Notizie macro - Crescita e globalizzazione

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laplace77
00martedì 5 febbraio 2008 12:01
toyota su!

Notizia del: 05/02/08 09:25:51 - Fonte: Finanza.com

Toyota Motor ha archiviato il terzo trimestre (dal primo ottobre al 31 dicembre 2007) con un utile netto in crescita del 7,5% a 458,67 miliardi di yen rispetto ai precedenti 426,77 milairdi dello stesso trimestre dell'anno precedente.
Lo ha reso noto tramite un comunicato la casa automobilistica giapponese, precisando che questo risultato è frutto dell’ottimo andamento delle vendite in Russia, Europa dell'Est ed Asia e ha compensato le performance più deboli messe a segno in Europa e negli Stati Uniti.
Per quanto riguarda i ricavi netti sono cresciuti del 9,2% rispetto al trimestre precedente.
Le vendite di vetture sono aumentate di 120 mila unità attestandosi a quota 2,28 milioni.



quadra col discorso DECOUPLING ? ? ?

[SM=g7628]
laplace77
00martedì 5 febbraio 2008 12:05
Re: toyota su!
laplace77, 05/02/2008 12.01:



...

quadra col discorso DECOUPLING ? ? ?

[SM=g7628]




se ancora non vi quadrasse...


Notizia del: 05/02/08 08:37:33 - Fonte: Finanza.com

L'ascesa in Asia (+23% i ricavi) permette al gruppo Italcementi di chiudere il 2007 con fatturato in crescita del 4,2% a 6,1 miliardi di euro nonostante il gruppo perda quota nel Nord America (-8,2%) e in Europa abbia il fiato corto.
L'effetto cambio ha determinato un impatto negativo dell'1,5%. Il rallentamento dell'attività nell'ultimo trimestre 2007, rimarca la nota di Italcementi, non dovrebbe modificare in misura apprezzabile il quadro previsionale, per l'intero esercizio, segnalato dopo i primi nove mesi, con risultati operativi lievemente inferiori rispetto a quelli molto positivi del 2006
.

[SM=g7628] [SM=g7628] [SM=g7628]
stoneisland
00lunedì 11 febbraio 2008 19:10
Mi sembra un buon articolo
www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&...

Cosa ne pensate al riguardo? Attendibilita'?
greenray
00lunedì 11 febbraio 2008 21:34
Re: Mi sembra un buon articolo
stoneisland, 11/02/2008 19.10:

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=4275

Cosa ne pensate al riguardo? Attendibilita'?




Buona analisi, se non e' il 2008 sara' il prox anno, le soluzioni sembrano meno buone, cmq il fatto che siamo al capolinea non e' un mistero.
grella
00lunedì 11 febbraio 2008 22:31
Re: Re: Mi sembra un buon articolo
greenray, 11/02/2008 21.34:




Buona analisi, se non e' il 2008 sara' il prox anno, le soluzioni sembrano meno buone, cmq il fatto che siamo al capolinea non e' un mistero.



Sono le tempistiche che non abbiamo ancora ben compreso:

Quest'anno rischio recessione Usa/Eu e probabilmente dopo la recessione rischio stagflazione Usa, nel 2011 scadranno il 25% dei prestiti a rischio più derivati del totale esistente per poi aspettare che effetto daranno l'altro 75%......vi pare una crisi di un annetto o due?................ [SM=g7564] [SM=j7569]






laplace77
00martedì 12 febbraio 2008 12:33
DECOUPLING in dubbio?
Notizia del: 11/02/08 08:18:40 - Fonte: Finanza.com

Da Il Sole 24 Ore: L'Asia non è immune da un rallentamento americano.

Lo ha affermato ieri Haruniko Kuroda, presidente dell'Asian Developmente Bank, per il quale il sostegno della domanda interna 'è tra le opzioni del momento' dei Paesi emergenti.

Se finora gli effetti regionali della crisi subprime Usa sono stati limitati, 'un'eventuale profonda recessione Usa porterebbe a una significativa frenata', ha aggiunto.

Il numero dell'Adb è parso più ottimista sullo scenario dell'economia giapponese, affermando che nella seconda parte dell'anno potrebbe tornare ad un tasso di sviluppo intorno al 2 per cento.



certo, se la frenata vuol dire che la cina cresce al 5% anziche' al 10% non e' poi un dramma...

PS: notare l'esplicito riferimento alla domanda interna, addirittura "da sostenere"...

laplace77
00martedì 12 febbraio 2008 17:49
Re: DECOUPLING in dubbio?
laplace77, 12/02/2008 12.33:



...

PS: notare l'esplicito riferimento alla domanda interna, addirittura "da sostenere"...




qui invece la domanda interna la danno per crescente,
addirittura da soddisfare con esportazioni europee...


Notizia del: 07/02/08 17:19:28 - Fonte: Finanza.com

Come mettono in evidenza gli esperti di M&G, la Cina festeggia il Capodanno proprio nel momento di sua massima crescita.

Il 7 febbraio, infatti, miliardi di cinesi in tutto il mondo danno il benvenuto al nuovo anno, quello del topo, che per tradizione è associato alla prosperità e alla salute.

Così come la popolazione cinese si prepara al nuovo anno, senza dubbio rifletterà sul cambiamento che ha attraversato il suo paese negli ultimi decenni. L’economia cinese ha avuto una crescita a due cifre per cinque anni e con il boom economico i redditi sono cresciuti, aumentando la domanda di beni e servizi di alto valore.

'La crescita esplosiva della Cina - commenta Graham French, manager dell’M&G Global Basics Fund - presenta molte opportunità per gli investitori nelle aree legate al consumatore.
Con il 44% della popolazione che vive nelle aree urbane e 12 milioni di posti di lavoro creati nel 2007, la domanda cinese di beni e servizi occidentali aumenta con il migliorare della salute individuale della popolazione'.


'La crescita del benessere del Paese - prosegue French - sta portando a una nuova generazione di consumatori, con un reddito disponibile crescente da spendere in beni come il cibo, le bevande, gli abiti occidentali firmati e i prodotti di bellezza.
Queste tendenze portano significativi potenziali investimenti in un ampio range di società in diversi settori ben gestite e con un ricco asset'.


si accettano scommesse :)
laplace77
00mercoledì 13 febbraio 2008 21:55
petrolio

Notizia del: 13/02/08 12:26:13 - Fonte: Finanza.com

Nel 2008 la domanda di petrolio mondiale crescerà dell’1,9% a 87,6 milioni di barili per giorno. E’ questa l’ultima previsione dell’International Energy Agency presentata oggi nel report mensile dell’agenzia. Si tratta tuttavia di una riduzione di 200mila barili rispetto alla previsione formulata dall’Iea il mese scorso.


insomma...

se x(1 + 1,9%) = 87,6 MBar, allora

x = 87,6/1,019 Mbar = 85,9666 Mbar


e se la previsione precedente era a 87,8 MBar,

l'incremento previsto era del 2,13%...


per cui il "rallentamento globale" (dal 6% al 4%?) ha pesato sulla domanda di petrolio solo di un 0.23% (dal 2,13% all' 1,9%)...


bastera' a bloccare l'inflazione da petrolio???


laplace77
00venerdì 15 febbraio 2008 14:12
Re: petrolio
laplace77, 13/02/2008 21.55:


Notizia del: 13/02/08 12:26:13 - Fonte: Finanza.com

Nel 2008 la domanda di petrolio mondiale crescerà dell’1,9% a 87,6 milioni di barili per giorno. E’ questa l’ultima previsione dell’International Energy Agency presentata oggi nel report mensile dell’agenzia. Si tratta tuttavia di una riduzione di 200mila barili rispetto alla previsione formulata dall’Iea il mese scorso.


...

per cui il "rallentamento globale" (dal 6% al 4%?) ha pesato sulla domanda di petrolio solo di un 0.23% (dal 2,13% all' 1,9%)...


bastera' a bloccare l'inflazione da petrolio???






anche l'OPEC taglia, ma di un misero 0,09%...


Petrolio: Opec taglia stime crescita domanda globale 2008

Finanzaonline.com - 15.2.08/13:32

L'Organizzazione dei Paesi esportatori, l'Opec, ha deciso di tagliare le stime di crescita globale della domanda di greggio per il 2008 in concomitanza con il rallentamento dell'economia mondiale. L'Opec le ha tagliate dall'1,52% all'1,43%.

laplace77
00lunedì 18 febbraio 2008 14:57
era successo in Japan...

...e ora si ripropone in america, UK, Irlanda, "EU - club mediterranee"...


...
Ma l'osservazione più inquietante di tutte è venuta sabato al G-7 di Tokyo dal padrone di casa, Fukushiro Nukaga. «Ho ricordato ai miei colleghi la lezione della crisi del Giappone negli anni 90», ha detto. Gli Usa e il resto del mondo devono sperare che non si applichi alla crisi in corso. Quella è durata più di un decennio.



in rassegna stampa

iandy73
00martedì 19 febbraio 2008 09:32
Ds TGFIN.IT

Nazionalizzata la Northern Rock
Era sull'orlo della bancarotta



Bho!? na cosa del genere, poi nel liberissimo mercato del mondo anglosassone, non s'era mai vista!

ma che cavolo succede?! [SM=g7628]
laplace77
00martedì 19 febbraio 2008 12:41
Sarà un ritorno di statalismo a salvare i disastri della globalizzazione?
iandy73, 19/02/2008 9.32:

Ds TGFIN.IT

Nazionalizzata la Northern Rock
Era sull'orlo della bancarotta



Bho!? na cosa del genere, poi nel liberissimo mercato del mondo anglosassone, non s'era mai vista!

ma che cavolo succede?! [SM=g7628]




Notizia del: 19/02/08 08:06:17 - Fonte: Finanza.com

Da Il Corriere della Sera: Sarà un ritorno di statalismo a salvare i disastri della globalizzazione?

La questione non è ideologica, ma molto pragmatica, a giudicare da recenti atteggiamenti di governi ed imprese.

A Parigi, lo scandolo che ha messo a dura prova risorse, stabilità e credibilità di Société Générale ha fatto circolare ipotesi sul futuro assetto della banca: una fusione con uno dei giganti francesi del credito (Bnp Paribas) o di amichevole accordo con La Banque Postale, che configurerebbe una sorta di salvataggio pubblico sui generis.

E' il quotidiano economico Les Echos a ricordare che SG e Banque Postale avevano cominciato a valutare un progetto di avvicinamento e scambio di azioni, già prima dell'affaire Kerviel.

Il dibattito sul futuro assetto di SG si nutre anche delle notizie che giungono dalla Gran Bretagna. Nella patria del liberismo economico il governo ha annunciato la nazionalizzazione della Northern Rock.
grella
00martedì 19 febbraio 2008 13:33
Il Qatar entra in Credit Suisse (e investirà 15 miliardi $ nelle banche occidentali)
18 febbraio 2008

Il Qatar ha rilevato una quota della banca svizzera Crédit Suisse e progetta investimenti per 15 miliardi di dollari in banche europee e statunitensi nei prossimi 12 mesi. «Abbiamo relazioni con Crédit Suisse - ha detto il primo ministro del Qatar, lo sceicco Hamad Ben Jassem Al-Thani, secondo qaunto riporta Bloomberg - ed effettivamente abbiamo acquistato azioni sul mercato, ma non posso dire in che percentuale perché ancora l'operazione è in corso». In base alla normativa svizzera le compagnie sono tenute a rivelare l'identità degli azionisti che detengono quote superiori al 3%. Secondo quanto riferisce Bloomberg, Sheikh Hamad ha anche annunciato che il Qatar sta costituendo un fondo da un miliardo di dollari in Finlandia e Malesia.
www.ilsole24ore.com




laplace77
00martedì 19 febbraio 2008 18:32
Re: Il Qatar entra in Credit Suisse (e investirà 15 miliardi $ nelle banche occidentali)
grella, 19/02/2008 13.33:

18 febbraio 2008

Il Qatar ha rilevato una quota della banca svizzera Crédit Suisse e progetta investimenti per 15 miliardi di dollari in banche europee e statunitensi nei prossimi 12 mesi. «Abbiamo relazioni con Crédit Suisse - ha detto il primo ministro del Qatar, lo sceicco Hamad Ben Jassem Al-Thani, secondo qaunto riporta Bloomberg - ed effettivamente abbiamo acquistato azioni sul mercato, ma non posso dire in che percentuale perché ancora l'operazione è in corso». In base alla normativa svizzera le compagnie sono tenute a rivelare l'identità degli azionisti che detengono quote superiori al 3%. Secondo quanto riferisce Bloomberg, Sheikh Hamad ha anche annunciato che il Qatar sta costituendo un fondo da un miliardo di dollari in Finlandia e Malesia.
www.ilsole24ore.com








mi resta il dubbio tra diverse possibilita':

- stanno facendo da "prestatori di ultima istanza" perche' se l'occidente va in recessione loro (OPEC e BRIC) non esportano piu' niente;
- stanno conquistando l'occidente;
- si stanno beccando il cerino.


boh!!!

vedere pure post successivo...

laplace77
00martedì 19 febbraio 2008 18:42
dalla Cina con furore (e dollari)
17:55 - ### Cina: da terra di conquista a conquistatore - FOCUS

Nel 2007 investimenti in tutto il mondo per 35 mld di euro

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 19 feb - La Cina in
pochi anni si e' trasformata da terra di conquista a
conquistatore. Il colosso dell'alluminio Chinalco, che nelle
ultime settimane ha rilevato il 12% di Rio Tinto in tandem
con Alcoa, secondo fonti interne sta puntando alla conquista
dell'intero gruppo minerario. Alibaba, una societa' Internet
cinese di cui Yahoo e' il maggiore azionista, ha nominato
ieri dei consulenti per studiare come ritagliarsi uno spazio
nello scontro tra Microsoft e Yahoo. Questi gli ultimi casi,
in ordine temporale, indicativi dell'attivismo cinese in
tema di fusioni e acquisizioni. D'altra parte, i numeri
parlano chiaro: nel 2007 gli investimenti hanno superato
quota 50 miliardi di dollari, ovvero 35 miliardi di euro. Ma
si tratta di una cifra sottostimata perche', in questo
calcolo, non vengono considerate le operazioni messe a segno
in Africa, che ammontano a 5-6 miliardi di dollari circa, o
quelle da parte di societa' con soci che hanno sede a Hong
Kong o a Macao e quindi non strettamente cinesi.
Ma quali sono i settori in cui la Cina investe? "Sono
principalmente due: finanza e industria - spiega Alberto
Forchielli, presidente di Osservatorio Asia, uno degli
italiani che conosce meglio il mondo cinese. "Da una parte -
aggiunge - vogliono creare una grande rete finanziaria
propedeutica allo sviluppo industriale del Paese, dall'altra
importano know how dagli altri per crescere nel terziario,
acquistando marchi, infrastrutture e centri logistici". Ma
la logica che sta alla base della loro campagna acquisti,
aggiunge Forchielli, non e' ostile o aggressiva. "Non si
farebbero mai avanti, per esempio, per Socie'te' Ge'ne'rale se
sapessero che il governo francese non li gradisce". Il
comparto della banche e' diventato negli ultimi anni uno dei
preferiti. Solo per citare alcune operazioni, l'investimento
da 3,5 miliardi di dollari da parte del fondo China
investment corporation in Morgan Stanley o quello da 681
milioni da parte della Citic, controllata dal braccio di
investimenti del governo cinese Citic group, nella Bear
Stearns, uno degli istituti piu' colpiti dalla crisi del
sistema creditizio. E sembra solo l'inizio della partita: la
loro capitalizzazione crescente, mentre quella degli
istituti occidentali soffre la crisi subprime, i mutui ad
alto rischio, e l'ampia disponibilita' di riserve
patrimoniali lasciano prevedere che le banche cinesi saranno
protagoniste di altre operazioni di fusioni e acquisizioni
all'estero. "Non hanno lo spirito dei colonizzatori, ma
hanno capito che imparano di piu' comprando che facendosi
compare. Entrano nelle societa' o nei gruppi bancari non per
comandare, ma per supportare lo sviluppo delle proprie
imprese", chiarisce Forchielli. Diversa la logica, invece,
con cui le aziende cinesi si muovono nel campo della
tecnologia avanzata: "Se fanno operazioni importanti in
paesi sviluppati scelgono di affiancarsi con un partner, non
corrono quasi mai da soli".



qualche numero...


17:55 - ### Cina: da terra di conquista a conquistatore - FOCUS -2-

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 19 feb - Le operazioni
messe a segno l'anno scorso:


Acquirente Acquisito Valore*

- China investment Jc flowers (Usa, private equity) 2,72
- Chinalco Rio Tinto (Australia, minerario) 9,5
- Consortium Herald resources 249 (Australia, minerario)
- Jinchuan group Tyler resources 119 (Canada, minerario)
- WuXi pharma tech AppTec lboratory (Usa, biotech) 110
- China investment Morgan Stanley (Usa, bancario) 3,5
- Northern Peru Northern Peru (Canada, minerario) 281
- Huawei 3Com (Usa, computer and tlc) 1,5
- Ping An Fortis (Belgio-Olanda, assic.) 1,7
- Golife concepts Financiere solola 12 (Francia, designer)
- Spreadtrum Quorum systems (Usa, tlc) 52
- Citic securities Bear Sterns (Usa, bancario) 681
- China dev. bank United bank of Africa 3,4 (Nigeria, bancario)
- Industrial & Co bank Standard bank of China (Sud Africa, finanziario) 3,779
- Emer international Global marine energy 13 (Uk, petrolifero)
- China fishery Chimbote fishmeal plant 11 (Peru', pesca)
- China minsheng Ucbh (Usa, servizi finanziari) 137
- Singapore petroleum Sino-American energy 158 (Usa, energia)
- Sinosteel trading Zimasco (Zimbawe, minerario) 207
- Fushi international Copperweld bimetallics 16 (Usa, automotive)
- China ele. resources Bellavista Holding group 438 (Isole Vergini, minerario)
- Top victory ind. Trung Hai 29 (Vietnam, componenti elettronici)
- Integrated distr. Pb logistics (Uk, trasporti) 15

Service
- Vst holdings Ecs holdings 116 (Singapore, informatica)
- China development Barclays (Uk, bancario) 2,2
- Xinjiang zijin min. Commonwealth & british minerals 41 (Uk, minerario)
- Aluminum corp. Peru Copper (Canada, minerario) 583
- China investment Blackstone 2,221 (Usa, servizi finanziari)
- Petrus holding (Bvi) Psm international 43 (Uk, industriale)
- Jiangxi greatsource I/O magic (Usa, computer) 70
- Chinan develop.bank Mcp sicar 75 (Lussemburgo, private equity)
- China imp. Exp.bank Mcp sicar 75 (Lussemburgo, private equity)
- Ming pao enterprise Nanyang press (Malesia, media) 87
- Baotou huazi ind. Ruquan dairy (Mongolia, alimentare) 9
- Best decade holdings Cape lambert iron 151 (Australia, minerario)
- China Worldbest Worldbest (Canada, consumer) 12
- Hisoft technology Envisage solutions (Usa, computer) 14
- Xiamen Zijin Monterrico metals (Uk, minerario) 130
- China mobile com. Paktel (Pakistan, tlc) 327
- Sino union petrol. Madagascar energy 79 (Madascar, energia)

Totale 34.860

Fonte: Osservatorio Asia - (*) in milioni di euro
laplace77
00mercoledì 27 febbraio 2008 13:36
DECOUPLING per l'italietta?
"meno USA piu' ROC"


fonte: la Repubblica

Analisi

L'export italiano a tempo di "ROC"

Servizio Studi Bnl

La diminuzione verso gli Usa è stata più che compensata dall'aumento verso i "ROC", ossia Russia, paesi Opec e Cina, con un +32% a gennaio 2008rispetto a un anno prima. Ma gli interessi sul debito deteriorano la nostra bilancia dei pagamenti
(26 febbraio 2008)

Meno USA, più "ROC". Grazie a un incremento record di 5,8 miliardi di euro delle vendite a Russia, paesi OPEC e Cina, i risultati dell'export italiano nel 2007 risentono in minima misura del calo degli acquisti di nostri prodotti da parte degli USA. L'ottima performance delle esportazioni verso le economie emergenti appare confermata dai dati diffusi dall'Istat per gennaio 2008 che segnano rispetto a gennaio 2007 una crescita del 32% nelle vendite di merci italiane a Russia, OPEC e Cina.

Bene, nei conti annuali del 2007, anche le esportazioni a Germania e Francia che aumentano del 7% rispetto al 2006. A livello settoriale, sono le tre "M" di mezzi di trasporto, metallurgia e meccanica a correre più di altri.

Accanto a molte luci si stagliano, però, anche due ombre: il debole andamento dello scorso dicembre, verosimilmente attribuibile agli effetti degli scioperi degli autotrasportatori e dei metalmeccanici; un ulteriore deterioramento della competitività di prezzo del nostro export dovuto ad una crescita della produttività che in Italia rimane significativamente più bassa rispetto ai nostri principali concorrenti.

Bene la bilancia commerciale, male quella dei pagamenti – Nei conti con l'estero dell'Italia va bene la bilancia commerciale, passata dal deficit di 9,5 miliardi del 2006 al surplus di 3,6 miliardi del 2007. Risultati non altrettanto incoraggianti si registrano nel comparto dei redditi, ovvero nei flussi di interessi pagati e ricevuti sulle passività e sulle attività finanziarie "scambiate" tra Italia e resto del mondo. Nel 2007 il deficit dei redditi nella bilancia dei pagamenti italiana è cresciuto a 19,3 miliardi rispetto ai 13,6 miliardi del 2006. Dietro questi importi è facile individuare il contributo del pagamento degli interessi sulla quota del debito pubblico italiano in mano a investitori non residenti che, pari a poco più del 5% all'inizio degli anni Novanta, supera oggi il 50% del totale.
laplace77
00venerdì 29 febbraio 2008 11:36
Bush + Bern

stagnazione e inflazione = stagflazione !

Notizia del: 29/02/08 07:45:25 - Fonte: Finanza.com

Da Il Corriere della Sera: L'economia e i consumi americani continuano a rallentare, crescono più del previsto le richieste di sussidio alla disoccupazione e prosegue senza sosta la corsa inesorabile dell'euro, che ieri ha raggiunto il nuovo massimo storico a quota 1,52 dollari. E se il presidente degli Stati Uniti Bush continua a negare la prospettiva di una recessione deve riconoscere il rallentamento in atto. Mentre il numero uno della Federal Reserve, Ben Bernanke, ha ammesso per la prima volta che la volontà di fare ripartire la crescita potrebbe essere condizionata da nuove pressioni dal fronte inflazione. 'Non siamo in alcun modo vicini - spiega Bernanke - alla situazione che prevalse negli anni settanta'. Anche se poi lo stesso numero uno della banca centrale americana parla della possibilità di 'qualche fallimento' di banche minori e regionali coinvolte nel settore immobiliare, pur escludendo problemi seri per “i grandi istituti bancari' dove i fondamentali restano 'buoni'.


che tanto aumentano i prezzi dei beni primari...
laplace77
00martedì 4 marzo 2008 11:59
SORPASSO !!!

11:00 - E13: pil 2007 +2,6%, sorpassati gli Usa (RCO)

Usa +2,2%, Giappone +2,1%

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 04 mar - Nel 2007 il
pil nell'eurozona e' cresciuto del 2,6%, nella Ue del 2,9%.

Nel 2006 era aumentato nell'Eurozona del 2,8% e nella Ue del
3%.

Negli Usa e' invece cresciuto del 2,2% lo scorso anno
(+2,9% nel 2006), in Giappone del 2,1% (+2,4% nel 2006).

Lo rileva Eurostat.

E' stato cosi' confermato per l'eurozona il sorpasso rispetto alla crescita americana l'anno scorso (mentre l'intera Ue a 27 membri il sorpasso era avvenuto gia' nel 2006).
grella
00mercoledì 5 marzo 2008 19:48
Italia, minaccia di recessione dopo Pmi negativo
Mercoledì 5 Marzo 2008, 19:33

Di Gavin Jones

ROMA (Reuters) - Sebbene gran parte della zona euro stia mostrando una certa resistenza a un euro in crescita e a prezzi del petrolio da record, l'Italia, la terza economia dell'area, sembra scivolare verso una recessione.

Per almeno un decennio l'Italia ha avuto una crescita inferiore a quella dei suoi partner europei, ma una recente serie di dati negativi fa intuire che la distanza da questi stia aumentando piuttosto che diminuire.

Il settore dei servizi in febbraio ha avuto la contrazione più rapida degli ultimi dieci anni, con gli ordini che languivano e le commesse inevase diminuite drasticamente, secondo quanto ha rilevato il Ntc/Adaci Pmi mercoledì.

L'indice a 47,2 è stato ben al di sotto di quel valore 50 che separa l'espansione dalla contrazione, segnando il terzo mese consecutivo di declino delle attività e la peggiore rilevazione dell'indice nei suoi dieci anni di esistenza.

"Se ci sarà un Paese candidato ad avere uno o due trimestri di crescita negativa, questo è l'Italia", ha detto Vladimir Pillonca, economista della Morgan Stanley (SPU - notizie) .



La crescita del Pil nel 2007 è arrivata appena all'1,5%, poco più della metà del 2,7% della zona euro, cosa che fa intuire una contrazione dell'economia nel quarto trimestre, per il quale i dati non sono ancora disponibili.


E da allora le cose sono solo peggiorate. L'altro Pmi, quello per l'industria, è prossimo al suo minimo da due anni, evidenziando una quasi stagnazione; la fiducia delle imprese, misurata dall'Isae, è scesa per quattro mesi di fila, e anche la fiducia dei consumatori è vicina al suo minimo da due anni.


Il contrasto con i partner europei dell'Italia sta diventando sempre più netto.


L'indice Ifo della fiducia delle imprese tedesche negli ultimi due mesi è cresciuto e il Pmi dei servizi della zona euro in febbraio è salito a 52,3 da 50,6, un risultato non proprio brillante ma comunque ben cinque punti al di sopra dell'Italia e che indica una crescita piuttosto che una contrazione. La Francia ha segnato come valore un robusto 58,2.


In Spagna, il Pmi manufatturiero e quello dei servizi sono ancora più bassi di quelli italiani, ma dopo anni di crescita brillante per l'economia spagnola è comunque prevista per quest'anno da parte della Commissione Europea una crescita del 2,7%, quattro volte il tasso dell'Italia.


E la Spagna nel 2007 ha registrato un surplus di bilancio pari al 2,2% del Pil, lasciandosi dei margini di manovra per attuare politiche economiche anticicliche che l'Italia può solo sognare.


PREVISIONI DI CRESCITA TAGLIATE


Gli analisti stanno arrivando alla conclusione che nel corso del primo trimestre l'economia italiana potrebbe avere una contrazione, completando così due trimestri consecutivi di crescita negativa, cosa che corrisponde alla definizione tecnica di recessione.


Questo mese il Tesoro (NYSE: TSO - notizie) taglierà le sue previsioni per il 2008 dall'1,5% allo 0,6-0,8%, ha riferito una fonte del governo a Reuters, ma per alcuni analisti la crescita potrebbe facilmente essere dello 0,5% o meno.


Il rallentamento verificatosi alla fine del 2007 indica che non ci sarà un effetto trascinamento nell'anno successivo, pesando sulle previsioni di quest'anno nel suo intero.


L'effetto trascinamento del 2006 sul 2007, noto come crescita acquisita, era all'1,2%, ovvero la vera e propria crescita nel corso dell'anno non è andata oltre lo 0,3% circa. E quest'anno il contesto internazionale è assai meno favorevole.


Con le prospettive economiche che si stanno velocemente affievolendo, le elezioni politiche del 13 e 14 aprile, per le quali sono in lotta Silvio Berlusconi e Walter Veltroni, sarebbe quasi meglio perderle che vincerle.


Le promesse di tagli alle tasse, fatte da entrambi gli schieramenti, rischiano di dimostrarsi impraticabili dal punto di vista economico, dato che il rallentamento della crescita peggiora lo stato delle finanze pubbliche e toglie margini a politiche fiscali espansive.


La settimana scorsa Lorenzo Bini Smaghi, membro del Consiglio della Bce, ha liquidato le promesse elettorali che prevedevano un rafforzamento delle buste paga dei salari più deboli: "In Italia la produttività è rimasta piatta per 10 anni e non dobbiamo sorprenderci se i nostri salari sono più bassi che nel resto d'Europa. Se non produciamo di più è difficile guadagnare di più", ha affermato nel corso di un'intervista televisiva con Sky.


Secondo gli analisti, la caduta a gennaio del governo di Romano Prodi ha avuto qualche lieve ricaduta sulla fiducia, ma l'Italia ha dei problemi strutturali di lungo periodo dalle radici ben più profonde.


"L'incertezza politica non è positiva per la crescita, ma i veri problemi sono quelli a medio termine", ha detto Pillonca. "L'Italia ha bisogno di un governo in grado di realizzare le riforme, stimolare la produttività e trovare una soluzione definitiva per ridurre il debito pubblico".
polfish
00giovedì 6 marzo 2008 02:11
Secondo il Telegraph siamo messi male
Gli investitori si disfano dei titoli di stato italiani.
Rischio Argentina in vista??



Italy supports bond market as spreads soar

By Ambrose Evans-Pritchard
Last Updated: 12:15am GMT 06/03/2008

The Italian treasury has taken the highly unusual step of intervening in the debt markets to prevent a further surge in government bond yields as hedge funds with heavy exposure to the region scramble to raise liquidity.
# The Federal Reserve's rescue has failed
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A flight to safety has pushed the yield spread between 10-year Italian bonds and equivalent German Bunds to 55 basis points, the highest since the launch of the euro. A similar pattern has emerged across the southern belt of the eurozone, with spreads hitting post-EMU highs of 53 versus Greece, 44 for Portugal, 38 for Belgium and 36 for Spain.
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A report in Italy's financial paper Il Sole said the sudden surge in spreads recalled the dramatic events of 1998 when the US hedge fund Long Term Capital Management was forced to liquidate huge positions in Italy and Spain, setting off a systemic chain reaction.

The newspaper reported that the Italian finance ministry had stepped in late on Tuesday to support the market by mopping up 10-year BTP treasuries. Investors had been encouraged to swap the "old bonds" for new five year instruments, alleviating the stress in the most neuralgic part of the financial system.

An Italian treasury official told the Telegraph that the move was intended to help funds weather the current bout of severe turbulence. "We're helping them swap illiquid securities for more liquid. It is unusual for us to do this at this time of year," he said.

The European Central Bank said the action did not violate the rules of monetary union. The Italian central bank is prohibited from buying Italian government debt under EU treaty law as this would inflate the common currency, but the treasury can adjust debt maturities if it wishes. The latest action is nevertheless highly sensitive. ECB lawyers are likely to keep a close eye on all moves by Rome to support the bond market.

In France, Credit Agricole reported a €3.3bn write-down on US subprime debt and losses stemming from bond insurers. Fourth quarter losses reached €857m. Chief executive Clemence Bounaix, said there would be no further losses. "It's disappointing but the risks and exposures are now known and the market feels it can turn the page," he said.

Mark Ostwald, a bond expert at Insinger de Beaufort, said there had been a mass dumping of risky assets worldwide as banks and funds sought to cut exposure to the swap markets. "Club Med bonds have been hit hard. People have realized that countries like Italy and Spain have not carried out the reforms needed to control wages and boost productivity, and are now getting into trouble," he said.

"This has not yet become a serious issue because bond yields are low. It becomes a nightmare is if the yields start backing up again," he said.
One expert said a major investment bank had been heavily involved in the Italian market promoting an "arbitrage play" in which long positions on Italian bonds were offset by credit default swap (CDS) insurance. This may have created an unstable mismatch since the two markets are moving to a different rhythm, perhaps triggering liquidation sales.

Service sector confidence in February was extremely weak in both Spain and Italy, high-lighting the growing economic rift between the North and South of the eurozone.

"These countries cannot devalue their way out of trouble as they used to do," said Simon Derrick, a currency strategist at the Bank of New York Mellon.

"The stress is surfacing in the bond markets instead as the default risk rises. Italy is now in the worst off all possible worlds because it needs lower rates to cushion the downturn. Instead it will have to pay higher rates on its debt. We are reaching the point where it could become a significant political issue," he said.
laplace77
00giovedì 6 marzo 2008 12:41
ooops: STAGFLAZIONE !

fino a ieri no no no

oggi...


Notizia del: 06/03/08 08:17:00 - Fonte: Finanza.com

Da Il Sole 24 Ore: Lo spettro stagflazione fa capolino nel Beige Book della Federal Reserve. Il rapporto periodico della banca centrale Usa ha infatti rilevato una combinazione di crescita debole e rialzi marcati dei prezzi.

Miscela che potrebbe tradursi a breve in spirali di recessione e inflazione difficili da combattere.

Nel Beige Book uscito ieri sera e redatto alla luce delle informazioni disponibili prima del 25 febbraio, si parla di un rallentamento dell'economia Usa in otto dei dodici distretti passati in esame.

'Da inizio anno la crescita si è indebolita e anche la produzione industriale ha mostrato debolezza o rallentamento in metà delle aree, mentre per l'altra metà si è avuto un andamento incerto o stabile', recita il Beige Book.
polfish
00giovedì 6 marzo 2008 13:38
Re: ooops: STAGFLAZIONE !
laplace77, 06/03/2008 12.41:


fino a ieri no no no

oggi...


Notizia del: 06/03/08 08:17:00 - Fonte: Finanza.com

Da Il Sole 24 Ore: Lo spettro stagflazione fa capolino nel Beige Book della Federal Reserve. Il rapporto periodico della banca centrale Usa ha infatti rilevato una combinazione di crescita debole e rialzi marcati dei prezzi.

Miscela che potrebbe tradursi a breve in spirali di recessione e inflazione difficili da combattere.

Nel Beige Book uscito ieri sera e redatto alla luce delle informazioni disponibili prima del 25 febbraio, si parla di un rallentamento dell'economia Usa in otto dei dodici distretti passati in esame.

'Da inizio anno la crescita si è indebolita e anche la produzione industriale ha mostrato debolezza o rallentamento in metà delle aree, mentre per l'altra metà si è avuto un andamento incerto o stabile', recita il Beige Book.



Si' ma in Italia e' diverso [SM=g7560]
laplace77
00venerdì 7 marzo 2008 10:27
i nodi vengono al pettine...

Notizia del: 06/03/08 08:17:00 - Fonte: Finanza.com

Da Il Sole 24 Ore: Lo spettro stagflazione fa capolino nel Beige Book della Federal Reserve. Il rapporto periodico della banca centrale Usa ha infatti rilevato una combinazione di crescita debole e rialzi marcati dei prezzi. Miscela che potrebbe tradursi a breve in spirali di recessione e inflazione difficili da combattere.

Nel Beige Book uscito ieri sera e redatto alla luce delle informazioni disponibili prima del 25 febbraio, si parla di un rallentamento dell'economia Usa in otto dei dodici distretti passati in esame. 'Da inizio anno la crescita si è indebolita e anche la produzione industriale ha mostrato debolezza o rallentamento in metà delle aree, mentre per l'altra metà si è avuto un andamento incerto o stabile', recita il Beige Book.



Notizia del: 07/03/08 08:08:08 - Fonte: Finanza.com

Da La Repubblica: Mercati senza pace. Anche ieri è stata un'altra seduta senza strappi, di record per euro e petrolio, e di cali per le Borse, che hanno rapidamente archiviato il tentativo di riscatto del giorno prima e sono tornate a scendere a capofitto (solo in Europa sono andati in fumo 95 miliardi di capitalizzazione).

Nel frattempo la crisi dei mutui subprime ha sparso nuovi miasmi - con i rischi di insolvenza di due istituzioni Usa - mentre nel Vecchio Continente la Bce ha gelato le aspettative di ribasso dei tassi, per ora e per il futuro prevedibile, ma non ha potuto evitare di tagliare le previsioni di crescita.

Insomma quanto a notizie non è mancato proprio niente. Anche gli Stati Uniti hanno contributo a spingere al pessimismo le Borse di mezzo mondo sui diffusi timori per i fortissimi problemi di liquidità di Thornbug Mortgage e di una consociate della Carlyle. Il Dow Jones ha perso l'1,77% a 12.040 punti. Ancor più ampio il ribasso del Nasdaq Composite, che ha accusato una flessione del 2,3% a 2.220,5 punti.


[SM=g7628]
laplace77
00venerdì 7 marzo 2008 10:29
Re: Re: ooops: STAGFLAZIONE !
polfish, 06/03/2008 13.38:



Si' ma in Italia e' diverso [SM=g7560]




verissimo...


abbiamo un sacco di economia sommersa da far emergere e spacciare per crescita...

[SM=g7576] [SM=g7576] [SM=g7576]
laplace77
00venerdì 7 marzo 2008 10:39
Re: Re: ooops: STAGFLAZIONE !
polfish, 06/03/2008 13.38:



Si' ma in Italia e' diverso [SM=g7560]




lo dicono in tanti che in italia e' diverso...

fonte : Punto Informatico


Lavoro IT/ Sorry, in Italia non torno

Interviste
di Giuseppe Cubasia
venerdì 07 marzo 2008



Roma - È davvero cosi verde l'erba del vicino?

Davvero sono sufficienti le mie conoscenze informatiche ed il mio inglese "buono" per candidarmi per un lavoro che mi consenta di uscire dalla condizione di "Bamboccione" a cui questi 1000 euro al mese mi condannano?

Ho provato a chiederlo ad Alex che ha scelto d'avere un futuro al di fuori dell'Italia.

Domanda: Età e da quanti anni sei fuori dall'Italia?
Quasi 35, ed ormai è più di un anno che sono andato via
Domanda: Dove sei stato e come hai maturato l'idea di andare via?
Per studio e per lavoro ho girato parecchi contesti IT internazionali, tra cui la Silicon Valley. Ovviamente non è la prima volta che mi sono trasferito all'estero per lavoro ed attualmente mi trovo a Dublino.
Sono circa dodici anni che lavoro nel settore IT, certo la mia esperienza, la mia buona conoscenza dell'inglese e la mia precedente esperienza all'estero, mi hanno aiutato non poco nel trasferimento, anche se la parola giusta sarebbe "emigrazione".
La mia decisione come quella di molti è maturata, ahimè, sopratutto a causa della crisi del settore IT, per come è gestito, soprattutto dal punto di vista della fornitura di consulenza specialistica. Aziende che fanno solo da intermediari, senza nessuna professionalità. Basta vedere gli annunci su Moster, ad esempio, di esperti di "conoscenza di prodotti di network" Inter Process Comunication di Unix, per rendersi conto che non sanno di cosa parlano.

Domanda: In Italia se hai più di 35 anni sei un vecchio e se sei senza una laurea ti è difficile inserirti in contesti competitivi: è lo stesso anche fuori?
Il discorso è un po' più complesso. È ovvio che in Italia, come ovunque, un titolo di laurea è importante, ma è ovviamente anche importantissima la capacità e l'esperienza.
Ti faccio un esempio. Un mio collega trasferitosi qualche mese fa è un perito informatico con un'esperienza di parecchi anni. Arrivato qua non ha trovato nessun problema a trovare lavoro.
Il problema è che in Italia, se noti, in tutte le inserzioni vi è scritto che è "preferibile la laurea in ingegneria" anche se il lavoro richiesto è quello di fare data entry o scansionare documenti.
Bisognerebbe guardare assai in Italia, a quale figura si cerca, e scegliere quale tra i vari candidati "fitta" (scusa l'inglesismo) di più. Ma il problema è che tante, troppe volte, le inserzioni che vedi in giro per i portali del lavoro sono per la maggior parte fatte da aziende di 5 o 6 dipendenti che vendono consulenti ad altri e che troppe volte non sanno nemmeno loro cosa il cliente chiede e così, anche per scansionare documenti, cercano un ingegnere.
Per quanto riguarda l'età, io a 35 anni non ho avuto alcun problema ad inserirmi anche in contesti internazionali importanti.
La differenza principale che ho riscontrato è che qui ti cercano per le qualifiche richieste, e per l'esperienza accumulata, ed il concetto di body-rental all'italiana qui è completamente inesistente.
Il recruiter è recruiter e basta. Vive sul supporto nella ricerca del personale e non ha certo (come succede sempre in Italia) la commessa di terze parti.

Domanda: Come ci si sente a lavorare senza l'articolo 18 (quello che obbliga il reintegro dei lavoratori)?
Bella domanda, io essendo stato consulente per parecchi anni, e avendo sulla testa il rischio del mancato rinnovo del contratto in Italia, la sentivo una spada di Damocle che pendeva ogni 3-6 mesi. Ora non avverto più questa sensazione, anzi ti dirò di più: lì dove il concetto all'italiana del licenziamento non esiste personalmente mi ci trovo assai meglio. Con il tipo di legge sul lavoro che vi è all'estero, non ne vedi di dipendenti (come vedevo nel nostro paese) che leggono il giornale, invece di lavorare.
La meritocrazia, negli altri paesi, è sentita. In Italia, vale meno di zero. Il problema è tutto lì.

Domanda: Lo stipendio che percepisci rispetto alla media dei lavori com'è e cosa ci puoi fare?
Generalmente lo stipendio rispetto agli altri lavori in Irlanda è superiore di 10k - 20k euro annui, e con le tasse molto più basse rispetto a quelle italiane si vive assai bene.
Qui un informatico non lo vedresti mai a 24k euro lordi annui, anzi ho notato con piacere che il concetto di svendita al ribasso non esiste. Se vali è giusto che ti paghino per quello che vali.
Andrebbe spiegato anche in Italia.

Domanda: So che leggi P.I. e quindi conosci com'è la situazione delle Dilbert's company italiane, qui invece come definiresti le company estere?
Beh si, PI lo leggo ormai da circa 10 anni.
Dilbert come sai è un fumetto statunitense, quindi molte " interessanti deformazioni professionali" del nostro settore sono peculiari ovunque tu vada, va da sé che ovviamente ci sono parecchi distinguo.
La qualità del lavoro nelle aziende all'estero è elevatissima.
Sono riconosciute le capacità alle persone in modo diretto e anche in modo economico.
All'estero l'organizzazione del lavoro e della struttura funziona come un orologio.
Il concetto tutto italiano, "se un professionista è bravo se ne va a chi importa" è totalmente sconosciuto, se sei bravo, fanno di tutto per evitare che te ne vada.
La qualità e il valore sono regole riconosciute e accettate, sopratutto nel settore IT americano, dove se vali riconoscono il valore e le capacità della persona.
Insomma, tirando le somme il mio giudizio è assai positivo.

Domanda: Quanto sono importanti le persone dove lavori tu?
Parecchio, sono importanti e fondamentali per il ruolo che svolgono all'interno della struttura aziendale e cooperano in modo strettissimo tra loro. Qui è impossibile vedere un Sales che dice qualcosa al cliente se prima non è stato confermato dai tecnici o dagli sviluppatori.
È impossibile vedere un Project Manager che non sappia fare il suo lavoro, (come ogni tanto vedi in Italia) perché c'è qualcuno che lo ha messo lì.
Insomma le persone sono importanti, e con loro si prendono assai seriamente i ruoli che ricoprono.

Domanda: Come è avvertita l'innovazione da Voi?
Come fatto fondamentale ed economicamente importantissimo. Più una tecnologia è nuova ed è valida, e più all'estero si prende in considerazione velocemente. All'estero, ad esempio, ho visto aziende nascere dopo pochi mesi che era uscito un rfc su un nuovo tipo di protocollo. Una cosa simile in Italia sarebbe da fantascienza.

Domanda: Pensi che vi sia un IT capace e competitivo in Italia?
Sì esiste, ma è soffocato. Diciamolo una volta per tutte: di tecnici in Italia, ci sono, e sono molto bravi, ma sono in mano ad un mercato italiano fatto di body-rental, di consulenze a mezzo servizio, e di contratti a progetto rinnovabili.
Mi è capitato più di una volta di cercare di spiegare all'azienda che mi vendeva al cliente cosa facessi. Molte volte mi guardavano sgranando gli occhi e rispondendo: "Non ci ho capito un acca"
Tira le conclusioni tu stesso.

Domanda: Quando dici che sei italiano e provi a raccontare come si lavora in Italia cosa ne pensano i tuoi colleghi?
Se ci penso mi viene da ancora da ridere. Molte volte le aziende estere guardano increduli il tuo cv e ti chiedono (e non solo a me, è una domanda ricorrente a tutti i professionisti IT italiani trasferiti): "Perché ha cambiato cosi tante aziende in poco tempo? Ci sembra bravo, perché le aziende non hanno fatto in modo che rimanesse a lavorare dove era?"
Vaglielo a spiegare che molti lavori in Italia sono a progetto con scadenza trimestrale-semestrale od annuale, per un'azienda dove sei consulente del consulente del consulente, e che quando chiudono la commessa ti salutano e ti mettono alla porta, fregandosene se sei Dennis Ritchie o l'ultimo arrivato.

Domanda: In Italia vi è la fuga delle professionalità, cosa ti indurrebbe a tornare?
Se vedessi un mercato IT come lo è in Irlanda in Inghilterra o negli States, forse tornerei, ma in un paese ingessato economicamente e qualche volta mentalmente come il nostro, lo vedo più un bel sogno che una futura e concreta realtà.

Domanda: Qualcosa di negativo però ci sarà anche all'estero. Cosa c'è che gradisci di meno?
Eh anche questa è una bella domanda. Credo non essere lingua madre, sia una cosa che dà fastidio. Parlare una lingua diversa non è sempre facile.
Molte volte è difficile esprimere concetti complessi, o seguire una conversazione quando due persone di lingua madre si mettono a parlare molto velocemente, difficilmente li segui, e dà fastidio chiedere ogni volta di ripetere lentamente.
Va detto anche che un inglese che parlasse italiano e dovesse seguire una nostra conversazione troverebbe gli stessi problemi.
Parlare comunque una lingua che non è la tua, non e mai facile, per quanto tu la conosca bene.
Per il resto, ci sono problemi di comunicazioni e incomprensioni un po' dovunque, indipendentemente se sei in Italia, negli States o in Australia.
La differenza che esiste tra il mondo di lavoro nostro e quello estero è che i problemi dovuti da differenti punti di vista sono gestiti molto meglio.
Insomma a fatica, ma di punti di vista negativi non li vedo proprio, anche volendo cercarli come invece accadono sullo Stivale.

Domanda: Come si riesce a far carriera all'estero? Mi spiego. In Italia dopo un po' un tecnico o diventa manager o la sua carriera è bloccata. Qui come funziona?
No, qui il tecnico fa la carriera del tecnico.
Prima si è tecnici, poi si diventa team leader poi technical manager di più gruppi e poi via via sempre più in alto e qualcuno può diventare anche CTO. Insomma il concetto di carriera bloccata non esiste, perché come ti dicevo prima, qui vali in base a ciò che sei, non a chi conosci.
Certo ovviamente come in tutte le aziende, dipende da quali sbocchi ci sono e da quali sono le possibilità, cambia da azienda a azienda. Ma certo che qui su una cosa sono chiarissimi: ti dicono subito dove e quanto puoi salire. Più seri di cosi.

Domanda: È vero che il lavoro è spesso gestito autonomamente? Il mito che si lavora per obiettivi ed il tempo lo gestisci tu è vero?
Si, tantissime volte ma è anche vero però che esistono delle milestones (le milestones, per le aziende, indipendentemente dalla grandezza e dalla loro prosperità, sono fondamentali), per questo in quel caso si lavora per l'obiettivo comune, e dipende sempre dal contesto, dall'azienda e nel settore in cui si opera.
Comunque confermo che se non ci sono milestones od obiettivi prefissati, mi gestisco autonomamente.

Domanda: Il miglior riconoscimento per il tuo lavoro qual è stato?
Aver sentito per la prima volta alcune frasi come:
"Bravo hai fatto un bel lavoro",
"Come mai il tuo collega non ci aveva pensato a questa soluzione?"
"Non ti preoccupare, è di mia responsabilità la faccenda".
Parole che in Italia non ho mai sentito. In Italia se il lavoro che fai è fatto bene, è una cosa normale, se è fatto male la colpa è la tua; se hai pensato ad una soluzione innovativa, ci aveva pensato qualcun'altro (che non è mai vero, ma cosi minimizzano il tuo lavoro e poi non la applicano) e soprattutto la colpa è sempre la tua. Qualsiasi cosa accada alla fine ti arriva in Carbon Copy una mail che dice che la colpa di tutto è del consulente. Nel "Bel Paese" i meriti agli altri e le rogne a te.

Domanda: Consiglieresti ad altri di seguire la tua stessa strada?
Sì assolutamente, se si è sicuri di sé e si hanno le capacità e un'esperienza idonee.



certo, in Irlanda la bolla immobiliare e' gonfia come qui, ma in Germania?!?

laplace77
00venerdì 7 marzo 2008 10:53
Re: i nodi vengono al pettine...
laplace77, 07/03/2008 10.27:


...

Notizia del: 07/03/08 08:08:08 - Fonte: Finanza.com

Da La Repubblica: Mercati senza pace. Anche ieri è stata un'altra seduta senza strappi, di record per euro e petrolio, e di cali per le Borse, che hanno rapidamente archiviato il tentativo di riscatto del giorno prima e sono tornate a scendere a capofitto (solo in Europa sono andati in fumo 95 miliardi di capitalizzazione).

Nel frattempo la crisi dei mutui subprime ha sparso nuovi miasmi - con i rischi di insolvenza di due istituzioni Usa - mentre nel Vecchio Continente la Bce ha gelato le aspettative di ribasso dei tassi, per ora e per il futuro prevedibile, ma non ha potuto evitare di tagliare le previsioni di crescita.

Insomma quanto a notizie non è mancato proprio niente. Anche gli Stati Uniti hanno contributo a spingere al pessimismo le Borse di mezzo mondo sui diffusi timori per i fortissimi problemi di liquidità di Thornbug Mortgage e di una consociate della Carlyle. Il Dow Jones ha perso l'1,77% a 12.040 punti. Ancor più ampio il ribasso del Nasdaq Composite, che ha accusato una flessione del 2,3% a 2.220,5 punti.

[SM=g7628]




eccoci...


10:20 - Borsa Amsterdam: Carlyle Capital sospeso fino a nuovo comunicato

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 07 mar - L'autorita' di controllo dei mercati olandese (Afm) ha sospeso dalle negoziazioni Carlyle Capital Corporation (Ccc).

La sospensione, ha riferito un portavoce dell'autorita', sara' effettiva fino a nuovo comunicato.

La misura e' stata decisa dopo che ieri Ccc ha annunciato di aver ricevuto un avviso di default per non essere riuscito a reintegrare i margini di garanzia.

La crisi di liquidita' ha costretto la capogruppo ad accorrere in soccorso di Ccc con una linea di credito da 150 milioni di dollari.



Carlyle e' un nome famoso...
laplace77
00venerdì 7 marzo 2008 12:35
uber allen

Germania: +1,8% produzione industriale a gennaio

Finanzaonline.com - 7.3.08/12:07

La produzione industriale tedesca nel mese di gennaio ha registrato un incremento mensile pari all'1,8%. La variazione annua è invece pari al +6,9%. I dati sono migliori delle attes degli analisti.



com'e' che loro vanno avanti a questi ritmi???

perche' hanno puntato sull'innovazione e non sulla rendita???

laplace77
00giovedì 13 marzo 2008 15:51
decupling relativo?
Deseglise (Hsbc): decupling? Sì, ma relativo

Finanzaonline.com - 13.3.08/15:41

Decupling or not decupling. E' questo il dubbio amletico che si insinua tra i guru dei mercati circa la possibilità di mercati emergenti di "disaccoppiarsi" dai quelli maturi. "La crescita mondiale dipende sempre più dai paesi emergenti che di anno in anno guadagnano galloni di importanza", ha rimarcato oggi Christian Deseglise, global head of emerging markets business di Hsbc, che ha presentato a Milano l'Emerging Markets Outlook di Hsbc Investments. Decupling or recupling? "Le teoria del decupling a livello assoluto non ha ragione d´esistere - ha tagliato corto l'ideatore dell'acronimo BRIC -, invece se si prende in considerazione il decupling a livello relativo allora sì è un fenomeno sotto gli occhi di tutti. A un rallentamento degli Usa e degli altri mercati maturi le economie emergenti risponderanno con crescite ancora molto forti anche se a tassi lievemente pià bassi". A sospingere queste economie, a detta di Deseglise, ci saranno drivers di lungo periodo come la costante crescita dei consumi domestici e gli ingenti investimenti che caratterizzano queste zone. Per quanto concerne l'andamento dei mercati, Deseglise ha rimarcato come da quando il trend dei mercati si è invertito al ribasso i mercati emergenti sono scesi con performance sostanzialmente in linea con quelli maturi nonostante la sovraperformance marcata degli ultimi anni, "una tenuta che dimostra la forza dei mercati emergenti che offrono ancora molte opportunità d´acquisto alla luce della marcata crescita degli utili attesa anche nei prossimi anni".
guido.zip
00venerdì 14 marzo 2008 11:18
Globalizzazione: la ricerca se ne va in India
.



img156.imageshack.us/img156/1106/screenshot093jv6.jpg

.
laplace77
00martedì 1 aprile 2008 14:31
Asia, revisione al ribasso?

mmm la cina faceva +10% all'anno quando inondava gli Usa di carabattole...

...ora fara' "solo" +7%???


13:59 - *** Banca Mondiale: taglia stima Pil 2008 Paesi asiatici a +7,3%

Da +8,2% previsto a novembre e contro +8,7% nel 2007

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Washington, 01 apr - La
crescita dei Paesi dell'Asia orientale rallenta marcatamente
a causa del calo dell'export, dovuto alla crisi economica
negli Usa, delle turbolenze sui mercati finanziari e dei
prezzi del petrolio. Lo afferma la Banca Mondiale in un
rapporto sulla regione dell'Asia orientale, che comprende la
Cina e il Sudest asiatico ma non Giappone, Australia e Nuova
Zelanda, nel quale ha riveduto la stima di crescita della
regione per quest'anno a +7,3% (+7,4% nel 2009) contro il
+8,2% previsto lo scorso novembre e il +8,7% registrato nel
2007.

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