Territorio devastato e boom finito
Qualche passaggio, interessante per tutti gli italiani, estratto dall'estratto di:
Mala gestio: perché i veneti stanno tornando poveri
di Massimo Malvestio - Edito da Nordest Europa editore e Marsilio.
Da almeno dieci anni i comuni utilizzano gli oneri di urbanizzazione per finanziare qualsiasi cosa e sempre meno le cose per cui gli oneri di urbanizzazione sono stati concepiti...
Il legislatore nazionale è intervenuto ad assecondare il fenomeno...
Ovvio che comuni disponibili a prostituire il territorio dovevano essere agevolati...
Veri e propri falsi in bilancio, debiti fuori bilancio legittimati da una disciplina che ha consentito un uso sempre più scriteriato dei contributi di urbanizzazione.
Le amministrazione comunali, pressate da esigenze sempre più vaste verso cittadini poco disposti a pagare per quel che chiedono e da trasferimenti statali progressivamente condizionati dalle penose condizioni della finanza statale, sono divenute promotrici della devastazione del territorio anziché regolatrici dell’ordinato sviluppo...
Il quadro non sarebbe completo se non si ricordassero quei provvedimenti che sono rimasti nell’immaginario popolare come Leggi Tremonti. Una corsa ansiosa a spendere prima che l’agevolazione terminasse...
Naturalmente, una generazione di amministratori irresponsabile non sarebbe stata sufficiente se non si fosse accompagnata all’avidità senza limiti di una coeva generazione di speculatori...
L’espansione edilizia del Veneto ha avuto negli anni tre potenti motori: la crescita economica - con l’urbanizzazione cui si è accompagnata -, la crescita demografica, generata soprattutto dall’immigrazione e il “nero”...
Alcune banche sono state un ulteriore elemento decisivo: un finanziamento generoso di qualsiasi iniziativa immobiliare con leve un tempo inimmaginabili.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti...: un appartamento nuovo in vendita ogni dieci o poco più abitanti e quindi solo uno sviluppo demografico di proporzioni bibliche potrebbe ridare un senso a quegli investimenti; diversamente ci si dovrà rendere conto che si sono perduti per sempre i denari...
Le banche continuano a cullarsi nell’idea che i crediti ipotecari siano sempre recuperabili, ma la realtà è che per molti immobili non vi è mercato e l’effetto è che la liquidità delle banche viene ad essere assorbita da incagli e sofferenze quando si ha il coraggio di classificarli per tali.
Quel che rimane di questi anni è un territorio devastato, molti oneri che inevitabilmente diverranno concreti e tanta ricchezza dissipata per un’edilizia che non servirà a nessuno.