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nobear, 30/05/2012 19.58:
Per quanto mi sembra di capire tu affermi che se l'Italia esce dall'euro è un disastro da cui non si salva nessuno.
Facendo un passo indietro, nel mio messaggio io volevo invece solo affermare che quanto era stato detto qui circa la convertibilità di Bund, Oat e quant'altro era inesatto. Tutto qui.
Ciao Nobear,
come ho scritto, pararadossalmente, se l'italia esce dall'euro, vedo più problemi per altre economie, che vi rimarranno, che non per la ns.
Questo non vuol dire che per noi, un'eventuale uscita dalla moneta unica, sarà una passeggiata anzi, vivremmo anni veramente terribili, ma economicamente parlando altre economie Europee e non saranno o si troveranno in difficoltà maggiori.
Premesso che, subito dopo l’entrata in vigore dell’euro, i principali cambi valutari si sono attestati su rapporti che sono stati
volutamente e artificiosamente mantenuti abbastanza stabili per un decennio, e che qualcuno vorrebbe ancora stabili.
Rapporto Euro/USD rapporto USD/Yuan e quindi Euro/Yuan.
Un rapporto valutario così, è stato voluto sostanzialmente dalla Cina che ha svalutato continuamente il suo Yuan in modo da tenere , competitiva la sua manodopera, rispetto a USD e Euro.
Premesso inoltre ( il discorso vale dalle patate ai satelliti) che i costi di un prodotto sono costituiti fondamentalmente dal :
costo della materia prima
costo della manodopera ,
e dai costi industriali ( capannoni macchinari, attrezzature ecc. ) Alti se il prodotto e altamente automatizzato con macchinari.
e che in generale il costo della manodopera e inversamente proporzionale ai costi industriali, ovvero la fabbricazione di un prodotto altamente automatizzato dipende molto di più dai costi industriali che non dal costo della manodopera e viceversa.
Possiamo dire che i cambi monetari così mantenuti “artificiosamente fissati” nel tempo, abbiano fortemente sfavorito e penalizzato le economie basate sulla manifattura
( anche se di qualità ed estremamente specializzata) rispetto a economie basate su prodotti tecnologicamente avanzati con poca manifattura e molta automazione.
Purtroppo paesi, come l’Italia, sono stati fortemente penalizzati, perché la sua economia era ed è basata sostanzialmente sulla manifattura,
-
industria elettronica e meccanica leggera costituita da piccole e medie imprese,
- turismo e agricoltura ,
- industria manifatturiera di eccellenza, come artigianato, pellami , tessile, ceramiche , mobili ecc.
In altre parole il
“Made in Italy”, che non è il risultato di prodotti altamente automatizzati ma il risultato di
di una produzione accurata , molto controllata e poco automatizzata.
Diversamente paesi come la Germania e la Francia la cui economia è più basata, da sempre, su prodotti tecnologicamente avanzati, con poca manifattura e molta automazione (industria pesante fatta da multinazionali di grandi dimensioni)sono e sono state altamente favorite dai rapporti di cambio di cui parlavamo sopra, perchè miliardi di persone hanno iniziato a svilupparsi e necessitavano proprio dei loro prodotti.
Ora se l’Italia dovesse uscire dall’euro, dovrà introdurre una sua moneta che sicuramente sarà fortemente penalizzata e svalutata
rispetto all’attuale Euro USD e Yuan , alcuni studi prevedono, un 30 o 35% altri peggio .
In tale scenario la produzione industriale, in ogni caso, sarebbe più competitiva, sia per i consumi interni (oggi importiamo molto ma molto di più che dieci anni) sia per le esportazioni, rispetto a quei paesi che continuerebbero ad utilizzare le monete sopra. Il ns. Made in Italiy sarebbe molto più competitivo rispetto a quanto non lo sia ora, che è limitato quasi esclusivamente al lusso.
Ritengo che compreremo meno patate dall’Egitto, meno Audi dalla Germania , ma avremo più turisti Cinesi, Tedeschi ed Americani e riusciremo a vendere anche più bottiglie di vino rispetto alla Francia, di quanto non facciamo ora.
Diversamente non abbiamo, ne la forza economica e soprattutto la mentalità ( se l’avessimo avuta l’avremmo già fatto trenta o quaranta anni fa)di creare multinazionali concorrenziali a quelle della Germania, Francia, Stati Uniti e Giappone e fra qualche tempo anche Cinesi, e non penso proprio che questi paesi vengano ad impiantare le loro industrie pesanti da noi, per lo più gratis, dato che quelle che c’erano le hanno portate via.
Nella vita non ti regala niente nessuno, e la tecnologia costa e costa molto.
Il treno di potenza industriale lo abbiamo perso e non ritornerà in queste condizioni, ne possiamo pensare di fare la guerra economica
a paesi come la Cina, l'India il Brasile o Russia.
Se riusciremo a riprenderci Fiat e Omsa così come tante altre che hanno delocalizzato e a non far chiudere le poche multinazionali che abbiamo (vedi Ansaldo e Finmeccanica) , forse qualche risultato potremmo ancora averlo.
Diversamente o si fanno seriamente gli Stati uniti di Europa con i pro e i contro per tutti oppure si salvi chi può.
Secondo me ci dobbiamo svegliare, capire chi siamo e riprenderci il ns. destino, e magari imparare la lezione a qualcun altro.