Qualche affermazione sul mercato immobiliare
Tecnocasa secondo sem 2011
Il secondo semestre del 2011, infatti, si chiude con un’ulteriore ribasso delle quotazioni immobiliari.
Si
registra flessibilità dei venditori a ribassare i prezzi solo quando hanno necessità di vendere l’immobile (per bisogno di liquidità o per acquistare un’altra abitazione) mentre è diverso il comportamento di coloro che non hanno questa necessità e che, in alcuni casi, posticipano la vendita.(abi 60.000 mutui sospesi - pax)
Dall’analisi delle quotazioni immobiliari nel secondo semestre del 2011 si registra una riduzione dei prezzi nelle grandi città del 3,4%, un risultato leggermente peggiorativo rispetto agli ultimi semestri e che determina,
per l’intero 2011, una contrazione complessiva dei prezzi del 4,7%.
gruppotecnocasa
nomisma - Primo Rapporto sul Mercato Immobiliare 2012
Luca Dondi, responsabile del settore immobiliare di Nomisma, analizza le prospettive del settore in Italia
In un quadro di perdurante debolezza, i dati a consuntivo del 2011 evidenziano un’insospettabile capacità di
tenuta del mercato immobiliare. Le quasi 600 mila transazioni residenziali sul versante al dettaglio e i circa
4,3 miliardi di investimenti su quello corporate rappresentano, infatti, livelli superiori alle attese. Se non vi
sono dubbi che i risultati dell’anno appena conclusosi vadano interpretati come un segnale tutto sommato
positivo,
in ragione del fondato rischio di un tracollo ben peggiore, è altrettanto evidente rappresentino un
ammontare troppo esiguo per un settore che si era strutturato pianificando un turnover di gran lunga
superiore. Le esigenze di assorbimento degli eccessi di produzione da una parte e di efficiente
movimentazione dall’altra, mal si conciliano con un mercato attestato ormai da oltre un triennio sui livelli
minimi.
La notevole mole di offerta e l’enorme fabbisogno abitativo compresso rischiano di non trovare un
punto di incontro, in assenza di sostanziali miglioramenti dell’accessibilità del settore. La tutto sommata
modesta flessione dei prezzi, proseguita in maniera omogenea anche nell’ultimo anno, come è possibile
apprezzare dall’ultimo monitoraggio delle realtà urbane di medie dimensioni, non ha in alcun modo
compensato il contestuale indebolimento della capacità di spesa delle famiglie, determinando
inevitabilmente un massiccio ampliamento dell’offerta. Accantonate le speranze di immediato rilancio del
settore e, con esse, la prospettiva di pronto riassorbimento delle notevoli eccedenze createsi,
si tratta ora di
verificare gli effetti sulle quotazioni di un’eventuale revisione delle strategie della parte venditrice. Le
imprese (e con esse le banche) si trovano di fronte ad un bivio: da una parte il mantenimento di posizioni
apparentemente inconciliabili con l’attuale disponibilità di gran parte della domanda, dall’altra il graduale
adattamento delle aspettative alla fase di mercato. La scelta della strenua difesa di valori
sovradimensionati rischierebbe unicamente di tradursi in un’ulteriore dilazione dei tempi di assorbimento,
che finirebbe di fatto per compromettere la redditività delle iniziative che si intende salvaguardare.
nomisma