas il rating a lungo termine passa così ad "Aa3", per il Credit Agricole scende allo stesso livello (Aa3), mentre per Societè Generale il giudizio cala ad "A1".

©RIPRODUZIONE RISERVATA



Alle banche europee servono 114,6 miliardi

articoli di Leonardo Maisano e Rossella Bocciarelli 9 dicembre 2011


dal nostro corrispondente Leonardo Maisano
LONDRA - Il conto più salato è per le banche tedesche chiamate a iniettare nel proprio capitale il triplo, o quasi, di quanto era stato immaginato. L'European banking authority (Eba) ha sciolto le riserve e ha aggiornato le proprie valutazioni inserendo nella raccomandazione adottata ieri dal Board anche i dati sul portafoglio titoli delle banche ai valori di fine settembre.

Un esercizio che l'ha indotta a correggere la stima di ottobre quando era stato ipotizzato un fabbisogno di 106 miliardi per consolidare il capitale delle banche europee. Non bastano più. Secondo l'authority sono ora necessari 114,6 miliardi di euro. Otto in più, che vanno largamente ascritti agli istituti di credito tedeschi. E in particolare a Commerzbank chiamata a rimpolpare il proprio capitale di 5,3 miliardi di euro contro i 2,9 che erano stati ipotizzati un mese e mezzo fa. Anche Deutsche Bank dovrà fare uno sforzo ulteriore, andando a reperire 3,2 miliardi contro i 2,8 immaginati. Un computo con criteri più puntuali e l'aggiornamento ai valori di settembre dell'esposizione ai bond sovrani, hanno svelato una fragilità inattesa delle banche tedesche, con Commerz subito penalizzata dal mercato. Il titolo ha perso l'11% sulle voci di un intervento pubblico che la banca ha escluso.

Germania a parte, le differenze per gli altri sono marginali con correzioni all'insù per l'Italia (15,366 miliardi euro necessari contro i 14,7 precedentemente calcolati) e la conferma della Spagna chiamata a reperire 26 miliardi. Il primato spetta sempre alla Grecia con un fabbisogno di 30 miliardi, ma è cifra che nasce dalle valutazione di Fmi e Ue che l'Eba ha semplicemente adottato senza fare analisi proprie. Entro il 20 gennaio le banche coinvolte dovranno comunicare alle autorità nazionali come intendono reperire i fondi che consentiranno, a fine giugno, il raggiungimento del 9% di Core Tier 1.

La raccomandazione dell'European banking authority già scatena reazioni nel mondo bancarioe timori per le ripercussioni sull'economia. La violenta accelerazione nella riduzione della leva attualmente in corso rischia, infatti, di scatenare un nuovo credit crunch. Un punto sul quale Andrea Enria, responsabile dell'Eba è stato esplicito. «Non possiamo impedire alle banche di ridurre gli impieghi - ha detto ieri - ma questo non potrà servire per raggiungere gli obiettivi. Saranno riconosciute solo operazioni sul capitale, sulla distribuzione dei profitti e cessioni di asset». Come dire: se una banca chiamata a raccogliere 5 miliardi pensa di farlo tagliando i prestiti, si sbaglia. Non sarà capitale «buono», secondo l'Eba, per rafforzare il patrimonio.

Resta da stabilire come l'authority potrà monitorare e imporre misure del genere. Il passaggio dovrà avvenire attraverso le autorità nazionali. Da giorni Andrea Enria mette l'accento sul rischio delevereging a cui le banche si stanno sottoponendo mettendo a repentaglio la ripresa. Una dinamica che BarCap ha quantificato arrivando ad immaginare una riduzione della leva globale fino 3mila miliardi di euro.
La via per le banche non potrà, dunque, passare per un'erculea stretta al credito e se raccogliere capitale sul mercato è troppo oneroso non resta che la cessione di asset. «Mi creda molti gioielli di famiglia - ha commentato ieri un banchiere - passeranno presto di mano».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

dgambera
00lunedì 12 dicembre 2011 21:41
Tutti nel panico, alè

Panico per un Tweet, caos nelle banche lettoni

Le notizie infondate sulla Swedbank hanno indotto i risparmiatori a correre ai ripari

Correntisti allarmati dalle voci di cattivo andamento di alcuni istituti corrono a ritirare il denaro. Prosciugate le riserve

MILANO - Come Orson Welles nel '38 con gli alieni, così un paio di cinguettii allarmanti su Twitter hanno scatenato il panico nei lettoni: migliaia di cittadini sono corsi in massa ai bancomat per prelevare i loro risparmi. Il risultato: moltissimi sportelli automatici svuotati. Se nel frattempo la voce circolata sul microblog è stata smentita ufficialmente, le code davanti alle banche proseguono.

BANK RUN - Da domenica sera non si ferma la corsa agli sportelli automatici delle banche in Lettonia. In diverse città le code si fanno sempre più lunghe: tutti vogliono prevevare il proprio contante. Il motivo? In precedenza su Twitter era circolata la voce che la Swedbank, la più importante banca attiva nel Paese, e altre banche svedesi, avrebbero avuto delle difficoltà. In poche ore 10.000 risparmiatori hanno prelevato oltre 10 milioni di lats (14,3 milioni di euro), dieci volte più del solito. Secondo quanto comunicato da Maris Mancinskis, a capo della Swedbank in Lettonia, all’alba di lunedì 130 dei 300 bancomat avevano oramai esaurito le loro disponibilità. Ciò nonostante, nel corso di un programma mattutino sulla tv lettone Mancinskis ha assicurato che gli importi ritirati non influiscono in alcun modo sul funzionamento della banca in quanto «si tratta solo dell’1% del totale dei depositi».

SMENTITE - La stessa Swedbank ha subito smentito qualsiasi dubbio sulla propria stabilità, mentre l'organo che vigila sul settore bancario lettone ha dichiarato che «le voci sono prive di fondamento»; che «la Swedbank è una delle banche più solide d'Europa» e che «gli inquirenti hanno già iniziato le indagini» per aggiotaggio sulle voci diffuse sul web. Per Mancinski la reazione di panico tra i risparmiatori sarebbe da imputare anche all’improvviso fallimento della Latvijas Krajbanka. Un mese fa la banca era infatti stata chiusa a causa delle accuse di frode contro la sua proprietaria, la lituana Snoras Bank. Tre anni fa la Lituania fu costretta a chiedere l'aiuto del Fondo monetario internazionale e dell’Unione Europea dopo il collasso della Parex Bank. Pare ovvio dunque che i lettoni siano assai sensibili ad ogni tipo di notizia negativa che riguardi gli istituti bancari. Già la settimana scorsa erano filtrate le prime voci su un dissesto della banca svedese, a cui l’istituto non aveva però dato alcuna risposta. Per il ministro lettone dell'Economia, Daniels Pavluts, Swedbank avrebbe il 23% dei capitali e il 52% della liquidità, ben superiori alle normative vigenti. Insomma, «la banca è solida» ha assicurato Pavluts. Con un messaggio su Twitter.

Elmar Burchia12 dicembre 2011 | 18:37© RIPRODUZIONE RISERVATA

dgambera
00giovedì 15 dicembre 2011 12:38
L'Agricole in perdita vara i tagli di organico

A proposito di banche, oggi Oscar Giannino diceva che ci sono 4 banche italiane (di cui non ha fatto i nomi) che hanno serie difficoltà a reperire liquidità sui mercati.
dgambera
00giovedì 15 dicembre 2011 21:33
Spagna: S&P´s taglia rating di 10 banche

Finanzaonline.com - 15.12.11/19:51

Standard & Poor's ha annunciato di aver tagliato il merito di credito di 10 banche spagnole confermando il giudizio in review in vista di un nuovo taglio del rating sovrano. Tra gli istituti coinvolti ci sono Bankia, Bankinter, Caixabank, Ibercaja, Popular e Sabadell.

Fonte: Finanza.com
dgambera
00venerdì 16 dicembre 2011 10:20
Fitch colpisce ancora. Tagliati i rating del big del credito

Due tacche in meno per Barclays, Credit Suisse e Deutsche Bank, una per Bank of America, Bnp Paribas e Goldman Sachs. Colpa delle difficoltà sui mercati finanziari e delle novità sul piano regolatorio

MILANO - Fitch ha annunciato la notte scorsa di avere ridotto il rating di due gradini di Barclays, Credit Suisse e Deutsche Bank e di un livello il merito di Bank of America, Bnp Paribas e Goldman Sachs. Confermato il voto a Morgan Stanley, Société Générale e Ubs. Le difficoltà dei mercati finanziari e i provvedimenti in corso a livello regolatorio le cause del downgrading. Bofa, Barclays, Credit Suisse, Deutsche Bank, Goldman Sachs, Morgan Stanley e Ubs hanno un rating A mentre Bnp Paribas e Socgen sono a livello A+.


(16 dicembre 2011) © Riproduzione riservata

dgambera
00martedì 20 dicembre 2011 19:34
Fitch taglia il rating di Unicredit e mette sotto sorveglianza negativa altre sette banche

20 dicembre 2011


Fitch ha tagliato il rating a lungo termine di Unicredit a "A-" da "A", quello a breve termine a "F2" da "F1" e il rating di sostenibilità a "a-" da "a". Tutti i rating restano in Rating Watch Negativo. La riduzione del rating riflette il taglio al giudizio sul debito sovrano della Repubblica italiana ed è in linea con altre banche italiane che hanno attualmente rating nell'area "A".

L'agenzia ha inoltre posto in "rating watch negativo" (Rwn) il rating a lungo termine e il rating di sostenibilità di 7 banche italiane. La decisione segue il Rwn sul debito a lungo termine sull'Italia, deciso il 16 dicembre scorso. Fitch si aspetta di risolvere il Rwn una volta risolto quello sul debito sovrano italiano. I gruppi bancari coinvolti sono Monte dei Paschi di Siena, Banca Popolare di Sondrio, Banco di Desio e della Brianza, Banco Popolare, Iccrea Holding, Intesa Sanpaolo e Ubi Banca.

L'agenzia di rating ha posto in Rwn anche 8 banche spagnole e ha rivisto l'outlook ponendolo in negativo per quattro banche francesi.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

dgambera
00martedì 10 gennaio 2012 10:24
Il gruppo Ubi ridisegna la rete

di Nicola Borzi 9 gennaio 2012


Procede incessante la riorganizzazione del gruppo Ubi Banca che nelle ultime settimane, stante l'aggravarsi della crisi finanziaria che ha colpito tutto il settore del credito, ha di fatto "riscritto" il piano industriale 2011/15. In una nota inviata ai sindacati nei giorni scorsi, il gruppo annuncia la chiusura di 84 tra filiali e minisportelli e la "riqualificazione" di altre 38 punti commerciali. Numeri ben superiori a quelli indicati nella presentazione al mercato del piano, avvenuta il 16 maggio scorso.

Va ricordato che, nonostante sei mesi di trattativa tra il management del grande gruppo Popolare i sindacati interni non si è trovato alcun accordo sul nuovo progetto d'impresa, che la banca si avvia dunque a realizzare unilateralmente. Non c'è da dubitare che dunque il nuovo programma contribuirà ad acuire ulteriormente le già calde tensioni sindacali.

Le vecchie indicazioni sulla rete
All'epoca, il piano indicava che «nel periodo 2009-2011, a fronte di una sostanziale continuità del numero di aperture, il gruppo si è focalizzato prevalentemente su interventi di razionalizzazione (chiusure e/o riqualificazioni), volti ad eliminare sovrapposizioni sul territorio. Nel periodo 2012-2015 è prevista una sostanziale stabilità della rete filiali con l'apertura di 50 sportelli nelle zone di sviluppo ed interventi di razionalizzazione di 60 sportelli (40 chiusure e 20 riqualificazioni) nei territori consolidati. Verranno inoltre realizzati 170 interventi di "valorizzazione" di filiali selezionate, con l'obiettivo di migliorarne l'immagine e la visibilità per aumentarne le potenzialità».

Il modello di rete prescelta veniva definito "a clessidra" «per consentire forte interconnessione cross Mercato e cross Filiera per lo sviluppo di sinergie sul territorio». Questo progetto si sarebbe declinato nella «introduzione delle Direzioni Territoriali quali principali punti di riferimento cross Mercato» con «l'ulteriore rafforzamento del presidio dei "micro territori"» e «l'introduzione di filiali capofila che coordinano filiali aggregate». Infine il gruppo dichiarava di puntare sulla «valorizzazione dei minisportelli e delle filiali aggregate per un presidio efficiente del territorio. A differenza delle filiali aggregate, i minisportelli non hanno autonomia contabile, hanno la sola presenza di gestori non specializzati e non gestiscono i rapporti con i clienti complessi».

Il nuovo programma di chiusure
Le 84 chiusure riguarderanno 36 filiali e 48 minisportelli. La banca rete maggiormente toccata sarà Carime, che perderà una filiale e 23 minisportelli, seguitda dal Banco di Brescia (saranno chiusi 16 filiali e 7 minisportelli). Saranno 14 le chiusure nelle rete della Popolare di Ancona (oltre a 11 "dequalificazioni" da filiale a minisportello), 10 in quella di Commercio e Industria (che però dovrò scontare 20 interventi di "degradazione" da filiale a minisportello), cinque a carico della Banca regionale europea (con sette passaggi da filiale a minisportello), quattro per il Banco di San Giorgio, tre per la Popolare di Bergamo e verrà chiusa la sede di Firenze di Ubi Banca Private Investment.

Le chiusure di sportelli nel gruppo Ubi scatteranno a partire dal 24 febbraio. Nonostante siano coinvolti 122 punti sugli oltre 1.800 della banca (metà dei quali in Lombardia), secondo la comunicazione aziendale le chiusure e le trasformazioni che coinvolgeranno la rete non determineranno alcun esubero occupazionale grazie all'utilizzo di misure di mobilità territoriale e di interventi di riconversione professionale. I clienti i cui conti sono aperti in una filiale chiusa verranno trasferiti su un altro punto della rete, come pure i rapporti creditizi "complessi" (ad esempio quelli con le piccole e medie imprese) aperti in filiali destinate a trasformarsi in minisportelli.

nicola.borzi@ilsole24ore.com

- L'elenco degli sportelli chiusi

- L'elenco delle nuove filiali capofila

- L'elenco degli sportelli "riqualificati"

- La geografia delle banche coinvolte

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dgambera
00mercoledì 11 gennaio 2012 18:04
Bancarotta assistita per MF Global, l’ottava banca

Ci siamo. Ecco la prima vittima americana di alto-profilo a cadere sulla crisi del debito dell’Europa. Si chiama MF Global. Ed ha presentato la richiesta per la bancarotta assistita, mettendo fine in modo «umiliante», riporta la stampa americana, ai piani del suo amministrazione delegato Jon Corzine, ex governatore del New Jersey ed ex amministratore delegato di Goldman Sachs, che puntava a far crescere la società da broker di future a banca di investimento. MF Global è esposta per 6,3 miliardi di dollari al debito pubblico europeo, di cui la metà verso l’Italia e almeno 1 miliardo di dollari verso la Spagna. Vediamo come sono andate le cose. Corzine si è assunto la responsabilità di un’esposizione di 6,3 miliardi di dollari verso l’Europa, di cui la metà verso l’Italia e almeno 1 miliardo di dollari verso la Spagna. Un’esposizione che le agenzie di rating hanno valutato aggressiva e non coperta da capitale sufficiente, oltre a mostrare una mancanza di gestione del rischio, e che le ha spinte a ridurre la loro valutazione a «junk» vale a dire, «spazzatura», dando vita alla spirale negativa che è sfociata nella bancarotta.

La decisione di far ricorso al Chapter 11 arriva al termine di un fine settimana di negoziazioni che sembravano essere orientate verso una soluzione meno turbolenta: MF Global stava trattando la sua vendita a Interactive Brokers Group ma le trattative sarebbero poi naufragate alle prime ore del mattino. Il piano allo studio con Interactive Brokers Group prevedeva – secondo indiscrezioni – la bancarotta di MF Global e la successiva acquisizione della società Questa ipotesi – secondo indiscrezioni – non è ora più sul tavolo nè per Interactive Brokers nè per papabili altri acquirenti. MF Global, nei documenti depositati in tribunale, denuncia 41 miliardi di dollari di asset e passività per 39,68 miliardi di dollari: Mf Global entra nella top-10 delle 10 maggiori bancarotte americane, piazzandosi all’ottavo posto.

JPMorgan e Deutsche Bank sono i due maggiori creditori non garantiti, con un ammontare di 1,5 miliardi di dollari di cui 1,2 miliardi di dollari in capo a JPMorgan. J.C. Flowers , il fondo di private equity, rischi di essere uno dei potenziali perdenti nella bancarotta: il fondo ha il 10% di titoli privilegiati di classe A in Mf Global e nei giorni scorsi ha studiato la possibilità di acquistare la società. Gli studi legali Skadden, Arps, Slate, Meagher & Flom rappresentano MF Global nel processo di bancarotta. Nella lista delle più grandi società che hanno fatto ricorso al «Chapter 11» negli ultimi trentuno anni ci sono: la Lehman, Washington Mutual, CIT Group, Thornburg Mortgage e appunto Mf Global, la Gm e Chrysler, delle telecomunicazioni la WorldCom, l’assicurativo Conseco ed energetico Enron e Pacific Gas and Electric. Uno sguardo agli importi: la Lehman Brothers, 15 settembre 2008: 691 miliardi di dollari 2. La Washington Mutual, 26 settembre 2008: 327,9 miliardi 3. La WorldCom, 21 luglio 2002: 103,9 miliardi 4. La General Motors, 1 giugno 2008: 91 miliardi 5. La Cit, 1 novembre 2009: 71 miliardi 6. Infine la Enron, 2 dicembre 2001: 65,6 miliardi 7.
dgambera
00venerdì 20 gennaio 2012 13:15
Questo per chi dice che la BCE non stampa

Banche italiane prime al prestito Bce di dicembre. Per UniCredit si parla di 12,5 miliardi, 12 per Intesa, Mps 10

di Vito Lops 20 gennaio 2012


Le banche italiane, guidate da Unicredit, sarebbero in cima alla graduatoria dell'utilizzo dei finanziamenti a tre anni lanciati a dicembre dalla Banca centrale europea (con prestiti al tasso agevolato dell'1%). Lo sostiene il Financial Times citando una ricerca della banca d'affari Morgan Stanley senza citare tuttavia dati organici relativi ad altri Paesi dell'Eurozona.

Secondo il quotidiano britannico Unicredit avrebbe ricevuto dalla
Bce 12,5 miliardi, seguita da Intesa San Paolo (12 miliardi) e
dal Monte dei Paschi di Siena (10 miliardi). Nel complesso, secondo quanto indicato dall'agenzia Radiocor a chiusur del prestito della Bce la richiesta delle banche italiane ha superato 110 miliardi. Le unice cifre riguardanti istituti di altri Paesi sono relative alla britannica Rbs, che ha ricevuto 5 miliardi attraverso la sua consociata olandese.

Operazione Ltro
Il 21 dicembre la Banca centrale europea ha lanciato una sorta di "quantitative easing" in salsa europa attraverso un'operazione Ltro (Long term refinancing operation) un finanziamento agevolato a 3 anni al tasso dell'1%. Nel complesso la Bce ha prestato 489,1 miliardi di euro.

Fase due a fine febbraio
Intanto a fine febbraio è prevista una nuova operazione Ltro da parte della Bce. Al momento non si conosce ancora l'importo ma secondo indiscrezioni trapelate nelle ultime ore l'importo offerto dalla Bce potrebbe aggirarsi intorno ai 1.000 miliardi.

dgambera
00martedì 31 gennaio 2012 18:10
Il nostro sistema bancario è solido (cit.)

Crisi: le banche raddoppieranno le richieste di maxi-prestiti dalla Bce

di Vito Lops 31 gennaio 2012


Le banche europee si preparano a raddoppiare il loro ricorso al prestito illimitato d'emergenza a tre anni che la Bce si appresta a ripetere a fine febbraio (dopo il successo registrato a dicembre): ma il finanziamento voluto da "Super Mario", scrive il Financial Times riferendosi al presidente della Bce Mario Draghi, «non è una panacea».

Secondo il quotidiano della City, che ha interpellato i vertici dei maggiori istituti bancari dell'area euro, molte banche potrebbero addirittura triplicare la somma che prenderanno in prestito il mese scorso.

E così il «Ltro (Long term refinancing operation) potrebbe facilmente raggiungere i 1.000 miliardi di euro contro i 489 miliardi», cifra senza precedenti, toccati lo scorso dicembre. Tuttavia la misura voluta da Draghi, accolto da «adulazione degna di una rock star come Mick Jagger» dai banchieri al vertice di Davos, «non è la panacea che tutti vorrebbero credere».

Le previsioni degli esperti
«Le banche italiane erano già state particolarmente attive al primo giro, richiedendo 116 miliardi sui 489 mld totali», notano gli analisti di Intermonte. «Ci aspettiamo ancora una consistente richiesta di liquidità da parte del sistema bancario italiano», aggiungono gli esperti, secondo cui ciò «va incontro alle nostre originarie aspettative di finanziare tramite Bce tutte le emissioni in scadenza sul segmento istituzionale per il 2012 e buona parte del 2013».

Non tutti concordano sulla soglia dei 1.000 miliardi, ipotizzati dal Financial Times. Ma sul fatto che anche il maxi prestito in programma a fine febbraio avrà successo c'è condivisione. «Non è escluso che la domanda delle banche possa essere vicina a quella vista all'asta di dicembre», visto che gli istituti «potrebbero voler stoccare fondi per le necessità di finanziamento anche oltre il 2012». Lo spiega Anna Grimaldi, economista di Intesa Sanpaolo, aggiungendo che l'opportunità di carry trade «potrebbe pesare». L'economista rileva che la Ltro «ha ridotto in maniera significativa il rischio sistemico nel settore bancario, ma riuscire a quantificare l'effetto sul credito e' molto complesso». «Il credito che osserviamo è la risultante di domanda e offerta, un valore di equilibrio», spiega Grimaldi, aggiungendo che «è difficile dire quale sarebbe il sentiero del credito in assenza dell'intervento Bce a sostegno delle banche, anche perché la disponibilità di fondi è solo uno dei fattori che determinano l'offerta di credito».

Economia reale?
«C'è scarsa prova che i soldi stiano andando all'economia reale», si legge in un commento del Ft. Il bilancio sempre più ampio della Bce «potrebbe minacciare l'ultimo bastione di forza dell'economia globale». Infine allungare le misure d'emergenza per tre anni significa «inevitabilmente prolungare le distorsioni» dei mercati.

www.twitter.com/vitolops

©RIPRODUZIONE RISERVATA



In sintesi:
- le banche italiane hanno problemi liquidità come li hanno tante altre;
- la liquidità del Ltro anzichè finire in nuovi crediti finisce in carry trade;
- non si può continuare così all'infinito e prima o poi arriveranno i veri tempi duri, ovvero il credit crunch di adesso potrebbe sembrare easy credit fra non molto.
dgambera
00martedì 31 gennaio 2012 18:15
uuuuhhhhhh.... mmama mia il nano che era... un Re Mida al contrario.... "il nostro sistema bancario è solido"... eccallà

Monte dei Paschi: è rischio nazionalizzazione

di: WSI Pubblicato il 19 gennaio 2012| Ora 09:19

Milano - Fari puntati su Monte dei Paschi, che rischia sempre di più di la nazionalizzazione "parziale o totale". E' quanto afferma un articolo del Financial Times, che riporta le preoccupazioni delle autorità di regolamentazione europee.

Insieme a Commerzbank, spiega il quotidiano britannico, MPS potrebbe infatti non essere capace di presentare piani credibili sul miglioramento del proprio capitale, tanto che le stesse autorità affermano che "una iniezione di mezzi freschi" da parte dell'Italia -nel caso di Monte dei Paschi- e dalla Germania -nel caso di Commerzbank - "è quasi inevitabile". Si tratta, ha detto un funzionario, "di grandi casi".

Gli stress test che sono stati lanciati lo scorso dicembre dallo European Banking Authority (Eba) hanno messo in evidenza per MPS un bisogno di capitale di 3,3 miliardi di euro; nel caso di Commerzbank, il buco sarebbe di 5,3 miliardi.

Entrambe le banche non hanno rilasciato alcun commento sul rischio che debbano bussare alle porte dei relativi stati, e anzi hanno insistito sulla loro capacità di risolvere la questione.

Tra le banche europee più importanti, recentemente solo Unicredit, la banca numero uno per asset, ha lanciato un'operazione di aumento di capitale. Gli analisti intervistati dal Ft sottolineano però che il forte tonfo del titolo seguito all'annuncio rappresenta per altri istituti di credito un deterrente nell'andare nella la stessa direzione.

Forti, dunque, i timori sul futuro di MPS, che secondo il Financial Times è al rischio maggiore di essere costretta, almeno, a una nazionalizzazione parziale. Tre fonti di mercato hanno affermato che in questo caso, interverrebbe la Cassa Depositi e Prestiti, che potrebbe fornire fondi o direttamente alla banca o indirettamente, attraverso il principale azionista, la Fondazione Monte dei Paschi.
dgambera
00martedì 7 febbraio 2012 01:22
Fitch declassa cinque banche italiane e stima un Pil italiano in contrazione

La casa di rating ha ridotto il merito di credito di cinque istituti italiani: il Monte dei Paschi di Siena, Banco Popolare, Banca Intesa, Ubi Banca, Iccrea. Si tratta di una conseguenza del declassamento del rating sull'Italia


MILANO - L'agenzia Fitch ha operato il downgrade di alcune tra le maggiori banche italiane, quale conseguenza automatica del declassamento del debito sovrano del Paese deciso il 27 gennaio scorso. Si tratta in particolare di Monte dei Paschi di Siena e Banco Popolare, le cui emissioni a lungo termine passano a BBB da BBB+; di Iccrea Holding e Ubi Banca, che passano a BBB+ da A-; di Intesa Sanpaolo, ad A- da A. Fitch ha invece confermato il rating A- per Unicredit, Banca Popolare di Sondrio e Banco di Desio e della Brianza. E' stato al contempo rimosso il rating watch con implicazioni negative che fu apposto alle banche il 20 dicembre scorso.

La situazione economica delle banche è strettamente legata allo scenario del Paese in cui operano. E le prospettive non sono entusiasmanti. Secondo l'agenzia, il Prodotto interno lordo dell'Italia dovrebbe segnare una contrazione dell'1,7% quest'anno e "solo una modesta crescita dello 0,2% nel 2013". L'attesa è per un "un marcato peggioramento dell'outlook dell'economia italiana a breve termine". Secondo Fitch l'andamento dell'Italia, "produrrà probabilmente un ulteriore peggioramento della qualità degli asset e più alte perdite su crediti, mettendo la già debole redditività della maggior parte delle banche ancora più sotto pressione". Nonostante le aste a tre anni della Bce "abbiano allentato" la pressione sulla raccolta e la liquidità degli istituti italiani, "Fitch ritiene che le banche italiane affrontino
un accesso al mercato wholesale meno prevedibile e costi strutturalmente più alti del funding".

(06 febbraio 2012) © Riproduzione riservata

dgambera
00venerdì 10 febbraio 2012 23:24
S&P taglia il rating di 34 banche italiane

10 febbraio 2012


L'agenzia di rating Standard & Poor's ha tagliato il rating di 34 banche italiane. Tra gli istituti colpiti dalla scure dell'agenzia di rating ci sono Intesa Sanpaolo, Unicredit, Bnl e Banco Popolare.

Scendono a BBB+ da A, con un salto quindi di due livelli, le valutazioni di Unicredit, Intesa e di Mediobanca. Anche Ubi passa a BBB+, ma da A-. Mps arretra a BBB da BBB+ e il Banco Popolare a BBB- da BBB. Per tutti l'outlook è negativo.

Standard & Poor's motiva il taglio, seguito alla riduzione del nostro rating sovrano, con i timori sulla sulla redditività dei nostri istituti e sulla loro capacità di rifinanziare il debito all'ingrosso.

«La vulnerabilità dell'Italia a rischi finanziari esterni si è accresciuta - si legge nella nota di S&P - in considerazione del suo alto debito pubblico esterno, producendo come risultato una significativa riduzione della capacità delle banche di rifinanziare il loro debito "wholesale"».

L'agenzia prevede «una debole redditività delle banche italiane nei prossimi anni e un ritorno sui prodotti bancari 'corè aggiustato per il rischio che potrebbe non essere sufficiente agli istituti per far fronte al costo del capitale». «Pensiamo - si legge ancora - che questo possa essere negativo per la stabilità del sistema bancario italiano».

«È in gran parte un effetto atteso di precedenti decisioni». Così il premier Mario Monti, da New York, ha commentato il taglio del downgrade.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

dgambera
00lunedì 13 febbraio 2012 21:00
S&P: tagliato rating su 15 banche spagnole

Finanzaonline.com - 13.2.12/20:28

L´agenzia di rating Standard & Poor's ha annunciato di aver ridotto il merito di credito di 15 istituzioni finanziarie spagnole a seguito del taglio del rating sovrano. Tra le banche coinvolte troviamo il Banco Santander (da "AA-" a "A+"), il Banco Bilbao Vizcaya Argentaria (da "A+"ad "A") e CaixaBank (da "A" a "BBB+").


Fonte: Finanza.com
dgambera
00giovedì 16 febbraio 2012 13:01
Moody's taglia il rating di 114 banche europee


L'agenzia di rating Moody's ha anche abbassato il rating o rivisto le prospettive (outlook) su 114 banche europee appartenenti a 16 Paesi diversi. Tra gli istituti colpiti 24 sono italiani. È stato inoltre tagliato il rating di Assicurazioni Generali e Unipol per la loro esposizione verso Paesi europei indeboliti dalla crisi dei debiti sovrani. Il giudizio sulla Insurance Financial Strength di Generali è stato abbassato da 'Aa3' ad 'A1' con outlook negativo e quello di Unipol da 'A2' ad 'A3' e rimane sotto osservazione per possibili nuovi tagli.

....

GLI ENTI LOCALI - Tornando a Moody's, l'agenzia ha anche annunciato l'abbassamento del giudizio relativo a numerose collettività locali di vari Paesi d'Europa, primi fra tutti quelli ai quali aveva ridotto il "voto" tre giorni fa. Tra questi l'Italia, che oggi trascina con sè le Regioni Lombardia, Toscana, Umbria e Veneto, la Provincia e il Comune di Milano come pure quelli di Firenze, la provincia di Torino e la città di Venezia. La valutazione a lungo termine di Moody's scende di un posto per Lombardia (A1), la città e la provincia di Milano (A2), la città di Firenze (BAA1), la provincia di Firenze e la regione Toscana (A3), la provincia di Torino (A2), l'Umbria (A3), il Veneto e la città di Venezia (A3). Nel contesto generale di revisione delle valutazioni sull'Italia, Moody's ha poi limato il rating dell'Eni e delle Poste da A2 ad A3, mantenendo negative le prospettive, e ha rivisto da stabile a negativo l'outlook di Finmeccanica.

dgambera
00giovedì 16 febbraio 2012 13:18
Ecco le banche italiane finite nel mirino di Moody's

di Vito Lops 16 febbraio 2012


La scure dell'agenzia di rating Moody's ha colpito oggi, tra tagli di rating e riduzioni dell'outlook (prodromiche a possibili futuri tagli di rating) di 114 banche europee, 17 globali. Tagliato il rating di 9 compagnie assicurative europee, fra cui le italiane Generali (ad A3 da A2 e resta sotto esame per ulteriore declassamentoe Unipol (ad A3 da A2 e resta sotto esame per ulteriore declassamento). Abbassato il rating anche di Eni (da A1 ad A2), Poste Italiane (da A2 ad A3) e Cassa depositi e prestiti (da A2/P-1 ad A3/P-2).

Tra gli istituti europei, quelli italiani sono i più colpiti. Sono coinvolti nella nuova azione di Moody's 24 banche italiane, 21 banche spagnole, 8 austriache, 10 istituti di credito francesi, 7 tedeschi, 8 danesi, 6 portoghesi, 9 britannici, 6 svedesi, 4 sloveni, 2 svizzeri e uno rispettivamente di Belgio, Finlandia, Lussemburgo e Norvegia.

Ecco il documento di Moody's da cui si evincono i 24 istituti italiani finiti nel mirino dell'agenzia di rating statunitense con indicazione RuR down (Rating under Review for Downgrade, rating sotto osservazione in vista di un nuovo taglio), che rappresenta un peggioramento rispetto anche al precedente outlook negativo.

1) Banca Carige
2) Banca della Marca credito cooperativo
3) Banca delle Marche
4) Banca Monastier e del Sile
5) Banca Mps
6) Bnl
7) Banca popolare Alto Adige
8) Banca popolare di Cividale
9) Banca popolare di Marostica
10) Banca popolare di Spoleto
11) Banca Sella
12) Banca Tercas
13) Banco popolare società cooperativa
14) Cassa di risparmio di Bolzano
15) Cassa di risparmio della provincia di Chieti
16) Cassa di risparmio di Cesena
17) Cassa di risparmio di Parma e Vicenza
18) Credito Emiliano
19) Credito Valtellinese
20) Iccrea BancaImpresa
21) Intesa Sanpaolo
22) Unicredit
23) Ubi Banca
24) Unipol Banca

Si "salvano", restando con l'outlook negativo, solo Cassa Depositi e Prestiti e l'Istituto Servizi Mercato Agricolo Alimentare (Ismea), entrambe a controllo pubblico.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

dgambera
00sabato 18 febbraio 2012 19:36
(sylvestro)
00giovedì 23 febbraio 2012 21:51
Royal Bank of Scotland: conti in rosso, bonus ai manager

23/02 19:15 CET



La Royal Bank of Scotland chiude il 2011 in profondo rosso, ma non rinuncia a distribuire bonus ai manager. Una manovra che ha suscitato immediatamente la rabbia dei cittadini.

L’istituto controllato dallo Stato britannico e salvato dalla bancarotta, ha registrato perdite per due miliardi di sterline, più di due miliardi e 300 milioni di euro.

“Stiamo disinnescando la più forte bomba bancaria della storia”, dice l’amministratore delegato Stephen Hester. “In tre anni i dipendenti della Rbs hanno ridotto i rischi dello stato patrimoniale di 700 miliardi di sterline, più di 800 miliardi di euro, circa il doppio del debito nazionale greco”.

Royal Bank of Scotland ha distribuito più di un miliardo di euro di bonus, quasi la metà destinato all’investment banking. L’istituto è controllato per l’82 per cento dallo Stato che lo ha salvato dalla crisi iniettando 53 miliardi di euro.
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