di Luca Marognoli
TRENTO. Mattone addio, la casa oggi si prende in affitto. E’4 la crisi, bellezza: le banche chiudono i cordoni della borsa, le famiglie non hanno soldi a sufficienza, i prezzi restano sugli standard di 2 anni fa, quando l’euforia della salita impediva di pensare al panico della discesa.
Risultato:
meno 14% per le compravendite, dal 15 al 20% in più per le locazioni. In attesa di tempi migliori.
Se i cittadini piangono, gli agenti immobiliari non ridono. «
Il segmento di spesa dai 200 ai 500 mila euro è letteralmente scomparso dal mercato», ha denunciato ieri il presidente di categoria Severno Rigotti, davanti a un’affollata platea di colleghi riuniti nell’auditorium dell’Unione Commercio per la presentazione di “Guida casa 2010”.
Quando la banca non ti aiuta. «Le famiglie non riescono ad ottenere il mutuo dalle banche, che in questo momento di difficoltà non danno l’apporto che dovrebbero darci. Ma l’emergenza casa c’è ed ecco spiegato l’incremento degli affitti».
Siamo alla metà del guado e la prima preoccupazione di tutti è uscirne indenni. Ma l’altra sponda è all’orizzonte. «Quando tocchi il fondo c’è solo una possibilità: risalire» (), dice Rigotti. «
Dimentichiamoci gli anni passati: non torneranno più. Dal 2003 al 2007 il mercato ha registrato un aumento vertiginoso: quello che valeva 100 è salito in quattro anni a 140-150. Ora i valori sono rimasti fermi, ma nessuno compra».
Il circolo vizioso del mercato. I prezzi però non accennano a calare. «
Chi ha comprato a quelle cifre - continua Rigotti - non è in grado di abbassarli: aspetta. Intanto però i cantieri sono fermi». E’ come il cane che si morde la coda: i
potenziali venditori non vendono perché hanno acquistato a prezzi troppo alti e non vogliono rimetterci, i potenziali compratori non comprano perché quei prezzi non li raggiungono.
Una situazione di stagnazione, che però non ha un solo colpevole. Assieme alla crisi gli immobiliaristi chiamano sul banco degli imputati l’assessore provinciale all’urbanistica, Mauro Gilmozzi, e la legge omonima che “stoppa” le seconde case.
Il peccato originale di Gilmozzi. Un’agente della Paganella, Romina Sonn, ha definito la normativa «un peccato originale, un marchio che ce l’hai e lo porti causando un deprezzamento dell’immobile». Dal pubblico un socio si è alzato chiedendo una moratoria della legge, almeno per far “passare la nottata” della crisi. Pronta la risposta di Rigotti: «Credete che a Gilmozzi non l’abbia chiesto? La risposta è stata: non possiamo discriminare chi fino a ieri è stato soggetto alla legge. E’ anche una questione di opinione pubblica». Poi il presidente della Fimaa ha affondato il colpo: «
I nodi stanno venendo al pettine. I terreni non li compra più nessuno, la patrimonializzazione della casa viene a cadere e gli imprenditori cercano altri lidi:
tutti prendono navi e aerei e vanno a costruire in Sardegna, dove c’è mercato. Questo significa portare economia fuori, invece che tenerla qui. Hanno frantumato e drogato il mercato immobiliare: la conseguenza è che mi vendono l’usato libero dai vincoli della legge Gilmozzi a prezzo più alto del nuovo».
E i Comuni aggirano la legge. Per Rigotti sono le imprese a dover alzare la voce. «Quando toccheremo il fondo sarà da ridere: lì vedremo se la legge reggerà. Ma sono convinto che bisognerà metterci mano: quantomeno cambiando le percentuali».
Durante l’assemblea è stato detto chiaramente che alcuni comuni a piccola densità se la sono cavata ricorrendo a volture ripetute, in modo da svincolare gli immobili vincolati. Un gioco di prestigio per ingannare Gilmozzi, ieri assente giustificato (giunta). Ma anche un gioco con il fuoco
(19 dicembre 2009)