Il punto di non ritorno
Più mi guardo in giro e ragiono, più mi rendo conto che una decina di anni fa siamo arrivati al punto di non ritorno ed incoscientemente l'abbiamo superato. Gira e rigira, il problema è che abbiamo perduto quasi tutto il nostro potere d'acquisto mentre contemporaneamente si è creato debito ed innalzamento dei costi dei beni e dei servizi non in concorrenza con il mercato. Fateci caso, ne cito tre fondamentali:
- La casa
- L'energia
- I costi della politica
La casa non è in concorrenza perché in questi ultimi 10 anni non è stata vista come un prodotto assoggettato alle regole di mercato, ma un investimento sicuro ed indispensabile alla portata di tutti, quindi al di fuori delle leggi della domande e dell'offerta. Il sistema bancario che ha sostenuto surrettiziamente il valore delle case ai fini della sostenibilità dei propri bilanci e dei mutui elargiti con consapevole leggerezza hanno fatto il resto; I prezzi delle case sono saliti vertiginosamente con l'illusione dell'arricchimento procurato ai proprietari, un po come chi acquistava azioni della Apple fino a poco fa.
L'energia non è in concorrenza perché è dell'Eni, che è dello stato, che ha bisogno disperatamente di un bancomat infinito. Infatti anch'essa è salita vertiginosamente.
I costi della politica non scenderanno perché anche questo è un servizio che non ha concorrenza; scenderebbero immediatamente se potessimo assumere politici da altri paesi, come si fa con i manager.
Detto questo, in questi anni, mentre cresceva il nostro debito, abbiamo vissuto al di sopra delle nostra reale capacità di generare reddito e risparmio, sostenuti da un'illusione di ricchezza che non c'era perché virtuale, come il valore delle case, il facile accesso al credito, ai condoni.
Nel frattempo una parte del mondo meglio governata si è attrezzata per cavalcare la globalizzazione e non per subirla come è successo a noi ed hanno trovato facile breccia nella nostra economia governata dai Puffi, dai Mastro Lindo, dai Celti-like e dai nostalgici dell'armata rossa, invadendoci con i loro prodotti di qualità (i tedeschi) e di prezzo (gli asiatici).
In questo contesto c'è una sola soluzione, prendere consapevolezza di essere molto più poveri di quello che avremmo pensato di essere qualche anno fa, cercare di sbarazzarci di chi ci ha aiutato a cadere così in basso , rimboccarci le maniche e ricominciare dal 94.
È ovvio che in questo scenario anche le case dovranno tornare a valori del 94, non c'è scelta perché non ci sono e non ci saranno i soldi per pagarle di più per molti anni.