2009.....deflazione o iperinflazione?

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dgambera
00lunedì 25 aprile 2011 20:06
E così diciamo addio al mito dell'iperinflazione PER SEMPRE

Bernanke parlerà alla stampa dopo il summit di politica monetaria. Non solo tassi, anche politica

di Vittorio Carlini 25 aprile 2011


«I discorsi dei banchieri centrali non si ascoltano, si interpretano». Prima dello scoppio della crisi, soprattutto in Europa, l'adagio era mandato a memoria tra gli operatori. I governatori, sacerdoti della politica monetaria, non comunicavano di frequente al mercato. I discorsi e gli interventi, spesso caratterizzati da elevato formalismo, venivano "sezionati" parola per parola. Un vocabolo usato al posto di un altro poteva significare una precisa presa di posizione.

L'evoluzione dei mercati, la loro sempre maggiore complessità, l'estendersi di mille piattaforme di scambio, oltre alla crisi finanziaria, hanno cambiato le carte in tavola. Tanto che, mercoledì prossimo, Ben Bernake, per la prima volta terrà una conferenza stampa dopo la fine del consiglio del Fomc, il comitato della Fed che definisce la politica monetaria americana.

La fine del quantitative easing
Una novità non da poco, conseguenza di un mix di fattori. Da un lato è forte l'attesa rispetto alla strategia di "uscita" dall'easy money. A giugno il piano di acquisto di bond da 600 miliardi andrà in scadenza, e il mercato si interroga su quale strada vorrà seguire la riserva federale. Alcuni operatori sono certi che la Fed continuerà a dare benzina al mercato. «Non lo chiameranno quantitative easing - dice James Cordier, portafoglio manager di Optionsellers.com -, ma la liquidità non potrà essere tolta dall'oggi al domani: molti mercati andrebbero a gambe all'aria. Un'eventualità che non possiamo permetterci».

La paura dell'inflazione
L'ipotesi di continuare a pompare liquidità sui mercati, tuttavia, è vista come fumo negli occhi da diversi esperti e operatori. In primis, c'è chi denuncia i rischi di un iper-inflazione. Sotto questo aspetto è interessante notare, come fa il blog Icebergfinanza, che nonostante la base monetaria sia andata oltre 2.400 miliardi di dollari, il ratio del moltiplicatore della moneta è sceso poco sotto lo 0,8 (era oltre 1,6 nel 2006). Ciò significa che il fiume di denaro non è entrato veramente in "circolo". In gran parte è finito a ricostituire le riserve obbligatorie e quelle in eccesso. Cioè è servito a sostenere il patrimonio delle banche. Si dirà: superata la crisi, questa massa di moneta verrà liberata, creando inflazione. Bè, ribadiscono molti, basterà congelare i depositi.

Al di là di quest'analisi, il consensus è abbastanza consolidato rispetto all'idea che l'inflazione (visto anche la debolezza della ripresa della domanda aggregata) rimanga sotto controllo.

Lo scontro politico
Ma non è solo inflazione. Lo scontro che si gioca sulla strategia della Fed subisce, giocoforza, i riflessi della battaglia politica tra chi vuole austerity (essenzialmente i repubblicani) e chi vuole deficit spending (essenzialmente i democratici). Il debito pubblico alle stelle degli Usa - che ha visto il proprio outlook abbassato per la prima volta da S&P's - e una dinamica negativa del deficit hanno portato al recente compromesso del taglio della spesa pubblica statunitense. In questo scenario la linea di Ben Helicopter è, naturalmente, ancor più messa sotto osservazione. Logico quindi che, oltre a voler chiarire i passi "tecnici" futuri della riserva federale, il governatore punti a sfruttare il dialogo col mercato per ribadire e rafforzare l'indipendenza della Fed.

Parlare agli operatori, realizzare maggiore trasparenza, vuol dire anche de-potenziare i dissensi esterni, e interni. E i tassi monetari? Su quelli il consensus è scontato: dovrebbero, salvo sorprese dell'ultima ora, rimanere fermi tra lo 0 e lo 0,25 per cento.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

dgambera
00venerdì 29 aprile 2011 13:00
Balzo dell'inflazione, è il dato annuo (+2,6%) più alto da novembre 2008

29 aprile 2011


Balzo dell'inflazione ad aprile. Secondo le stime preliminari dell'Istat, l'indice nazionale dei prezzi al consumo registra un aumento dello 0,5% rispetto a marzo e del 2,6% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Il dato annuo è il più alto da novembre del 2008.

L'inflazione acquisita per il 2011 è pari al 2,2% l'inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, sale all'1,8% dall'1,7% di marzo 2011. Al netto dei soli beni energetici, il tasso di crescita tendenziale dell'indice dei prezzi al consumo è pari al 2,0% (era +1,9% a marzo 2011). Sul piano tendenziale, la variazione dei prezzi dei beni sale al 2,9%, con una lieve accelerazione rispetto a marzo 2011 (+2,8%), mentre quella dei prezzi dei servizi si porta al +2,2% dal +2,0% del mese precedente". Come conseguenza di tali andamenti, "il differenziale inflazionistico tra beni e servizi diminuisce di un decimo di punto rispetto al mese di marzo.

L'accelerazione dell'inflazione registrata ad aprile risente in primo luogo delle tensioni sui prezzi dei servizi relativi ai trasporti. Inoltre, un importante effetto sulla dinamica crescente dell'indice generale deriva dall'andamento dei beni energetici regolamentati". Sulla base delle stime preliminari, "l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (ipca) aumenta dell'1,1% rispetto al mese precedente e del 3,0% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, con un'accelerazione di due decimi di punto percentuale rispetto a marzo 2011 (+2,8%)". Nel particolare, tra gli altri, "il prezzo della benzina aumenta su base mensile dell'1,2% mentre il relativo tasso di crescita tendenziale scende al 10,9% dal 12,7% di marzo; il prezzo del gasolio per mezzi di trasporto segna un rialzo congiunturale del 2,5% e un aumento su base annua del 18,8% (in accelerazione dal +18,5% del mese precedente)".

©RIPRODUZIONE RISERVATA

laplace77
00venerdì 13 maggio 2011 13:11
sotto ricatto non si chiede l'aumento...

...e infatti:

11:00 - ***Inflazione: Ue, Italia 2,6% quest'anno, 1,9% nel 2012

Non attesi effetti di 'secondo round' su salari

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 13 mag - Il tasso di
inflazione in Italia sara' del 2,6% quest'anno e dell'1,9%
l'anno prossimo in linea con l'andamento della crescita dei
prezzi nell'Eurozona. Lo stima la Commissione Ue secondo cui
non sono attesi grandi effetti di 'secondo round' a causa
dell'aumento dei prezzi delle materie prime grazie ai
parametri di riferimento delle negoziazioni salariali.



che c'e' il ricatto occupazionale (senno' ti licenzio, non ti rinnovo, o proprio delocalizzo e ciao) e quello debitorio (che se scioperi poi il mutuo come lo paghi?)...

...poi dice il signoraggio...

[SM=g9128]

grella
00mercoledì 8 giugno 2011 22:53
Re: Re: Re: BCE dice
grella, 19/04/2011 13.27:



I tre anni venduti a 1,28 la settimana scorsa sono a 1,14........... [SM=g6942]







...........0,68.......... [SM=g6941] [SM=g2232945]




_gmp_
00giovedì 23 giugno 2011 17:00
(sylvestro)
00domenica 10 luglio 2011 16:56
Grazie a ramirez

Debt reduction

Handle with care

“Deleveraging” will dominate the rich world’s economies for years. Done badly, it could wreck them

Jul 7th 2011

DEBT reduction, or deleveraging as it is known in the inelegant argot of economists, is a painful process. Growth suffers as consumers and firms, let alone governments, try to reduce their debts. Countries which experienced the biggest asset busts, such as America, Britain and Spain, have had the most disappointing recoveries. And the pain will continue: a careful look at the numbers suggests that the process of deleveraging has barely begun.

A new analysis by the McKinsey Global Institute suggests that over the past year or so total debt levels, measured relative to GDP, have stabilised and, in some rich countries, started to inch down. But if history is a guide, there is still a long way to go. The ratio of total debt to GDP in both America and Britain has fallen by just over ten percentage points from its peak—a fraction of the scale of debt reduction in a typical deleveraging period (see article). Worse, the McKinsey analysis suggests that economies usually stagnate, or even shrink, early in the overall debt-reduction process.

To minimise that risk, the pace of deleveraging needs to be carefully calibrated. The experience so far of the most indebted economies offers useful pointers on what to do, and what not to do.
Related items

Debt can be reduced in several ways. It can be paid off with the help of higher thrift (though not everyone can spend less than they earn at the same time). Its burden can be reduced through higher inflation or faster growth. Or it can be defaulted on. In practice, rich countries seem to be using different combinations of these approaches.

In America, where overall debt levels have fallen fastest, a lot of the reduction in household debt has been thanks to mortgage defaults and write-downs. In Britain, where there have been virtually no mortgage write-downs, relatively high inflation has pushed down the overall debt burden. Spain, in contrast, has seen virtually no reduction in its debt load, despite fiscal austerity, partly because that very austerity has contributed to weak growth and low inflation which have kept down nominal GDP. Tough rules on mortgages have made it hard to reduce unpayable household debt.

Write down and get real

What can be learnt from these various approaches? It is still early days, but four lessons stand out. The first is that in some extreme cases, when a large debt reduction is needed, orderly write-downs are necessary. The foreclosures on American mortgages have been severe, but they mean that household debt is likely to shrink to manageable levels faster than in, say, Britain, where low interest rates on variable mortgages and a lot of “forbearance” by banks have kept defaults artificially low. At the sovereign level the same logic should apply to hopelessly bankrupt Greece: it needs a debt write-down.

Second, nominal growth is essential to bring down the weight of debt. It is hard to ease the debt burden in a stagnant economy with low inflation. That suggests the pace of public-sector austerity, where possible, needs to be calibrated to the scale of private deleveraging. America’s government, for instance, needs a medium-term plan for deficit reduction, but cutting back spending viciously in the short term at a time of private-sector retrenchment would be a mistake.

Third, the best way to ease the pain of deleveraging is with an export-led boom. Here, progress has been painfully slow. The external deficits of ex-bubble economies have shrunk since 2007, but not by enough—and some now seem to be rising again. There has been too little rebalancing of global demand towards big emerging economies. That will require stronger currencies in emerging Asia and weaker ones in the rich world.

Deeper shifts will also be necessary: a strengthening of consumer society in China, for example, and a reallocation of resources towards tradable goods and services in Britain and America. Unfortunately, the sensible goal of rebalancing towards net exports can lead to dubious policy prescriptions. Britain, for instance, would be mad to turn its back on financial services (see article). No rich country needs a smorgasbord of subsidies for manufacturing. Far better to get rid of distortions and improve the economy’s flexibility.

All this will take time. So the fourth, most important and most depressing lesson for the great deleveraging is that of realism. Even if handled well, the difficult business of debt reduction will hold back the rich world’s economies for several more years. Get used to it.
laplace77
00sabato 30 luglio 2011 12:11
will we become zimbabwe or will we be japan?

cosi' il ritornello di un famoso video...




secondo l'economist, la risposta e' "Japan"...


PS: pessima l'apertura: A GOVERNMENT’S credibility is founded on its commitment to honour its debts, neanche l'avesse scritta il famoso barone: "Datemi il controllo sul denaro di una nazione e non mi preoccuperò di chi ne fa le leggi" (Barone M.A. Rothschild)

interessante, piu' dell'articolo, la cartina con i valori dei debiti...

[SM=g1750163] [SM=g1750163] [SM=g1750163]
laplace77
00giovedì 1 settembre 2011 15:48
dieci anni di euro

fonte: repubblica - altroconsumo


alla faccia di quelli che "con l'euro e' raddoppiato tutto"...


L'INDAGINE

Euro, dopo dieci anni di spesa
quanto ha pesato sulle nostre tasche


I risultati di una ricerca di Altroconsumo nel decennale della moneta unica. Il potere d'acquisto delle famiglie italiane si è ridotto perché l'inflazione è cresciuta più delle retribuzioni, ma il salasso non è stato generalizzato. I prezzi sono cresciuti in modo anomalo dove c'è stato spazio per la speculazione, mentre sono persino calati dove ci sono state le liberalizzazioni


ROMA - La sorpresa maggiore è forse nella conclusione, perché contrasta con una credenza molto diffusa tra gli italiani: non è vero che l'euro ha rappresentato un salasso per gli italiani. Per arrivare a questa affermazione finale, in occasione del decimo "compleanno" della moneta unica, l'associazione Altroconsumo 1 ha preso in esame la spesa che ogni cittadino deve affrontare oggi per usufruire di una serie di beni e servizi fondamentali - dall'energia alle telecomunicazioni, dai trasporti pubblici ai ristoranti - e l'ha confrontata con un'altra, identica ricerca che aveva svolto nel 2001. Ecco di seguito cosa è venuto fuori.

Italiani più poveri - Partendo dai dati macroeconomici, l'indagine "Dieci anni in Eurolandia" quantifica subito in una percentuale del 7% il calo del potere d'acquisto degli italiani. Il risultato è frutto del rapporto fra l'inflazione, cresciuta in dieci anni del 21%, e il reddito pro capite, il cui incremento è stato invece del 14%. La riduzione della capacità di spesa ha ovviamente modificato i comportamenti: negli alimentari, ad esempio, mentre i prezzi sono saliti in dieci anni del 25%, la spesa relativa è cresciuta solo del 13%, diventando quindi più selettiva. Al contrario, essendo cresciute le ore passate al cellulare e su internet, la spesa relativa è cresciuta del 30% mentre i prezzi per le tlc sono calati del 28%.

L'inflazione e la speculazione - Partendo dai dati dell'Istat, Altroconsumo rileva che la crescita dell'inflazione (ossia l'indicatore che calcola il costo della vita in base all'aumento dei prezzi al consumo) è stata in media del 2,3% annuo: i prezzi, dunque, in dieci anni sono cresciuti di quasi un quarto. Il percorso è stato abbastanza lineare con l'eccezione del biennio che ha preceduto la crisi globale quando, nel 2007-2008, sui generi alimentari e sull'energia si scaricarono i rincari improvvisi sui prezzi dei cereali e del petrolio. Effetti che la speculazione ha fatto diventare permanenti anche a crisi del grano conclusa. La prova è nel prezzo della farina, del pane e degli altri derivati dei cereali: cresciuto in linea con l'inflazione fino al 2007, ha poi fatto un balzo in avanti e non più risceso, chiudendo il decennio dell'euro con una crescita (+47%, + 33% per il solo pane) nettamente superiore rispetto all'inflazione.

Alimentari e beni primari - La speculazione su pane si nota anche di più guardando ai prezzi degli altri generi alimentari, il cui aumento è stato invece quasi in linea (+25,3%) con l'inflazione (+23%). A parte i beni come tabacchi e gli alcolici (+53%), dove la spesa è diventata più salata per tutti gli italiani è il settore dei beni "primari" come l'acqua (+53%) e il gas (+34%), dei carburanti (+35%) e dei servizi locali, a cominciare dai trasporti pubblici (+35%) e dalle tariffe per i rifiuti solidi urbani (+33%).

Trasporti e Rcauto - Sui trasporti in generale, l'indagine di Altroconsumo evidenzia come il settore, malgrado "pulluli di offerte low cost", sia uno di quelli dove i rincari sono stati più anormali: +147% per le navi, +61% per gli aerei, +46% sui treni e +34% per i taxi. Se si guarda al trasporto pubblico urbano, invece, l'entrata in vigore dei biglietti a 1,50 euro fa di Milano e Genova le città dei maggiori aumenti (+94%), considerato che nel 2001 la corsa costava 1.500 lire. In tutto ciò hanno inciso le vicende del petrolio, ma indubbiamente anche le speculazioni via via attuate all'ombra del barile.
Quanto ai premi Rcauto, i costi sono cresciuti a dismisura in città come Napoli (+122%) e Palermo (+77%), mentre a Roma è balzata del 136% in dieci anni la spesa per assicurare moto e motorini.

Il pregio delle liberalizzazioni - In alcuni settori "chiusi", come quello dei trasporti, la presenza di monopoli, oligopoli e "cartelli" più volte denunciati anche dalle autorità di controllo hanno pesato sui rincari e sui consumatori. Al contrario, dove il mercato è stato aperto con liberalizzazioni o ampliamento della rete distributiva, i prezzi sono andati giù: il caso più evidente riguarda i farmaci, scesi del 28% in 10 anni.

Bollette salate - I dati appena riportati mostrano come sia il comparto energetico ad aver subito di più i contraccolpi legati al petrolio ed al prezzo del barile. In mezzo ci sono situazioni geopolitiche complesse ed eventi straordinari, ma a pesare, sottolinea Altrconsumo, sono state anche le "inefficienze industriali legate alla raffinazione ed alla distribuzione. Dove l'andamento dei prezzi è stato in linea con l'inflazione, come nei settori della telecomunicazioni e dell'elettricità, il merito è stato in gran parte della maggiore concorrenza sul mercato dei gestori anche in seguito alle liberalizzazioni varate nel 2007.

I beni dai rincari minori - Dove la spesa è cresciuta meno rispetto a 10 anni fa, tlc a parte, è tutto il settore dell'abbigliamento e calzature (+17,9%), dell'arredamento (+20,5%), le spese per il tempo libero e la cultura (+10,9%) e soprattutto nel settore sanitario (+2,8%). Sopra la media dell'inflazione è stato, secondo Altrconsumo, l'aumento dei prezzi per l'istruzione (+26,5%) e per i servizi ricettivi e di ristorazione (+28,9%). In un focus particolare su alberghi, bar e ristoranti, l'indagine rileva che mentre il costo di una notte in hotel è salito dal 2001 solo del 17%, le consumazioni in bar e ristoranti nelle grandi città sono salite mediamente di 33 punti.

Caffè e pizza - I dati vanno anche contestualizzati. E' vero che il caffè, ad esempio, è aumentato del 35% a Roma e del 18,5% a Milano, ma è anche vero che Milano è passata così da 0,84 centesimi a un euro, mentre Roma da 0,63 a 0,85 centesimi di euro. Il maggiore incremento sulla pizza, invece, si è registrato a Bari (+45,2%), mentre il minore a Roma (+20,2%); oggi, però, secondo le rilevazioni di Altroconsumo, a Bari la pizza continua a costare la metà rispetto a Roma: 3 euro contro 6 euro.

Le conclusioni - "Non possiamo dire che il passaggio all'euro, dopo dieci anni di moneta unica, abbia rappresentato un salasso per i consumatori - è la conclusione di Altroconsumo - . Fatta eccezione per il biennio 2007-2008, l'inflazione, in fondo, è cresciuta in modo fisiologico". Tuttavia, sottolinea l'associazione, i "picchi nascosti" dietro l'andamento medio dei prezzi hanno "fortemente penalizzato i consumatori", a cominciare proprio da quei beni di prima necessità quali l'acqua, il gas, il canone Rai o i trasporti, "che hanno registrato aumenti generalizzati - e molto spesso non giustificati - per le tasche dei cittadini".

(01 settembre 2011)


...che con la liretta avevamo inflazione a due cifre, il potere d'acquisto lo manteneva la scala mobile

[SM=g1750163]

dgambera
00martedì 22 novembre 2011 12:15
Ancora spinte deflative?

labottegadelfuturo
00martedì 22 novembre 2011 12:22
Re:
dgambera, 11/22/2011 12:15 PM:

Ancora spinte deflative?





cosa indica questo indice?

Ho letto che ha a che fare con il grado di rischiosità del mercato dei prestiti bancari, però non saprei come leggerlo
dgambera
00martedì 22 novembre 2011 12:29
Re: Re:
labottegadelfuturo, 11/22/2011 12:22 PM:




cosa indica questo indice?

Ho letto che ha a che fare con il grado di rischiosità del mercato dei prestiti bancari, però non saprei come leggerlo




en.wikipedia.org/wiki/TED_spread



The TED spread fluctuates over time but generally has remained within the range of 10 and 50 bps (0.1% and 0.5%) except in times of financial crisis. A rising TED spread often presages a downturn in the U.S. stock market, as it indicates that liquidity is being withdrawn.

.....

The TED spread is an indicator of perceived credit risk in the general economy.

.....

When the TED spread increases, that is a sign that lenders believe the risk of default on interbank loans (also known as counterparty risk) is increasing. Interbank lenders therefore demand a higher rate of interest, or accept lower returns on safe investments such as T-bills. When the risk of bank defaults is considered to be decreasing, the TED spread decreases.




In questo momento il valore dell'indice è 49 [SM=g9058]
labottegadelfuturo
00martedì 22 novembre 2011 12:45
Re: Re: Re:
dgambera, 11/22/2011 12:29 PM:




en.wikipedia.org/wiki/TED_spread



The TED spread fluctuates over time but generally has remained within the range of 10 and 50 bps (0.1% and 0.5%) except in times of financial crisis. A rising TED spread often presages a downturn in the U.S. stock market, as it indicates that liquidity is being withdrawn.

.....

The TED spread is an indicator of perceived credit risk in the general economy.

.....

When the TED spread increases, that is a sign that lenders believe the risk of default on interbank loans (also known as counterparty risk) is increasing. Interbank lenders therefore demand a higher rate of interest, or accept lower returns on safe investments such as T-bills. When the risk of bank defaults is considered to be decreasing, the TED spread decreases.




In questo momento il valore dell'indice è 49 [SM=g9058]



Quindi se ho capito bene più l'indice è alto più il mercato interbancario cresce di itneressi (ergo le banche si guardano come dei malavitosi in un film di Tarantio, con tanto di 44 Magnum in mano).
O c'è anche la possibilità che si alzi il differenziale perchè i t-bill diminuiscano di interessi...ma non credo che sia questo il periodo storico.

Insomma...le banche non si fidano di loro stesse.Lemhan Brothers atto secondo in 3...2...1... (?)
dgambera
00martedì 22 novembre 2011 12:54
Re: Re: Re: Re:
labottegadelfuturo, 11/22/2011 12:45 PM:

Insomma...le banche non si fidano di loro stesse.Lemhan Brothers atto secondo in 3...2...1... (?)




Secondo me i balletti non sono ancora finiti ed il sistema bancario si sta preparando a qualche evento di grossa portata [SM=g9058]
labottegadelfuturo
00martedì 22 novembre 2011 13:29
Re: Re: Re: Re: Re:
dgambera, 11/22/2011 12:54 PM:




Secondo me i balletti non sono ancora finiti ed il sistema bancario si sta preparando a qualche evento di grossa portata [SM=g9058]






Tnks to "Il Grande Bluff" per aver riportato il grafico.
FraMI
00martedì 22 novembre 2011 14:34
Re: Re: Re: Re: Re:
dgambera, 22/11/2011 12.54:




Secondo me i balletti non sono ancora finiti ed il sistema bancario si sta preparando a qualche evento di grossa portata [SM=g9058]






[SM=g8079] [SM=g8079] [SM=g8079]
nobear
00mercoledì 23 novembre 2011 16:21
Re: Re: Re: Re: Re:
dgambera, 22/11/2011 12.54:




Secondo me i balletti non sono ancora finiti ed il sistema bancario si sta preparando a qualche evento di grossa portata [SM=g9058]



cioè?
laplace77
00mercoledì 23 novembre 2011 16:26
Re: Re: Re: Re: Re: Re:
FraMI, 22/11/2011 14.34:






[SM=g8079] [SM=g8079] [SM=g8079]




questo e' piu' adatto, semmai, per "quelli che quando c'era la lira..."

[SM=g9128]
dgambera
00mercoledì 23 novembre 2011 16:30
Re: Re: Re: Re: Re: Re:
nobear, 11/23/2011 4:21 PM:



cioè?




Sempre ansioso te, eh? Io penso che il sistema bancario, non solo italiano, nei prossimi mesi richiederà un bel pò di risorse agli stati. [SM=g9058]
nobear
00mercoledì 23 novembre 2011 16:41
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
dgambera, 23/11/2011 16.30:




Sempre ansioso te, eh? Io penso che il sistema bancario, non solo italiano, nei prossimi mesi richiederà un bel pò di risorse agli stati. [SM=g9058]


DJ, io sono molto ansioso sì... lo ammetto... e sai perché scrivo nei tuoi post... [SM=g2594223]

Sai, dopo la notizia che Angela non accetta Eurobond e Modifiche dell'operatività della BCE (stampare) e in ultimo l'asta semi-deserta dei bund tedeschi.... facendo una proiezione (ingenua magari, per carità, ma si sentono sempre più esperti che non negano più la possibilità di una rottura dell'euro) ... io me preoccupo [SM=g2232945]

dgambera
00mercoledì 23 novembre 2011 16:44
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
nobear, 11/23/2011 4:41 PM:


DJ, io sono molto ansioso sì... lo ammetto... e sai perché scrivo nei tuoi post... [SM=g2594223]

Sai, dopo la notizia che Angela non accetta Eurobond e Modifiche dell'operatività della BCE (stampare) e in ultimo l'asta semi-deserta dei bund tedeschi.... facendo una proiezione (ingenua magari, per carità, ma si sentono sempre più esperti che non negano più la possibilità di una rottura dell'euro) ... io me preoccupo [SM=g2232945]





E di che ti preoccupi? Peggio di qualche centinaio di milioni di persone non potrai finire. Mantieni la calma.... io piuttosto che subire, preferisco stare in posizione d'attacco.

www.borsaitaliana.it/borsa/obbligazioni/mot/ctz/scheda.html?isin=IT0004674369...
nobear
00mercoledì 23 novembre 2011 16:49
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
dgambera, 23/11/2011 16.44:




E di che ti preoccupi? Peggio di qualche centinaio di milioni di persone non potrai finire. Mantieni la calma.... io piuttosto che subire, preferisco stare in posizione d'attacco.

www.borsaitaliana.it/borsa/obbligazioni/mot/ctz/scheda.html?isin=IT0004674369...



Beh il fatto di perdere quei 4 risparmi che ho non mi fa stare tranquillo DJ, lo ammetto...
dgambera
00mercoledì 23 novembre 2011 16:52
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
nobear, 11/23/2011 4:49 PM:



Beh il fatto di perdere quei 4 risparmi che ho non mi fa stare tranquillo DJ, lo ammetto...




Il perdere la tranquillità non ti porta a risolvere il problema. Siccome come ti muovi rischi di sbagliare (soprattutto se compri casa, secondo me), allora almeno mantieni la calma.

Se il nostro destino è quello di trovarci in un paese fallito, preferisco aver cavalcato la cosa, piuttosto che essere cavalcato [SM=g6957]
FraMI
00mercoledì 23 novembre 2011 17:10
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
laplace77, 23/11/2011 16.26:




questo e' piu' adatto, semmai, per "quelli che quando c'era la lira..."

[SM=g9128]



Chissà se le pressioni nei prossimi anni (e anche un pò adesso visto che la bce acquista pure titoli tedeschi che non vuole più nessuno a fronte degli interessi da paura dei titoli de noantri...) contro ogni previsione faranno fare alla merkel una riflessione 'storica' ...

www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2011-11-23/merkel-modifiche-mandato-stampare-102059.shtml?uuid=...

La Bce non può stampare moneta» così la cancelliera tedesca, Angela Merkel, parlando al Bundestag, ha chiuso la porta a qualsiasi ipotesi di cambiare il mandato della Bce, «che deve rimanere indipendente» ed occuparsi del suo unico obiettivo «mantenere la stabilità dei prezzi»...

Ma che bella era la nostra liretta... [SM=g7574]
dgambera
00mercoledì 23 novembre 2011 17:13
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
FraMI, 11/23/2011 5:10 PM:



Chissà se le pressioni nei prossimi anni (e anche un pò adesso visto che la bce acquista pure titoli tedeschi che non vuole più nessuno a fronte degli interessi da paura dei titoli de noantri...)




Nice shot! E' la mia stessa idea. Secondo me a breve lo spread Bund-BTP si assottiglierà, ma non perchè caleranno i rendimenti dei BTP [SM=g6942]
nobear
00mercoledì 23 novembre 2011 17:24
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
dgambera, 23/11/2011 16.52:




Il perdere la tranquillità non ti porta a risolvere il problema. Siccome come ti muovi rischi di sbagliare (soprattutto se compri casa, secondo me), allora almeno mantieni la calma.

Se il nostro destino è quello di trovarci in un paese fallito, preferisco aver cavalcato la cosa, piuttosto che essere cavalcato [SM=g6957]



è questo il problema: a parte delocalizzare in svizzera (vedi blog "mercatolibero") con un paniere di valute (cosa che non mi va di fare però perché non mi sento all'altezza di gestire una cosa del genere) ho timore che qualunque mossa possa essere sbagliata perché la situazione è imprevedibile.

Come intendi "cavalcare" la situazione?


nobear
00mercoledì 23 novembre 2011 17:25
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
dgambera, 23/11/2011 17.13:




Nice shot! E' la mia stessa idea. Secondo me a breve lo spread Bund-BTP si assottiglierà, ma non perchè caleranno i rendimenti dei BTP [SM=g6942]




Quindi, dici, la angela dovrà cambiare idea... è così?
FraMI
00mercoledì 23 novembre 2011 17:32
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
nobear, 23/11/2011 17.25:




Quindi, dici, la angela dovrà cambiare idea... è così?




Guarda, ci sono squole e squole... [SM=g7728] [SM=g1750147]

Certo è che se la diatriba sta qui: Stampaggio folle di monete ad inondare (e svalutare) VS aperture di credito che la FED o BCE o altre fanno alle banche in difficoltà, siamo comunque nella c..ca...

Io direi: Andiamo tutti a prelevare i nostri conti, ma tutti però, con la promessa che li ridepositeremo, così gli tocca stampare i NOSTRI soldi per darceli e poi rivediamo le condizioni dei depositi bancari...che dite? [SM=g2469003] Northern Rock and Roll Docet...

Soluzione radicale... [SM=g9058]
FraMI
00mercoledì 23 novembre 2011 17:35
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
dgambera, 23/11/2011 17.13:




Nice shot! E' la mia stessa idea. Secondo me a breve lo spread Bund-BTP si assottiglierà, ma non perchè caleranno i rendimenti dei BTP [SM=g6942]




Quotone... [SM=p7579]
dgambera
00mercoledì 23 novembre 2011 17:36
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
nobear, 11/23/2011 5:24 PM:



è questo il problema: a parte delocalizzare in svizzera (vedi blog "mercatolibero") con un paniere di valute (cosa che non mi va di fare però perché non mi sento all'altezza di gestire una cosa del genere) ho timore che qualunque mossa possa essere sbagliata perché la situazione è imprevedibile.

Come intendi "cavalcare" la situazione?





Per cavalcare la situazione intendo che anzichè scappare dai titoli di stato italiani, li compro. Se andiamo a fondo almeno mi sono goduto rendimenti alti finchè ho potuto. Ovviamente non ci butto tutto ciò che ho, ma faccio le cose cum grano salis.


nobear, 11/23/2011 5:25 PM:




Quindi, dici, la angela dovrà cambiare idea... è così?




No.... io dico semplicemente che i rendimenti dei Bund sono troppo bassi, in base ai rischi che ci sono in giro sui mercati. Quindi a breve anche i loro rendimenti si alzeranno e gli spread si ridurranno per questo motivo, non perchè caleranno i rendimenti dei nostri BTP.
nobear
00mercoledì 23 novembre 2011 17:43
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
dgambera, 23/11/2011 17.36:




No.... io dico semplicemente che i rendimenti dei Bund sono troppo bassi, in base ai rischi che ci sono in giro sui mercati. Quindi a breve anche i loro rendimenti si alzeranno e gli spread si ridurranno per questo motivo, non perchè caleranno i rendimenti dei nostri BTP.



IN EFFETTI.... anche considerando questo.... http://www.wallstreetitalia.com/article/1266144/crisi-euro/germania-verita-piu-debiti-di-grecia-e-italia.aspx, no?
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