Chi è in difficoltà con il pagamento del mutuo può chiedere la sospensione delle rate entro il 31 luglio 2011. La proroga di sei mesi per la presentazione delle domande per la sospensione delle rate dei mutui, prevista nel «Piano Famiglie dell'Abi», è stata annunciata oggi dal presidente dell'Associazione bancaria italiana (Abi), Giuseppe Mussari, e 12 associazioni di consumatori.
L'accordo sullo stop alle rate
L'intesa è stata raggiunta tra l'Associazione bancaria italiana e Acu, Adiconsum, Adoc, Assoutenti, Casa del Consumatore, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori e si basa su «un contesto in cui la congiuntura economica segnala ancora elementi di ripresa debole», come si legge nel comunicato dell'Abi. In particolare, sottolinea la nota, «la proroga si è resa necessaria per supportare le famiglie che si dovessero trovare ancora in situazione di momentanea difficoltà».
Chi può fare domanda
Le richieste per lo stop al pagamento delle rate (che non comportano sconti da parte delle banche ma il differimento temporale dei pagamenti) possono essere effettuate in caso di eventi gravi come la perdita del posto di lavoro, la cassa integrazione, la morte o l'insorgenza di condizioni di non autosufficienza di un componente del nucleo famigliare. Gli eventi in base ai quali può essere chiesta la sospensione si devono essere verificati entro il 30 giugno 2011 e le domande possono essere presentate entro il 31 luglio.
Il bilancio attuale del piano-famiglia di sospensione delle rate
Intanto sempre in giornata sono stati diffusi i dati sulle sospensioni finora attuate.
Nel dettaglio, tra febbraio e novembre 2010, le banche hanno sospeso mutui per 4,4 miliardi di euro a oltre 35 mila famiglie. «La misura», ha proseguito il numero uno di Palazzo Altieri, «è stata applicata a 35.472 contratti di mutuo e la liquidità in più per far fronte alla crisi ha raggiunto una quota pari a 245 milioni di euro. Ogni famiglia avrà dunque a disposizione in media 6.500 euro in più».
La soluzione più frequente per le operazioni di sospensione ha riguardato l'intera rata (88% dei casi), la causa prevalente che ha determinato la necessità di ricorrere alla sospensione sia nelle posizioni "in bonis" che in quelle con ritardo nei pagamenti è stata la cessazione del rapporto di lavoro subordinato (rispettivamente 44,3% e 45,3%), mentre dal punto di vista territoriale il maggior numero di domande ammesse è stata registrata al Nord con il 53,3%, seguito dal Centro (25,2%) e da Sud e Isole (21,5%).
Dal canto suo, il presidente di Federconsumatori, Rosario Trefiletti, ha osservato che nel biennio 2009/2010 i pignoramenti di immobili sono cresciuti del 31%. Nel complesso, ha aggiunto sono 360mila famiglie in sofferenza nel pagare i mutui, ha aggiunto il rappresentante dei consumatori, che tuttavia ha anche consigliato di ricorrere alla procedura di sospensione solamente se si ha «l'acqua alla gola». «È un piano che apprezziamo nel complesso ma invitiamo anche le famiglie a verificare con l'istituto come si delineerebbe il nuovo piano di ammortamento per evitare che vi siano sovraccarichi futuri nei pagamenti».
E poi c'è il fondo di solidarietà
Il "Piano-famiglie" dell'Abi non va confuso con il Fondo di solidarietà che permette la sospensione dei mutui prima casa per le famiglie in difficoltà con il pagamento delle rate. La misura, promossa dal ministero del l'Economia e delle Finanze, è destinata a coloro che hanno perso il lavoro, hanno subito la morte o la condizione di non autosufficienza di un familiare, hanno sostenuto spese mediche o di assistenza domiciliare, spese per interventi di ristrutturazione o manutenzione straordinaria sull'immobile del mutuo, oppure hanno subito un forte aumento della rata per il prestito a tasso variabile. All'iniziativa possono accedere i clienti che hanno sottoscritto prestiti per l'abitazione principale di importo non superiore a 250mila euro e che hanno un reddito equivalente Isee non superiore ai 30mila euro l'anno. Da domani 15 novembre in poi gli interessati potranno presentare i moduli di richiesta (scaricabili dal sito internet
www.dt.tesoro.it/fondomutuiprimacasa) alla banca presso la quale è stato acceso il mutuo insieme alla documentazione richiesta: dichiarazione dello stato di disoccupazione, lettera di licenziamento; certificato di morte o medico; fatture attestanti le spese mediche o di ristrutturazione; copia del contratto di assistenza domiciliare. È necessario consegnare anche l'attestazione Isee rilasciata da un soggetto abilitato (comune, Caf, Inps).
©RIPRODUZIONE RISERVATA