Diario della crisi economica

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marco---
00mercoledì 12 giugno 2013 07:16
Re: Re: In Grecia si spengono TV e radio di Stato
nobear, 6/11/2013 11:18 PM:

Purtroppo è gravissimo, ma aspettati che qualcuno (nel web o per strada) affermi che questo sia un taglio agli sprechi... [SM=g10881]

E' così, e che altro potrebbero scrivere per fare accettare un'assurdità del genere.

Per la cronaca, il segnale di ERT world su satellite stamattina è già oscurato, in Italia hanno dato questa notizia in un ritaglio di tempo di alcuni secondi, dicendo che finalmente il governo greco potrà esibire alla troika i tagli richiesti per poi ottenere i finanziamenti. Pagheremo molto caro il conto della nostra ignoranza, che tristezza... [SM=g6949]

Grecia, per la tv pubblica da stasera fine delle trasmissioni: licenziati in 2.800 (Fonte: ilsole24ore.com - di Vittorio Da Rold - 11/06/2013)

...E la Ert è un caso particolare di «sacche di opacità e incredibile spreco di denaro pubblico. Costa da tre a sette volte le altre tv e ha da quattro a sei volte il personale di altre strutture con ascolti ridotti. Per questo il governo ha deciso di chiuderla». I dipendenti della Ert si sono riuniti in assemblea e hanno dichiarato di essere in autogestione. Inoltre hanno fatto sapere che continueranno le trasmissioni dopo la mezzanotte...

Intanto noi reagiamo così: Chiude la tv pubblica greca Perché non li copiamo? (Fonte: liberoquotidiano.it - 11/06/2013)

...Perché non facciamo come la Grecia, che da mattina a sera ha comunicato la serrata? Si potrebbe fare senza aspettare i diktat della troika o la bancarotta del Paese (che, sia chiaro, quando e se arriverà non sarà imputabile a Viale Mazzini). Nessuno, lo sottolineiamo, vuole lasciare a casa i 13mila dipendenti di Viale Mazzini per "ripicca". L'obiettivo è la privatizzazione, come in Grecia: Rai chiusa fino a quando non se la compra qualcuno. Perché no?
stelafe
00mercoledì 12 giugno 2013 12:50
Debito pubblico e fallimento delle imprese italiane
Debito pubblico e fallimento delle imprese italiane

marco---
00mercoledì 12 giugno 2013 18:32
L’Europarlamento: “Fermate la Troika”
Chiusura della tv pubblica Greca. L’Europarlamento: “Fermate la Troika” (Fonte: eunews.it - 12/06/2013)

L’esecutivo di Bruxelles: “Non abbiamo chiesto noi ad Atene di fermare le trasmissioni”
Il capogruppo S&D Swoboda: “Notizia shoccante che compromette l’immagine dell’Unione”
Ma i liberali attaccano Samaras: “Scarica le colpe sulla Commissione per creare un diversivo”


La chiusura della televisione pubblica greca ad opera del governo di Atene ha scatenato un putiferio nel Parlamento europeo. “Fermate la Troika. Fermate la Troika” ha chiesto Hannes Swoboda, laeder del gruppo dei Socialisti e Democratici (non propriamente un estremista), guadagnandosi gli applausi dell’Aula. La discussione sull’argomento a Strasburgo non era prevista ma durante il dibattito con il Presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, il deputato greco della Sinistra unita (Gue/Ngl) Nikolaos Chountis ha voluto comunque denunciare la chiusura del canale pubblico Ert puntando il dito contro l’Ue. Chountis è stato immediatamente richiamato del Presidente Martin Schulz, in quanto il tema non era previsto e le regole dell’Europarlamento sui dibattiti sono solitamente molto stringenti. Ma l’interruzione è servita a poco in quanto anche altri deputati hanno preso la parola, tra cui appunto Swoboda. “Siamo shoccati per la notizia della chiusura e per il fatto che non ci sia una posizione pubblica della Troika. Fermiamo la Troika, è la cosa migliore che possiamo fare per l’immagine dell’Europa. Dobbiamo fermarla subito” ha affermato il leader S&D...
marco---
00giovedì 20 giugno 2013 14:44
Il teatrino di Draghi e’ finito – ci pensa il numero due della Germania Schaeuble a sfanculare la politica della BCE (Fonte: dagospia.com - 20/06/2013)

Fino al 22 settembre (giorno del voto in Germania) sarebbe meglio chiudere le borse: ora anche il Ministro delle Finanze tedesco cambia idea e si schiera contro l’acquisto di titoli sovrani dei paesi in difficoltà - La “linea dura” dettata dai sondaggi, ma le banche tremano...
marco---
00martedì 2 luglio 2013 10:14
Disoccupazione mai così alta: a maggio 12,2%, è record dal 1977 (Fonte: ilfattoquotidiano.it - 01/07/2013)

Il numero dei senza lavoro a maggio risultava pari a 3 milioni 140mila persone, in aumento di 56mila unità su aprile e di 480mila su base annua. Non va meglio in Europa dove 26,405 milioni di uomini e donne non hanno un'occupazione.

Disoccupazione italiana mai così alta da quando esistono le rilevazioni Istat: a maggio 2013 secondo i dati provvisori e destagionalizzati dell’istituto di statistica, ha toccato quota 12,2 per cento. E’ il nuovo massimo storico, il livello più alto toccato sia dalle serie mensili (gennaio 2004) che da quelle trimestrali, avviate nel primo trimestre 1977, cioè 36 anni fa...

...Se l’Italia piange, l’Europa certo non ride. Secondo i dati Eurostat, nella zona euro a maggio la disoccupazione è salita ancora passando dal 12% al 12,1%, un punto base in meno della Penisola, quindi. Per l’istituto di statistica del vecchio continente, si tratta di “un incremento marcato” rispetto al 2012, quando la media era dell’11,3% (e in Italia del 10,4%). Numeri alla mano, Eurostat stima che sono 26,405 milioni gli uomini e le donne senza lavoro nella Ue, di cui 19,222 milioni solo nella zona euro.

Il più alto tasso di senza lavoro è in Spagna (26,9%), Grecia (26,8%), Portogallo (17,6%) e Cipro (16,3%). Il più basso in Austria (4,7%), Germania (5,3%) e Lussemburgo (5,7%). Rispetto a un anno fa, i cali più profondi sono stati registrati in Lettonia (da 15,5% a 12,4%), Estonia (da 10,0% a 8,3%) e Lituania (da 13,3% a 11,7%). La disoccupazione giovanile è scesa anche nella zona euro: da 23,9% di aprile a 23,8% di maggio. Ad aprile 2012 era del 23 per cento.
stelafe
00martedì 16 luglio 2013 20:23
Sulle banche italiane un macigno da 250 miliardi
E ora iniziano a essere una minaccia per le banche italiane. Secondo Mediobanca i crediti dubbi lordi sono sempre più. Nel 2012 sono stati pari al 13,4% dei crediti lordi totali, circa 125 miliardi di euro. In pratica, quasi il triplo della media europea, che è al 5,4 per cento. E quasi 10 punti percentuali in più nel confronto con l’universo statunitense, che si ferma a quota 3,9 per cento. Le banche italiane sono sempre più in difficoltà e stanno evidenziando quella che gli analisti internazionali stanno definendo come un’anomalia

Leggi il resto: linkiesta.it
stelafe
00martedì 16 luglio 2013 20:48
La quota maggiore di prestiti che non vengono rimborsati regolarmente è quella delle imprese (92,6 miliardi). Le “rate non pagate” dalle famiglie valgono complessivamente 29,6 miliardi mentre quelle delle imprese familiari 12,1 miliardi. A 1,8 miliardi ammontano invece le sofferenze della pubblica amministrazione, delle assicurazioni e di altre istituzioni finanziarie. Questi i dati principali di un rapporto del Centro studi Unimpresa. - See more at:

ilmattinodisicilia.it

gixpix67
00venerdì 19 luglio 2013 10:50
Nulla di nuovo
Dopo parecchio tempo mi ricollego al forum e vedo che la stragrande maggioranza di chi scriveva non c'è più, evidentemente il livello di "stupidaggini economico/finanziarie" aveva raggiunto un livello non più tollerabile.
Vedo nel finale delle conferme al complottismo europeo dalla notizia dell'oscuramento delle tv pubblica greca, ovviamente senza dire nulla nel momento in cui le trasmissioni riprendono.
Peccato: un bel forum che ha dato voce a chi aveva capito la truffa della bolla immobiliare è stato distrutto dalla tendenza al "complottismo" che tanto ha successo in chi non conosce le cose e men che meno si impegna nel volerle conoscere.
Lasciando i pochissimi superstiti alla competenza finanziaria di chi acquista bund tedeschi con la convinzione di diversificare la valuta in caso di scioglimento dell'euro, saluto tutti.
A tempi migliori.

stelafe
00venerdì 19 luglio 2013 11:36
Il dramma italiano, spiegato – 2
«Alla fine del 2012 la somma dei debiti di famiglie, imprese, istituzioni finanziarie e Stato ha raggiunto il 400% del prodotto lordo (…) A dicembre 2012 gli oneri finanziari totali nel Paese (pubblici e privati) erano arrivati al 400,95% del Pil, mentre all’inizio del ’98 era al 264%. È su questa cifra che banche, imprese, Stato e famiglie devono pagare un interesse reale che sale in proporzione a quanto scende il Pil. Certo alcuni Paesi, la Spagna, la Grecia, il Portogallo, o anche l’Olanda, sono arrivati anche oltre. Ma l’Italia non era mai giunta a questo punto nella sua storia unitaria. Gli oneri finanziari che gravano su quest’economia in contrazione da due anni sono di circa 6.000 miliardi [qui sarebbe stato meglio dire debito, per non indurre confusione con gli interessi sul debito, che vengono definiti oneri finanziari ndPh.]: l’equivalente di circa 100 mila euro per abitante, neonati, ultra-centenari e immigrati inclusi. Peraltro l’unico settore che dal ’98 ha aumentato la sua esposizione solo di poco è quello del quale ci si preoccupa (comprensibilmente) di più: lo Stato. A titolo di confronto, nella precedente crisi finanziaria italiana del 1992 la situazione si presentava diversa»

phastidio.net/2013/07/14/il-dramma-italiano-spiegato-2/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+phastidio%2Flhrg+%28Phastidi...
marco---
00sabato 20 luglio 2013 18:29
La Commissione europea ci ricorda gli impegni: il Fiscal Compact - dovremo trovare 45 miliardi ogni anno
Qualcuno lo sa che l'italia finirà di esistere tra un anno e cinque mesi? (Fonte: ciaddnews.org - 10/07/2013)

Quasi che fosse stata una notizia da giornale di provincia, tutta la grande stampa nazionale e va da sé anche la grande informazione televisiva, hanno bellamente trascurato il fatto che la Commissione europea abbia ricordato all'italia che "a partire dal 2015 il trattato denominato Fiscal Compact entrerà in vigore e quindi da quell'anno e per i successivi 20 (venti!) anni l'italia dovrà tagliare la spesa pubblica di 45 miliardi di euro ogni 12 mesi, in modo da riportare alla soglia del 60% il rapporto debito-pil". Boom!
Ora, al momento attuale il governo dei sonnanbuli guidato da Capitan Valium Enrico Letta non riesce a mettere a fuoco neppure il taglio di 4 miliardi di euro della spesa pubblica per cancellare l'IMU e altri 4 miliardi per bloccare l'aumento dell'IVA.
Qualcuno che abbia un minimo di lucidità è in grado di spiegare come potrà - il prossimo governo - tagliare di 10 volte tanto la spesa statale OGNI ANNO PER 20 ANNI?!
Vediamo come si potrebbe fare, ammesso e non concesso che un prossimo governo davvero intenderà provarci.
Rudurre di 900 miliardi di euro la spesa pubblica italiana di oggi (questo significa tagliare di 45 miliardi l'anno per 20 anni la spesa pubblica) significherebbe: dimezzare tutte le pensioni (ridurle del 50%) + licenziare almeno 2.000.000 di impiegati pubblici (un terzo nella scuola, un terzo nella sanità, un terzo tra polizia, carabinieri e Fiamme Gialle + i due terzi degli impiegati comunali e regionali) + cancellare ogni forma di assistenza sociale + ridurre di non meno del 40% tutti gli stipendi del settore pubblico.
Così, in 20 anni si ridurrebbe della metà di quei 900 miliardi di euro suddetti la spesa dello Stato.
E l'altra metà? L'altra metà va "drenata" dai risparmi dei cittadini in tasse sui patrimoni e più in generale su ogni avere, incluso il conto alla Posta da 1000 (mille) euro.
Non serve un fine economista per capire che tutto ciò porterebbe l'italia a superare di botto la Grecia quanto a devastazione. E la devastazione è sorella della violenza e la violenza di massa si chiama guerra.
Il tutto inizierà tra esattamente tra un anno e cinque mesi a partire da ora.
marco---
00lunedì 22 luglio 2013 14:29
Alcuni dati, purtroppo reali
Siamo falliti - tutti i numeri della crisi che ci nascondono con le minchiate di Ruby, Kazakistan, Renzi, cazzi e mazzi (Fonte: bastacasta.altervista.org - 20/07/2013)

Il deputato del Movimento 5 Stelle Alessandro Di Battista ha scritto uno sconvolgente messaggio su Facebook. Invitando tutti a condividerlo. Sono numeri tragici quelli messi nero su bianco dal deputato. Ecco di seguito il messaggio:
Facciamo diventare VIRALE questo post ragazzi. Condividiamo come non mai, lo stiamo facendo tutti quanti!
Napolitano blinda il governo e nasconde i conti sotto il tappeto. Per la prima volta nel suo mandato, il presidente della Repubblica ha incontrato il ragioniere generale dello Stato.


immagine

Perché? Ve lo diciamo noi:

- Debito pubblico: record a 2.074 miliardi, veleggiamo verso il 130% del Pil;
- Debito aggregato di Stato, famiglie, imprese e banche: 400% del Pil, circa 6mila miliardi;
- Pil: atteso un altro -2% quest’anno. Si aggiunge al -2,4 del 2012;
- Rapporto deficit/Pil: 2,9% nel 2013. Peggioramento ciclo economico Imu, Iva, Tares, Cassa integrazione in deroga lo portano ben oltre la soglia del 3%;
- Prestiti delle banche alle imprese: -5% su base annua nei mesi da marzo a maggio. In fumo 60 miliardi di prestiti solo nel 2012;
- Sofferenze bancarie: a maggio sono salite del 22,4% annuo a 135,5 miliardi;
- Base produttiva: eroso circa il 20% dall’inizio della crisi;
- Ricchezza: bruciati circa 12 punti di Pil dall’inizio della crisi. 200 miliardi circa;
- Entrate tributarie: a maggio -0,7 miliardi rispetto allo stesso mese di un anno fa (a 30,1 miliardi, -2,2%). Nei primi 5 mesi del 2013 il calo è dello 0,4% rispetto ai primi 5 mesi del 2012;
- Gettito Iva: -6,8% nei primi 5 mesi del 2013, un vero disastro;
- Potere d’acquisto delle famiglie: -94 miliardi dall’inizio della crisi, circa 4mila euro in meno per nucleo;
- Disoccupazione: sfondata quota 12,2%, dato peggiore dal 1977;
- Disoccupazione giovanile: oltre il 38%;
- Neet: 2,2 milioni nella fascia fino agli under 30, ragazzi che non studiano, non lavorano, non imparano un mestiere, totalmente inattivi;
- Precariato: contratti atipici per il 53% dei giovani (dato Ocse);
- Ammortizzatori: 80 miliardi erogati dall’Inps dall’inizio della crisi tra cassa integrazione e indennità di disoccupazione
marco---
00martedì 23 luglio 2013 15:03
[Esplora il significato del termine: «Nel 2013 persi 250mila posti di lavoro»] «Nel 2013 persi 250mila posti di lavoro» (Fonte: corriere.it - 23/07/2013)

Oltre un milione di uscite programmate dalle imprese non compensate dalle 750mila assunzioni...
stelafe
00martedì 23 luglio 2013 17:04
LA GESTIONE ATTIVA DEI
DISTRESSED ASSET BANCARI
Strategie e modelli innovativi a confronto

www.federimmobiliare.it/wp/wp-content/uploads/2013/04/Tamburini-16_04_2013...
stelafe
00martedì 23 luglio 2013 17:10
marco---
00mercoledì 7 agosto 2013 07:10
La crisi è finita... mah... magari... io dubito
Ministro dell'economia, Fabrizio Saccomanni: "La crisi è finita" (Fonte: today.it - 06/08/2013)

Ministro dell'economia, Fabrizio Saccomanni: "La crisi è finita" „Il ministro dell'Economia si sbilancia e ignora le previsioni che vedono il Pil italiano calare ancora: "Tra questo e il prossimo trimestre, l'economia entrerà in ripresa. Per Iva e Imu, però, non ci sono soldi"“...

marco---
00domenica 18 agosto 2013 00:55
Time: la falsa ripresa dell’Eurozona (Fonte: rischiocalcolato.it - di ScenariEconomici Feed - 16/08/2013)

Segnaliamo questo articolo di Rana Foroohar su Voci dall’estero TIME: La Falsa Ripresa dell’Eurozona, La rivista TIME canta fuori dal coro: la tanto sbandierata ripresa che non è una ripresa.
Quand’è che una ripresa non è una ripresa? Quando si tratta dell’eurozona. Mercoledì scorso, l’Europa è ufficialmente uscita dalla sua più lunga recessione dalla creazione della moneta unica, con una crescita dello 0,3% dopo una contrazione esattamente della stessa misura nel primo trimestre. Benché il risultato sia soltanto una crescita dello 0%, i funzionari europei stanno già vantando il loro “successo”, nel tentativo di rilanciare la famigerata formula economica dell’austerità...
marco---
00martedì 20 agosto 2013 08:50
Peccato che nessuno commenti le "proposte" (molto tra virgolette) delle Germania.

La Germania sopra a tutto: Bundesbank prepara le armi per alzare i tassi (e affondare l'Europa) (Fonte: ibtimes.com - 19/08/2013)

...L'inflazione in Germania è attualmente all'1,9 per cento e gli indicatori lasciano intendere una futura accelerazione dell'attività economica, che potrebbe riscaldare l'indice dei prezzi. Se ciò dovesse succedere appare lecito attendersi una battaglia in sede di Consiglio Direttivo per un rialzo dei tassi, e se la Germania dovesse spuntarla (ancora una volta) non è da escludersi una recrudescenza della crisi e anche un ritorno in recessione.

La crisi europea infatti affonda le sue radici nel fatto che l'Europa non è riuscita ad agire come una sola entità, bensì, il più delle volte, come il braccio armato dei paesi più forti contro quelli deboli, dimenticando che chiunque abbia l'euro come moneta è sulla stessa barca degli altri. Un rialzo dei tassi "perché lo vuole la Germania" in un momento in cui per gli altri Paesi già allo stato attuale delle cose si prospetta una lunga depressione sembra il modo migliore per far tornare tutta la barca europea sotto dieci metri d'acqua.
marco---
00martedì 20 agosto 2013 09:21
BUND 10Y e spread
Uno sguardo all'andamento nell'ultimo mese, nella sostanza lo "spread" recentemente è diminuito perché è aumentato il "BUND 10Y".



smiley1081
00giovedì 22 agosto 2013 09:58
Qualche romanzo di "fantascienza", dove l'antefatto di partenza e' che gli "scienziati" che regolano la finanza causano una recessione inarrestabile.

www.baenebooks.com/p-1261-countdown-the-liberators.aspx
www.baenebooks.com/p-1449-countdown-m-day.aspx
www.baenebooks.com/p-1642-countdown-h-hour.aspx

Ho messo fantascienza fa apici solo perche' l'antefatto e' fin troppo realistico...
stelafe
00sabato 24 agosto 2013 13:35
ALTRO CHE RIPRESA: 126.000 AZIENDE IN FALLIMENTO IN ITALIA, +5,9% RISPETTO IL 2012
ilnord.it
Serafin..
00martedì 27 agosto 2013 22:28
TRANQUILLI AMICI Cè LA RIPRESA! LA CRISI è FINITA FINALMENTE



Milano, i lavoratori tornano dalle ferie e trovano la fabbrica chiusa

L'Hydronic lift di Pero produce componenti idraulici e meccanici per ascensori. Dopo la Firem di Modena e la Dometic di Forlì, arriva un altro caso di delocalizzazione all'insaputa degli operai. La denuncia della Fiom: "L'azienda non era in crisi. I 32 operai si sono salutati il 2 agosto e non c'era nessun segnale di problemi con la dirigenza"

ilfattoquotidiano
marco---
00venerdì 30 agosto 2013 11:26
marco---
00venerdì 30 agosto 2013 15:03
Claudio Borghi a Omnibus 06/06/2013 (Published on Jun 8, 2013)

marco---
00martedì 3 settembre 2013 07:14
Re: La crisi è finita... mah... magari... io dubito
marco---, 8/7/2013 7:10 AM:

Ministro dell'economia, Fabrizio Saccomanni: "La crisi è finita" (Fonte: today.it - 06/08/2013)

Ministro dell'economia, Fabrizio Saccomanni: "La crisi è finita" „Il ministro dell'Economia si sbilancia e ignora le previsioni che vedono il Pil italiano calare ancora: "Tra questo e il prossimo trimestre, l'economia entrerà in ripresa. Per Iva e Imu, però, non ci sono soldi"“...


Il calo torna pesante in agosto (Fonte: quattroruote.it - 02/09/2013)

Nessuna inversione di tendenza per il mercato italiano dell'auto nemmeno in agosto, mese che ha visto un calo delle immatricolazioni pari al -6,56% rispetto allo stesso periodo del 2012. Le auto nuove vendute nel nostro Paese sono state 52.997, contro le 56.715 dell'anno passato. Rimane dunque grave la situazione relativa al 2013 nel suo complesso: la flessione delle vendite sui primi otto mesi dell'anno è pari al -9,02%, in virtù delle 893.037 auto nuove vendute, contro le 981.545 dei primi otto mesi del 2012...
pax2you
00lunedì 9 settembre 2013 17:36
Mps: Adusbef, subito nazionalizzazione
(ANSA) - MILANO, 9 SET - Adusbef chiede la nazionalizzazione di Mps. Il presidente dell'associazione, Elio Lannutti, auspica la conversione immediata dei 4 miliardi di Monti bond in azioni.

A suo avviso è meglio ''evitare la lunga agonia ed il tentativo di far pagare i costi della crisi a lavoratori, consumatori, risparmiatori''. In base ai conti in rosso della banca ''non sembra che Mps possa essere in grado di invertire la rotta, continuando a retribuire i manager che hanno contribuito al dissesto come nababbi''.
ansa
fede49
00martedì 10 settembre 2013 09:48
Considerazioni dalla vicina Svizzera.....

In Svizzera, unico paese in Europa dove l'economia cresce ancora quasi come in Cina goo.gl/t33YHw, dove non esiste crisi immobiliare e disoccupazione è sotto il 2% la pensano così. (senza tener conto, aggiungo io, che da noi c'è un piccolo pregiudicato che ha ottima audience in una parte della popolazione che crede ancora nella sopravvivenza tramite espedienti più o meno leciti, che è pronto a buttarla in caciara per salvarsi dalla galera o dall'esilio nella migliore delle ipotesi, peggiorando ulterioremente le prospettive)

Fonte: Ticinonws: goo.gl/mkHKwu

Il gioco delle tre carte di Enrico Letta

Alchimie contabili per compensare l'abolizione dell'IMU. Per l'Italia o uscita dall'euro o cancellazione di parte del debito pubblico

Il gioco delle tre carte. In questo modo si possono definire le misure del Governo Letta per coprire le spese dell’abolizione dell’IMU sulla prima casa. Infatti l’esecutivo italiano ha compensato i mancati pagamenti della prima rata dell’IMU con tagli ai diversi ministeri, tagli ai fondi per l’occupazione, tagli alla somma destinata ai controlli contro l’evasione fiscale, tagli alla manutenzione della rete ferroviaria e con tagli all’assunzione di nuovi agenti di polizia. Insomma, per evitare una crisi di governo, Enrico Letta ha ceduto sui programmi di spesa più importanti per far uscire il Paese dalla crisi.

Ma c’è di più: queste misure non bastano. Il Governo italiano dovrà trovare nei prossimi mesi altri 4 miliardi di euro. Due miliardi servono per compensare la seconda rata dell’IMU, un miliardo per evitare l’aumento di un punto percentuale dell’aliquota dell’IVA e un miliardo per finanziare la Cassa integrazione che viene versata ai lavoratori delle imprese in difficoltà. Dove trovare questi soldi? Nessuno lo sa.

Mentre il Governo italiano gioca di cesello, il fabbisogno statale continua a crescere: nel solo mese di agosto il deficit supera i 9 miliardi di euro contro i 6 miliardi dello stesso mese dell’anno scorso. Il motivo di questo peggioramento è stato addebitato al pagamento alle imprese di una parte delle fatture che lo Stato italiano non aveva finora saldato. Anche il debito pubblico continua a crescere: è stato infatti ampiamente superata la soglia dei 2mila miliardi di euro che corrispondono a poco più del 130% del PIL italiano.

Il Governo italiano cerca di oscurare la realtà, sostenendo che la crisi economica è prossima alla fine e che ben presto vi sarà una ripresa. Queste professioni di ottimismo sono state subito smentite dall’OCSE che prevede per quest’anno una contrazione dell’1,8% dell’economia italiana. Quindi, anche se in Europa si manifestano segnali di miglioramento, questi non è detto che possano riportare l’economia italiana su un sentiero di crescita.

Infatti, ad analizzare attentamente la situazione, si ha la netta impressione di un’economia a doppia velocità. L’industria di esportazione italiana sta reagendo e sta già sfruttando le opportunità che offrono i mercati esteri, mentre il settore rivolto al mercato interno continua ad essere in piena crisi.

Questa situazione non rischia di cambiare presto. Anzi, tutto induce a ritenere che anche lo stato di “nirvana” dei mercati finanziari, che ha contribuito ad allentare le pressioni sullo spread, sia destinato a finire e che sia imminente un rialzo dei tassi di interesse a livello internazionale dovuto all’inizio della riduzione di stampa di nuova moneta da parte della banca centrale americana. In tal caso, per l’Italia questo periodo di tregua concesso dai mercati finanziari dovrebbe concludersi.

Ma al di là di queste previsioni, restano alcuni dati di fatto: un debito enorme, che non si riesce ad intaccare ed un Governo che non riesce a liberare risorse dai settori improduttivi per rilanciare gli investimenti e per favorire la ripresa dei consumi. In Italia le divaricazioni di reddito, che si stanno ampliando ovunque, diventano sempre maggiori e non c’è una maggioranza politica disposta ad incidere su queste sperequazioni. Per questi motivi è prevedibile che le tensioni politiche, sociali e finanziarie siano destinate ad esplodere e a rendere inevitabile una ristrutturazione del debito italiano.

Ciò vuol dire una sua parziale cancellazione. Nessuno lo vuole ammettere, ma l’economia italiana non può uscire dalla crisi se non uscendo dall’euro oppure se non cancella parte del proprio debito pubblico.




fede49
00martedì 10 settembre 2013 10:21
Re: Re: La crisi è finita... mah... magari... io dubito
marco---, 03/09/2013 07:14:

Il calo torna pesante in agosto (Fonte: quattroruote.it - 02/09/2013)

Nessuna inversione di tendenza per il mercato italiano dell'auto nemmeno in agosto, mese che ha visto un calo delle immatricolazioni pari al -6,56% rispetto allo stesso periodo del 2012. Le auto nuove vendute nel nostro Paese sono state 52.997, contro le 56.715 dell'anno passato. Rimane dunque grave la situazione relativa al 2013 nel suo complesso: la flessione delle vendite sui primi otto mesi dell'anno è pari al -9,02%, in virtù delle 893.037 auto nuove vendute, contro le 981.545 dei primi otto mesi del 2012...



A me non piace giudicare la gente che non conosco, ma con Sacco Manni, il cui nome evoca azioni poco rassicuranti per chi gestisce il patrimonio di tutti, francamente faccio fatica, perché ad osservarlo ma anche nell'ascoltare il suo freseggio stentato e banale, lo vedrei più dietro il banco di un banco di una salumeria che nella posizione di grande responsabilità che occupa nella realtà.

E allora sono andato a guardarmi il suo curriculum su Wikipedia:

it.wikipedia.org/wiki/Fabrizio_Saccomanni

Si evince che questo signore, ha avuto un'educazione al top (Bocconi, Priceton...) poi, ancora con il grembiule nero e la laurea arrotolata sotto il braccio, è stato fiondato e chiuso per mezzo secolo in Banca d'Italia di cui è stato direttore dal 2006 al 2012, proprio negli anni della nostra fase economica più rovinosa, osservando inerte da quella posizione importantissima la lenta ed inesorabile caduta economica del nostro paese fino alla stato comatosi di oggi, dove la cassa comune da sui guidata è ridotta allo stato comatoso di oggi. Ma non è che qualcuno l'ha messo li e l'ha telecomandato da allora, della serie, mettiamo li un p...a qualsiasi così intanto ci facciamo i c...i nostri ?

Mah, speriamo che mi sbaglio....
marco---
00martedì 10 settembre 2013 10:33
Re: Considerazioni dalla vicina Svizzera.....
fede49, 9/10/2013 9:48 AM:

In Svizzera, unico paese in Europa dove l'economia cresce ancora quasi come in Cina goo.gl/t33YHw, dove non esiste crisi immobiliare e disoccupazione è sotto il 2% la pensano così.

Fonte: Ticinonws: goo.gl/mkHKwu

Il gioco delle tre carte di Enrico Letta

Alchimie contabili per compensare l'abolizione dell'IMU. Per l'Italia o uscita dall'euro o cancellazione di parte del debito pubblico...

...Ciò vuol dire una sua parziale cancellazione. Nessuno lo vuole ammettere, ma l’economia italiana non può uscire dalla crisi se non uscendo dall’euro oppure se non cancella parte del proprio debito pubblico.

Grazie per l'interessante articolo, tempo fa discutemmo a lungo sulla questione se uscire o meno dall'euro, quando a partire dal 1° gennaio 2015 dovremo ridurre il debito pubblico al 60% del PIL entro i prossimi 20 anni (vedi Fiscl Compact) allora comprenderemo meglio (toccando con meno) la questione, nella sostanza firmando questo contratto ci siamo impegnati, a partire dal 1° gennaio 2015, a versare 45-50 miliardi di euro all'anno in "virtù", appunto, del "Fiscal Compact".

Considerando che molti altri Stati del sud Europa si troveranno nelle nostre medesime condizioni, a quel punto spero che non occorra uno sforzo intellettuale particolarmente intenso per comprendere che è il sistema ad essere sbagliato, e non gli Stati del sud Europa che, tutti, stanno riducendosi letteralmente in frantumi.

Mentre chi preferisce procedere nell'analisi per "luoghi comuni" può continuare a pensare a noi italiani come cialtroni, scansafatiche, spendaccioni, disonesti, mafiosi etc., è quindi libero di orientarsi verso le politiche di rigore e verso l'austerità, fino a quando non avremo s-venduto buona parte dei servizi, inclusi ospedali, acqua potabile, scuole etc.

Mi chiedo una sola cosa, questi ultimi si sono mai chiesti chi e come, negli scorsi decenni, ha creato questi beni e servizi che stiamo svendendo? Non occorre particolare acume, sono il frutto del lavoro dei nostri padri, non ci sono stati regalati dalla finanza. Finché la persona media continuerà ad associare la ricchezza al denaro e non al frutto di un lavoro compiuto, nei ragionamenti sbaglierà sempre e comunque in qualcosa.
Chi avrà compiuto questo importante passo evolutivo, allora comprenderà che il Commercio del denaro è il "non senso" che sottrae (ingiustamente) ricchezza, non solo all'Italia ma al mondo intero.

E' la mia modesta e discutibile opinione.
fede49
00martedì 10 settembre 2013 11:22
Re: Re: Considerazioni dalla vicina Svizzera.....
marco---, 10/09/2013 10:33:

Grazie per l'interessante articolo, tempo fa discutemmo a lungo sulla questione se uscire o meno dall'euro, quando a partire dal 1° gennaio 2015 dovremo ridurre il debito pubblico al 60% del PIL entro i prossimi 20 anni (vedi Fiscl Compact) allora comprenderemo meglio (toccando con meno) la questione, nella sostanza firmando questo contratto ci siamo impegnati, a partire dal 1° gennaio 2015, a versare 45-50 miliardi di euro all'anno in "virtù", appunto, del "Fiscal Compact".

Considerando che molti altri Stati del sud Europa si troveranno nelle nostre medesime condizioni, a quel punto spero che non occorra uno sforzo intellettuale particolarmente intenso per comprendere che è il sistema ad essere sbagliato, e non gli Stati del sud Europa che, tutti, stanno riducendosi letteralmente in frantumi.

Mentre chi preferisce procedere nell'analisi per "luoghi comuni" può continuare a pensare a noi italiani come cialtroni, scansafatiche, spendaccioni, disonesti, mafiosi etc., è quindi libero di orientarsi verso le politiche di rigore e verso l'austerità, fino a quando non avremo s-venduto buona parte dei servizi, inclusi ospedali, acqua potabile, scuole etc.

Mi chiedo una sola cosa, questi ultimi si sono mai chiesti chi e come, negli scorsi decenni, ha creato questi beni e servizi che stiamo svendendo? Non occorre particolare acume, sono il frutto del lavoro dei nostri padri, non ci sono stati regalati dalla finanza. Finché la persona media continuerà ad associare la ricchezza al denaro e non al frutto di un lavoro compiuto, nei ragionamenti sbaglierà sempre e comunque in qualcosa.
Chi avrà compiuto questo importante passo evolutivo, allora comprenderà che il Commercio del denaro è il "non senso" che sottrae (ingiustamente) ricchezza, non solo all'Italia ma al mondo intero.

E' la mia modesta e discutibile opinione.



Non per voler essere a tutti i costi pessimista, ma consiglierei di leggere anche questo articolo fresco fresco di Krugman, che la sa lunga su questi temi visto che è un Nobel dell'economia e che vede in agguato una crisi senza precedenti, motivandola... coì, di pancia, io mi fiderei più del pessimismo motivato di Krugman che dell'ottimismo ostentato di Sacco Manni, no?

www.wallstreetitalia.com/article/1621547/opinione/krugman-vede-crisi-senza-precede...


marco---
00martedì 10 settembre 2013 11:39
Re: Re: Re: Considerazioni dalla vicina Svizzera.....
fede49, 9/10/2013 11:22 AM:

Non per voler essere a tutti i costi pessimista, ma consiglierei di leggere anche questo articolo fresco fresco di Krugman, che la sa lunga su questi temi visto che è un Nobel dell'economia e che vede in agguato una crisi senza precedenti, motivandola... coì, di pancia, io mi fiderei più del pessimismo motivato di Krugman che dell'ottimismo ostentato di Sacco Manni, no?

www.wallstreetitalia.com/article/1621547/opinione/krugman-vede-crisi-senza-precede...

Ottimo articolo, sottolineo due passi sui quali da tempo sto insistendo, per ciò che concerne Saccomanni penso che non sarebbe nemmeno da considerare, così come l'attuale governo che, usando un eufemismo, di fatto non sta facendo nulla di utile.

Qualcuno paragona la crisi indonesiana del 1998 a quella greca dei giorni nostri ma, dice Krugman, "non c’è paragone tra le due crisi". Prima di tutto perché l’Indonesia disponeva di una propria moneta e, lasciandola deprezzare ha consentito in una paio di anni di avviare una solida ripresa.

La Grecia invece non ha questa possibilità, essendo ancorata alla moneta euro dove non ha alcuna possibilità di optare per una sua svalutazione.
In secondo luogo, è sempre Krugman a dirlo, perché nella crisi indonesiana gli organismi di cooperazione economica internazionale, cioè il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, pur imponendo all’inizio provvedimenti severi per ottenere la concessione degli aiuti economici, non hanno poi imposto le severissime regole di austerity che ora vengono imposte dalle autorità mondiali ed europee alla Grecia e ad altri paesi (tra cui l’Italia, ndr)...

...Sono invece state "spalancate le porte ad ogni tipo di azzardo e speculazione in borsa", togliendo di fatto ai mercati quel "termometro" delle economie che era stato uno dei principali fattori nella crescita del libero mercato per tutta la seconda metà del secolo scorso.
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