Notizie macro - Inflazione e tassi

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laplace77
00giovedì 8 novembre 2007 15:29
Re: vittoria di pirro...
laplace77, 08/11/2007 15.23:

fonte



Martedì 6 Novembre 2007, 14:03

Casa: Nel Primo Semestre Quotazioni Nelle Grandi Citta'+0,6%

Di (Sef/Lr-Pe/Adnkronos) - ADN Kronos

...


e basta che l'inflazione si faccia sentire un po' piu' pesantemente e che i tassi riprendano a salire per contenerla, che gli spread tra immobiliare, inflazione e bot peggioreranno...






mi sa che e' proprio quello che vogliono fare:

la FED fa al lupo al lupo sulla crescita per avere piu' inflazione...
(e infatti ha tagliato i tassi, sia per la crescita interna che per la svalutazione del dollaro per 'ammorbidire' il debito estero)


la BCE fa gia' al lupo al lupo sull'inflazione...
(e infatti non arriva a tagliare i tassi)


13:45 - Bce: lascia i tassi invariati, riferimento al 4% (RCO)

Decisione il linea con le attese del mercato

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Francoforte, 08 nov - Il
Consiglio direttivo della Bce ha confermato al 4% il tasso
di riferimento dell'Eurozona. Restano invariati anche i
saggi sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui
depositi presso l'Istituto, rispettivamente al 5 e al 3%.
La decisione, gia' ampiamente scontata dal mercato, sara'
illustrata dal presidente della Bce, Jean-Claude Trichet,
nella conferenza stampa convocata per le 14.30.


14:50 - Bce: Trichet, rischi per stabilita' prezzi a medio termine (RCO)

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Francoforte, 08 nov - Sulle
prospettive per l'inflazione nell'Eurozona "pesano rischi al
rialzo nel medio termine" dovuti soprattutto all'andamento
del petrolio e delle materie prime. Lo ha detto il
presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, aggiungendo che
il Consiglio direttivo della Bce "e' pronto a intervenire"
per contrastare ogni rischio, agendo "in modo determinato e
tempestivo".


Notizia del: 08/11/07 15:01:20 - Fonte: Spystocks

La Bce 'é pronta a intervenire' per evitare che si materializzino i rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi. Lo ha detto il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, nel corso della conferenza stampa che segue la riunione del consiglio direttivo.
karmakoma1980
00giovedì 8 novembre 2007 17:14
Re: Re: vittoria di pirro...
laplace77, 11/8/2007 3:29 PM:





mi sa che e' proprio quello che vogliono fare:

la FED fa al lupo al lupo sulla crescita per avere piu' inflazione...
(e infatti ha tagliato i tassi, sia per la crescita interna che per la svalutazione del dollaro per 'ammorbidire' il debito estero)


la BCE fa gia' al lupo al lupo sull'inflazione...
(e infatti non arriva a tagliare i tassi)


13:45 - Bce: lascia i tassi invariati, riferimento al 4% (RCO)

Decisione il linea con le attese del mercato

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Francoforte, 08 nov - Il
Consiglio direttivo della Bce ha confermato al 4% il tasso
di riferimento dell'Eurozona. Restano invariati anche i
saggi sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui
depositi presso l'Istituto, rispettivamente al 5 e al 3%.
La decisione, gia' ampiamente scontata dal mercato, sara'
illustrata dal presidente della Bce, Jean-Claude Trichet,
nella conferenza stampa convocata per le 14.30.


14:50 - Bce: Trichet, rischi per stabilita' prezzi a medio termine (RCO)

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Francoforte, 08 nov - Sulle
prospettive per l'inflazione nell'Eurozona "pesano rischi al
rialzo nel medio termine" dovuti soprattutto all'andamento
del petrolio e delle materie prime. Lo ha detto il
presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, aggiungendo che
il Consiglio direttivo della Bce "e' pronto a intervenire"
per contrastare ogni rischio, agendo "in modo determinato e
tempestivo".


Notizia del: 08/11/07 15:01:20 - Fonte: Spystocks

La Bce 'é pronta a intervenire' per evitare che si materializzino i rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi. Lo ha detto il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, nel corso della conferenza stampa che segue la riunione del consiglio direttivo.



IMHO a gennaio risalgono...immagina un sacco di famiglei che sono abituate a spendere come reagiscono sotto il consumistico natale con il mutuo in costante rialzo :D


gilbyit
00giovedì 8 novembre 2007 20:44
Quindi è un tentativo per "salvare il Natale"?
karmakoma1980
00martedì 13 novembre 2007 22:02
Re:
gilbyit, 11/8/2007 8:44 PM:

Quindi è un tentativo per "salvare il Natale"?



in effetti se ci pesi è stato un po' anomalo che non li rialzino...

attendiamo gennaio e godiamoci questo povero natale
1000bolleblu
00giovedì 15 novembre 2007 12:44
dal sito del corriere della sera
l'allarme della bce. Mutui e petrolio, l'Europa rallenta
«Le prospettive di crescita di Eurolandia soggette a rischi verso il basso»

ROMA - La Bce ritiene che «le prospettive di crescita» di Eurolandia siano «soggette a rischi verso il basso legati principalmente a un impatto potenzialmente più ampio della rivalutazione del rischio in atto nei mercati finanziari sul clima di fiducia e sulle condizioni di finanziamento, a ulteriori rincari del petrolio e delle materie prime». Lo scrive la banca centrale europea nell'ultimo bollettino mensile unendo questi rischi «ai timori di spinte protezionistiche e di possibili andamenti disordinati connessi con gli squilibri mondiali». Solo presupponendo che l'economia mondiale mantenga una sostanziale tenuta e che il rallentamento degli Usa venga in pare compensato dal vigore dei mercati emergenti - sottolinea l'Eurotower - le stime per il pil nel 2008 «risulterebbero prossime a quella del prodotto potenziale».

TASSI VERSO IL RIALZO - La Bce ha detto poi di essere pronta ad alzare i tassi di interesse se necessario per allontanare i rischi di inflazione. L'editoriale del bollettino è praticamente identico alle dichiarazioni lette dal presidente Jean-Claude Trichet la scorsa settimana, dopo la decisione delle Bce di lasciare i tassi invariati al 4%. La Bce vede pressioni al rialzo sull'inflazione, ma, allo stesso tempo, anche il rischio di possibile sottoperformance della crescita economica - una combinazione che secondo molti analisti terrà i tassi fermi per un altro anno. «La politica monetaria della Bce è pronta contrastare i rischi rialzisti per la stabilità dei prezzi, come richiesto dal nostro mandato», dice la Bce, anche se le turbolenze del mercato finanziario hanno aumentato l'incertezza sulle prospettive economiche. «Questo garantisce un esame approfondito di informazioni addizionali prima di trarre ulteriori conclusioni per la politica monetaria».

15 novembre 2007
laplace77
00martedì 27 novembre 2007 18:54
sento puzzo di rialzi...
17:12 - BoT: tassi fermi, prezzi cari frenano retail e specialisti - FOCUS -2-

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 27 nov - La domanda, dice
un operatore, si e' mantenuta in linea con il livello dei
mesi precedenti, anche se le attese erano per un incremento.
"Rispetto all'area a sei mesi - afferma un trader - il BoT
offerto oggi in asta aveva tutte le caratteristiche per
attirare gli investitori: in primo luogo il fatto di avere
un prezzo economico rispetto ad BoT scadenza 15 maggio
2008". Le richieste, invece, non hanno registrato picchi
significativi. Forse, ipotizza un operatore, ha pesato la
volatilita' che questa mattina ha condizionato il mercato
obbligazionario europeo, alle prese con un Ifo piu' forte
delle attese e con i dati preoccupanti sull'andamento
dell'inflazione tedesca.
"Questi fattori hanno pesato sui
bond europei - spiega un trader - anche se il movimento e'
rientrato nel primo pomeriggio". Le incertezze ancora
dominanti sul mercato continuano a spingere verso il
flight-to-quality e "anche quando ci sono dati che innescano
un flusso di vendite, il rientro verso l'obbligazionario e'
molto rapido: segno - conclude - che sul mercato e' molto
diffusa la preoccupazione per le possibili e imprevedibili
ricadute dell'attuale fase di crisi finanziaria".
Nessuno scossone per i rendimenti: il BoT e' uscito piatto
sull'asta precedente, al 3,971% lordo.

1000bolleblu
00giovedì 29 novembre 2007 11:47
C'è da crederci?
Verso un taglio dei tassi? E le Borse volano
Unipol sugli scudi, ma forti rialzi anche per Impregilo, Fiat e Popolare Milano

MILANO - Sulle Borse arriva, improvvisa, una ventata di ottimismo. A scatenarla, l’attesa di un nuovo taglio dei tassi Usa, al quale potrebbe seguire un analogo provvedimento da parte della Bce. Ma c’è anche chi si lascia andare all’entusiasmo e parla di rally di fine anno (tradizionalmente a dicembre i listini si impennano, spinti soprattutto da banche e finanziarie, che possono così rivalutare il proprio portafoglio titoli in vista della chiusura dell’esercizio).


TITOLI - Non a caso sono stati proprio i titoli bancari a trainare oggi i rialzi sulle Borse europee, tutte in forte crescita. Significativo anche il recupero degli indici di Piazza Affari, con l’S&P/Mib in progresso del 2,06% e il Mibtel dell’1,85%. Nel paniere dei titoli più capitalizzati i rialzi superiori alla media sono la stragrande maggioranza. Unipol vola addirittura a +7,07% grazie al suo inserimento nella lista dei preferiti di Goldman Sachs. Nel comparto assicurativo corre anche Generali (+2,70%): in questo caso l’interesse del mercato è stato sollecitato dai nuovi segnali di contendibilità del titolo, ricordati nell’intervista a «Le Monde» dallo stesso presidente della compagnia, Antoine Bernheim. Consistente, poi, il rimbalzo (+5,76%) di Impregilo dopo il calo della vigilia e ritorno oltre il livello psicologico dei 18 euro per Fiat, il cui prezzo di riferimento segna un rialzo del 4,98% sulle attese di una nuova partnership che potrebbe essere annunciata entro l’anno. La lista delle performance più rilevanti fra i valori dell’S&P/Mib si completa poi con la Banca Popolare di Milano (+4,88%), nel pieno del dibattito sulla possibile aggregazione con Crédit Agricole. Superiori ai tre punti percentuali, inoltre, i progressi di Finmeccanica (+3,53%), Tenaris (+3,19%) e Ubi Banca (+3,02%), mentre un lungo elenco di titoli presenta rialzi di oltre il 2%: si va da Autogrill a Banco Popolare, da Bulgari a Intesa-Sanpaolo, da Lottomatica a Luxottica, da Pirelli a Prysmian, da Saipem a Unicredito. Fuori dall’S&P/Mib, infine, gran balzo di Ipi (+32%) e bene le utilities, con Acegas-Aps in forte rialzo (+7,36%) ed Edison in crescita del 3,06% sulle attese del piano industriale che verrà presentato giovedì nel corso di una conference call.
laplace77
00giovedì 29 novembre 2007 13:21
Re: C'è da crederci?
1000bolleblu, 29/11/2007 11.47:

Verso un taglio dei tassi? E le Borse volano

...



ovvio che le borse beneficiano, sul breve termine, delle aspettative di taglio dei tassi:

Notizia del: 29/11/07 08:01:49 - Fonte: Spystocks

Da Il Sole 24 Ore: Nel breve volgere di 48 ore i listini statunitensi ed europei hanno messo a segno il maggior rialzo degli ultimi 4 anni. Prima la mossa da 7,5 miliardi di dollari degli arabi su Citigroup, poi ieri le rinnovate attese di un tagli dei tassi negli Stati Uniti ha fatto il resto con Wall Street che a messo a segno rialzi a cavallo del 3%. Sul parterre della Borsa di New York il Dow Jones e l'S&P500 hanno chiuso in progresso rispettivamente del del 2,55% a 13289,45 punti e del 2,86% a 1469,02 punti, meglio di loro ha fatto il tecnologico Nasdaq Composite a 2.662,91 punti (+3,18%). A far crescere l'attesa di un ulteriore taglio dei tassi Usa sono state le parole di Donald Khon, vicepresidente della Banca Centrale americana, che ha rimarcato come la Fed dovrà tenere una certa flessibilità nelle decisioni di politica monetaria. In evidenza soprattutto i titoli finanziari con in particolare Citigroup (+6,5%) che ha beneficiato inoltre delle indiscrezioni circa un progetto di fusione da parte di Bank of America.



ma pure le aspettative di inflazione "volano":

Notizia del: 29/11/07 08:04:38 - Fonte: Spystocks

Da La Repubblica: A novembre, secondo l’Ufficio federale di statistica, l’inflazione tedesca subirà un’impennata al 3%, contro il 2,4 di ottobre. Armonizzato secondo i parametri europei, il dato cresce addirittura al 3,3%. Il livello più alto negli ultimi dodici anni. La notizia ha scosso l’Eurotower di Francoforte, accrescendo la già vive preoccupazioni della Banca centrale europea. Con questi segnali sul fronte dei prezzi, non solo i tassi di interesse in Europa non saranno ridotti. Ma forse potrebbero addirittura essere aumentati. Il presidente Trichet e i membri del board rientreranno questa mattina dal viaggio in Cina (dove insieme a Juncker e Almunia hanno incontrato il governatore della Banca centrale di Pechino Zhou Xiaochuan) e faranno oggi stesso una prima ricognizione. Ma chi si aspettava una mossa distensiva per giovedì prossimo, quando si terrà il consiglio per l’ultima riunione dell’anno, farà bene a ricredersi in fretta. La linea della Bce è chiara: al momento non solo non ci sono le condizioni per allentare le redini della politica monetaria. Ma forse, di qui ai primi mesi del 2008, si imporrà l’esigenza di ritoccare i tassi al rialzo.


alla faccia della svalutazione del dollaro
1000bolleblu
00venerdì 30 novembre 2007 08:35
Schizza il tasso Euribor. Rischio caro-mutui
di C. Cl.
Al fixing di stamattina quello a un mese è passato dal 4,169% di ieri al 4,809, massimo dal 2001. Molti mutui a tasso variabile usano questo parametro per l'indicizzazione

L'allarme delle associazioni dei consumatori
(29 novembre 2007)


Al fixing di questa mattina il tasso Euribor a un mese è schizzato a 4,809%, il massimo da inizio 2001, dal 4,169 % ieri. L'Euribor viene calcolato dalla Federazione bancaria europea sulla base delle indicazioni di un campione di banche: si tratta infatti del tasso al quale le banche si prestano denaro tra loro.

E' anche, però, uno dei parametri più comuni a cui sono indicizzati i mutui a tasso variabile, e quindi un suo rialzo comporta un aumento della rata successiva. Naturalmente molto dipende dai contratti, tra cui possono esserci delle differenze. Alcuni, per esempio, prendono a riferimento la quotazione dell'ultimo giorno del mese, altri una media, altri utilizzano il tasso a tre mesi.

Resta il fatto che un aumento così brusco è piuttosto preoccupante. Secondo alcuni potrebbe essere stato provocato da un eccesso di richiesta di liquidità da parte delle banche in vista della chiusura dei conti di fine anno.

Bisognerebbe anche chiedersi se sia corretto che i mutui, che sono prestiti a lunghissima durata, abbiano le rate indicizzate a un tasso di mercato monetario, come tale esposto a tutte le tensioni, sia quelle occasionali che quelle provocate da crisi più serie, come di recente quella legata ai mutui sub-prime.

Ecco la tabella con i fixing

SPOT WEEK 4,106
2 SETT. 4,118
3 SETT. 4,138
1 MESE 4,809
2 MESI 4,781
3 MESI 4,776
4 MESI 4,761
5 MESI 4,746
6 MESI 4,737
7 MESI 4,724
8 MESI 4,714
9 MESI 4,704
10 MESI 4,696
11 MESI 4,688
1 ANNO 4,686
karmakoma1980
00giovedì 6 dicembre 2007 15:42
Tassi invariati al 4%

come già predetto e preannunciato...chi ha azzardato il 2009-11 come bienno di crollo prezzi mi sa che ci sta vedendo giusto!...la prossima febbre sarà da negative equity!!!
laplace77
00lunedì 10 dicembre 2007 17:10
Re:
karmakoma1980, 06/12/2007 15.42:

Tassi invariati al 4%

come già predetto e preannunciato...chi ha azzardato il 2009-11 come bienno di crollo prezzi mi sa che ci sta vedendo giusto!...la prossima febbre sarà da negative equity!!!



e mo' i crucchi ci accollano pure l'inflazione dovuta al loro aumento dell'IVA...
...loro risanano il bilancio, noi andiamo falliti...
...c'est la vie!


13:46 - Germania: Weber (Bce), inflazione durera' piu' del previsto

Congiuntura europea robusta, ma crescita ha perso dinamica

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Francoforte, 07 dic - Il
sensibile aumento del costo della vita in Germania durera'
piu' del previsto. Cosi' il presidente della Bundesbank e
membro della Bce, Axel Weber, in un'intervista alla tv Ard.
L'aumento dei prezzi al consumo (+3% a novembre) "e' legato
all'aumento dell'Iva e dei prezzi del petrolio", ha detto
Weber. "Terminera', ma non cosi' rapidamente come si
pensava. Dobbiamo riconoscerlo", ha aggiunto Weber, per il
quale la Bce monitorera' con attenzione i rischi inflativi.
"Faremo tutto il possibile per contenere l'inflazione", ha
proseguito, sottolineando che la situazione della
congiuntura europea e' "robusta. Tuttavia la crescita ha
perso dinamica".
laplace77
00martedì 11 dicembre 2007 17:53
BOT people are back!!!

ma che, il mattone ha perso smalto?


16:58 - ### BoT: resta alto l'interesse del retail, domanda sale del 20% - FOCUS

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 11 dic - Continua il
feeling tra i BoT e i piccoli risparmiatori. In occasione
dell'ultima asta del Tesoro sul breve termine nel 2007,
dicono gli operatori interpellati da Radiocor, il retail ha
puntato ancora sui titoli di Stato per mettere al sicuro i
propri risparmi. Le richieste dei clienti arrivate alle
banche, e' la stima di alcuni grandi istituti italiani,
hanno superato del 20% circa quelle raccolte in occasione
dell'ultimo collocamento.


17:00 - ### BoT: resta alto l'interesse del retail, domanda sale del 20% - FOCUS -2-

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 11 dic - "C'e' stato un
forte interesse da parte dei piccoli risparmiatori", dice un
trader, secondo cui la domanda in rialzo ha confermato le
attese degli operatori. "Le incertezze legate alla crisi dei
mutui subprime - aggiunge - unita all'incentivo legato al
rendimento (che si e' confermato oggi intorno alla soglia
psicologica del 4% lordo e del 3,18% netto secondo i calcoli
dell'Assiom, ndr) sono degli stimoli forti per i piccoli
risparmiatori". In piu', si fa notare da una sala operativa,
c'e' da considerare che, dopo l'ultimo meeting della scorsa
settimana, il ciclo dei rialzi della Bce "sembra essere
arrivato al termine".
Gli ultimi dati di Assogestioni hanno evidenziato una
riallocazione verso gli strumenti dei mercati monetari e dei
fondi di liquidita', che dovrebbe proseguire anche nei
prossimi mesi se la tensione sui mercati internazionali non
si attenuera'. A beneficiarne sono stati proprio i titoli di
Stato che, non a caso, sono stati acquistati sia prima che
dopo l'asta. "Forse qualcuno - dice un altro operatore - e'
rimasto scoperto o si e' reso conto in ritardo che l'offerta
era molto bassa ed e' dovuto correre ai ripari acquistando i
titoli direttamente sul mercato secondario". Oggi, infatti,
l'offerta del Tesoro era limitata (4 miliardi contro gli
oltre 10 miliardi in scadenza per la buona situazione di
liquidita' di fine anno) e questo 'effetto-rarita'' ha
accentuato ancora la competizione tra intermediari e piccoli
risparmiatori.
laplace77
00giovedì 13 dicembre 2007 17:33
Macro USA di oggi
piccola rassegna dei dati odierni...

...che dire?

che se continua cosi', altri tagli della FED ve li potete scordare...

...mentre tagli dalla BCE ve li dovete scordare proprio !!!



14:35 - Usa: +1,2% vendite dettaglio novembre contro +0,6% atteso (RCO)

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Washington, 13 dic - Negli Usa
le vendite al dettaglio sono aumentate in novembre su base
mensile dell'1,2% in totale e dell'1,8% se si esclude la
componente auto. Lo rende noto il dipartimento del
Commercio. Gli analisti stimavano rialzi rispettivamente
dello 0,6 e dello 0,7%.


15:04 - Usa: +1,2% vendite dettaglio novembre contro +0,6% atteso -2-

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Washington, 13 dic - Gli
analisti commentano che il periodo dello shopping
pre-natalizio e' incominciato in novembre molto meglio di
quanto previsto dagli analisti, i quali ritenevano invece
che il recente balzo registrato dal prezzo della benzina
avesse compresso la propensione alla spesa dei cittadini.
Invece, pur al netto del +6,8% registrato dalle vendite
delle stazioni di carburante e dell'intero comparto auto, in
novembre risulta che le vendite al dettaglio sono cresciute
dell'1,1%. A spiegare in parte questa positiva sorpresa sono
i giorni di festivita' superiori alla norma, oltre al
'Thanksgiving', che hanno caratterizzato il mese preso in
considerazione. Brillanti i segnali registrati nei settori
abbigliamento (+2,6%), elettronica (+2,5%) e musica/sport
(+2,2%).


14:35 - Usa: -7mila a 333mila richieste settimanali disoccupazione (RCO)

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Washington, 13 dic - Le
richieste settimanali alla disoccupazione sono scese di
7mila unita' attestandosi a 333mila unita' complessive. Lo
rende noto il Dipartimento del Lavoro. Nella settimana
precedente, invece, le richieste sono state riviste a
340mila da 338mila. Il calo e' superiore alle attese degli
analisti. La media a quattro settimane e' calata di 2mila
unita' a 338.750 unita'.


14:36 - Usa: +3,2% prezzi alla produzione in novembre, +0,4% core (RCO)

Maggior rialzo in ben 34 anni

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Washington, 13 dic - I prezzi
alla produzione negli Stati Uniti sono cresciuti in novembre
del 3,2% contro il rialzo dell'1,7% atteso alla vigilia
dagli analisti. Si tratta del maggior incremento mensile in
ben 34 anni. La componente core e' invece cresciuta dello
0,4%, il doppio rispetto alle attese. Su base annuale i
rialzi sono stati rispettivamente del 7,2% e del 2%.


14:50 - Usa: +3,2% prezzi alla produzione in novembre, +0,4% core -2-

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Washington, 13 dic - A far
balzare al rialzo l'inflazione headline in novembre sono
stati soprattutto i prezzi dei prodotti energetici che sono
aumentati del 14,1% con un +34,8% per quanto riguarda la
benzina. Si tratta di aumenti che non si registravano dal
1990, pochi giorni prima che scoppiasse la prima guerra del
golfo. Da questi livelli massimi tuttavia i prezzi dei
prodotti energetici hanno leggermente ritracciato nel corso
degli ultimi giorni. Da segnalare che in novembre hanno
contribuito al rialzo dell'indice anche i prezzi delle nuove
auto (+0,6%) e quelli degli articoli di gioielleria (+2%).
Invariati invece i prezzi dei prodotti alimentari. Desta
ovviamente maggiori preoccupazioni l'aumento del 2% su base
annuale dell'inflazione core, giusto al limite estremo della
banda di oscillazione dei prezzi indicata come ideale dalla
Fed. Un'importante controprova verra' offerta domani dal dato
sui prezzi al consumo: se anche in questo caso il rialzo su
base annuale dovesse avvicinarsi o superare la soglia del
2%, allora per la banca centrale americana potrebbe
diventare piu' difficile proseguire nel processo di riduzione
del costo del denaro. E tornerebbe l'antico spettro della
stagflazione.
laplace77
00venerdì 14 dicembre 2007 11:19
Re: Macro USA di oggi
laplace77, 13/12/2007 17.33:

piccola rassegna dei dati odierni...

...che dire?

che se continua cosi', altri tagli della FED ve li potete scordare...

...mentre tagli dalla BCE ve li dovete scordare proprio !!!


...
Desta ovviamente maggiori preoccupazioni l'aumento del 2% su base
annuale dell'inflazione core, giusto al limite estremo della
banda di oscillazione dei prezzi indicata come ideale dalla
Fed. Un'importante controprova verra' offerta domani dal dato
sui prezzi al consumo: se anche in questo caso il rialzo su
base annuale dovesse avvicinarsi o superare la soglia del
2%, allora per la banca centrale americana potrebbe
diventare piu' difficile proseguire nel processo di riduzione
del costo del denaro. E tornerebbe l'antico spettro della
stagflazione.



come volevasi preannunciare...


11:00 - E13: in rialzo a 3,1% inflazione in novembre (RCO)

Stima flash dava 3%; in Ue +3,1%; in Italia 2,6%

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 14 dic - In novembre
l'inflazione annuale nell'eurozona e' salita a quota 3,1% e
non 3% come indicava la stima flash del 30 novembre scorso.
Lo rileva Eurostat. In ottobre era a quota 2,6%, un anno
prima era all'1,9% (inflazione mensile +0,5%). Nella Ue
+3,1% da 2,7% in ottobre; un anno prima era al 2,1% (mensile
+0,5%). In Italia +2,6%.


11:00 - E13: in rialzo a 3,1% inflazione in novembre -2-

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 14 dic - In Germania
l'inflazione annuale in novembre si e' attestata a quota
3,3%, in Francia al 2,6%, in Spagna al 4,1%. Tasso piu' basso
in Olanda, +1,8%.
Le maggiori componenti con il rialzo piu' elevato sono
stati educazione 9,4%, trasporti 5,8%, alimentari 4,3%;
tasso piu' bassi per comunicazioni -1,8%, ricreazione cultura
0,3%, abbigliamento 1,2%. Il carburante per trasporti e'
aumentato di 0,55%, combustibile da riscaldamento +0,17%,
latte, formaggio e uova +0,15%: queste componenti hanno
registrato l'impatto piu' elevato al rialzo: tlc (-0,15%) e
abbigliamento (-0,11%) hanno avuto l'impatto al ribasso piu'
consistente.
Le maggiori componenti con tassi piu' elevati sono stati
trasporti (1,5%), case e alimentari (0,8%); tassi piu' bassi
ricreazione e cultura (-0,4%), hotel e ristoranti (-0,2%),
comunicazioni (-0,1%). Carburanti per trasporti (+0,22%),
combustibile da riscaldamento (+0,09%), latte, formaggio e
uova (+0,04%) hanno registrato l'impatto al rialzo piu'
rilevante mentre pacchetti vacanza (-0,06%), servizi
ricettivi(-0,05%) e noleggi/affitti (-0,03%) hanno
registrato l'impatto maggiori al ribasso.
Prossima stima flash per l'inflazione di dicembre il 4
gennaio, dato finale il 16.


cia' cia'
laplace77
00venerdì 14 dicembre 2007 11:25
Re: Re: Macro USA di oggi
laplace77, 14/12/2007 11.19:



come volevasi preannunciare...

...




Notizia del: 14/12/07 09:52:29 - Fonte: Spystocks

Impennata dell'inflazione in Germania. A novembre l'indice ha mostrato un rialzo del 3,3% su base annuale, toccando i massimi da 12 anni. Ad ottobre l'inflazione era salita del 2,4%. A pesare sul dato sono soprattutto i generi alimentari e quelli dell'energia.


dice: i dati sull'inflazione so' taroccati...

...po' esse'!

ma da chi?

dal banco...

...e il banco vince sempre!!!

laplace77
00lunedì 17 dicembre 2007 18:12
si diceva dei tassi...
...e dei cambi...


17:11 - Cambi: euro debole in un mercato che vede Fed meno accomodante

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 17 dic - L'euro chiude
debole ma sopra i minimi in un mercato che ha riscoperto il
dollaro dopo che i recenti dati Usa hanno affievolito le
attese per una politica della Fed piu' accomodante. Nel
finale l'euro ha quotato 1,4376 $ (1,4436 venerdi' e 1,4393
Bce oggi) dopo essere scivolato a 1,4332, minimo dal 26
ottobre. Il dollaro ha consolidato la posizione su yen, a
113,26 (113,38), franco a 1,1532 (1,1531) e sterlina a
2,0154 ( 2,0198), rispetto alla quale si e' arrampicato fino
a 2,0103 (top dal 26 settembre).


17:30 - Cambi: euro debole in un mercato che vede Fed meno accomodante -2-

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 17 dic - L'euro cede
terreno anche rispetto alla sterlina a 1,7132 (da 0,7147
venerdi' sera) e al franco svizzero con il rapporto di parita'
fissato a 1,6576 da 1,6648. In peggioramento anche il cambio
sulla divisa giapponese: un euro viene scambiato a 162,79
yen, in deciso ribasso rispetto ai 163,69 dell'ultima
rilevazione di venerdi'. A fronte di un dollaro rinfrancato
dagli ultimi dati sull'inflazione che rendono meno probabile
un'ulteriore riduzione dei tassi di interesse, l'euro paga
invece lo scotto della performance debole dell'indice Pmi di
novembre. Una performance che testimonia di un'economia
europea in chiara decelerazione e che sommata alle riduzioni
delle stime di crescita per la Germania nel 2008 annunciate
oggi dalla Bundesbank, rende ugualmente meno probabile un
nuovo aumento del costo del denaro nell'eurozona. I mercati
dei cambi attendono anche di conoscere i risultati dell'asta
straordinaria da 20 miliardi che la Fed sta conducendo oggi
per cercare di attenuare la crisi del credito. I risultati
verranno resi noti nella giornata di mercoledi'.
laplace77
00martedì 18 dicembre 2007 11:17
Greenspan ora vede il rischio stagflazione

Notizia del: 18/12/07 08:25:01 - Fonte: Spystocks

Prezzi al consumo in preoccupante aumento che limitano l'attivismo futuro delle banche centrali sui tassi di interesse. E ora si fa sempre più avanti lo spettro stagflazione come rimarcato dall'ex numero uno della Fed, Alan Greenspan. Per gli Stati Uniti si prospetta quindi il rischio di una combinazione di stagnazione economica e di inflazione. Nel corso di un'intervista alla Abc, Greenspan ha rimarcato come il principale contributo alla crescita viene dalla bassa inflazione e, per questo motivo, i 'prezzi devono essere tenuti sotto controllo'. 'E' necessario che alla Fed sia permesso di fare quello che deve per sopprimere il tasso d'inflazione che vedo in risalita, non nell'immediato, ma in modo chiaro sul medio-lungo periodo', sono state le parole di Greenspan che ha comunque espresso apprezzamento per il piano di aiuti al settore dei mutui immobiliari messo a punto dal segretario al Tesoro Henry Paulson.


uh-oh

e torna l'inflazione...
[SM=g7605] [SM=g7605] [SM=g7605]
iandy73
00mercoledì 19 dicembre 2007 11:50
Rischio inflazione per BCE
Bce: inflazione a rischio rialzo
Trichet: "Ma siamo pronti ad agire"

"Agiremo in modo tempestivo e fermo per evitare che si materializzino i rischi di un rialzo dell'inflazione": è chiara la posizione del presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet. "Siamo pronti a considerare i rischi per la stabilità dei prezzi" ha detto, ricordando che l'istituto "monitora da vicino gli sviluppi" dell'economia e che finora al non c'è stato segno di un calo nell'attività di credito alle famiglie.

"Il recente aumento del petrolio e dei generi alimentari - ha spiegato ancora Trichet - e i prezzi dell'energia, stanno avendo un forte impatto sull'inflazione".

E nel prossimo futuro, avvisa Trichet, il tasso di inflazione resterà sopra il 2%:un calo forse inizierà, ma solo gradualmente, nel corso del 2008; in particolare l'inflazione si attesterà tra il 2% e il 2,2% nel 2007, per poi salire tra il 2% e il 3% nel 2008, fino a scendere tra l'1,2% e il 2,4% nel 2009.

Questa valutazione, ha ammonito il presidente della Bce, è però basata sull'ipotesi "che i recenti aumenti del prezzo del petrolio e dei prodotti alimentari non abbiano effetti secondari sull'aumento dei salari".
laplace77
00mercoledì 19 dicembre 2007 22:04
Re: Rischio inflazione per BCE
iandy73, 19/12/2007 11.50:

Bce: inflazione a rischio rialzo
Trichet: "Ma siamo pronti ad agire"

...

Questa valutazione, ha ammonito il presidente della Bce, è però basata sull'ipotesi "che i recenti aumenti del prezzo del petrolio e dei prodotti alimentari non abbiano effetti secondari sull'aumento dei salari".




vallo a dire a quelli che dicono che vanno aumentati i salari e non ridimensionati i prezzi delle case...

[SM=g7626] [SM=g7626] [SM=g7626]
laplace77
00venerdì 28 dicembre 2007 18:53
inflazione GER
16:13 - Germania: +0,5% prezzi al consumo dicembre, +2,8% annuo (RCO)

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Francoforte, 28 dic - L'indice
dei prezzi al consumo in Germania, secondo la lettura
preliminare dell'Ufficio federale di statistica, e' salito
dello 0,5% su mese e del 2,8% su anno. Il dato su tutto il
Paese, uscito dopo quello dei land, e' inferiore alle attese
del mercato, che scommetteva su un +0,7% mensile e un +3%
annuo. L'indice armonizzato (Hipc) e' cresciuto dello 0,7% su
mese e del 3,1% su anno, anch'esso inferiore alle stime
(+0,8% e +3,2%).


laplace77
00venerdì 4 gennaio 2008 13:48
inflaction digest
11:57 - Cina: Banca Centrale agira' per evitare surriscaldamento economia

Manterra' una politica monetaria restrittiva (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Pechino, 04 gen - La Banca Centrale Cinese agira' per cercare di scongiurare il rischio di surriscaldamento dell'economia e manterra' una politica monetaria restrittiva. Lo ha reso noto oggi la stessa banca centrale al termine del suo meeting annuale. La Banca centrale intende continuare a stimolare l'economia offrendo prestiti ad aziende medie e piccole e soprattutto a quelle attente alle questioni ambientali. Ma in generale agira' anche per favorire un maggiore tasso di risparmio e standard piu' rigorosi per la concessione del credito. Riguardo alle riserve in valuta pregiata, la Banca centrale ha precisato che alla fine di settembre ammontavano a 1.433 miliardi di dollari, il 45,11% in piu' di un anno fa. cop (RADIOCOR) 04-01-08 11:57:28 (0107) 3 NNNN



La Banca centrale cinese mette in campo nuove misure per contrastare l'inflazione (fonte Spystocks)

Notizia del: 04/01/08 11:33:58 - Fonte: Spystocks

La Banca centrale cinese ha inserito in agenda per il 2008 ulteriori strette alla politica monetaria. Ma non solo: gli sforzi dell'istituto centrale del Paese asiatico saranno indirizzati anche a combattere l'inflazione. Per raggiungere gli obiettivi la Banca centrale della Cina si farà promotrice della convertibilità dei conti correnti



Inflazione: Codacons, a questi livelli aumenteranno famiglie in stato povertà (fonte Spystocks)

Notizia del: 04/01/08 13:14:40 - Fonte: Spystocks

Il dato sull'inflazione diffuso oggi dall'Istat, che registra a dicembre una crescita al 2,6%, è per il Codacons estremamente preoccupante, e conferma gli allarmi lanciati nelle ultime settimane dall'associazione, che per prima aveva denunciato il susseguirsi dei rincari a danno dei cittadini. 'Con un'inflazione a questi livelli e con le quotazioni record del petrolio, aumenterà di certo il numero delle famiglie in stato di povertà, che se nel 2006 secondo l'Istat erano 2 milioni 623 mila, nel corso del 2008 potrebbero raddoppiare e raggiungere quota 5 milioni – afferma il presidente Codacons, Carlo Rienzi –. Il Governo, se vuole evitare una vera e propria sciagura, deve decretare lo stato di 'emergenza prezzi', e intervenire con ogni strumento idoneo a contenere la crescita dei prezzi e delle tariffe'.



Inflazione: Adusbef e Federconsumatori, dati non corrispondenti alla realtà (fonte Spystocks)

Notizia del: 04/01/08 13:07:55 - Fonte: Spystocks

Basta nominare la parola inflazione ed è subito polemica. Le associazioni che difendono gli interessi Adusbef e Federconsumatori puntano il dito contro l'Istat rea a loro avviso di rendere noti dati non corrispondenti alla realtà. 'Il tasso di inflazione nel 2007 è decisamente più elevato dell'1,8% fotografato dall'Istat e si può stimare ben oltre la soglia del 3%, pari a maggiori spese per 994 euro per le famiglie, senza contare, doverosamente, l'aumento dei mutui a tasso variabile che ha inciso rovinosamente sui bilanci familiari', sostengono Adusbef e Federconsumatori.



2008 all'insegna del rigore: quest'anno italiani penseranno di più a risparmiare (fonte Spystocks)

Notizia del: 04/01/08 13:00:51 - Fonte: Spystocks

Il 2008 sarà all'insegna del rigore. Da un sondaggio commissionato da Coop Italia e Associazione nazionale cooperative di consumo è emerso che nell'anno ci sarà meno spazio per viaggi e divertimenti. Gli italiani preferiranno puntare su risparmi e investimenti a causa dello scenario di rincari che toccheranno quasi tutti gli ambiti e anche i beni di prima necessità.



13:19 - Inflazione: Coldiretti, 3 italiani su 4 hanno cambiato menu' della spesa

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 04 gen - A causa del
rincaro dei prezzi tre italiani su quattro hanno cambiato le
proprie abitudini alimentari, soprattutto variando il menu'
della spesa, ma anche aumentando l'attenzione rispetto alle
etichette e alla provenienza dei cibi, a favore di quelli
locali. E' quanto afferma la Coldiretti sulla base della
"Indagine 2007 Coldiretti-Swg". Se complessivamente la spesa
alimentare e' rimasta invariata (+0,1%), si sono ridotte le
quantita' portate a casa dalle famiglie per effetto
dell'aumento dei prezzi (-1,3%).



13:20 - Inflazione: Coldiretti, 3 italiani su 4 hanno cambiato menu' della spesa -2-

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 04 gen - Gli
spostamenti piu' significativi, secondo le stime elaborate
dalla Coldiretti su dati Ismea-Ac Nielsen relativi ai primi
nove mesi del 2007, si hanno per i consumi di pane (-7%),
pasta di semola (-4,3%), latte fresco (-2,2%), formaggi
(-0,4%), vino (-8,4%), frutta (-2,6%), verdura (-2,6%), olio
di semi (-5,9%), carne bovina (-4%) e suina (-4,6%), mentre
aumenta il consumo di carne di pollo (+6,2%), di uova
(+5,3%), yogurt (+4,2%), acqua (+1%) e olio extravergine
(+1,8%). I rincari, pero', non hanno portato a una minore
attenzione alla qualita' dei prodotti. Anzi, secondo
l'indagine della Coldiretti, gli italiani sono risultati tra
i piu' sensibili in Europa alle caratteristiche del cibo
acquistato, con ben il 97% che hanno acquistato prodotti
locali per avere maggiore freschezza e minori
intermediazioni. Nel 2007 si e' avuto, inoltre, un vero e
proprio boom del biologico a tavola, con un aumento record
del 9%: secondo i dati il 79% degli italiani ha mangiato
biologico. La responsabilita' degli aumenti, secondo il
sondaggio, viene attribuita soprattutto ai troppi passaggi
intermedi che i prodotti fanno per arrivare dal produttore
al consumatore (66%) a differenza di quanto accade negli
altri paesi europei (42%). Sotto accusa, pero', anche i
rincari eccessivi applicati dai commercianti e dalle catene
di distribuzione (37%), mentre sono del tutto scagionati gli
agricoltori.



Istat: inflazione a dicembre ai massimi dall'ottobre 2003 (fonte Spystocks)

Notizia del: 04/01/08 11:09:13 - Fonte: Spystocks

L'inflazione nel mese di dicembre è salita a quota 2,6% dal 2,4% del mese di novembre. Lo comunica l'Istat nella sua stima preliminare. Se il dato sarà confermato si tratta del massimo dall'ottobre del 2003. Se il confronto avviene su base mensile i prezzi sono cresciuti dello 0,3 per cento.



***Eurostat: tasso annuo inflazione zona euro a dicembre stimato al 3,1%*** (fonte Spystocks)

Notizia del: 04/01/08 11:07:23 - Fonte: Spystocks

Eurostat: tasso annuo inflazione zona euro a dicembre stimato al 3,1%.



Balzo dell'inflazione in Svizzera a dicembre (fonte Spystocks)

Notizia del: 04/01/08 10:51:25 - Fonte: Spystocks

Balzo dell'inflazione in Svizzera a dicembre salita al 2% annuo. Lo ha comunicato l'Ufficio federale di statistica specificando che si tratta del ritmo di crescita più veloce dal '95.




per oggi basta cosi'...
laplace77
00venerdì 11 gennaio 2008 02:59
poi dice che uno si monta la testa...

it.biz.yahoo.com/10012008/201/economia-modiano-contro-recessione-non-basta-agire-ta...

Giovedì 10 Gennaio 2008, 17:28

Economia: Modiano, Contro Recessione Non Basta Agire Solo Su Tassi

Di (Mba/Zn/Adnkronos)
ADN Kronos


Milano, 10 gen. - (Adnkronos) - ''Il rallentamento dell'economia e' un rischio che e' piu' presente di qualche tempo fa. I tassi di interesse non sono strumenti ideali per scongiurare i rischi di recessione. Ci sono politiche di bilancio che possono essere piu' efficaci. Solo i tassi non bastano''. Lo ha detto Pietro Modiano, direttore generale di Intesa San Paolo, a margine di un convegno in corso a Milano, rispondendo a chi gli chiedeva dell'andamento dell'economia degli ultimi mesi e della morsa di oggi della Bce che ha lasciato invariati i tassi.

''I rischi di inflazione ci sono -ha spiegato Modiano- vengono dal petrolio, dalle materie prime agricole e da un ciclo economico che resta dinamico ma non omogeneo. Le banche centrali per contrastare l'inflazione devono essere caute''.



ora, io non so di preciso cosa intende il tizio con "politiche di bilancio"...

...ma a prima vista sembrerebbe analogo a quanto proponevo in qualche post qui in giro per "indebolire" l'euro "troppo forte"...

...ovvero: rivedere Maastricht, con 3% deficit "normale" + 2% deficit "keynesiano" (infrastrutture -quelle sostenibili- e NewEnergy).


...ma il tempo e' galantuomo
(a differenza degli agenti immobiliare e dei mediatori creditizi)


[SM=g7605] [SM=g7605] [SM=g7605]
laplace77
00venerdì 11 gennaio 2008 19:20
ma vaffanGURU ?

sara' che il titolo e' CATEGORICO ("non portera'") mentre l'articolo e' possibilista ("e' difficile")...

...da cui il beneficio del dubbio...


19:11 - Usa: Mishkin (Fed), taglio tassi non portera' ad aumento inflazione

Istituto agira' in modo tempestivo, deciso e flessibile

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Wahington, 11 gen - E'
difficile che il taglio dei tassi porti a un aumento della
minaccia inflativa. Lo ha dichiarato Frederic Mishkin,
governatore Fed, sottolineando che l'istituto centrale agira'
in modo tempestivo, deciso e flessibile. L'azione della Fed,
ha aggiunto, dovra' essere preventiva in modo da dare ai
mercati "un'assicurazione" per evitare peggioramenti dello
scenario macroeconomico. Assicurazione che la Fed ritirera'
non appena le condizioni miglioreranno.



aggiungo anche che:

- si, puo' darsi che non ci sara' inflazione, forse perche' la recessione sara' bella tosta e IL CONSUMATORE AMERICANO STA CON LE PEZZE AL ....

- "ritirera' non appena": fallisca chi deve, poi si riconmincia...

[SM=g7605]
laplace77
00venerdì 11 gennaio 2008 19:50
Re: ma vaffanGURU ?
laplace77, 11/01/2008 19.20:


sara' che il titolo e' CATEGORICO ("non portera'") mentre l'articolo e' possibilista ("e' difficile")...

...da cui il beneficio del dubbio...


19:11 - Usa: Mishkin (Fed), taglio tassi non portera' ad aumento inflazione
...




il bello e' che 3 giorni prima c'era tra loro chi diceva questo:

14:49 - Fed: Plosser, esiste un rischio di stagflazione per l'economia Usa

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - New York, 08 gen - Esiste un
reale rischio di stagflazione per l'economia Usa e non e'
affatto detto che il rallentamento dell'economia previsto
per la prima parte di quest'anno si traduca in
un'attenuazione delle spinte inflazionistiche. Lo ha detto
oggi il governatore della Fed di Filadelfia Charles Plosser,
confermando la sua posizione di "falco" in seno alla Banca
centrale. Secondo Plosser, l'inflazione si sta diffondendo
in tutto il sistema economico e deve essere tenuta sotto
controllo. Anche per questa ragione la Fed non deve tagliare
nuovamente i tassi anche perche' i benefici di questa
ulteriore manovra non si farebbero sentire se non fra
sei-nove mesi, quando cioe' la fase di debolezza dovrebbe gia'
essere stata superata.


14:51 - Fed: Plosser, esiste un rischio di stagflazione per l'economia Usa -2-

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - New York, 08 gen - "Nei
prossimi mesi vedremo dei brutti dati venire da vari settori
- ha detto Plosser - ma l'economia dovrebbe migliorare in
maniera sensibile fra il terzo e il quarto trimestre
dell'anno quando le misure di politica monetaria adottate
fino ad ora faranno sentire appieno il loro effetto".
Secondo Plosser, la Fed deve lasciare il costo del denaro
invariato ai livelli attuali anche per evitare un'ulteriore
impennata dell'inflazione e deve usare lo strumento delle
aste straordinarie per fornire al mercato del credito la
liquidita' necessaria per assicurare un regolare
funzionamento delle attivita'.




per cui perdonate la citazione:

Quando i critici sono in disaccordo, l'artista è in accordo con se stesso.
(Oscar Wilde)

laplace77
00giovedì 17 gennaio 2008 19:04
aiuti temporanei...
...ipse dixit


16:09 - Bernanke: pronti a ulteriori tagli tassi per stimolare economia (RCO)

Ok misure sostegno economia purche'esplicitamente temporanee

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Washington, 17 gen - La Federal
Reserve e' pronta a ulteriori tagli ai tassi di interesse per
fornire uno stimolo all'economia americana. Lo ha detto
senza mezzi termini il presidente della banca centrale
americana Ben Bernanke nel corso della sua deposizione di
fronte al Congresso. Riguardo al pacchetto di stimolo allo
studio di Camera e Senato, Bernanke ha detto che
l'intervento sarebbe positivo purche' la misura abbia
esplicitamente carattere "temporaneo".



16:18 - Bernanke: pronti a ulteriori tagli tassi per stimolare economia -2-

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Washington, 17 gen - La
posizione di Bernanke, a favore di uno stimolo di breve
durata e che non comprometta la salute dei conti pubblici,
dovrebbe piacere soprattutto ai democratici che appunto
spingono per un intervento di carattere transitorio. Al
contrario i repubblicani vorrebbero estendere i tagli alle
tasse varati gia' cinque anni fa dal presidente George W.
Bush ben oltre la soglia del 2010, quando scadranno le prime
misure varate nel 2002. "Uno stimolo che arrivi troppo tardi
non avra' alcun beneficio sulle attivita' economiche nel breve
termine - ha detto Bernanke - e avrebbe effetti
destabilizzanti se venisse adottato in un momento in cui la
crescita ha ripreso a migliorare". Riguardo all'economia,
Bernanke ha dichiarato che l'outlook per il 2008 "e'
peggiorato e che i rischi alla crescita sono divenuti piu'
pronunciati". Bernanke ha citato la flessione dei prezzi
delle azioni, il caro greggio e l'indebolimento del mercato
del lavoro come elementi di rischio per l'outlook
dell'economia. Il governatore della Fed ha aggiunto che
anche gli investimenti aziendali appaiono in fase di
rallentamento e che le difficolta' nell'accedere al credito
continuano a rappresentare un freno alla crescita.
laplace77
00giovedì 17 gennaio 2008 19:08
"caduta libera"...


15:02 - Usa: Pianalto (Fed), mercato immobiliare ancora in 'caduta libera'

Riserva Federale deve essere "estremamente flessibile"

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Washington, 17 gen - L'economia
Usa ha rallentato a un tasso di crescita piu' lento e
potrebbe peggiorare ancora. Lo ha detto il presidente della
Riserva Federale di Cleveland, Sandra Pianalto, secondo la
quale tra i rischi principali per la crescita c'e' il
peggioramento del mercato immobiliare che "appare ancora in
caduta libera"
. In uno scenario economico e finanziario che
e' "molto fluido", la Riserva Federale dovra' essere
"estremamente flessibile nel rispondere a variazioni
dell'outlook e ai rischi associati".



16:02 - Usa: Pianalto (Fed), mercato immobiliare ancora in 'caduta libera' -2-

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Washington, 17 gen - La
prossima riunione del Fomc, il comitato della Fed che decide
del livello dei tassi di interesse, e' prevista per il 29 e
il 30 gennaio. Intervenendo di fronte a una platea di
manager a Cleveland, nel nord degli Stati Uniti, Pianalto,
che quest'anno ha diritto di voto nel Fomc, ha citato il
debole andamento del mercato del lavoro, i consumi poco
vivaci e la produzione industriale stagnante come segnali di
un rallentamento della crescita economica negli Stati Uniti.
Pianalto ha, comunque, detto di ritenere che alla frenata
fara' seguito una ripresa a fine 2008 e l'anno prossimo, ma
ha ammesso di essere "preoccupata" di fronte ai rischi che
pesano su questo scenario. Primo fra tutti il mercato
immobiliare, ma anche l'aumento dei prezzi del petrolio
mentre sono in discesa gli affitti e i prezzi delle azioni.
"Tutti questi fattori - ha detto Pianalto - frenano
l'economia al di la' del solo settore immobiliare".
L'inflazione e' elevata al momento, ha detto ancora
Pianalto, ma "continuo a credere che ci sara' un
assestamento verso il basso di pari passo con il
rallentamento della crescita e il minor impatto dei prezzi
dell'energia e delle materie prime". Oltre ai prezzi
dell'energia, ha sottolineato Pianalto, anche il dollaro
debole "sembra aver contribuito" a un aumento delle
pressioni sui prezzi import.

laplace77
00venerdì 18 gennaio 2008 23:03

www.avvenimentionline.it/content/view/1823/

Una Fed poco fedele

Da oltre un anno la Federal Reserve non riesce a interpretare gli eventi dell’economia statunitense, e quindi a fare previsioni. A danno anche degli investitori

di Carlo Freboudze


Da oltre un anno la Federal Reserve, la Banca Centrale degli Stati Uniti, mostra di avere una cattiva percezione degli eventi che si sviluppano nell’economia e nella finanza Usa e, soprattutto, mostra di non essere in grado di fare previsioni corrette sulle principali variabili. Il fatto è molto grave considerato che la politica monetaria della Banca Centrale, che si fonda sulle previsioni ufficiali, ha un impatto sull’economia ritardato di molti trimestri, pertanto quando si scopre di aver sbagliato è spesso troppo tardi.
Il mandato istituzionale della Fed per condurre la politica monetaria è doppio: mantenere la stabilità dei prezzi e le condizioni per la crescita economica del Paese.

I numerosi cambi di direzione degli ultimi sei mesi sono esemplari della difficoltà della Fed nell’avere un’opinione chiara e aggiornata dei fatti. In estate mentre la crisi creditizia già da mesi mieteva vittime e l’instabilità si diffondeva nei mercati, la Fed offriva previsioni molto rosee sulla crescita di fine anno e del 2008: le stime rimanevano prossime al 2 per cento per il 2007 e addirittura in crescita nell’anno successivo. Interrogato sull’entità dei possibili danni derivanti dal sub-prime che stava esplodendo, il governatore in persona sosteneva che sarebbero stati nell’ordine dei 50-100 miliardi di dollari. Nello stesso periodo molti economisti indipendenti e anche qualcuna delle principali case finanziarie, con analisi spesso disponibili anche su internet, sostenevano già da mesi che il rallentamento dell’economia guidato dal settore consumo e da quello immobiliare avrebbe portato la crescita annua verso lo zero e che il danno aggiuntivo del sub-prime sarebbe costato 300 o 500 miliardi di dollari, forse più, e avrebbe aggravato la già precaria situazione.

Nell’estate e fino alla fine di luglio, mentre ormai il valore di migliaia di miliardi di titoli di debito in dollari era apertamente in discussione, la Fed ha continuato a offrire una visione imprecisa della situazione, per ultimo nel comunicato dell’8 agosto che affermava che il rischio di inflazione era almeno equivalente ai rischi di un rallentamento, un’espressione tecnica per dire che non rilevavano rischi per la crescita economica tali da indurre a un taglio dei tassi.


Il 17 agosto, con i mercati ormai in subbuglio e il panico sulle prime pagine dei giornali, la Fed rinnegava le tesi precedenti e con una giravolta prendeva atto della gravità della situazione abbassando il tasso di sconto e ammettendo che i rischi per la crescita erano i principali. Un importante segnale di fine ciclo, dopo una fase di crescita economica durata almeno quattro anni. Da lì sono cominciate le operazioni speciali di sostegno al mercato con prestiti a breve termine di largo ammontare. Che in quanto prestiti, vanno rinnovati. Infatti continuano ancora a essere rinnovati perché il beneficiario non sta certo meglio oggi che cinque mesi fa.

Nel frattempo il mercato obbligazionario non aveva certo atteso di analizzare la grammatica o il sentimento dei comunicati ufficiali per scontare, a partire da giugno, e per gli anni a venire, il percorso in discesa dei tassi ufficiali negli Usa. L’andamento dei rendimenti sui mercati da giugno ha invertito la rotta, la diminuzione dei tassi d’interesse sui titoli di Stato (complice anche la fuga dagli investimenti più rischiosi) negli ultimi sei mesi è stato notevole, e testimonia le pessime aspettative del mercato circa la crescita economica 2008. Durante le crisi economiche, infatti, la politica monetaria è espansiva per favorire l’investimento e l’attività imprenditoriale, in pratica favorendo l’accesso al capitale tramite tassi più bassi. Nel mercato, scontando tassi più bassi per i periodi a venire, si sono ridotti i rendimenti dei titoli contrattati. Le aspettative di minori rendimenti nel corso del 2007 ha anche pesato sul corso del dollaro, già depresso da altri fattori più strutturali e meno ciclici. Con la riunione di ottobre, complice la pubblicazione di una serie di dati sull’economia meno peggiori dei precedenti, la Fed a sorpresa tornava sui suoi passi nel comunicato ufficiale, mostrandosi meno disposta ad abbassare ulteriormente i tassi; ufficialmente il comunicato parlava di nuovo di “equilibrio” dei rischi al rialzo e al ribasso.

Poi il deterioramento dell’economia è proseguito come annunciato, e a inizio gennaio 2008, con la pubblicazione dei verbali della riunione di dicembre, si scopre che la Fed è nuovamente preoccupata per ciò di cui si era preoccupata in agosto, ovvero di una crisi in corso che sta contribuendo a paralizzare un’economia reale già in forte rallentamento per altri problemi.

Fin qui il governatore si è barcamenato tra il voler dimostrare di esser pronto ad alzare i tassi per contenere l’inflazione (presentandosi come un duro, un “falco” nel gergo finanziario), e l’evidenza di una crisi che dal settore immobiliare si andava espandendo al settore creditizio, e quindi all’intera economia, e che richiedeva tagli dei tassi in aiuto della crescita economica.
Sotto un’altra prospettiva abbassare il costo del denaro anche con massicce iniezioni di liquidità nel sistema significa “salvare” i soggetti più traballanti impedendo che le naturali forze del mercato (la limitazione del credito secondo criteri di qualità) li condannino al fallimento, eliminando le mele marce. I più spregiudicati speculatori finiscono salvati invece che puniti per la loro condotta sguaiata.


La madre di tutti gli errori della Fed risiede probabilmente nell’eccesso di denaro facile offerto nell’ampio periodo che va dalla crisi asiatica di fine 1997 alla prima stretta monetaria del giugno 2004, quando fu alzato dello 0,25 per cento un tasso ufficiale che nel frattempo era giunto all’1 per cento. In ogni caso la finanziarizzazione e l’espansione del credito, soprattutto al di fuori dei canali tradizionali, che hanno caratterizzato i primi otto anni del secolo sono alla base della crisi.

Cosa attendersi dunque dalla Fed per il 2008? I mercati scontano il fatto che la Fed abbasserà i tassi dall’odierno 4,25 per cento (era 5,25 in luglio) al 3 entro l’anno. Se la situazione dovesse aggravarsi, ulteriori tagli potrebbero essere necessari. Dopo la recessione del 2001 i tassi ufficiali scesero fino all’1 per cento. Il vero timore è che non sia più una questione di “quanto”. John Maynard Keynes disse dopo la crisi degli anni Trenta «puoi portare i cavalli alla fonte, ma non puoi obbligarli a bere»: nonostante i tassi molto bassi, mancava l’iniziativa economica. Oggi, invece, con le morse della stretta creditizia molti degli abituali canali creditizi sono chiusi. Le istituzioni hanno stretto fortemente i cordoni della borsa, in qualche caso per prudenza e in molti casi perché in difficoltà finanziarie per i buchi causati dai crediti facili o dai titoli garantiti sul credito facile. La disponibilità del prestito diventa così, per chi lo cerca, più importante del suo costo. Solo il vigore delle economie emergenti offre un raggio di speranza.

11 gennaio 2008
laplace77
00martedì 29 gennaio 2008 18:14
BCE, plauso FMI


17:02 - Fmi: Bce brava nel gestire liquidita' e nel vigilare su inflazione (RCO)

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Washington, 29 gen - "La Bce ha
fatto un lavoro eccellente nell'assicurare liquidita' ai
mercati e nel mantenere ben chiara la sua posizione di
politica monetaria". Lo ha detto a Washington il
capoeconomista del Fmi Simon Johnson. "In Europa - ha detto
Johnson - esistono rischi maggiori che negli Usa di una
ripresa dell'inflazione e per questo la Bce fa bene a
vigilare. Per il futuro riteniamo che sara' in grado di
reagire in maniera adeguata ai nuovi dati macro".



17:04 - Fmi: Bce brava nel gestire liquidita' e nel vigilare su inflazione -2-

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Washington, 29 gen - Secondo
Johnson, il compito della Bce potrebbe in sostanza venir
semplificato dal fatto che le pressioni inflazionistiche si
dovrebbe attenuare nel corso dei prossimi mesi man mano che
si accentuera' la frenata dell'economia. "Resta l'incognita
dei prezzi del greggio - ha detto Johnson - che noi
continuiamo a vedere sui livelli attuali perche' l'offerta
rimane limitata e vi e' il rischio di interruzioni delle
forniture per cause geopolitiche". Sempre riguardo
all'Europa, ha aggiunto Johnson, rimane difficile prevedere
un fenomento di scoppio della bolla immobiliare come quello
che si sta verificando negli Stati Uniti. "Il problema
potrebbe essere quello del credito - ha detto - e' cioe' se le
banche europee, per eventuali problemi di bilancio,
dovessero ridurre i finanziamenti ai privati per l'acquisto
di una casa o inasprire le condizioni dei mutui.
Bisognera'
vedere quali saranno gli sviluppi su questo fronte".



laplace77
00martedì 29 gennaio 2008 18:47
Re: BCE, plauso FMI
laplace77, 29/01/2008 18.14:



17:02 - Fmi: Bce brava nel gestire liquidita' e nel vigilare su inflazione (RCO)
...

17:04 - Fmi: Bce brava nel gestire liquidita' e nel vigilare su inflazione -2-
...Sempre riguardo
all'Europa, ha aggiunto Johnson, rimane difficile prevedere
un fenomento di scoppio della bolla immobiliare come quello
che si sta verificando negli Stati Uniti. "Il problema
potrebbe essere quello del credito - ha detto - e' cioe' se le
banche europee, per eventuali problemi di bilancio,
dovessero ridurre i finanziamenti ai privati per l'acquisto
di una casa o inasprire le condizioni dei mutui. Bisognera'
vedere quali saranno gli sviluppi su questo fronte".





diffondono notizie a pezzetti:

- prima dicono "il problema potrebbe essere...Bisognera' verede..."
- poi "Le preoccupazioni sul credito adesso si estendono oltre il
subprime"

...sara' la strategia "chi ha orecchie per intendere, intenda"?



17:01 - Crisi credito: Fmi, le preoccupazioni si estendono oltre i subprime

Per il peggioramento delle condizioni economiche

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 29 gen - "Le
preoccupazioni sul credito adesso si estendono oltre il
subprime" e in effetti "la situazione potrebbe essere
aggravata dal peggioramento delle condizioni economiche".
Cosi' l'Fmi nell'aggiornamento del Global Financial Stabilty
Report. "Un declino piu' marcato dell'economia Usa o altrove
potrebbe contribuire ad allargare la crisi oltre il settore
subprime", afferma l'Fmi, rilevando che "le tensioni
persistono e probabilmente i costi del rischio a termine
resteranno piu' elevati per qualche tempo".



c'e' pure una postilla per l'italietta:

17:02 - Fmi: Italia, pesa crisi governo? Difficile dirlo, segue stesse sorti Ue

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Washington, 29 gen - L'Italia
segue le sorti dell'Eurozona nelle prospettive di crescita
per il 2008. "E' difficile dire che un paese dell'Eurozona
sara' piu' colpito dal rallentamento dell'economia di un
altro", ha detto il capoeconomista del Fondo Simon Johnson,
rispondendo alla domanda di una giornalista sul possibile
impatto della crisi di governo. "Sono in gioco cause globali
che sono partite dagli Usa con la crisi immobiliare. E
l'Europa ha subito in parte il contagio a causa dei suoi
legami finanziari con gli Usa"
.



del frattempo:
USA giu giu', EU giu', JAP su

dgambera
00giovedì 31 gennaio 2008 15:15
La Fed taglia?
Perché la ricetta della Fed è la liquidità

di Fabio Sdogati (Docente di economia internazionale al Politecnico di Milano)

E' successo quel che aspettavamo: la Banca centrale statunitense ha ridotto di 50 punti base il tasso sui fondi federali, portandolo al 3% e nella stessa seduta è stato deciso un taglio di 50 punti base al tasso di sconto, sceso ora al 3,50 per cento. Frequenza e profondità di questi tagli sono inusuali. Perché così tanto, perché in così poco tempo? La prima risposta è che la Banca centrale statunitense possieda informazioni sullo stato dell'economia statunitense che nessun altro possa avere: è possibile che la Fed sappia che i dati pubblicati mercoledì 30 gennaio sul tasso di crescita del Pil siano non veritieri e che effettivamente gli Stati Uniti siano in recessione già dall'ultimo trimestre del 2007, come alcuni commentatori hanno affermato? A questo tipo di speculazione non è serio contrapporre altre speculazioni: la verità è che nell'ultimo trimestre del 2007 il Pil Usa è cresciuto e il Paese non è ancora passato neanche attraverso il primo dei due trimestri di crescita negativa necessari, perché si possa parlare di recessione. Rallentamento, certo. Recessione, no.

È istruttivo leggere con attenzione le motivazioni a sostegno della decisione adottata dalla Fed: «I mercati finanziari e creditizi stanno attraversando una fase di stress considerevole… e informazioni recenti indicano un aggravarsi della contrazione del mercato immobiliare e una certa caduta di tensione sul mercato del lavoro». Due ragioni di preoccupazione: una dal lato della finanza, una dal lato dell'economia reale con particolare riferimento al mercato immobiliare. Quali sono questi dati recenti relativi alla contrazione del mercato immobiliare? I dati relativi al settore immobiliare statunitense a partire dall'estate scorsa recitano che la contrazione è cominciata più di due anni fa. La preoccupazione della Fed è rivolta allo situazione in cui si trovano i mercati finanziari e del credito, situazione sulla quale le enormi quantità di liquidità messe a disposizione non sembrano avere effetti visibili. E gli stessi strumenti finanziari all'origine della situazione presente vengono acquistati da alcune banche centrali in cambio di liquidità: fuor di metafora, si raccoglie carta straccia in cambio di moneta sonante. Eppure non basta. Perché?

La risposta non è complicata. Dalla crisi dei mercati asiatici del 1997-98 in avanti, la politica monetaria è stata accomodante nei momenti di difficoltà dei mercati finanziari e/o del credito. Ciò ha consentito di salvare dalla bancarotta alcune banche commerciali, hedge funds e simili, ma ha indotto gli operatori finanziari a rivedere al ribasso il livello di rischio associato agli strumenti che scelgono di tenere in portafoglio. Un esempio: un gruppo bancario multinazionale ha dichiarato che il loro ufficio di valutazione del rischio non aveva dato valutazioni corrette del rischio associato a certi strumenti finanziari detenuti in gran copia, nonostante avesse a sua disposizione tutti i dati necessari per farlo. Di conseguenza, la banca stessa ha dovuto svalutare di svariati miliardi di euro le attività detenute in portafoglio. Gli uffici di valutazione del rischio hanno a disposizione una gran messe di dati, incluso uno cruciale: in caso di difficoltà del sistema, la banca centrale immetterà nel sistema tutta la liquidità necessaria a salvare le banche.

Non risulta che questa politica stia producendo effetti positivi sul settore immobiliare, nel quale le difficoltà dei mutuatari continuano a aumentare. Intanto prosegue la sceneggiata che vuole la Fed banca informata e lungimirante pronta ad intervenire per evitare il male e la Bce banca arroccata su posizioni vagamente fuori moda, banalmente anti inflazionistiche, testardamente insensibile alla minaccia di una recessione imminente. Ma, così come era avvenuto nel 2000-2201, la macchina della giustizia statunitense si è messa in moto: toccò allora, si ricorderà, alle imprese; tocca oggi alle banche. Grandi, prestigiose banche, nei cui confronti sono state appena aperte inchieste circa gli strumenti finanziari che esse hanno concepito, impacchettato e venduto.

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Chissà perchè FBI sta indagando ... [SM=p7579]

Magari Trichet & C. hanno capito che stavolta, se vanno appresso agli USA nelle scelte di politica monetaria, significa toccare il fondo con loro.

Fra un pò credo che la BCE stringerà un pò i cordoni.

edit ----

Infatti ...

Borse europee in rosso al giro di boa. Milano perde l'1%

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