Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Tony-73, 18/12/2009 15.51:
ziomaoziomao, 18/12/2009 14.18:
Ciao labottegadelfuturo,
Purtroppo la delocalizzazione produttiva non si combatte nè con i dazi nè con il mantra della "ricerca e innovazione" ( qualcuno crede ancora che i cinesi, costruttori di bombe atomiche e capaci di lanciare satelliti avrebbero meno ricerca, innovazione, o fantasia degli italiani produttori di scarpette, pizza e baracche fiat ? ), ma con il controllo della moneta.
così è stato, così è, così sarà.
Ciao
Mao
Personalmente sono stato in Cina negli anni di boom di vendita di impianti produttivi a questo paese (1995-96) e ho visto con i miei occhi come stanno le cose.
Non c'è lo stress che c'è da noi ed hanno fatto sempre programmi a lungo termine (rientra nella cultura orientale), anche se poi a breve termine non rispettano le scadenze. Comunque pian piano in un modo o nell'altro raggiungono l'obiettivo. Sapete perché? Perché è insito nella loro educazione, fin da bambini, a metterci PASSIONE in quello che fanno, per quanto inutile possa sembrare. Per questo mi sono sempre preoccupato dell'entrata del nostro modello occidentale in un
Paese del genere. Infatti le autorità locali, con filosofia molto lungimirante (secondo me) prendono solo cosa c'è di buono della nostra cultura mentre il resto non esitano a buttarlo nella spazzatura, magari con un sorrisetto conviviale di risposta.
Ricordatevi che è la PASSIONE in quello che si fa ogni giorno che migliora la qualità della vita della comunità che
ci stà attorno, oltre a massimizzare al 100% gli investimenti in Ricerca (a prescindere da quanto siano in rapporto al Pil).
Adesso obiettivamente guardiamo l'Italia e le nostre classi dirigenti attuali e passate. Provate ad associare la passione che intendevo prima a qualcuno di loro...a memoria arriveremo a Pertini, che per non scomodare la scorta, quando andava in vacanza d'estate a Cortina dormiva nella caserma dei Carabinieri...oltre ad andare in giro spesso senza scorta grazie al consenso di stima che godeva tra la popolazione a prescindere dalla sua connotazione politica.
Con questo non vuol dire che approvo certe azioni di "intolleranza" del governo cinese, ma vi ricordo che devono tenere a bada poco meno di un quinto della popolazione mondiale (pensate che noi ci riusciremo con le classi dirigenti che abbiamo avuto?)
Insomma lasciamo perdere quello che ci propinano i mass-media tutti i giorni in tutte le salse ed intrugli ed iniziamo a porci degli obiettivi a lungo termine (per quanto piccoli o irrealizzabili che siano e pian pianino vediamo a successivi step di raggiungerli).
Vedrete che man mano che acquisterete una certa indipendenza di pensiero e successivamente anche economica non avrete ostacoli davanti a voi che non siano superabili (se proprio non ci riuscite a superarlo chiedete umilmente la disponibilità delle persone che vi stanno accanto). Vedrete in simili frangenti come di conseguenza cambierebbe la classe dirigente (non avendo più rappresentività), oltre a acquisire soddisfazione e sensibilità nell'apprezzare le piccole cose della vita. Cambierebbero anche i mass-media.
Insomma se non ci siamo capiti ...la classe dirigente che abbiamo o che abbiamo avuto, oltre ai problemi che abbiamo è il "nostro riflesso nello specchio".
ciao Tony-73
Capisco quello che dici per esperienza, io ho vissuto anni in oriente oltre ad avere suoceri orientali ( conosco i miei polli ehehe
).
Quello che tu dici "passione" in realtà è una cosa diversa; è puro nazionalismo. La mentalità cinese, coreana, giapponese si avvicina moltissimo a quello che in europa venne vissuto come il nazional socialismo, una fortissima identità nazionalista mista ad una visione comune della società.
Questo sentimento è andato attenuandosi ma permane sempre fortissimo come sottofondo comune.
Questa è la loro salvezza, la loro forza deriva tutta da questo modo di vedere il mondo. All'inizio io non riuscivo a capirli, per esempio appena provavo non dico a criticare ma solo a dissentire, mi veniva detto chiaro e tondo che se non mi piace qualcosa potevo tornarmene di corsa al mio paese ( che loro considerano mediamente meno che nulla ); la critica non era, giustamente, ammessa in nessuna forma.
E' quanto di più opposto all'indole italica frignona, autolesionista, cattolica per cui : multietnica un tanto al chilo, catto-sinistrata e via con patate.
Non è come in italia dove chiunque può venire a fare i propri porcicomodi, cinesi compresi, a casa loro funziona diversamente e se un'ipotetica immigrazione di italiani facesse quello che qui fanno i cinesi o i rom verrebbe prontamente eliminata ( conoscendo i tipi in modi piuttosto sbrigativi e risolutivi ).
Loro hanno una dignità nazional socialista che noi possiamo solo sognarci, costruiscono ad esempio aereoporti non per far atterrare gli aerei ma per dimostrare la loro grandeur al mondo, tutto quello che fanno ha lo scopo di santificare il loro spirito nazionale.
Ho imparato molto dal loro modo di vedere le cose e fra le tante cose ho potuto capire che in caso di grossi disastri loro hanno gli attributi per uscirne.
In cina la banca nazionale è di proprietà pubblica, non dei cari banchieri privati come in europa e in us, in cina è facile far entrare i soldini ben più difficile farli uscire visti i controlli e i docet governativi.
Ho potuto vedere che la stessa immagine dell'europa oramai stà perdendo non poco fascino in oriente, stanno capendo che il nostro modello è un emerito cesso, che in fondo mettersi nelle mani dei banchieri di sion non sia poi una gran bella idea.
Ogni tanto sulla TV orientale fanno vedere l'italia con i suoi lavoratori extracomunitari pagati 2 euro l'ora, con la munnezza di napoli, con i distretti industriali disastrati ... e poi immancabilmente i suoceri mi chiedono da che razza di paese da quinto mondo vengo, sempre con il solito sorrisino di cortesia che fà capire molte cose a chi sà intendere...
ciao
MAO