Mutui Maledettissimi Mutui

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dgambera
00giovedì 1 settembre 2011 12:29
Quando la disoccupazione è più lunga delle moratoria sul mutuo

di Maximilian Cellino 1 settembre 2011


A volte la crisi economica e finanziaria può avere anche risvolti favorevoli, paradossali quanto si vuole, per i risparmiatori. E il calo dei tassi sui mutui ne è la più lampante dimostrazione: a più riprese, sotto questo aspetto, le famiglie negli ultimi anni hanno tratto vantaggio dalle bufere dei mercati, dal crack-Lehman, alla crisi di Atene fino alle turbolenze che quest'estate hanno purtroppo raggiunto il nostro Paese.

Ma i tassi bassi, fossero anche ai minimi storici come un anno fa, servono in fondo a poco se prima la recessione ti toglie il lavoro e poi la stagnazione non ti aiuta a ritrovarlo. Le famiglie che entrano in sofferenza in queste settimane hanno ancora un paio di paracadute a cui appigliarsi: esiste il Piano famiglie ideato dall'Abi a inizio 2010 e pure il Fondo di solidarietà del ministero delle Finanze. Chi ha i requisiti per accedere a queste agevolazioni può respirare per 12 o 18 mesi, agli altri (i lavoratori autonomi, per esempio) non resta che appellarsi al buon senso delle banche (non sempre così diffuso) e sperare. In queste settimane sta però sorgendo un altro problema, quello delle famiglie che non sono in grado di riprendere i pagamenti al termine dei 12 mesi di sospensione semplicemente perché nel frattempo non sono riuscite a trovare un'occupazione stabile.

Grazie al Piano famiglie sono state finora bloccate le rate di quasi 50mila mutui, 31mila soltanto da febbraio a settembre del 2010: per molti di questi sta scadendo o è già finito il periodo di moratoria e sono tornate le difficoltà, anche perché nel frattempo alla normale rata si devono sommare gli interessi maturati durante lo stop. «Nelle ultime settimane abbiamo ricevuto diverse segnalazioni, alle quali per adesso non riusciamo a dare risposta», conferma Fabio Picciolini, segretario nazionale di Adiconsum. Abi e associazioni dei risparmiatori dovranno dunque di nuovo sedersi a un tavolo nelle prossime settimane per trovare una soluzione a una questione che da contingente (un problema legato ai tassi o a un momentaneo rallentamento economico) rischia ormai di diventare strutturale.

La via di uscita non è certo semplice: le banche si oppongono per il momento all'ipotesi di un allungamento del mutuo (opzione che comunque renderebbe a lungo andare più oneroso il carico per le famiglie) o a un prolungamento dei termini di moratoria (difficile anche per una questione di iscrizione nelle poste contabili del bilancio)
. Si studia anche la possibilità di «trasferire» le famiglie in difficoltà dal Piano famiglie al Fondo di solidarietà con un escamotage che permetterebbe almeno di guadagnare tempo. Ma qui occorre fare i conti con la dotazione in via di rapido esaurimento del Fondo: finora il gestore Consap ha accolto circa 3.500 richieste e ha impegnato (comprese le domande in fase di istruttoria) quasi 18 dei 20 milioni di euro di cassa. Le risorse residue sarebbero quindi sufficienti per accogliere soltanto 600 nuove domande, forse un po' poche per affrontare l'emergenza dei mesi a venire.

m.cellino@ilsole24ore.com

©RIPRODUZIONE RISERVATA

dgambera
00lunedì 5 settembre 2011 14:37
dgambera
00venerdì 9 settembre 2011 10:23
laplace77
00venerdì 9 settembre 2011 11:12
Re:
dgambera, 09/09/2011 10.23:





un titolo piu' corretto sarebbe "banche: cartello sulle condizioni contro i surrogatori seriali", mentre il discorso "i furbetti dei mutui" sarebbe piu' appropriato per i vari "mediatori creditizi", quelli dei "subprime all'italiana"...

cmq abbiamo un'ottima conferma di quello che scrivevamo, gia' parecchio tempo fa, a "quelli che tanto posso fare la surroga":

A QUALI TASSI ?!?

[SM=g1750163] [SM=g1750163] [SM=g1750163]


che la surroga poi, non conviene, se non per evitare il default: basta considerare che l'ammortamento e' alla francese, per cui cambiando ogni 5 anni, ci si ritrova a ricominciare a pagare soprattutto interessi, mentre il capitale da restituire viene ridotto molto poco...

...ma tanto agli italioti la matematica non interessa...

[SM=g1747522] [SM=g1747522] [SM=g1747522]

laplace77
00venerdì 9 settembre 2011 11:24
Re: Re:
laplace77, 09/09/2011 11.12:




un titolo piu' corretto sarebbe "banche: cartello sulle condizioni contro i surrogatori seriali", mentre il discorso "i furbetti dei mutui" sarebbe piu' appropriato per i vari "mediatori creditizi", quelli dei "subprime all'italiana"...

cmq abbiamo un'ottima conferma di quello che scrivevamo, gia' parecchio tempo fa, a "quelli che tanto posso fare la surroga":

A QUALI TASSI ?!?

[SM=g1750163] [SM=g1750163] [SM=g1750163]


che la surroga poi, non conviene, se non per evitare il default: basta considerare che l'ammortamento e' alla francese, per cui cambiando ogni 5 anni, ci si ritrova a ricominciare a pagare soprattutto interessi, mentre il capitale da restituire viene ridotto molto poco...

...ma tanto agli italioti la matematica non interessa...

[SM=g1747522] [SM=g1747522] [SM=g1747522]





si evidenziano le "chicche tra le righe":
- in rosso: il cartello e come funziona
- in viola: come nei bar di periferia: "per colpa di qualcuno non si fa credito a nessuno"
- in blu: tanto per ricordarsi che la surroga non e' garantita, non e' un diritto

[SM=g9128]

dgambera
00sabato 10 settembre 2011 16:47
dgambera
00lunedì 12 settembre 2011 00:22
Nella crisi c'è chi sorride: mutui a sconto. Fissi ai minimi ma variabili ancora più economici

di Vito Lops 11 settembre 2011


Mutui a tasso fisso verso i minimi storici
La fuga degli investitori verso il Bund tedesco (con conseguente crollo del rendimento) sta facendo sprofondare gil Eurirs - gli indici con cui si bloccano in partenza e per tutta la durata le rate dei mutui a tasso fisso - vicino ai minimi di sempre toccati la scorsa estate con l'Irs a 20 anni al 2,7%. Ebbene, questo indice è stato fissato venerdì 9 settembre al 3%, non distante appunto dal punto più basso (guarda la tabella completa). Ed è in decisa picchiata se si considera che ad aprile viaggiava al 4,17% e che a fine agosto, avendo già scontato le intemperie dei mercati di agosto, si attestava ancora su un "solido" 3,5%. Inoltre, venerdì 9 settembre è scivolato addirittura sotto il 3% (esattamente al 2,97%) l'Irs a 25 anni, utilizzato appunto per stoppare le rate dei mutui con durata di 25 anni, i più gettonati al momento.

Ne consegue che il momento attuale, al pari di agosto 2010, è certamente finanziariamente favorevole per la stipula di un mutuo a tasso fisso. Sul mercato ci sono istituti (quelli che non hanno operato un innalzamento degli spread come invece molte banche hanno fatto a partire da settembre portando in media lo spread all'1,5% sul fisso e all'1,4% sulle offerte a tasso variabile) che offrono mutui a un Taeg (Tasso annuo effettivo globale) fisso del 4,3%.


......

Variabile in picchiata
Allo stesso tempo chi è tentato dal fisso non può ignorare il costo di un corrispettivo tasso variabile (Taeg 2,7% nelle migliori offerte, quindi 160 punti base in meno del miglior fisso) e le previsioni. I future sull'Euribor - l'indice utilizzato per calcolare in partenza le rate dei mutui a tasso variabile - indicano chiaramente che il tasso attuale di riferimento fissato a luglio dalla Banca centrale europea (1,5%) è "fuori mercato". Perché i tassi interbancari dovrebbero scendere sotto l'1% entro la prossima primavera (almeno è quanto ipotizzano in questo momento i contratti future scambiati sul mercato Liffe di Londra). Tanto che in molti si aspettano un passo indietro della Bce nei prossimi consigli direttivi e un nuovo taglio dei tassi, invertendo la politica monetaria tracciata in primavera. Quindi anche sul fronte del variabile lo scenario attuale è estremamente favorevole. I numeri ci dicono addirittura più favorevole di un mutuo fisso intorno ai minimi storici.

Insomma, da questa crisi gli unici, al momento, che possono sorridere sono coloro che stanno pensando di stipulare un mutuo. Se non cadono nell'errore di firmare un contratto con uno spread alto (e da questo punto di vista devono fare molta attenzione considerata la recente tedenza delle banche ad aumentarli) hanno, nell'amletico dubbio tra fisso e variabile, davvero un irripetibile bell'imbarazzo nella scelta.

dgambera
00martedì 13 settembre 2011 14:54
Solo il 5% dei giovani ottiene il mutuo

13 settembre 2011


La crisi economica mondiale pesa su tutti, ma stando all’analisi diffusa oggi da mutui.it (www.mutui.it), comparatore web di mutui che ha analizzato le richieste di finanziamento per acquisto prima casa compilate negli ultimi mesi, i giovani sembrano soffrine più degli altri. Secondo i dati dell’indagine anche se un preventivo su 4 è richiesto da under 30, la difficoltà arriva al momento di ottenere il finanziamento: nemmeno il 5% delle loro richieste verrà accolto.

«Il 24% delle domande di mutuo prima casa arrivate al sito è compilato da persone sotto i 30 anni – spiega Alberto Genovese a.d. di Mutui.it. – Questo testimonia da un lato, l’interesse dei giovani per l’acquisto della casa (da sempre prova della raggiunta indipendenza economica) e, dall’altro, della loro familiarità con gli strumenti che internet offre per risparmiare e investire al meglio.»

Nel dettaglio, la richiesta media è di 150.000€, pari al 77% del valore dell’immobile che si vorrebbe acquistare; nel 52% dei casi viene preferito il tasso fisso, solo nel 25% quello variabile. Gli under 30, che hanno mediamente 27 anni al momento della compilazione del preventivo, vorrebbero infine che il loro mutuo durasse circa 26 anni.

Non emergono grosse differenze a livello regionale. Se l’età del richiedente e la durata media del mutuo sono pressoché le stesse in tutta Italia, a cambiare sono gli importi che si vorrebbero ricevere; le regioni da cui provengono le domande più ingenti sono Trentino Alto Adige (176.000 euro), Emilia Romagna (173.000 euro), Lazio e Veneto (168.000 euro). Tutte regioni in cui i costi degli immobili sono piuttosto elevati.

Emilia Romagna e Veneto sono anche le regioni in cui si vorrebbe finanziare la percentuale maggiore del valore dell’immobile, entrambe con un Loan To Value superiore all’80%.

Fino a qui il desiderio, che spesso, purtroppo, si infrange sulla realtà: nemmeno il 5% delle domande si concretizzerà in un mutuo concesso.

La mancanza di contratti di lavoro stabili, la difficoltà di trovare un garante o un cointestatario del mutuo e l’indisponibilità di un profilo creditizio affidabile rappresentano le motivazioni principali di questo freno alla concessione del finanziamento.

«In questa situazione tanto complessa per i giovani italiani è bene agire con cautela – afferma Genovese – e confrontare attentamente le diverse offerte delle banche aiuta anche i più giovani a far fronte a un impegno così importante.Lo stereotipo del bamboccione è, appunto, solo un cliché. I giovani avrebbero tantissima voglia di crescere e acquisire indipendenza; l’interesse degli under 30 per i mutui è elevato e tangibile, ma non sempre può, purtroppo, trasformarsi in un’azione concreta.»

©RIPRODUZIONE RISERVATA



(sylvestro)
00giovedì 15 settembre 2011 16:18
La domanda di mutui cala del 10% nei primi otto mesi del 2011

L’analisi del patrimonio informativo di EURISC – Il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF - conferma il calo della domanda dei mutui da parte delle famiglie italiane: nel periodo gennaio-agosto -10% nelle richieste di mutui rispetto allo stesso periodo del 2010. L’importo medio del mutuo torna ai livelli di gennaio 2011.

La domanda di mutui, analizzata nel periodo gennaio-agosto 2011, registra un calo del 10% rispetto allo stesso periodo del 2010.
Questo, in sintesi, emerge dall’analisi dei dati sull’andamento complessivo della domanda di mutui e delle variazioni percentuali rilevate su EURISC, il SIC di CRIF che raccoglie i dati relativi a oltre 78 milioni di posizioni creditizie.

Esaminando la domanda cumulata dei primi otto mesi del 2011, e confrontandola con lo stesso periodo degli anni precedenti, risulta sempre inferiore con variazioni da 1 a 3 punti percentuali a secondo dell’anno preso in esame: -10% se confrontato con il 2010, -12% con il 2009, -9% con il 2008 e -11% rispetto al 2007.



Analizzando invece l’andamento sempre della domanda cumulata per i primi otto mesi nei diversi anni, solo il 2009 sul 2008 presenta un segno positivo (+4%), mentre tutti gli altri permangono negativi, -3% per il 2010 sul 2009 e -2% per il 2008 sul 2007.

Analizzando la domanda di mutui su base mensile, si conferma il calo della domanda dei mutui ipotecari da parte delle famiglie italiane iniziato a marzo di quest’anno, con il mese di agosto che fa segnare un -18% (dato ponderato sui giorni lavorativi) rispetto al corrispondente mese del 2010.
Le variazioni rispetto allo stesso mese dell’anno precedente sono indicate sia in valori assoluti sia ponderate, cioè al netto dell’effetto prodotto dal differente numero di giorni lavorativi.



Il grafico riepilogativo della domanda di mutui da gennaio 2009 rende più evidente il trend in atto.



La distribuzione per fasce di durata conferma lo spostamento della quota parte di domanda di mutui nelle classi superiori ai 20 anni, dinamica in atto già da un anno. La classe che registra il maggior incremento rimane quella compresa tra i 25 e i 30 anni (con quasi 1,6 punti percentuali in più), che si conferma essere anche quella maggiormente richiesta dalle famiglie italiane, con una quota pari quasi al 31% del totale.

Relativamente alla distribuzione delle richieste di mutuo in funzione dell’importo, invece, continua lo spostamento verso le classi fino a 100.000 euro. Ad agosto 2011 l’importo medio torna sui valori di gennaio 2011, intorno ai 136.000 euro.



Analizzando, infine, la domanda in base all’età dei soggetti richiedenti mutui ipotecari, la classe dai 35 ai 44 anni risulta la più numerosa, con una quota del 35% sul totale; la classe che registra l’aumento maggiore, invece, è quella dei clienti dai 45 ai 54 anni, con un incremento di 0,6 punti percentuali e che si attesta a una quota pari a oltre il 20% del totale.
Rever
00sabato 17 settembre 2011 12:38
Crisi in Grecia, si dà fuoco davanti alla banca
www.repubblica.it/esteri/2011/09/17/foto/crisi_in_grecia_si_d_fuoco_davanti_alla_banca-217...




Sono immagini drammatiche che dicono più dei numeri della crisi in Grecia. La scena è stata ripresa a Salonicco. L'uomo, 56 anni, è appena uscito dalla banca dove si è recato per rinegoziare il mutuo della casa. Nulla da fare. Ed è per questo che ha cercato il gesto limite: darsi fuoco in pieno giorno davanti a quell'istituto di credito che, insieme a molti altri, rappresenta l'incubo per tantissimi cittadini vittime della cirsi finanziaria che attanaglia il Paese. Solo l'intervento di alcune guardie giurate hanno scongiurato la tragedia. L'uomo infatti non è in pericolo di vita e ha riportato ustioni, per fortuna non gravi, al petto

FraMI
00giovedì 22 settembre 2011 12:37
Re: Crisi in Grecia, si dà fuoco davanti alla banca
Rever, 17/09/2011 12.38:

http://www.repubblica.it/esteri/2011/09/17/foto/crisi_in_grecia_si_d_fuoco_davanti_alla_banca-21787221/1/




Sono immagini drammatiche che dicono più dei numeri della crisi in Grecia. La scena è stata ripresa a Salonicco. L'uomo, 56 anni, è appena uscito dalla banca dove si è recato per rinegoziare il mutuo della casa. Nulla da fare. Ed è per questo che ha cercato il gesto limite: darsi fuoco in pieno giorno davanti a quell'istituto di credito che, insieme a molti altri, rappresenta l'incubo per tantissimi cittadini vittime della cirsi finanziaria che attanaglia il Paese. Solo l'intervento di alcune guardie giurate hanno scongiurato la tragedia. L'uomo infatti non è in pericolo di vita e ha riportato ustioni, per fortuna non gravi, al petto





+40% [SM=j7568]

www.corriere.it/salute/11_settembre_20/grecia-crisi-suicidi-aumento_e91e128e-e391-11e0-bc23-ba86791f57...

[SM=g7591]
dgambera
00giovedì 22 settembre 2011 21:52
Mutui, il tasso medio sale al 3,5%

di Vittorio Carlini. Con un'analisi di Luca Davi 22 settembre 2011


MILANO - Cresce il saggio d'interesse sui nuovi mutui per la casa. A dirlo è la stessa Abi. Nel consueto bollettino mensile è indicato che il tasso d'interesse medio, nello scorso agosto, è salito al 3,5 per cento. Un valore superiore a quello di luglio (3,22%) e in rialzo di 51 punti base (0,51%) rispetto al mese (marzo), in cui il saggio era sui minimi del 2011 (2,99%). Insomma, il costo del mutuo per la casa del signor Rossi cresce.

La domanda, giocoforza, è spontanea: quali le cause di questo trend? In primis, è necessaria una precisazione: il tasso indicato è la media mensile tra i prestiti a saggio variabile (oggi più conveniente) e quello più oneroso a cedola fissa. E proprio questo elemento, a detta degli analisti dell'Abi, è tra le cause dell'incremento rilevato in quel di agosto. Il flusso dei finanziamenti a tasso fisso, infatti, è salito dal 19 al 24 per cento. Le famiglie italiane, cioè, si allontano dal prestito variabile. Il che, ovviamente, fa salire la media del saggio: un mutuo fisso ventennale, nel migliore dei casi, ha una cedola finale compresa tra il 4,3 e 4,5 per cento; quello variabile, invece, il 2,7 per cento.

Ciò detto, però, lo scenario è più complesso. A ben vedere, entrambi i tassi interbancari di riferimento dei mutui sono diminuiti: da una parte la media dell'Euribor a 3 mesi, cui è legato il prestito variabile, ha ripreso a scendere (seppur di poco) dall'1,6 all'1,55 per cento; dall'altro l'Irs a 10 anni, da cui dipende il fisso, è calato al 2,9% (era al 3,25 in luglio). Certo, le dinamiche mese su mese non sono così essenziali. Tuttavia, la semplice logica aritmetica dovrebbe far propendere per una riduzione del costo del mutuo. «Quello che incide - ricorda Stefano Rossini, ceo di MutuiSupermarket.it - è l'incremento dello spread caricato sul consumatore finale. Sul fronte del fisso le banche, da giugno a oggi, nei casi più virtuosi hanno aumentato il differenziale tra i 30 e 40 punti base.

Rispetto al variabile, invece, l'incremento è sullo 0,1 per cento». Questo fattore, unito alla diversa composizione della domanda globale di mutui, può spiegare il trend di agosto. Già, il trend. Ma il rincaro è veramente giustificato? «Si tratta -risponde Rossini - di un atteggiamento precauzionale, a dire il vero un po' eccessivo». I timori per l'evoluzione della congiuntura, cui gli stessi esperti dell'Abi fanno riferimento nel bollettino, hanno indotto «a prezzare su un livello più alto il rischio della possibile insolvenza del mutuatario». Di più. Gli istituti di credito, a fronte del balzo del differenziale tra il BTp e il T Bund, hanno maggiori costi di funding. Giocoforza, questo sovrapprezzo legato al rischio-Paese incomincia ad essere riversato sulla clientela finale. Un 'surplus' che, secondo gli esperti dell'Abi, rimane comunque «su livelli particolarmente contenuti». Al di là delle valutazioni di merito, il report mensile sottolinea anche che il tasso medio ponderato, sul totale dei prestiti a famiglie e imprese, è risultato pari al 4,06%, rispetto al 3,99 per cento di luglio. Cioè, «47 punti base al di sopra del valore di agosto 2010». Tra crisi, costo del funding e timori d'insolvenza i tassi interbancari calano. Quelli dei mutui salgono.

©RIPRODUZIONE RISERVATA



Quando il costo dello spread dalle banche passa ai clienti

di Luca Davi 22 settembre 2011


L'àncora di riferimento per il tasso variabile - l'Euribor a tre mesi - nello stesso periodo è rimasto praticamente invariato (dall'1,49% del 15 giugno all'1,54%).

Insomma, saggi di riferimento in calo e mutui più cari: come è possibile? Sono diverse le ragioni di questa accelerazione. La prima è che è aumentata la quota di italiani (dal 19 di luglio al 24% di agosto) che ha comprato casa con un finanziamento a tasso fisso, che è ovviamente più costoso del corrispondente mutuo a tasso variabile. Sul totale dei nuovi mutui, insomma, rispetto al passato è aumentato il peso dei prestiti con prezzi più alti. Tuttavia, oltre a questo, sull'aumento generalizzato dei prezzi ha inciso un altro elemento, forse più nascosto ma pur sempre decisivo: ovvero l'aumento del costo del finanziamento delle banche italiane. Tra i deleteri effetti dell'allargamento del differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi, c'è infatti la crescita del costo della raccolta di denaro a medio e lungo termine per le nostre banche. Più lo spread sui titoli governativi aumenta, più gli istituti devono pagare per collocare il loro debito. Nelle ultime settimane, dunque, i maggiori costi per le banche hanno iniziato a riversarsi sulla clientela. A farne più le spese, guarda caso, sono stati proprio i sottoscrittori del mutuo a tasso fisso, prodotto che per la sua natura di lunga scadenza appare più rischioso per gli istituti emittenti. Ebbene, mentre vedevano scendere l'Irs ai minimi storici, dove si trova oggi, i sottoscrittori di questa tipologia di prestito a partire da giugno hanno registrato un incremento dello spread (ovvero del ricarico da parte delle banche) in media di 30 centesimi di punto, secondo i dati forniti dal broker specializzato Mutuionline.it. Tanto che oggi non mancano sul mercato offerte sul fisso a 20 anni al 5%, con uno spread quindi superiore al 2 per cento. Più contenuto, ma comunque significativo, l'incremento del 'cuscinetto' applicato sul tasso variabile, salito in media di circa 10 punti base. Cosicchè le migliori offerte oggi garantiscono prestiti a 20 anni al 2,7 per cento.

L'effetto finale, in sostanza, è che oggi il tasso fisso risulta relativamente più costoso rispetto al variabile. Sia chiaro, la sua convenienza rimane evidente: chi stipulasse oggi un mutuo a tasso fisso si troverebbe infatti a sfruttare i minimi storici dell'Eurirs e si garantirebbe tassi di interesse bassissimi (impensabili solo qualche mese fa) per i prossimi decenni. Ma in futuro? Se è vero che alcune banche si sono mosse da subito per ritoccare il differenziale al rialzo, e qualche altra lo sta facendo proprio in questi giorni, altre lo faranno a partire dalle prossime settimane. Molto ovviamente dipenderà dalle dinamiche che muoveranno il mercato del debito governativo in futuro: certo è che se la tensione sui BTp italiani dovesse continuare a rimanere elevata, con tutta probabilità a farne le spese maggiori sarebbero proprio i sottoscrittori di questa tipologia di mutuo, che agli occhi degli istituti diventerà sempre più rischiosa e quindi relativamente più cara. Alternativamente, è realistico pensare che le banche facciano retromarcia sulle mosse recenti.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

stelafe
00domenica 25 settembre 2011 00:16

Varese: andamento delle sofferenze
indici e dati espressi in milioni di euro

www.osserva-varese.it/index.php/site/Osservatorio-economico/Credito/So...
laplace77
00giovedì 29 settembre 2011 14:22
mutui e assicurazioni correlate...

fonte: conti in tasca - blogosfere


Mercoledì 28 Settembre 2011, 13:16
in Banche
di Eleonora Bianchini


Il conflitto di interessi delle banche: le polizze e il guadagno del 44%

Prosegue il botta e risposta Abi-Isvap sulle polizze assicurative emesse a garanzia dei mutui erogati. Dopo il ricorso al Tar del Lazio vinto dall'Abi contro il Regolamento 35 dell'Isvap sul conflitto di interessi delle banche in quanto beneficiarie e distributrici delle polizze, e l'adempimento da parte dell'Isvap di quanto disposto dal Tar, si assiste ad un nuovo stop dell'Associazione Bancaria Italiana alla promulgazione e quindi all'osservanza del suddetto Regolamento.

Sulle polizze assicurative emesse a garanzia dei mutui, le banche non sono solo beneficiarie, ma anche distributrici, con provvigioni medie del 44%.

L'atteggiamento delle banche - dichiara Pietro Giordano, Segretario Generale Adiconsum - non permette di fatto al consumatore di poter scegliere la polizza a lui più conveniente. L'accesso al libero permetterebbe a quest'ultimo di risparmiare fino all'83% sul costo della polizza.

Il nuovo stop - prosegue Giordano - è strumentale e provocatorio e tende esclusivamente al mantenimento di privilegi antiliberali incuranti dell'Autorità Isvap e dei diritti dei consumatori.

Adiconsum - conclude Giordano - chiede all'Isvap di non ascoltare le "sirene" dell'Abi e di continuare sulla strada della trasparenza, della salvaguardia dei diritti e della pluralità dell'offerta, unica strada di tutela dei consumatori già pesantemente colpiti da tasse e crisi economica.


[SM=g1750163]
laplace77
00lunedì 10 ottobre 2011 12:22
Mutui più difficili per i giovani

fonte: repubblica

SOLDI IN TASCA

Mutui più difficili per i giovani
Aumentano i prestiti agli "over 36"


Osservatorio Mutuionline: accesso al credito sempre più complicato per ragazzi e precari, al contrario crescono le domande per l'acquisto delle seconde case

di MARCO MASCIAGA



MILANO - Avete sempre pensato che i mutui fossero lo strumento ideale per consentire alle giovani famiglie a basso reddito di acquistare la prima casa? Una volta forse, oggi non più. Lo confermano i dati dell'Osservatorio mutui di Mutuionline che fotografano un paese in cui rispetto a meno di un decennio fa molte cose sono cambiate per chi chiede denaro a prestito per fare l'investimento (o, sempre più spesso, gli investimenti) più importante della propria vita.

Se nel 2002 più dell'80% dei mutui veniva richiesto con la finalità di acquistare la prima casa, quest'anno la percentuale è scesa al 64%. Mentre, raffrontata al totale dei mutui richiesti, è aumentata la percentuale di chi ne chiede uno per togliersi il vezzo di acquistare una seconda casa, dal 5,2% al 7,6%. Anche dal punto di visto demografico la trasformazione è stata vistosa. Rispetto a un decennio fa i mutui erogati agli under 25 sono scesi dal 3,8% all'1,7% del totale e quelli per chi ha tra i 26 e i 35 anni sono calati dal 50,6% al 36,9%. Di converso è aumentato il numero di prestiti a chi ha più di 36 anni, compresi gli over 55.

Allo stesso modo è cambiata in maniera radicale la distribuzione dei mutui in base alla classe di reddito. I richiedenti con entrate nette mensili inferiori ai mille euro che si sono sentiti dire di sì dalla propria banca oggi rappresentano il 3,7% del totale, mentre una decina di anni fa erano
il 12,3%. Quelli tra 1.000 e 1.500 erano il 44,2% del totale e oggi sono solo più il 31,7%.

Al contrario sono aumentate le quote di mutui associati ai richiedenti con redditi medio-alti, soprattutto quelli con più di 2.500 euro netti in busta paga. Dal punto di vista tecnico tra le richieste c'è una leggera preferenza per il tasso variabile rispetto al tasso fisso, 42,6% per il primo contro il 41,3% per il secondo.

L'importo medio dei mutui erogati è attualmente pari a oltre 137mila euro. Per quanto riguarda la richiesta di mutui per classi di Loan-to-Value (Ltv, ovvero il rapporto tra il prestito erogato e il valore dell'immobile) il dato mostra che il 36% circa dei mutuatari richiede un finanziamento pari al 70%-80% del costo della casa.

(09 ottobre 2011)


[SM=g2564972]

dgambera
00mercoledì 12 ottobre 2011 17:55
dgambera
00giovedì 20 ottobre 2011 12:04
dgambera
00giovedì 20 ottobre 2011 12:11
dgambera
00venerdì 21 ottobre 2011 12:24
_abaco_
00sabato 22 ottobre 2011 16:59
Le famiglie non credono nel futuro crolla la domanda di mutui e prestiti
Le famiglie non credono nel futuro crolla la domanda di mutui e prestiti
dgambera
00mercoledì 26 ottobre 2011 13:20
Corsa ai prestiti per la prima casa

Un dato importante: i mutui per l'acquisto della prima casa sono passati dal 52% al 69%
Loziodigekko
00giovedì 27 ottobre 2011 12:26
Re:
dgambera, 26/10/2011 13.20:


Un dato importante: i mutui per l'acquisto della prima casa sono passati dal 52% al 69%




Come interpretare questo dato? Io ipotizzerei una diminuzione degli acquisti per sostituzione e una tenuta degli acquisti per prima casa (ragionando che la prima casa e' un bene di prima necessita', mentre la casa di sostituzione puo' essere rimandata a tempi migliori e non e' soggetta all'affanno della contingenza).

dgambera
00giovedì 27 ottobre 2011 14:36
Re: Re:
Loziodigekko, 10/27/2011 12:26 PM:




Come interpretare questo dato? Io ipotizzerei una diminuzione degli acquisti per sostituzione e una tenuta degli acquisti per prima casa (ragionando che la prima casa e' un bene di prima necessita', mentre la casa di sostituzione puo' essere rimandata a tempi migliori e non e' soggetta all'affanno della contingenza).




Quello che dici fa scopa col fatto che le erogazioni in totale sono in calo [SM=g1750826]
dgambera
00giovedì 27 ottobre 2011 16:07
Loziodigekko
00giovedì 27 ottobre 2011 16:39
Re:
dgambera, 27/10/2011 16.07:




Forse mi ripeto: il peggior mutuo fatto su 50k e' molto meglio del miglior mutuo fatto su 100k. La gente deve capire che il nocciolo della questione e' il PREZZO!!!

Mi interessa poco sapere se la banca mi carica di commissioni, spese, assicurazioni, gadget, giochi a premi o altro se il prezzo a cui compro e' accessibile. Negli anni '70/80 si facevano mutui che oggi manderebbero i CEO della banche in galera per truffa, eppure la gente se li poteva permettere e se li pagava con facilita' perche' erano accesi su somme ragionevoli.

Un metro quadro composto di calce, cemento e mattoni costruito con tecniche di 20 secoli fa NON PUO' costare tre mesi di stipendio (quando va bene).




sito di Mutuionline - simulazione - tasso fisso

Capitale 100.000 euro in venti anni
Miglior mutuo proposto:
Rata € 654,44 (mensile)

Capitale 50.000 euro in venti anni
Peggior mutuo proposto:
Rata € 368,38 (mensile)

Capitale 50.000 euro in quindici anni
Peggior mutuo proposto:
Rata € 422,74 (mensile)
marco---
00martedì 1 novembre 2011 17:01
Stipendi, mutui e pensioni: così la crisi cambia la vita (Fonte: libero-news.it - 01/11/2011)

...Ripercussioni sui mutui - Il rialzo dello spread dei Titoli di Stato italiani, come spiegato, si traduce per le banche in maggior rischio e in maggiori costi nella ricerca di liquidità. Nuovi costi che, puntuali, si abbattono sul cliente. Il tasso di un mutuo viene determinato dai tassi di riferimento europei - che sono stabili, se non addirittura in calo - e dallo spread bancario, ossia il ricarico applicato sui finanziamenti: in una congiuntura particolare il finanziamento per la banca è un azzardo: ne segue che lo spread degli istituti schizza. Così, pur calmierato dal tasso di riferimento europeo, il costo dei mutui è in costante crescita. Secondo l'ultimo bollettino dell'Abi (Associazione bancari italiani), in agosto il tasso di interesse medio si è attestato al 3,5% rispetto al 3,22% registrato solo il mese precedente. Il costo medio di un mutuo spalmato sul totale dei suoi anni è cresciuto del 10,8%: una clamorosa stangata. In questo contesto va anche tenuto presente che il costo del denaro (fissato all'1,5%), stabilito dalla Bce, è a livelli irrisori e passibili di un ulteriore abbassamento: il dato contribuisce a mitigare il costo dei mutui, che alla luce di questa considerazione si rivelano ancor più salati...
(sylvestro)
00giovedì 3 novembre 2011 19:10
Crollano i mutui per la casa, a Forlì -33,83%
La crisi del mattone



Trend negativo in tutta la regione
Prorogata la possibilità di sospensione delle rate del mutuo, l'opinione di mutuosulweb.it

Forlì, 3 novembre 2011 - Mutui per l’acquisto della casa in discesa libera in Emilia-Romagna. Le famiglie in regione hanno ricevuto finanziamenti per l’acquisto dell’abitazione per 1170,59 milioni nel secondo trimestre del 2011. Rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente si registra una variazione delle erogazioni del -32,26%, pari a -557,41 milioni. Sono i dati diffusi da Tecnocasa dai quali emerge che la variazione percentuale della regione corrisponde alla peggiore rilevazione trimestrale nazionale.

Nel periodo in analisi l’Emilia-Romagna ha inciso comunque per l’8,23% di tutti i volumi erogati in Italia.

In base all’ultima pubblicazione dei dati statistici di Banca d’Italia, guardando all’andamento delle erogazioni sui 12 mesi ed analizzando quindi i volumi da luglio 2010 a giugno 2011 la regione fa registrare una variazione percentuale negativa pari a -17,07% per un controvalore di -969,09 milioni. Sono dunque stati erogati nell’ultimo anno 4.706,82 milioni, volumi che collocano la regione al 4^ posto tra tutte in Italia per volumi erogati con un incidenza sul totale pari a 8,54%.

Si tratta della quarta rilevazione trimestrale negativa consecutiva per la regione. Nel secondo trimestre 2011 l’Emilia-Romagna ha fatto registrare un importo medio di mutuo (media ponderata a 12 mesi) pari a 135.300 euro, in diminuzione rispetto a quanto rilevato durante il trimestre precedente quando il ticket medio ammontava a 135.700 euro. Mediamente colui che sottoscrive un mutuo nella regione viene finanziato per quasi l’8% in piu’ rispetto al mutuatario medio italiano.

Ecco i dati per provincia. Bologna ha erogato volumi per 343,14 milioni facendo registrare una variazione rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno pari a -24,94%. A Ferrara sono stati erogati volumi per 61,41 milioni, corrispondenti a una variazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente pari a -80,44%, ma Tecnocasa fa notare come il dato relativo al secondo semestre 2010 sia elevato in maniera anomala.

La provincia di Forli’ ha erogato volumi per 93,56 milioni, la variazione sul trimestre e’ pari a -33,83%. In provincia di Modena i volumi erogati sono stati 174,41 milioni, la variazione corrisponde a -20,43%. In provincia di Parma sono stati erogati volumi per 130,15 milioni, la variazione rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente pari a -0,81%. Piacenza ha erogato volumi per 64,38 milioni, la variazione sul trimestre e’ pari a -2,43%. La provincia di Ravenna ha erogato volumi per 108,07 milioni facendo registrare una variazione sul trimestre pari a -23,87%. A Reggio Emilia sono stati erogati volumi per 112,62 milioni, la variazione rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente e’ risultata essere pari a -19,95%. La provincia di Rimini ha erogato volumi per 82,87 milioni facendo registrare una variazione pari a -28,87%.

Calo diffuso su tutto il territorio regionale, dunque. Uniche province a reggere seppur in perdita quelle di Parma e Piacenza. Il capoluogo Bologna, con quasi 25 punti percentuali di caso, tra le prime 10 province per erogazioni e’ la seconda per calo piu’ sostenuto preceduta soltanto da Firenze.

(Fonte Dire)
dgambera
00sabato 5 novembre 2011 12:07
dgambera
00martedì 8 novembre 2011 12:01
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