Dead men working

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dgambera
00mercoledì 4 aprile 2012 15:40
Yahoo taglia 2.000 posti di lavoro, lascerà l'azienda quasi il 14% della forza lavoro

Marco Barlassina
4 aprile 2012 - 15:25

MILANO (Finanza.com)
Yahoo ridurrà il suo organico di circa il 14%, con nuovi licenziamenti che interesseranno approssimativamente 2.000 degli attuali dipendenti. Lo ha reso noto la società internet con un comunicato, chiarendo che la decisione rientra nel processo di preparazione del gruppo ad affrontare le sfide del futuro. Dai licenziamenti Yahoo si attende risparmi annui per 375 milioni di dollari. Yahoo ha aggiunto che ulteriori dettagli sui suoi piani verranno comunicati il 17 aprile in occasione della presentazione dei risultati finanziari trimestrali.
laplace77
00sabato 7 aprile 2012 17:47
i giovani senza lavoro...

...sono un fenomeno non lineare...

sommando il trend demografico e quello reddituale,
l'effetto totale e' ben piu' della somma delle parti:

Di centrale importanza in questo contesto è il concetto di linearità[7], che non va confuso con quello colloquiale bensì inteso nel senso della teoria dei sistemi.

Un problema è lineare se lo si può scomporre in una somma di sotto-problemi indipendenti tra loro. Quando, invece, i vari componenti/aspetti di un problema interagiscono gli uni con gli altri così da rendere impossibile la loro separazione per risolvere il problema passo-passo e “a blocchi”, allora si parla di non-linearità.

Un altro modo per affermare la stessa cosa è usare esplicitamente la definizione sistemistica, secondo la quale è lineare un sistema che risponde in modo direttamente proporzionale alle sollecitazioni ricevute. Si dice allora che per quel sistema vale il principio di sovrapposizione degli effetti, nel senso che se alla sollecitazione S1 il sistema dà la risposta R1 e alla sollecitazione S2 dà la risposta R2, allora alla sollecitazione (S1+S2) esso risponderà con (R1+R2).




fonte: repubblica

CRISI

Istat, crolla l'occupazione giovanile: -14,8%
Crescono i lavoratori oltre i 55 anni


Gli occupati tra i 15 e i 34 anni sono diminuiti, negli ultimi tre anni, da 7,1 milioni d 6 milioni e 56mila unità. Per l'Istituto di Statistica sono evidenti gli effetti della crisi sulle nuove generazioni



MILANO - La crisi aumenta, e alimenta, il conflitto generazionale già in atto. Da un lato il crollo dell'occupazione giovanile (-14,8%), dall'altro la crescita dei lavoratori nella classe d'età tra i 55 e i 64 anni (+15%). E' quanto emerge dal confronto dei dati Istat sulla media dello scorso anno: il paragone con tre anni prima ben evidenzia gli effetti della crisi sulle nuove generazioni.

Nel 2011 i giovani occupati, tra i 15 e i 34 anni, sono diminuiti di oltre un milione di unità rispetto al 2008, passando da 7,1 milioni a 6 milioni e 56mila nel 2011 (-14,8%). Nel dettaglio, passando dal 2008 al 2011, si contano 1 milione e 54mila giovani in meno al lavoro: si è trattata di una discesa progressiva, seguita alla crisi. Basti pensare che, come già sottolineato dall'Istituto di statistica, se si considerano gli occupati italiani 15-34enni, in un solo anno, tra il 2011 e il 2010, la riduzione è stata di 233mila unità. Se poi si guarda alla fascia d'eta tra i 15 e i 24 anni, in proporzione la discesa degli occupati tra il 2011 e il 2008 è stata ancora più forte, ed è pari al 20,5% (303 mila unità in meno).

Per quanto riguarda, invece, gli occupati nella classe d'età tra i 55 e i 64 anni, si è registrato un aumento del 15% nell'arco di tre anni, dal 2008 al 2011. Nel dettaglio, gli occupati più adulti (55-64 anni) sono saliti di 376 mila unità, passando da 2 milioni 466 mila del 2008 a 2 milioni 842 mila del 2011. Ad aumentare sono
principalmente le donne over 55 su cui l'innalzamento dell'età pensionabile si è fatto più sentire (sulla componente femminile ha inciso il provvedimento che ha seguito la sentenza della Corte di Giustizia Europea relativa alla parificazione dei criteri pensionistici tra uomini e donne). Le occupate sono salite, infatti, in tre anni di circa il 23% (+202 mila unità), mentre gli uomini sono aumentati di quasi l'11% (+174 mila).

Ad alimentare le tensioni , le stime della Uil, sono a rischio oltre 200mila posti di lavoro. "Secondo nostre stime - afferma afferma all'Agi il segretario Luigi Angeletti - quest'anno, senza interventi, sono a rischio oltre 200mila posti. E ancora non abbiamo conosciuto le tensioni sociali più serie che sono quelle che potrebbero essere provocate dai licenziamenti di massa delle persone adulte: eventi che distruggono davvero le vite".

(07 aprile 2012)



[SM=g2232945] [SM=g2232945] [SM=g2232945]

(sylvestro)
00domenica 8 aprile 2012 10:05
Re: i giovani senza lavoro...
laplace77, 07/04/2012 17.47:


...
[SM=g2232945] [SM=g2232945] [SM=g2232945]





(sylvestro)
00domenica 8 aprile 2012 10:07
(sylvestro)
00lunedì 9 aprile 2012 17:00
Sony prevede di tagliare 10.000 posti

Il colosso giapponese dell'elettronica prevede ridurre del 6% la sua forza lavoro, possibilmente già entro la fine di quest'anno


Sony prevede di tagliare 10.000 posti

MILANO - La Sony si prepara a tagliare 10.000 posti di lavoro nel mondo entro il 2012. E' quanto riporta il Nikkei, il giornale economico giapponese. Circa la metà dei tagli è previsto nelle attività chimiche e nel settore dei pannelli a cristalli liquidi di medie e piccole dimensioni. Il taglio corrisponde al 6% della forza lavoro globale di Sony. La ristrutturazione segue quella della Nec e della Panasonic, che nel settore della telefonia cellulare hanno subito la forte concorrenza della Apple e della Samsung.
I produttori di televisori, in particolare, sono stati colpiti duramente dal crollo del core business delle tv a cristalli liquidi e dal calo dei prezzi: Sony, Panasonic e Sharp si aspettano perdite complessive per 17 miliardi di dollari nell'anno fiscale appena concluso.

La decisione arriva in un momento non semplice per l'azienda, che ha registrato un calo di vendite di televisioni e difficoltà economiche. Nel trimestre ottobre-dicembre, la compagnia ha infatti riportato una perdita di 159 miliardi di yen (1,49 miliardi di euro) e ha più che raddoppiato le previsioni di perdita per l'intero anno fiscale. Il portavoce della Sony, Yoko Yasukouchi, per ora non conferma la notizia dei licenziamenti, mentre il nuovo ceo Kazuo Hirai terrà una conferenza stampa giovedì. Di recente la Sony ha annunciato piani di ristrutturazione vendendo la sua unità chimica e ha deciso la fusione dell'attività nel settore degli schermi Lcd con la Toshiba e la Hitachi. Questi cambiamenti, aveva già spiegato Yasukouchi, dovrebbero toccare fino a 5mila dipendenti che potrebbero essere trasferiti.

(09 aprile 2012) © Riproduzione riservata
dgambera
00giovedì 12 aprile 2012 19:08
Sciopero dei metalmeccanici della SIRTI: la polizia carica

Creato 12 Aprile 2012


I lavoratori della Sirti stavano manifestando pacificamente questa mattina sotto il ministero del Lavoro in via Fornovo, la polizia ha caricato, manganellando i lavoratori in sciopero. La manifestazione si svolgeva nell'ambito di uno sciopero di 8 ore proclamato a livello nazionale.

Ieri la FIOM dichiarava: "Dopo anni di manifesta incapacità di un management che ha portato la Sirti da 12.000 dipendenti a meno di 4.000, dopo anni di straordinari dividendi che hanno messo nelle mani di pochi lauti guadagni, mentre venivano rovesciati sui lavoratori i debiti causati da quello stesso management, oggi viene chiesto ai lavoratori di pagare nuovamente: licenziamenti per molti e taglio dei salari per chi rimane".

A quanto si legge in un comunicato dei sindacati metalmeccanici, un lavoratore, membro del coordinamento nazionale unitario e delegato Sirti Giovanni Cuccu, è stato più volte colpito con i manganelli alla testa ed è stato trasportato d’urgenza in autoambulanza al vicino ospedale di Santo Spirito.

I lavorato Sirti stanno manifestando pacificamente da giorni sotto il ministero perché una dirigenza irresponsabile e incapace sta mettendo a rischio l’intera azienda e con essa il lavoro.

La condanna senza mezzi termini della violenza della Polizia è unanime, Fim, Fiom e Uilm la definiscono "una violenza intollerabile per chi rivendica pacificamente di lavorare".

"Chiediamo da mesi - prosegue la nota dei sindacati metalmeccanici - che venga affrontato in sede ministeriale un piano industriale serio che rilanci e dia prospettiva alla Sirti e ai suoi lavoratori, ma le uniche risposte ottenute fino ad oggi sono le manganellate. Non ci lasceremo certo intimidire da quanto accaduto oggi, continueremo a manifestare pacificamente fino a quando non avremo risposte certe sul futuro del lavoro in Sirti."


labottegadelfuturo
00martedì 17 aprile 2012 10:51
Licenziano anche in Poste
si...ma sempre gli esterni...
dgambera
00martedì 17 aprile 2012 23:36
Eni, a rischio 3000 dipendenti di Gela

17/04/2012


La crisi economica internazionale e la drastica riduzione dei consumi di carburante in Italia e in Europa starebbero alla base della scelta dell'azienda di interrompere per un anno parte delle attività del sito nisseno e di collocare 500 dei suoi 1.200 dipendenti in cassa integrazione a zero ore, con il rischio però di mandare in cig anche gran parte dei lavoratori dell'indotto



GELA. La crisi economica internazionale e la drastica riduzione dei consumi di carburante in Italia e in Europa starebbero alla base della scelta dell'Eni di interrompere per un anno parte delle attività di Gela e di collocare 500 dei suoi 1.200 dipendenti in cassa integrazione a zero ore, con il rischio però di mandare in cig anche gran parte dei 3.000 lavoratori dell'indotto.


Il progetto aziendale di contenimento produttivo ed occupazionale è stato comunicato alle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil e Ugl in due tavoli tecnici contemporanei: uno con le organizzazioni dei chimici, nello stabilimento di Gela, l'altro presso la prefettura di Caltanissetta per affrontare i riflessi sull'attività dell'indotto. Un terzo incontro è avvenuto a Roma, con i sindacati nazionali del settore energia.


La direzione Refining & Marketing di Eni lamenta in Italia un'eccedenza di «raffinato» (benzina e gasolio) pari a 100 milioni di tonnellate, che non si riescono a vendere. Così è stata fermata l'intera Raffineria di Porto Marghera (Venezia) per 6 mesi, col personale in cassa integrazione. Ripartirà, come concordato con i sindacati, il 2 maggio prossimo. Poi toccherebbe a Gela, che sarebbe chiamata a fermare la linea di produzione 1 e la 3, cioè Coking 1 ed FCC, lasciando in marcia il Coking 2 che lavora il greggio locale e i residui pesanti provenienti dall'estero.


Già oggi la marcia delle tre linee procede al 60%. Nel frattempo verrebbero effettuate le manutenzioni degli impianti e realizzati gli investimenti annunciati. Ma nell'indotto si teme che la cassa integrazione riguarderà anche buona parte dei tremila tra edili, metalmeccanici e dipendenti dei servizi che operano nel petrolchimico gelese. L'Eni avrebbe assicurato alle controparti che dopo i 12 mesi di fermata verranno ripristinati i normali livelli produttivi e occupazionali. I sindacati della chimica e dell'energia, avuta la comunicazione, hanno lasciato il tavolo di confronto e hanno convocato d'urgenza il consiglio delle rappresentanze sindacali unitarie (l'ex consiglio di fabbrica) alle 11.30. L'assemblea dovrà decidere la strategia da adottare di fronte alle scelte aziendali.

laplace77
00mercoledì 18 aprile 2012 03:47
Re: Licenziano anche in Poste
labottegadelfuturo, 17/04/2012 10.51:





come passa l'art. 18 mettono a pari, tranqui

[SM=g9128]

dgambera
00mercoledì 18 aprile 2012 14:48
Raffinerie, la crisi è sempre più drammatica. Eni sospende la produzione a Gela per un anno

Anche il primo gruppo italiano del settore petrolifero si deve arrendere alla crisi della domanda e alla concorrenza degli impianti dell'estremo oriente. La recessione ha già colpito la Saras (da due anni i conti sono in rosso) e la Erg (che ha ceduto Priolo ai russi)
di LUCA PAGNI

MILANO - Si fa sempre più drammatica la crisi degli impianti di raffinazione in Europa. L'annuncio dell'Eni che ha annunciato di sospendere "temporaneamente" per un anno l'attività del petrolchimico siciliano di Gela, aldilà dei comprensibili allarmi dei sindacati, non ha sorpreso gli addetti ai lavori. Il gruppo guidato da Paolo Scaroni si è messo solo in coda alle società che - in un un modo o in un altro - hanno alzato le braccia di fronte al momento industriale negativo.

La crisi colpisce indistintamente tutti i gruppi uin Europa e l'Italia non fa eccezione. Basta guardare a cosa accade alla Saras della famiglia Moratti: nonostante disponga, in provincia di Cagliari, di uno degli impianti più efficienti del Vecchio Continente, la società milanese ha chiuso gli ultimi due anni in rosso, salvaguardando il bilancio negli ultimi trimestri soltanto grazie alle coperture garantite dai derivati sul petrolio. Come dire, che i Moratti hanno limitato i danno grazie a una manovra finanziaria ma non certo per l'andamento della componente industriale. Per non dire della Erg della famiglia genovese dei Garrone, che dal 2008 ha ceduto in tre tranche l'80% dell'impianto di Priolo (in provincia di Siracusa) al gruppo russo Lukoil. E se alla Saras, per il momento, la tenuta occupazionale è garantita, in Sicilia i russi hanno annunciato per la fine del 2012 la riduzione da 1400 a 700 dipenedenti.

E ora è la volta dell'Eni. la società ha comunicato "l'esigenza di attuare una fermata
parziale e temporanea della raffineria di Gela, al fine di ridurre gli impatti negativi del conto economico della raffinazione". La fermata sarà "parziale e riguarderà i cicli di produzione a minore redditività, destinati alla raffinazione di greggi esteri e residui, mentre verranno mantenute le lavorazioni dei greggi nazionali e delle cariche circuitali". La durata della fermata sarà "di 12 mesi, con conseguente riavvio degli impianti ad aprile 2013. I dipendenti interessati da questo provvedimento- ha spiegato eni - non saranno la totalità, ma circa 500".

Ma come si è arerivati a questa situazione? Come per altri settori maturi, la crisi partita dal 2009 spiega solo in parte quanto sta accadendo. Certo, la minor domanda di benzina e gasolio è una delle cause. Ma a questo vanno aggiunti gli aumentidei costi (guidato dalla regolamentazione), dalla concorrenza internazionale (l’import di prodotti raffinati dal Far East) e dalla competizione con altri prodotti (come i biocarburanti). In più, il mercato tenderà a domandare sempre più prodotti per i quali l’offerta europea è già corta, come i gasoli, e sempre meno quelli “lunghi”, come le benzine.

Una crisi che riguarda tutta l'Europa. Altrove, come nei paesi nordici dove si trovano 56 delle 104 raffinerie europee, hanno problemi ancora maggiori, avendo rese in gasolio inferiori agli impianti italiani e soprattutto dovendo affrontare un graduale peggioramento della qualità dei greggi lavorati, man mano che i giacimenti del Mare del Nord andranno a esaurirsi. Questo potrebbe aprire delle possibilità faviorevoli per gli impianti italiani, a patto di intervenire su alcune inefficienze. Come ha spiegato in un suo articolo Carlo Stagnaro, direttore del cedntro Bruno Leoni ed esperto del problemi energetici.

"Gli svantaggi sono anche parzialmente dovuti ai residui margini di inefficienza nell’organizzazione del lavoro, sicché iniziative tese a incrementare la produttività degli impianti possono sortire risultati importanti rendendo le nostre raffinerie relativamente concorrenziali rispetto a quelle straniere. Tuttavia - scrive Stagnaro - resta ineludibile il tema della fiscalità, in un duplice senso. In primo luogo, l’Italia si caratterizza per un livello delle accise e dell’Iva tra i più alti in Europa, per di più in presenza di continue revisioni al rialzo. Evidentemente tale prassi ha effetti depressivi sui consumi, acuendo la crisi del settore".

C'è poi un altro tema che andrenbbe affontato, secondo l'esperto: "L’Italia è il paese europeo con la più alta aliquota implicita sui profitti d’impresa (circa 35 per cento, contro una media comunitaria attorno al 23 per cento). Peggio ancora della “fotografia”, è il “film”: negli ultimi anni, mentre in Europa il livello medio di tassazione sulle imprese andava declinando, in Italia esso è cresciuto, tra il 2005 e il 2009, dal 20-21 per cento (in linea con la media dell’eurozona) ai livelli attuali. Quindici punti di differenza si sentono, eccome: nel caso della raffinazione, poi, va inclusa la cosiddetta Robin Tax, cioè l’addizionale Ires di dieci punti percentuali che colpisce l’intero settore energetico".



(18 aprile 2012) © Riproduzione riservata
dgambera
00venerdì 20 aprile 2012 10:54
Ed ecco che cominciano a palesarsi certi spettri anche in ambiti impensabili fino a pochissimo tempo fa

Caro docente in esubero o ti riconverti sul sostegno o ... ti licenzio !!


USB Scuola Sicilia - Il Ministero della pubblica istruzione ha pubblicato il Decreto Direttoriale n. 7 del 16 aprile 2012 che istituisce e regolamenta l'istituzione di appositi percorsi formativi finalizzati alla realizzazione del "Profilo del docente specializzato per le attività del sostegno". L'accesso è su base volontaria ma "evidentemente" il docente soprannumerario "senza posto", che decide di non ricollocarsi sul sostegno, rischierebbe di rientrare nel profilo previsto dalla legge 183/2011, con la conseguente ricollocazione forzata in altro ramo della pubblica amministrazione e, qualora ciò non fosse possibile, la cassa-integrazione per due anni, seguita da un possibile licenziamento.

Il ministero ed il "caro" Chiappetta (nel nome è già contenuto il destino dei docenti precari e di ruolo da molti anni), decide di allocare (termine caro al professor Monti e al Ministro Profumo) sul sostegno docenti che hanno alle spalle decine di anni di insegnamento sulle loro discipline in totale disprezzo delle esigenze didattiche di quella platea, sempre più consistente nella scuola italiana, di discenti diversamente-abili.

Vogliamo ricordare al neo-ministro Profumo che la disabilità si affronta nelle scuole attraverso l'abbattimento delle barriere architettoniche, creando laboratori didattici pluridisciplinari, aumentando corposamente la dotazione di supporti informatici specifici (non il semplice Computer), dando consistenza reale a tutto l'apparato normativo che avvolge il mondo della disabilità, fornendo ai docenti specializzati gli strumenti per poter operare nelle e per le scuole in cui lavorano per la piena integrazione degli alunni con disabilità.

Affiancare alle classi e agli alunni disabili docenti demotivati, costretti dalla prospettiva della mobilità coatta e dallo spettro della cassa integrazione per due anni (ultimo lascito di Tremonti con la sua legge di stabilità), significa solo dequalificare la scuola pubblica e non sfruttare a pieno le risorse professionali di ogni singolo docente.

Dopo le restrizioni al riconoscimento della legge 104, dopo i corposi tagli al sostegno che hanno visto le famiglie combattere contro il dimezzamento delle ore di sostegno ai propri figli (prontamente restituite dopo i ricorsi al Tar), ora l'espulsione di migliaia di docenti-specializzati sostituiti da docenti-riconvertiti.

Questo è il livello di considerazione che lo Stato Italiano ha dei disabili, delle loro famiglie, dei loro insegnanti e della propria scuola? Speriamo che un giorno non venga chiesto, come nell'antica Sparta, a tutte le famiglie con alunni diversamente abili di salire sul monte Taigeto, dal quale gli Spartani buttavano i neonati deformi e deboli, in nome della crisi, del debito sovrano, dell'equità e dei sacrifici.

Il decreto
Ven, 20/04/2012 - 04:25



ANIEF contesta volontà ministro Patroni Griffi di licenziare statali in esubero


Ufficio Stampa Anief - L’Anief contesta quanto espresso oggi dal Ministro della Pubblica Amministrazione, Filippo Patroni Griffi, attraverso un’intervista rilasciata all'Avvenire a proposito della volontà del Governo di licenziare al più presto il personale del pubblico impiego in stato di esubero e non ricollocabile. Tuttavia, da tempo l’Amministrazione pubblica ha inviato segnali in questa direzione e non possiamo certo meravigliarci se oggi è tornata ad esprimerli con maggiore forza.

“Il nostro sindacato – ha dichiarato il Presidente dell’Anief, Marcello Pacifico – ha denunciato dal mese di novembre, subito dopo l’approvazione della Legge 183/11, l’ingiusto licenziamento dei lavoratori in esubero appartenenti all’amministrazione pubblica. Anche perché si tratta di provvedimenti punitivi che non corrispondono ad alcun intervento di riorganizzazione e rilancio dei servizi del comparto statale”.

Il rappresentante dell’Anief spiega quindi perché il Governo non è nuovo ad annunciare questo genere di intenzioni: “in effetti – ricorda Pacifico – purtroppo al di là delle mere e sterili lamentele degli altri sindacati, il Ministro della Funzione Pubblica ha ricordato che la possibilità di licenziare nella pubblica amministrazione è stata prevista già con l’approvazione del decreto legislativo 165 del 2001: si tratta della norma, in vigore dunque da oltre 10 anni, che ha introdotto l’allontanamento del lavoratore per motivi esclusivamente finanziari, derivanti dalla soppressione degli enti esistenti fino a quel momento”.

Ne consegue, continua il Presidente dell’Anief, che “il problema non è garantire un posto di lavoro che non c’è più, ma investire e programmare una ripresa economica che a partire da una migliore distribuzione dei servizi da parte dello Stato possa rilanciare l’economia del nostro Paese e farlo uscire dalla recessione”.

Secondo l’Anief anche dal confronto con gli altri Paesi il nostro esce clamorosamente perdente: “non è un caso – ha concluso Marcello Pacifico – che la Germania, indiscusso volano dell’economia europea, anche negli ultimi anni contrassegnati dalla crisi economica internazionale abbia aumentato gli investimenti del Pil proprio nel comparto della pubblica amministrazione”.
Ven, 20/04/2012 - 04:27

labottegadelfuturo
00domenica 22 aprile 2012 23:47
tagli
Poste -12.000
tutti infilati nel settore del recapito pare.le Poste stanno riducendo il perimetro in quella che dovrebbe essere la loro mission aziendale.

Questo tipo di politica però non la capisco...i tagli in questa azienda sono iniziati dal basso (i postini), nelle altre realtà dove ho visto tagli iniziavano a tagliare "dall'alto" (quadri e impiegati).

Mah...sono curioso di vedere come andrà a finire la faccenda.
labottegadelfuturo
00domenica 22 aprile 2012 23:47
tagli
Poste -12.000
tutti infilati nel settore del recapito pare.le Poste stanno riducendo il perimetro in quella che dovrebbe essere la loro mission aziendale.

Questo tipo di politica però non la capisco...i tagli in questa azienda sono iniziati dal basso (i postini), nelle altre realtà dove ho visto tagli iniziavano a tagliare "dall'alto" (quadri e impiegati).

Mah...sono curioso di vedere come andrà a finire la faccenda.
Loziodigekko
00lunedì 23 aprile 2012 08:25
Re: tagli
labottegadelfuturo, 22/04/2012 23.47:

Poste -12.000
tutti infilati nel settore del recapito pare.le Poste stanno riducendo il perimetro in quella che dovrebbe essere la loro mission aziendale.

Questo tipo di politica però non la capisco...i tagli in questa azienda sono iniziati dal basso (i postini), nelle altre realtà dove ho visto tagli iniziavano a tagliare "dall'alto" (quadri e impiegati).

Mah...sono curioso di vedere come andrà a finire la faccenda.



Ti ricordi quando ho detto nella discussione sull'art.18: "La carenza di personale e' SEMPRE E SOLO NELLE FUNZIONI OPERATIVE. Non ho mai (dico mai) visto carenza di personale amministrativo, nelle funzioni dirigenziali, nelle funzioni di rappresentanza, nelle funzioni INUTILI.
Gli infermieri sono pochi ma gli impiegati sono tanti, i poliziotti in strada sono pochi (naturalmente con la macchina che cade a pezzi), ma le questure sono sempre piene, la pratica "si perde" ma chissa' perche' il dirigente al convegno non manca mai. C'e' carenza di servizio, ma non c'e' carenza di personale in senso stretto.
"

Direi che siamo nel solco della piu' pura tradizione italica.



grella
00lunedì 23 aprile 2012 21:19
Pagano in base al numero di consegne effettuate e richiedono l’utilizzo di un mezzo proprio




Anch’io sono stato messo in contatto con tntpost dal centro per l’impiego della provincia della città in cui risiedo.
Riassumo in pochi punti com’è strutturato il contratto, poi giudicate voi se conviene:
1)Non si viene assunti direttamente da tnt post, ma da una cooperativa che gestisce il servizio per conto della stessa.
2)l’iscrizione alla cooperativa costa 50€ che vengono tolti dalla busta paga per circa due-tre mesi, se non ricordo male.
3)Si parte con un contratto di collaborazione occasionale che dura dai 15 giorni a un mese, dopodichè ti assumono tramite la cooperativa di cui sopra.
4)Pagano solo in base alla posta consegnata:11centesimi a busta!
5)il mezzo dovete mettercelo voi(generalmente preferiscono persone munite di motorino o moto)
e non è previsto nessun rimborso di spese di carburante,nè alcuna assicurazione,cioè se fate un incidente è un problema vostro!Un collega durante il servizio è scivolato col motorino mentre percorreva uno sterrato per raggiungere un’abitazione un po’ isolata.Fortunatamente non si è fatto niente, ma il mezzo è finito in un fosso e ha riportato gravissimi danni.Chi glielo ripaga ora? No di certo tntpost.


ciao io sono di lodi ho 41 anni lavoro da tre mesi per la TNTPOST mi pagano 10 centesimi a busta e 50 centesimi per le raccomandate.Mi avevano detto che dovevo fare un mese di prova e poi sisarebbe fatto il contratto a tuttoggi questo non è ancora accaduto,in oltre ho ricevuto il 12 di questo mese lo stipendio di Novembre da cui mancavano quasi 60 euro preciso in oltre che uso la mia macchima perchè ci sono molte frazioni e mi hanno dato 40 euro di gasolio!!Con questo lavoro ci smeni e basta!!!


a padova dove abito io lavorano alla tnt solo indiani.alcuni giorni fa e arrivata anche la finanza.




alla bartolini di milano lavorano solo ecquadoregni.un mio amico e andato a cercare lavoro alla bartolini gli e stato detto che assumono solo stranieri.


pensa te!!! ovvio gli stranieri li pagano uno sputo… che Italia di *****!!! CHE SCHIFO.


ciao a tutti sono sandro da palermo lavoro alla tnt di brescia.al massimo guadagno al mese 250euro.


ragazzi ho molti amici che lavorano alla tnt sda.ups e altri corrieri sono tutti uguali.sfruttano.non pagano mai puntuali.non danno i diritti.cambiano spesse volte il personale.assumono sempre extracomunitari oppure ragazzini appena 18enni.state alla larga da questi tizi.


ultima novita da trieste adesso il terminale (nuovo in arrivo nell 2011) te lo noleggiano con un costo di 30 euro al mese se giusto? per me sono matti ciao da ts

..............

www.bloglavoro.com/2009/03/12/tnt-post-sta-per-assumere-1000-postini-in-tutta-it...

labottegadelfuturo
00lunedì 23 aprile 2012 23:25
Re: Re: tagli
Loziodigekko, 23/04/2012 08.25:



Ti ricordi quando ho detto nella discussione sull'art.18: "La carenza di personale e' SEMPRE E SOLO NELLE FUNZIONI OPERATIVE. Non ho mai (dico mai) visto carenza di personale amministrativo, nelle funzioni dirigenziali, nelle funzioni di rappresentanza, nelle funzioni INUTILI.
Gli infermieri sono pochi ma gli impiegati sono tanti, i poliziotti in strada sono pochi (naturalmente con la macchina che cade a pezzi), ma le questure sono sempre piene, la pratica "si perde" ma chissa' perche' il dirigente al convegno non manca mai. C'e' carenza di servizio, ma non c'e' carenza di personale in senso stretto.
"

Direi che siamo nel solco della piu' pura tradizione italica.







nelle intenzioni Poste dovrebbe diventare una multiservizi.Ma staccando PosteItaliane da BancoPosta non pensino di mantenere inalterato il numero degli impiegati\quadri\dirigenti.

Tempo fa parlavo con un dirigente e paventando la separazione tra bancoposta e poste...sbiancava ;)

Poste il grosso dei licenziamenti? Nel 2013
dgambera
00giovedì 26 aprile 2012 19:42
Cavoli :shock:

La compagnia aerea siciliana Wind Jet mette in mobilità i 504 dipendenti (aspettando Alitalia)


La compagnia aerea Wind Jet, il cui intero pacchetto azionario è stato acquistato nelle scorse settimane da Alitalia, ha avviato le procedure di mobilitá per i suoi 504 dipendenti, 442 dei quali hanno dei contratti a tempo indeterminato. L'iniziativa fa seguito alle previsioni di perdita del 2011 per la crisi di settore, stimate in 10 milioni di euro. L'acquisizione definitiva di Wind jet da parte di Alitalia è condizionata dall'attesa decisione dell'Antitrust. In caso di parere positivo, secondo i sindacati, successivamente si potrebbe avviare una trattativa per l'assorbimento del personale della societá aerea siciliana.
«Nonostante le profonde e oggettive perdite - scrive nel documento di avvio dello stato di crisi la prima compagnia di volo italiana low cost - sussiste l'ipotesi di un possibile e parziale recupero del business di Wind Jet, salvando quindi parte della forza lavoro in essa occupata, attraverso soggetti terzi del settore». Secondo Wind jet l'operazione, che «sará possibile soltanto se si verifichino tutta una serie di condizioni», richiederebbe, comunque, «un'approfondita concertazione con le parti sociali e non escluderebbe l'applicazione degli strumenti di esuberi».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

(sylvestro)
00mercoledì 2 maggio 2012 13:27
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(sylvestro)
00mercoledì 2 maggio 2012 13:31
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labottegadelfuturo
00giovedì 3 maggio 2012 13:43
Re: Re: tagli
Loziodigekko, 4/23/2012 8:25 AM:



Ti ricordi quando ho detto nella discussione sull'art.18: "La carenza di personale e' SEMPRE E SOLO NELLE FUNZIONI OPERATIVE. Non ho mai (dico mai) visto carenza di personale amministrativo, nelle funzioni dirigenziali, nelle funzioni di rappresentanza, nelle funzioni INUTILI.
Gli infermieri sono pochi ma gli impiegati sono tanti, i poliziotti in strada sono pochi (naturalmente con la macchina che cade a pezzi), ma le questure sono sempre piene, la pratica "si perde" ma chissa' perche' il dirigente al convegno non manca mai. C'e' carenza di servizio, ma non c'e' carenza di personale in senso stretto.
"

Direi che siamo nel solco della piu' pura tradizione italica.






mentre nei paesi civili...
dgambera
00giovedì 3 maggio 2012 16:14
Unioncamere, nel 2012 pil in calo dell'1,5% e si perderanno 130 mila posti di lavoro

Particolarmente penalizzate le regioni del Sud, la ripresa solo a partire dal 2013


MILANO - Quest'anno il Pil calerà dell'1,5% e andranno si perderanno altri 130.000 posti di lavoro. Queste le previsioni del Rapporto Unioncamere 2012 diffuso in occasione della decima Giornata dell'economia secondo il quale l'inversione di tendenza si avrà solo a comparire nel 2013 con un incremento del Pil dello 0,8% (+1,3% nel Nord-est). Dunque recessione e ripresa a due velocità tra Centro-Nord e Mezzogiorno.

SUD PENALIZZATO - Secondo Unioncamere sono le regioni del Sud a pagare «lo scotto più consistente della crisi segnando un decremento del pil dell'1,8% con Abruzzo, Molise e Basilicata destinate a registrare una contrazione del 2%». Anche i consumi delle famiglie e la spesa per gli investimenti sono previsti, quest'anno, in ulteriore e sensibile calo (rispettivamente -2,1% e -3,8%) più marcato nelle aree meridionali.

DRAMMA OCCUPAZIONE - Sul fronte dell'occupazione le previsioni sono tutt'altro che rosee. «Il difficile contesto economico continuerà a colpire soprattutto le imprese con meno di dieci dipendenti, più fortemente legate ai consumi interni. «Esse - si legge nel Rapporto - genereranno un numero di assunzioni inferiore a quello delle aziende con 50 dipendenti e oltre (244.000 contro 262)». A fine anno, il saldo si prospetta pari a quasi 62.000 unità in meno per la classe di aziende tra uno e nove dipendenti», dato superiore a -33.000 per le aziende tra i 10 e i 49 dipendenti. Per le imprese oltre 50 dipendenti il calo occupazionale è previsto di 35.000 addetti. E a soffrire di più sarà il settore costruzioni «dal quale ci si attende la più elevata emorragia occupazionale: più di 34.000 i posti di lavoro che, tra entrate e uscite, si dovrebbero ridurre nell'arco dell'anno con un calo dell'occupazione dipendente che in questo ambito raggiungerà il -3,3%».

3 maggio 2012 | 11:35

dgambera
00venerdì 4 maggio 2012 17:03
Il mercato del lavoro sta cambiando per tutti

Riforma Fornero per la Pa, la prossima settimana Governo e sindacati firmano l'accordo

4 maggio 2012


Firma vicina per l'accordo Governo-sindacati-Autonomie sull'applicazione della riforma del lavoro ai dipendenti pubblici. La sigla definitiva dell'intesa «entro la settimana prossima» è stata annunciata in una nota del ministro della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi. A seguire, «le materie oggetto dell'accordo saranno inserite in una delega legislativa».

Riordino per i licenziamenti disciplinari
La nota conferma l'esito positivo della riunione che nella notte di giovedì ha visto il ministro convergere con Regioni, Province e Comuni e organizzazioni sindacali su un riassetto condiviso del lavoro pubblico a partire da un nuovo modello di relazioni sindacali, la semplificazione dei sistemi di valutazione, ma anche l'applicazione e valorizzazione delle forme di lavoro flessibile nella Pa, in linea con la "riforma Fornero", e un riordino complessivo della normativa sui licenziamenti disciplinari «ferma restando la competenza dei contratti collettivi nazionali, come avviene nel privato».

Deroghe per la mobilità volontaria
La bozza di accordo frutto del confronto notturno al ministero prevede anche il rafforzamento dei doveri disciplinari dei dipendenti e garanzie di stabilità in caso di licenziamento illegittimo. Fermo restando l'istituto della mobilità volontaria come strumento per la gestione del fabbisogno di personale nelle varie amministrazioni, l'accordo prevede la possibilità in particolari settori di derogare la mobilità preventiva in caso di indizione di concorsi per particolari figure professionali infungibili o nel caso di scorrimento delle graduatorie concorsuali.

La centralità del tempo indeterminato
L'accordo, sottolinea la nota di Palazzo Vidoni, ribadisce comunque «la centralità del contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, con una conseguente restrizione sui contratti flessibili, ferma restando la possibilità di deroghe per particolari settori» come sanità, ricerca, istruzione. In agenda anche un «intervento sulla dirigenza, cui verrebbe garantita una maggiore autonomia rispetto all'organo di indirizzo politico».
«Sono soddisfatto per l'ipotesi di accordo sulla riforma del mercato del lavoro pubblico – ha commentato il ministro Patroni Griffi - L'intesa sarà una buona base in vista della delega legislativa che a breve presenterò al Consiglio dei ministri».

Conferma Cisl sulla prossima firma
A ulteriore conferma dei tempi stretti per l'accordo definitivo, anche una nota diffusa dalla Cisl, in cui il segretario confederale Paolo Pirani: «L'intesa - spiega - verrà firmata la prossima settimana, e si tradurrà in un apposito disegno di legge presentato dall'esecutivo» per adattare al settore pubblico «le norme sul mercato del lavoro, secondo quanto già indicato dal disegno di legge Fornero» .

©RIPRODUZIONE RISERVATA



Intesa sul lavoro pubblico - Il testo definitivo


La pubblica amministrazione è stata oggetto negli ultimi anni di una serie di interventi che hanno comportato una drastica riduzione della spesa (attraverso i tagli lineari) e una profonda riorganizzazione. La logica dei tagli lineari ha effettivamente ridotto la spesa pubblica, ma non ha favorito il diffondersi della cultura dell’ottimale organizzazione delle risorse, secondo principi di efficienza, efficacia ed economicità. Gli interventi preannunciati in tema di spending review debbono rappresentare un’occasione per superare l’approccio finanziario e ragionieristico della spesa pubblica ed avviare un processo di modernizzazione dell’amministrazione pubblica attraverso un’attività di profonda razionalizzazione.

....

Il miglioramento delle funzioni pubbliche richiede una serie di interventi,
normativi e contrattuali, che riguardano:
• un nuovo modello di relazioni sindacali;
• la razionalizzazione e la semplificazione dei sistemi di misurazione,
valutazione e premialità, nonché del ciclo della perfomance;
nuove regole riguardanti il mercato del lavoro nel pubblico impiego;
• i sistemi di formazione del personale;
• la dirigenza pubblica, rafforzandone ruolo, funzioni e responsabilità al fine di garantirne una maggiore autonomia rispetto all'autorità politica;

....

- Un nuovo modello di relazioni sindacali.

....

- un coinvolgimento delle organizzazioni sindacali nei processi di razionalizzazione delle pubbliche amministrazioni ( ad esempio spending review) secondo modalità coerenti con le autonomie previste dall’ordinamento (che comprenda anche una riflessione sulle società partecipate e controllate, Consorzi e Fondazioni) che accompagni anche i processi di miglioramento ed innovazione nonché il sistema premiante e incentivante al livello integrativo anche tenendo conto delle norme già vigenti in materia di risparmi derivanti da processi di riorganizzazione;
- la definizione di criteri trasparenti e il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali in tutte le fasi dei processi di mobilità collettiva;

...

Loziodigekko
00domenica 6 maggio 2012 15:45
Crisi, 100 mila dirigenti in meno in tre anni

www.lettera43.it/economia/macro/crisi-100-mila-dirigenti-in-meno-in-tre-anni_436754...

www.lettera43.it/economia/macro/45144/la-crisi-e-manager.htm

"TANTI PERDONO IL LAVORO. Un bel passo indietro nella carriera di un manager, a volte difficile da accettare, ma comunque una fortuna rispetto a chi il lavoro lo perde e basta. «Il problema è che ci sono persone, migliaia di colleghi, che a 45-50 anni sperimentano il dramma della disoccupazione, visto che è sempre più difficile ricollocarli di fronte a un mercato fermo».
Ambrogioni ha poi denunciato la situazione atipica con cui i manager sono costretti a convivere: «I dirigenti sono gli unici lavoratori dipendenti che non hanno alcuna tutela reale del loro posto di lavoro, possono essere licenziati in qualunque momento(1). Paghiamo i contributi per mobiità ma ne siamo esclusi per legge».


(1) Questo non e' proprio vero: il rapporto di lavoro dirigenziale e' un rapporto fiduciario che puo' essere interrotto in qualsiasi momento previo pagamento di un indennizzo minimo pari a 12 mensilita' di retribuzione, oltre ovviamente alla liquidazione e a quanto altro puo' essere previsto dal contratto.

Vorrei ricordare che la retribuzione minima di un dirigente e' pari a 45.500 euro l'anno (3500x13).

www.manageronline.it/articoli/vedi/260/la-retribuzione-dei-dirigenti-il-te...

p.s. : quello del terziario e' il contratto piu' sfigato.

stelafe
00giovedì 10 maggio 2012 17:49
Crisi, l'allarme di Passera
Lo ammette il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, che avverte: "E' a rischio la tenuta economica e sociale del Paese". Per Passera "se mettiamo insieme disoccupati, inoccupati, sottoccupati e sospesi arriviamo a 5-6 forse 7 milioni di persone. Se aggiungiamo i familiari arriviamo alla metà della nostra società".

www.tgcom24.mediaset.it/economia/articoli/1045677/lavoro-passera-paese-a-risch...
kemar71
00giovedì 10 maggio 2012 20:21
Trenitalia, 170 operatori del call center licenziati
L'ennesiva vergogna [SM=g7628]

dgambera
00domenica 13 maggio 2012 09:56
Quasi 500mila lavoratori in cassa integrazione da gennaio ad aprile. Commercio in sofferenza

12 maggio 2012


Bilancio pesante per la cassa integrazione nei primi quattro mesi dell'anno. Sono stati interessati circa 470mila lavoratori a zero ore per circa 2.600 euro persi in busta paga da inizio anno, secondo le elaborazioni della Cgil su dati Inps. Nel complesso le ore di cassa integrazione chieste dalle aziende da gennaio ad aprile sono state 320 milioni. Un dato in linea con lo stesso periodo 2011 e che desta fortissime preoccupazioni nei sindacati. In particolare la proiezione di Cisl e Uil è che si rischi arrivare a quota un miliardo di ore di cassa come già successo nel 2010 (1,2 miliardi) e 2011 (953 milioni di ore).

Il dettaglio
Nei primi quattro mesi del 2012 il totale delle ore di Cig ordinaria (Cigo) è stato di 101 milioni (+26,5%). La richiesta di ore per la Cig straordinaria (Cigs) è stata di 110,8 milioni e segna un calo del 18,6% sullo stesso periodo dell'anno scorso. La cassa integrazione in deroga (Cigd) con 110,9 milioni di ore autorizzate (+3,79%) risulta per la prima volta lo strumento più usato. I settori che presentano un maggiore volume di ricorso alla Cigs in questi quattro mesi sono quello del commercio con (39,9 milioni con un aumento del 31,2%) e il settore meccanico (21,9 milioni ma con un -31,88%). Le regioni più esposte con la cassa in deroga da inizio anno sono la Lombardia con 20,5 milioni di ore (+19,7%), l'Emilia Romagna con 12,5 milioni (+15,2%) e il Lazio con 11,7 milioni di ore (+154,2%).

Le reazioni
Cifre allarmanti secondo i sindacati. «Si continuano a registrare - osserva il segretario confederale Cgil, Elena Lattuada - dati negativi che indicano uno stato di profondissima crisi e di inesorabile declino del settore industriale. Senza ripresa - avverte - questi dati peggioreranno tirandosi dietro disoccupazione e desertificazione industriale».

La Cisl segnala l'urgenza di «arrivare all'approvazione della riforma del lavoro e di ripartite tra le Regioni le risorse per la cassa in deroga per il 2012, in misura adeguata alle esigenze: questo sarà tuttavia insufficiente senza interventi che possano compensare gli effetti negativi delle misure di austerità che stanno frenando la ripresa economica in un paese in recessione». Considerazioni anche alla luce del fatto che tra marzo 2011 e marzo 2012 sono stati persi 88mila posti di lavoro mentre la disoccupazione riguarda 2,5 milioni di persone.

«Il dato generale delle ore autorizzate di cassa integrazione dei primi 4 mesi del 2012 - afferma il segretario confederale della Uil Loy sottolineando che negli ultimi 40 mesi sono stati autorizzati circa 3,5 miliardi di ore di cassa - ci consegna una fotografia sostanzialmente simile al 2011 con una differenza, però, rilevante: al numero dei lavoratori mensilmente a rischio di cassa si devono aggiungere gli oltre 200mila posti di lavoro persi. A questo dato non può contrapporsi una politica economica che non vede nella crescita la vera ricetta da mettere in campo».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

dgambera
00lunedì 14 maggio 2012 14:33
Fastweb cede due rami d'azienda e 700 dipendenti a Huawei e Visiant

di Luca Salvioli 14 maggio 2012


Fastweb ha concluso l'accordo con i sindacati per la cessione di due rami di azienda a Huawei Technologies e Visiant Next. La notizia, anticipata dall'agenzia Radiocor-Il Sole 24 Ore, viene confermata dall'azienda. Riguarda circa 700 lavoratori su un totale di 3.400 dipendenti. La trattativa è stata lunga e «difficile», dicono i sindacati, che già oggi incontreranno i lavoratori in assemblea per chiudere la riserva entro venerdì.

Nel dettaglio, il ramo destinato al colosso cinese Huawei, con circa 100 lavoratori, è «Field network & creations & operations» e «Network integration». E' coinvolto personale di Bari, Bologna, Catania, Genova, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Sesto Fiorentino, Torino. Al gruppo italiano Visiant è destinato invece il ramo d'azienda Customer Care & Customer Base management, con circa 600 dipendenti a Bologna, Catania, Genova, Milano, Napoli, Roma, Torino.

Tra le condizioni per i lavoratori, spiega Giorgio Serao della segreteria nazionale Fistel Cisl, c'è la garanzia che la commessa durerà 7 anni in un caso e 5 nell'altro. E' inoltre stato concordato che in caso di recessione anticipata dell'appalto, cessione dell'attività o fallimento delle società che assorbono i rami d'azienda, i dipendenti debbano essere reintegrati in Fastweb.

I dipendenti, inoltre, manterrano lo stesso trattamento economico, le ferie e avranno la garanzia di lavorare entro 15 chilometri dalla sede di Fastweb. Prima che il contratto finisca, Visiant Next, che ha una delle due commesse, verrà inglobata da Visiant Contact, garantendo ai lavoratori la maggiore sicurezza legata alla diversificazione su più clienti. I passaggi, e dunque l'accordo definitivo, dovranno avvenire entro il primo luglio di quest'anno.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

labottegadelfuturo
00lunedì 14 maggio 2012 14:43
news da insider
IBM -40 dirigenti

a breve 2000 impiegati su 6500 di IBM Italia ( e collegate ) spiccheranno il volo verso la disoccupazione
iandy73
00lunedì 14 maggio 2012 14:49
Re: news da insider
labottegadelfuturo, 14/05/2012 14.43:

IBM -40 dirigenti

a breve 2000 impiegati su 6500 di IBM Italia ( e collegate ) spiccheranno il volo verso la disoccupazione



si ma come? incentivi all'esodo? prepensionamenti? attesa della nuova legge sul mercato del lavoro e licenziamenti per motivi economici ammissibili?
labottegadelfuturo
00lunedì 14 maggio 2012 14:53
Re: Re: news da insider
iandy73, 14/05/2012 14.49:



si ma come? incentivi all'esodo? prepensionamenti? attesa della nuova legge sul mercato del lavoro e licenziamenti per motivi economici ammissibili?




Questo ancora non me l'hanno detto, la notizia è fresca fresca (comunicata ora da un Project Manager IBM ), non si sa ancora chi, ma si sa solo che ne verranno segati 2000.
Visto che difficilmente un terzo della forza lavoro è a ridosso della pensione probabilmente ci sarà la CIGS e tutta la trafila che porterà al licenziamento.

Per i tecnici oggettivamente non ci saranno molti problemi a ricollocarsi, per il personale amministrativo invece la vedo nera.

Appena so qualcosa di più preciso vi farò sapere
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