Notizie macro - Crescita e globalizzazione

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serafin.
00giovedì 21 maggio 2009 09:07
FED: ECONOMIA IN MIGLIORAMENTO, ANCHE SE...
di WSI - APCOM
Nelle minute dell'ultimo incontro sui tassi si riscontra un rallentamento della contrazione. Tuttavia le stime di crescita per il 2009 sono state riviste al ribasso. Il tasso di disoccupazione si avvicinera' al 10%.

è un pochetto contraddittorio questo articolo [SM=g1747543]



www.wallstreetitalia.com/articolo.asp?art_id=732519
laplace77
00venerdì 22 maggio 2009 11:47
never ending optimism!

infatti avoja a fa' proclami ottimistici, da qui ai prossimi 5-10 anni...


10:04 - Giappone: BoJ, il peggio della crisi potrebbe essere passato

Rallenta il ritmo di deterioramento dell'economia

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 22 mag - La Banca del
Giappone ha annunciato che il peggio della crisi globale
sull'economia giapponese potrebbe ormai essere passato. Dopo
due giorni di riunione il board della banca ha concluso che
il ritmo del deterioramento dell'economia sta rallentando,
con la sensazione che le esportazioni e la produzione
abbiano raggiunto il livello piu' basso nei mesi appena
passati. La Boj ha cosi' incrementato per la prima volta in
tre anni le prospettive sull'economia.



09:48 - Industria: CsC, attivita' mai cosi' depressa ma 'germogli' di ripresa

Da indicatore Ocse per Pil "punto di svolta in estate"

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 22 mag - I livelli di
attivita' produttiva "sono depressi in misura senza eguali
dal dopoguerra", la caduta del Pil nel primo trimestre e'
stata piu' violenta dell'atteso, marcando la fase piu' acuta
della recessione, ma "i germogli di ripresa si stanno
consolidando". Lo sostiene il Centro studi di Confindustria
(CsC) nella 'Congiuntura flash', l'analisi mensile
sull'andamento dell'economia. In Italia, sottolinea il Csc,
gli indicatori anticipatori del PIl delineano uno scenario
in progressivo miglioramento per i prossimi mesi: sale la
fiducia tra le imprese, grazie a maggiori attese di ordini,
e tra i consumatori (ai massimi da fine 2007). Inoltre,
l'indice anticipatore Ocse, "segnala per l'Italia un
rallentamento della caduta del Pil nel trimestre e
suggerisce che si avra' il punto di svolta nel corso
dell'estate".



11:21 - Crisi: Sangalli (Confcommercio), il peggio e' passato

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 22 mag - "Il dato sulle
vendite al dettaglio di marzo non va letto in termini
drammatici, va depurato dalla Pasqua, secondo noi il peggio
e' certamente passato, ci auguriamo che quanto prima arrivi
il meglio". Lo ha detto il presidente di Confcommercio,
Carlo Sangalli, commentando il dato Istat di questa mattina
che registra un calo del 5,2 delle vendite al dettaglio a
marzo, il dato peggiore dal '97.


[SM=g1750163] [SM=g1750163] [SM=g1750163]

laplace77
00venerdì 22 maggio 2009 12:24
e nel frattempo...

...it's AFRICA


22 Mag 09

Acqua. Gli italiani, come gli africani.

Pubblicato da Debora Billi alle 09:07


Leggevo da qualche parte che siamo ormai arrivati a un punto, in questo Paese, che se i politici rapinassero le gioiellerie non importerebbe nulla a nessuno. Non sappiamo più cosa dobbiamo arrivare a subire, perché ci sia un moto di ribellione, o almeno della sana indignazione civile.

Chissà, forse se i nostri concittadini che pensano solo al calcio e alle loro tasche sapessero che vengono considerati alla stregua di africani e fessi per giunta, magari qualcosa si smuoverebbe. Parlo di acqua, anzi ne parla Paolo Rumiz, uno dei più bravi corrispondenti di guerra italiani (dalla Bosnia a Kabul): occupandomene, dopo 35 anni di mestiere, ho provato lo stesso brivido della guerra dei Balcani.

Leggete il suo articolo, migliore di qualsiasi cosa possa scrivere io. Rumiz descrive esattamente la situazione della grande rapina dell'acqua in Italia, e molto correttamente mette in relazione l'esproprio delle risorse del Paese ai brutali sistemi coloniali che si sono verificati in Africa, dove popoli ignoranti, analfabeti, non coesi hanno supinamente accettato che ciò che era loro diventasse altrui, finendo col pagarlo e anche salato.

Il “Paese profondo” si è talmente indebolito che oggi l’atteggiamento predatorio che abbiamo rivolto prima verso la Libia o l’Etiopia e poi verso l’Est Europa, può essere rivolto verso l’Italia medesima senza il rischio di una rivoluzione.
Anche noi diventiamo discarica, miniera, piantagione.
E anche da noi i territori deboli sono lasciati completamente soli di fronte ai poteri forti. Come le tribù centro-africane.

Sapete trovare una differenza? La differenza tra la Campania e la Somalia, inquinate da ogni sorta di rifiuto speciale, diventate discariche di tutta Europa tra l'indifferenza degli abitanti che da anni vedono e tacciono (anzi, no: in Somalia almeno si sono dati alla pirateria, per farsi compensare); la differenza tra la Nigeria e la Basilicata, dove i petrolieri estraggono e inquinano senza nulla dare in cambio, a gente che si contenta delle briciole; la differenza tra Taranto e la periferia di Nairobi, dove persone irrilevanti muoiono per inquinamento da diossina o da piombo; tra la Val di Taro in Emilia e il Congo, entrambi spoliati delle loro risorse principali da gente senza scrupoli e nella compiacenza dei politici locali:

C’è una fabbrica di acque minerali che succhia dalle falde appenniniche in modo così potente che nei momenti di siccità gli abitanti del paese – noto fino a ieri per le sue fonti terapeutiche e oggi semi abbandonato – restano senz’acqua nelle condutture pubbliche.
C’è una protesta ma il sindaco tranquillizza tutti in consiglio comunale. (...) L’acqua del paese è data già per persa, requisita dai padroni delle minerali. L’idea che si tratti di un bene pubblico e prioritario non sfiora né il sindaco né la popolazione rassegnata.

E neanche gli africani, probabilmente. E dov'è la differenza con l'Africa, in tutto questo?

Cementificazione dei parchi naturali
Requisizione delle sorgenti
Privatizzazione dell’acqua pubblica
Discariche e inceneritori negli spazi più incontaminati del Paese
Ritorno al nucleare
Grandi opere imposte con la militarizzazione dei territori e la distruzione di interi habitat
Fiumi già in agonia, disseminati di ulteriori centrali idroelettriche
Impianti eolici che stanno cambiando i connotati all’Appennino

Ci stanno trattando come africani, bisognerebbe spiegare al vicino indifferente, incurante, preoccupato della sua nuova auto e incazzato per gli sbarchi di gente sfigata, ma molto più simile a lui di quanto non pensi. Perché è gente che ha imparato a subire, che si è messa nelle mani di corrotti, che non conosce i propri diritti... esattamente come sta succedendo a noi.

Il dossier di un’azienda multinazionale finlandese descrive così una regione italiana del centro: “facilità di penetrazione, costi d’insediamento minimi, zero conflittualità sociale”. Soprattutto, “poche obiezioni ecologiche”.
Sembra il Congo, invece è Italia.



nazionalsindacalista
00venerdì 22 maggio 2009 14:36
In Frenata sia la grande distribuzione sia i piccoli esercenti
Vendite al dettaglio, calo record a marzo, mai così male dall'inizio della serie storica nel 1997...

L'indice è crollato del 5,2%

www.corriere.it/economia/09_maggio_22/vendite_dettaglio_istat_a6db4712-46a8-11de-a4e0-00144f02aa...
grella
00venerdì 22 maggio 2009 17:52
Re:
nazionalsindacalista, 22/05/2009 14.36:

In Frenata sia la grande distribuzione sia i piccoli esercenti
Vendite al dettaglio, calo record a marzo, mai così male dall'inizio della serie storica nel 1997...

L'indice è crollato del 5,2%

www.corriere.it/economia/09_maggio_22/vendite_dettaglio_istat_a6db4712-46a8-11de-a4e0-00144f02aa...



Domandavi a me ........facevi prima e senza dati fuffa......!!! [SM=g1806253]

p.s. E' molto peggio di così........... [SM=g9589]






damiX77
00venerdì 22 maggio 2009 17:56
Re: e nel frattempo...
laplace77, 22/05/2009 12.24:




Cementificazione dei parchi naturali
Requisizione delle sorgenti
Privatizzazione dell’acqua pubblica
Discariche e inceneritori negli spazi più incontaminati del Paese
Ritorno al nucleare
Grandi opere imposte con la militarizzazione dei territori e la distruzione di interi habitat
Fiumi già in agonia, disseminati di ulteriori centrali idroelettriche
Impianti eolici che stanno cambiando i connotati all’Appennino





Quoto tutto tranne l'eolico.

Al mio paese (Guarcino in provincia di Frosinone) stanno avviando la costruzione di una centrale a olio di palma. Guarcino si trova in una gola con delle montagne alte 2 mila metri alle spalle e di fronte, (A SUD!!!!) questa maledetta centrale da 20 megawatt che butterà fuori tutta la merda bruciata che questi imprenditori con le pezze nel di dietro hanno comprato a due lire. Tutto questo schifo finirà nel microclima locale, specialmente in estate con il vento da sud e le piogge montane.

A Guarcino si imbottigliano due tipi di acque minerali che hanno le stesse caratteristiche di Fiuggi essendo vicine le sorgenti, che brutta fine faranno!!!!

Che dicono i VERDI [SM=g9202] di tutto questo? Gli stessi che non hanno voluto la costruzione delle centrali eoliche per [SM=g1750164] l'impatto sui volatili SONO ORA D'ACCORDO!!!!! Questa è l'Italia, anzi come dice giustamente nazionalsindacalista: MERDALIA!!! [SM=g1752723]
laplace77
00venerdì 22 maggio 2009 18:20
Re: Re: e nel frattempo...
damiX77, 22/05/2009 17.56:



Quoto tutto tranne l'eolico.

...




in effetti...

m'era sfuggito, pardon

nazionalsindacalista
00venerdì 22 maggio 2009 18:56
Re: Re: e nel frattempo...
damiX77, 22/05/2009 17.56:



Quoto tutto tranne l'eolico.

Al mio paese (Guarcino in provincia di Frosinone) stanno avviando la costruzione di una centrale a olio di palma.



a olio di palma? Ma che ce stanno le palme a Guarcino? [SM=g1746735]
Questa proprio...

Vabbè... addio salame de Guarcino...

nazionalsindacalista
00venerdì 22 maggio 2009 18:57
Re: Re:
grella, 22/05/2009 17.52:



Domandavi a me ........facevi prima e senza dati fuffa......!!! [SM=g1806253]

p.s. E' molto peggio di così........... [SM=g9589]





Sei commerciante? Se soffrono i vari megacentri commerciali sono anche un po' contento. Il fatto che calino anche i beni alimentari la dice lunga...


damiX77
00venerdì 22 maggio 2009 20:24
Re: Re: Re: e nel frattempo...
nazionalsindacalista, 22/05/2009 18.56:



a olio di palma? Ma che ce stanno le palme a Guarcino? [SM=g1746735]
Questa proprio...

Vabbè... addio salame de Guarcino...




Era il famoso prosciutto di Guarcino cmq [SM=g7560]

L'olio di palma è stato acquistato da un altro continente in milioni di litri da una società svizzera che ha trovato la svizzera a Guarcino grazie al sodalizio con la vecchia cartiera (che è in crisi) visto che nè da loro, nè in Lombardia hanno approvato la centrale. Tale schifo-centrale hanno deciso di farla a ridosso di 1000 vecchi incapaci di reagire.

A Guarcino mancava un pò di smog e quindi saranno loro a portarne in grande quantità. Tutto tanto verrà riversato nel dorso della montagna grazie alle piogge estive... non è giusto dopotutto che solo a Roma si possano godere lo smog... [SM=g1750152]

Tanto di cappello [SM=g1747536] agli amministratori regionali che stanno riuscendo a passare sopra al comune e a tutti cittadini con la scusa della crisi (si rischiavano i posti di lavoro alla cartiera).

(Mmmmm.. Anche la mia azienda è in crisi ma io mica vado a costruire le centrali a olio sotto casa loro [SM=g10303] [SM=g1765347])

W Bananolandia

P.S. a me stà passando la voglia di comprare casa, stavo cercando ad Anagni ma pure li ci sono stati scandali con la centrale di colleferro che buttava diossina a man bassa ed anche del fumo nero uscito più volte da una fabbrica di gomme. Mi sa che getto lo spugna, meglio l'affitto. [SM=g7628]
nazionalsindacalista
00venerdì 22 maggio 2009 22:48
Vattene a Prato di Campoli... lì, in mezzo alle montagne dell'Appennino ancora incontaminata... opppure a Trisulti in mezzo ai frati... che stanno belli isolati in mezzo a quella valle interna circondata dalle montagne... poi magari ti fai frate pure tu... [SM=g7576]

O si imbracciano i fucili o si emigra... magari verso un eremo sperduto...

Se Anagni non ti piace vai a Veroli, forse l'unico paese che ancora si salva...
Ma avevo letto che il TAR aveva bloccato sta centrale...
damiX77
00sabato 23 maggio 2009 08:48
Re:
nazionalsindacalista, 22/05/2009 22.48:

Vattene a Prato di Campoli... lì, in mezzo alle montagne dell'Appennino ancora incontaminata... opppure a Trisulti in mezzo ai frati... che stanno belli isolati in mezzo a quella valle interna circondata dalle montagne... poi magari ti fai frate pure tu... [SM=g7576]

O si imbracciano i fucili o si emigra... magari verso un eremo sperduto...

Se Anagni non ti piace vai a Veroli, forse l'unico paese che ancora si salva...
Ma avevo letto che il TAR aveva bloccato sta centrale...



Si, ma l'ultima parola l'ha avuta ad Aprile la giunta di Marrazzo che ha di fatto scavalcato tutto e tutti.

Anagni mi serviva per la vicinanza a Roma e perchè li ci lavoro. Anche Guarcino si trova in una zona ancora incontaminata, il problema è che dovunque ormai potrebbe arrivare il politicante di turno ammanicato con gli industrialotti del quartierino che ti distruggono tutto, non c'è speranza.

Detto questo, a me è passata la voglia di comprare, veramente! L'unica cosa che mi dava energia era il problema del riacquisto entro l'anno. Ebbene a forza di delusioni l'anno è passato. Forse investirò quei soldi nella mia attività oppure attendo veramente il fondo, ora non ho più fretta...

Io Frate???? [SM=j7568] Giammai, piuttosto divento suora (sempre se nel convento ce ne sono di carine [SM=g1747543] )

Scusate l'OT
dgambera
00sabato 23 maggio 2009 23:24
Trichet: «La stabilità dei prezzi è cruciale per la ripresa»

«La caduta del Pil sta rallentando ma siamo ancora in fase negativa, i numeri positivi si vedranno solo l'anno prossimo». Lo ha detto il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, al termine del sessantunesimo meeting plenario del Gruppo dei 30. «La stabilità dei prezzi è un elemento cruciale» per riportare la fiducia necessaria alla ripresa economica. Trichet ha poi ricordato che non cambiano gli obiettivi della Bce per quello che riguarda i livelli di inflazione, che devono rimanere contenuti.

Rispondendo alle domande dei giornalisti Trichet ha detto che non é in discussione un cambiamento della missione della Bce che é e rimane garantire la stabilità dei prezzi. «Le banche centrali esistono per assicurare la stabilità dei prezzi che é un elemento cruciale per la fiducia». Nel medio-lungo termine la stabilità dei prezzi ha fornito un decisivo supporto per la crescita economica.

La tre giorni del Gruppo dei 30 si è svolta nella capitale, a Palazzo Koch, dove si è riunito l'organismo internazionale istituito nel 1978 di cui fanno parte i banchieri centrali (e gli ex) e gli esponenti di spicco della finanza. È stata la crisi il tema centrale affrontato dal Gruppo dei 30, economisti, finanzieri, banchieri centrali ed esperti provenienti da 16 paesi che si riuniscono ogni anno per discutere dei grandi temi dell'economia mondiale.
laplace77
00domenica 24 maggio 2009 11:40
Rischi di nuove bolle speculative...


...il rimbalzo del gatto morto lo chiamano cosi'...

...pensa quanto ci capiscono...
...o quanto sono onesti...

...ma perche' chiamano "bolla speculativa" una "bull trap"?

...magari puntano a intrappolare qualche avido furbacchione...

"l'avidita' funziona" (cit.)


fonte: corriere

I NODI ECONOMICI

«Rischi di nuove bolle speculative»
I timori di banchieri e ministri


Il confronto sulle vie d'uscita dalla crisi al centro dei seminari Aspen di Venezia

Da uno dei nostri inviati Federico Fubini



VENEZIA – Giulio Tremonti ama paragonare la crisi a un videogioco nel quale uno dopo l'altro spuntano sullo schermo mostri da abbattere. Nella metafora del ministro dell'Economia, l'ultimo di questi ha un aspetto familiare: somiglia tanto a una bolla. Innocua e anzi gradevole, fino al momento in cui esplode. Proprio il sospetto di veder nascere una nuova «mini-bolla» speculativa sulle rovine del sisma finanziario dell'ultimo anno è affiorato nei due giorni di seminari dell'Aspen Institute Italia chiusi ieri a Venezia. Coperti dalle regole di anonimato del dibattito, ne hanno parlato vari banchieri d'affari e responsabili di politica economica. E fin dall'inizio è parso chiaro che più che di un'ipotesi si tratta di un rischio reale per molti i Paesi avanzati: Italia inclusa, visto che da marzo Piazza Affari è rimbalzata con anche più forza di Parigi o Francoforte, a loro volta salite di oltre il 20%. Hugo Dixon, il celebre analista inglese, vi legge l'effetto dei tassi ufficiali vicini allo zero e delle enormi iniezioni di denaro delle banche centrali: gli istituti privati si finanziano quasi gratis e riversano liquidità sulle Borse ridotte fino a poco fa a prezzi di saldo. Sarà per questo, ma Lorenzo Bini Smaghi della Bce ha finito per notare, tagliente, che nessuno si lamenta più delle minaccia di deflazione.

Il problema è che scorre molto di meno il credito alle imprese, quello che serve per investire e creare posti. Quello, anche, in nome del quale in teoria le banche centrali sono intervenute come mai prima da quando esistono. Pesa sì la caduta dell'export, che paralizza i produttori: il leader della Cgil Guglielmo Epifani, anche lui presente ieri ai seminari dell'Isola di San Clemente a Venezia, stima che un terzo delle imprese italiane non riesca più a vendere all'estero; a questo proposito, il presidente della Bocconi Mario Monti è preoccupato «per i rischi di ritorno del protezionismo». Conta però anche la cautela delle banche. Ieri Alessandro Profumo non ha cercato di abbellire il quadro: «Quasi un'impresa su quattro a cui forniamo credito è in perdita», ha detto. Quanto a questo l'Italia di oggi è davvero pienamente europea. Philippe Maystadt, presidente della Bei, ha dato la cornice: nell'area euro quasi la metà delle banche è diventata più esosa nel prestare denaro. È il bollettino di una recessione in corso nella quale, avverte il numero due del Fmi John Lipsky, «è ancora troppo presto per dire che i rischi sono alle spalle e che la riduzione del debito nel sistema finanziario è già finita. Non lo è affatto».

È però il momento giusto per chiedersi come funzioneranno le grandi economie all'uscita dal tunnel, a partire dai Paesi esportatori oggi rimasti senza mercati. Epifani e l'ex premier Giuliano Amato pensano che ora l'Italia debba sostenere i consumi delle famiglie. Per Tremonti invece «la caduta del commercio internazionale non è così drammatica da obbligarci a ridisegnare la società». Su un punto invece tutti, italiani e non, ieri erano d'accordo: gli Stati sono rientrati nell'economia e ora non se ne andranno tanto facilmente. Non ci riuscirebbero neanche se volessero. Nota Bernardo Bortolotti della Fondazione Mattei che i proventi delle privatizzazioni in tutto il mondo dal ‘70 a oggi «valgono meno degli interventi pubblici dell'ultimo anno». E che i governi vogliano mollare la presa, non è detto: «Non siamo solo in una recessione, siamo in una trasformazione — ha commentato l'ex capo del Fmi Rodrigo Rato — la logica del capitalismo è tornata in gioco».

24 maggio 2009




laplace77
00domenica 24 maggio 2009 11:58
a che serviva e a che e' servito il TFR?

adesso "sarebbe servito", nella sua vecchia forma, visti i tagli fatti e visti quelli da fare, quando l'ammortizzatore CIG non sara' piu' applicabile...


e invece mo' tocca aspettare di andare in pensione, per prendere quello che resta del TFR...


funte: left - avvenimenti


Luciano Gallino: il crack coi nostri soldi

«La crisi finanziaria è stata alimentata dai contributi previdenziali di milioni di lavoratori». Nel suo ultimo saggio il sociologo lancia un atto d’accusa «contro i fallimenti del mercato»

di Manuele Bonaccorsi


Dietro la finanza non ci sono solo manager milionari e palazzi di vetro nei centri delle metropoli globali. C’è anche la vita e il lavoro di milioni di persone, il loro diritto alla previdenza garantito dai fondi pensionistici. Che hanno agito con le stesse logiche che dominano il mondo della finanza: l’indifferenza verso la sostenibilità sociale e ambientale. E verso la stessa economia reale, intesa come «mezzo per provvedere alla sussistenza dell’uomo al più alto livello storicamente possibile». La crisi più grave degli ultimi ottant’anni viene pagata, per paradosso, dagli stessi lavoratori che, inconsapevoli o costretti dalla privatizzazione della previdenza pubblica, l’hanno alimentata coi loro risparmi e contributi pensionistici. Nasce da questa amara constatazione l’ultimo libro del sociologo Luciano Gallino, Coi soldi degli altri, il capitalismo per procura, contro l’economia (Einaudi, 17 euro), un durissimo atto di accusa contro i fallimenti dell’economia globale. «Ho cominciato a lavorare a questo libro nell’estate 2007, quando la crisi cominciava ad avere contorni più netti. Il crollo dei mercati, però, è stato solo uno spunto», spiega Gallino. «Ben prima della crisi finanziaria sono evidenti i fallimenti dell’economia globale: mai il mondo è stato così ricco e tecnologicamente avanzato. Eppure il nostro è un pianeta nel quale i poveri che sopravvivono con un dollaro al giorno sono 1,4 miliardi, un miliardo di persone vive in slum, 2,5 miliardi senz’acqua». Quella dell’economia mondiale negli ultimi trent’anni, secondo Gallino, è la storia di un immenso fallimento. Una delle cause, per il sociologo torinese, è «la finanziarizzazione del mondo, che fa sparire le persone e rende tutto valore».

...

nazionalsindacalista
00domenica 24 maggio 2009 14:02
Kenneth Rogoff Parla l' economista di Harvard invitato al G30 di Roma: «L' onere del debito ci obbligherà a crescere poco»
«Cambiano i modelli, l' America diventa europea»

MILANO - Il paradosso è di quelli che incoraggiano gli americani a dispensare lezioni all' Europa. Gli Stati Uniti sono l' epicentro del sisma finanziario, ma le economie di Italia e Germania sono crollate rispettivamente il doppio e il triplo di più. E Wall Street è rimbalzata forte dopo gli «stress test» alle banche, mentre nell' area euro gli esami agli istituti sono una vaga ipotesi. Ma Kenneth Rogoff, il docente di Harvard ed ex capoeconomista del Fondo monetario invitato alla Banca d' Italia per il G30, evita la trappola dell' orgoglio. L' America, dice, deve espiare. Eppure i dati sul prodotto interno lordo segnalano che gli europei se la passano peggio degli americani. Possibile? «Non credo ci siano dubbi che le diverse politiche di bilancio e delle banche centrali abbiano impatti diversi. Washington ha scelto una linea iper aggressiva di stimolo di spesa pubblica, taglio dei tassi e creazione di moneta. Se poi si contano le centinaia, forse, di miliardi dati alle banche anche tramite sussidi opachi, si capiscono le differenze». È stato giusto fare di tutto pur di ammortizzare gli effetti immediati delle recessione? «Non necessariamente. Il debito pubblico americano è sulla via del raddoppio entro il 2013 o 2014. E sarà costoso, molto costoso: non devo spiegarlo agli italiani. Alla fine, il debito pubblico Usa non sarà molto distante dal vostro. I numeri della ripresa di breve termine arriveranno a un costo enorme di lungo periodo». Ma per ora lei una ripresa la vede? «Sembra che gli Stati Uniti avranno un rimbalzo, ma alla lunga la crescita sarà molto bassa a causa delle tasse che si imporranno per finanziare i salvataggi di questi anni». Lei ha detto che un paio d' anni di inflazione un po' alta, diciamo al 6%, servono a alleviare un po' il peso dei debiti. «È così. Dubito che il sistema politico sia in grado di trovare una soluzione all' onere del debito e che la Fed abbia una strategia di uscita dai tassi zero. In più, ci sarà da pagare per i nuovi programmi sociali. A quel punto l' inflazione sarà una tentazione, anche perché non credo che gli americani accetteranno di pagare imposte elevate». Ma la nuova amministrazione vuole tassare di più i ricchi. «Non basterà. Dovrà tassare anche i ceti medi e persino per Barack Obama non sarà facile. L' America va verso un sistema più europeo, con i relativi vantaggi e svantaggi». Dunque l' Europa non potrà più contare sul traino della domanda americana e dovrà crescere con le proprie forze? «Potrà esportare molto di più nei mercati emergenti, che continueranno a crescere in fretta. Il loro sganciamento dal ciclo dell' Occidente ci sarà, con gli Usa che cresceranno poco e l' Europa che continuerà al suo normale ritmo europeo». Gli «stress test» delle banche Usa hanno convinto i mercati. Deve farli anche Eurolandia? «La trasparenza è una grande idea. Ciò detto, l' esercizio svolto in America ha un grande elemento di pura comunicazione: le banche non sono a posto come ci hanno detto, malgrado il denaro facile preso a tassi zero dalla Fed e prestato a caro prezzo a famiglie e imprese».
dgambera
00lunedì 25 maggio 2009 13:24
Ocse: Pil -2,1% nel primo trimestre, minimo dal 1960

Il pil della zona Ocse nel primo trimestre ha registrato una flessione del 2,1% rispetto al precedente, segnando così il ribasso più forte dal 1960. Lo riferisce in un comunicato l'Organizzazione per lo sviluppo economico, in base alle stime preliminari. Il calo, ricorda l'Ocse, segue quello del 2% registrato nell'ultimo trimestre del 2008.

Negli Stati Uniti il Pil è sceso dell'1,6%, come il trimestre precedente. In Giappone la flessione è stata del 4%, dopo il -3,8% dei precedenti tre mesi. Nella zona euro il calo è stato del 2,5% (-1,6% nel trimestre precedente). Tra i Paesi del G7, solo la Francia ha registrato una flessione inferiore al periodo precedente (-1,2% contro -1,5%). Quanto all'Italia, il calo è stato del 2,4% (-2,1% nell'ultimo trimestre 2008).

La Germania ha segnato una flessione congiunturale del 3,8% e il Regno Unito dell'1,9%.
Quanto al dato annuo, l'Ocse segnala un calo del Pil del 4,2%, con la zona euro in flessione del 4,6% e gli Stati Uniti in arretramento del 2,6%. Molto pesante il risultato del Giappone, che ha visto una contrazione del pil del 9,1%: la Germania arretra del 6,9% e l'Italia del 5,9%.
Nella nota l'Ocse sottolinea anche che gli Stati Uniti hanno contribuito in ragione dello 0,9% al -4,2% generale, il Giappone per l'1%, la zona euro per l'1,3% e gli altri Paesi per l'1%.
dgambera
00lunedì 25 maggio 2009 15:50
VxVendetta.
00lunedì 25 maggio 2009 16:06
Re:
dgambera, 24/05/2009 19.49:





Eh, purtroppo in alta quota, la crisi è arrivata da un pezzo, anche se ritengo che questo periodo sia peggiore persino di quello dell'immediato post 11 settembre. :(
dgambera
00martedì 26 maggio 2009 12:03
Istat: una famiglia su 5 ha difficoltà economiche

Famiglie in difficoltà, Sud in affanno sul fronte dell'occupazione, calo dell'export. Lo rileva il Rapporto annuale Istat presentato oggi nella Sala della Regina di Montecitorio. La presentazione è trasmessa in diretta sul sito del Sole 24 Ore.

Una famiglia su 5 è in difficoltà.Una famiglia su cinque ha difficoltà economiche crescenti e il 6,3% addirittura non riesce ad arrivare a fine mese. Secondo l'Istituto di statistica, il 22% circa delle famiglie italiane è vulnerabile mentre il 41,5% si può definire «agiato». L'Istat spiega che del 22% di chi ha problemi circa 2 milioni e mezzo di famiglie (il 10,4%) segnalano difficoltà economiche più o meno gravi e risultano potenzialmente vulnerabili soprattutto a causa di forti vincoli di bilancio. Spesso non riescono a effettuare risparmi e nella maggioranza dei casi non hanno risorse per affrontare una spesa imprevista di 700 euro. Sono la Sicilia (20,1%) e la Calabria (17,1%) le regioni dove è maggiore la frequenza di questo gruppo. La crisi economica globale può essere un'occasione per riflettere sugli errori commessi, ha commentato il presidente dell'Istat, Luigi Biggeri. «Il focolaio di infezione - ha detto Biggeri - si é inserito in un più ampio contesto di fragilità del sistema finanziario e, soprattutto, economico del Paese: va però detto che le condizioni perché esso potesse propagarsi rapidamente si erano gradualmente accumulate nel tempo».

Occupazione, Sud in affanno. Le condizioni del mercato del lavoro in Italia «peggiorano a causa della crisi in atto». Per la prima volta dal 1995, infatti, la crescita degli occupati nel 2008, che sono aumentati di 183 mila unità rispetto al 2007, è risultata inferiore a quella dei disoccupati, saliti di 186 mila unità sempre rispetto all'anno prima. Il mercato del lavoro evidenzia ancora un divario strutturale tra il Nord e il Sud del Paese, ma anche nel Mezzogiorno ci sono territori in controtendenza. L'analisi del mercato del lavoro, pur «nel quadro strutturale dell'accentuato divario territoriale tra Centro-Nord e Mezzogiorno», spiega il rapporto Istat, mette in evidenza «alcune aree in difficoltà nelle ripartizioni centro-settentrionali» che nel complesso sono invece caratterizzate da buone condizioni occupazionali particolarmente positive in Umbria e Toscana, e per contro «aree forti al Sud e nelle Isole», dove invece il quadro generale è critico. Ci sono sistemi costieri della Sardegna e dell'Abruzzo si caratterizzano per tassi di occupazione medio-alti (superiori alla media del Centro-Nord nel caso di Olbia e la Maddalena: 50,7%) e tassi di disoccupazione contenuti (inferiori alla media Italia o a quella della ripartizione di riferimento: rispettivamente 6,7% e 12,1%). Per contro le situazioni più critiche sono localizzate in Calabria e Sicilia.

Anche gli immigrati fanno i conti con la crisi. Accanto al disoccupato italiano spunta, infatti, anche la figura di quello straniero che è uomo ed ha un'età compresa fra i 40 e i 49 anni. Venuti in Italia con la speranza di trovare un posto di lavoro, gli immigrati devono come tutti, fare i conti con la crisi economica. Secondo il Rapporto nel 2008, erano 162mila le persone con cittadinanza straniera in cerca di lavoro, 26mila in più rispetto all'anno precedente. Nel quarto trimestre 2008 la quota stranieri disoccupati arriva a superare il 10% del totale dei senza lavoro. Il fenomeno, eccetto l'area del Nord-Ovest, interessa tutto il territorio nazionale.

Cala dello 0,3% la pressione fiscale. Dal Rapporto emerge che la pressione fiscale complessiva nel 2008 é diminuita di 0,3% rispetto all'anno precedente, passando dal 43,1% nel 2007 al 42,8 nel 2008. Il dato contenuto nelle 400 pagine del Rapporto é riferito all'ammontare delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al Pil. L'istituto evidenzia poi che la pressione fiscale in Italia é più alta del 2,6% rispetto alla media dei paesi Ue. Una pressione più alta di quella italiana é registrata in Danimarca, Svezia, Belgio, Francia e Austria. Inferiore al 30% é invece in Slovacchia, Lituania, Romania e Irlanda. Si registra un calo delle entrate da Iva (-4%) e da Irap (-8,5 per cento).

Export in calo. Il calo di domanda internazionale ha colpito fortemente il sistema produttivo, con cadute rilevanti delle esportazioni soprattutto nella parte finale del 2008 e all'inizio del 2009. «Queste dinamiche - spiega il Rapporto Istat - hanno interrotto una fase di espansione del commercio internazionale che aveva visto il miglioramento delle nostre condizioni di competitivitá e portato nel 2007 a un aumento della quota delle esportazioni mondiali per la prima volta dopo molti anni». Circa 1.500 imprese, attive nell'export in ogni bimestre dall'inizio del 2007 a ottobre del 2008, non sono più esportatrici nel periodo successivo. Fra queste, 300 hanno una dimensione medio-grande (con più di 50 dipendenti). Le microimprese (1-9 addetti) hanno evidenziato una dinamica meno negativa: si tratta però soltanto di 2.800 imprese rappresentative dell'1,2% delle esportazioni. Le grandi imprese hanno, invece, ridotto nettamente il loro contributo all'export totale, dal 56,8% dei primi mesi del 2007 al 52,1% del 2009. All'inizio dell'anno. Sono 22.395 le imprese attive all'esportazione dall'inizio del 2007 alla fine di febbraio 2009 e coprono circa il 90% del valore totale delle vendite all'estero. Se hanno fatto registrare un +9,8% nel primo bimestre 2008, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, nei primi due mesi del 2009 si segnala invece un crollo del -29,4 per cento. Complessivamente, tra l'inizio del 2007 e l'inizio del 2009, la variazione è negativa e pari al 22,5 per cento.

Il Pil in Italia scende a -1,8% rispetto all'area Ue. Nelle grandi economie dell'area Ue il tasso di variazione del Pil nel 2008 é rimasto positivo mentre l'Italia ha registrato una diminuzione (-1,0%). Di conseguenza, il differenziale negativo di crescita dell'Italia rispetto all'Unione europea si é ampliato ulteriormente, portandosi a 1,8%. Nelle 400 pagine del volume, suddiviso in 5 capitoli, la fotografia della situazione del paese nel 2008. Nell'Unione europea il peggioramento si é manifestato già a partire dal secondo trimestre 2008, acuendosi fortemente nei mesi finali dell'anno (-1,6% nel quarto trimestre). I principali impulsi negativi sono giunti dalla caduta degli investimenti e dal deterioramento del saldo netto con l'estero dovuto, in particolare, al crollo delle esportazioni. Nel primo trimestre del 2009 il pil ha registrato una contrazione molto intensa (-2,5%) in termini congiunturali e -4,6% rispetto allo stesso trimestre del 2008. Nonostante la caduta della seconda parte dell'anno, nella media del 2008, il pil nell'Uem é cresciuto dello 0,8% (2,6% nel 2007).


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Alla faccia del "PIL ci salverà" [SM=g7728]
serafin.
00mercoledì 27 maggio 2009 08:57
non so che pensare ... [SM=g1749704]


USA: I CONSUMATORI HANNO SEMPRE PIU' FIDUCIA NELLA RIPRESA ECONOMICA
di WSI - APCOM
La sensazione delle famiglie americane e' che il peggio sia ormai alle spalle. Tirano un sospiro di sollievo i commercianti. Ma i mercati del lavoro e immobiliare restano ancora deboli.

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WALL ST: RALLY, AMERICANI PIU' FIDUCIOSI
di WSI
Operatori ispirati dal balzo sorprendente della fiducia dei consumatori. Si mettono in evidenza retail e tech (Nasdsaq +3.45%). Poco tonica GM, per cui il fallimento sembra sempre piu' vicino.



www.wallstreetitalia.com/


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mah...gli amici americani non cambieranno mai! [SM=g1747529]

sò Ammmmerricccaniii loro [SM=g7576]
dgambera
00venerdì 29 maggio 2009 15:38
Usa, Pil primo trimestre -5,7%. Revisione peggiore delle attese

Il prodotto interno degli Stati Uniti é calato del 5,7% nel primo trimestre dell'anno anziché del 6,2% come riportato in via preliminare trenta giorni fa. Il dato pubblicato oggi dal dipartimento del Commercio é tuttavia lievemente peggiore delle attese degli analisti, che alla vigilia avevano previsto una flessione del 5,5%.

Per la prima dal 1974-75 il Pil Usa si contrae per tre trimestri consecutivi. Le scorte industriali sono scese a 91,4 miliardi di dollari, contro i 25,8 miliardi di dollari del quarto trimestre e contro il livello record di 103,7 miliardi di dollari stimato un mese fa. La contrazione del Pil, con l'esclusione delle scorte industriali, è stata del 3,4%. Le esportazioni sono scese del 28,7%, il declino più forte dal 1971, dopo essere scese del 23,6% nel quarto trimestre. Gli investimenti sono crollati al livello record del 36,9% e i consumi sono saliti dell'1,5%, meno del + 2,2% stimato il mese scorso.
nazionalsindacalista
00martedì 9 giugno 2009 15:04
laplace77
00martedì 9 giugno 2009 19:07
Re:
nazionalsindacalista, 09/06/2009 15.04:





ci sono diversi passaggi molto interessanti, infatti:


Al di la dell’immagine da Mulino Bianco trasmessaci dai media negli ultimi due mesi, la realtà, è molto semplice : ipercapacita' produttiva (a livello mondiale siamo a tassi di utilizzo tra il 60% e il 70%, record storico negativo) su domanda gonfiata da credito e ricchezze virtuali.



il discorso sulla capacita' produttiva e' interessante relativamente alle varie ipotesi sull'inflazione...

il confronto con la domanda e' significativo: gonfiata dal credito e... chissa' quali sono queste ricchezze virtuali...




Le autorita' che guidano la gestione della crisi puntano a convincere investitori, imprese e privati che sono pronti a tutto pur di battere la deflazione. Tradotto: investite i soldi e non teneteli nel cassetto altrimenti potreste trovarvi con delle briciole in mano.



questa l'ho gia' sentita, si parlava di "spiccioli" e di "bagno di sangue"...




Analizzando il quadro attuale ci troviamo di fronte a svariate domande.

AZIENDE: con un utilizzo della capacita' produttiva manifatturiera cosi bassa e con scarsissima visibilità sulla domanda futura cosa ci si puo' aspettare realisticamente sul fronte degli inventimenti?

INVESTITORI: dovrebbero vendere reddito fisso, specie governativo, e andare su azioni (con tutti i dubbi che possono permanere sulla visibilita' della crescita e degli utili). Ma se si vende reddito fisso governativo i rendimenti salgono. Come impatta sulle prospettive di uscita dal tunnel del mercato immobiliare e sul rilancio dei consumi? Le banche centrali insisteranno in maniera esponenziale nel quantitative easing?

PRIVATI: da dove estrarre ricchezza in un contesto con alta disoccupazione, salari sotto pressione, bassi tassi di risparmio e indebitamento elevato?

BANCHE: il deleveraging dei bilanci bancari è veramente finito o non è nemmeno iniziato?



al solito, quello che conta non sono le risposte facili, ma le domande difficili...

...difficili da fare, perche' scomode, non difficili in quanto alle risposte che si possono dare...




Dal mio punto di vista vincere la deflazione, nel contesto attuale, resta un'impresa ardua. Inoltre reflazionare stampando moneta e svalutando la divisa puo’ diventare un boomerang pericolosissimo per le le già incerte prospettive di ripresa. Probabilmente le autorià sono coscienti di questo e preoccupa pensare che saranno disposte a andare avanti a oltranza sulla strada della reflazione attraverso gli strumenti citati. E’ per questo che ho ancora posizioni lunghe sull’oro.



qui mi pare caschi nell'ambiguita' della M1-M3...

l'inflazione, ovvero (alla austriaca), l'incremento della massa monetaria, c'e' stata QUANDO HANNO CREATO M3 DAL NULLA, con i mutui facili, le cartolarizzazioni e la riserva frazionaria.

quella moneta pero', seppure VIRTUALE, e' entrata in circolo nella societa' reale: chi ha fatto i debiti sta da un lato, dall'altro c'e' CHI HA PRESO I SOLDI (venditori di case, auto, consumi vari)


oggi stanno solo CONVERTENDO PARTE della M3, a volte irrecuperabile carta straccia (si pensi alle cartolarizzazioni) con SONANTE M1, che non finisce nella societa' reale: si ferma nei conti delle banche, ad aggiustare i coefficienti patrimoniali!



PS: se scusate la fissazione, senza falsa modestia, me sa che 'sto ragionamento e' piu' azzeccato di quello ormai famoso sul "credit crunch"...

vediamo se ci arrivano entro qualche mese (o se possono dirlo entro qualche mese)...

la prima volta l'ho scritto il 25/05/2009 alle 17.45





Direi di no e la percezione e la certezza la si avrà a cavallo fra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, quando rientrati dalle vacanze ci si renderà conto che i consumi non riprenderanno, le aziende non assumeranno, la cassa integrazione sarà finita e i prezzi dell’immobiliare (parlo dell’Italia) continueranno a scendere. Lo scenario che si delineerà assuerà man mano i contorni della depressione.
A proposito di immobiliare credo non sia sfuggito a nessuno il dato di aprile sullo stock di case invendute USA : 3.970.000. Al ritmo attuale occorrerebero 10.2 mesi per smaltirlo. E’ questo un dato che ha ripreso a salire dopo una precedente correzione. Il mercato immobiliare non si è per niente stabilizzato.



qui non aggiungo nulla, per non portare sfiga (a chi perde il lavoro o a chi passa da CIG a mobilita' a disoccupazione) e per non infierire (sull'immobiliare)




Comunque sono curioso di sapere cosa diranno le autorità di fronte all’ennessimo appuntmento con la realtà. Nutro un po’ di timori circa i già precari equilibri sociali.



se tanto mi da tanto continueranno coi proclami ottimistici o, se la situazione e' troppo grave, scattera' la caccia alle streghe...




E le banche ??
Ecco l’altra nota dolente. L’atteggiamento dei banchieri non solo non è cambiato, è diventato ancora più arrogante e ingordo.



qui mi appello al V emendamento...


[SM=g9202] [SM=g9202] [SM=g9202]

laplace77
00giovedì 11 giugno 2009 13:12
pil in calo, disoccupazione su, deflazione e debito pubblico...

...della serie "mo' riparte il mattone, aspetta, eh?"


fonte: corriere

le stime contenute nel bollettino di giugno

Bce: «Pil in calo del 4-5% nel 2009,
disoccupazione in aumento»


«Spesa pubblica, serve uno sforzo di risanamento.
Inflazione negativa nei prossimi mesi»


FRANCOFORTE - Una contrazione tra il 5,1% e il 4,1% nel 2009 e poi una possibile crescita nel 2010: sono le previsioni della Bce per il Prodotto interno lordo dell'eurozona. Secondo le stime contenute nel bollettino dell'Eurotower di giugno, per il prossimo anno è prevista una variazione del Pil tra il -1% e il +0,4%.

PIL - Nel primo trimestre del 2009, si legge nel bollettino, il Pil di Eurolandia in termini reali si è ridotto del 2,5%, un dato che, insieme alla crescita negativa degli ultimi tre trimestri 2008, ha esercitato un forte impatto automatico negativo, dell'ordine dei 4 punti percentuali, sul tasso annuo di espansione del prodotto per il 2009. La diminuzione del Pil dell'area euro, spiega la Bce, rispecchia la brusca flessione delle esportazioni derivante dal crollo del commercio mondiale. La repentina contrazione delle esportazioni, insieme al basso livello di fiducia e ai vincoli finanziari, ha determinato anche un consistente ridimensionamento degli investimenti delle imprese - sottolineano gli esperti di Francoforte - mentre il decumulo delle scorte ha inciso negativamente sulla crescita.

SPESA PUBBLICA - Nei Paesi dell'area euro, inoltre, è previsto un forte incremento della spesa pubblica nel 2009: è quindi necessario - ammonisce la Bce - uno sforzo di risanamento per riportare le finanze dei membri di Eurolandia in linea con i parametri di Maastricht. Nel 2009 e nel 2010 si prevede che la maggior parte dei paesi dell'eurozona superi il tetto del 3% che il Patto di Stabilità prevede per il rapporto deficit/Pil - si legge nel bollettino - ed è quindi necessario «ripristinare quanto prima solide posizioni di bilancio per consentire ai paesi di affrontare gli oneri aggiuntivi connessi all'invecchiamento della popolazione nonché i rischi derivanti dalle garanzie statali fornite per la stabilizzazione dei settori finanziari».

DISOCCUPAZIONE - In aprile, prosegue la Banca centrale europea, il tasso di disoccupazione nell'area dell'euro è salito al 9,2%, con un incremento di 0,3 punti percentuali sul mese precedente. Tutti i comparti produttivi hanno contribuito negli ultimi due mesi alla contrazione dell'attività economica, ma il calo è stato più pronunciato nel settore industriale, con conseguente peggioramento delle condizioni del mercato del lavoro. E i contratti a termine sono un fattore di rischio che può contribuire a peggiorare il quadro della disoccupazione di tutta l’area euro. L'effetto negativo della crisi potrebbe manifestarsi cioè in maniera più ritardata rispetto agli indicatori su Pil e produzione. E «in base all'evidenza empirica, dopo la forte contrazione del prodotto alla fine del 2008 e all’inizio del 2009, potrebbe risultare sempre più difficile per le imprese mantenere invariati i livelli di occupazione».

INFLAZIONE - Nell'area euro l'inflazione dovrebbe diminuire ulteriormente nei prossimi mesi, fino a diventare temporaneamente negativa, per poi tornare a crescere alla fine del 2009. Secondo l'Eurostat, l'inflazione nell'Eurozona sarebbe calata in maggio allo 0,0% dallo 0,6% in aprile, un decremento che riflette principalmente le brusche variazioni dei prezzi delle materie prime a livello mondiale negli ultimi 12 mesi. Al forte calo dell'inflazione - si legge nel bollettino - non ha però corrisposto una flessione equiparabile del costo del lavoro. Nel primo trimestre 2009 la crescita delle retribuzioni contrattuali è cresciuta del 3,2%, contro il +3,6% del trimestre precedente. Tuttavia - prosegue il bollettino - le informazioni disponibili segnalano un calo più pronunciato della dinamica dei redditi per occupato per via dell'introduzione di correttivi come la riduzione dell'orario. Gli esperti di Francoforte prevedono un'inflazione tra lo 0,1% e lo 0,5% nel 2009 e tra lo 0,6% e l'1,4% nel 2010.

11 giugno 2009


[SM=g1750163] [SM=g1750163] [SM=g1750163]


notare che questi pezzi di fango parlano di "INFLAZIONE NEGATIVA"

[SM=g9202]


grella
00venerdì 12 giugno 2009 19:38
LA RUSSIA MINACCIA DI TAGLIARE GLI INVESTIMENTI IN TITOLI DEL TESORO USA

E RIDAJE................

La Banca Centrale di Mosca ha annunciato che potrebbe ridurre i propri asset in Treasuries, del valore totale di mercato di almeno $140 miliardi. La Cina si prepara alla stessa manovra con il dollaro e i T-Bond americani. La Banca Centrale di Mosca ha annunciato che potrebbe ridurre i propri asset in Treasuries, del valore totale di mercato di almeno $140 miliardi. La scorsa settimana la Cina ha fatto sapere che si prepara a percorrere la stessa strada nei confronti del dollaro e i T-Bond americani.

P.S.X LAP..............e me dovrei impaurì del Peak oil ? [SM=g1866343] la situazione se fà sempre più calda !!!!


grella
00lunedì 15 giugno 2009 18:07
Acquisti esteri di titoli USA.........
NEW YORK, 15 giugno (Reuters) - Gli investitori stranieri 'di titoli a lungo termine negli Stati Uniti sono scesi nel mese di aprile,ha detto il Dipartimento del Tesoro cewrcano altrove per un migliore rendimento .

Excluding swaps, international investors Esclusi gli swap, gli investitori internazionali
bought a net $11.2 billion in long-term US securities in April, down from a revised $55.4 billion in the prior month. ha acquistato un netto $ 11,2 miliardi di euro nel lungo termine, i titoli degli Stati Uniti in aprile, giù da una revisione $ 55,4 miliardi di euro nel mese precedente.

uk.biz.yahoo.com


nazionalsindacalista
00mercoledì 17 giugno 2009 17:02
Questa si collega all'ultima notizia postata da Grella...

ANSA 2009-06-17 14:47
Russia - Cina: si' a uso Rublo e Yuan
Valute nazionali verranno usate per pagamenti negli interscambi

(ANSA) - MOSCA, 17 GIU - Russia e Cina intendono incrementare l'uso delle loro valute nazionali, rublo e yuan, per i pagamenti nel loro interscambio. Lo ha detto oggi il presidente russo, Dmitri Medvedev, al termine di un incontro al Cremlino con il presidente cinese Hu Jintao. 'Una questione di particolare importanza e' rappresentata dall'uso delle valute nazionali nei pagamenti per l'interscambio', ha detto Medvedev, 'Abbiamo concordato di compiere una serie di passi in questa direzione'.
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