Re: Re: Re: Articolo dell'ESPRESSO
Luciano.Roberto, 31/08/2007 20.22:
Perfetto Pax2you, se i giornalisti nostrani fossero tipo quelli americani, cercherebbero l'atto di vendita di Marini e vedrebbero il prezzo che sicuramente e' di un centesimo superiore a quello catastale (non c'era l'attuale legge con cui bisogna dichiarare il reale). Allora aspetteremo la risposta di Marini che non potrebbe che essere: ho pagato il giusto (quindi prezzo commerciale=prezzo catastale), ma allora non e' quello commerciale.
Di allora gali italiani quanto veramente hai pagato visto che sei un personaggio pubblico.
A proposito, ma l'Espresso non riportera' veramente il prezzo del rogito, quello catastale ?
booo guarda dagospia.com che approfondisce un po:
TUTTI A CASA (LORO)/2 – AL SOLITO LA CASTA (DELLA VERGOGNA) REAGISCE COME UN SOL UOMO ALLO SCOOP DELL’ESPRESSO: MARINI: PUBBLICATE LA MIA PRECISAZIONE – BACCINI: FALSITÀ – VIOLANTE: NOTIZIE SBAGLIATE – LE GENERALI: VENDITE A PREZZO DI MERCATO…
1 - MARINI: CHIEDERO' A 'ESPRESSO' DI PUBBLICARE MIA PRECISAZIONE…
(Adnkronos) - Il presidente del Senato, Franco Marini, parlando a Telese dei costi della politica ed ricordando il suo impegno e quello del presidente Fausto Bertinotti sul tema, ha citato l'inchiesta dell'Espresso sulle case ai politici. Inchiesta che riguarda anche Marini. "Si tratta di due piani ai Parioli. C'e' un seminterrato che ho aggiustato e 5 stanze al primo piano, che anzi e' un piano rialzato. Certo, ci sto bene, ma uno di quei due piano e' uno scantinato che ho aggiustato nel tempo". Quindi, "e' giusto dire: basta privilegi. Ma, per favore, dico a voi giornalisti di fare un minimo di attenzione. Non ho mai querelato nessuno in vita mia e sono affezionato a questa cosa. Chiedero' all'Espresso -spiega Marini- di pubblicare sul prossimo numero 15 righe di precisazione. Se le pubblicano, bene. Se non le pubblicano, allora le cose cambiano".
(Franco Marini - Foto La Presse)
2 - GENERALI: IMMOBILI CEDUTI A PREZZI MERCATO…
(Agi) - Generali comunica che "la cessione dei propri immobili e' sempre avvenuta a prezzi di mercato" e conferma "i criteri di correttezza a cui si e' sempre attenuta nella gestione dei beni sociali". E' quanto si legge in una nota del gruppo assicurativo triestino in riferimento agli articoli di stampa sugli appartamenti romani che sarebbero stati venduti negli anni scorsi ad esponenti del mondo politico e istituzionale a prezzi di favore. Come si precisa nel comunicato di Trieste, "in particolare, nel 2002 il gruppo Generali, nell'ambito del processo di riallocazione dei propri investimenti finalizzato al miglioramento della reddittivita', ha ceduto in blocco alcuni complessi immobiliari ad uso abitativo in diverse parti d'Italia, tra cui quelli di cui si parla diffusamente oggi su alcuni organi di stampa. Tutti gli immobili - prosegue la nota - sono stati ceduti ai prezzi di mercato dell'epoca, fissati sulla base di perizie effettuate da CB Richard Ellis Spa, primaria ed indipendente societa' internazionale. Non ci risulta, infine, che la societa' Initium, citata negli articoli, controllata da Lehman Brothers e partecipata da Assicurazioni Generali, abbia mai praticato discriminazioni tra i diversi acquirenti".
3 - BACCINI: L'ESPRESSO SCRIVE FALSITA'…
(Ansa) - ''Ho acquistato quella casa, come altri nel palazzo, insieme a mia moglie da una societa' privata (una SrL) e al valore di mercato, che e' superiore alla cifra indicata nell'articolo de l'Espresso ed abbiamo investito tutti i nostri risparmi, con l'aggiunta di un cospicuo mutuo che stiamo ancora pagando. Un appartamento di 8 vani e bagni e non di 15 vani, come erroneamente riportato dall'Espresso''. Lo ha dichiarato il senatore Mario Baccini (Udc). ''Nulla da dover giustificare, quindi, ma ho ritenuto doveroso fare comunque questa precisazione. Vorrei pero' sapere se e' altrettanto lecito pubblicare il mio indirizzo o addirittura la mappa interattiva esponendo me e la mia famiglia alla merce' di qualunque squilibrato di mente. E' informazione o cos'altro? Anche di questo - conclude Baccini - l'Espresso e gli altri mezzi di informazione dovranno rispondere in sede giudiziaria''.
(Mario Baccini - Foto U.Pizzi)
4 - VIOLANTE: SU MIO ALLOGGIO NOTIZIE SBAGLIATE…
(Apcom) - "Apprendo da L'Espresso, da alcuni quotidiani e da un'agenzia notizie contrastanti su un appartamento acquistato a Roma nel 2003. Secondo alcuni l'appartamento si svilupperebbe su tre piani; secondo altri sarebbe di quattro vani più servizi e ripostigli; secondo altri ancora avrebbe terrazze sul Lungotevere Flaminio". E' quanto afferma in una nota il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera Luciano Violante in merito all'inchiesta dell'Espresso sui presunti privilegi di alcuni politici nell'acquisto di immobili a Roma. "L'alloggio - aggiunge - è di 70 mq circa. Era già abitato da me. Ha un pianerottolo di due metri quadri con una scala che porta al piano superiore dove ci sono due stanze, bagno e cucina. Ha due terrazze che si affacciano sul cortile interno. E' nei pressi dei Fori, ad alcuni chilometri dal Lungotevere Flaminio. Aveva bisogno di essere ristrutturato ed è stato acquistato dalla Pirelli Re, non dall'INA, per 327.000 euro".
5 - BERNARDINI: COMUNE ROMA DICA PREZZI VENDITA IMMOBILI… (Ansa) - ''Chiedo al Comune di Roma a chi e a quali prezzi ha venduto immobili'' Lo ha detto Rita Bernardini, segretaria di Radicali Italiani, in una intervista a Radio Radicale, intervenendo a proposito dell'inchiesta, pubblicata oggi dal settimanale 'L'espresso' sui politici che avrebbero comprato a prezzi stracciati mega-appartamenti a Roma da enti pubblici e assicurazioni. ''Sapere a chi e a quali prezzi credo sia un elemento di conoscenza per tutti i cittadini romani'', ha detto Bernardini riferendo che anni fa era riuscita ad ottenere che l'elenco di immobili di prestigio del centro storico fosse reso pubblico. ''Allora - ha proseguito l'esponente radicale - il Comune diede rassicurazioni sostenendo che sarebbero stati venduti a prezzi di mercato, visto che si trattava di beni appartenenti alla collettivita'. Chiedo oggi ufficialmente al Comune di Roma che fine hanno fatto le case di quell'elenco, se sono state vendute, e a chi sono state vendute, e a quali prezzi. Per fare un esempio, noi abbiamo il sindaco di Roma che attraverso sua moglie ha acquistato un appartamento di 190 metri quadrati per 377 mila euro. Chi conosce il mercato degli immobili a Roma - ha concluso Bernardini - sa che 190 metri quadrati per 377 mila euro non esistono, nemmeno nell'estrema periferia, e qui parliamo di piazza Fiume''.
(Luciano Violante)
6 - 'IL CAMPANILE', NO PRIVILEGI APPARTAMENTO L.GO ARENULA…
(Ansa) - ''Nessun favoritismo, nessuna illegalita', ne' tanto meno strane operazioni e balletti di sigle e lettere, falsamente accusatorie circa gli eventuali sconti per l'acquisto di immobili ex pubblici''. La societa' Servizi e Sviluppo srl (gia' Il Campanile srl) rende noto cosi', in un comunicato in relazione al servizio titolato 'Svendopoli' dall'Espresso di questa settimana, che ''l'appartamento al quarto piano di Largo Arenula 34 a Roma (sede della cooperativa editrice del giornale dei Popolari-Udeur, ndr) e' stato acquistato dalla stessa societa' nel rigoroso rispetto dei criteri e delle modalita' stabiliti dalla normativa in tema di dismissione del patrimonio immobiliare pubblico ed al prezzo determinato, sempre a termini di legge, sulla base delle valutazioni correnti di mercato''. ''Non si tratta, quindi - conclude il comunicato - di un privilegio dei politici, ma di un diritto di prelazione previsto dal codice civile per tutti i cittadini. La 'Servizi e Sviluppo srl' si riserva il diritto di adire le vie legali''.
Dagospia 31 Agosto 2007
TUTTI A CASA (LORO) – È COSÌ DIFFICILE EVITARE AUTOGOL VERGOGNOSI COME QUELLO DELLE CASE PRINCIPESCHE SVENDUTIE A POLITICI A PREZZI IRRISORI? – INTANTO, NEL CAMPO DELL’EDILIZIA POPOLARE SI CONTINUA A NON FARE NULLA. L’ULTIMA LEGGE NON È STATA FINANZIATA…
Roberto Perotti per “Il Sole 24 Ore”
Il problema della casa sta tornando in primo piano. Con il forte aumento dei prezzi e degli affitti delle abitazioni, che negli ultimi anni ha escluso le giovani coppie dalle grandi città. Con l'aumento dei tassi di interesse, e la conseguente pressione sulle famiglie con mutuo. E con i timori di crisi imminente del mercato immobiliare residenziale.
La denuncia della Corte dei conti sulle vendite degli immobili popolari e le nuove rivelazioni giornalistiche sugli incredibili trattamenti di favore riservati ai politici negli acquisti di appartamenti degli enti previdenziali sono destinate a creare un ulteriore motivo di distacco tra cittadini e classe dirigente.
Le miriadi di entità regionali e comunali che sono succedute all'Istituto autonomo case popolari avevano il compito di vendere il patrimonio immobiliare pubblico (forse un milione di alloggi) allo scopo esplicito di finanziare la costruzione di nuovi appartamenti popolari. Ma pochi immobili sono stati alienati, e a prezzi enormemente inferiori ai valori di mercato. Non è chiaro, però, a chi finiscano dopo il primo acquisto da parte dell' inquilino. Si dice che spesso passino a società immobiliari, che non hanno certo bisogno di regali dal contribuente. Su questo punto chi ha la possibilità di raccogliere i dati - cioè il Governo - deve fare chiarezza.
Una seconda domanda cui l'Esecutivo deve rispondere è perché si sia venduto così poco. Carenza di domanda? Difficile, a questi prezzi. Lungaggini burocratiche? Inefficienze delle aziende territoriali succedute allo Iacp? Probabile: segnali di cattiva gestione in certe aree abbondano nella relazione della Corte dei conti. E non è interamente sorprendente: secondo i dati dell'Unione europea, l'Italia ha di gran lunga il più alto numero di «organizzazioni di edilizia sociale»: 6.800 per gestire 900mila unità abitative, contro i 566 dei Paesi Bassi con 2,2 milioni di unità.
Una terza domanda per il Governo è senza risposta da anni. Non si può non rimanere sconcertati di fronte alle decine di appartamenti principeschi con dozzine di vani e terrazze "vista Tevere" venduti per poche centinaia di migliaia di euro a esponenti politici.
Si tratta di politici di tutti i colori o di loro famigliari (dalle famiglie di Casini e Veltroni a quella di Mastella e al segretario della Cisl Bonanni). Questi sono autogol clamorosi, ma facilmente evitabili, per una classe politica già in crisi di legittimità. È proprio impossibile, se non fermare gli ovvi favoritismi, almeno vendere gli appartamenti a prezzi di mercato? Solo gli addetti ai lavori, che conoscono l'intricatissimo sottobosco degli enti previdenziali separati, possono rispondere (o essere costretti a rispondere) a queste domande.
Ironicamente, il Governo Prodi non è particolarmente responsabile di tutti questi problemi. I dati della Corte dei conti si fermano al 2003; il campo è ormai appannaggio delle aziende territoriali che operano in Regioni di vario colore politico; e la svendita di appartamenti di enti previdenziali è avvenuta sotto Esecutivi diversi.
Ma questo Governo, come il precedente, è colpevole di almeno due peccati di omissione. Il primo è che non sembra aver fatto molto per porre fine agli episodi più macroscopici (e più dannosi per l'immagine della classe politica) di degenerazione.
Il secondo è la persistente inazione nel campo dell'edilizia popolare. La nuova offerta di alloggi residenziali pubblici è molto diminuita rispetto agli anni ‘80. L'ultimo piano organico è quello di Forza Italia di fine 2005, che prevedeva un fondo di 30 miliardi di euro finanziato dalla vendita di immobili e terreni pubblici e altri risparmi di spesa: cifre più elettorali che realizzabili. La legge del febbraio 2007 offriva incentivi per ridurre il disagio abitativo, ma non è stata finanziata.
Non è ovvio quale sia lo strumento migliore: se un intervento diretto dello Stato costruttore o incentivi all'offerta e alla domanda. Ma che se ne parli seriamente, magari per dire che non se ne fa niente all'infuori dell'unico strumento usato in tempi recenti, le detrazioni fiscali. E, qualunque cosa si proponga, non si possono continuare a ignorare fattori fondamentali come le complicazioni legali derivanti dai diritti acquisiti (o presunti tali) degli attuali occupanti, le esigenze abitative dei nuovi immigrati, cui finora nessuno ha pensato, e i pressanti vincoli del bilancio pubblico.
Dagospia 31 Agosto 2007