Notizie macro - Crescita e globalizzazione

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dgambera
00sabato 2 maggio 2009 02:08
Licenziamenti e prezzi in calo, il Giappone torna in deflazione

La deflazione è tornata in Giappone nel mese di marzo, quando il tasso di disoccupazione ha raggiunto il suo più alto livello da quattro anni e mezzo, mentre le aziende, dalle capacità di produzione eccedentarie a causa della crisi, sono costrette a ribassare i prezzi e a licenziare.
I prezzi al consumo, esclusi quelli dei prodotti deperibili, sono ribassati in Giappone dello 0,1 per cento a marzo su base annua
, mentre il tasso di disoccupazione è aumentato dello 0,4 per cento in marzo rispetto a febbraio raggiungendo il 4,8 per cento, il suo più alto livello dall'agosto del 2004, secondo le statistiche rese note oggi dal ministero giapponese degli Affari interni.

Il ribasso dei prezzi, la prima volta dal settembre del 2007, non costituisce una sorpresa. Gli economisti si aspettavano in media un ribasso dell'ordine dello 0,2 per cento, e tutte le organizzazioni internazionali, come pure la Banca del Giappone, avevano pronosticato l'imminente riapparizione della deflazione.

Sempre a marzo la spesa delle famiglie ha ceduto in Giappone lo 0,4% a marzo, scivolando a 310.680 yen (2.390 euro), in calo per il tredicesimo mese di fila. I salari familiari, rende ancora noto il ministero degli Affari interni, si sono attestati a 443.429 yen, in flessione del 2%. Quanto all'esame delle diverse categorie, il cibo ha avuto un decremento della spesa pari al 3,8%, mentre l'abbigliamento ha segnato -3,6 per cento. In aumento, invece, le spese per la casa (+6,4%) e trasporti e tlc (+8,7%). La spesa delle famiglie è l'indicatore chiave per determinare i volumi dei consumi che hanno un peso del 55% nella composizione del Pil giapponese.

La gelata dei consumi è confermata dai nuovi dati sulle vendite di auto nel Sol Levante: in aprile si ssono registrate 166.365 immatricolazioni (-28,6% annuo), ai minimi di sempre in relazione al mese. Secondo i dati dell'Associazione dei rivenditori del Sol Levante (Jada), lo scorso mese - nono consecutivo di frenata - si è registrato il peggior risultato da quando sono partite le rilevazioni nel 1968, il cui mese di aprile aveva avuto vendite pari a 189.360 unità. Il -28,6%, che esclude le mini-auto con meno di 660 cc, è il secondo calo più pesante riferito ad aprile, alle spalle del crollo del 1974, nel pieno dello choc petrolifero.

«Le condizioni del mercato si fanno sempre più dure», ha commentato Takesho Fushimi, direttore di Jada. «Gli incentivi fiscali per l'acquisto di auto ecologiche - ha aggiunto - non hanno compensato il calo della domanda». Ad eccezione di Honda (+4% a 32.387 vetture), tutti gli altri principali produttori di vertice hanno segnato pesanti flessioni come nel caso di Toyota (-32,5%) e di Nissan (-38,7%). Male anche le mini-auto, le cui vendite sono diminuite del 13,4%, a 117.670 unità, per quello che è il sesto mese di calo consecutivo.

dgambera
00lunedì 4 maggio 2009 12:37
La Commissione Europea: «In Italia Pil a -4,4% nel 2009»

Per la Commissione Europea il Pil italiano scenderà del 4,4% nel 2009 e, dopo una graduale risalita, si attesterà solo allo 0,1% nel 2010. È quanto emerge dalle previsioni di primavera della Commissione, che rivedono al ribasso le precedenti stime del 19 gennaio, secondo cui il Pil italiano sarebbe stato al -2% quest'anno e in ripresa dello 0,3% il prossimo. La previsione Ue è peggiore rispetto a quella diffusa sabato dal governo nella Relazione Unificata: pil a -4,2% nel 2009, 0,3% nel 2010.
«Sotto la spinta di un impulso molto negativo in arrivo dal 2008, il Pil reale nel 2009 dovrebbe registrare la più forte caduta da diversi decenni» afferma Bruxelles nel documento.«La previsione per la prima metà del 2009 è fortemente sfavorevole - si legge ancora - gli indicatori di breve termine indicano una protratta riduzione dell'attività economica. In particolare la produzione industriale si è contratta in modo netto nei primi due mesi e a marzo dovrebbe diminuire di nuovo».
Certo ci sono dei segnali di miglioramento, ma per quest'anno non basteranno. «Alcuni indicatori indicano tuttavia una stabilizzazione nei prossimi mesi. La fiducia dei consumatori in aprile è migliorata e si registra un impatto positivo dagli incentivi per l'acquisto di aiuto ad efficienza energetica. In aprile c'è stata una ripresa anche nella fiducia delle imprese». Ma, osserva Bruxelles, «nonostante questo background, il Pil reale dovrebbe registrare un'altra forte contrazione nel primo trimestre del 2009 e continuare a declinare per tutta la maggior parte dell'anno, tuttavia muovendosi gradualmente verso la stabilizzazione».

Nell'Eurozona quest'anno il Pil calerà del 4% (+0,8% nel 2008), e anche se Bruxelles indica una stabilizzazione e una ripresa nel prossimo anno, le stime per il 2010 sono ancora sotto zero: -0,1%. Stesso andamento nella Ue. «L'economia europea è nel mezzo della recessione più profonda ed estesa dal dopoguerra», ha dichiarato il commissario Joaquin Almunia.

Anche sul fronte della disoccupazione non ci sono buone notizie. Nel 2009 e nel 2010 la disoccupazione italiana è destinata ad aumentare all'8,8% e al 9,4% rispettivamente, sempre secondo le previsioni di primavera della Commissione Euroepa. «Le perdite di posti di lavoro dovrebbero aumentare nel 2009, colpendo soprattutto il settore industriale, e continuare nel 2010, anche se con meno intensità», si legge nel capitolo delle previsioni dedicato all'Italia. «L'impatto della crisi economica sul mercato del lavoro è stato fino ad ora più visibile in termini di ore lavorate che di unità di lavoro», spiega la Commissione, aggiungendo: «Nonostante il peggioramento dell'attività economica, l'occupazione è aumentata nei primi 3 trimestri del 2008, soprattutto nel settore dei servizi. Ha iniziato a diminuire solo nell'ultimo trimestre». «Il tasso di disoccupazione ha iniziato ad aumentare nel 2008 poiché le persone alla ricerca di un'occupazione, molte delle quali donne o immigrati appena registrati, sono state superiori alle nuove assunzioni. Il calo dell'occupazione previsto per il 2009 e il 2010 risulterà in un ulteriore aumento del tasso di disoccupazione», scrive la Commissione. Il Tesoro, nella Relazione unificata, ha parlato di un tasso di disoccupazione dell'8,6% nel 2009 e dell'8,7% nel 2010.
In Eurolandia la disoccupazione aumenterà fino al 9,9% quest'anno, per poi salire all'11,5% nel 2010. Nei Ventisette passerà dal 9,4% al 10,9%. La situazione più grave è quella della Spagna, che dall'11,3% del 2008 è passata al 17,3% nel 2009 e rischia di arrivare al 20,5% nel 2010.
laplace77
00martedì 5 maggio 2009 12:53
alla faccia del decoupling...

...com'era?

"consumare meno, consumare tutti"?


beccatevi questo paradosso:


12:25 - General Motors: vendite record in Cina in aprile (+50%)

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Shangai, 05 mag - General
Motors ha segnato vendite record in aprile in Cina a 151.084
unita' (+50%) in aprile grazie alla buona performance dei
modelli Buick e alle piccole da 3mila dollari prodotte con
il partner cinese Wuling. Lo comunica Gm China, precisando
di essere autosufficiente rispetto alla casa madre, che e'
a rischio fallimento. Gm prevede un raddoppio delle vendite
in Cina a oltre due milioni di unita' nei prossimi 5 anni e
prevede di lanciare nel Paese oltre 30 modelli tra nuovi e
restyling. Nel 2008 ha venduto piu' di 1,09 milioni di
unita' in Cina, con un aumento di oltre il 6% verso il 2007.


dgambera
00martedì 5 maggio 2009 17:00
Usa: Bernanke, stabilizzazione e crescita economia fine 2009 (RCO)

Per mercati segnali di miglioramento, ma resta incertezza

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Washington, 05 mag - L'economia americana dovrebbe riuscire a stabilizzarsi e a tornare alla crescita positiva entro la fine dell'anno. Lo ha detto oggi il presidente della Fed, Ben Bernanke, nel corso della sua testimonianza di fronte al Congresso. Bernanke ha spiegato che il mercato immobiliare si sta stabilizzando e che il calo delle scorte, che ha provocato un calo del pil del 6,2% nel primo trimestre, e' destinato a rallentare. Restera' invece su livelli elevati 'per diverso tempo' la disoccupazione. Per quanto riguarda il settore finanziario, Bernanke ha spiegato di intravedere segnali di miglioramento anche se rimangono elementi di grande incertezza.

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Usa: Bernanke, stabilizzazione e crescita economia fine 2009 -2-

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Washington, 05 mag - 'Continuiamo a prevedere che l'economia tocchi il fondo e poi inverta la tendenza alla fine di quest'anno - ha detto Bernanke -. Questa nostra previsione poggia su due elementi cardine: da una parte l'opinione che il mercato immobiliare si sta cominciando a stabilizzare e dall'altra il fatto che la drastica riduzione delle scorte in atto rallentera' nel corso dei prossimi trimestri'. Secondo Bernanke, e' inoltre probabile che 'la ripresa prendera' velocita' solo gradualmente e la debolezza dell'economia diminuira' lentamente'. 'In particolare - ha aggiunto il governatore - e' molto probabile che le aziende rimarranno caute in quanto a nuove assunzioni e questo porta a credere che il tasso di disoccupazione rimarra' alto per diverso tempo, anche dopo che sara' tornata la crescita economica'. Quest'ultima, quando si materializzera', sara' accompagnata secondo Bernanke da un'inflazione 'debole', un'ulteriore conferma del fatto che non ci si deve attendere un ritorno ai ritmi di espansione pre-crisi. La ripresa rimane inoltre legata a doppio filo all'andamento dei mercati finanziari che nel corso delle ultime settimane hanno dato importanti segnali di vitalita'. Secondo Bernanke tuttavia i mercati rimangono sotto una situazione 'considerevole di stress'. Se i mercati dunque dovessero perdere nuovamente il loro ritmo di marcia e tornare in preda al nervosismo, l'effetto conseguente sull'economia sarebbe molto negativo e porterebbe con ogni probabilita' a spostare in la' nel tempo le prospettive di ripresa.

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La conseguenza [SM=g1749704]

Borsa: indici nervosi dopo Bernanke, Milano passa in rosso

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 05 mag - Le Borse europee hanno in prima battuta reagito positivamente alle parole del presidente della Fed, Ben Bernanke, mentre poi hanno repentinamente virato al ribasso. I trader puntano l'indice sulle prese di beneficio. Il Mibtel perde lo 0,45% e l'S&P/Mib lo 0,31%. Anche Parigi arretra dello 0,45, Francoforte dello 0,3%.
dgambera
00mercoledì 6 maggio 2009 11:50
Spagna: crolla la produzione industriale, a marzo -25% su base annua

Si fa sempre più grave la crisi economica della Spagna. Secondo i dati dell'Istituto nazionale di Statistica, in marzo la produzione industriale del paese é infatti calata del 25% su base annua, in peggioramento ulteriore dunque rispetto al -22% calcolato in febbraio e al -21% di gennaio.
La Spagna é entrata ufficialmente in recessione nel terzo trimestre dell'anno scorso pagando il collasso del settore immobiliare, il vero grande motore della sua espansione economica degli ultimi anni.

dgambera
00mercoledì 6 maggio 2009 11:53
La Bce si prepara al settimo taglio consecutivo dei tassi

FRANCOFORTE - Da Washington e da Bruxelles i segnali dell'establishment politico si vogliono ottimisti. La caduta della produzione sembra in rallentamento e il peggio è passato. Domani tuttavia la Banca centrale europea dovrebbe tagliare nuovamente il costo del denaro e introdurre misure non convenzionali per aiutare i mercati e l'economia.
Il tasso di riferimento dovrebbe scendere dall'1,25 all'1 per cento: si tratterebbe del settimo allentamento in poco più di sei mesi per un totale di 325 punti base. La scelta non sorprende: le ultime previsioni economiche fanno temere la peggiore recessione dagli anni Trenta.
Nelle loro previsioni di marzo, gli economisti della Bce prevedono un calo del Pil del 2,7 per cento. Ma proprio nei giorni scorsi sia la Commissione Europea che il governo tedesco hanno ridotto drasticamente le loro stime per il 2009: le autorità comunitarie si aspettano una contrazione dell'attività del 4% nella zona euro, l'Esecutivo del 6% in Germania.
Il timore di molti osservatori è che la stima della Bce possa essere stata superata dagli eventi, anche se la proiezione è in realtà una forchetta piuttosto ampia che va da -3,2% a -2,2. Al di là della nuova riduzione del costo del denaro, il consiglio direttivo dovrebbe annunciare anche nuove misure per aiutare mercati ed economia.
Il tema è stato discusso dai banchieri per settimane. Come ha spiegato in un recente discorso a Ginevra Lorenzo Bini Smaghi, membro del comitato esecutivo della Bce, l'istituto non vuole prendere decisioni dalle quali è difficile tornare indietro. Molti banchieri sostengono che le scelte inglesi o americane di allentamento quantitativo sono rischiose. L'ipotesi più accreditata è che la Bce annunci un allungamento delle operazioni di rifinanziamento. Attualmente, l'istituto effettua pronti contro termine della durata di sei mesi e ad ammontare indefinito. La durata potrebbe essere portata a un anno o addirittura a due anni. L'obiettivo è di offrire alle banche massime garanzie sul fronte della liquidità.
Il consiglio direttivo potrebbe inoltre permettere alla Banca europea degli investimenti (Bei) di partecipare anch'essa ai pronti contro termine della Bce, in modo da facilitare il suo rifinanziamento. Da un punto di vista politico questa decisione potrebbe essere vista come un passo in avanti nella collaborazione tra le istituzioni europee.
Infine, i banchieri dovranno decidere se e come acquistare obbligazioni sul mercato. Il tema è controverso nel consiglio direttivo. Non basta: c'è chi pensa che la Bce debba concentrarsi sull'acquisto delle sole obbligazioni private e chi invece non esclude l'acquisto di titoli pubblici.
A Francoforte l'acquisto di obbligazioni statali non piace, meglio piuttosto quelle private, tanto che uno dei tanti piani messi a punto dalla Bce prevede l'acquisto sul mercato per un periodo di sei mesi di obbligazioni bancarie garantite e di società non finanziarie con maturità relativamente brevi. Molti banchieri nazionali hanno invece l'opinione contraria.
Il tema è argomento difficile, ma secondo alcuni osservatori ormai urgente. I prezzi alla produzione nella zona euro sono scesi del 3,1% annuo in marzo, un record negli ultimi 22 anni, tanto che ieri il governatore austriaco Ewald Nowotny ha spiegato che «nel futuro prevedibile i rischi sono di deflazione, non di inflazione».
dgambera
00giovedì 7 maggio 2009 13:30
Una ripresa mondiale a forma di uncino

Una ripresa a "uncino". Il mondo uscirà da questa crisi economia senza precedenti incamminandosi lungo un percorso insolito e inedito, nel corso del 2009-2010 la ripresa sarà fiacca e prenderà la forma di un amo, di un gancio perché non riuscirà a ritornare ai livelli pre-crisi con una lenta conversione a "U" né con un vigoroso rimbalzo dalle sembianze di "V" . E' questo lo scenario a uncino, letteralmente "hook", proposto ieri dall'agenzia di rating Moody's che, allineandosi ai cambiamenti strutturali in atto, ha deciso di entrare in rotta di collisione con i vecchi schemi. Mettendo in discussione le tradizionali lettere "U", "V" e "L" utilizzate di solito per descrivere l'andamento futuro dell'economia, Moody's introduce una via di mezzo tra la "U" e la "L" che alla fine è una "J" rovesciata. Un sollievo per chi teme la stagnazione modello-giapponese, perché il gancio all'insù significa ripresa anche se a metà strada. Ma anche una delusione per chi scommette ancora su un'economia mondiale in grado di azzerare in tempi non lunghissimi gli effetti di questa grave crisi.

Il ragionamento di Moody's, affidato alla spiegazione del capoeconomista Pierre Cailleteau, è lineare, affatto uncinato. Le elaborazioni degli ultimi dati macroeconomici mondiali per il 2009 sono state tali, è questa la tesi, da rendere "fantasiosa" la prospettiva di una ripresa a "V". Il che significa: l'economia globale non ce la farà a ritornare ai livelli "normali" pre-2007, dopo una brusca frenata e una violenta contrazione. Lo scenario favorito da Moody's, a fine 2008, era quello della "U", che significava un'economia mondiale che si contrae e dopo una pausa torna a salire, sia pur non velocemente, riposizionandosi sui vecchi tassi di crescita. "Questa prospettiva a "U" è sempre più improbabile", si legge nel rapporto dell'agenzia di rating. Nella peggiore delle ipotesi, il mondo potrebbe piombare in un andamento economico a forma di "L", cioè a una stagnazione lunga svariati anni: ma non è questo che avverrà, secondo Cailleteau che prevede invece una ripresa lenta, fiacca che non riesce a tornare ai livelli pre-crisi completando la forma della "U". Per l'appunto, disegnando un uncino. "Nonostante i tentativi di stabilizzazione in Cina e negli Stati Uniti, il processo di ripulire i bilanci delle banche e delle famiglie è lontano dall'essere concluso", è scritto nel rapporto, "e intanto i governi stanno assumendo più rischi sui conti pubblici con una serie di stimoli fiscali non convenzionali".
dgambera
00giovedì 7 maggio 2009 14:08
La Bce taglia di un quarto di punto. Costo del denaro all'1%

La Banca centrale europea ha tagliato di un quarto di punto il tasso di riferimento, portandolo all'1 per cento. Lo ha deciso il Consiglio direttivo dell'istituto centrale a Francoforte. Per i tassi monetari nell'area euro è il nuovo minimo storico. Con la nuova riduzione da 0,25 punti, come quella del mese scorso, con cui il principale riferimento sul costo del danaro scende all'1 per cento. Questo taglio potrebbe rappresentare l'ultimo della manovra espansiva sui tassi finora seguita dalla Bce. Sempre oggi è si riunito anche il direttorio della Banca d'Inghilterra, sulla sterlina il costo del danaro è stato già abbassato nei mesi scorsi al minimo storico dello 0,5 per cento. Ma, a differenza della Bce, la Banca d'Inghilterra ha lasciato invariati i tassi d'interesse della Gran Bretagna che restano così fermi allo 0,5 per cento.

A inizio settimana la Commissione europea ha pubblicato nuove stime secondo cui quest'anno il Pil dell'Unione monetaria segnerà un -4 per cento, cui dovrebbe seguire una quasi stabilizzazione nel 2010, con un meno 0,1 per cento. Tuttavia nelle ultime settimane, alcuni dati e indagini congiunturali, enfatizzati da diversi esponenti di autorità nazionali e istituzioni finanziarie internazionali, hanno mostrato possibili segnali di miglioramento del quadro. Tanto che sui mercati ha guadagnato terreno la valutazione che la fase più acuta della crisi sia stata superata, specialmente negli Usa.
dgambera
00giovedì 7 maggio 2009 15:16
Bce, Trichet: sì ad acquisti bond. Inflazione negativa a metà anno

La Banca centrale europea varerà altre misure «non convenzionali» di politica monetaria a sostegno dell'economia. Lo ha annunciato oggi il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet durante la conferenza stampa successiva al consiglio direttivo della banca centrale d'Europa. Nella riunione odierna, ha detto il presidente, è stato deciso di procedere anche all'acquisto diretto di obbligazioni, nella fattispecie «covered bonds», o obbligazioni garantite, come la Fed o la Banca d'Inghilterra (ma i dettagli di queste operazioni verranno annunciati solo in occasione della prossima riunione di inizio mese a giugno). La Bce, inoltre, effettuerà anche nuove operazioni di rifinaziamento a tasso fisso a scadenze più lunghe (da sei mesi a un anno) a favore delle banche commerciali.

Dopo il taglio deciso oggi, ha spiegato ancora Trichet, «il livello dei tassi di interesse nell'Eurozona è adeguato, pur non rappresentando il minimo», ma la Bce ha deciso la via dell'allentamento quantitativo alla luce del continuo calo dell'inflazione e della «grave» recessione in cui si muove la congiuntura europea. L'inflazione nell'Eurozona potrebbe risultare negativa a metà anno.

dgambera
00giovedì 7 maggio 2009 15:20
Le più grandi economie mondiali a confronto

Nazione2009
Forchetta di crescitaIncertezzaTendenzaForchetta di crescita disoccupazione
Argentina-3.0 / -2.0INeutro--
Australia-1.5 / -0.5INegativo6.5 / 7.0
Brasile-1.5 / -0.5IINeutro--
Canada-3.0 / -2.0IINeutro8.5 / 9.0
Cina6.0 / 7.0IPositivo--
Francia-3.5 / -2.5INeutro9.5 / 10.0
Germania-6.0 / -5.0IIIPositivo8.5 / 9.0
India4.0 / 5.0IINeutro--
Indonesia2.5 / 3.5IINegativo--
Italia-4.5 / -3.5INegativo9.0 / 9.5
Giappone-6.5 / -5.5IIIPositivo4.5 / 5.5
Messico-4.0 / -3.0IINegativo--
Russia-7.0 / -6.0IPositivo--
Sud Africa-0.5 / 0.5IINeutro--
Sud Corea-4.0 / -3.0INeutro--
Turchia-5.0 / -4.0IIPositivo--
Regno Unito-4.0 / -3.0IINeutro7.5 / 8.5
Stati Uniti-3.0 / -2.0IIINeutro8.5 / 9.5


Nazione2010
Forchetta di crescitaIncertezzaTendenzaForchetta di crescita disoccupazione
Argentina1.0 / 2.0INegativo--
Australia0.5 / 1.5IINeutro7.5 / 8.5
Brasile2.0 / 3.0IIPositivo--
Canada1.0 / 2.0IINeutro9.5 / 10.5
Cina7.5 / 8.5INeutro--
Francia0.0 / 1.0IINeutro10 / 11
Germania-0.5 / 0.5IIINeutro10.5 / 11.5
India5.5 / 6.5IINeutro--
Indonesia3.5 / 4.5IIINeutro--
Italia-0.5 / 0.5INeutro9.5 / 10.5
Giappone0.0 / 1.0INeutro5.5 / 6.5
Messico1.0 / 2.0IINeutro--
Russia1.5 / 2.5INegativo--
Sud Africa2.0 / 3.0IINeutro--
Sud Corea2.0 / 3.0IINegativo--
Turchia1.5 / 2.5INeutro--
Regno Unito-0.5 / 0.5IIPositivo9.0 / 10
Stati Uniti1.0 / 2.0IIINegativo9.5 / 10.5

1) I livelli di incertezza (I,II,III in ordine crescente) sono calcolati comparando le differenze fra le previsioni migliori e peggiori realizzate da fonti come Imf, Wb, Oecd, Eurostat, JPMorgan e Moody's e la deviazione standard del tasso di crescita reale negli ultimi 20 anni
2) Se il bilanciamento dei rischi è positivo, significa che esiste una tendenza al rialzo

dgambera
00giovedì 7 maggio 2009 18:03
Trichet: al via acquisti di bond. Recessione grave ma la svolta è vicina. Tassi all'1 per cento

La Banca centrale europea varerà altre misure «non convenzionali» di politica monetaria a sostegno dell'economia. Lo ha annunciato oggi il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet durante la conferenza stampa successiva al consiglio direttivo della Banca centrale europea che ha ridotto il costo del denaro di un quarto di punto, all'1 per cento.

Nella riunione odierna, ha detto il presidente, è stato deciso di procedere anche all'acquisto diretto di obbligazioni, nella fattispecie «covered bonds», o obbligazioni garantite, sulla scorta della strategia di quantitative easing già avviata dalla Fed e dalla Banca d'Inghilterra (quest'ultima proprio oggi ha alzato il piano di acquisti di bond a 76 miliardi di dollari e ha tenuto i tassi fermi allo 0,5%), per un valore di circa 60 miliardi (i dettagli di queste operazioni verranno annunciati solo in occasione della prossima riunione di inizio mese a giugno). La Bce, inoltre, effettuerà anche nuove operazioni di rifinanziamento a tasso fisso a scadenze più lunghe (da sei mesi a un anno) a favore delle banche commerciali.

La prima sarà annunciata il 23 giugno prossimo e avrà come tasso base il saggio applicato all'asta di rifinanziamento condotta ogni settimana dalla Bce. In seguito, il tasso «potrà comprendere anche uno spread rispetto al tasso dell'operazione principale, sulla base delle circostanze prevalenti al momento».

Le aste a 12 mesi saranno condotte in aggiunta a quelle normali e straordinarie a tre e a sei mesi e saranno a tasso fisso e con ammontare illimitato. Infine, la Bce ha deciso di allargare il gruppo di istituzioni ammesse alle operazioni di rifinanziamento alla Bei, la Banca europea degli investimenti che, a partire dall'8 luglio prossimo, potrà prendere parte, attraverso la Banca del Lussemburgo, a tutte le aste di rifinanziamento e accedere ai vari sportelli della Bce alle stesse condizioni di ogni altra controparte.

Trichet ha sottolineato che «in linea di principio» saranno acquistati covered bond (uno dei mercati «più danneggiati dalla crisi») denominati in euro ed emessi da società dell'Eurozona «per un volume previsto di 60 miliardi» circa. Le modalità dell'operazione saranno rese note dopo l'incontro del Consiglio direttivo del 4 giugno prossimo. «Abbiamo deciso solo per quanto riguarda i covered bond - ha ribadito il numero uno dell'Eurotower - non su altri strumenti di investimento».

Dopo il taglio deciso oggi, ha spiegato ancora Trichet, «il livello dei tassi di interesse nell'Eurozona è adeguato, pur non rappresentando il minimo», ma la Bce ha deciso la via dell'allentamento quantitativo alla luce del continuo calo dell'inflazione e della «grave» recessione in cui si muove la congiuntura europea. L'inflazione nell'Eurozona potrebbe risultare negativa a metà anno.

Trichet ha infine chiarito che in giugno sarà apportata una netta revisione al ribasso delle stime rispetto ai dati diffusi in marzo, per portarle in linea con quanto già annunciato da Commissione Europea e Fmi, mentre il secondo trimestre sarà negativo «ma molto meno di quanto visto in precedenza».

La Bce, del resto, ha deciso di tagliare di nuovo il tasso di rifinanziamento, di 25 punti base a un nuovo minimo storico dell'1 «in vista di tassi di inflazione sempre moderati a causa del forte calo registrato dai prezzi delle materie prime e del marcato indebolimento dell'attività economica nell'Eurozona e a livello globale». L'Eurozona, come il resto del mondo, «sta attraverso una fase di grave rallentamento economico con livelli di domanda dall'estero e interna sempre molto debole nel 2009, prima di una graduale ripresa nel corso del 2010». Gli ultimi dati e inchieste «suggeriscono, tuttavia, qualche primo segnale di stabilizzazione a livelli molto bassi, dopo un primo trimestre molto più debole del previsto».

Commentando l'emergere o meno di primi segnali di stabilizzazione, anche se ai minimi congiunturali, un messaggio già lanciato dalla Federal Reserve, Trichet ha spiegato durante il question time che «tutti hanno potuto vedere oggi un dato dalla Germania che può essere definito, per la prima volta, incoraggiante e tutti hanno potuto vedere una serie di dati coincidenti che segnano un miglioramento dopo una serie di indicazioni molto negative».

«Dopo una scivolone senza fine, possiamo vedere una stabilizzazione, ma bisogna essere realistici e sottolineare che si tratta di una stabilizzazione a livelli molto bassi. Dipenderà da noi, da quanto riusciamo a riportare fiducia tra tutte le parti che agiscono sul mercato, se questi primi germogli verdi di una possibile ripresa potranno diventare più verdi».

La valutazione, piuttosto negativa, fatta sull'andamento congiunturale in corso nel'Eurozona, ha sottolineato poi Trichet nel suo commento introduttivo, «tiene conto di una serie di previsti andamenti negativi, come il prevedibile peggioramento del mercato del lavoro» nell'Eurozona. Allo stesso tempo, gli indicatori disponibili sull'attese inflative sul medio-lungo termine segnalano che queste restano «saldamente stabili» intorno al livello giudicato più adatto dal Consiglio direttivo che è «di un livello inferiore, ma vicino al 2%».

Su queste basi, ha affermato Trichet, «possiamo dire che, dopo le decisioni di oggi, la stabilità dei prezzi potrà essere garantita nel medio termine, sostenendo così il potere di acquisto delle famiglie dell'Eurozona». La previsione è che «l'attività economica continuerà a essere molto debole per il resto dell'anno, prima di riprendersi gradualmente nel corso del 2010». I rischi su questa previsione «sono equilibrati» e dipendono soprattutto da un possibile impatto, maggiore del previsto, dalle turbolenze finanziarie sull'economia reale, mentre sul fronte positivo, le ampie misure prese a livello globale contro la crisi «potrebbero farsi sentire anticipatamente».
grella
00venerdì 8 maggio 2009 20:29
italia pil indice pmi del settore manifatturiero e dei servizi



laplace77
00lunedì 11 maggio 2009 10:11
in italia e' diverso...

...e' peggio che in francia:

Francia: -1,4% m/m produzione industriale marzo, sotto attese

Finanzaonline.com - 11.5.09/09:52

La produzione industriale francese nel mese di marzo ha segnao un calo mensile pari all'1,4%, dato inferiore al -0,5% atteso dal mercato. La varaizione annua si attesta quindi al -15,5%.


vs.

Italia: -4,6% m/m produzione industriale a marzo, sotto attese

Finanzaonline.com - 11.5.09/10:03

La produzione industriale italiana nel mese di marzo ha registrato un calo mnensile pari al 4,6%. Il dato annuo registra una contrazione pari al 23,8%. I dati sono ampiamente peggiori delle stime degli analisti che si attendevano un calo mensile pari all'1,8%, -21,2% su base annua.



notare che in entrambi i casi "il calo e' maggiore delle attese"

[SM=g1750163]


laplace77
00lunedì 11 maggio 2009 10:37

fonte: repubblica


Su base annua arretrano soprattutto i prodotti metallurgici (-38,6%)

Industria, produzione -23,8%
E' il dato più basso dal 1991


Malissimo gli autoveicoli: -35,1% tendenziale, -40,7% sul trimestre precedente
Unico segno più quello dei prodotti farmaceutici: +5,3% tendenziale
Industria, produzione -23,8% E' il dato più basso dal 1991


ROMA - Anche l'Istat definisce un "calo eccessivamente elevato" quello registrato dalla produzione industriale, che a marzo è arretrata rispetto al mese precedente del 4,6% e nel primo trimestre 2009 ha perso il 9,8% rispetto al trimestre precedente. Robusto anche il calo tendenziale: rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, rileva infatti l'Istat, la produzione è calata del 23,8% (si tratta di un dato corretto, dato che ci sono stati 22 giorni lavorativi contro i 20 di marzo 2008; -18,2% è invece il dato grezzo).

Come già per il dato di febbraio, il dato tendenziale corretto è ancora il più basso mai toccato nelle serie storiche dell'Istat (dal 1990, con il primo dato annuo a gennaio 1991).

Guardando alle variazioni congiunturali, la peggiore è quella registrata dai beni intermedi (che servono a produrre altri beni): -5,4%; la produzione dei beni di consumo è arretrata del 4,3% e quella dei beni strumentali del 4,1%. Su base annua (dato corretto per giorni lavorativi) i beni strumentali perdono il 25,6%.

Tra i settori, rispetto a febbraio arretra maggiormente la produzione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (-10,6%); industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-9,9%); metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-9,3%).

Su base annua in testa metallurgia (-38,6%); apparecchiature elettriche (-36,4%); mezzi di trasporto (-30%). La produzione di autoveicoli in
Italia ha registrato a marzo 2009 una flessione annua del 35,1%; nella media dei primi tre mesi dell'anno, rispetto all'ultimo trimestre 2008, la flessione è stata del 40,7%.

Nelle rilevazioni annue c'è un solo segno più, quello dei prodotti farmaceutici, che rispetto al marzo 2008 hanno segnato un incremento di produzione del 5,3%.

(11 maggio 2009)



che ci frega, tanto c'e' la "ripresina"

[SM=g1750163]

grella
00lunedì 11 maggio 2009 11:57
Re:
laplace77, 11/05/2009 10.37:


fonte: repubblica


Su base annua arretrano soprattutto i prodotti metallurgici (-38,6%)

Industria, produzione -23,8%
E' il dato più basso dal 1991


Malissimo gli autoveicoli: -35,1% tendenziale, -40,7% sul trimestre precedente
Unico segno più quello dei prodotti farmaceutici: +5,3% tendenziale
Industria, produzione -23,8% E' il dato più basso dal 1991




(11 maggio 2009) [/C


che ci frega, tanto c'e' la "ripresina"

[SM=g1750163]




Come già per il dato di febbraio, il dato tendenziale corretto è ancora il più basso mai toccato nelle serie storiche dell'Istat (dal 1990, con il primo dato annuo a gennaio 1991).

Della serie è il dato più basso da quell'anno solo per il fatto che le rilevazioni di quel tipo iniziarono nel 91?.........Quindi in teoria anche dall'81 o dal 77..........non si potrà mai sapere...... [SM=g1749704]







damiX77
00lunedì 11 maggio 2009 21:35
Io emigro sotto il protettorato di Chuck
[SM=g1750826] http://petrolio.blogosfere.it/2009/05/secessione.html
dgambera
00giovedì 14 maggio 2009 15:38
Spagna, peggiore contrazione del Pil da mezzo secolo

Terzo trimestre consecutivo di recessione economica per la Spagna, che a inzio 2009 ha assistito a un aggravamento del quadro: si tratta della peggiore contrazione da oltre 40 anni. Il Pil del paese ha infatti segnato una flessione dell'1,8% dal trimestre precedente, secondo i dati diffusi dall'istituto di statistica spagnolo, dopo il meno 1 per cento registrato nell'ultimo trimestre del 2008 e il meno 0,3 per cento del terzo trimestre. Nel paragone su base annua il Pil dei primi tre mesi risulta diminuito del 2,9 per cento. La Spagna è a sua volta caduta in recessione dopo un lungo ciclo di forte espansione economica, innescato nel 1993 e in parte anche alimentato da un forte progresso del settore immobiliare, che ora assiste a una correzione al ribasso.
dgambera
00giovedì 14 maggio 2009 18:35
Germania, deficit record a 50 miliardi nel 2009

La crisi economica potrebbe costare alla Germania il doppio di quanto speso per la riunificazione del Paese 20 anni fa. L'allarme è stato lanciato oggi dal ministro delle Finanze Peer Steinbruck, secondo il quale quest'anno il deficit di bilancio toccherà i 50 miliardi di euro, il livello record del dopoguerra, a fronte degli 11,9 miliardi registrati nel 2008. Ma la situazione si aggraverà nel 2010 con una previsione di deficit di 90 miliardi, come conseguenza del previsto calo delle entrate e dell'aumento delle spese connesse alla crisi. Il precedente record, pari a 40 miliardi di euro, erastato registrato nel 1996, in larga parte come conseguenza dei costi della riunificazione tra Germania Occidentale e Orientale.

Le conseguenze delle proiezioni del Governo tedesco si riverberano con forza anche a livello europeo, non solo per il peso della Germania, che da sola "vale" per circa un terzo del Pil di Eurolandia. Ma anche perché le cifre diffuse da Steinbruck implicano un netto sfondamento del limite di deficit del 3% del Pil fissato dal trattato di Maastricht. L'appesantimento del deficit è oltretutto fonte di imbarazzo per la cancelliera Angela Merkel, che la scorsa settimana si è impegnata a tagliare le imposte sui redditi se il suo partito, la Cdu, vincerà le elezioni del 27 settembre. La promessa della Merkel, per la quale non è stata specificata la data di attuazione, è stata formulata nel tentativo di porre fine al dibattito nel suo schieramento tra i paladini dei tagli alle tasse e i sostenitori del risanamento di bilancio.
dgambera
00venerdì 15 maggio 2009 09:50
Germania: il Pil cala del 3,8%. È il dato peggiore da 40 anni

Il Pil tedesco nel I trimestre del 2009 ha registrato una contrazione del 3,8% rispetto al quarto trimestre 2008 (che aveva segnato una flessione del 2,2%). Su base annuale la flessione è del 6,9 per cento. Un risultato peggiore delle stime degli analisti che indicavano un calo del 3,3%. Lo riferisce l'Ufficio federale di statistica di Wiesbaden.
Si tratta del calo peggiore da almeno quasi quarant'anni, da quando cioè, nel 1970 sono iniziate le prime rilevazioni statistiche. È inoltre la prima volta che si registrano quattro contrazioni consecutive del Pil
. Il dato del I trimestre è anche peggiore rispetto alle previsioni degli analisti.
dgambera
00venerdì 15 maggio 2009 12:28
Crolla il Pil in Italia: -5,9%. Peggiore trimestre dal 1980

È il dato fornito dall'Istat che sottolinea come si tratti del quarto calo consecutivo. Una situazione analoga tra il 1992 e il 1993, ma con variazioni negative molto più contenute


Le variazioni registrate dal Pil nel primo trimestre dell'anno (-5,9% annuo e -2,4% su precedente trimestre) sono le peggiori dal 1980, cioè dall'inizio della nuova serie storica confrontabile. Lo spiega l'Istat sottolineando che per quanto riguarda la variazione congiunturale (-2,4%) si tratta del quarto calo consecutivo. Una situazione analoga si era registrata tra il '92 e il '93 con sei variazioni negative di seguito ma di entità minore (dgambera: quante analogie) .

Il calo del Pil è la sintesi, congiunturalmente, di una diminuzione del valore aggiunto dell'agricoltura, dell'industria e dei servizi. Nel primo trimestre 2009 il Pil è diminuito in termini congiunturali dell'1,9% nel Regno Unito e dell'1,6% negli Stati Uniti. In termini tendenziali il Pil è diminuito del 4,1% nel Regno Unito e del 2,6% negli stati Uniti.
dgambera
00venerdì 15 maggio 2009 12:37
Francia entra in recessione, Pil: -1,2%

La Francia è entrata ufficialmente in recessione con una contrazione del Pil nel primo trimestre dell'1,2%, rispetto al trimestre precedente, dopo quella dell'1,5% del quarto trimestre del 2008. Lo ha reso noto oggi l'ufficio centrale di statistica Insee.

Secondo i dati comunicati stamani dall'Insee, nel 2008 la crescita del Pil in Francia è stata dello 0,3% e non dello 0,7% come indicato dalla precedente stima, con la contrazione dell'ultimo trimestre ora valutata all'1,5% e non più 1,1%.

Inoltre, in base ai dati provvisori diffusi dal ministero del Lavoro, nei primi tre mesi del 2009 in Francia sono stati persi 138 mila posti di lavoro, più che nell'intero 2008,1 con un calo dell'occupazione dello 0,9% su base trimestrale e del 2% su base annua. Gli occupati, escluse agricoltura, pubblica amministrazione, scuola e salute, sono risultati pari a 15,751 milioni.


Il deficit pubblico della Francia (Stato, sicurezza sociale, enti locali) é salito a 14,6 miliardi di euro raggiungendo il 3,4% del Pil nel 2008, con un debito pubblico arrivato a 1.327,1 miliardi, pari al 68,1% del Pil. Nel 2007 il rapporto deficit/Pil era al 2,7% con un debito al 63,8%. Il rallentamento dell'attività economico nel 2008 ha ridotto le entrate fiscali, l'Iva e le tasse pagate dalle società.
dgambera
00domenica 17 maggio 2009 16:43
Ocse: stipendi italiani tra i più bassi, 17% in meno rispetto alla media

Gli italiani incassano ogni anno retribuzioni medie tra le più basse dei Paesi Ocse. Con un salario netto di 21.374 dollari, l'Italia si colloca al 23esimo posto della classifica dei 30 paesi dell'organizzazione di Parigi.

Le buste paga sono più pesanti non solo in Gran Bretagna, Stati Uniti, Germania, Francia, ma anche Grecia e Spagna. È quanto risulta dal rapporto Ocse sulla tassazione dei salari, aggiornato al 2008 e appena pubblicato. La classifica riguarda il salario netto annuale di un lavoratore senza carichi di famiglia. È calcolato in dollari a parità di potere d'acquisto. Gli italiani guadagnano mediamente il 17% in meno della media Ocse. Salari italiani penalizzati anche se il raffronto viene fatto con la Ue a 15 (27.793 di media) e con la Ue a 19 (24.552).

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Gli stipendi medi netti annuali dei paesi Ocse

Valori espressi in dollari riferiti a un lavoratore single senza carichi di famiglia e sono calcolati a parità di potere d'acquisto

1Corea39.931
2Regno Unito38.147
3Svizzera36.063
4Lussemburgo36.035
5Giappone34.445
6Norvegia33.413
7Australia31.726
8Irlanda31.337
9Paesi Bassi30.796
10Stati Uniti30.774
11Germania29.570
12Austria28.996
13Svezia27.581
14Canada26.994
15Grecia26.512
16Belgio26.311
17Francia26.010
18Finlandia25.911
19Islanda25.134
20Spagna24.632
21Danimarca24.531
22Nuova Zelanda23.650
23ITALIA21.374
24Portogallo19.150
25Repubblica Ceca14.540
26Turchia13.849
27Polonia13.010
28Rep. Slovacca11.716
29Ungheria10.332
30Messico9.716
 MEDIA Ocse25.739
 MEDIA Ue-1527.793
 MEDIA Ue-1924.552
Fonte: Ocse, Rapporto sul prelievo fiscale sui salari 2007-2008
grella
00martedì 19 maggio 2009 20:07
Marchionne: «A Opel offriamo molti asset». Sindacati perplessi

L'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, ha confermato oggi che l'offerta del Lingotto per la Opel - che sarà presentata domani al governo di Berlino - non prevede contanti, ma l'apporto di attività. «Penso che possiamo offrire molto alla Opel», ha detto Marchionne nel corso di un'intervista a Bloomberg tv. «La nostra offerta prevede un mucchio di asset, che producono contanti e che sono buoni (come i contanti) e probabilmente meglio dei contanti», ha spiegato il top manager. E poi: «I contanti finiscono, gli asset che producono contanti no».
www.ilsole24ore.com

[SM=g1750147] [SM=g1750147] [SM=g1750147]

Quest'uomo sta tentando un'impresa mai vista prima ..........inchiapp****re amaericani e tedeschi in un sol botto.......!!! [SM=g10303] [SM=g1748862]





grella
00martedì 19 maggio 2009 20:14
AIG accelera in vista di cessione attività asiatiche

Il cerino.......... a chi lo dò ?

18-05-2009 18:06 - American International Group (AIG) accelera nella separazione dalle sue attività asiatiche, la cui vendita è prevista nell’ambito del piano di dismissioni necessarie a ripagare gli aiuti di stato ricevuti dalla compagnia.
La compagnia ha infatti deciso di accelerare la quotazione della controllata American International Assurance Company, assistita da The Blackstone Group Lp. L’Ipo dovrebbe poter attrarre un buon numero di investitori secondo vari esperti vista la robusta crescita registrata negli ultimi trimestri da tali attività, in particolare nel Sud Est asiatico. (l.s.)

www.bluetg.it
dgambera
00martedì 19 maggio 2009 20:24
Re: Marchionne: «A Opel offriamo molti asset». Sindacati perplessi
grella, 19/05/2009 20.07:


L'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, ha confermato oggi che l'offerta del Lingotto per la Opel - che sarà presentata domani al governo di Berlino - non prevede contanti, ma l'apporto di attività. «Penso che possiamo offrire molto alla Opel», ha detto Marchionne nel corso di un'intervista a Bloomberg tv. «La nostra offerta prevede un mucchio di asset, che producono contanti e che sono buoni (come i contanti) e probabilmente meglio dei contanti», ha spiegato il top manager. E poi: «I contanti finiscono, gli asset che producono contanti no».
www.ilsole24ore.com

[SM=g1750147] [SM=g1750147] [SM=g1750147]

Quest'uomo sta tentando un'impresa mai vista prima ..........inchiapp****re amaericani e tedeschi in un sol botto.......!!! [SM=g10303] [SM=g1748862]









Sono d'accordo: immagino già gli asset [SM=g1747532]

Mi fa solo rabbia che questi stanno facendo gli avvoltoi usando i soldi delle nostre tasse, dopo anni di aiuti a fiumi. [SM=g7626]
nazionalsindacalista
00mercoledì 20 maggio 2009 13:43
GIAPPONE VERSO LA DEPRESSIONE: CROLLO DEL PIL NEL PRIMO TRIMESTE (ANNUALIZZATO) A -15,2%. E' IL PEGGIOR CROLLO DAL 1955, PRIMO ANNO DELLA SERIE STORICA...

www.agi.it/economia/notizie/200905201015-eco-rt11027-giappone_crollo_record_del_...
labottegadelfuturo
00mercoledì 20 maggio 2009 13:53
Re:
nazionalsindacalista, 20/05/2009 13.43:

GIAPPONE VERSO LA DEPRESSIONE: CROLLO DEL PIL NEL PRIMO TRIMESTE (ANNUALIZZATO) A -15,2%. E' IL PEGGIOR CROLLO DAL 1955, PRIMO ANNO DELLA SERIE STORICA...

www.agi.it/economia/notizie/200905201015-eco-rt11027-giappone_crollo_record_del_...



porelli...gli manca solo Godzilla che gli butta giu un paio di palazzi o qualche invasione aliena concentrata su Tokio e stiamo a posto
:P

Lost Decade,depressione 2009...stai a vedere se questi non si inventano una guerra con la Corea ;)

grella
00mercoledì 20 maggio 2009 17:53
Re: Re:
labottegadelfuturo, 20/05/2009 13.53:



porelli...gli manca solo Godzilla che gli butta giu un paio di palazzi o qualche invasione aliena concentrata su Tokio e stiamo a posto
:P

Lost Decade,depressione 2009...stai a vedere se questi non si inventano una guerra con la Corea ;)




Non è che loro calcolano il PIl da giapponesi e noi da italfuffa?............. no perchè a sto punto il dubbio è forte.... [SM=g10303]




dgambera
00mercoledì 20 maggio 2009 22:45
Ottimismo - 1
Fed taglia le stime per il 2010. Lenta ripresa nel II semestre

L'economia americana non tornerà a crescere secondo gli obiettivi di lungo termine della Fed "prima di cinque o sei anni", non prima dunque del 2014 nel migliore del casi. E' quanto emerge dalle discussioni dei membri del Federal Open Market Committee in occasione dell'ultima riunione del 28-29 aprile.
In quell'occasione, i governatori hanno rivisto al ribasso le stime di calo del pil per il 2009 in una forbice compresa tra -1,3% e -2% mentre per il 2010 è ora prevista una ripresa più lenta, con un tasso di espansione compreso tra il 2 e il 3 per cento. Per stimolare l'economia, i governatori hanno discusso della possibilità di varare nuovi acquisti di asset e titoli del Tesoro. Vengono tuttavia rilevati segnali di attenuazione della caduta delle attività nel secondo trimestre e si continua a puntare su un inizio di ripresa nella seconda metà dell'anno. Il tasso di disoccupazione potrebbe tuttavia arrivare a toccare il 9,6% entro fine anno.
Le nuove previsioni macroeconomiche che hanno costituito la base di discussione dell'ultima riunione del Fomc prevedono inoltre un'inflazione contenuta tra lo 0,6 e lo 0,9% nel corso del
2009 per poi salire in misura molto modesta a una forbice dell'1-1,6% nel 2010 e dell'1-1,9% nel 2011. Non si prevede dunque, almeno per il momento, un fenomeno inflazionistico significativo nonostante l'enorme massa monetaria riversata sui mercati per stimolare la crescita e la politica di tassi zero adottata dalla banca centrale da ormai diversi mesi
.
Guardando a un orizzonte più lontano, la Fed vede una possibile espansione al ritmo del 3,5%-4,8% nel 2011 e una crescita moderata compresa tra il 2,5 e il 2,7% negli anni a seguire. Nel complesso, la maggior parte dei membri del Fomc ritiene tuttavia che l'economia non sarà conforme agli obiettivi di crescita, di riduzione della disoccupazione e di aumento dell'inflazione prima di cinque o sei anni. Dunque per un ritorno a una crescita sostenibile e secondo il potenziale la data più vicina pare quella del 2014 o del 2015
dgambera
00mercoledì 20 maggio 2009 22:50
Ottimismo - 2 e 3
Marcegaglia: «La crisi non è finita, non bisogna abbassare la guardia»

«La crisi non è affatto finita, è una crisi grave e vera, il cammino è ancora difficile, non bisogna abbassare la guardia». Così si è espressa, secondo quanto si apprende, la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, nel suo intervento all'assemblea privata di Confindustria. Davanti ai 1.340 presenti, Marcegaglia avrebbe inoltre ribadito la necessità di fare riforme «perché in questo momento di crisi bisogna mettere il Paese in grado di avere livelli accettabili di crescita una volta che verrà la ripresa». Su questo punto, ha concluso Marcegaglia, «l'impegno di Confindustria sarà molto forte».

Nel suo intervento, riferiscono le fonti, Emma Marcegaglia ha fatto il bilancio di un anno di presidenza. Accolta con un lunghissimo e caloroso applauso, la presidente di viale dell'Astronomia ha ringraziato i presenti per essere stati vicini alla sua presidenza «in un anno molto complicato», e l'intera squadra di Confindustria per il lavoro svolto. Marcegaglia ha quindi elencato i risultati ottenuti in questo anno di presidenza, dalla riforma degli assetti contrattuali all'attenzione sulla questione della liquidità alle imprese ottenuta dal Governo mediante il fondo di garanzia, all'aumento del tetto degli affidamenti da 500 a un milione di euro, all'istituzione degli osservatori regionali. La presidente di Confindustria ha inoltre ricordato di avere posto la questione dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della Pubblica amministrazione, definendo la cifra in questione comunque «enorme» al di là delle differenze tra le stime del Tesoro e quelle di viale dell'Astronomia.

Quanto alla riforma degli assetti contrattuali, Marcegaglia si è detta dispiaciuta per il no della Cgil, «perché le ideologie non possono bloccare il Paese», auspicando che «la Cgil possa ripensarci e firmare gli accordi». Quanto allo stato di salute dell'economia italiana, il numero uno di Confindustria ha detto di avere notato tra gli imprenditori «preoccupazione ma mai rassegnazione», ribadendo che «il mondo delle imprese reagisce ma ha bisogno di sostegno».


-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

Cisl, Bonanni: «Subito riforme contro la crisi»

La Cisl preme sul Governo, sollecitando uno scatto di responsabilità contro la crisi economica anche attraverso la convocazione di un tavolo di confronto con le parti sociali per mettere mano ad alcune riforme strutturali. Il XVI congresso della confederazione, che si svolgerà al Palazzo dei congressi a Roma fino a sabato, si è aperto con un grido d'allarme del segretario generale Raffaele Bonanni, che, durante la relazione, ha invitato l'esecutivo a fare di più contro l'impoverimento delle pensioni e i bassi salari, vera e propria "emergenza nazionale".
La ricetta proposta dalla Cisl per aumentare il potere di acquisto dei salari consiste nel tagliare le tasse a lavoratori dipendenti e pensionati, compensate da un riordino delle imposizioni su capitali. Per uscire dalla crisi, Bonanni ha invece chiesto al Governo un impulso straordinario agli investimenti e ai consumi.

L'invito è stato accolto dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, che ha promesso tempi brevi per l'iter dei disegni di legge relativi a una partecipazione più attiva dei lavoratori alla governance aziendale, che si dovrà tradurre soprattutto in una loro partecipazione agli utili. E non ha escluso la convocazione di un tavolo anticrisi. Con le parti sociali "siamo pronti a discutere di tutto", ha detto Sacconi. Pur non risparmiando critiche alla Cgil, Bonanni ha però scelto la tattica del bastone e della carota. La parte più dura della relazione, quella in cui parlava di una Cgil «prigioniera della logica dello sciopero generale», consegnata ai delegati e agli ospiti, all'ultimo momento non è infatti stata letta. Un gesto di distensione nei confronti del sindacato di corso d'Italia, che pare sia stato apprezzato dal suo leader Guglielmo Epifani.

Il congresso ha voluto ricordare con un minuto di silenzio le vittime del terremoto dell'Abruzzo. E proprio nella regione colpita da questa tragedia, l'abruzzese Bonanni ha percepito un nuovo clima tra maggioranza e opposizione. «L'Abruzzo di queste settimane - ha detto Bonanni - non assomiglia all'Italia irresponsabile, quella che polemizza su tutto e non è in grado di collaborare su niente. La cooperazione, la responsabilità, la solidarietà fanno dello spirito d'Abruzzo un riferimento ideale per avviare una nuova stagione di crescita per l'Italia».

Sulla crisi, il leader della Cisl ha sottolineato che gli indicatori statistici «non ci danno ancora certezze sul processo di risanamento del sistema finanziario, sui segnali concreti dell'inizio di una ripresa. Anche se vengono individuati elementi favorevoli, comunque di attenuazione della caduta». Bonanni ha invocato riforme strutturali, profonde, contro la recessione. A partire da quella degli ammortizzatori sociali a quella della pensioni. «L'aumento dell'età non è un tabù - ha spiegato - a condizione che le risorse risparmiate servano, senza altra alternativa, alla tutela delle pensioni in essere e al miglioramento di quelle future dei giovani».

Bonanni ha anche aperto all'introduzione del contratto unico «purché in un contesto efficace di relazioni sindacali e di tutele attive del lavoro - ha precisato - e con una progressività di diritti e tutele riconducibili allo statuto dei nuovi lavori».
Ha inoltre sollecitato misure fiscali a sostegno dei redditi e delle famiglie e proposto un nuovo patto di reponsabilità per il Mezzogiorno. E sui rapporti unitari ha auspicato un delle «convergenze possibili», perchè «l'unità sindacale è un valore da perseguire nell'interesse dei lavoratori che rappresentiamo, anche con l'asprezza della dialettica e della divisione. Sicuramente torneremo ancora a un impegno comune». Un richiamo piaciuto a Sacconi, secondo cui bene ha fatto Bonanni a «richiamare la Cgil ad assumersi le proprie responsabilità e a rientrare anche nell'alveo del modello contrattuale che è stato riformato». E anche al leader del Pd, Dario Franceschini, che ha giudicato «importante il riferimento alla ricerca dell'unità sindacale».
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