Mutui Maledettissimi Mutui

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serafin.
00martedì 4 gennaio 2011 09:27
Re:
(sylvestro), 28/12/2010 13.47:

Mutui: per il 40% difficoltà nei pagamenti

di Simone Lupo Bagnacani
28 dicembre 2010

Non saremo gli Stati Uniti ma i dati del rapporto Nomisma sulla condizione abitativa non sono per nulla rassicuranti: quasi il 40% degli italiani con un mutuo fa infatti fatica a pagare le rate. I dati, del novembre 2009, sono meno allarmanti di quello che può sembrare ([SM=g1752717]) perché in Italia solo il 24% delle famiglie ma proprietarie ha un mutuo quindi il dato totale è inferiore al 10%. Ma per questa fascia, che rappresenta 1,6 milioni di famiglie, la fine del mese è sempre più lontana, in particolare il 6,8% indica di avere molte difficoltà mentre per il 30,3% esistono difficoltà ma non gravi. La famiglia più colpite da questa situazione sono quelle che hanno un capo famiglia oltre i 45 anni, che risiedono al Sud Italia, hanno quattro o più componenti, un basso livello di reddito e abitano in una casa di grandi dimensioni, superiore a 120 metri quadrati. La predilezione per la casa di proprietà però non vacilla nemmeno in queste circostanze e infatti solo l'1,2% dichiara di non essere soddisfatto della condizione di proprietario, mentre gli altri affrontano queste difficoltà con soddisfazione. [SM=g7752]




pane e cipolla ma con casa di proprietà [SM=g6963] così è fatto l'italico [SM=g1750865]
pax2you
00mercoledì 5 gennaio 2011 11:17
2° Rapporto Nomisma 2010
La condizione abitativa in Italia

Dall’analisi, risulta che l’Italia rappresenta un’eccezione alla relazione attesa tra sostenibilità del debito e distribuzione del reddito. Si evince, infatti, una tendenza esattamente opposta. Le famiglie “più povere”, che si posizionano nei primi 20 percentili della distribuzione dei redditi, presentano un’incidenza del servizio del debito sul reddito prossima al 37%; al contrario, l’ultimo 10% delle famiglie “più ricche” presenta un rapporto tra servizio del debito e reddito inferiore al 10%.
Quindi in Italia, più che altrove, il rischio insolvenza parrebbe essere elevato.
Questa valutazione trova conferma a consuntivo del 2008, nel bel mezzo della crisi finanziaria che ha interessato anche il nostro Paese. Infatti, a seguito della crescita dell’indebitamento e all’incremento dei tassi di interesse sui mutui, in media d’anno, gli oneri sostenuti dalle famiglie per il pagamento degli interessi e la restituzio-
ne del capitale sono aumentati.

www.nomisma.it/fileadmin/User/LA_CONDIZIONE_ABITATIVA-...

ps
a mio parere da prendere un po' con le pinze
dgambera
00venerdì 14 gennaio 2011 17:25
L'Euribor torna a superare la soglia dell'1% dopo i timori di Trichet sull'inflazione

14 gennaio 2010


Salgono i tassi di interesse sul mercato interbancario, un riflesso delle aspettative su un aumento dell'inflazione (paventate giovedì dal governatore della Bce, Jean-Claude Trichet) e il possibile rialzo del costo del denaro da parte della Bce, che gli analisti prevedono nel corso del terzo trimestre di quest'anno. Questa mattina Eurostat ha confermato che l'inflazione annua nell'Eurozona é salita a dicembre al 2,2% annuo, il top da ottobre 2008 (3,2%). L'Euribor a 3 mesi é salito di nuovo oltre l'1%, con il fixing a 1,006% da 0,998 di ieri. Ai tassi Euribor sono indicizzati prestiti e mutui a tasso variabile.
©RIPRODUZIONE RISERVATA



Mutuo o non mutuo? Ecco l'elenco delle offerte (e promozioni) del 2011. Mentre l'Euribor supera l'1%

di Vito Lops 14 gennaio 2011


Mutuo o non mutuo? Per chi ha intenzione di comprare un immobile o non è soddisfatto del tasso che sta attualmente pagando sul vecchio mutuo, la domanda è d'obbligo. Andare in banca (in quella dove si ha il conto corrente o già un mutuo) e vedere che aria tira? Oppure, allargare gli orizzonti e scoprire se qualche misconociuto istituto offre condizioni nettamente migliori? Ad occhio e croce, è questa la via da preferire.

Tenersi sempre aggiornati e confrontare le nuove offerte. Considerando il mutuo al pari di un investimento. E, come tale, seguirlo passo passo nel tempo per essere pronti a cambiarlo in base alle virate macroeconomiche, che impattano prima sui tassi e poi sulle rate. L'idea di stipulare un mutuo per 20 o più anni e restare immobili, sperando che nel frattempo non accada nulla di sconvolgente, non è finanziariamente corretta. Perché azzeccare il mutuo giusto (e aggiornarlo nel tempo) può portare a guadagni (in termini di minori esborsi) superiori a quelli derivanti da un investimento attivo.

Ponendosi, ad esempio, nei panni di chi oggi sta pagando un tasso superiore al 6% - magari per un mutuo stipulato a inizio 2000 o nel range 2006-2007 - sarebbe sbagliato non cercare prima la strada della rinegoziazione con il proprio istituto oppure la surroga con un altro. Perché nel frattempo molto è cambiato: e soprattutto il fatto che da maggio 2009 la Banca centrale europea non smuove i tassi di riferimento dall'ancora dell'1%.

Su questo punto, va però segnalato che i tassi potrebbero essere ritoccati al rialzo nella seconda parte del 2011. Molto dipenderà dall'inflazione, vista in rialzo dal governatore della Bce, Jean-Claude Trichet. Se così sarà, non è da escludere un rialzo dei tassi (e delle rate dei mutui a tasso variabile). Non a caso l'Euribor a 3 mesi (il parametro oggi più utilizzato per calcolare le rate dei mutui variabili) ha oggi superato nuovamente la soglia dell'1%, portandosi da 0,998 a 1,006 per cento.

L'andamento ballerino macroeconomico, quindi, insegna che tanto un soggetto che sta rimborsando un mutuo quanto chi si appresta a farlo, in ogni caso farebbe bene a effettuare un accurato check up finanziario sulle offerte e sulle promozioni che le banche, di stock in stock, offrono.

Le offerte del 2011: fisso o variabile?
Check up che ha fatto il Sole 24 ore. com per sondare, in questo inizio 2011, il trend dell'offerta, a caccia delle migliori soluzioni a tasso variabile, a tasso fisso indicando anche le rispettive offerte per chi è orientato all'opzione della surroga. Dal punto di vista macroeconomico il primo dato che emerge è che il nuovo anno è iniziato con un rialzo degli Eurirs di lungo periodo (i parametri a cui sono agganciati i mutui a tasso fisso). Questi - che seguono tendenzialmente la curva dei tassi di lungo periodo e del Bund tedesco - a fine agosto 2010 erano abbondatemente sotto il 3% (2,6%) mentre oggi viaggiano al 3,5-3,6%. Ne consegue che, a parità di spread applicato dalle banche, il divario in partenza tra le offerte a tasso fisso e quelle variabili è salito intorno al 3%, ovvero oltre 200 euro al mese per un mutuo standard (150mila euro da rimborsare in 20 anni). Un divario che emerge anche dalle soluzioni oggi più competitive (guarda la tabella con l'elenco completo delle offerte di mutuo). Chebanca! è al momento l'istituto che offre il mutuo variabile più vantaggioso con un Taeg (Tasso annuo effettivo globale, comprensivo sia degli interessi che delle altre spese) del 2,07%. Spostandosi sul fisso, lo stesso istituto chiede però il 4,93 per cento. Il divario c'è ma, come visto, potrebbe restringersi. I future sull'andamento degli Euribor a 3 mesi proiettano questo parametro verso la soglia del 3% (la media storica) al 2015. Quindi chi sceglie oggi un variabile parte con un buon vantaggio, destinato però ad assottigliarsi nel prossimo triennio.

Mutui con cap in calo
I dati di mercato indicano che le soluzioni variabili con cap (che proteggono dal rialzo dei tassi oltre una certa soglia,nella maggior parte fissata al 5,5%) sono in netto calo. A questo ha contribuito il ritorno in auge nella seconda metà del 2010 dei mutui a tasso fisso che hanno beneficiato del calo degli Eurirs (come visto ad agosto hanno toccato i minimi storici). In questa fase, però, gli Eurirs sono risaliti mentre gli Euribor sono destinati a salire (guarda l'andamento delle rate in caso di risalita degli Euribor): è probabile pertanto un rimescolamento delle carte (e delle opportunità). Si inserisce in questa direzione l'offerta di Ing direct che è tornata a puntare in modo deciso anche sulla formula del variabile a rata costante, offerto sia per nuovi mutui che per surroghe.

Surroga o non surroga?
A proposito di surroghe, il dettaglio sulle nuove soluzioni (guarda la tabella con l'elenco completo delle offerte di mutuo) evidenzia anche un altro trend: alcuni istituti sono usciti da questo mercato: ovvero non accettano più clienti che vogliono spostare il vecchio mutuo. Tra questi, Chebanca!, Webank, Barclays e gli istituti del gruppo Veneto Banca. E c'è, invece, chi offre condizioni promozionali proprio sulle surroghe. Intesa Sanpaolo, infatti, fino al 31 marzo applica sulle surroghe uno sconto di 20 punti base (20 basis point) rispetto all'offerta standard. Nel tasso fisso, dove l'istituto è fra ai più competitivi, applica un Tan (Tasso annuo nominale, non comprensivo delle spese aggiuntive agli interessi) del 4,8% (Taeg 5,04%). Sulle surroghe il tasso scende al 4,6% (Taeg 4,71%). Surroga a sconto anche per Bnl che offre (Tan dal 4,90 al 4,55%, Taeg dal 5,12 al 4,66%). Segnale evidente che questi due istituti puntano a conquistare anche clienti di altre banche. Sembra, invece, essersi messa in standby sul fronte mutui Banca Monte dei Paschi di Siena. L'istituto - dove aver registrato un fortissimo balzo nella raccolta in particolare dopo il lancio del variabile con cap al 5,5%, offerto da inizio 2008 - ha alzato gli spread ed è oggi fra i più cari.

Tasso fisso
Una mossa che può essere intesa come un tentativo di defilarsi dal mercato per un po', probabilmente sulla falsariga della strategia seguita nel 2008 da UniCredit che, invece, dallo scorso anno è tornata sul mercato in modo competitivo. L'istituto di Piazza Cordusio offre oggi i mutui a tasso fisso (sia nuovi che per surroga, nella formula "Opzione sicura") più vantaggiosi. Questo perché le rate vengono calcolate "poggiandosi" su Irs a 2 e 5 anni (a secondo del mutuo scelto), tassi che storicamente (e anche in questo periodo) volano sempre più basso rispetto agli Irs di durate superiori. In questo caso il mutuatario può decidere ogni 2 o 5 anni di rinegoziare il mutuo aggiornandolo alle condizioni di mercato. Lo stesso istituto, invece, per chi non intende rivedere nel tempo le condizioni e preferisce agganciarsi sin da oggi a un Irs a 20 anni risulta però fra i più cari (Taeg 5,81%), precedendo solo Banca Mps (Taeg 6,04%).

©RIPRODUZIONE RISERVATA

dgambera
00venerdì 14 gennaio 2011 22:02
laplace77
00domenica 16 gennaio 2011 17:36
Re:
dgambera, 14/01/2011 17.25:

L'Euribor torna a superare la soglia dell'1% dopo i timori di Trichet sull'inflazione

14 gennaio 2010


Salgono i tassi di interesse sul mercato interbancario, un riflesso delle aspettative su un aumento dell'inflazione (paventate giovedì dal governatore della Bce, Jean-Claude Trichet) e il possibile rialzo del costo del denaro da parte della Bce, che gli analisti prevedono nel corso del terzo trimestre di quest'anno. Questa mattina Eurostat ha confermato che l'inflazione annua nell'Eurozona é salita a dicembre al 2,2% annuo, il top da ottobre 2008 (3,2%). L'Euribor a 3 mesi é salito di nuovo oltre l'1%, con il fixing a 1,006% da 0,998 di ieri. Ai tassi Euribor sono indicizzati prestiti e mutui a tasso variabile.
©RIPRODUZIONE RISERVATA



Mutuo o non mutuo? Ecco l'elenco delle offerte (e promozioni) del 2011. Mentre l'Euribor supera l'1%

di Vito Lops 14 gennaio 2011


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Surroga o non surroga?
A proposito di surroghe, il dettaglio sulle nuove soluzioni (guarda la tabella con l'elenco completo delle offerte di mutuo) evidenzia anche un altro trend: alcuni istituti sono usciti da questo mercato: ovvero non accettano più clienti che vogliono spostare il vecchio mutuo. Tra questi, Chebanca!, Webank, Barclays e gli istituti del gruppo Veneto Banca. E c'è, invece, chi offre condizioni promozionali proprio sulle surroghe. Intesa Sanpaolo, infatti, fino al 31 marzo applica sulle surroghe uno sconto di 20 punti base (20 basis point) rispetto all'offerta standard. Nel tasso fisso, dove l'istituto è fra ai più competitivi, applica un Tan (Tasso annuo nominale, non comprensivo delle spese aggiuntive agli interessi) del 4,8% (Taeg 5,04%). Sulle surroghe il tasso scende al 4,6% (Taeg 4,71%). Surroga a sconto anche per Bnl che offre (Tan dal 4,90 al 4,55%, Taeg dal 5,12 al 4,66%). Segnale evidente che questi due istituti puntano a conquistare anche clienti di altre banche. Sembra, invece, essersi messa in standby sul fronte mutui Banca Monte dei Paschi di Siena. L'istituto - dove aver registrato un fortissimo balzo nella raccolta in particolare dopo il lancio del variabile con cap al 5,5%, offerto da inizio 2008 - ha alzato gli spread ed è oggi fra i più cari.

Tasso fisso
Una mossa che può essere intesa come un tentativo di defilarsi dal mercato per un po', probabilmente sulla falsariga della strategia seguita nel 2008 da UniCredit che, invece, dallo scorso anno è tornata sul mercato in modo competitivo. L'istituto di Piazza Cordusio offre oggi i mutui a tasso fisso (sia nuovi che per surroga, nella formula "Opzione sicura") più vantaggiosi. Questo perché le rate vengono calcolate "poggiandosi" su Irs a 2 e 5 anni (a secondo del mutuo scelto), tassi che storicamente (e anche in questo periodo) volano sempre più basso rispetto agli Irs di durate superiori. In questo caso il mutuatario può decidere ogni 2 o 5 anni di rinegoziare il mutuo aggiornandolo alle condizioni di mercato. Lo stesso istituto, invece, per chi non intende rivedere nel tempo le condizioni e preferisce agganciarsi sin da oggi a un Irs a 20 anni risulta però fra i più cari (Taeg 5,81%), precedendo solo Banca Mps (Taeg 6,04%).

©RIPRODUZIONE RISERVATA





il ragionamento di chi dice "ora prendo il variabile, se i tassi risalgono passo al fisso, tanto c'e' il decreto bersani" sembra corretto, ma fa i conti senza l'oste...

infatti, quando si va a rinegoziare, bisogna vedere quali sono le condizioni:
- che tasso fisso viene offerto?
- quale "valore" dell'immobile viene stimato?
- che percentuale di tale "valore" viene concessa?

il punto e' che le banche non fanno beneficenza, e se hanno di fronte uno col cappio al collo diventano cravattare...

[SM=g1750163]
laplace77
00lunedì 17 gennaio 2011 11:55
Re: Re:
laplace77, 16/01/2011 17.36:




il ragionamento di chi dice "ora prendo il variabile, se i tassi risalgono passo al fisso, tanto c'e' il decreto bersani" sembra corretto, ma fa i conti senza l'oste...

infatti, quando si va a rinegoziare, bisogna vedere quali sono le condizioni:
- che tasso fisso viene offerto?
- quale "valore" dell'immobile viene stimato?
- che percentuale di tale "valore" viene concessa?

il punto e' che le banche non fanno beneficenza, e se hanno di fronte uno col cappio al collo diventano cravattare...

[SM=g1750163]



scusate se mi autoquoto, ma provate pure a considerare il fattore "ammortamento alla francese"...

MUTUO VARIABILE
Il prodotto considerato ha un piano di ammortamento cosiddetto “alla francese” classico, con quota capitale e quota interessi ricalcolate ad ogni rata.
I calcoli riportati fanno riferimento alla data odierna, ipotizzando che non vi sia variazione dei tassi (NOTA BENE: il tasso su cui si basa la simulazione e' 1,93%!!!).

Riassunto pagamenti (Euro)
Capitale restituito 200.000,00
Interessi corrisposti 63.613,60
Spese 900,00
Totale 264.513,60


confrontate la "quota capitale" e la "quota interessi" (NOTA BENE: quando si rinegozia si riparte con il "capitale residuo"!) sulle prime rate:

Periodo   Scadenza   Capitale res.   Importo rata   Quota int.   Quota cap.

0         gen-11     200.000,00        -             -               -
1         feb-11     199.589,41        732,26        321,67          410,59
2         mar-11     199.178,16        732,26        321,01          411,25
3         apr-11     198.766,24        732,26        320,34          411,92
4         mag-11     198.353,66        732,26        319,68          412,58
5         giu-11     197.940,42        732,26        319,02          413,24 	
6         lug-11     197.526,51        732,26        318,35          413,91


e sulle ultime:
Periodo   Scadenza   Capitale res.   Importo rata   Quota int.   Quota cap.

355       ago-40     3.642,48        732,26         7,02         725,24
356       set-40     2.916,08        732,26         5,86         726,40
357       ott-40     2.188,51        732,26         4,69         727,57
358       nov-40     1.459,77        732,26         3,52         728,74
359       dic-40       729,86        732,26         2,35         729,91
360       gen-41         0,00        732,26         2,40         729,86


e poi domandatevi: se rinegozio ogni 5 o 10 anni, chi ci guadagna??

[SM=g1750163]


suggerimento: quello che diceva zio Galileo sulla fisica, vale pure per la finanza, sostituendo la geometria con l'aritmetica...

La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l'universo), ma non si può intendere se prima non s'impara a intender la lingua, e conoscer i caratteri, ne' quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto.

[SM=g1749718]


PS: in allegato i pdf della simulazione mutuo e piano di ammortamento - fonte mutui online

[SM=g1750163]
(sylvestro)
00lunedì 17 gennaio 2011 12:05
Re: Re: Re:
laplace77, 17/01/2011 11.55:


...
e poi domandatevi: se rinegozio ogni 5 o 10 anni, chi ci guadagna??

[SM=g1750163]
...




[SM=g1750152]


Io non ho mai provato a fare il calcolo perche' davo per scontato fosse cosi ma e' bene mettere nero su bianco e dare una ripassata di tanto in tanto

[SM=g1750483]
dgambera
00lunedì 17 gennaio 2011 12:30
Re: Re: Re:
laplace77, 1/17/2011 11:55 AM:



scusate se mi autoquoto, ma provate pure a considerare il fattore "ammortamento alla francese"...

MUTUO VARIABILE
Il prodotto considerato ha un piano di ammortamento cosiddetto “alla francese” classico, con quota capitale e quota interessi ricalcolate ad ogni rata.
I calcoli riportati fanno riferimento alla data odierna, ipotizzando che non vi sia variazione dei tassi (NOTA BENE: il tasso su cui si basa la simulazione e' 1,93%!!!).

Riassunto pagamenti (Euro)
Capitale restituito 200.000,00
Interessi corrisposti 63.613,60
Spese 900,00
Totale 264.513,60


confrontate la "quota capitale" e la "quota interessi" (NOTA BENE: quando si rinegozia si riparte con il "capitale residuo"!) sulle prime rate:

Periodo   Scadenza   Capitale res.   Importo rata   Quota int.   Quota cap.

0         gen-11     200.000,00        -             -               -
1         feb-11     199.589,41        732,26        321,67          410,59
2         mar-11     199.178,16        732,26        321,01          411,25
3         apr-11     198.766,24        732,26        320,34          411,92
4         mag-11     198.353,66        732,26        319,68          412,58
5         giu-11     197.940,42        732,26        319,02          413,24 	
6         lug-11     197.526,51        732,26        318,35          413,91


e sulle ultime:
Periodo   Scadenza   Capitale res.   Importo rata   Quota int.   Quota cap.

355       ago-40     3.642,48        732,26         7,02         725,24
356       set-40     2.916,08        732,26         5,86         726,40
357       ott-40     2.188,51        732,26         4,69         727,57
358       nov-40     1.459,77        732,26         3,52         728,74
359       dic-40       729,86        732,26         2,35         729,91
360       gen-41         0,00        732,26         2,40         729,86


e poi domandatevi: se rinegozio ogni 5 o 10 anni, chi ci guadagna??

[SM=g1750163]


suggerimento: quello che diceva zio Galileo sulla fisica, vale pure per la finanza, sostituendo la geometria con l'aritmetica...

La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l'universo), ma non si può intendere se prima non s'impara a intender la lingua, e conoscer i caratteri, ne' quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto.

[SM=g1749718]


PS: in allegato i pdf della simulazione mutuo e piano di ammortamento - fonte mutui online

[SM=g1750163]




Un mio collega è in procinto di surroga ed è rimasto stupito di come, nonostante il tasso sia più basso, tra una cosa e l'altra gli sarebbe costato la stessa cosa su base mensile. Il massimo che risparmia sono 10 mesi di mutuo.
L'ultima news è che vorrebbe rimborsare il 20% del capitale residuo: gli ho detto di farsi sviluppare bene tutti i conti prima, perchè le cose non sono così scontate come sembrano
grecale111
00martedì 18 gennaio 2011 13:24
forse è stata pubblicata (09/01/11) ma nel dubbio:

usa, il giudice blocca i pignoramenti delle case

'Vendite all'asta: la decisione della Corte di Boston, bloccando di fatto le vendite degli immobili pignorati, potrebbe portare pesanti perdite nei bilanci delle banche'

www2.unitn.it/minirass/immagini/100111N/2011011031842.pdf


ma ci credo poco [SM=g1806253]
laplace77
00martedì 18 gennaio 2011 13:35
Re:
grecale111, 18/01/2011 13.24:

forse è stata pubblicata (09/01/11) ma nel dubbio:

usa, il giudice blocca i pignoramenti delle case

'Vendite all'asta: la decisione della Corte di Boston, bloccando di fatto le vendite degli immobili pignorati, potrebbe portare pesanti perdite nei bilanci delle banche'

www2.unitn.it/minirass/immagini/100111N/2011011031842.pdf


ma ci credo poco [SM=g1806253]




veramente sono mesi che se ne parla (crisis, iceberg finanza), mi pare che dg abbia postato anche una simpatica vignetta ("mc mutuo")...

[SM=g1750163]
grecale111
00martedì 18 gennaio 2011 17:08
Re: Re:
laplace77, 18/01/2011 13.35:




veramente sono mesi che se ne parla (crisis, iceberg finanza), mi pare che dg abbia postato anche una simpatica vignetta ("mc mutuo")...

[SM=g1750163]



[SM=g1750826]


Ciao!
laplace77
00martedì 18 gennaio 2011 17:09
famiglie con debiti al 65% e interessi al 9,6% del reddito, debito pubblico al 115% del PIL

fonte: repubblica

BOLLETTINO ECONOMICO

Bankitalia, crescita fiacca fino al 2012
"A rischio la ripresa dell'occupazione"


Alla fine dell'anno prossimo verrà recuperata solo la metà del Pil perso con la recessione. E quindi il lavoro cala, soprattutto per i giovani che devono accontentarsi di contratti precari. Nel prossimo biennio bene le esportazioni, ma male i consumi. Entrate in calo, ma i conti pubblici vanno verso l'assestamento: deficit sotto il 5% già nel 2010. Ma il debito è al 119%

...

Cresce anche il debito delle famiglie, al 65% del reddito.
Non cresce solo il debito pubblico, ma anche quello delle famiglie, a causa della crisi. "Il debito delle famiglie è ulteriormente cresciuto, attestandosi alla fine di settembre sul 65% del reddito disponibile. L'incidenza resta comunque largamente inferiore a quella registrata nel complesso dell'area dell'euro, che era pari al 98% in giugno. Anche gli oneri sostenuti dalle famiglie italiane per il servizio del debito (pagamento di interessi e restituzione del capitale) hanno registrato un lieve aumento, portandosi al 9,6% del reddito disponibile. Il tasso sui prestiti per l'acquisto di abitazioni è rimasto sostanzialmente stabile", si legge nel bollettino.


il tutto in un contesto di bassa crescita e alta disoccupazione: una vera manna per il mattone...

[SM=g1750163]
dgambera
00giovedì 20 gennaio 2011 14:03
Mutui, tasso fisso in salita. Si avvicina la soglia di usura

di Maximilian Cellino 20 gennaio 2011


Di mutui a tasso di usura ne sentirete difficilmente parlare in giro, in un periodo in cui per giunta i costi dei finanziamenti per la casa sono storicamente ridotti. Ma dietro l'apparente tranquillità sono in realtà diverse le banche che cominciano a preoccuparsi di fare bene i conti per non superare la soglia che farebbe scattare le sanzioni di legge. La situazione, va detto, è per certi versi paradossale ed è conseguenza di una particolare combinazione di eventi, che da qui a fine giugno potrebbe però trasformare un caso limite in realtà.

La Banca d'Italia rileva con cadenza trimestrale i tassi di interesse medi praticati per una serie di operazioni bancarie, fra cui anche i mutui, e in base a questi determina (aggiungendo un sovrapprezzo del 50%) i livelli che da non superare per non incorrere nel reato di usura. Gli ultimi dati diffusi a fine dicembre e applicabili fino al 31 marzo 2011 indicano una soglia del 4,02% per i contratti a tasso variabile e del 6,29% per i prodotti a rata fissa. Sono valori storicamente bassi, perché ricavati nel terzo trimestre del 2010, un periodo in cui i tassi di mercato (Euribor per i variabili e soprattutto Irs per i fissi) viaggiavano su livelli minimi.

Lo scollamento temporale di 4-6 mesi fra il periodo in cui i tassi usurari vengono rilevati e quello in cui sono effettivamente applicati potrebbe costituire un problema per le banche. L'Irs a 20 anni che serve come base per fissare la rata dei nuovi prodotti a tasso fisso è passato per esempio da un minimo del 2,7% a fine agosto fino al 3,73% di ieri. Se a questo valore si aggiungono lo spread – cioè il ricarico dell'istituto di credito, che può anche superare il 2% – ma anche le spese di istruttoria e di perizia, che concorrono a formare il tasso annuo effettivo globale (Taeg) che vale ai fini del conteggio del tasso di usura, si capisce come la soglia non sia poi così lontana. Del resto è sufficiente confrontare le offerte raccolte dal broker Mutuionline per imbattersi, oltre che in tassi fissi poco superiori al 4%, anche in prodotti che già adesso applicano tassi del 5,90%, quindi pericolosamente vicini al limite del 6,29%. Basterà che l'Irs cresca ancora di qualche decimo, magari di riflesso ad aspettative di maggior crescita o inflazione nell'Eurozona, per far saltare il banco.

Naturalmente allo sportello si prenderanno tutte le precauzioni per non spingersi oltre il livello di usura che, a norma della legge 108/96, renderebbe «nulla» la clausola del contratto di mutuo e «non dovuti» gli interessi pattuiti. «I nostri sistemi informatici sono programmati in modo tale da prevedere questo limite», conferma il responsabile crediti di un istituto italiano. E fra le banche, in genere, si cerca di minimizzare il problema, anche se qualcuno invita a non sottovalutare la questione assicurazioni stipulate insieme al mutuo. Queste polizze, che garantiscono la copertura delle rate in caso di perdita del lavoro o altri eventi sfavorevoli, rappresentano un costo di diverse migliaia di euro che entra a pieno diritto nella determinazione del Taeg. Se le si prende in considerazione, il tasso può lievitare anche di qualche decimo di punto e l'ipotesi di raggiungere la soglia di usura non è forse poi tanto campata per aria.

A pensarci bene il caso di oggi non rappresenta una novità, perché anche fra la fine del 2003 e l'inizio del 2004 si era verificato un problema simile. Allora la Banca d'Italia rilevava un unico limite di usura sui mutui, senza distinzioni fra tipo di tasso. Il fatto che gli italiani avessero spostato di colpo le preferenze verso il variabile aveva abbassato la soglia (fino al 6,22%), mettendo quindi in difficoltà le banche che intendevano erogare prodotti a rata fissa con tassi superiori. La soluzione fu ovvia: dal terzo trimestre 2004 si cominciarono a calcolare due valori diversi, uno per il fisso e uno per il variabile.

E tornando ancora indietro nel tempo non si possono dimenticare le problematiche che la legge antiusura aveva sollevato al momento dell'entrata in vigore. Quando, secondo alcune interpretazioni, l'annullamento dei contratti sembrava da estendersi anche retroattivamente, cioè a tassi determinati nel passato e nel frattempo divenuti usurari. Fu necessario il cosiddetto decreto «salva banche» del 2000 per chiarire che usurari sono i tassi che superano il limite «nel momento in cui essi sono promessi o comunque convenuti, a qualunque titolo, indipendentemente dal loro pagamento». Ed è per questo motivo che oggi la questione riguarda soltanto chi sta per stipulare un nuovo finanziamento e non chi, magari con rabbia, osserva che il suo «vecchio» mutuo ha tassi da strozzino: per questi non resta altra via che quella della surroga o della rinegoziazione.

m.cellino@ilsole24ore.com

©RIPRODUZIONE RISERVATA

laplace77
00giovedì 20 gennaio 2011 20:15
Re:
dgambera, 20/01/2011 14.03:

Mutui, tasso fisso in salita. Si avvicina la soglia di usura

di Maximilian Cellino 20 gennaio 2011


...

Lo scollamento temporale di 4-6 mesi fra il periodo in cui i tassi usurari vengono rilevati e quello in cui sono effettivamente applicati potrebbe costituire un problema per le banche. L'Irs a 20 anni che serve come base per fissare la rata dei nuovi prodotti a tasso fisso è passato per esempio da un minimo del 2,7% a fine agosto fino al 3,73% di ieri. Se a questo valore si aggiungono lo spread – cioè il ricarico dell'istituto di credito, che può anche superare il 2% – ma anche le spese di istruttoria e di perizia, che concorrono a formare il tasso annuo effettivo globale (Taeg) che vale ai fini del conteggio del tasso di usura, si capisce come la soglia non sia poi così lontana. Del resto è sufficiente confrontare le offerte raccolte dal broker Mutuionline per imbattersi, oltre che in tassi fissi poco superiori al 4%, anche in prodotti che già adesso applicano tassi del 5,90%, quindi pericolosamente vicini al limite del 6,29%. Basterà che l'Irs cresca ancora di qualche decimo, magari di riflesso ad aspettative di maggior crescita o inflazione nell'Eurozona, per far saltare il banco.

...




mi domando come mai...

(sylvestro)
00venerdì 21 gennaio 2011 10:36
Re: Re:
laplace77, 20/01/2011 20.15:



mi domando come mai...





Abi: sono da rivedere le norme antiusura

"Si rischia di penalizzare imprese e famiglie" [SM=g7752]
(sylvestro)
00mercoledì 26 gennaio 2011 10:28
dgambera
00mercoledì 26 gennaio 2011 19:54
Mutui, prorogata fino al 31 luglio la possibilità di sospendere le rate. In due anni pignoramenti a +31%

di Vito Lops 26 gennaio 2011


Chi è in difficoltà con il pagamento del mutuo può chiedere la sospensione delle rate entro il 31 luglio 2011. La proroga di sei mesi per la presentazione delle domande per la sospensione delle rate dei mutui, prevista nel «Piano Famiglie dell'Abi», è stata annunciata oggi dal presidente dell'Associazione bancaria italiana (Abi), Giuseppe Mussari, e 12 associazioni di consumatori.

L'accordo sullo stop alle rate
L'intesa è stata raggiunta tra l'Associazione bancaria italiana e Acu, Adiconsum, Adoc, Assoutenti, Casa del Consumatore, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori e si basa su «un contesto in cui la congiuntura economica segnala ancora elementi di ripresa debole», come si legge nel comunicato dell'Abi. In particolare, sottolinea la nota, «la proroga si è resa necessaria per supportare le famiglie che si dovessero trovare ancora in situazione di momentanea difficoltà».

Chi può fare domanda
Le richieste per lo stop al pagamento delle rate (che non comportano sconti da parte delle banche ma il differimento temporale dei pagamenti) possono essere effettuate in caso di eventi gravi come la perdita del posto di lavoro, la cassa integrazione, la morte o l'insorgenza di condizioni di non autosufficienza di un componente del nucleo famigliare. Gli eventi in base ai quali può essere chiesta la sospensione si devono essere verificati entro il 30 giugno 2011 e le domande possono essere presentate entro il 31 luglio.

Il bilancio attuale del piano-famiglia di sospensione delle rate
Intanto sempre in giornata sono stati diffusi i dati sulle sospensioni finora attuate. Nel dettaglio, tra febbraio e novembre 2010, le banche hanno sospeso mutui per 4,4 miliardi di euro a oltre 35 mila famiglie. «La misura», ha proseguito il numero uno di Palazzo Altieri, «è stata applicata a 35.472 contratti di mutuo e la liquidità in più per far fronte alla crisi ha raggiunto una quota pari a 245 milioni di euro. Ogni famiglia avrà dunque a disposizione in media 6.500 euro in più».

La soluzione più frequente per le operazioni di sospensione ha riguardato l'intera rata (88% dei casi)
, la causa prevalente che ha determinato la necessità di ricorrere alla sospensione sia nelle posizioni "in bonis" che in quelle con ritardo nei pagamenti è stata la cessazione del rapporto di lavoro subordinato (rispettivamente 44,3% e 45,3%), mentre dal punto di vista territoriale il maggior numero di domande ammesse è stata registrata al Nord con il 53,3%, seguito dal Centro (25,2%) e da Sud e Isole (21,5%).

Dal canto suo, il presidente di Federconsumatori, Rosario Trefiletti, ha osservato che nel biennio 2009/2010 i pignoramenti di immobili sono cresciuti del 31%. Nel complesso, ha aggiunto sono 360mila famiglie in sofferenza nel pagare i mutui, ha aggiunto il rappresentante dei consumatori, che tuttavia ha anche consigliato di ricorrere alla procedura di sospensione solamente se si ha «l'acqua alla gola». «È un piano che apprezziamo nel complesso ma invitiamo anche le famiglie a verificare con l'istituto come si delineerebbe il nuovo piano di ammortamento per evitare che vi siano sovraccarichi futuri nei pagamenti».

E poi c'è il fondo di solidarietà
Il "Piano-famiglie" dell'Abi non va confuso con il Fondo di solidarietà che permette la sospensione dei mutui prima casa per le famiglie in difficoltà con il pagamento delle rate. La misura, promossa dal ministero del l'Economia e delle Finanze, è destinata a coloro che hanno perso il lavoro, hanno subito la morte o la condizione di non autosufficienza di un familiare, hanno sostenuto spese mediche o di assistenza domiciliare, spese per interventi di ristrutturazione o manutenzione straordinaria sull'immobile del mutuo, oppure hanno subito un forte aumento della rata per il prestito a tasso variabile. All'iniziativa possono accedere i clienti che hanno sottoscritto prestiti per l'abitazione principale di importo non superiore a 250mila euro e che hanno un reddito equivalente Isee non superiore ai 30mila euro l'anno. Da domani 15 novembre in poi gli interessati potranno presentare i moduli di richiesta (scaricabili dal sito internet www.dt.tesoro.it/fondomutuiprimacasa) alla banca presso la quale è stato acceso il mutuo insieme alla documentazione richiesta: dichiarazione dello stato di disoccupazione, lettera di licenziamento; certificato di morte o medico; fatture attestanti le spese mediche o di ristrutturazione; copia del contratto di assistenza domiciliare. È necessario consegnare anche l'attestazione Isee rilasciata da un soggetto abilitato (comune, Caf, Inps).

©RIPRODUZIONE RISERVATA



L'Abi proroga di sei mesi la sopensione dei mutui: per ogni famiglia previsto un risparmio di 6500 euro

26 gennaio 2011




Proroga di sei mesi, fino al 31 luglio, per la moratoria sui mutui delle famiglie. L'Abi e dodici associazioni dei consumatori (fra le quali Adiconsum, Cittadinanzattiva, Federconsumatori, e Unione Nazionale Consumatori) hanno raggiunto l'accordo per allungare il periodo per chiedere la sospensione delle rate in caso di difficoltà nei pagamenti. C'è tempo quindi fino alla fine di luglio per presentare la domanda, per eventi accaduti entro il 30 giugno (morte di un familiare, disoccupazione, Cig, non autosufficienza). Possono fare la richiesta, tuttavia, solo le famiglie che non hanno già beneficiato della moratoria.

Entro giugno, poi, l'associazione bancaria e i consumatori faranno una verifica per valutare una nuova proroga di altri sei mesi, con la possibilità di dare sostegno anche alle famiglie che hanno già usufruito della sospensione delle rate. «È uno sforzo congiunto per alleviare il disagio», ha sottolineato il presidente dell'Abi, Giuseppe Mussari
.

Tra febbraio e novembre 2010 sospesi 4,4, miliardi di mutui
Il presidente dell'Abi ha anche presentato dei dati per i quali tra febbraio e novembre 2010, le banche hanno sospeso mutui per 4,4 miliardi di euro a oltre 35 mila famiglie: «La misura», ha proseguito il numero uno di Palazzo Altieri, «è stata applicata a 35.472 contratti di mutuo e la liquidità in più per far fronte alla crisi ha raggiunto una quota pari a 245 milioni di euro. Ogni famiglia avrà dunque a disposizione in media 6.500 euro in più».

La soluzione più frequente per le operazioni di sospensione ha riguardato l'intera rata (88% dei casi), la causa prevalente che ha determinato la necessità di ricorrere alla sospensione sia nelle posizioni 'in bonis' che in quelle con ritardo nei pagamenti è stata la cessazione del rapporto di lavoro subordinato (rispettivamente 44,3% e 45,3%), mentre dal punto di vista territoriale il maggior numero di domande ammesse è stata registrata al Nord con il 53,3%, seguito dal Centro (25,2%) e da Sud e Isole (21,5%).

Dal canto suo, il presidente di Federconsumatori, Rosario Trefiletti, ha osservato che nel biennio 2009/2010 i pignoramenti di immobili sono cresciuti del 31%. Nel complesso, ha aggiunto sono 360 mila famiglie in sofferenza nel pagare i mutui, ha aggiunto il rappresentante dei consumatori, che tuttavia ha anche consigliato di ricorrere alla procedura di sospensione solamente se si ha «l'acqua alla gola».
©RIPRODUZIONE RISERVATA

(Any)
00mercoledì 2 febbraio 2011 15:51
Mutui variabili più cari
Euribor ai massimi dal 2009:
www.wallstreetitalia.com/article.aspx?IdPage=1077081

Ma fatti un variabile con cap a 100 anni va!!!
dgambera
00sabato 5 febbraio 2011 20:30
Se ci fossero stati questa specie di "subprime di stato" 5 anni fa magari me lo troverei sul groppone adesso

Entro un mese dal governo 50 milioni di fondi per mutui agevolati a 10mila giovani coppie

Vito Lops 05 febbraio 2011


Conto alla rovescia per l'operatività del fondo di garanzia per i mutui alle giovani coppie. Il ministero della Gioventù ha reso noto al Sole 24 Ore che nell'arco di una decina di giorni verrà sottoscritto l'accordo definitivo con l'Abi, l'Associazione bancaria italiana, al quale poi seguiranno gli accordi con i singoli istituti di credito che intenderanno offrire il finanziamento a condizioni agevolate. Il ministero guidato da Giorgia Meloni comunica, inoltre, che nell'arco di un mese gli aventi diritto potranno recarsi allo sportello bancario per accedere al fondo di garanzia.

Se non ci saranno intoppi, quindi, da marzo le giovani coppie residenti in Italia potranno stipulare un mutuo per l'acquisto della prima casa per un importo fino a 200mila euro beneficiando di una garanzia, in caso di insolvenza, del 50% della quota capitale (ma non oltre 75mila euro) da parte del governo.

Chi può accedere al fondo
Secondo quanto previsto dal decreto del 17 dicembre numero 256, il fondo è tecnicamente aperto alle giovani coppie coniugate (con e senza figli) o nuclei familiari monogenitoriali con figli minori. L'età dei componenti del nucleo familiare (di entrambi se si tratta di una coppia) non deve superare i 35 anni. Altro requisito: il reddito Isee (Indicatore della situazione economica equivalente sulla base di valori reddituali e patrimoniali) non deve superare i 35mila euro. Inoltre, più del 50% del reddito complessivo imponibile ai fini Irpef deve derivare da un un contratto di lavoro atipico. Infine, le giovani coppie che intendono accedere al nuovo fondo non devono essere proprietarie di un altro immobile ad uso abitativo.

Il ministero stima che in Italia, al momento, 10mila coppie possano rientrare in queste condizioni. Sulla base di questa proiezione l'ammontare del fondo – già stanziato – ammonta a 50 milioni di euro. Riepilogando: in caso di insolvenza, oltre alle solite procedure che l'istituto di credito può attivare, si vede riconosciuti direttamente dal fondo sino a 75 mila euro. In questo modo si incentiva l'accensione di un mutuo anche in favore di chi, solitamente, non avrebbe sufficienti garanzie, e a un tasso prestabilito.

I tassi offerti
Le condizioni prevedono un tasso massimo pari o equivalente a euribor +150 punti base per mutui di durata superiore a 20 anni e a euribor +120 punti base per mutui di durata inferiore, nel caso di mutui a tasso variabile (non è specificato se si tratta di euribor a 1 o 3 mesi). Per i mutui a tasso fisso, il tetto massimo è pari o equivalente a Irs +150 punti base per mutui oltre i 20 anni e a Irs +120 punti base per mutui di durata inferiore. A dir la verità, gli spread sono in linea con quelli concessi oggi sul mercato per i mutui standard. L'agevolazione risiede nel fatto che, trattandosi di lavoratori atipici, molti istituti tenderebbero a non concedere il prestito ipotecario o ad applicare spread superiori. In questo senso, quindi, è giusto ritenere agevolate le condizioni.

laplace77
00domenica 6 febbraio 2011 21:21
Re:
dgambera, 05/02/2011 20.30:

Se ci fossero stati questa specie di "subprime di stato" 5 anni fa magari me lo troverei sul groppone adesso

Entro un mese dal governo 50 milioni di fondi per mutui agevolati a 10mila giovani coppie

Vito Lops 05 febbraio 2011


Conto alla rovescia per l'operatività del fondo di garanzia per i mutui alle giovani coppie. Il ministero della Gioventù ha reso noto al Sole 24 Ore che nell'arco di una decina di giorni verrà sottoscritto l'accordo definitivo con l'Abi, l'Associazione bancaria italiana, al quale poi seguiranno gli accordi con i singoli istituti di credito che intenderanno offrire il finanziamento a condizioni agevolate. Il ministero guidato da Giorgia Meloni comunica, inoltre, che nell'arco di un mese gli aventi diritto potranno recarsi allo sportello bancario per accedere al fondo di garanzia.

Se non ci saranno intoppi, quindi, da marzo le giovani coppie residenti in Italia potranno stipulare un mutuo per l'acquisto della prima casa per un importo fino a 200mila euro beneficiando di una garanzia, in caso di insolvenza, del 50% della quota capitale (ma non oltre 75mila euro) da parte del governo.

Chi può accedere al fondo
Secondo quanto previsto dal decreto del 17 dicembre numero 256, il fondo è tecnicamente aperto alle giovani coppie coniugate (con e senza figli) o nuclei familiari monogenitoriali con figli minori. L'età dei componenti del nucleo familiare (di entrambi se si tratta di una coppia) non deve superare i 35 anni. Altro requisito: il reddito Isee (Indicatore della situazione economica equivalente sulla base di valori reddituali e patrimoniali) non deve superare i 35mila euro. Inoltre, più del 50% del reddito complessivo imponibile ai fini Irpef deve derivare da un un contratto di lavoro atipico. Infine, le giovani coppie che intendono accedere al nuovo fondo non devono essere proprietarie di un altro immobile ad uso abitativo.

Il ministero stima che in Italia, al momento, 10mila coppie possano rientrare in queste condizioni. Sulla base di questa proiezione l'ammontare del fondo – già stanziato – ammonta a 50 milioni di euro. Riepilogando: in caso di insolvenza, oltre alle solite procedure che l'istituto di credito può attivare, si vede riconosciuti direttamente dal fondo sino a 75 mila euro. In questo modo si incentiva l'accensione di un mutuo anche in favore di chi, solitamente, non avrebbe sufficienti garanzie, e a un tasso prestabilito.

I tassi offerti
Le condizioni prevedono un tasso massimo pari o equivalente a euribor +150 punti base per mutui di durata superiore a 20 anni e a euribor +120 punti base per mutui di durata inferiore, nel caso di mutui a tasso variabile (non è specificato se si tratta di euribor a 1 o 3 mesi). Per i mutui a tasso fisso, il tetto massimo è pari o equivalente a Irs +150 punti base per mutui oltre i 20 anni e a Irs +120 punti base per mutui di durata inferiore. A dir la verità, gli spread sono in linea con quelli concessi oggi sul mercato per i mutui standard. L'agevolazione risiede nel fatto che, trattandosi di lavoratori atipici, molti istituti tenderebbero a non concedere il prestito ipotecario o ad applicare spread superiori. In questo senso, quindi, è giusto ritenere agevolate le condizioni.





fannie may e freddie mac all'italiana...

[SM=g1750163]

(Any)
00domenica 6 febbraio 2011 21:51
Re: Re:
laplace77, 06/02/2011 21.21:




fannie may e freddie mac all'italiana...

[SM=g1750163]





Evvaiiiiiii. Tutti gli altri al rogo.

Mercato falsato - truffa
dgambera
00mercoledì 9 febbraio 2011 12:15
Tornano a salire i tassi sui mutui

di Rossella Bocciarelli 09 febbraio 2011




Lieve rallentamento a fine 2010 per i prestiti alle imprese da parte delle banche italiane.
A dicembre scorso, infatti, il tasso di crescita degli impieghi alle imprese non finanziarie, come informa la Banca d'Italia in un comunicato sul Supplemento al Bollettino statistico Moneta e Credito é stato dell'1,9% rispetto al +2,1% di novembre. La percentuale tiene conto di una correzione per le cartolarizzazione non rilevate nei bilanci bancari che dal giugno scorso invece le banche sono tornate a considerare.

Il tasso dei crescita dei prestiti al settore privato ha avuto una leggerissima accelerazione, con un incremento del 3,6% (3,5% a novembre) mentre il credito alle famiglie risulta sempre sostenuto (+5% come a novembre). Quanto alle sofferenze, il loro tasso di crescita nei dodici mesi è aumentato del 29,9% contro il 28,7% registrato in novembre; la raccolta registra ancora una variazione negativa sia nei depositi(-1,% ma era pari a -1,4 in novembre) sia in relazione alle obbligazioni (-1,8% contro il -0,5% in novembre). Infine, sul versante dei tassi, il bollettino di Bankitalia segnala che quelli sui mutui per l'acquisto di abitazioni erogati nel mese alle famiglie risultano in leggero aumento, al 3,18% dal 3,09% mentre quelli sul credito al consumo si sono attestati all'8,33% (contro il precedente 8,39%). Per i tassi sui nuovi finanziamenti alle imprese erogati nel mese si registra un aumento per quelli di importo superiore a 1 milione di euro (2,56% rispetto al 2,39% di novembre) e una riduzione per quelli di importo inferiore a questa soglia (al 3,24% dal 3,31% precedente). Se queste sono le tessere più aggiornate del quadro di congiuntura monetaria, per sapere davvero quali sono sono le tendenze di fondo dell'economia e del credito occorrerà attendere il 10 febbraio. Domani mattina si terrà infatti il tradizionale incontro fra i vertici delle principali banche e il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, nella sede di via Nazionale. La riunione, che segue quella tenuta dal governatore con il comitato esecutivo dell'Abi nei giorni scorsi, vedrà partecipare oltre al direttorio di Via Nazionale e ai vertici dell'Abi, anche i top manager di Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Banco Popolare, Ubi Banca e Mediobanca. Con ogni probabilità nel giro di tavolo tra i banchieri e gli esponenti del Direttorio di via Nazionale ciascuno darà le proprie stime sulla ripresa dell'attività economica italiana ed europea per fare il punto anche sulle prospettive della domanda di credito. Ma è probabile che, accanto al quadro macroeconomico, nella discussione si parli anche di temi più specifici della politica creditizia: dal come le banche si attrezzano a gestire la loro liquidità alle attese sul mercato obbligazionario in un anno di emissioni sovraffollate come quello in corso, alla propsettiva di nuovi e più severi stress test in Europa. E' possibile,poi, che il Governatore voglia conoscere quali strategie le aziende di credito stiano mettendo in atto per il rafforzamento patrimoniale, più volte da Draghi indicato come necessario, in vista di Basilea tre.


(Any)
00mercoledì 9 febbraio 2011 17:17
Re:
dgambera, 09/02/2011 12.15:

Tornano a salire i tassi sui mutui

di Rossella Bocciarelli 09 febbraio 2011




Lieve rallentamento a fine 2010 per i prestiti alle imprese da parte delle banche italiane.
A dicembre scorso, infatti, il tasso di crescita degli impieghi alle imprese non finanziarie, come informa la Banca d'Italia in un comunicato sul Supplemento al Bollettino statistico Moneta e Credito é stato dell'1,9% rispetto al +2,1% di novembre. La percentuale tiene conto di una correzione per le cartolarizzazione non rilevate nei bilanci bancari che dal giugno scorso invece le banche sono tornate a considerare.

Il tasso dei crescita dei prestiti al settore privato ha avuto una leggerissima accelerazione, con un incremento del 3,6% (3,5% a novembre) mentre il credito alle famiglie risulta sempre sostenuto (+5% come a novembre). Quanto alle sofferenze, il loro tasso di crescita nei dodici mesi è aumentato del 29,9% contro il 28,7% registrato in novembre; la raccolta registra ancora una variazione negativa sia nei depositi(-1,% ma era pari a -1,4 in novembre) sia in relazione alle obbligazioni (-1,8% contro il -0,5% in novembre). Infine, sul versante dei tassi, il bollettino di Bankitalia segnala che quelli sui mutui per l'acquisto di abitazioni erogati nel mese alle famiglie risultano in leggero aumento, al 3,18% dal 3,09% mentre quelli sul credito al consumo si sono attestati all'8,33% (contro il precedente 8,39%). Per i tassi sui nuovi finanziamenti alle imprese erogati nel mese si registra un aumento per quelli di importo superiore a 1 milione di euro (2,56% rispetto al 2,39% di novembre) e una riduzione per quelli di importo inferiore a questa soglia (al 3,24% dal 3,31% precedente). Se queste sono le tessere più aggiornate del quadro di congiuntura monetaria, per sapere davvero quali sono sono le tendenze di fondo dell'economia e del credito occorrerà attendere il 10 febbraio. Domani mattina si terrà infatti il tradizionale incontro fra i vertici delle principali banche e il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, nella sede di via Nazionale. La riunione, che segue quella tenuta dal governatore con il comitato esecutivo dell'Abi nei giorni scorsi, vedrà partecipare oltre al direttorio di Via Nazionale e ai vertici dell'Abi, anche i top manager di Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Banco Popolare, Ubi Banca e Mediobanca. Con ogni probabilità nel giro di tavolo tra i banchieri e gli esponenti del Direttorio di via Nazionale ciascuno darà le proprie stime sulla ripresa dell'attività economica italiana ed europea per fare il punto anche sulle prospettive della domanda di credito. Ma è probabile che, accanto al quadro macroeconomico, nella discussione si parli anche di temi più specifici della politica creditizia: dal come le banche si attrezzano a gestire la loro liquidità alle attese sul mercato obbligazionario in un anno di emissioni sovraffollate come quello in corso, alla propsettiva di nuovi e più severi stress test in Europa. E' possibile,poi, che il Governatore voglia conoscere quali strategie le aziende di credito stiano mettendo in atto per il rafforzamento patrimoniale, più volte da Draghi indicato come necessario, in vista di Basilea tre.





Ma tanto li sospendono.. o magari rinegoziano...
[SM=g2232950]
laplace77
00mercoledì 9 febbraio 2011 20:11
Re: Re:
(Any), 09/02/2011 17.17:



Ma tanto li sospendono.. o magari rinegoziano...
[SM=g2232950]




con conseguenze da mutuo intergenerazionale, altro che tombale...

che poi se ti devi trasferire per lavoro (ah, la produttivita', la mobilita' sociale e lavorativa, la competitivita') sai che divertimento a vendere in negative equity...

[SM=g1750163] [SM=g1750163] [SM=g1750163]
dgambera
00domenica 6 marzo 2011 19:45
La rata del mutuo torna a crescere con l'inflazione

di Maximilian Cellino 06 marzo 2011


Le rivolte in Nord Africa e nel Medio Oriente spediscono alle stelle il prezzo del barile di greggio. Il caro-petrolio e il rincaro delle materie prime si ripercuotono sull'inflazione, che rialza la testa e mette in allarme la Banca centrale europea (Bce). I banchieri di Francoforte fanno la voce grossa e minacciano un rialzo del costo del denaro, il primo da due anni e mezzo. Gli operatori sui mercati corrono a rivedere le aspettative e fanno lievitare gli Euribor, i tassi interbancari ai quali sono legati i mutui variabili. Dalle piazze di Tunisi, Il Cairo e Tripoli fino alle tasche dei risparmiatori il passo è breve: oggi le famiglie lo sperimentano alla pompa della benzina, domani lo vedranno anche al momento di saldare la rata e in entrambi i casi l'impatto non sarà trascurabile.

A pensarci bene una situazione simile i mutuatari italiani l'hanno già sperimentata nell'estate del 2008: anche allora il prezzo del petrolio era decollato, anche allora al Bce aveva reagito con un rialzo dei tassi che a sua volta si era trasferito sugli Euribor e aveva messo in difficoltà migliaia di famiglie. Il paragone finisce però qui perché oggi la situazione generale è ben diversa. Due anni e mezzo fa i tassi erano su livelli ben superiori alla media (4,25% quello Bce e oltre il 5% per gli Euribor), oggi restano ancora molto vicini ai minimi storici (1% per entrambi).

Insomma, l'effetto ci sarà (e in parte c'è già stato perché gli Euribor si muovono da un paio di mesi anticipando le mosse di Francoforte), ma difficilmente si tornerà ai livelli dell'ottobre 2008, almeno nel breve termine. Anche perché la Bce dovrà stare particolarmente attenta nel muovere la leva dei tassi se non vuole rischiare di mettere in difficoltà le banche e i bilanci pubblici appesantiti dei paesi periferici, che ancora non si sono certo ripresi dalla bufera finanziaria.

Comunque sia, il cambio di marcia delineato giovedì dal presidente Jean-Claude Trichet ha già sortito i primi risultati. Il giorno seguente l'Euribor a 3 mesi è salito dall'1,098% all'1,162% portandosi così ai massimi dal giugno 2009 (la scadenza a 1 mese quota invece 0,897%) e il movimento è destinato a proseguire. Stando alle attese degli operatori, riflesse nei future quotati a Londra, il tasso interbancario a 3 mesi dovrebbe raggiungere l'1,62% a giugno e il 2,19% a dicembre, per poi spingersi al 2,88% a fine 2012 e al 3,19% a fine 2013.

Se questo scenario si avverasse, si tratterebbe comunque di tassi inferiori alla media storica e ben distanti dal picco del 5,39% raggiunto nell'ottobre 2008, ma non per questo sarà meno doloroso per le famiglie italiane, assuefatte da tempo ai mini-tassi. Prendendo come esempio un mutuo medio (130mila euro a 20 anni, acceso a inizio 2008), la rata mensile odierna di 671 euro sarebbe destinata a crescere di circa il 9% nei prossimi 12 mesi per arrivare fino a 730 euro nel marzo 2012 (+14%) e a quota 766 l'anno successivo (+17%). Niente di paragonabile, per il momento, ai picchi successivi alla crisi subprime e al crack-Lehman (quando lo stesso mutuo aveva raggiunto i 939 euro mensili), ma comunque un impatto da non sottovalutare.

Un rincaro maturato per giunta quasi tutto negli ultimi due mesi soprattutto come effetto indiretto del rialzo del prezzo del greggio. Se la stessa simulazione fosse stata effettuata con i tassi di inizio anno, prima cioè che gli eventi di Egitto e Libia scatenassero la rincorsa agli acquisti di petrolio e prima dell'inversione di tendenza nella politica monetaria di Francoforte, l'esborso complessivo nell'arco dei prossimi tre anni sarebbe stato inferiore di circa 1.400 euro nel caso di un mutuo ventennale e di 1600 euro per un prodotto a 30 anni: in pratica è la «bolletta» da pagare come conseguenza del caro-petrolio.

Passare al fisso attraverso una surroga potrebbe è sicuramente una tentazione, ma anche i prodotti di questo tipo non sono certo più convenienti come qualche mese fa. Nel frattempo sono infatti cresciuti anche i tassi Irs che servono per determinare la rata e la soglia minima di accesso al fisso si è alzata fino al 4,6%-4,7%. Cambiare cavallo in corsa potrebbe costare nell'immediato anche il 20% in più e restare più oneroso per almeno 2 anni, occorre farsi bene i conti in tasca prima di decidere.

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labottegadelfuturo
00lunedì 7 marzo 2011 10:04
Effetto libia sui mutui
Ed il tasso...si impenna...


Effetto Libia sui tassi, è incubo mutui
rate in rialzo di oltre 100 euro al mese
L'annuncio del governatore della Bce Trichet: aumento per "contenere lo choc petrolifero legato alla crisi libica". A Basilea vertice dei banchieri centrali sul prossimo aumento del costo del denaro
di GIULIANO BALESTRERI e ROSA SERRANO

Effetto Libia sui tassi, è incubo mutui rate in rialzo di oltre 100 euro al mese
MILANO - Gli economisti la chiamano "inflazione da agenti esogeni", consapevoli che sia molto più pericolosa di quella, fisiologica, legata alla crescita dell'economia. E d'altra parte la settimana scorsa il governatore della Bce Jean Claude Trichet ha preannunciato l'aumento dei tassi "per contenere lo choc petrolifero legato alla crisi libica e alle tensioni del Nord Africa". E se la situazione geopolitica non cambiasse, Francoforte potrebbe intervenire sul costo del denaro ancora un paio di volte prima di dicembre. Il tema resta delicato e ieri, a due settimane dal G20 di Parigi, ne hanno parlato a Basilea anche i principali banchieri centrali del mondo riuniti alla Bri, la Banca dei Regolamenti Internazionali: l'inflazione che in alcuni Paesi viaggia oltre il 2,2% preoccupa tutti. Da un lato i governi impegnati a calmierare i prezzi, dall'altro i consumatori a fronteggiare un rialzo dei tassi che si abbatterà su mutui e investimenti. "Tra giovedì e venerdì, dopo l'annuncio della Bce il mercato obbligazionario ha perso un punto percentuale", dice Giulio Casuccio, responsabile gestioni quantitative e ricerca di Fondaco Sgr, mentre Marco Valli, capo economista Italia di Unicredit, spiega che "soffriranno soprattutto gli investimenti a tasso fisso, mentre torneranno di moda i Cct".
Mutui. L'annuncio del possibile aumento dei tassi ha portato, in un giorno solo, l'Euribor a tre mesi dall'1,10% al 1,16% e quello a un mese dallo 0,87% allo 0,90%. Addirittura gli operatori non escludono che
i tassi interbancari a tre mesi possano arrivare al 2%, con effetti immediati. Prendendo per esempio un mutuo trentennale a tasso variabile di 150mila euro, ad ogni incremento dello 0,25% corrisponde un aumento della rata mensile di 17 euro, pari a 204 euro l'anno, ma se i ritocchi fossero più di uno, a dicembre la rata potrebbe pesare anche 51 o 68 euro in più. Ma è finito anche il tempo delle mini-rate per i mutui a tasso fisso: l'Irs ventennale che a fine agosto quotava 2,70%, venerdì scorso si è attestato al 3,90%. Il mutuo trentennale di 150mila ha quindi registrato un incremento mensile di 107 euro. E sono solo un ricordo anche i fissi al 4%: su MutuiOnline i ventennali a tasso fisso oscillano fra il 4,60% e il 5,57%, i trentennali fra il 4,80% e il 5,45%. Con un differenziale del 2,74% tra l'Irs ventennale e l'Euribor a tre mesi si può limitare il caro tassi con un cap: il mutuo con tetto massimo oltre il quale la rata non può andare, di norma il cap rate non dovrebbe superare il 5,50%-5,70%.

Credito al consumo. La stretta di Francoforte non colpirà invece i finanziamenti personali: "Sono prestiti a tasso fisso - spiegano da Findomestic -, quindi le rate per l'auto o per altri beni non aumenteranno. Ci sarà qualche effetto sulle carte di credito revolving, ma quelle in circolazione non sono molte".
Investimenti. "Il mercato ha già scontato le decisioni della Bce, anzi - spiega Valli di Unicredit - noi ci aspettiamo altri rialzi prima di dicembre e il mercato reagirà a notizie impreviste, come una mancata stretta". Se diventa quindi difficile capire come si muoveranno i titoli in Borsa è facile immaginare un calo delle obbligazioni "soprattutto nell'area euro. Per limitare le perdite - aggiunge Casuccio di Fondaco - bisognerebbe portare a scadenza gli investimenti a tasso fisso", mentre renderanno di più le operazioni a tassi variabili. Il suggerimento degli addetti a lavori è quello di diversificare "soprattutto geograficamente per limitare l'impatto della crisi. Gli Stati Uniti - conclude Casuccio - potrebbero essere un'ottima opportunità".

(07 marzo 2011)

dgambera
00lunedì 7 marzo 2011 11:20
Un fondo per il mutuo degli under 35

di Rossella Cadeo 07 marzo 2011


Tecnicamente sono i cosiddetti "non bancabili". Si tratta di quel target di consumatori-risparmiatori che avrebbero circa zero speranze di ottenere una risposta affermativa se chiedessero a un istituto di credito un finanziamento per l'acquisto della casa: in pratica, la platea dei lavoratori precari con poche garanzie di entrate continuative o comunque dei contribuenti a basso reddito.

Ebbene proprio per loro – nel l'ambito del progetto «Diritto al futuro: bamboccioni a chi?» – diventa operativo il fondo per l'accesso al credito delle giovani coppie che vogliano comprare casa, non appena sarà firmato il protocollo d'intesa tra la presidenza del Consiglio - dipartimento della Gioventù e l'Associazione bancaria italiana.
Il decreto 256 (in vigore dal 18 febbraio scorso) ha dettato i principi dell'operazione, con lo stanziamento da parte del ministero di 50 milioni di euro nel fondo (la cui gestione sarà affidata alla Consap) che garantirà per il 50% i mutui che le banche metteranno a punto per questo specifico target.
Dopo la firma della convenzione tra ministero e Abi, ciascuna banca – su basi volontarie – definirà nel dettaglio il singolo prodotto che intenderà offrire.
Per la famiglia che intende accedere a questi finanziamenti ad hoc il decreto ha fissato determinati requisiti: dovrà infatti trattarsi di una coppia i cui componenti abbiano (entrambi) meno di 35 anni oppure di un nucleo monogenitoriale con figli minori. Inoltre non potrà essere proprietaria di altra abitazione (unica eccezione, una proprietà ereditata in uso a titolo gratuito a genitori o a fratello).

Altre condizioni riguardano il reddito complessivo annuo: non deve superare – secondo l'Isee, l'indicatore di reddito equivalente – i 35mila euro e non più della metà deve derivare da un contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato. Quindi maggiori speranze per tutti quei giovani la cui vita lavorativa dipende di anno in anno da un contratto più o meno rinnovabile.
L'importo garantito dal fondo inoltre non potrà superare il 50% del finanziamento concesso (al massimo 200mila euro) per una copertura di non oltre 75mila euro.

Altri paletti riguardano l'immobile da acquistare: deve avere una superficie inferiore a 90 metri quadrati e non deve essere accatastato coma A1, A8 e A9 (abitazioni signorili, ville e castelli). La precedenza, nell'accettazione delle domande, sarà data alle famiglie abitanti in aree con forte densità abitata, mentre saranno scartate le domande per abitazioni aventi le caratteristiche di lusso indicate nel Dm Lavori pubblici del 2 agosto 1969.
Interessati a questo strumento sarebbero circa 10-12mila nuclei. Quanto ai timori di rapido esaurimento delle risorse – sottolineano al ministero – il fondo si alimenta man mano che le rate di mutuo vengono rimborsate, quindi alle richieste iniziali se ne potranno aggiungere altre nel tempo.

Quanto all'appetibilità dello strumento, l'effettiva agevolazione sta proprio nella possibilità, per questa clientela "non bancabile" perché rischiosa per il finanziatore, di ottenere il credito. Altro vantaggio previsto dal regolamento 256/2010: la clausola della sospensibilità del pagamento delle rate per 12 mesi senza penali.
Per il resto le condizioni indicate dal decreto per questi specifici mutui non si allontanano tanto da quelle standard di mercato: per i finanziamenti a tasso variabile, un tasso massimo pari o equivalente a Euribor + 150 punti base se il mutuo ha una durata superiore a 20 anni e un tasso massimo di durata pari a Euribor + 120 punti base per mutui di durata inferiore. Invece nel caso si opti per un mutuo a tasso fisso il tetto massimo è pari o equivalente a Irs + 150 punti base (oltre 20 anni di durata) oppure a Irs più 120 punti base (mutui di durata inferiore).
Il vantaggio per la banca sta invece nella possibilità di accedere a questo Fondo di garanzia nell'ipotesi di mutuatari inadempienti.
Per divulgare la notizia del l'opportunità – spiegano al ministero – partirà un'apposita campagna di informazione non appena le principali banche avranno dato la loro adesione all'iniziativa. Prevista anche la predisposizione di un indirizzo internet al quale accedere per avere informazioni sulle pratiche e sulle risorse disponibili (per il momento si può consultare il sito www.gioventu.it).
Il fondo per la casa fa parte delle misure previste dal progetto «Diritto al futuro: bamboccioni a chi?» del ministero di Giorgia Meloni, che ha una dotazione complessiva di circa 217 milioni di euro (che diventano 300 con il cofinanziamento pubblico-privato). Tra queste, gli incentivi alla stabilizzazione dei precari (bonus di 5mila euro al datore di lavoro per le assunzioni di under 35 con figli) per il quale si sta ultimando l'accordo con l'Inps; l'allenanza con strutture private (grandi imprese e fondazioni) per il cofinanziamento di iniziative che coinvolgano i giovani; il prestito garantito per gli studenti meritevoli che vogliano proseguire gli studi, iscrivendosi all'università o a un corso di specializzazione o di lingue; i 20 campus per il job placement dei migliori laureti.

marco---
00lunedì 7 marzo 2011 12:11
Sarà l'inizio di una nuova stagione di rialzi?
Mutui casa, stangata da 600 euro se la Bce aumenta i tassi (Fonte: vostrisoldi.it - 07/03/2011)

Se la Banca centrale europea dovesse aumentare i tassi di interesse, i consumatori subiranno una stangata fino a 624 euro l’anno per la rata del mutuo. L’allarme è stato lanciato la scorsa settimana dalle associazioni Adusbef e Federconsumatori. Ecco tutti i possibili rincari.

Dal prossimo 7 aprile, se le disposizioni dovessero andare in porto, i tassi di interesse sui mutui subiranno un aumento. Il prestito a tasso variabile passerebbe così dal 2 al 2.25% (aumento di un quarto di punto). Il rincaro per chi ha il mutuo da pagare sarebbe di circa 11 euro al mese, calcolato su un prestito decennale di 100mila euro. Ma se l’aumento fissato dalla Bce – Banca centrale europea – dovesse essere di mezzo punto, sulle famiglie si riverserebbe un rincaro di 23 euro/mese (per mutui come sopra) e di 276 euro/anno.

Con questi ritocchi sul tasso di interesse, stimano Adusbef e Federconsumatori, la rata del mutuo di durata ventennale subirebbe forti rincari. Se adesso si pagano 506 euro/mese per un mutuo ventennale di 100mila euro, con l’aumento del tasso dello 0.25% si pagheranno 518 euro/mese e con l’aumento di 0.30% ben 312 euro/mese. E’ chiaro, concordano le associazioni dei consumatori, che più è alto l’importo del finanziamento e più i consumatori saranno costretti a sborsare. Ecco qualche altra cifra:

per mutuo di 200mila euro in 10 anni – sempre a tasso variabile – i rincari sono stimati in 264 – 552 euro/anno; per lo stesso importo ma finanziabile in 20 anni, i rincari si attesterebbero sui 624 euro l’anno. Come fare? Sempre più famiglie, inutile dirlo, ricorrono al fondo per la sospensione della rata. Ecco dove reperire informazioni a riguardo. Sul fronte scelta del mutuo, invece, ecco qualche informazione per orientarsi al meglio se si è deciso di comprare casa.
dgambera
00martedì 8 marzo 2011 13:28
Più prestiti e meno depositi per le famiglie italiane. Aumentano i tassi su mutui e credito al consumo

8 marzo 2011


Più debiti (a tassi di interesse crescenti) e meno depositi. I dati contenuti nel supplemento «Moneta e Banche» della Banca d'Italia fotografano un cambiamento nella gestione delle finanze delle famiglie italiane. A gennaio infatti i prestiti bancari sono aumentati del 5%, su base annua mentre sono calati dell'1,7%, sempre su base annua, i depositi dell'intero settore privato, che include anche le famiglie. Bankitalia ricorda comunque che da giugno, le banche abbiano inserito nei prestiti alcune operazioni di cartolarizzazione (cessione di attività o beni di una società attraverso l'emissione ed il collocamento di titoli).

Salgono i tassi su mutui e credito al consumo
Dalle elaborazioni della Banca d'Italia nel bollettino «Moneta e Banche» emerge poi un aumento dei tassi d'interesse medi su mutui e prestiti e una limatura degli interessi riconosciuti sui conti correnti (dallo 0,36 allo 0,35%). I tassi sul credito al consumo sono saliti di quasi mezzo punto all'8,78% dall'8,33% di dicembre, e per i mutui dal 3,18% di fine 2010 al 3,36% di inizio 2011. Per i mutui si tratta del livello più alto almeno dal dicembre 2009.

Cala il costo del credito per le società
Si riduce invece il costo del credito per le società. Sempre a gennaio, i tassi sui nuovi finanziamenti alle imprese erogati nel mese sono diminuiti di 10 punti base, al 2,69%. La discesa è guidata dai tassi sui prestiti di importo superiore a 1 milione di euro (2,36% rispetto al 2,56% di dicembre), mentre rimangono pressochè stabili i tassi sui prestiti di importo inferiore a tale soglia (3,26% dal 3,24% del mese precedente).

Aumentano i prestiti alle imprese
A gennaio 2011 il tasso di crescita sui 12 mesi dei prestiti delle banche al settore privato, corretto per le cartolarizzazioni cancellate dai bilanci bancari, è salito del 4,8% rispetto al 3,6% di dicembre. Il tasso di crescita sui 12 mesi dei prestiti alle società non finanziarie è salito del 4,2% dal 2% del mese presedente, mentre è rimasto invariato al 5% l'analogo tasso di crescita per il credito alle famiglie. Il tasso di crescita sui 12 mesi delle sofferenze, non corretto per le cartolarizzazioni, rimane sostanzialmente stabile al 30%, dal 29,9% di dicembre. La raccolta del settore privato, aggiunge Bankitalia, registra un calo dell'1,7% su base annua rispetto al -1,2% di dicembre. Il tasso di crescita della raccolta obbligazionaria rimane negativo e pari al -1,6%, invariato su dicembre.

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E qui c'è lo studio: dopo passo all'analisi

www.bancaditalia.it/statistiche/stat_mon_cred_fin/banc_fin/pimsmc/pimsmc11/sb12_11/suppl_1...
dgambera
00martedì 8 marzo 2011 14:54






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