Dead men working

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labottegadelfuturo
00martedì 31 gennaio 2012 10:12
labottegadelfuturo
00martedì 31 gennaio 2012 16:06
ci stiamo grecizzando
Offerta di lavoro nel "ricco" nord italia
Per i non addetti ai lavori...cercano uno con le palle.
grella
00martedì 31 gennaio 2012 16:55
Re: ci stiamo grecizzando
labottegadelfuturo, 31/01/2012 16.06:

Offerta di lavoro nel "ricco" nord italia
Per i non addetti ai lavori...cercano uno con le palle.




Beh se uno così deve passare per l'interinale siamo a posto ................ [SM=g9589] [SM=g9589] [SM=g9589]
dgambera
00martedì 31 gennaio 2012 17:02
Re: ci stiamo grecizzando
labottegadelfuturo, 1/31/2012 4:06 PM:

Offerta di lavoro nel "ricco" nord italia
Per i non addetti ai lavori...cercano uno con le palle.




praticamente cercano uno certificato ITIL Intermediate in Service Operations specializzato sulla security... praticamente roba che ce n'è qualche migliaio... su tutto il pianeta [SM=g6942]
labottegadelfuturo
00martedì 31 gennaio 2012 17:42
Re: Re: ci stiamo grecizzando
grella, 1/31/2012 4:55 PM:




Beh se uno così deve passare per l'interinale siamo a posto ................ [SM=g9589] [SM=g9589] [SM=g9589]




a stage e a 500 euro...non so che dire...
Loziodigekko
00martedì 31 gennaio 2012 21:35
Re: ci stiamo grecizzando
labottegadelfuturo, 31/01/2012 16.06:

Offerta di lavoro nel "ricco" nord italia
Per i non addetti ai lavori...cercano uno con le palle.



Se io avessi un curriculum simile (e purtroppo non ce l'ho... [SM=g1765139] ) mi offenderei se mi offrissero 500 euro alla settimana.

Sarebbe carino sapere a quanto viene (anzi verrebbe, perche' scommetto la cifra che volete che il posto rimarra' scoperto o occupato da ca22ari di vario tipo) "venduto" all'utilizzatore finale.

Potrei fare un'ipotesi azzardata stando sui 500 AL GIORNO... [SM=g7054]

Cosa ne pensa chi e' del settore???





laplace77
00martedì 31 gennaio 2012 22:00
Re: Re: ci stiamo grecizzando
Loziodigekko, 31/01/2012 21.35:



Se io avessi un curriculum simile (e purtroppo non ce l'ho... [SM=g1765139] ) mi offenderei se mi offrissero 500 euro alla settimana.

Sarebbe carino sapere a quanto viene (anzi verrebbe, perche' scommetto la cifra che volete che il posto rimarra' scoperto o occupato da ca22ari di vario tipo) "venduto" all'utilizzatore finale.

Potrei fare un'ipotesi azzardata stando sui 500 AL GIORNO... [SM=g7054]

Cosa ne pensa chi e' del settore???






che si meritano uno molto preparato,
ma che fa finta di accettare 500EUR,
e poi gli fa tanti di quei danni...

[SM=g9128]

dgambera
00martedì 31 gennaio 2012 22:23
Re: Re: ci stiamo grecizzando
Loziodigekko, 1/31/2012 9:35 PM:

Cosa ne pensa chi e' del settore???




Che uno così ne può portare 800 EUR/giorno [SM=g7591]
labottegadelfuturo
00giovedì 2 febbraio 2012 08:28
Re: Re: Re: Re: Re: SPOILER SPOILER SPOILER
labottegadelfuturo, 26/01/2012 06.58:



A breve dovrebbero essere annunciati i primi 200 e qualcosa.

Sti stronzi sanno gia quello che vogliono fare, ma dire a tutti i dipendenti "vogliamo chiudere" rende meno agevole lo smantellamento della ditta.

Invece 200-300 per botta ed in un anno te ne liberi, senza troppi sbattimenti.





iniziano i tagli
kemar71
00giovedì 2 febbraio 2012 18:54
Re: Re: Re: Re: Re: Re: SPOILER SPOILER SPOILER
labottegadelfuturo, 02/02/2012 08.28:






Sulla salaria...sono altri i "lavori"

labottegadelfuturo
00giovedì 2 febbraio 2012 19:11
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: SPOILER SPOILER SPOILER
kemar71, 02/02/2012 18.54:




effettivamente è un mercato che non conosce crisi ;)
dgambera
00mercoledì 8 febbraio 2012 15:07
Sfogliate questo dossier..... impressionante il database

UN MILIONE DI POSTI PERSI

Così tre anni di recessione hanno cambiato il Paese

laplace77
00sabato 11 febbraio 2012 15:19
Re:
dgambera, 08/02/2012 15.07:

Sfogliate questo dossier..... impressionante il database

UN MILIONE DI POSTI PERSI

Così tre anni di recessione hanno cambiato il Paese





per ora ci si limita al Workers Buyout, mentre in argentina si arrivo' alle occupazioni/autogestioni tout court

8 febbraio 2012
Dipendenti padroni d'impresa La sfida emiliana di Greslab

In gergo tecnico si chiama "Workers Buyout". E' la procedura con cui i lavoratori costituiscono una cooperativa diventando proprietari della loro azienda. Per farlo investono Tfr e indennità di mobilità. In provincia di Reggio Emilia, ci hanno provato i 31 dipendenti di una ditta di ceramica. 14mila euro ciascuno, riscattati dall'Inps e versati come capitale sociale della nuova impresa. E le premesse sono incoraggianti

di Valeria Fraschetti


[SM=g9128]
laplace77
00sabato 11 febbraio 2012 20:26
stretta sul credito, insolvenza e...

...e ovviamente lavoratori "a spasso"...


fonte: repubblica

CRISI

Cgia: "C'è una stretta sul credito"
Imprese insolventi in crescita del 36%


Negli ultimi tre mesi dell'anno scorso i prestiti delle banche alle imprese sono calati dell'1,5%. Bortolussi: "Il forte aumento dei tassi d'interesse si è tramutato in un costo aggiuntivo per l'intero sistema produttivo di 3,7 miliardi"

MILANO - Negli ultimi 3 mesi del 2011 i prestiti erogati dal sistema bancario alle imprese sono diminuiti del -1,5% e a dicembre del 2,2%. Lo evidenzia la Cgia di Mestre, affermando che "ci troviamo di fronte ad una vera e propria stretta creditizia". Le insolvenze in capo alle aziende nel 2011 hanno superato gli 80 miliardi (+36% rispetto al 2010). Secondo la Cgia questi dati confermano che "le banche hanno chiuso i rubinetti del credito ed in una fase recessiva, come quella che stiamo vivendo in questo momento, corriamo il rischio che il nostro sistema produttivo, costituito prevalentemente da piccole e piccolissime imprese, collassi".

Nel 2011 l'ammontare complessivo dei prestiti erogati alle imprese ha superato i 995 miliardi di euro, con una crescita del 4%, che però - nota la Cgia - resta inferiore alla progressione dell'inflazione, aumentata del 3,3%. "Oltre alla stretta creditizia - rileva il segretario Cgia, Giuseppe Bortolussi - nel 2011 le imprese hanno dovuto subire anche un forte aumento dei tassi di interesse che si è tramutato in un costo aggiuntivo per l'intero sistema produttivo pari a 3,7 miliardi di euro".

Tuttavia, prosegue la Cgia, va ricordato che le ragioni di questa contrazione dei finanziamenti sono in parte riconducibili anche all'aumento delle sofferenze bancarie registrato dalle aziende. "Nel 2011 - conclude Bortolussi - le insolvenze in capo alle imprese italiane hanno toccato gli 80,6 miliardi di euro, con un incremento rispetto l'anno precedente
del +36%. Questa situazione ha sicuramente indotto molti istituti di credito a ridurre i prestiti soprattutto a quelle realtà produttive che non erano più in grado di dimostrare una certa affidabilità".

(11 febbraio 2012)


[SM=g2232945]
Loziodigekko
00martedì 14 febbraio 2012 13:06
laplace77
00martedì 14 febbraio 2012 13:22
Re: Krante Cermania...
Loziodigekko, 14/02/2012 13.06:





io piu' che altro sottolineerei come anche noi facciamo di queste cose (vedi i precari dei call center) e che noi facciamo anche di peggio (lavori sottopagati al "nero", vedi i "neri" che raccolgono pomodori, arance, ecc)

e' un mondo diffiZile...

[SM=g7600]
Loziodigekko
00martedì 14 febbraio 2012 13:47
Re: Re: Krante Cermania...
laplace77, 14/02/2012 13.22:




io piu' che altro sottolineerei come anche noi facciamo di queste cose (vedi i precari dei call center) e che noi facciamo anche di peggio (lavori sottopagati al "nero", vedi i "neri" che raccolgono pomodori, arance, ecc)

e' un mondo diffiZile...

[SM=g7600]




Appunto: da noi per sottopagare devi fare "nero", ovvero devi essere un criminale o almeno un evasore.

Trovo indecente la possibilita' di sottopagare in maniera legale.

La civilta' di un popolo si misura anche da queste cose.

"I dati della OCSE mostrano che l’occupazione a basso salario rappresenta il 20 per cento dei posti a tempo pieno in Germania, rispetto all’8 per cento in Italia e al 13,5 per cento in Grecia."

Ultimamente anche nel settore dei call-center le cose sono migliorate un tantino rispetto alle indecenze di qualche tempo fa (esperienza di prima mano di una persona che conosco...).


laplace77
00martedì 14 febbraio 2012 16:50
Re: Re: Re: Krante Cermania...
Loziodigekko, 14/02/2012 13.47:




Appunto: da noi per sottopagare devi fare "nero", ovvero devi essere un criminale o almeno un evasore.

Trovo indecente la possibilita' di sottopagare in maniera legale.

La civilta' di un popolo si misura anche da queste cose.

"I dati della OCSE mostrano che l’occupazione a basso salario rappresenta il 20 per cento dei posti a tempo pieno in Germania, rispetto all’8 per cento in Italia e al 13,5 per cento in Grecia."

Ultimamente anche nel settore dei call-center le cose sono migliorate un tantino rispetto alle indecenze di qualche tempo fa (esperienza di prima mano di una persona che conosco...).






forse dimentichi un paio di cosette:

1) in 20 anni hanno fatto la riunificazione, sai quanti "terroni" dell'est ex-comunista hanno tirato dentro?

2) noi in 150 anni ancora abbiamo la "questione meridionale", dal 1950 sai quanta gente e' emigrata dal sud al nord?


cmq concordo sul discorso del salario minimo, il dumping salariale in casa propria, a danno del precariato/stagionali/poco qualificati non e' da paese civile


Loziodigekko
00mercoledì 15 febbraio 2012 08:28
dgambera
00domenica 19 febbraio 2012 22:08
Che fine faranno le operaie della Omsa?

Era veramente necessario spostare gli stabilimenti in Serbia? E i lavoratori dell’ azienda farmaceutica Sigma Tau che stanno lottando per salvare il posto di lavoro ci riusciranno? Alcuni imprenditori sono schiacciati tra lo Stato che non onora in tempo i debiti e le banche che non prestano soldi. Stiamo andando dritti verso la deindustrializzazione? Cosa si potrebbe fare? Esistono ancora soluzioni possibili?

Il ministero dello sviluppo ha messo in atto un vero e proprio pronto soccorso per risolvere le questioni più spinose e noi stiamo seguendo le trattative tra le imprese, i sindacati e i lavoratori con la mediazione dei tecnici del ministero.

“Presadiretta” entra nel cuore di due vicende molto calde (la Omsa e la Sigma Tau) il cui epilogo si chiarirà proprio in questi giorni.

Nella puntata “Recessione” ci sarà anche una vicenda finita bene: quella dello stabilimento della Saint Gobain a Pisa, che è stato recuperato e salvato… Come ha fatto la dirigenza italiana a convincere la grande multinazionale francese a investire e a credere ancora alla possibilità di produrre nel nostro paese?

“Recessione” è un racconto di Francesca Barzini,Vincenzo Guerrizio, Raffaella Pusceddu e Rebeca Samonà.
(sylvestro)
00giovedì 1 marzo 2012 14:04
Occupati e disoccupati (dati provvisori)

1 marzo 2012



A gennaio 2012 il numero di occupati registra una variazione dello 0,1% (+18 mila unità) rispetto a dicembre 2011. Il risultato positivo interessa sia la componente maschile sia quella femminile. Nel confronto con l'anno precedente l'occupazione segnala una variazione pari allo 0,2% (+40 mila unità).

Il tasso di occupazione è pari al 57,0%, in aumento nel confronto congiunturale di 0,1 punti percentuali e di 0,2 punti in termini tendenziali.

Il numero dei disoccupati, pari a 2.312 mila, aumenta del 2,8% rispetto a dicembre (64 mila unità). Su base annua si registra una crescita del 14,1% (286 mila unità). L'allargamento dell'area della disoccupazione riguarda sia gli uomini sia le donne.

Il tasso di disoccupazione si attesta al 9,2%, in aumento di 0,2 punti percentuali in termini congiunturali e di un punto rispetto all'anno precedente. Il tasso di disoccupazione giovanile, ovvero l'incidenza dei 15-24enni disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca di lavoro, è pari al 31,1%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto a dicembre 2011.

Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuiscono dello 0,4% (-63 mila unità) rispetto al mese precedente. Il tasso di inattività si posiziona al 37,3%, con una flessione di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,8 punti su base annua.
Loziodigekko
00venerdì 2 marzo 2012 08:07
co.co.co. - alla faccia della flessibilita'

www.ilsole24ore.com/art/economia/2012-02-29/isfol-quasi-700mila-collaborati-153920.shtml?uuid=...

Opinione 1: queste porcherie dovrebbero sparire. [SM=g1765139]
Opinione 2: hai voglia a creare compratori di case di 'sto passo... [SM=g9589]

laplace77
00venerdì 2 marzo 2012 09:19
Re: co.co.co. - alla faccia della flessibilita'
Loziodigekko, 02/03/2012 08.07:


www.ilsole24ore.com/art/economia/2012-02-29/isfol-quasi-700mila-collaborati-153920.shtml?uuid=...

Opinione 1: queste porcherie dovrebbero sparire. [SM=g1765139]
Opinione 2: hai voglia a creare compratori di case di 'sto passo... [SM=g9589]





c'e' anche qualche "capitalista illuminato" che la spara grossa:

De Benedetti: “Il dibattito sull’articolo 18? Una puttanata. Il problema è creare nuovi posti”

[SM=g1747536]
Loziodigekko
00venerdì 2 marzo 2012 09:35
Re: Re: co.co.co. - alla faccia della flessibilita'
laplace77, 02/03/2012 09.19:




Se potessi rispondere a De Benedetti gli direi:

Il problema e' il ridotto potere d'acquisto dei salari medi.
Quando ho cominciato a lavoricchiare nel 1990 un reddito bastava per mantenere (senza lussi e pretese ma comunque decorosamente) una famiglia di quattro persone. La soglia delle spese "essenziali" era nell'ordine dei due terzi di uno stipendio medio.

Una famiglia che disponesse di due redditi viveva piu' che bene e rimaneva in grado di allocare in risparmio/investimento un quarto delle sue entrate.

Oggi una famiglia con due redditi (che un tempo sarebbe stata compresa nella mitica "classe media") ha un livello di spese "essenziali" che eccede (non di poco) uno stipendio e, tolto un minimo di spese superflue, riesce a risparmiare una quota minima del reddito (quando ci riesce).

Va da se' che una buona parte delle spese "essenziali" e' rappresentata da quello di cui ci occupiamo in questo forum... (casa e affini...).

Senza una politica salariale sensata non si va da nessuna parte. [SM=g1765139]


laplace77
00venerdì 2 marzo 2012 10:00
Re: Re: Re: co.co.co. - alla faccia della flessibilita'
Loziodigekko, 02/03/2012 09.35:



Se potessi rispondere a De Benedetti gli direi:

Il problema e' il ridotto potere d'acquisto dei salari medi.
Quando ho cominciato a lavoricchiare nel 1990 un reddito bastava per mantenere (senza lussi e pretese ma comunque decorosamente) una famiglia di quattro persone. La soglia delle spese "essenziali" era nell'ordine dei due terzi di uno stipendio medio.

Una famiglia che disponesse di due redditi viveva piu' che bene e rimaneva in grado di allocare in risparmio/investimento un quarto delle sue entrate.

Oggi una famiglia con due redditi (che un tempo sarebbe stata compresa nella mitica "classe media") ha un livello di spese "essenziali" che eccede (non di poco) uno stipendio e, tolto un minimo di spese superflue, riesce a risparmiare una quota minima del reddito (quando ci riesce).

Va da se' che una buona parte delle spese "essenziali" e' rappresentata da quello di cui ci occupiamo in questo forum... (casa e affini...).

Senza una politica salariale sensata non si va da nessuna parte. [SM=g1765139]






invece pare si punti alla competizione coi cinesi...

come se la bassa produttivita' (salari per prodotto finito) fosse colpa dei salari (molto piu' bassi che in ger, uk, fra) e non colpa di altri costi (dal cuneo fiscale, alla malagestione aziendale)

ma vabbe'...

dgambera
00martedì 6 marzo 2012 12:53
Se penso che c'è chi dice che gli stipendi degli italiani sono raddoppiati assieme ai prezzi di tutto, inclusi i prezzi delle case

A dieci anni dalla tesi il laureato guadagna 1.600 euro. La crisi pesa su tutti i corsi

di Gianni Trovati 6 marzo 2012


Dieci anni dopo aver discusso la tesi ed aver appeso al muro il titolo di studio, il laureato medio italiano guadagna poco più di 1.600 euro al mese, e il reddito scende sotto quota 1.400 euro se la laurea è di area psicologica o in architettura, e sotto i 1.300 euro se la facoltà da cui è uscito è quella di lettere.

E' questo il dato più evidente nella curva degli effetti della crisi sulla condizione occupazionale dei laureati fotografata da AlmaLaurea, il consorzio interuniversitario che monitora la situazione di ormai 186mila laureati all'anno e ha presentato questa mattina a Roma il XIV Rapporto annuale sulla condizione occupazionale.

I numeri sono tutti in flessione, e riflettono le dinamiche vissute nella prima fila della crisi occupazionale, quella dei giovani in cerca di primo impiego o comunque nei passi iniziali della propria carriera. Il tasso di occupazione a un anno dal titolo, fra gli studenti arrivati alla laurea nel 2010, è del 68,6% per chi ha un titolo triennale, con una flessione di 9 punti percentuali rispetto a quattro anni fa, e del 56,8% fra chi ha conseguito una laurea specialistica (in questo gruppo il dato è sempre più basso perché non considera tirocini, praticantati, dottorati o scuole di specializzazione, ma il confronto con il 2007 mostra comunque un -8%).

I «segnali di frenata», spiegano da AlmaLaurea, sono trasversali fra «tutti i tipi di corso», e indipendenti «dalla condizione lavorativa al momento della laurea»; i segni meno sono ancora più importanti quando si guarda al reddito degli occupati, che un anno dopo il titolo oscilla intorno ai 1.100 euro, con un alleggerimento del 13 per cento rispetto a quattro anni fa. Ad aggravare il problema, c'è anche il fatto che il trascorrere di più tempo dal momento della laurea allarga anziché restringere la forbice con i "colleghi" che hanno debuttato prima nel mondo del lavoro: fra gli occupati a tre anni dal titolo, infatti, il reddito medio di chi si è laureato nel 2006 perde il 16,7% rispetto a chi si trovava nella stessa condizione dopo essersi laureato nel 2000.

Ovviamente le chance occupazionali continuano a dipendere anche dalla laurea che si ha in tasca, perché ingegneri ed economisti (oltre, ovviamente, ai medici, che mantengono i loro tassi di piena occupazione) continuano a primeggiare nelle graduatorie, che vedono agli ultimi posti chi ha frequentato facoltà dell'area geo-biologica o giuridica. Il dato più scoraggiante, però, è quello dell'orizzonte generale, soprattutto se confrontato con quello degli altri Paesi europei: nell'Ue a 27, l'Italia è l'unico Paese in cui nella "torta" complessiva degli occupati (in diminuzione) è scesa l'incidenza delle professioni più qualificate, anche se già nel 2004 il suo peso da noi viaggiava intorno l 19% contro il 22% della media europea e il 28-30% di Gran Bretagna e Paesi Bassi.

Chi otto anni fa si trovava in testa alla classifica, ha migliorato in modo più netto la propria posizione, e il contrario è avvenuto nell'Italia fanalino di coda. Il problema, fanno notare da AlmaLaurea, è che l'indebolimento della performance italiana precede la crisi, e si accentua con il peggioramento della congiuntura. Alla base del problema, sottolinea il Rapporto, c'è lo scarso livello di investimenti che ha caratterizzato il nostro Paese: «Sarebbe un errore imperdonabile - spiegano da AlmaLaurea - sottovalutare o tardare nell'affrontare in modo deciso le questioni della condizione giovanile e del capitale umano», tanto più in un Paese come il nostro, caratterizzato da una quota di laureati sulla popolazione più leggera rispetto agli altri Paesi europei. Lasciare le cose come stanno, permettendo il diffondersi di un atteggiamento "scettico" sul valore della laurea, metterebbe un altro macigno sulla competitività internazionale del sistema-Italia.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

dgambera
00mercoledì 14 marzo 2012 14:52
Bper taglia il 10% della forza lavoro: 500 esuberi, 700 in mobilità

di Nicola Borzi 14 marzo 2012


Una quarantina di milioni di euro l'anno di taglio del costo del lavoro, su una base consolidata di 800 milioni circa. Questa, secondo l'anticipazione di fonti aziendali, la decisione indicata dal gruppo Banca Pop Er nel piano industriale 2012-2014 che verrà presentato oggi alla comunità finanziaria e domani ai sindacati.

Nei numeri, a fronte di una forza lavoro di circa 11.800 dipendenti, la riduzione corrisponde a una riduzione del personale, a regime, di circa 1.200 unità: 500 gli esuberi più altri 700 per i quali l'azienda indica la strada della mobilità. Cifre che si aggiungono agli oltre 16.500 bancari che nei prossimi tre anni, secondo i piani dei principali gruppi creditizi, lasceranno il lavoro.

Numeri pesanti, per un gruppo federale cresciuto dimensionalmente negli anni scorsi su una base federativa che ora, con la crisi finanziaria e la recessione economica, mostra inevitabilmente crepe strutturali. Numeri pesanti se misurati su una realtà come quella modenese, dove ha sede la capogruppo, e di altre piccole realtà italiane del Centro, Sud e Isole. Soprattutto se confrontati con la politica di sostanziale stabilità occupazionale, senza particolari scossoni, che ha contraddistinto il gruppo Bper negli anni scorsi.

A differenza di quasi tutti gli altri principali gruppi nazionali, Bper non ha mai fatto ricorso al Fondo di solidarietà di settore, l'ammortizzatore sociale totalmente autofinanziato con cui negli scorsi 12 anni il sistema bancario ha gestito il prepensionamento e l'outplacement di circa 30mila dipendenti. Ma le fonti sindacali spiegano ormai apertamente che proprio la gradualità con cui gli organici sono stati ridotti in passato, tramite il blocco del turnover e gli incentivi all'esodo, ha lasciato irrisolti i problemi di fondo.

Problemi che, secondo gli ultimi dati disponibili, si collocano (anche, ma non solo) nella riga di conto economico dedicata al costo del personale. Costo che, secondo le ultime analisi di Kepler Capital Markets, nel 2010 aveva toccato il 36,9% dei ricavi, per scendere al 35,6% circa nel 2011. Ma nel rapporto tra costi e ricavi non basta tagliare i costi, se i ricavi non aumentano. Così i sindacati del gruppo seguono con preoccupazione i conti del 2011 e soprattutto attendono con impazienza la presentazione del piano industriale, che domani verrà illustrata loro dall'amministratore delegato e direttore generale Luigi Odorici, recentemente succeduto a Fabrizio Viola, passato al timone di Banca Mps.

A temere soprattutto sono le banche rete e prodotto. La capogruppo impiega circa 4.300 dipendenti, con altri 700 dislocati in Bper Services, la società consortile dei servizi, mentre sono 4.200 gli attivi nel polo sardo, tra Banco di Sardegna e Banca di Sassari. Il resto si distribuisce tra la Popolare di Ravenna, il polo del Centro (Cassa di Risparmio dell'Aquila e Popolare di Lanciano e Sulmona in Abruzzo, Popolare di Aprilia nel Lazio), la rete del Sud (Popolare del Mezzogiorno a Crotone, Banca della Campania di Avellino) e le società monoprodotto, come Sarda Leasing, Optima Sgr, Emil Ro Factor e Meliorbanca. Difficile immaginare un sistema più esposto alla crisi e più sensibile al problema dell'occupazione che manca, specie nel Mezzogiorno. Domani i sindacati troveranno al pettine i nodi non toccati per molti anni.

nicola.borzi@ilsole24ore.com

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Loziodigekko
00mercoledì 14 marzo 2012 15:47
Re:
dgambera, 19/02/2012 22.08:




Omsa si salva, addio calze. Adesso farà divani.


Speriamo. [SM=g1750489]

archiviostorico.corriere.it/2012/marzo/13/Omsa_salva_addio_calze_Adesso_co_8_1203130...




Loziodigekko
00mercoledì 14 marzo 2012 15:52
Re: Re: co.co.co. - alla faccia della flessibilita'
laplace77, 02/03/2012 09.19:




Ci ritorno tanto per costruire una cornice al discorso:

archiviostorico.corriere.it/2011/ottobre/07/Cupertino_come_Madre_Teresa_co_9_1110070...

"A raccontare l' aneddoto è stato lui stesso in una recente puntata di «Correva l' anno» di Rai 3 . «Avevamo un laboratorio a Cupertino come Olivetti. Sono andato una sera a visitarlo in un garage. Se avessi messo allora 100 mila dollari, cifra che lui stava cercando, oggi sarei famoso per essere uno degli uomini più ricchi del mondo». Certo, erano altri tempi: era il ' 76. "

Si parla dello stesso che ha "smontato" l'Olivetti all'alba della New Economy... [SM=g1765139]
laplace77
00mercoledì 14 marzo 2012 16:30
Re: Re: Re: co.co.co. - alla faccia della flessibilita'
Loziodigekko, 14/03/2012 15.52:



Ci ritorno tanto per costruire una cornice al discorso:

archiviostorico.corriere.it/2011/ottobre/07/Cupertino_come_Madre_Teresa_co_9_1110070...

"A raccontare l' aneddoto è stato lui stesso in una recente puntata di «Correva l' anno» di Rai 3 . «Avevamo un laboratorio a Cupertino come Olivetti. Sono andato una sera a visitarlo in un garage. Se avessi messo allora 100 mila dollari, cifra che lui stava cercando, oggi sarei famoso per essere uno degli uomini più ricchi del mondo». Certo, erano altri tempi: era il ' 76. "

Si parla dello stesso che ha "smontato" l'Olivetti all'alba della New Economy... [SM=g1765139]




se non ricordo male, lui fu l'esecutore materiale, ma la decisione fu politica: l'elettronica non era per l'italietta.

[SM=g2594223]
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