Italia, minaccia di recessione dopo Pmi negativo
Mercoledì 5 Marzo 2008, 19:33
Di Gavin Jones
ROMA (Reuters) - Sebbene gran parte della zona euro stia mostrando una certa resistenza a un euro in crescita e a prezzi del petrolio da record, l'Italia, la terza economia dell'area, sembra scivolare verso una recessione.
Per almeno un decennio l'Italia ha avuto una crescita inferiore a quella dei suoi partner europei, ma una recente serie di dati negativi fa intuire che la distanza da questi stia aumentando piuttosto che diminuire.
Il settore dei servizi in febbraio ha avuto la contrazione più rapida degli ultimi dieci anni, con gli ordini che languivano e le commesse inevase diminuite drasticamente, secondo quanto ha rilevato il Ntc/Adaci Pmi mercoledì.
L'indice a 47,2 è stato ben al di sotto di quel valore 50 che separa l'espansione dalla contrazione, segnando il terzo mese consecutivo di declino delle attività e la peggiore rilevazione dell'indice nei suoi dieci anni di esistenza.
"Se ci sarà un Paese candidato ad avere uno o due trimestri di crescita negativa, questo è l'Italia", ha detto Vladimir Pillonca, economista della Morgan Stanley (SPU - notizie) .
La crescita del Pil nel 2007 è arrivata appena all'1,5%, poco più della metà del 2,7% della zona euro, cosa che fa intuire una contrazione dell'economia nel quarto trimestre, per il quale i dati non sono ancora disponibili.
E da allora le cose sono solo peggiorate. L'altro Pmi, quello per l'industria, è prossimo al suo minimo da due anni, evidenziando una quasi stagnazione; la fiducia delle imprese, misurata dall'Isae, è scesa per quattro mesi di fila, e anche la fiducia dei consumatori è vicina al suo minimo da due anni.
Il contrasto con i partner europei dell'Italia sta diventando sempre più netto.
L'indice Ifo della fiducia delle imprese tedesche negli ultimi due mesi è cresciuto e il Pmi dei servizi della zona euro in febbraio è salito a 52,3 da 50,6, un risultato non proprio brillante ma comunque ben cinque punti al di sopra dell'Italia e che indica una crescita piuttosto che una contrazione. La Francia ha segnato come valore un robusto 58,2.
In Spagna, il Pmi manufatturiero e quello dei servizi sono ancora più bassi di quelli italiani, ma dopo anni di crescita brillante per l'economia spagnola è comunque prevista per quest'anno da parte della Commissione Europea una crescita del 2,7%, quattro volte il tasso dell'Italia.
E la Spagna nel 2007 ha registrato un surplus di bilancio pari al 2,2% del Pil, lasciandosi dei margini di manovra per attuare politiche economiche anticicliche che l'Italia può solo sognare.
PREVISIONI DI CRESCITA TAGLIATE
Gli analisti stanno arrivando alla conclusione che nel corso del primo trimestre l'economia italiana potrebbe avere una contrazione, completando così due trimestri consecutivi di crescita negativa, cosa che corrisponde alla definizione tecnica di recessione.
Questo mese il Tesoro (NYSE: TSO - notizie) taglierà le sue previsioni per il 2008 dall'1,5% allo 0,6-0,8%, ha riferito una fonte del governo a Reuters, ma per alcuni analisti la crescita potrebbe facilmente essere dello 0,5% o meno.
Il rallentamento verificatosi alla fine del 2007 indica che non ci sarà un effetto trascinamento nell'anno successivo, pesando sulle previsioni di quest'anno nel suo intero.
L'effetto trascinamento del 2006 sul 2007, noto come crescita acquisita, era all'1,2%, ovvero la vera e propria crescita nel corso dell'anno non è andata oltre lo 0,3% circa. E quest'anno il contesto internazionale è assai meno favorevole.
Con le prospettive economiche che si stanno velocemente affievolendo, le elezioni politiche del 13 e 14 aprile, per le quali sono in lotta Silvio Berlusconi e Walter Veltroni, sarebbe quasi meglio perderle che vincerle.
Le promesse di tagli alle tasse, fatte da entrambi gli schieramenti, rischiano di dimostrarsi impraticabili dal punto di vista economico, dato che il rallentamento della crescita peggiora lo stato delle finanze pubbliche e toglie margini a politiche fiscali espansive.
La settimana scorsa Lorenzo Bini Smaghi, membro del Consiglio della Bce, ha liquidato le promesse elettorali che prevedevano un rafforzamento delle buste paga dei salari più deboli: "In Italia la produttività è rimasta piatta per 10 anni e non dobbiamo sorprenderci se i nostri salari sono più bassi che nel resto d'Europa. Se non produciamo di più è difficile guadagnare di più", ha affermato nel corso di un'intervista televisiva con Sky.
Secondo gli analisti, la caduta a gennaio del governo di Romano Prodi ha avuto qualche lieve ricaduta sulla fiducia, ma l'Italia ha dei problemi strutturali di lungo periodo dalle radici ben più profonde.
"L'incertezza politica non è positiva per la crescita, ma i veri problemi sono quelli a medio termine", ha detto Pillonca. "L'Italia ha bisogno di un governo in grado di realizzare le riforme, stimolare la produttività e trovare una soluzione definitiva per ridurre il debito pubblico".