Mutui Maledettissimi Mutui

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dgambera
00lunedì 2 maggio 2011 14:51
Mutui sul «ponte» variabile-fisso

di Vito Lops 2 maggio 2011


Tassi in rialzo. Mutui più cari. Dopo un lungo periodo di vacche grasse (per le tasche di chi è alle prese con un rimborso di un prestito a tasso variabile) si apre una fase di lievi (ma costanti) rincari. Inaugurata dalla decisione della Banca centale europea del 7 aprile di ritoccare il costo del denaro dall'1 all'1,25%. Ma se poi si guardano le previsioni (futures sull'Euribor a 3 mesi nel mercato Liffe di Londra) si scopre che i tassi dovrebbero avvicinarsi al 2 per cento entro fine anno.
A tal proposito il ministero del Tesoro, di concerto con l'Abi sta lavorando – come peraltro confermato a "Plus24" - a un decreto legge per dare una mano alle famiglie il cui bilancio, complice la probabile serie di mini-strette in arrivo, potrebbe andare gambe all'aria nel rimborsare piani di ammortamenti via via più esosi. Una misura ancora in fase di approfondimento che potrebbe agire utilizzando la leva della sospensione dei pagamenti per un determinato arco temporale o favorendo la conversione del variabile a fisso. Una misura che, però, ancor prima di essere ufficializzata, già non convince le associazioni dei consumatori che temono il contestuale inserimento di un articolo che innalzi la soglia dei tassi d'usura (si veda articolo a fianco).

Del resto, il progetto allo studio potrebbe essere la riedizione di piani già attuati per agevolare le famiglie. Come il piano lanciato a maggio 2008 dall'Abi e dal Tesoro per la rinegoziazione dei mutui a tasso variabile per la prima casa stipulati prima del 1° gennaio 2007 (ai mutuatari è stata data la possibilità di convertire il piano di rimborso applicando all'importo originario del mutuo il tasso di interesse contrattuale medio del 2006). L'Abi assicura che quest'operazione ha ottenuto un buon riscontro: a novembre 2008, 50mila clienti ne hanno usufruito per un controvalore di mutui da 5 miliardi di euro. A questa misura ha fatto da staffetta, a dicembre 2008, il decreto anticrisi 185/2008, convertito con la legge 2/2009. Tra i vari punti contemplava l'introduzione di un tetto del 4% agli interessi da versare nel corso del 2009 sui finanziamenti prima casa a tasso "non fisso". Questa norma è stata pensata per chi avrebbe dovuto pagare più del 4% nel 2009 con un mutuo a tasso variabile (o misto). L'eventuale differenza è stata assorbita dalla casse del ministero del Tesoro che nel complesso ha rimborsato 125 milioni di euro ai mutuatari che ne hanno fatto richiesta. Meno, però, dei 350 milioni stanziati perché nel 2009 i tassi Euribor sono precipitati verso il basso abbassando naturalmente la maggior parte delle rate dei mutui variabili sotto il tetto del 4%, vanificando per buona parte le intenzioni protettive dell'azione governativa.
grafici

A queste due manovre, i cui effetti si sono esauriti, se ne aggiungono altre due che, invece, sotto "attive". A febbraio 2010 è stato infatti inaugurato dall'Abi un "Piano famiglie" per la sospensione delle rate fino a 12 mesi. A inizio 2011 l'Abi ha rilasciato i dati dell'iniziativa nel primo anno: il "Piano famiglie" è stato utilizzato da 40mila famiglie per un totale di valore residuo di 4,8 miliardi di euro e per un valore di quota capitale sospesa pari a 280 milioni di euro (6.300 per famiglia). La misura è stata prorogata fino al 31 luglio ed è prorogabile per ulteriori sei mesi (la decisione verrà ufficializzata entro il 30 giugno).
Nel pacchetto di aiuti, inoltre, è stato inaugurato a novembre 2010 un Fondo di solidarietà del ministero del Tesoro da 20 milioni di euro (gestito da Consap) che consente di sospendere fino a 18 mesi le rate del mutuo per le famiglie in difficoltà con i pagamenti a causa della perdita del lavoro o di altri eventi sfavorevoli. Al momento - assicurano i responsabili del fondo - sono state accolte circa 6mila domande e sono disponibili ancora fondi per circa 9 milioni di euro. Non si tratta, però, di un Fondo totalmente zero spese per gli aderenti perché durante il periodo di stop le banche interessate potranno chiedere alle famiglie la parte della spesa interessi non rimborsata, cioè lo spread. In merito a queste ultime due manovre, tutt'ora in corso, Paolo Landi, segretario generale di Adiconsum tiene a precisare: «Sospendere il pagamento delle rate non vuol dire regalare alle famiglie le rate ma soltanto far prendere un po' di ossigeno rimandando però il problema non appena termina il periodo di stop».

vito.lops@ilsole24ore.com

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dgambera
00martedì 3 maggio 2011 16:05
Nuovo scatto dell'Euribor, supera la soglia dell'1,4%. Ecco come si muoverà nei prossimi 3 anni

di Vito Lops 03 maggio 2011


Nuovo scatto dell'Euribor, l'indicatore che interessa da vicino chi sta rimborsando o ha intenzione di stipulare un mutuo a tasso variabile (non agganciato al tasso Bce). Secondo le rilevazioni fissate questa mattina (come tutti i giorni dal lunedì al venerdì alle ore 11) dall'European banking federation, l'Euribor a 3 mesi è balzato all'1,402% (dall'1,395% di ieri) segnando il livello più alto dal 23 aprile 2009.

L'Euribor - che esprime tecnicamente il tasso di interesse a cui le banche si prestano capitali - si sta quindi portando a ridosso dell'1,5%, ipotizzando quindi che questa estate la Banca centrale europea possa nuovamente ritoccare i tassi al rialzo dopo averlo fatto lo scorso aprile quando - per la prima volta da maggio 2009 - ha agito sul costo del denaro portando i tassi di riferimento dall'1 all'1,25 per cento.

Chi ha un mutuo agganciato al tasso Euribor, ovvero oltre il 98% dei mutui a tasso variabile stipulati in Italia (è agganciato al tasso Bce meno del 2% dei prestiti indicizzati) vedrà quindi, già nelle prossime rate un aumento della quota interessi, al di là che poi la Bce alzi o no il costo del denaro.

Ecco come si muoverà l'Euribor nei prossimi 3 anni
Una decisione, peraltro, abbondantemente scontata dai mercati. I future sull'Euribor a 3 mesi nei prossimi anni - parametro che segue da vicino il tasso Bce - proiettano l' "indice dei mutui variabili" al 2% a dicembre 2011, al 2,775% a dicembre 2012, al 3% (tasso medio negli ultimi 10 anni), a settembre 2013, e al 3,43% a settembre 2014 (guarda la tabella completa sui contratti futures sull'Euribor a 3 mesi).

Fisso o variabile?
I numeri indicano quindi che, pur in costante risalita, i mutui a tasso variabile nei prossimi 3 anni resteranno con ogni probabilità al di sotto di quelli a tasso fisso stipulabili oggi, considerando che gli Irs - i parametri a cui sono agganciati in partenza i mutui a tasso fisso - viaggiano già adesso tra il 3% (Irs a 5 anni) e il 3,93% (Irs a 20 anni).

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dgambera
00giovedì 5 maggio 2011 15:29
Chissà perchè, ma sento puzza di inkulata per i mutuatari [SM=g1750147]

L'ombrello del Governo sui mutui per le famiglie. Tutti i modi per ridurre l'impatto delle rate

di Maximilian Cellino 5 maggio 2011


L'Euribor continua la sua rincorsa e le famiglie si preoccupano per gli effetti sulle rate dei mutui variabili. Ma dalle prossime settimane potrebbero avere una possibilità in più per rinegoziare il proprio finanziamento e passare al fisso, bloccando cioè a un valore certo l'esborso mensile fino alla fine del piano di ammortamento. Finora la rinegoziazione, a meno che non sia prevista per contratto, è per le banche una facoltà: il mutuatario la può richiedere, ma può sentirsi rispondere picche allo sportello oppure vedersi assegnare condizioni poco vantaggiose.

I limiti
In base alle norme contenute nella bozza del Decreto Sviluppo che oggi sarà sul tavolo del Consiglio dei Ministri la facoltà diventa invece diritto: di richiedere la rinegoziazione alla banca; di ottenere un tasso prefissato ed eventualmente di concordare l'allungamento del piano di rimborso del mutuo in modo da ridurre il peso della rata. L'agevolazione non sarà a vantaggio di tutti, ma soltanto dei meno abbienti. Il mutuo non deve essere stato in origine superiore ai 150mila euro, mentre la richiesta deve arrivare da famiglie che abbiano un indicatore della situazione economica equivalente (Isee) non superiore a 30mila euro e non abbiano avuto ritardi nel pagamento delle rate.

Più in generale, le disposizioni si applicano a finanziamenti ottenuti per l'acquisto o la ristrutturazione di abitazioni che abbiano tasso variabile e rata variabile per tutta la durata del contratto (sono quindi esclusi i prestiti a rata costante o a tasso misto), compresi quelli accesi per le seconde case e quelli che nel frattempo sono stati cartolarizzati dalla banca. Il Decreto stabilisce peraltro una scadenza temporale, visto che le richieste dovranno essere presentate entro il 30 aprile 2012. Contiene inoltre una serie di aggiustamenti in materia di surroga.

Le condizioni
Il meccanismo di funzionamento della rinegoziazione è in sé piuttosto semplice. Chi si presenterà allo sportello potrà ottenere il passaggio a un mutuo che abbia una rata fissa calcolata sulla base del tasso Irs di durata pari alla durata residua del mutuo o, in mancanza alla scadenza successiva. A questo dovrà poi essere aggiunto uno spread (il ricarico abitualmente praticato dalle banche per la remunerazione del rischio) pari a quello del mutuo originale. Se per esempio mancano ancora 20 anni al termine del rimborso, il mutuatario con un tasso Euribor aumentato dell'1% otterrà un tasso Irs a 20 anni aumentato dell'1%. L'allungamento potrà invece essere richiesto per un periodo massimo di cinque anni e a patto che la durata residua del mutuo all'atto della rinegoziazione non superi i 25 anni.

La convenienza
Valutare se usufruire o meno dell'agevolazione non sarà però semplice per i risparmiatori. Passare adesso da un variabile a un fisso significa automaticamente aumentare la rata. Questo perché al momento, nonostante i rialzi dell'ultimo anno, i tassi Euribor (1,41% ieri la scadenza 3 mesi) sono ancora sensibilmente inferiori agli Irs (3,94% quello a 20 anni). Cambiare in corsa significa quindi passare da tassi compresi fra il 2-3% a valori nell'ordine del 4-5% e quindi rinunciare a un risparmio nei prossimi 2-3 anni per avere una rata certa ed eventualmente più leggera in seguito. La scelta dipende quindi probabilmente più da motivazioni di tipo soggettivo e non può prescindere da una valutazione accurata delle condizioni di reddito della famiglia, soprattutto in chiave prospettica.

Pagare di più nell'immediato potrebbe però in teoria precludere l'accesso alle agevolazioni a quanti già fanno fatica a pagare le rate al momento, cioè a coloro ai quali è diretta principalmente l'iniziativa. In questo caso potrebbe però risultare utile l'allungamento del piano di ammortamento che, pur rendendo complessivamente più oneroso il prestito, diluisce i pagamenti più a lungo alleggerendo quindi le rate mensili, trimestrali o semestrali.

Sotto l'aspetto pratico si dovrà ora attendere il completamento dell'iter legislativo. Starà poi verosimilmente all'Associazione bancaria italiana (Abi), che è stata consultata dal Governo sul tema per valutazioni tecniche, trasmettere le disposizioni alle singole banche ed eventualmente predisporre moduli per facilitare il compito di mutuatari e impiegati allo sportello.

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bubbyrm
00sabato 7 maggio 2011 14:26
banche e assicurazioni vita
Salve a tutti
volevo chiedervi se una banca può imporvi in fase di istruttoria una polizza assicurativa (pena la non erogabilità del mutuo) a fronte di una richiesta mutuo di 1/4 del valore dell'immobile e di una rata mutuo mensile che incide su 1/3 dello stipendio? a me sembra un abuso... [SM=g7626]
la polizza vita è spalmabile sulle rate mensili. Ma se chiedo in futuro una surroga verso un'altra banca, come si mette la questione dell'assicurazione?
grazie per l'aiuto [SM=g2326585]
dgambera
00lunedì 9 maggio 2011 23:16
Altalena mutui: salgono i variabili e scendono i fissi

di Simone Lupo Bagnacani 5 maggio 2011


Fissi e variabili in controtendenza la prima settimana di maggio: gli indici variabili subiscono piccoli ritocchi verso l'alto, con l'eccezione del ventennale che sale dello 0,2%, mentre i variabili calano in modo sostenuto tranne quello a trent'anni che rimane sale al 4,88%. E' questo il trend evidenziato dalle migliori offerte sul canale mutui di Casa24 il 5 maggio rispetto al 28 di aprile.

Per l'acquisto di un abitazione da 200 mila euro, chiedendo un finanziamento di 100 mila, per un mutuo decennale a tasso variabile oggi si ottiene un tasso del 2,57%, rispetto al 2,53% di sette giorni fa, con la rata mensile che sale a 946 euro mensili da 944. Stesso valore e stesso incremento anche per il quindicennale, con la rata maggiorata di 2 euro a 670.A 2,57% anche il ventennale che però segna una crescita di 0,19% punti. Crescono dello 0,05% % anche i prestiti a venticinque e trenta anni che passano da 2,47% a 2,53% con la rata rispettivamente a 450 e 397 euro.

Tutti in calo invece fissi tranne il trentennale che sale da 4,7% a 4,88% con rata a 4,88%. Resta fermo invece al 4% il decennale con la rata a 1012 euro, scende invece al 4,5% dal 4,64% il quindicennale con rata di 765 euro e arrivano al 4,6% i tassi a 20 e 25 anni in calo di 0,13% e 0,19%.

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(sylvestro)
00sabato 14 maggio 2011 11:34
dgambera
00lunedì 16 maggio 2011 14:39
Sale la domanda di prodotti con il cap ma il costo è elevato

di Vito Lops 14 maggio 2011


Cresce la domanda di mutui a tasso variabile con cap. Prodotti che proteggono dall'aumento delle rate oltre una certa soglia di tassi. Non è detto, però, che questo trend di mercato stia centrando la soluzione più conveniente. Per gli esperti, infatti, questa tipologia di mutuo dal punto di vista finanziario, stipulato alle condizioni attuali, rischia di risultare troppo cara.

«Risponde a un'esigenza emotiva forte dei richiedenti, ma nasconde una bassa convenienza – spiega Stefano Rossini, amministratore di FairOne, società che gestisce il servizio MutuiSupermarket.it –. Innanzitutto perché la soglia del cap sta aumentando. Ormai la media si è spostata dal 5,2 al 5,7 per cento. Ciò significa che, ipotizzando uno spread dell'1,7% dovremmo aspettarci un rialzo degli Euribor (i parametri a cui è agganciata la maggior parte dei mutui variabili, ndr) al 4%, di circa 275 punti base rispetto ai livelli attuali». Il tema non è se l'Euribor possa raggiungere tali livelli, perché statisticamente tende a oscillare tra l'1 e il 5%, ma per quanto tempo possa restarvi. Perché il lasso di tempo in cui la protezione verrebbe esercitata rischia di essere esiguo, tale da non ammortizzare i 50 punti base in più di spread che un variabile con cap costa oggi in media in più di un variabile puro.

«Inoltre – conclude – considerando che la quota di interessi sui mutui incide molto di più nei primi anni, l'esercizio del cap può avere un impatto notevole sulla rata solo sui primi 10-15 anni di un mutuo medio a 25 anni perché poi la rata sarà indifferente alla dinamica dei tassi e quindi il costo della protezione risulterebbe pressoché vanificato». Anche per Roberto Anedda, vicepresidente di MutuiOnline.it, i mutui a tasso variabile con cap, benché rappresentino il 21% del mercato, sono poco vantaggiosi in una logica di lungo periodo. «Gli istituti hanno via via aumentato le soglie del cap. Oggi ci sono solo due banche che attuano, ma ancora per pochi mesi, cap inferiori al 5,5%. Mentre in molti casi si sta superando la soglia del 6%. Tali formule sono in aumento rispetto al 2010, dal 17% al 21%, ma stiamo assistendo a un piccolo ridimensionamento negli ultimi due mesi dopo il picco del 27% a febbraio. Riposizionanamento che sta avvantaggiando i mutui a tasso variabile, saliti al 39% e quelli a tasso fisso, che rappresentano il 35% del mercato».

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fabio_c
00lunedì 16 maggio 2011 14:55
A proposito di "domanda".
Dal "Barometro CRIF" che monitora la domanda di credito:

Riprende il calo della domanda di mutui: -10% ad aprile 2011

«Le evidenze dell’analisi del patrimonio informativo di EURISC – Il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF - mostrano come continua il calo della domanda dei mutui ipotecari da parte delle famiglie italiane che, dopo un primo trimestre dell’anno nel segno della prudenza, in aprile fa segnare un pesante -10% (dato ponderato sui giorni lavorativi) rispetto al corrispondente mese del 2010.»
{N.d.f.: il dato grezzo non ponderato sarebbe -15%}

---

«Di seguito sono riportati, oltre ai dati sull’andamento complessivo della domanda di mutui del 2008, 2009 e 2010, le variazioni percentuali mensili rilevate su EURISC, il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF che raccoglie i dati relativi ad oltre 77 milioni di posizioni creditizie. Le variazioni rispetto allo stesso mese dell’anno precedente sono indicate sia in valori assoluti sia ponderate, cioè al netto dell’effetto prodotto dal differente numero di giorni lavorativi.»


«Il grafico riepilogativo della domanda di mutui a partire da gennaio 2009 rende ancora più evidente il trend in atto.»


«Se analizziamo la domanda cumulata dei primi quattro mesi del 2011 e la confrontiamo con lo stesso periodo degli anni precedenti, vediamo che risulta costantemente in calo, di -4 punti percentuali se confrontata con il 2010 e il 2009 e di -2 punti percentuali se confrontata con il 2008 e il 2007.
L’andamento del periodo selezionato nei diversi anni mette in rilievo come, dopo la ripresa della domanda registrata nel 2009 (+2% rispetto al 2008), si sia nel tempo consolidato un trend negativo.»

DOMANDA DI MUTUI (numero di richieste) – periodo Gennaio-Aprile 2011 – a parità di giorni lavorativi


«Analizzando la distribuzione delle richieste per fasce di durata, anche ad aprile viene confermato lo spostamento della quota parte di domanda di mutui nelle classi superiori ai 20 anni, dinamica che si era già manifestata nel corso del 2010. La classe tra i 25 e i 30 anni si conferma essere quella maggiormente richiesta da parte delle famiglie italiane, con una quota superiore al 30%, seguita da quelle di durata tra 15 e 20 anni (21% del totale) e tra 20 e 25 anni (19,9%).

Relativamente alla distribuzione delle richieste di mutuo in funzione dell’importo, la classe nella quale si sono concentrate le preferenze degli italiani è stata quella tra i 100 e i 150.000 €, con il 31% del totale. Nel mese di aprile l’importo medio si è assestato poco al di sopra dei 136.800 €.»


«Analizzando, infine, la domanda in base all’età dei soggetti richiedenti mutui ipotecari, la classe di età compresa tra i 35 e i 44 anni risulta la più numerosa, con oltre il 35% del totale; la classe di clienti dai 45 ai 54 anni arriva ad una quota del 20% mentre la classe dai 25 ai 34 anni, per quanto in calo, si assesta quasi al 29%.

Per l’immediato futuro bisognerà valutare anche gli impatti del decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 141, di attuazione della direttiva 2008/48/CE relativa ai contratti di credito ai consumatori, nonché modifiche del titolo VI del testo unico bancario (decreto legislativo n. 385 del 1993) in merito alla disciplina dei soggetti operanti nel settore finanziario, degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi. In particolare, ci si riferisce al nuovo articolo 120-quater del Testo Unico Bancario, in tema di surrogazione nei contratti di finanziamento e portabilità.
Sostanzialmente in questo dispositivo viene chiarito che per tutti i mutui (non solo quelli fondiari) la surrogazione può essere annotata in conservatoria presentando semplicemente copia dell’atto di surrogazione, senza ulteriori formalità. Inoltre, si prevede che al consumatore non debbano essere imputati oneri per la concessione del nuovo finanziamento, rimettendo alla collaborazione tra i finanziatori l’espletamento delle verifiche necessarie per l’istruttoria e gli accertamenti catastali – imponendo tra l’altro un limite di 30 giorni al perfezionamento della surrogazione, oltre al quale termine il finanziatore originario deve risarcire il consumatore con i termini previsti al comma 7.
Queste disposizioni, quindi, tendono complessivamente a ridurre formalità, tempi e costi della surrogazione, di fatto riducendo le incertezze e gli ostacoli all’utilizzo di questo strumento da parte dei mutuatari.»

-------------------- © Copyright 2011 - CRIF SpA --------------------

[SM=g2232945]

fabio
(sylvestro)
00lunedì 16 maggio 2011 18:08
Re:
fabio_c, 16/05/2011 14.55:

A proposito di "domanda".
Dal "Barometro CRIF" che monitora la domanda di credito:

Riprende il calo della domanda di mutui: -10% ad aprile 2011


...
[SM=g2232945]

fabio




[SM=g1750152] [SM=g1750826]
cerchiamocasa
00giovedì 26 maggio 2011 22:59
Mutui, una famiglia su quattro non ce la fa
Ma sta anche peggio chi vive in affitto. Il 47 % dei nuclei familiari è a rischio povertà. Analisi e proiezioni dell'Osservatorio regionale sul costo del credito.

Il 25% delle famiglie italiane – 1 su 4 – è in difficoltà nel pagamento del mutuo di casa. Se poi si considerano tariffe e bollette, il 47% dei nuclei familiari deve versare il 30% del proprio reddito per la casa. La situazione peggiore è per le famiglie mononucleari o con uno o più figli. Il grado di indebitamento nel 2011 ha raggiunto gli stessi livelli registrati nel 2007, prima della crisi economico-finanziaria. Il problema è che «siamo ancora in piena crisi». Sono alcune delle proiezioni e delle analisi presentate dall’Osservatorio regionale sul costo del credito (Orcc), promosso da Caritas italiana e Fondazione culturale responsabilità etica, in collaborazione con il Centro culturale “Francesco Luigi Ferrari”.

Il 47% è a rischio povertà. «Il 47% delle famiglie italiane è a rischio povertà perché fa fatica a pagare il mutuo e le spese di gestione della casa», ha spiegato Gianpietro Cavazza, presidente Centro culturale “Francesco Luigi Ferrari”. Se in Italia 1 famiglia su 4 è in difficoltà con i pagamenti dei mutui, i problemi aumentano, infatti, quando alla rata vengono sommate le spese di gestione della casa, «che per la metà degli italiani superano il 30% delle entrate familiari», ha detto Cavazza. Il rischio di vulnerabilità aumenta «per le famiglie composte da una sola persona, o da un adulto con uno o due figli a carico, con licenza elementare e in cerca di occupazione». I soggetti più a rischio sono «le famiglie mononucleari e le famiglie composte da un adulto e da uno o più figli, con un’età inferiore ai 34 anni». Le famiglie più a rischio abitano in Liguria, Abruzzo, Molise, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna.

Sta peggio chi vive in affitto. Per quanto riguarda le famiglie che vivono in affitto la «debolezza reddituale è decisamente superiore a quella delle famiglie che accedono al mutuo – ha precisato Cavazza –. Circa la metà non è in condizione di accedere al credito». L’analisi denota, infatti, «una maggiore vulnerabilità nell’accesso al credito e nella sostenibilità economica dell’indebitamento». Emerge, ad esempio, che l’incidenza media sul reddito delle spese di gestione è lievemente superiore nelle famiglie in affitto (8,8% contro 7,9), confermando «una situazione più sfavorevole per chi abita in affitto». L’incidenza delle spese di gestione tende ad aumentare negli anni successivi al 2007 a causa «dell’aumento dei prezzi e delle tariffe delle voci di spesa comprese (elettricità, riscaldamento)». Tra le famiglie maggiormente penalizzate si trovano anche in questo caso quelle unipersonali e monogenitoriali, con l’incidenza della spesa sul reddito intorno al 12%, nettamente superiore alla media complessiva.

Una “social card” per tutti i poveri. Una “social card” senza «vincoli categoriali», ossia non limitata solamente alle «famiglie con anziani ultra 65enni e con figli al di sotto dei 3 anni» perché «migliaia di famiglie italiane sono a rischio di precipitare sotto la soglia della povertà relativa», anche per le difficoltà a pagare il mutuo o l’affitto: è la proposta di Francesco Marsico, vicedirettore di Caritas italiana. Marsico ha ricordato che «l’unica risposta sociale oggi esistente è la social card, che però risponde a stento solo alle povertà assolute e ad alcune tipologie familiari», escludendo una grossa fascia di famiglie che fatica a pagare il mutuo, l’affitto e ad arrivare a fine mese. Marsico ha sottolineato anche l’importanza di «valutare gli effetti delle politiche abitative degli ultimi anni», in particolare «la privatizzazione del patrimonio immobiliare degli enti pubblici». «Le politiche sociali e abitative – ha detto – dovrebbero essere all’altezza dei bisogni delle famiglie». Bisogni trascurati anche dalle banche, come evidenziato da Maria Teresa Ruggiero, della Fondazione culturale responsabilità etica, organismo di Banca Etica: «Oggi le banche sono più al servizio della finanza che delle persone. È invece responsabilità degli operatori finanziari cercare di risolvere i problemi reali della società, altrimenti rischiamo la deriva. La nostra sfida è quella di cercare di dare risposte concrete, cercando di fare rete con gli enti pubblici e le famiglie». Lo studio indica alcune strade preventive per evitare l’indebitamento eccessivo: «Politiche fiscali più eque per tutelare il potere di acquisto delle famiglie nell’accesso alla casa» e «interventi
dgambera
00domenica 5 giugno 2011 16:22
Tassi fissi in crescita mentre i variabili sono contrastati

di Simone Lupo Bagnacani 1 giugno 2011


Tassi fissi mossi questa settimana: calo del decennale e del trentennale, e forte crescita degli altri con il picco di quello a vent'anni che sale dello 0,35%. Si muovono in modo disordinato anche i variabili, con valori in crescita per quelli a dieci, venticinque e trent'anni e in calo per il quindicennale e il ventennale. E' questo il trend evidenziato dalle migliori offerte sul canale mutui di Casa24 il 1 giugno rispetto al 26 maggio.

Per l'acquisto di un abitazione da 200 mila euro, chiedendo un finanziamento di 100 mila, per un mutuo decennale a tasso variabile oggi si ottiene un tasso del 2,59%, in crescita dello 0,03% rispetto a sette giorni fa, con la rata mensile che sale da 947 a 945 euro. In calo invece il quindicennale e il ventennale che da 2,56% scendono al 2,44% ,con rata rispettivamente a 665 e 528 euro mensili da 670 a 533. In crescita anche i variabili a lungo termine con il venticinquennale che sale a 2,59% da 2,55% e il trentennale dal 2,55% al 2,64% con rate rispettivamente a 453 euro mensili, in crescita di due euro, e 402 .

Contrastati anche i fissi. Il decennale che scende appena da 4,38% a 4,36 % con la rata che cala da 1031 a 1030 euro. In forte crescita gli altri con il quindicennale che sale dal 4,40% al 4,66% e rata che sale dal 760 a 773 euro mensili. Il rialzo più marcato è comunque quello da 4,40% a 4,74% del ventennale con la rata che balza da 627 a 646 euro. Più contenuta la crescita del mutuo a venticinque anni che passa da 4,6% a 4,79% mentre il trentennale scende dello 0,16% 4,71% con al rata che cala di dieci euro a 419.

©RIPRODUZIONE RISERVATA



laplace77
00domenica 12 giugno 2011 13:28
la lenta risalita dei tassi...

11:38 - Mutui: Bankitalia, in aprile prosegue risalita tassi (taeg 3,3%)

Il tasso medio comprensivo di spese al top da agosto 2009

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 08 giu - Mutui casa
sempre piu' cari per le famiglie italiane. La Banca d'Italia
segnala nel Supplemento al Bollettino Statistico 'Moneta e
Banche' una risalita del tasso medio taeg, comprensivo delle
spese amministrative, istruttorie e assicurative, sopra il
3,3% (3,31%) per la prima volta dall'agosto 2009. Il tasso
riguarda i nuovi mutui stipulati in aprile. Per i
finanziamenti oltre i dieci anni il tasso sulle nuove
operazioni e' balzato al 4,84% dal 4,74% di marzo. Il tasso
medio complessivo sui nuovi mutui casa risale sopra il 3%
(3,04%) ai massimi da settembre 2009.


una volta venuto meno lo stimolo monetario ci sara' da ridere...

[SM=g1747522] [SM=g1747522] [SM=g1747522]

(sylvestro)
00martedì 14 giugno 2011 22:16
(sylvestro)
00martedì 14 giugno 2011 22:21
fabio_c
00mercoledì 15 giugno 2011 08:55
Re:
(sylvestro), 14/06/2011 22.16:



Aggiungo il link al comunicato ufficiale: Continua il calo della domanda di mutui: -14% a maggio 2011

«Le evidenze dell’analisi del patrimonio informativo di EURISC – Il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF - mostrano come si confermi il calo della domanda dei mutui ipotecari da parte delle famiglie italiane iniziato a marzo 2011, con il mese di maggio che fa segnare un -14% (dato ponderato sui giorni lavorativi) rispetto al corrispondente mese del 2010»


Faccio notare qualche piccola particolarità:

a) dall'inizio del 2008 fino ad ora non c'era (forse) mai stato un calo così forte;
b) è il secondo calo consecutivo a due cifre;
c) questi ultimi due cali sono riferiti all'anno 2010 e proprio in quei due mesi le richieste erano in calo rispetto al 2009, in pratica oggi le variazioni complessive rispetto ad aprile e maggio 2009 sono rispettivamente -14% e -20% a parità di giorni lavorativi;
d) dal 2008 non c'era mai stata una variazione media tanto negativa nell'arco dei primi cinque mesi.

fabio
stelafe
00giovedì 16 giugno 2011 19:14
Manifestazione anti-Equitalia a Roma
“Oggi tutti insieme in piazza Montecitorio a Roma contro Equitalia. Noi ci battiamo da anni contro le migliaia di ipoteche e di cartelle fuorilegge che tormentano e vessano i cittadini. Bisogna dire basta ai metodi medievali e poco trasparenti della società di riscossione che da troppo tempo tartassa i contribuenti che perdono in modo illegittimo i loro beni, persino la casa all’asta”. Lo ha affermato l’avvocato Angelo Pisani in occasione della manifestazione “No agli usurai” che si terrà oggi alle ore 15.00 in piazza Montecitorio a Roma.
“Bloccare le sanzioni, le ganasce fiscali e gli interessi di mora e riordinare il sistema della riscossione italiana - continua Pisani -. Tutti uniti in un solo grido per chiedere la sospensione dei pagamenti, le riduzioni e le agevolazioni per le piccole imprese e per gli artigiani troppo spesso vittime di un sistema illegittimo ed anticostituzionale ed il ritiro dell’art. 29 del decreto Legge 78 con il quale dal 1° luglio Equitalia potrà pignorare risparmi, stipendi, abitazioni entro 60 giorni da una semplice notifica


www.noiconsumatori.org/articoli/articolo.asp?ID=11082
dgambera
00sabato 18 giugno 2011 14:43
Prestiti in ripresa: importi in calo e più tassi fissi

di Simone Lupo Bagnacani 18 giugno 2011


Continua anche nel 2011 la crescita dei nuovi mutui cominciata nel 2010, +8,70%, dopo i pesanti cali del 2008 e 2009, quando il mercato aveva perso quasi il 20 per cento. I dati di Assofin sui primi quattro mesi dell'anno hanno infatti registrato un deciso +5,7 per cento. «In realtà – spiega Giuseppe Piano Mortari, direttore operativo di Assofin – il numero è molto influenzato da voci come le surroghe, il cambio verso mutui a condizioni migliori, che segnala comunque un dinamismo del mercato con nuove offerte per i clienti».

Nel primo quadrimestre l'erogazione di mutui è cresciuta del 5,7%, ma se si analizzano solo i nuovi mutui per l'acquisto il dato scende a un comunque positivo 2,1 per cento. L'incremento maggiore è infatti quello degli altri mutui +13,2%, di cui le surroghe sono il 52% e le sostituzioni il 19 per cento. La tendenza è simile anche per il numero di contratti anche se, per i nuovi acquisti, il dato di crescita è del 2,7%, maggiore delle erogazioni, segno che si è un po' abbassato il valore degli importi concessi.

Assofin ha realizzato un'analisi dettagliata sui primi tre mesi dell'anno. La prima evidenza è che il 2011 ha segnato un ritorno al tasso fisso che passa dal 15% del totale al 30%, a causa della crescita del costo dei tassi variabili, crescono anche i tassi misti mentre scendono al 49% i variabili. Nel 2008 i tassi fissi erano il 72% del totale.

Gli importi finanziati si riducono: arriva al 53% la quota di importi tra 100 e 200mila euro. In lieve crescita anche l'erogazione di mutui tra i 50 e i 100mila euro che sale dal 21 al 22% mentre cala quella sotto i 50mila dal 4 al 3 per cento.
Dal 2009, anno in cui si è registrata un sensibile allungamento, sono invece abbastanza stabili le durate dei mutui con quelli oltre i 26 anni che sono il 38%, quelli tra 21 e 25 il 23% e quelli tra 16 e 20 il 21 per cento. Solo il 6% chiede mutui sotto i dieci anni.

Dopo due anni di calo torna anche ad aumentare leggermente il loan to value, cioè il valore del prestito in percentuale di quello della proprietà. Il primo trimestre ha infatti visto crescere la quota dei mutui oltre l'80% fino al 5,5% contro il 5,2% del 2010, dato comunque ancora lontano dal 10,2% del 2008.

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dgambera
00sabato 18 giugno 2011 14:50
Tassi variabili in leggero rialzo, ancora fermi i fissi

17 giugno 2011



Tassi fissi stabili questa settimana mentre crescono leggermente i variabili. E' questo il trend evidenziato dalle migliori offerte sul canale mutui di Casa24 il 16 giugno rispetto al 9 giugno.

Per l'acquisto di un abitazione da 200 mila euro, chiedendo un finanziamento di 100 mila, per un mutuo decennale a tasso variabile oggi si ottiene un tasso del 2,65%, in crescita dello 0,04% rispetto a sette giorni fa, con la rata mensile che sale da 948 a 950 euro. Crescono anche il quindicennale e il ventennale che da 2,34% salgono al 2,38% ,con rata rispettivamente da 659 e 522 euro mensili da 661 a 524. Leggero incremento anche per i variabili a lungo termine con il venticinquennale che passa a 2,48% da 2,44% e il trentennale da 2,49% al 2,53% con rate rispettivamente a 448 euro mensili, in crescita di due euro, e 397, anche questa in aumento due euro.

Tutto uguale a due settimana fa invece per quello ch riguarda i fissi, ancora stabili. Il decennale a 4,36 % con la rata che a 1030 euro. Il quindicennale è stabile al 4,66% e rata 773 euro mensili. Stabilità anche sui periodi più lunghi, con il ventennale a 4,74% e rata di 646 euro, il venticinquennale a 4,79% con rata di 573 e il trentennale a 4,71% con rata di 519 euro.

©RIPRODUZIONE RISERVATA



dgambera
00domenica 19 giugno 2011 13:53
Banche, prestiti per 10 miliardi

di Carlo Festa 18 giugno 2011


Almeno una decina di miliardi di crediti incagliati pronti a finire all'asta, se le condizioni dei mercati lo permetteranno: numero che si raggiunge, sommando le operazioni che stanno mettendo in pista le principali banche italiane come Intesa Sanpaolo, UniCredit, Monte dei Paschi, Banca delle Marche. E la vendita, che sembra per ora congelata, che stava mettendo in pista Ubi Banca. L'operazione per ora maggiore sui crediti non performanti è quella di Intesa Sanpaolo. A studiare una mega-cessione è il gruppo guidato da Corrado Passera, che dopo aver varato l'aumento di capitale da 5 miliardi, sta valutando la strada migliore per valorizzare un portafoglio di 3,5-4 miliardi lordi di non performing loan.

Le altre banche in azione
Il grosso problema resta la condizione attuale dei mercati che ancora pare avversa. Non è un caso che Ubi Banca, fra i primi ad avviare una procedura per la cessione di mutui non performing, sembra per ora aver gettato la spugna. Ubi puntava a vendere un portafoglio di mutui, la maggior parte dei quali residenziali: un blocco assai eterogeneo, nel quale sono presenti molti prestiti per la casa che non sono stati rimborsati.
Dall'operazione l'istituto puntava a ottenere circa il 60% del nominale per una cifra vicina ai 500 milioni. Proprio il prezzo, tuttavia, è stata una delle grandi incognite e tra le cause principali del ripensamento del management di Ubi Banca.
A proseguire nella strategia di pulizia del bilancio è invece Banca delle Marche: in vendita c'è un miliardo di euro di crediti incagliati. Il gruppo guidato da Massimo Bianconi ha iniziato il data room e conta di definire l'operazione tra fine settembre e metà ottobre. In quel miliardo di euro ci sono sofferenze di tutte le tipologie, riferite sia al retail sia ad istituzionale, garantite e non garantite da ipoteche.
Ma anche UniCredit potrebbe varare una mega-cessione di non performing loans: probabilmente, secondo i rumor, per qualche miliardo. Fonti vicine a Piazza Cordusio spiegano che «verranno esaminate le opportunità del mercato». Già qualche anno fa UniCredit, che ha 38 miliardi di non performing asset, puntava a valorizzare un portafoglio crediti, attraverso la creazione di un veicolo societario in cui fare entrare un partner internazionale, cioè Merrill Lynch: operazione che doveva servire a rafforzare i ratios patrimoniali (Core Tier 1), ma che alla fine era tramontata.
Ci sono, infine, Banco Popolare e Monte dei Paschi. Il gruppo guidato da Pierfrancesco Saviotti porta in pancia una quantità notevole di prestiti incagliati. A fine marzo le cosiddette esposizioni deteriorate lorde della banca ammontavano a 13,48 miliardi lordi, cifra che vale il 13% del totale dei prestiti dell'istituto: un livello raggiunto soprattutto a causa della zavorra della controllata Italease. Per ora non ci sono operazioni di cessioni di Npl allo studio, anche perché l'Ad Saviotti ritiene i prestiti dubbi ben accantonati, ma fonti vicine alla banca indicano che «se dovesse arrivare un'offerta interessante, sarà attentamente valutata». La stessa Mps ha circa 12 miliardi di crediti incagliati.

In vista di Basilea 3
Le operazioni di cessione di portafogli non performanti sembrano una strada obbligata in vista di Basilea 3, cioè la riforma che punta a rafforzare le banche ed evitare altre crisi. I potenziali compratori di questi portafogli sono investitori stranieri, spesso banche internazionali, che cercano di ottenere una plusvalenza dal recupero dei crediti incagliati. Le operazioni sui mutui non performing negli ultimi anni, complice il momento non favorevole dei mercati, si sono ridotte al lumicino. Ma intanto lievitava il numero di mutui in sofferenza, anche per cifre medio-basse di 150-250mila euro.
In questi portafogli entrano così blocchi di mutui residenziali piuttosto che altri tipi di finanziamenti: crediti immobiliari e ipotecari. Gli anni scorsi, prima della crisi dell'immobiliare, alcune operazioni erano arrivate a conclusione. Bnl aveva ceduto un maxi-pacchetto di crediti in sofferenza per 1,5 miliardi ad Abn Amro. Ma il via alle danze è stato dato nel 2005 da Banca Intesa, che in un solo colpo ha venduto 9 miliardi lordi. Poi altri istituti hanno fatto operazioni: Montepaschi (per 197 milioni), Popolare di Intra (per 120 milioni), Sanpaolo Imi (per 270 milioni), UniCredit (per 1,69 miliardi). Ora la stagione delle cessioni degli Npl resta appesa a un miglioramento delle condizioni dei mercati.

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stelafe
00venerdì 1 luglio 2011 11:30

9-06-11
FAMIGLIE: ASSOFIN, 1* TRIM IN CALO MUTUI CASA E CREDITO AL CONSUMO

(ASCA) - Roma, 29 giu - Presentato oggi il rapporto 2010 dell'Osservatorio sul credito al dettaglio realizzato da Assofin, Crif e Prometeia.

L'anno scorso le erogazioni di mutui alle famiglie per l'acquisto della casa sono salite dell'8,7% con un spiccata preferenza per il tasso variabile, che ha rappresentato la forma preferita per il 66% dei mutui erogati.

In calo invece il credito al consumo che ha registrato una contrazione pari a -5,2%.

Per il primo trimestre del 2011 segno negativo sia per i mutui -0,2%, con un aumento del peso dei mutui a tasso fisso, sia per il credito al consumo -3,3%.

Per quanto riguarda i prestiti finalizzati per l'acquisto di motocicli e autoveicoli si registra una contrazione pari a -19,4%. Per la cessione del quinto di stipendio -8,5%.

Per l'intero 2011, l'Osservatorio prevede per i prestiti legati all'acquisto della casa un aumento delle consistenze intorno a +6,9%, negativo a -1% invece il trend delle consistenze sul credito al consumo.




www.asca.it/news-FAMIGLIE__ASSOFIN__1*_TRIM_IN_CALO_MUTUI_CASA_E_CREDITO_AL_CONSUMO-1030303-O...

Assofin conferma il trend: “Mutui in crescita in Italia”

...Oggi la situazione è ben diversa: già nei primi quattro mesi del 2011 Assofin registrava crescite del +5,60%, anche se non si parla soltanto di nuove richieste: “In realtà – spiega infatti Giuseppe Piano Mortari, direttore operativo di Assofin – il numero è molto influenzato da voci come le surroghe, il cambio verso mutui a condizioni migliori, che segnala comunque un dinamismo del mercato con nuove offerte per i clienti”.
www.ciakprestitiemutui.com/crif-87-per-i-mutui-immobiliari-in-ital...


www.mutuosulweb.it/Mutui/articoli_mutui/Documenti/Mensile_Mutui_M...
(sylvestro)
00lunedì 11 luglio 2011 13:40
Mutui: Crif, 1* sem all'insegna della prudenza (-8% a/a)

Dowjones

BOLOGNA (MF-DJ)--Il volume della domanda complessiva di mutui da parte delle famiglie italiane nel primo semestre del 2011 ha segnato una contrazione dell'8% rispetto allo stesso periodo del 2010, quando il calo era stato del 4% rispetto ai primi sei mesi del 2009. Nel secondo trimestre dell'anno la diminuzione delle richieste e' ben piu' pesante (-14% rispetto al pari trimestre 2010, ponderato a parita' di giorni lavorativi), con il picco negativo toccato proprio nel mese di giugno, che con una contrazione del 17% ha fatto segnare il dato di decremento piu' consistente a partire dal gennaio 2007.

Questo e' quanto emerge dal barometro Crif della domanda di mutui, elaborato sulla base del patrimonio informativo di Eurisc, il Sistema di Informazioni Creditizie di Crif che raccoglie i dati relativi a oltre 77 mln di linee di credito.

Secondo il Crif e' evidente che il calo della domanda di finanziamenti da parte degli italiani per l'acquisto di immobili residenziali sia strettamente legato alla crisi economica iniziata nella seconda meta' del 2008. La lettura della dinamica in atto e' che, a causa della concomitanza di una serie di fattori (dalla perdurante congiuntura economica negativa alla crisi dei mercati finanziari, dalla debolezza del mercato del lavoro nazionale alle prime avvisaglie di rialzo dei tassi da parte della Bce) le famiglie italiane abbiano rallentato bruscamente la propensione a richiedere mutui per finanziare l'acquisto di un'abitazione, che nel nostro Paese da sempre rappresenta una forma di investimento appetibile. Per il futuro immediato le prospettive di ripresa della domanda di mutui sono ancora deboli e per i prossimi mesi e' plausibile che i comportamenti delle famiglie possano essere ancora improntati ad una sostanziale cautela, in attesa di valutare meglio l'evoluzione del quadro economico.

"In questo scenario di sostanziale debolezza, il mercato dei mutui e dei prestiti rischia di venire ulteriormente penalizzato anche da provvedimenti normativi che potrebbero determinare una pesante restrizione del credito disponibile", commenta Enrico Lodi, d.g. Credit Bureau Services di Crif. "Nello specifico, all'interno del decreto sviluppo recentemente approvato, tra gli emendamenti accolti ve ne e' uno, l'8 bis, che pretendendo la cancellazione di una serie di informazioni sui pagamenti dei finanziamenti dalle centrali rischi pubbliche e private rendera' piu' difficilmente distinguibili i cittadini e le imprese che rimborsano regolarmente i propri finanziamenti da coloro i quali non lo fanno. In questo modo gli intermediari finanziari, non potendo piu' distinguere chiaramente cittadini e imprese affidabili da quelli che non lo sono, per cautelarsi saranno costretti a restringere il credito disponibile e a chiedere maggiori garanzie, a danno in particolare di coloro i quali rimborsano regolarmente i loro finanziamenti, cioe' il 95% dei consumatori e delle imprese italiane. Il nuovo credit crunch che ne conseguirebbe finirebbe con l'avere impatti penalizzanti sul gia' magro Pil nazionale previsto per l'anno in corso". com/alb alberto.chimenti@mfdowjones.it




(END) Dow Jones Newswires

July 11, 2011 05:40 ET (09:40 GMT)

Copyright (c) 2011 MF-Dow Jones News Srl.
laplace77
00domenica 17 luglio 2011 23:16
moratoria in scadenza

fonte: blog ciak prestiti e mutui

Mutui: moratoria verso la scadenza, ultimi 15 giorni

Da Matteo Aldamonte - venerdì 15 luglio 2011


Mentre il mercato dei mutui evidenzia tassi di interesse e rate costantemente in rialzo, va verso la scadenza una delle misure più utili e gettonate dai consumatori italiani per poter far fronte alle emergenze economiche: la moratoria sui mutui, grazie alla quale è possibile sospendere il pagamento delle rate mensili per un massimo di 12 mesi.

Ad oggi, in mancanza di rinnovi annunciati dall’Abi (Associazione Bancaria Italiana) e dalle associazioni dei consumatori con le quali era stato raggiunto precedentemente l’accordo per offrire questa nuova possibilità agli italiani, mancano soltanto 15 giorni prima che la moratoria non sia più disponibile.

Dunque ultimi giorni per gli italiani in difficoltà con il pagamento delle rate, che desiderano richiedere una sospensione delle stesse in attesa di tempi migliori.

Come fare? In primo luogo è necessario avere requisiti precisi: aver stipulato un mutuo per l’acquisto o la costruzione dell’abitazione principale, avere un reddito fino a 40mila euro annui, rispondere a condizioni di particolare gravità (morte, perdita dell’occupazione, non autosufficienza eccetera) nel biennio 2009-2010.

Con la scadenza prevista per il 31 Luglio 2011, dunque, diventa urgente per chi ne ha bisogno presentare la richiesta presso la propria banca, dichiarando espressamente di voler procedere alla sospensione delle rate attraverso la moratoria. La banca procederà poi a valutare se il cliente è idoneo ad ottenere la stessa sospensione, oppure se la sua richiesta dovrà essere rifiutata.

Va aggiunto, inoltre, che non sono previsti rinnovi in materia di moratoria, poichè il sistema bancario italiano, guidato da Abi e Bankitalia, si sta muovendo nella direzione indicata dalla Bce, ovvero quella di un ritorno alla normalità del mercato dei mutui dopo la crisi, sia in termini di tasse che, come in questo caso, di offerte ai consumatori.

Tuttavia, per chi dovesse rimanere fuori dai termini pur avendo necessità di cambiare le condizioni del proprio finanziamento, potrebbe essere vantaggioso pensare a una rinegoziazione o surroga, trasferendo il proprio mutuo presso un’altra banca.

di Matteo Aldamonte
(sylvestro)
00mercoledì 20 luglio 2011 10:58
Domanda di mutui nel primo semestre 2011: -8 percento rispetto allo stesso periodo 2010

Le evidenze dell’analisi del patrimonio informativo di EURISC – Il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF - mostrano come il volume della domanda complessiva di mutui da parte delle famiglie italiane nel primo semestre del 2011 ha segnato una contrazione di -8% rispetto allo stesso periodo del 2010, quando la contrazione era stata del -4% rispetto ai primi sei mesi dell’anno precedente

Il barometro CRIF della domanda di mutui, elaborato sulla base del patrimonio informativo di EURISC, il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF che raccoglie i dati relativi a oltre 77 milioni di posizioni creditizie, oltre al calo della domanda, mostra come cresce la durata ma calano gli importi medi dei mutui richiesti

DOMANDA DI MUTUI (numero di richieste) – Gennaio-Giugno 2010 – a parità di giorni lavorativi



Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie

“Il calo della domanda di finanziamenti da parte degli italiani per l’acquisto di immobili residenziali - spiega Enrico Lodi, Direttore Generale Credit Bureau Services di CRIF – è strettamente collegato al perdurare della fase congiunturale negativa e, in particolare, ai suoi riflessi negativi soprattutto sul fronte del mercato del lavoro, ancora debole”.

Per altro, nell’analisi di questi dati occorre tenere in considerazione che la domanda è ancora sostenuta da surroghe e rinegoziazioni, che costituiscono ormai un fenomeno consolidato e che nei primi mesi del 2011 hanno visto crescere ulteriormente il proprio peso. Nello specifico, secondo le rilevazioni dell’ultima edizione dell’Osservatorio sul credito al dettaglio realizzato da CRIF in collaborazione con Assofin e Prometeia, per quanto riguarda gli ‘altri mutui’ il 2010 si è chiuso con una crescita dell’11,5%, trend che è proseguito anche nel primo trimestre 2011, con un incremento del +18,6%, trainato dalle operazioni di surrogazione e, in misura minore, da quelle di sostituzione di mutui già in essere. Non si è arrestata, dunque, la richiesta delle famiglie di soluzioni che, nell’ambito delle misure sulla portabilità, mirano a ridefinire e rendere maggiormente sostenibili le condizioni economiche dei contratti.

Per quanto riguarda il mese di giugno 2011 appena concluso, la domanda dei mutui ipotecari da parte delle famiglie italiane ha fatto registrare un pesante -17% rispetto allo stesso mese del 2010 (dato ponderato sui giorni lavorativi), confermando una dinamica di estrema prudenza che perdura ormai dall’inizio dell’anno.
Di seguito sono riportate le percentuali relative alla variazione della domanda di mutui per i primi sei mesi del 2011, indicate sia in valori assoluti sia ponderati, cioè al netto dell’effetto prodotto dal differente numero di giorni lavorativi.


Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie

Il grafico della domanda di mutui a partire da Gennaio 2009 rende più evidente il trend in atto.


Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie

Anche analizzando la domanda di mutui su base regionale, nei primi sei mesi del 2011 emerge un generalizzato calo rispetto al corrispondente semestre 2010, con accentuazioni a livello locale che non è possibile spiegare.


Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie

Relativamente alla distribuzione della domanda dei mutui per fasce di durata, nel primo semestre del 2011 si mantiene sostanzialmente invariata rispetto al corrispondente periodo dell’anno scorso, pur facendo registrare una crescita nelle classi di maggior durata, in particolare in quella compresa tra i 25 e i 30 anni, che rimane anche quella in cui si sono maggiormente concentrate le preferenze degli italiani.

Andamento delle domande di mutui per durata


Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie

Analizzando invece la distribuzione delle richieste di mutuo in funzione dell’importo, nei primi sei mesi dell’anno si rileva la crescita della quota di domanda nelle fasce meno elevate, anche se le preferenze delle famiglie italiane si sono nuovamente concentrate in quella compresa tra i 100 e i 150.000 Euro.

Andamento delle domande di mutui per fasce di importo


Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie

In parallelo continua l’assestamento dell’importo medio dei mutui richiesti intorno ai 137.000 €. Più precisamente, nel primo semestre dell’anno la media è stata di 137.055 € contro i 139.903 € del pari semestre 2010.


Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie

Per quanto riguarda l’età dei richiedenti un nuovo mutuo, infine, nel primi 6 mesi del 2011 nel 35% dei casi si trattava di persone di età compresa tra i 35 e i 44 anni, nel 28,7% dei casi di età tra i 25 e i 34 anni e nel 20% dei casi tra i 45 e i 54 anni, sostanzialmente in linea con quanto rilevato nel primo semestre 2010.

Le dinamiche in atto sul mercato italiano sembrano, almeno in parte, differire da quanto si registra in atri Paesi europei. A questo riguardo, una recente indagine condotta da CRIF in collaborazione con Efma (l’associazione che raccoglie quasi 3.000 operatori del credito a livello internazionale) relativamente alle strategie adottate nell’ultimo anno dalle aziende di credito di 16 Paesi europei ha fatto emergere una sostanziale differenza nell’interpretazione dei trend del mercato del credito, che possono essere sostanzialmente attribuite alle differenti specializzazioni di business.
In particolare, gli operatori intervistati hanno rilevato un calo della domanda di servizi finanziari (prestiti per viaggi, studio, cura della persona) a fronte di un trend positivo delle richieste di prestiti per l’acquisto di case, così come di prestiti per liquidità e l’acquisto di auto. D’altro canto, le politiche di erogazione riflettono anch’esse la specializzazione del business: dalle risposte raccolte da CRIF ed EFMA emergere che tra i lenders che gestiscono prevalentemente mutui, una quota pari a circa il 60% del totale ha risposto di aver applicato nel corso del 2010 criteri più conservativi, a fronte di una quota del 33% registrata tra gli operatori maggiormente attivi nel credito al consumo.

D’altro canto, sulla base delle analisi contenute nell’ultima edizione dell’Osservatorio sul Credito al Dettaglio, realizzato da CRIF in collaborazione con Assofin e Prometeia, nel corso del 2010 si è assistito a una ripresa del credito erogato alle famiglie, soprattutto per quanto riguarda il comparto dei mutui immobiliari. In effetti, nel 2010 è proseguito il trend di ripresa del mercato dei mutui concessi alle famiglie per l’acquisto di abitazioni grazie, soprattutto, al basso livello dei tassi di interesse che nel corso dell’anno hanno reso l’acquisto di abitazioni un’alternativa di investimento più appetibile rispetto agli strumenti finanziari.
Nel 2010 sono infatti tornate a crescere le erogazioni di mutui alle famiglie consumatrici per acquisto di immobili (+8,7%), invertendo la contrazione in atto dal 2007. I dati più aggiornati mostrano, però, un arresto della crescita nel primo trimestre del 2011, periodo nel quale si registra una contrazione del -0,2% rispetto al corrispondente trimestre 2010.

“Va osservato come questa ‘strozzatura’ della domanda non trovi una corrispondenza nei mutui effettivamente erogati – conclude Lodi -. Questo disallineamento significa che, nel momento in cui la domanda cede, gli intermediari finanziari stanno tornando ad erogare con maggiore ampiezza, dopo la stretta sulle erogazioni che ha caratterizzato parte del 2009 e il 2010. Questo fenomeno (l’inerzia della domanda, che si adatta all’andamento dell’offerta) è conosciuto, per cui potremmo aspettarci che, quando si produrrà un miglioramento delle aspettative delle famiglie, si possa innestare il meccanismo inerziale in senso opposto, ovvero che la maggiore ampiezza dell’offerta possa produrre una ripresa della domanda di mutui”.

In ogni caso, le prospettive per il 2011 e per i prossimi anni confermano un andamento ancora moderato dei consumi non essendosi consolidati segnali di rafforzamento della domanda, a fronte di un mercato del lavoro ancora stagnante e di una debole espansione del reddito disponibile reale, atteso nel 2011 in riduzione per il quarto anno consecutivo. Per quanto riguarda il comparto dei prestiti per l’acquisto di abitazioni, sulla base delle analisi contenute nell’ultimo volume dell’Osservatorio Assofin-CRIF-Prometeia, la crescita delle consistenze di mutui dovrebbe attestarsi, a fine 2011, intorno al +6,9% (dal +8,3% di fine 2010). Nel 2012, invece, l’impatto del graduale rialzo dei tassi di interesse sulla domanda delle famiglie e le politiche di offerta attente al controllo del rischio di credito potrebbero frenare la crescita del mercato. Solamente nel 2013, coerentemente con un progressivo consolidamento della crescita economica, l’evoluzione del comparto dei mutui dovrebbe registrare un incremento, stimato in un +6,4%.
dgambera
00giovedì 28 luglio 2011 16:31
laplace77
00sabato 6 agosto 2011 17:59
anche le formiche, nel loro piccolo...

"si indebitano" (par.)

fonte: repubblica - Cgia Mestre

CRISI

Cresce l'indebitamento delle famiglie
Cgia Mestre: "Superati i 19 mila euro"


A pesare i mutui per acquistare casa, i prestiti richiesti per beni mobili e il credito al consumo. Soffrono di più le famiglie in provincia di Roma. Meno preoccupati i cittadini dell'Ogliastra

ROMA - Famiglie italiane sempre più indebitate. L'indebitamento medio delle famiglie italiane "ha raggiunto i 19.198 euro" e rispetto al 2009 "è cresciuto in termini assoluti di 3,268 euro". È quanto emerge dalla rilevazione della Cgia di Mestre. L'indebitamento, spiega la Cgia, è causato principalmente "dall'accensione di mutui per l'acquisto della casa, dai prestiti per l'acquisto di beni mobili, dal credito al consumo, dai finanziamenti per la ristrutturazione di beni immobili".

A livello provinciale le difficoltà maggiori sono a carico delle famiglie residenti in provincia di Roma (debito pari a 27.727 euro), seguite da quelle di Lodi (27.479) e da quelle di Milano (27.241). Al quarto posto la provincia di Prato (25.912), al quinto Varese (25.085) e al sesto Como (24.608). A vivere con minore ansia la preoccupazione di un debito da onorare nei confronti degli istituti di credito o degli istituti finanziari, sono le famiglie del profondo Sud: in coda alla classifica nazionale troviamo Agrigento (8.983), Enna (8.399) e, all'ultimo gradino della graduatoria, la provincia sarda dell'Ogliastra (7.952).

"Dalla data di introduzione dell'euro al 31 dicembre 2010 - spiega l'istituto - l'incremento dell'indebitamento medio delle famiglie è stato del 131%"
. "Tendenzialmente - dichiara Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre - la maggiore incidenza del debito sul reddito la ritroviamo tra i nuclei famigliari con possibilità
economiche medio-basse. È chiaro che con il perdurare della crisi economica questa situazione non tende a migliorare. Non dimentichiamo, inoltre, che in Italia esiste un ampio mercato del prestito informale che non transita per i canali ufficiali. Con la contrazione dei prestiti effettuati dalle banche in questi ultimi anni, ho l'impressione che questo fenomeno sia in espansione, con il pericolo che la piaga dell'usura si diffonda sempre di più e non solo nel Mezzogiorno".

(06 agosto 2011)


[SM=g1750163]
laplace77
00mercoledì 24 agosto 2011 17:53
nonostante siano passati 3 anni...

fonte: repubblica

Bank of America ai minimi storici
ancora guai dalla bolla immobiliare


di LUCA PAGNI

I guai della bolla immobiliare che ha causato la recessione mondiale iniziata tre anni fa sembrano non avere mai fine. Come le matrioske, quelle bamboline russe di legno che al loro interno ne contengono altre più piccole, anche i prodotti "tossici" costruiti sui mutui degli anni del boom stanno procurando spiacevoli sorprese a una delle prime banche americane.

In una giornata in cui Wall Street è arrivata a guadagnare fino al due per cento, Bank of America ha compiuto il percorso inverso, arrivando a perdere fino al 6 per cento. Tutta colpa dei rumors che girano sul mercato per cui Bofa avrebbe bisogno di ricapitalizzarsi fino a 200 miliardi di dollari.

Una cifra talmente elevata da rasentare l'incredibile, ma il mercato non ha potuto fare a meno di preoccuparsi. Anche perché i guai arriverebbero dalle perdite accumulate dalla controllata Countrywide, il gruppo acquistato per 4 miliardi di dollari nel 2008 dopo essere stato travolto dalle operazioni sui mutui "facili".

Ma c'è un altro elemento di preoccupazione: il costo dei cds, i prodotti che si usano per "assicurarsi" contro eventuali fallimenti societari, che nel caso di Bofa è salito ai massimi degli ultimi cinque anni. E anche questo è un sintomo che il mercato teme che qualcosa di negativo, anche se non ne ha ancora la certezza.

(23 agosto 2011)



...chissa' quanto la tireranno in lunga qui...

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laplace77
00giovedì 25 agosto 2011 15:53
Re: nonostante siano passati 3 anni...
laplace77, 24/08/2011 17.53:


fonte: repubblica

Bank of America ai minimi storici
ancora guai dalla bolla immobiliare


di LUCA PAGNI

...

(23 agosto 2011)



...chissa' quanto la tireranno in lunga qui...

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ci torna pure il fatto quotidiano che allarga un po' l'analisi


Economia & Lobby | di Redazione Il Fatto Quotidiano - 25 Agosto 2011

Si sgonfia la bolla dell’oro
E ora tornano a fare paura i mutui


Dopo la corsa del prezzo del metallo giallo (+17% in tre settimane), ieri i future sono scesi del 5,1%. Bank of America ha visto crescere a 32,5 miliardi di dollari il volume delle potenziali insolvenze di chi ha chiesto un prestito per acquistare l'abitazione


Via all’ennesima bolla. Preannunciata mercoledì, ieri si è sgonfiata la bolla dell’oro. I future sul metallo giallo hanno chiuso a New York a 1,767.10 dollari l’oncia, un vero e proprio tonfo del 5,1% che come sottolinea Bloomberg è il più rilevante in una sola seduta dal 2008. Se ancora ci fossero dubbi sul fatto che la liquidità sui mercati, stimolata dagli interventi della Fed, è eccessiva, ieri è arrivata l’ennesima conferma. E’ bastato il dato sulla crescita del 4% degli ordini di beni durevoli nel mese di luglio a far spostare masse di liquidità dalle commodities e dai Bond ai mercati azionari che hanno chiuso, anche mercoledì, in deciso rialzo con il Dow Jones a +1,29% e lo SP500 a +1,31%. D’altra parte l’oro viene da tre settimane di folle corsa al rialzo (aveva raggiunto un +17%) superando per la prima volta la soglia dei 1900 dollari l’oncia.

Quanto accaduto da lunedì non significa che la seconda recessione sia svanita nel nulla in meno di tre giorni. I problemi dell’economia statunitense, e globale, sono ancora tutti irrisolti. Proprio ieri è stato pubblicato anche il dato sul prezzo delle case nel mese di giugno: una nuova flessione, -0,9%, che ha permesso di contenere il saldo semestrale ad un -5,9%, il dato peggiore dal 2009 causato dall’immissione sul mercato di decine di migliaia di abitazioni pignorate per effetto della crisi. Negli ultimi mesi grazie, all’intervento del Governo e delle associazioni che raggruppano i titolari di mutuo in difficoltà, i pignoramenti sono diminuiti e in luglio hanno raggiunto il livello più basso degli ultimi quattro anni. L’obiettivo della Casa Bianca è di far restare il più a lungo possibile i proprietari nelle loro abitazioni quando non riescono a saldare le rate. Nelle zone più disastrate del paese, come la Florida, la percentuale delle famiglie che non paga le rate da più di due anni è arrivata al 18,68% rispetto ad una media nazionale del 7,85%. Ma ovviamente si tratta di palliativi e sino a quando il nodo dell’incredibile bolla immobiliare e di indebitamento non sarà risolto il rischio di un avvitamento dell’economia è sempre dietro l’angolo.

Basta un dato per far comprendere la gravità del problema: Bank of America ha visto crescere a fine marzo 2011 il volume delle potenziale insolvenze di contraenti di un mutuo a 32,5 miliardi di dollari dai 26,97 miliardi della fine del primo trimestre dello scorso anno. Ad inizio agosto il Dipartimento del Tesoro e quello dell’Abitazione e sviluppo urbano hanno pubblicamente chiesto a diversi gruppi che gestiscono immobili di acquistare a prezzi stracciati le case pignorate di proprietà delle ex agenzie federali Fannie Mae e Freddie Mac per poterle poi affittare sempre con l’obiettivo di ridurre il numero delle famiglie senza casa e nello stesso tempo la quantità degli immobili sul mercato.

di Andrea Di Stefano



...qui da noi si va molto piu' a rilento con i pignoramenti e le vendite...

...ma d'altro canto non e' neanche cosi' facile liberarsi dal negative equity, specie se c'e' la fidejussione di mamma'...

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dgambera
00lunedì 29 agosto 2011 18:40
Simona Ventura: «Anch'io ho problemi con i mutui»

29 agosto 2011 di Paola Bottelli


Meglio il tasso fisso o il variabile? Incredibile ma vero, anche una tv star come Simona Ventura ha problemi con il mutuo. Anzi, con "i mutui", al plurale. Lo ha raccontato lei stessa lunedì a Trento, durante la conferenza stampa di Sky, dove sono in corso i provini per la seconda fase del casting di "X Factor", dove la Ventura farà parte della giuria dopo avere lasciato la Rai.

«Da circa un anno – ha raccontato la showgirl – riflettevo sul fatto che ero appesantita dai tre programmi Rai in contemporanea: "L'isola dei famosi", "Quelli che il calcio" e appunto "X Factor". Cominciavo a pensare che potevo fermarmi, ma di mezzo c'erano i mutui».

Insomma, pure la Ventura – che sarà madrina dell'esclusiva di Sky sugli Oscar 2012 e parteciperà a nuovi programmi di calcio e di cinema - deve fare i conti a fine mese con l'onerosità delle rate. Anche se è ovvio che i suoi redditi nulla hanno a che spartire con quelli di noi comuni mortali.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

dgambera
00martedì 30 agosto 2011 14:15
Ho come l'impressione chi i minimi non si siano ancora visti

Mutui fissi sui minimi. Ma scende anche l'Euribor (che calerà fino alla prossima estate). Che fare?

di Vito Lops 30 agosto 2011


La tempesta perfetta che si è abbattuta ad agosto sui mercati finanziari ha scombussolato l'andamento di azioni e obbligazioni ma anche le idee di chi prima dell'estate si è mosso per chiedere un mutuo da chiudere poi, terminate perizia e istruttoria, tra fine estate e inizio autunno. Questo perché le indicazioni sul fronte dei tassi di maggio e giugno sono state profondamente rimescolate dalle turbolenze di luglio-agosto.

La tentazione del fisso
Chi in primavera/inizio estate era orientato sul variabile adesso magari è tentato dal fisso. E come dargli torto? Gli Eurirs - i parametri con cui si aggancia alla stipula del mutuo il calcolo delle rate dei mutui a tasso fisso che, unito allo spread applicato dalla banca determina il Tasso annuo nominale - sono scesi violentemente. L'Irs a 20 anni - utilizzato appunto per i mutui con durata 20 anni - l'11 aprile 2011 è stato fissato al 4,16 per cento. Questa mattina è stato fissato al 3,3 per cento. Dal punto di vista finanziario gli 86 punti base persi da questo indicatore sono un abisso, un risparmio di 7-8 mila euro su un mutuo medio di 150mila euro.

L'andamento degli Eurirs evoca quello che è successo l'anno scorso quando, complice l'avvillupparsi della crisi della Grecia, gli investitori corsero ad acquistare Bund tedeschi facendone scendere il rendimento portando al minimo storico anche gli Eurirs (con l'indice a 20 anni piombato al 2,7%) che seguono da vicino l'andamento dei titoli sovrani tedeschi. Proprio l'anno scorso, di questi tempi, era possibile stipulare mutui a tasso fisso con un Taeg (Tasso annuo effettivo globale che contempla interessi e altri oneri legati al mutuo) intorno al 4 per cento. Un'offerta finanziarimente molto interessante dato che permetteva ai mutuatari di bloccare per tutta la durata del prestito un tasso pari al costo medio pagato da chi negli ultimi 10 anni ha scelto il variabile (statisticamente più conveniente del fisso, ottenuto sommando a un Euribor medio del 3% uno spread dell'1%) ma allo stesso tempo non soggetto a eventuali schizofrenie delle rate, a cui solo il mutuo variabile è soggetto.

Ma oggi, con gli Eurirs nuovamente in forte discesa, è possibile stipulare ottimi mutui a tasso fisso? I più competitivi partono da un Taeg del 4,7 per cento. Nell'ottica di lungo periodo non si tratta di un tasso elevato ma resta distante di ben 70 punti base dalla soglia di "estrema convenienza" per il fisso che potrebbe allineare intorno al 4 per cento.

Ma il variabile dovrebbe scendere ancora
A ciò va aggiunto che la tempesta d'agosto ha rimescolato le carte anche sul fronte dei tassi variabili. Per capirlo dobbiamo fare un passo indietro e tornare a maggio 2011 quando gli Euribor - gli indici con cui, in aggiunta dello spread concordamente in sede di stipula, sono calcolate via via le rate dei mutui a tasso variabile - viaggiavano in lenta ma costante risalita. E, soprattutto, erano proiettati in rialzo anche per il prossimo triennio. I future sull'Euribor a 3 mesi (contratti scambiati sul mercato Liffe di Londra) proiettavano l' "indice dei mutui variabili" al 2% a dicembre 2011, al 2,775% a dicembre 2012, al 3% (tasso medio negli ultimi 10 anni), a settembre 2013, e al 3,43% a settembre 2014.

Oggi, invece, dopo lo scotto pagato dai mercati ad agosto, i timori laterali che gli Stati Uniti debbano affrontare il rischio di una doppia recessione uniti a una persistente instabilità dei Pigs, hanno ribaltato queste proiezioni. A giudicare dai prezzi a cui vengono scambiati oggi i future sull'Euribor, questo parametro, fissato ieri all'1,54%, dovrebbe invertire la rotta e tornare a scendere nei prossimi mesi. A dicembre 2011 è visto all'1,3 per cento. A marzo 2012 all'1,19%, a giugno 2012 all'1,16% per ritornare sui livelli attuali intorno a giugno 2013 e superare la soglia del 2% dopo la primavera del 2014.

Il mercato, in sostanza, sta puntando in questo momento su una crescita stentata dell'economia dell'area euro nei prossimi mesi. Scenario che costringerebbe la Banca centrale europea a raffreddare l'idea di operare altri rialzi dei tassi di interesse dopo aver alzato nel corso del 2011 il tasso di riferimento dall'1 all'1,5% in due tranche.

Proiezione questa che se dovesse essre centrata dalla realtà porterebbe i tassi variabili ad essere (a parità di spread) ancor più bassi rispetto alle soglie attuali (il miglior variabile a 20 anni si stipula intorno a un Taeg del 2,7%).

©RIPRODUZIONE RISERVATA



dgambera
00giovedì 1 settembre 2011 12:24
Le banche alzano gli spread sui mutui

di Maximilian Cellino 1 settembre 2011


Settembre è in genere un buon mese per chi deve stipulare un mutuo o anche per chi intende guardarsi intorno e rinegoziare condizioni più convenienti. Al ritorno dalle vacanze le banche riformulano infatti le proprie proposte e può capitare che chi fra gli istituti di credito deve ancora completare il budget per l'anno proponga offerte allettanti per attirare nuovi clienti.

La normale stagionalità che regola il mercato dei finanziamenti per la casa si arricchisce però in queste settimane di un ulteriore elemento favorevole per le famiglie. La bufera estiva sui mercati ha infatti cambiato in modo radicale l'andamento e le previsioni future su tassi: difficilmente, vista la situazione tesa, la Banca centrale europea continuerà ad aumentare il costo del denaro anzi, secondo gli analisti potrebbe rimanere fissa all'1,5% fino a tutto il 2012.

Tutto ciò si trasmette sugli Euribor e si traduce in una lunga tregua per chi ha già stipulato un prodotto a tasso variabile o si appresta a farlo: i tassi interbancari (ieri 1,35% la scadenza a un mese, 1,54% quella a 3 mesi) potrebbero restare su questi livelli – o addirittura scendere di 2-3 decimi, secondo quanto scontano gli operatori di mercato – nei prossimi due anni, mantenendo quindi relativamente leggere le rate di chi ha optato per questa soluzione.
Ma anche per chi predilige la sicurezza si aprono buone opportunità in questo periodo, perché la crisi dei mercati e le attese di un periodo di stagnazione in Europa hanno provocato la discesa dei tassi interbancari a medio-lungo termine, quegli Irs che sono utilizzati per determinare una volta per tutte la rata dei prodotti a tasso fisso. Il valore di questi indicatori si è ridotto mediamente di quasi un punto percentuale negli ultimi mesi (l'Irs a 20 anni, per esempio, è passato dal 4,15% di aprile al 3,26% di ieri).

Non siamo tornati ai livelli eccezionali di un anno fa (quando i tassi Irs erano scesi sotto il 3%) che avevano favorito offerte forse irripetibili, ma si tratta comunque di valori che permettono di siglare un mutuo fisso a un tasso vicino al 4,5%, storicamente molto basso se si tiene conto che un finanziamento si protrae per 20-30 anni. L'incognita, in uno scenario che tutto sommato è favorevole per entrambe le soluzioni, è rappresentata però dal comportamento delle banche, in soldoni dal ricarico (spread) che decideranno di attuare sui tassi base.
Non è un mistero, infatti, che la crisi del debito pubblico italiano (e la crescita a dismisura dello spread BTp-Bund) si sia fatta sentire anche sugli istituti di credito, che adesso devono pagare di più per ottenere quel denaro con il quale poi finanziano i prestiti alla clientela. UniCredit, per esempio, ha appena emesso un'obbligazione garantita da mutui (covered bond) della durata di dieci anni pagando un tasso del 5%. Un'operazione che può considerarsi per certi versi un successo, vista la fase delicata dei mercati, ma che apre al tempo stesso un interrogativo: come può una banca che raccoglie denaro a medio-lungo termine al 5% reimpiegarlo a tassi inferiori?

Per questo, probabilmente, in questo settembre non ci sarà da aspettarsi particolari offerte da parte delle banche. «Potremmo vedere qualche "sconto", magari su particolari tipologie di mutui o scadenze – conferma Stefano Rossini, amministratore delegato del broker MutuiSupermarket.it – ma non credo che si tratterà di un fenomeno generalizzato come negli scorsi anni, perché la situazione per il sistema finanziario è nel complesso più difficile». Al contrario, non si può escludere una stretta significativa sugli spread dei nuovi mutui: proprio a partire da oggi alcune banche online hanno aumentato i tassi praticati sui prodotti venduti attraverso la rete. Sono piccoli ritocchi che per ora non delineano una tendenza, ma anche un segnale da non sottovalutare.

©RIPRODUZIONE RISERVATA


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