Ottimismo - 2 e 3
Marcegaglia: «La crisi non è finita, non bisogna abbassare la guardia»
«La crisi non è affatto finita, è una crisi grave e vera, il cammino è ancora difficile, non bisogna abbassare la guardia». Così si è espressa, secondo quanto si apprende, la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, nel suo intervento all'assemblea privata di Confindustria. Davanti ai 1.340 presenti, Marcegaglia avrebbe inoltre ribadito la necessità di fare riforme «perché in questo momento di crisi bisogna mettere il Paese in grado di avere livelli accettabili di crescita una volta che verrà la ripresa». Su questo punto, ha concluso Marcegaglia, «l'impegno di Confindustria sarà molto forte».
Nel suo intervento, riferiscono le fonti, Emma Marcegaglia ha fatto il bilancio di un anno di presidenza. Accolta con un lunghissimo e caloroso applauso, la presidente di viale dell'Astronomia ha ringraziato i presenti per essere stati vicini alla sua presidenza «in un anno molto complicato», e l'intera squadra di Confindustria per il lavoro svolto. Marcegaglia ha quindi elencato i risultati ottenuti in questo anno di presidenza, dalla riforma degli assetti contrattuali all'attenzione sulla questione della liquidità alle imprese ottenuta dal Governo mediante il fondo di garanzia, all'aumento del tetto degli affidamenti da 500 a un milione di euro, all'istituzione degli osservatori regionali. La presidente di Confindustria ha inoltre ricordato di avere posto la questione dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della Pubblica amministrazione, definendo la cifra in questione comunque «enorme» al di là delle differenze tra le stime del Tesoro e quelle di viale dell'Astronomia.
Quanto alla riforma degli assetti contrattuali, Marcegaglia si è detta dispiaciuta per il no della Cgil, «perché le ideologie non possono bloccare il Paese», auspicando che «la Cgil possa ripensarci e firmare gli accordi». Quanto allo stato di salute dell'economia italiana, il numero uno di Confindustria ha detto di avere notato tra gli imprenditori «preoccupazione ma mai rassegnazione», ribadendo che «il mondo delle imprese reagisce ma ha bisogno di sostegno».
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Cisl, Bonanni: «Subito riforme contro la crisi»
La Cisl preme sul Governo, sollecitando uno scatto di responsabilità contro la crisi economica anche attraverso la convocazione di un tavolo di confronto con le parti sociali per mettere mano ad alcune riforme strutturali. Il XVI congresso della confederazione, che si svolgerà al Palazzo dei congressi a Roma fino a sabato, si è aperto con un grido d'allarme del segretario generale Raffaele Bonanni, che, durante la relazione, ha invitato l'esecutivo a fare di più contro l'impoverimento delle pensioni e i bassi salari, vera e propria "emergenza nazionale".
La ricetta proposta dalla Cisl per aumentare il potere di acquisto dei salari consiste nel tagliare le tasse a lavoratori dipendenti e pensionati, compensate da un riordino delle imposizioni su capitali. Per uscire dalla crisi, Bonanni ha invece chiesto al Governo un impulso straordinario agli investimenti e ai consumi.
L'invito è stato accolto dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, che ha promesso tempi brevi per l'iter dei disegni di legge relativi a una partecipazione più attiva dei lavoratori alla governance aziendale, che si dovrà tradurre soprattutto in una loro partecipazione agli utili. E non ha escluso la convocazione di un tavolo anticrisi. Con le parti sociali "siamo pronti a discutere di tutto", ha detto Sacconi. Pur non risparmiando critiche alla Cgil, Bonanni ha però scelto la tattica del bastone e della carota. La parte più dura della relazione, quella in cui parlava di una Cgil «prigioniera della logica dello sciopero generale», consegnata ai delegati e agli ospiti, all'ultimo momento non è infatti stata letta. Un gesto di distensione nei confronti del sindacato di corso d'Italia, che pare sia stato apprezzato dal suo leader Guglielmo Epifani.
Il congresso ha voluto ricordare con un minuto di silenzio le vittime del terremoto dell'Abruzzo. E proprio nella regione colpita da questa tragedia, l'abruzzese Bonanni ha percepito un nuovo clima tra maggioranza e opposizione. «L'Abruzzo di queste settimane - ha detto Bonanni - non assomiglia all'Italia irresponsabile, quella che polemizza su tutto e non è in grado di collaborare su niente. La cooperazione, la responsabilità, la solidarietà fanno dello spirito d'Abruzzo un riferimento ideale per avviare una nuova stagione di crescita per l'Italia».
Sulla crisi, il leader della Cisl ha sottolineato che gli indicatori statistici «non ci danno ancora certezze sul processo di risanamento del sistema finanziario, sui segnali concreti dell'inizio di una ripresa. Anche se vengono individuati elementi favorevoli, comunque di attenuazione della caduta». Bonanni ha invocato riforme strutturali, profonde, contro la recessione. A partire da quella degli ammortizzatori sociali a quella della pensioni. «L'aumento dell'età non è un tabù - ha spiegato - a condizione che le risorse risparmiate servano, senza altra alternativa, alla tutela delle pensioni in essere e al miglioramento di quelle future dei giovani».
Bonanni ha anche aperto all'introduzione del contratto unico «purché in un contesto efficace di relazioni sindacali e di tutele attive del lavoro - ha precisato - e con una progressività di diritti e tutele riconducibili allo statuto dei nuovi lavori».
Ha inoltre sollecitato misure fiscali a sostegno dei redditi e delle famiglie e proposto un nuovo patto di reponsabilità per il Mezzogiorno. E sui rapporti unitari ha auspicato un delle «convergenze possibili», perchè «l'unità sindacale è un valore da perseguire nell'interesse dei lavoratori che rappresentiamo, anche con l'asprezza della dialettica e della divisione. Sicuramente torneremo ancora a un impegno comune». Un richiamo piaciuto a Sacconi, secondo cui bene ha fatto Bonanni a «richiamare la Cgil ad assumersi le proprie responsabilità e a rientrare anche nell'alveo del modello contrattuale che è stato riformato». E anche al leader del Pd, Dario Franceschini, che ha giudicato «importante il riferimento alla ricerca dell'unità sindacale».