Dead men working

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stelafe
00martedì 26 maggio 2009 15:42
L'EDILIZIA PIANGE


Duecentoventimila posti in meno dimezzate le assunzioni a tempo
Repubblica di Grion Luisa


rassegnastampa.mef.gov.it/mefnazionale/PDF/2009/2009-05-26/200905261285...


L'EDILIZIA PIANGE: A PICCO LE ORE DI LAVORO NEI
PRIMI 3 MESI.
La Nazione Arezzo di Benigni Mssimo

www.selpress.com/confindustriatoscana/immagini/250509S/200905253...
marco---
00martedì 26 maggio 2009 16:01
Re: L'EDILIZIA PIANGE
stelafe, 5/26/2009 3:42 PM:



Duecentoventimila posti in meno dimezzate le assunzioni a tempo
Repubblica di Grion Luisa


rassegnastampa.mef.gov.it/mefnazionale/PDF/2009/2009-05-26/200905261285...


L'EDILIZIA PIANGE: A PICCO LE ORE DI LAVORO NEI
PRIMI 3 MESI.
La Nazione Arezzo di Benigni Mssimo

www.selpress.com/confindustriatoscana/immagini/250509S/200905253...

Relativamente al secondo articolo il calo tra 1.268.000 e 868.000 ore lavorate nel confronto trimestrale tra quest'anno e quello precedente dovrebbe essere di oltre il 31%, non del 15% come riportato nell'articolo.
Non comprendo come molti altri possano continuare a scrivere che l'edilizia "tiene", mah...

Marco
dgambera
00mercoledì 27 maggio 2009 10:43
Lavoro: aiuti a collaboratori e apprendisti

In arrivo per i collaboratori a monocommittenza rimasti senza lavoro un'una tantum pari al 20% del reddito, purché si dichiarino disponibili ad accettare un lavoro congruo o a partecipare a un percorso di formazione. La stessa condizione, per beneficiare degli ammortizzatori, è prevista per i lavoratori subordinati – compresi apprendisti e interinali.

Le misure anticrisi varate dal Governo con la legge 2/2009 e la legge 33/2009 diventano operative con la pubblicazione di tre circolari da parte dell'Inps.

Iniziamo dai collaboratori a progetto: l'indennnità è corrisposta ricorda la circolare 74 se sussistono in contemporanea quattro condizioni. Il cocopro deve anzitutto aver svolto la propria attività per un solo committente, per il primo anno di erogazione dell'una tantum si considera il reddito 2008 che deve essere tra 5mila e 13.819 euro. Le altre due condizioni riguardano l'accredito contributivo nell'anno precedente di almeno tre mesi (non più di 10 mesi) e nell'anno di riferimento di almeno tre mesi. Proprio il sussistere in via congiunta di queste condizioni preoccupa i sindacati che temono che alla fine a fruire dell'una tantum sarà una ristretta minoranza, mentre secondo una stima del ministero del Lavoro l'indennità interessa tra 80mila e 100mila persone, ovvero tra il 10 e il 15% della platea di cocopro.

Se l'attività lavorativa è terminata prima del 30 maggio la domanda va presentata entro il 30 giugno, se successivamente, entro 30 giorni dalla fine del lavoro. Deve essere accompagnata dalla dichiarazione di immediata disponibilita al lavoro o a partecipare a un percorso di riqualificazione. Per la richiesta formulata quest'anno l'indennità è pari al 20% del reddito del 2008, per il 2010 e il 2011 sarà il 10 per cento.

La circolare 75 riguarda gli ammortizzatori "in deroga", finanziati con l'intesa del 12 febbraio tra Governo e Regioni che, nel biennio 2009-2010 prevede l'assegnazione di 5,35 miliardi di risorse nazionali e 2,65 miliardi messe in campo dai Governatori, utilizzando i programmi del Fondo sociale europeo. Ne beneficiano tutte le tipologie di lavoro subordinato, compresi i contratti di apprendistato e di somministrazione. Con alcune novità: l'Inps in via sperimentale può anticipare i trattamenti, una volta ricevuta via internet la domanda dai datori di lavoro, sulla base degli accordi stipulati a livello territoriale dalle parti sociali. La seconda novità è che non è previsto alcun termine per la stipula delle intese territoriali e per il loro recepimento. Anche in questo caso i beneficiari devono sottoscrivere un modulo, che le aziende invieranno all'Inps, impegnandosi all'immediata disponibilità a partecipare a progetti di riqualificazione o ad accettare un'offerta lavorativa congrua. In caso di sospensione dell'attività lavorativa, i lavoratori potranno fruire dell'integrazione salariale anche in assenza dell'intervento integrativo degli enti bilaterali. Il lavoratore che beneficia di integrazioni salariali a seguito della sospensione dell'attività lavorativa, peraltro, potrà svolgere prestazioni accessorie entro il limite di 3mila euro l'anno.

Con la circolare 73, l'Inps indica i termini per accedere all'indennità giornaliera rinosciuta ai lavoratori (o apprendisti) sospesi per effetto di crisi aziendali dal 1° gennaio: devono presentare domanda all'Inps entro 20 giorni dall'inizio della sospensione. Qualora la domanda sia stata presentata oltre il termine, la prestazione decorre dalla data di effettiva presentazione. Per le domande giacenti l'Inps procederà alla liquidazione della prestazione dall'inizio della sospensione, anche se presentate dopo 20 giorni e anche se non accompagnate dalla dichiarazione di disponibilità al lavoro o alla riqualificazione professionale.
dgambera
00mercoledì 27 maggio 2009 12:10
Retribuzioni ad aprile +3,5%. A marzo boom della Cig

L'incremento è superiore al tasso d'inflazione, che era all'1,2%
E' il risultato dei miglioramenti previsti in nove contratti
Il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni da parte delle imprese
con più di 500 dipendenti è in crescita del 370%, del 413,4% nella sola industria

ROMA - Le retribuzioni ad aprile sono aumentate ben al di sopra del tasso di inflazione, che era all'1,2%: secondo le rilevazioni Istat, si è registrato un rialzo dello 0,1% sul mese precedente e del 3,5% sull'aprile dello scorso anno, mentre nel periodo gennaio-aprile l'incremento è del 3,7%.

Nelle grandi imprese (quelle con 500 e più addetti) si registra invece il boom della Cassa Integrazione. L'utilizzo della Cig è stato pari infatti nel mese di marzo a 35,3 ore per mille ore lavorate. Il ricorso alla Cig è aumentato di 27,8 ore per ogni mille ore lavorate su base annua. Sul totale delle imprese si tratta di un aumento annuo del 370% rispetto a marzo 2008. Nel solo settore dell'industria il ricorso alla Cig è ancora superiore: + 413,4%. Su base tendenziale a marzo gli occupati nelle grandi imprese diminuiscono dell'1,2% al lordo della Cig e del 3,4% al netto della Cig.

Gli aumenti contrattuali. L'incremento dello 0,1% è il risultato di miglioramenti economici previsti in nove contratti. A livello settoriale i maggiori incrementi retributivi su base annua sono stati registrati dall'edilizia (6,7%), acqua e servizi di smaltimento rifiuti (5,9%), regioni e autonomie locali (in entrambi i casi 5,5%), servizio sanitario nazionale (5,4%). Gli incrementi minori riguardano trasporti, servizi postali e attività connesse (0,8%), militari-difesa (0,7%), forze dell'ordine (0,6%), estrazione minerali (0,5%).

Alla fine di aprile risultavano in vigore 58 differenti comparti di contrattazione che regolano il trattamento economico di circa 10,7 milioni di dipendenti corrispondente a una quota pari al 79,6% del monte retributivo. Per contro, risultano in attesa di rinnovo 20 accordi relativi a circa 2,4 milioni di dipendenti e al 20,4% del monte retributivo totale.

Nel periodo gennaio-febbraio il numero delle ore non lavorate per conflitti (originati dal rapporto di lavoro) è stato di 248 mila, in calo dell'85% rispetto al valore corrispondente del 2008; il 30,6% del totale è per contestare licenziamenti e sospensioni dei dipendenti.
dgambera
00mercoledì 27 maggio 2009 14:34
Bazoli: secondo semestre difficile per l'economia e per l'occupazione

Borgo Bagnaia (Siena) - «La maggior parte delle aziende sta vivendo una situazione di sospensione. Solo una piccola parte va molto bene. Ma ci sono anche alcune aziende che stanno entrando in crisi e temo che le conseguenze sull'occupazione e sull'economia reale si faranno sentire nella seconda parte dell'anno». E' questa l'analisi "preoccupata" che Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo ha fatto della situazione economica italiana. Invitato al convegno "Crescere tra le righe" che a Bagnaia, in provincia di Siena, ha messo di fronte per due giorni giovani studenti, banchieri, imprenditori, giornalisti, politici e rappresentanti delle istituzioni, Bazoli ha risposto alla sollecitazione di una studentessa che chiedeva la differenza tra finanza ed economia reale, più volte richiamata da quando è iniziata la crisi che da finanziaria si è estesa all'economia. "Cos'è la finanza contrapposta all'economia reale? Economia fittizia?" ha chiesto la giovane di un liceo di Rimini? E Bazoli ha risposto spiegando le proprie preoccupazioni per il secondo semestre del 2009, "quando le conseguenze di questa situazione di sospensione si faranno sentire sull'occupazione. Questo è il mio piu' grande timore" ha detto il professore-banchiere "e cioè che i problemi maggiori li avremo nel secondo semestre, sotto il profilo dell'occupazione". Intanto, ha segnalato Bazoli, il sistema bancario, che in Italia "è solido", sta "assistendo all'aumento delle sofferenze". Già nel 2008, secondo l' Associazione bancaria italiana, il rapporto tra nuove sofferenze e impieghi alle aziende è raddoppiato, passando dall'1% al 2% (mentre per le famiglie é salito dallo 0,8% all'1 per cento). Allo stesso tempo, "non riparte la domanda di investimenti".


A questo punto, ha proseguito Bazoli, «la cosa più importante è pensare a come si può uscire dalla crisi». Una ricetta? «La lascio alle autorità di Governo – è la risposta – ma dico che bisognerà fare qualcosa: forse può essere stato saggio, sottolineo forse, non fare grandi annunci o interventi molto netti. Ma ora arriva il momento in cui dovranno essere prese posizioni molto chiare» per sostenere l'economia. Secondo il presidente del Cds di Intesa SanPaolo, «chi faceva previsioni sull'uscita dalla crisi nei mesi scorsi vendeva fumo. Ancora oggi viviamo una situazione di grande incertezza. Dobbiamo prepararci ad adottare interventi programmatici di stimolo per l'economia reale, con l'obiettivo di essere ben posizionati quando saremo fuori dalla crisi» che potrà irsi davvero superata «solo quando anche l'America ne sarà fuori».


Inaccettabile ciò che hanno fatto le banche americane
«Stuzzicato» da un altro studente sulle responsabilità delle banche nella crisi finanziaria, Bazoli ha allargato il ragionamento alle radici culturali del capitalismo, con un richiamo alle sue ragioni ideali ma anche alla dottrina sociale della Chiesa. «Sono necessarie modifiche molto importanti che però non dovranno farci uscire dal sistema di mercato» ha detto, definendo «inaccettabile ciò che hanno fatto le banche americane», il cui comportamento è indicato tra le cause principali della crisi. «E' inconcepibile dire che la crisi è arrivata inaspettata. E' necessaria una svolta di fondo» perché al fondo della crisi «c'è stata una ricerca smodata del profitto e in tempi sempre più stretti». Puntando il dito sulla logica trimestrale dei bilanci, Bazoli ha affermato che «la necessità di un fondamento di stabilità vale per chi governa ma anche per le banche».
laplace77
00venerdì 29 maggio 2009 11:16
tagliano anche nell'oil


Shell: 24 mila a casa.

Pubblicato da Debora Billi alle 10:36 in Peak Oil

La Shell annuncia a sopresa una bella "ristrutturazione". E come sappiamo, ciò significa gente a casa: ben 24 mila persone senza lavoro.

La Shell ha comunicato che le unità di esplorazione, produzione, gas ed energia saranno riunite in soli due comparti. Ne farà le spese ben un quinto di tutto il personale mondiale, e il 30 per cento dei dirigenti.

La causa di questo casino? Secondo l'azienda, il crollo dei prezzi avvenuto nell'ultimo anno. A me puzza tanto di scusa: anche due anni fa i prezzi si trovavano attorno ai 70 dollari, e nessuno annunciava simili drastici provvedimenti. Inoltre, con la probabile prospettiva che il prezzo aumenti di nuovo, perché ristrutturare così pesantemente?

Tutto ciò sa terribilmente di smobilitazione. Finisce un'era: e come finisce per la General Motors e la Ford, probabilmente si sta concludendo anche per la Shell. Non credo la rimpiangeremo.



dgambera
00venerdì 29 maggio 2009 19:36
Nuovi tagli per Hp, utili a picco per Dell: soffrono i giganti dei pc Usa

Profitti in forte discesa, vendite che risentono della crisi globale. L'antipatico ritornello vale per tutti (o quasi) i principali attori dell'industria hi-tech e tocca da (molto) vicino anche Hp e Dell.

La casa californiana ha ratificato ufficialmente una settimana fa il taglio di ulteriori 6.400 dipendenti (pari al 2% della forza lavoro complessiva) nelle divisioni pc e stampanti entro i prossimi dodici mesi per effetto di conti che alla chiusura dell'ultima trimestrale vedevano gli utili netti in calo del 17% rispetto all'anno precedente.

Il nuovo esubero si aggiunge a quello da circa 25mila posizioni annunciato lo scorso settembre in relazione alla fusione con Eds e avrà una coda ulteriore. I portavoce di Hp hanno infatti confermato ieri come una nuova ondata di tagli riguarderà 5.700 posti di lavoro in Europa, Medio Oriente e Africa nel corso dei prossimi due anni e solo una parte di questi rientrano nel piano di ristrutturazione presentato giorni fa.

La scure si abbatterà in particolare su 850 addetti dell'impianto di produzione di Erskine in Scozia (che ne conta complessivamente 1.300), le cui attività saranno trasferite nella Repubblica Ceca, dove convergeranno anche quelle di una fabbrica attiva in Germania
. Azioni che potrebbero non esaurirsi qui considerando che proprio l'Europa è il mercato dove Hp risente maggiormente della pressione esercitata da Acer.

Una scommessa chiamata Cina
I problemi di Dell non sono meno rilevanti. Il produttore texano ha archiviato il primo trimestre fiscale 2010 (terminato il primo maggio) con utili netti in discesa del 63% a 290 milioni di dollari e ricavi in flessione del 23% a quota 12,3 miliardi. Numeri che certificano le difficoltà di un mercato, quello dei personal computer, che ha vissuto e vive tutt'ora una fase di recessione e che impongono un'ulteriore cura dimagrante alle aziende sotto il profilo dei costi. Dell, in tal senso, ha ridotto le spese operative di 101 milioni di dollari rispetto al trimestre precedente e di ben 312 milioni rispetto a un anno fa. Guardando al futuro, i vertici della società confidano in ulteriori buoni riscontri dal mercato consumer (le cui entrate sono scese nel trimestre del 16% a 2,8 miliardi di dollari sebbene i volumi di vendita siano cresciuti del 12%), scommettono sull'efficacia del canale indiretto (sono ormai 30mila i retailer nel mondo che vendono prodotti Dell) e non disdegnano neppure nuove acquisizioni. La scommessa vera è però un'altra e si chiama Cina, dove i consumi tecnologici hanno sostanzialmente retto ai venti della crisi. La casa texana punta nello specifico a diventare la prima scelta nel mercato asiatico dei pc nel giro di tre anni, partendo da una posizione che oggi la vede alle spalle della cinese Lenovo e di Hewlett-Packard e davanti ad Acer. L'obiettivo è ambizioso ed è legato a una variabile non certo trascurabile: che la ripresa economica non si faccia attendere troppo.
dgambera
00sabato 30 maggio 2009 12:34
Opel, Berlino sceglie Magna. Marchionne: è una soap opera


Un rappresentante del Governo tedesco, a quanto riporta l'agenzia Bloomberg, ha dichiarato però che l'operazione potrebbe costare la perdita di 11mila posti di lavoro, dei quali circa 2600 solo in Germania.

laplace77
00sabato 30 maggio 2009 15:32
in questi tempi difficili...

...si arriva a "lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta"...


trovato su petrolio:
Lavorare con le mani?


The Case for Working With Your Hands

The Princeton economist Alan Blinder argues that the crucial distinction in the emerging labor market is not between those with more or less education, but between those whose services can be delivered over a wire and those who must do their work in person or on site. The latter will find their livelihoods more secure against outsourcing to distant countries. As Blinder puts it, “You can’t hammer a nail over the Internet.” Nor can the Indians fix your car. Because they are in India.

worth reading

marco---
00giovedì 4 giugno 2009 09:56
L'edilizia in frenata Duemila posti in fumo (Fonte: L'eco di Bergamo - 04/06/2009)



E' veramente triste che la gente rimanga senza lavoro, purtroppo c'era da aspettarselo dopo gli eccessi e le speculazioni immobiliari dell'ultimo decennio.

Marco
labottegadelfuturo
00giovedì 4 giugno 2009 10:36
Re:
marco---, 04/06/2009 9.56:

L'edilizia in frenata Duemila posti in fumo (Fonte: L'eco di Bergamo - 04/06/2009)



E' veramente triste che la gente rimanga senza lavoro, purtroppo c'era da aspettarselo dopo gli eccessi e le speculazioni immobiliari dell'ultimo decennio.

Marco




C'è solo una cosa che ancora non mi torna in tutta sta faccenda dei licenziamenti.
I grossi colossi italiani che in un modo o nell'altro operano nel campo della finanza non hanno ancora licenziato una persona.
Possibile che i vari Unicredit group o intesa san paolo, Poste Italiane (de facto privata e con il vizietto del settore finanziario), Generali o mediolanum o altre miriadi di attori ancora non tocchino nessuno dei loro?

Non dico i commerciali che sono gli ultimi ad essere tagliati ma i "passacarte" vari ed assortiti.

Insomma...se sta andando male come mai i licenziamenti sono tutti nel settore produttivo (industria,immobiliare o artigianato) ?
marco---
00giovedì 4 giugno 2009 11:39
Re: Re:
labottegadelfuturo, 6/4/2009 10:36 AM:

C'è solo una cosa che ancora non mi torna in tutta sta faccenda dei licenziamenti.
I grossi colossi italiani che in un modo o nell'altro operano nel campo della finanza non hanno ancora licenziato una persona.
Possibile che i vari Unicredit group o intesa san paolo, Poste Italiane (de facto privata e con il vizietto del settore finanziario), Generali o mediolanum o altre miriadi di attori ancora non tocchino nessuno dei loro?

Non dico i commerciali che sono gli ultimi ad essere tagliati ma i "passacarte" vari ed assortiti.

Insomma...se sta andando male come mai i licenziamenti sono tutti nel settore produttivo (industria,immobiliare o artigianato) ?

E' triste, a noi ora tocca, oltre che subire le perdite dei posti di lavoro anche prendere parte al sostentamento della finanza, perché prima o poi i soldi che i governi di tutto il mondo spendono per sostenere il sistema li pagheremo in un modo o nell'altro solo noi, se non direttamente in denaro probabilmente perdendo servizi utili alla società.

Marco
labottegadelfuturo
00giovedì 4 giugno 2009 12:33
Re: Re: Re:
marco---, 04/06/2009 11.39:

E' triste, a noi ora tocca, oltre che subire le perdite dei posti di lavoro anche prendere parte al sostentamento della finanza, perché prima o poi i soldi che i governi di tutto il mondo spendono per sostenere il sistema li pagheremo in un modo o nell'altro solo noi, se non direttamente in denaro probabilmente perdendo servizi utili alla società.

Marco



Però negli stati uniti o in uk sono saltati parecchi posti di lavoro nel settore finanziario.
Penso che prima o poi arriverò il momento anche di questi player...

marco---
00giovedì 4 giugno 2009 13:51
Re: Re: Re: Re:
labottegadelfuturo, 6/4/2009 12:33 PM:

Però negli stati uniti o in uk sono saltati parecchi posti di lavoro nel settore finanziario.
Penso che prima o poi arriverò il momento anche di questi player...

Forse effettivamente la situazione là è temporalmente più avanti rispetto a noi, mi auguro solo che in Italia lavorativoamente parlando questa crisi non sia una vera e propria strage, questa è la preoccupazione più forte.

Marco
claudio18
00giovedì 4 giugno 2009 15:48
Da L'Eco di Bergamo
www.ecodibergamo.it/stories/Economia/75101_edilizia_calano_gli_addetti_e_vola_la_cassa_integ...

La crisi in Bergamasca non risparmia il settore edile. La conferma arriva dai sindacati che hanno presentato i dati di Edilcassa e della Cassa edile. Il numero degli addetti, nei mesi da gennaio a marzo 2009, è crollato rispetto al 2008: - 7% circa a gennaio (17.379 quest'anno rispetto a 18.658 del 2008), - 7% circa a febbraio (17.373 contro 18.596), - 8% circa a marzo (17.172 contro 18.676).
laplace77
00sabato 6 giugno 2009 22:16
la fuffa sui dati...

...non e' solo sul mattone...


Dato Usa posti di lavoro non agricoli: Deutsche Bank preoccupata dal calo delle ore

Finanzaonline.com - 5.6.09/16:28

Non è tutto oro quello che luccica. Questo il messaggio che inviano gli analisti di Deutsche Bank nel commento a caldo dei dati macroeconomici sul mercato del lavoro statunitense giunti nel pomeriggio. Nel mese di maggio, infatti, Oltreoceano sono andati persi 345 mila posti di lavoro (considerando i settori non agricoli), contro le 504 mila unità di aprile (dato rivisto da 539 mila) e le 530 mila stimate dagli analisti. Secondo gli economisti della banca tedesca, però, "la debolezza delle ore (di lavoro) è motivo di preoccupazione". Infatti, spiegano da Deustche Bank, "la lunghezza della settimana lavorativa è scesa di 0,1 ore raggiungendo così le 33,1 ore, cosa che corrisponde all'ulteriore perdita di circa 350 mila posti di lavoro". Soprattutto poi, "la settimana di lavoro si è accorciata nel settore manifatturiero, scendendo a 39,3 da 39,5 ore, cosa che rappresenta un segnale negativo per l'accumulo di rimanenze nel trimestre in corso, poichè la ricostruzione delle scorte è storicamente sempre stata accompagnata da una risalita delle ore lavorate nel settore manifatturiero".



subdoli giochetti...

rileggere sempre tutto 3 volte...


labottegadelfuturo
00lunedì 8 giugno 2009 00:35
giochi chiusi
IBM Italia...tutti a casa anche se pagati

Anno sabbatico proposto a TUTTI i dipendenti ( 7000 ) di IBM Italia.
Al 35% dello stipendio e al rientro posto di lavoro garantito.
Non so perchè ma sento odore di cassa integrazione "fai da te".
E' stato un piacere lavorare.MA se mi trovo 7000 ibm a spasso io povero consulente negher mi sa che avrò vita alquanto difficile.
laplace77
00lunedì 8 giugno 2009 14:53
Re: giochi chiusi
labottegadelfuturo, 08/06/2009 0.35:

IBM Italia...tutti a casa anche se pagati

Anno sabbatico proposto a TUTTI i dipendenti ( 7000 ) di IBM Italia.
Al 35% dello stipendio e al rientro posto di lavoro garantito.
Non so perchè ma sento odore di cassa integrazione "fai da te".
E' stato un piacere lavorare.MA se mi trovo 7000 ibm a spasso io povero consulente negher mi sa che avrò vita alquanto difficile.




incredibile...

...e pesante, anzicheno'

labottegadelfuturo
00lunedì 8 giugno 2009 15:10
Re: Re: giochi chiusi
laplace77, 08/06/2009 14.53:




incredibile...

...e pesante, anzicheno'




Pesantissimo.

E' il fatto che (per ora) il settore finanziario ancora non licenzia nessuno mi fa incazzare come una biscia.

Per la cronaca, news da insider...

HP in sciopero perchè l'azienda non vuole pagare i premi di produzione.



labottegadelfuturo
00martedì 9 giugno 2009 16:29
nazionalsindacalista
00martedì 9 giugno 2009 17:30
Fallisce colosso germanico della grande distribuzione... 50000 lavoratori tremano...:

www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2009/06/germania-arcandor-grande-distribuzione.shtml?uuid=321124dc-54eb-11de-85a9-3ff48dbd43f8&DocRulesVie...


Nella disgrazia un lato positivo c'è, ovvero un cetriolo in arrivo per Pirelli RE... [SM=g9128] :

Di riflesso a quanto sta accadendo ad Arcandor bisogna monitorare Pirelli Real Estate che detiene il 6% del portafoglio immobiliare del gruppo tedesco. Nel peggiore dei casi la società immobiliare italiana, secondo gli analisti di Equita sim (reduce), potrebbe perdere 60 milioni di euro.

www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=200906081014319474&chkAgen...
laplace77
00martedì 9 giugno 2009 17:42
Re:
nazionalsindacalista, 09/06/2009 17.30:

Fallisce colosso germanico della grande distribuzione... 50000 lavoratori tremano...:

www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2009/06/germania-arcandor-grande-distribuzione.shtml?uuid=321124dc-54eb-11de-85a9-3ff48dbd43f8&DocRulesVie...


Nella disgrazia un lato positivo c'è, ovvero un cetriolo in arrivo per Pirelli RE... [SM=g9128] :

Di riflesso a quanto sta accadendo ad Arcandor bisogna monitorare Pirelli Real Estate che detiene il 6% del portafoglio immobiliare del gruppo tedesco. Nel peggiore dei casi la società immobiliare italiana, secondo gli analisti di Equita sim (reduce), potrebbe perdere 60 milioni di euro.

www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=200906081014319474&chkAgen...




fajene perde n'antri po' a pirelli RE...

cattivone!!!
[SM=p7579]


laplace77
00martedì 9 giugno 2009 17:44
In aumento il ricorso alla cassa integrazione

Di Pierpaolo Molinengo

"Secondo i dati raccolti dall'Uil, il ricorso alla cassa integrazione guadagni tra ordinaria e straordinaria, nei primi 4 mesi del 2009, è stato di oltre 205,9 Milioni di ore autorizzate, con un aumento del 232,5%, rapportato allo stesso periodo dell'anno precedente.

Nel dettaglio il ricorso alla cassa integrazione guadagni ordinaria (CIGO), è stato, nel I° quadrimestre 2009, di 145,3 Milioni di ore autorizzate, con un aumento del 418,3% rispetto al I° quadrimestre 2008; mentre, per la cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS), è stato di 60,6 Milioni di ore, con un incremento del 78,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

La cassa integrazione ordinaria, in questo I quadrimestre, incide per il 70,6% sul totale nazionale delle ore autorizzate, mentre la cassa integrazione straordinaria incide per il 29,4%.
Ovviamente, non si possono fare stime precise sui lavoratori interessati, ma immaginando di dividere le ore complessive di cassa integrazione autorizzate per il numero delle ore lavorative nei primi quattro mesi dell'anno, si può stimare, che quasi 303 Mila lavoratori e lavoratrici sono stati messi in cassa integrazione, di cui 214 Mila in cassa integrazione ordinaria e 89 Mila in cassa integrazione straordinaria.

APRILE 2009 (raffronto con Marzo 2009)
Nel segno della continuità, il dato dell'incremento percentuale di Aprile 2009 su Marzo 2009, anche se meno “forte” e con diverse articolazioni territoriali. Infatti, in questo mese, l'aumento è stato del 27,8%, rispetto a Marzo 2009 (mentre Marzo su Febbraio segnalava un più 38,2%). Ma, a differenza di Marzo su Febbraio dove le ore di cassa integrazione diminuivano in 8 Regioni ed in 33 Province, ad Aprile la diminuzione ha riguardato 1 sola Regione e 24 Province rispetto al mese precedente.
Ad Aprile sono state autorizzate 75,1 Milioni di ore complessive di cassa integrazione sia ordinaria che straordinaria, con un incremento in valori assoluti (più 16,3 Milioni di ore, che corrispondono, sempre in valori assoluti, con l'aumento di Marzo su Febbraio (più 16,2 Milioni). Nello specifico con 54,2 Milioni di ore, ad Aprile 2009 su Marzo 2009, la cassa integrazione ordinaria aumenta del 30,5% (più 12,7 Milioni), mentre la straordinaria, con 20,9 Milioni di ore, registra un incremento del 21,4% (più 3,7 Milioni).
Il ricorso alla cassa integrazione ordinaria nel mese di Aprile 2009 incide per il 72,1% (Marzo su Febbraio era il 70,7%) sul totale complessivo nazionale delle ore autorizzate, mentre la cassa integrazione straordinaria incide per il 27,9% (Marzo su Febbraio era il 29,3%) .
Difficile, anche in questo caso, fare stime, ma dividendo il numero delle ore di cassa integrazione complessivamente autorizzate per il numero delle ore lavorative mensili, si può stimare, che ad Aprile, oltre 442 Mila lavoratori e lavoratrici sono stati messi in “cassa”, di cui 319 Mila in cassa ordinaria e 123 Mila in cassa straordinaria (a Marzo erano 346 Mila, di cui 245 Mila in ordinaria e 101 Mila in straordinaria).

ANDAMENTO CIGO-CIGS DA GENNAIO AD APRILE 2009
Se si analizza il dato dell'andamento dell'utilizzo della cassa integrazione, ipotizzando Gennaio uguale a base 100, emerge che a Febbraio 2009 passa a 144, cifra che sale a 199 nel mese di Marzo e a ben 255 ad Aprile."

Pega
nazionalsindacalista
00martedì 9 giugno 2009 18:43
Guardate questa azienda... che bella... che bella presentazione aziendale...

www.club-cmmc.it/aziende/caso_transcom_aquila.htm

Peccato che... siano tutte fregnacce: adesso l'azienda chiude. E il terremoto non c'entra e se c'entra è solo come scusa... 400 persone a casa, in una zona dove già ci sono problemi:

www.apcom.net/newscronaca/20090608_214800_1cd9393_63944.shtml
laplace77
00martedì 9 giugno 2009 19:48
nun bastava un nano cazzaro...
...e' proprio vero che al peggio non c'e' mai fine...


fonte: repubblica


ECONOMIA

Intervento del ministro della Funzione Pubblica all'Auditorium di Confindustria
Pubblico scettico, ma lui insiste: "Che volete, queste sono le statistiche!"


Brunetta: "Diminuita la povertà"
E la platea rumoreggia...


La replica dei sindacati: "Le sue sono sottovaluzioni e banalizzazioni"
Lioni (Pd): "Un mantra lunare che stride con le analisi della Cei"
di ROSARIA AMATO


ROMA - "In Italia la povertà è diminuita, sembra paradossale e controcorrente ma queste sono le statistiche". Ad affermarlo, con una singolare ricostruzione dei dati statistici, è il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta, intervenuto alla Giornata nazionale dell'Innovazione all'Auditorium di Confindustria. L'affermazione ha provocato un forte vocio in platea, che Brunetta non ha mancato di rilevare. "Rumoreggiate pure - ha detto - ma queste sono le statistiche".

Ed eccole in dettaglio, nella versione diffusa stamane dal ministro: "Dalla crisi sono stati creati 300-400 mila disoccupati e cassaintegrati che, in ogni caso, hanno un'integrazione al reddito, i cassaintegrati perché appunto in Cig e i disoccupati grazie all'80% di integrazione stabilita dal governo".

Per Brunetta, quindi, "è un dato grave e preoccupante ma non gravissimo. Infatti continuiamo ad avere 15 milioni di posti di lavoro dipendente per i quali le dinamiche salariali progrediscono del 3-4% annuo e per i quali il potere di acquisto è aumentato. Quindi, al netto dei cassa integrati e disoccupati equivalenti, il potere di acquisto è aumentato dell'1-2%".

Secondo il ministro "questo spiega perché non ci sia una crisi sociale in Italia. A questi poi si aggiungono 16-17 milioni di pensionati che dinamiche simili. Quindi ci sono 30 milioni di redditi da lavoro dipendenti o pensionati che in questi 12 mesi hanno mantenuto o incrementato il potere d'acquisto".

Per il ministro "il vero impatto della crisi è sulle dinamiche da lavoro autonomo. Questi lavoratori stanno pagando di più con un fatturato diminuito tra il 30 e il 40%. Per questo le preoccupazioni sono sul lavoro autonomo e non su quello dipendente".

Un'analisi accolta con scetticismo dagli industriali, ma contestata apertamente da esponenti politici dell'opposizione, sindacalisti e associazioni dei consumatori. Per la Federconsumatori Brunetta, "sicuramente vive all'estero, dal momento che straparla a proposito dei redditi delle famiglie e si permette di fare affermazioni tese a mistificare la realtà, passibili di una denuncia all'Antitrust per pubblicità ingannevole".

Per Carlo Podda, segretario generale della Fp Cgil, quelle del ministro sono "sottovalutazioni, banalizzazioni, il solito tenore da campagna elettorale. Brunetta siede nel governo che meno ha speso per fronteggiare la crisi, appena lo 0,2 % del Pil secondo l'Fmi, e continua a proporre effimere ricette a costo zero". Il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, ricorda che la crisi "non è una categoria dello spirito" per chi è in Cassa Integrazione o ha perso il posto di lavoro e sta "pagando in termini reali".

Gianni Baratta, segretario confederale della Cisl, replica che "dal '93 ad oggi il valore delle pensioni è crollato in termini reali del 30%: si tratta di 17 milioni di persone che sono nelle fasce più basse della società".
Mentre per Gianluca Lioni, responsabile Terzo settore del Partito Democratico, "il ministro Brunetta recita un mantra lunare su un presunto aumento del potere d'acquisto di lavoratori e pensionati. Il problema è che il governo quando passa dal piano delle formulazioni astratte a quello della realtà fallisce miseramente''.

Le statistiche sulla povertà sono diffuse dall'Istat, e in effetti riportano da anni, ben prima della crisi, una sostanziale stabilità della povertà. "Sia nell'ultima analisi sulla povertà relativa, che in quella sulla povertà assoluta, pubblicata ad aprile - conferma la responsabile delle statistiche Istat sulle condizioni economiche delle famiglie, Nicoletta Pannuzi - si riscontra una sostanziale stabilità. Non sono l'incidenza della povertà è stabile, ma rimangono immutate anche le caratteristiche delle famiglie povere". La percentuale di povertà è cioè più alta tra le famiglie meridionali, le famiglie numerose, gli anziani, i disoccupati o i lavoratori a bassi profili professionali (coloro che sono stati ribattezzati come working poor). Dal Rapporto Annuale presentato alla fine di maggio emerge inoltre che circa un quinto della famiglie italiane è in forte difficoltà economica, e un milione e mezzo fanno fatica anche a riscaldare la casa o a fare la spesa.

Del resto l'allarme sul crescente numero di disoccupati e sulle gravi ripercussioni sul reddito delle famiglie italiane è stato lanciato per l'ennesima volta oggi dalla Cei, e due settimane fa in occasione dell'Assemblea Annuale dal governatore della Banca d'Italia Mario Draghi: "I lavoratori in Cassa Integrazione e coloro che cercano una occupazione sono già oggi intorno all'8,5 per cento della forza lavoro, una quota che potrebbe salire oltre il 10: proseguirebbe la decurtazione del reddito disponibile delle famiglie e dei loro consumi, nonostante la forte riduzione dell'inflazione". Cifre sbagliate, ha poi denunciato il premier Silvio Berlusconi. E oggi Brunetta si è preoccupato di comunicare quelle "vere".
(9 giugno 2009)



la solita "manipolazione dei dati statistici"...

noi, assidui frequentatori di OMI e Nomisma, ne sappiamo qualcosa...

[SM=g9202] [SM=g9202] [SM=g9202]


laplace77
00giovedì 11 giugno 2009 13:16
caro vecchio TFR...

...cominciamo col dire che io mi son tenuto il TFR, per due banalissimi motivi:

- a differenza dei fondi pensione, se ti licenziano lo pigli subito (funzione di ammortizzatore sociale), invece i contributi finiti nel fondo pensione li pigli quando vai in pensione (salvo anticipi, possibili, ma con regole "da disgrazia")

- l'inciucio e il conflitto di interessi dei sindacati



e mo' che si fanno i conti, dopo i crolli di borsa del 4Q08...


fonte: corriere

Gli italiani e il risparmio
L’anno nero dei fondi pensione

Gli azionari perdono quasi il 25% del rendimento E la vecchia «liquidazione» si prende la rivincita

È stato l’anno nero anche per i fondi pensione e non poteva essere altrimenti, vista la dimensione della crisi internazionale. Ma il peggio, anche qui, sembrerebbe passato. Tanto che, secondo Antonio Finocchiaro, presidente della Covip, la commissione che vigila sui fondi pensione, non occorrono grossi interventi o riforme strutturali, anche se certo, sulla previdenza integrativa «bisognerà tornare a riflettere», una volta superata l’emergenza finanziaria ed economica in atto. I suggerimenti sul da farsi Finocchiaro li ha già pronti. E si appresta, a sei mesi dalla sua nomina alla guida dell’Autorità, ad illustrarli il prossimo 18 giugno con la relazione annuale sullo stato della previdenza complementare. I fondi, aveva detto Finocchiaro in Senato due mesi fa, hanno mostrato un’apprezzabile solidità di fronte alla «severa prova» della crisi. Che ha tagliato, con una sforbiciata consistente, i rendimenti soprattutto di quelli più a rischio, cioè investiti in azioni. I dati, e sono quelli aggiornati al 31 marzo, evidenziano infatti un calo del 6,3% dei rendimenti dei fondi negoziali (istituiti da accordi tra aziende e sindacati) nel 2008 che scendono di un ulteriore 1% nei primi tre mesi del 2009: in particolare la diminuzione è del 24,5% (2008) e del 5% (primo trimestre 2009) per il comparto azionario; del 9,4% e 1,7% per il bilanciato; del 3,9% e 0,9% del misto mentre c’è un rialzo dell’1,6% e dello 0,6% per l’obbligazionario puro.

Andamento simile per i fondi aperti (istituiti direttamente dagli intermediari finanziari come banche e assicurazioni), i cui rendimenti sono complessivamente scesi del 14% nel 2008 e di un ulteriore 2,2% tra gennaio e marzo di quest’anno con il picco di un taglio del 27,6% (2008) e del 5,6% (2009) per l’azionario a cui si oppone un apprezzamento del 4,9% e del 1,3% per l’obbligazionario puro. Quanto ai Pip, piani di investimenti individuali, nel 2008 c’è stato complessivamente, nella media, un abbattimento dei rendimenti del 24,9% mentre nel primo trimestre la riduzione ha toccato il 4,6%: in caduta del 36,5% (2008) e del 7,6%(2009) le linee azionarie e in salita del 2,7% e dello 0,9% quelle obbligazionarie. A fronte di questi dati il Tfr (trattamento di fine rapporto, cioè la vecchia «liquidazione») ha visto una rivalutazione netta lo scorso anno del 2,7% cui si aggiunge lo 0,3% del primo trimestre del 2009. Il taglio dei rendimenti è ovviamente «potenziale» perché si realizza solo se si liquida l’investimento nel fondo, spiega Finocchiaro. Che è arrivato alla Covip, in sostituzione di Luigi Scimia, dopo 47 anni passati in Banca d’Italia. Anzi 47 anni e 3 mesi, un record per l’istituto di via Nazionale che ha superato quello detenuto da Carlo Azeglio Ciampi passato agli alti incarichi politici ed istituzionali dopo 46 anni e 9 mesi di Banca. E di quella esperienza a Palazzo Koch («che ripeterei tutta compresi gli inevitabili errori») conclusa con l’incarico di vicedirettore generale, Finocchiaro conserva molto nel nuovo ruolo nella commissione. Compresa l’impostazione della relazione all’Assemblea, costruita sull’esempio delle Considerazioni finali del governatore della Banca d’Italia.

«Ho lavorato con cinque governatori nella mia carriera» spiega, prima di inviare il suo apprezzamento aMario Draghi per avere richiamato l’attenzione sui fondi pensione nelle Considerazione dello scorso 29 maggio. Ed è proprio da qui che Finocchiaro parte per suggerire alcuni interventi. Il primo, che riprende anche un suggerimento del governatore, riguarda la possibilità di modificare le modalità di partecipazione ai fondi. «Sarebbe opportuno introdurre il meccanismo del life cycle» afferma il presidente della Covip, spiegando che in tal modo l’investimento nei fondi «si modificherebbe in base all’età del sottoscrittore ». Il quale passerebbe automaticamente dal fondo con più alta percentuale azionaria a quello obbligazionario puro passando per quello misto a secondo appunto del «ciclo della vita», cioè con l’avanzare dell’età: dall’investimento più rischioso a quello più prudente. Così da non avere «sorprese» per eventuali sbalzi di Borsa in prossimità della pensione. Per quel che riguarda gli interventi di «manutenzione » dell’attuale normativa dei fondi pensione, spiega il presidente della Covip, alcuni richiedono un intervento in Parlamento, ma per altri sarebbe sufficiente l’accordo tra le parti sociali. Occorrerà tornare a ragionare sulla «opportunità dei fondi» insiste Finocchiaro per il quale i quasi 5 milioni di iscritti sono molti ma non abbastanza visto il bacino potenziale di lavoratori dipendenti del settore privato, oltre 20 milioni, del pubblico impiego e degli autonomi. L’intervento del governo è anche auspicabile per possibili vantaggi fiscali.

Finocchiaro guarderebbe con favore anche al ritocco di alcune norme sul Tfr. In particolare, con accordi negoziali, per quel che riguarda la possibilità per il lavoratore di rivedere la scelta di destinare il suo Tfr ai fondi. Attualmente è esclusa ma «si potrebbe prevedere la facoltà di ripensamento ogni cinque anni oppure due volte nella vita» dice Finocchiaro per il quale tale modifica potrebbe funzionare da incentivo alle future adesioni. Infine i fondi e la loro struttura. Il sistema funziona, afferma il presidente della Covip. Che però sta prendendo spunto dall’attuale crisi che ha inciso sui rendimenti per mettere a punto, ovviamente assieme ai suoi collaboratori e agli esperti della commissione, alcune proposte per dotare la previdenza complementare di meccanismi di solidarietà intergenerazionale. Sulla previdenza complementare comunque qualcosa si era mosso già prima dell’esplodere della crisi finanziaria ed economica. Il ministro per il Welfare, Maurizio Sacconi, aveva accennato all’ipotesi del ripensamento sulla scelta di destinazione del Tfr nonché a quella della portabilità del contributo datoriale anche nelle forme di previdenza individuale lasciando invece più nello sfondo eventuali ritocchi in campo fiscale, per i quali adesso, con la crisi, ci sono ancora meno margini. Sulla scia di queste idee, in Parlamento il Pdl ha presentato alcune proposte di legge. In Senato per iniziativa di Cinzia Bonfrisco e di Francesco Casoli e alla Camera per iniziativa di Giuliano Cazzola, che hanno proposto di avviare la discussione e di promuovere iniziative di Life Cycle, per gli investimenti nei fondi pensione.

Stefania Tamburello
11 giugno 2009



[SM=g1750163] [SM=g1750163] [SM=g1750163]


laplace77
00giovedì 11 giugno 2009 16:35
sussidi USA...
...ma la settimana scorsa non stavano a ben altri numeri???


14:35 - Usa: -24mila a 601mila sussidi settimanali disoccupazione (RCO)

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Washington, 11 giu - Negli
Stati Uniti le richieste di sussidi settimanali di
disoccupazione sono calate di 24 mila unita' attestandosi a
601 mila. Il dato, reso noto dal dipartimento del Lavoro, e'
decisamente migliore delle stime che limitavano il calo a
solo 6 mila unita'. Si tratta della quarta settimana (al 6
giugno) di seguito che le richieste di sussidi mostrano un
calo.



mi ricordo un 352.000, sbaglio?

mah...


---edit: ricordavo male...

laplace77
00giovedì 11 giugno 2009 22:12
Re: sussidi USA...
laplace77, 11/06/2009 16.35:



14:35 - Usa: -24mila a 601mila sussidi settimanali disoccupazione (RCO)

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Washington, 11 giu - Negli
Stati Uniti le richieste di sussidi settimanali di
disoccupazione sono calate di 24 mila unita' attestandosi a
601 mila. Il dato, reso noto dal dipartimento del Lavoro, e'
decisamente migliore delle stime che limitavano il calo a
solo 6 mila unita'. Si tratta della quarta settimana (al 6
giugno) di seguito che le richieste di sussidi mostrano un
calo.






le richieste settimanali dei "nuovi disoccupati" sono diminuite, quelle "continuative" (di chi ha perso il lavoro tempo addietro* e non ne ha ancora trovato un altro) aumentano oltre le attese...


fonte: FOL

Us market mover: +59 mila richieste continuative sussidi

Finanzaonline.com - 11.6.09/14:32

Il dato si attesta a 6,82 milioni di unità. Le attese erano per una crescita meno marcata in area 6,77 mln di unità.



* se non sbaglio il sussidio di disoccupazione e' "a tempo", per cui in questa lista, ogni settimana:

- entra chi ha perso il lavoro la settimana prima;
- esce chi ha trovato un nuovo lavoro;
- esce chi ha perso il diritto al sussidio;

se la lista si allunga e' brutto segno...


laplace77
00domenica 14 giugno 2009 00:30
a proposito di USA...
...su certe cose stanno avanti...

...annatela a chiede all'istat o a eurostat una mappa cosi'...

NIGHTMARE - Job Loss Map - LOOK @ our Unemployment Crisis Explode!!!




impressionante...


---edit: fonte del video:
tipstrategies.com/archive/geography-of-jobs/

grella
00domenica 14 giugno 2009 16:33
Re: a proposito di USA...
laplace77, 14/06/2009 0.30:

...su certe cose stanno avanti...

...annatela a chiede all'istat o a eurostat una mappa cosi'...

NIGHTMARE - Job Loss Map - LOOK @ our Unemployment Crisis Explode!!!




impressionante...


---edit: fonte del video:
tipstrategies.com/archive/geography-of-jobs/




E oggi ho visto su rai3......a Denver ,una delle città non tra le più in crisi ,un ristorante, che se gli lavi i piatti ti fanno mangiare gratis......... [SM=g1749704]

p.s. Quel video è sconcertante........








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